Storia della costituzione del Museo della Civilta romana, contenuti didattici e scientifici dell&... more Storia della costituzione del Museo della Civilta romana, contenuti didattici e scientifici dell'istituzione in relazione con la disciplina dell'Antiquaria, prospettive di valorizzazione
Individuazione e commento di episodi della storia romana riconducibili alla prassi del Grand Tour... more Individuazione e commento di episodi della storia romana riconducibili alla prassi del Grand Tour settecentesco, episodi che costituiscono un antecedente, con le ovvie e marcate differenze, della villeggiatura e del turismo moderni
Analisi delle iscrizioni raccolte in massima parte a Roma dal Cardinale Antonio Despuig e conserv... more Analisi delle iscrizioni raccolte in massima parte a Roma dal Cardinale Antonio Despuig e conservate attualmente nel Museo del castello di Bellver a Palma di Maiorca; delle singole iscrizioni si ricostruiscono la provenienza e le edizioni su materiali di archivio inediti
Indagine sulla dislocazione dei templi le cui divinità sono officiate dai flamini minori di Roma.... more Indagine sulla dislocazione dei templi le cui divinità sono officiate dai flamini minori di Roma. Proposta per una loro origine e funzione.
Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 1998
Anna Pasqualini, Diomede nel Lazio e le tradizioni leggendarie sulla fondazione di Lanuvio, p. 66... more Anna Pasqualini, Diomede nel Lazio e le tradizioni leggendarie sulla fondazione di Lanuvio, p. 663-679. L'eroe Diomede, approdato sulle coste della Daunia di ritorno dalla guerra di Troia, viene considerato fondatore di numerose città dell'Italia antica. Tra queste particolare interesse riveste Lanuvio, poiché la sua ubicazione laziale appare anomala rispetto alle direttrici geografiche della diffusione del mito dell'eroe. In particolare, non sappiamo se Diomede sia stato accolto quale ecista di Lanuvio, in concorrenza con il Lanoios di Fabio Pittore, prima o dopo la sistemazione annalistica di II secolo, dipendente da Fabio. Due appaiono essere le ipotesi più verosimili al riguardo : la prima è che la ricezione del mito diomedeo a Lanuvio vada datata alla prima metà del IV secolo, durante le incursioni galliche favorite da Dionigi II di Siracusa; la seconda è che Diomede sia stato introdotto dai Papii di Compsa, antenati dell'eminente cittadino di Lanuvio Annio Milone, dopo la guerra annibalica in seguito al loro trasferimento per motivi commerciali dall'Irpinia nel Lazio.
Recensione del volume di PAOLA BRANDIZZI VITTUCCI, ANTIUM. ANZIO E NETTUNO IN EPOCA ROMANA, Bardi... more Recensione del volume di PAOLA BRANDIZZI VITTUCCI, ANTIUM. ANZIO E NETTUNO IN EPOCA ROMANA, Bardi Editore, Roma 2000 con particolare attenzione all'antiqua pictura che rapprasenterebbe il Porto d'Anzio nell'antichita
L’eta dei Flavi e stata giustamente definita un’eta di contraddizioni. Cio e vero soprattutto per... more L’eta dei Flavi e stata giustamente definita un’eta di contraddizioni. Cio e vero soprattutto per Flavio Domiziano sulla cui personalita ambigua, tormentata e crudele si e accumulata un’abbondante bibliografia 1 ; su di lui sono stati formulati giudizi antitetici gia in antico, lodi sperticate dai poeti (Stazio e Marziale), condanne senza appello dagli storici (Svetonio, Tacito e Cassio Dione); anche i moderni hanno seguito chi piu chi meno questo schema, sicche mi e sembrato appropriato impostare il tema della relazione sulla dialettica degli opposti, che si riallaccia in fondo a quei concetti contrapposti che caratterizzano la cultura romana fatta di binomi: urbi et orbi, terra marique, belli domique, domi forisque, fas nefas, otium negotium e cosi via. Inoltre, questa bella sede e questo clima di cordialita mi inducono a tralasciare gli aspetti piu noti e piu crudi della storia domizianea - le guerre, l’autocrazia e i tentativi di imporre il culto della sua persona, la ferocia e l’accanimento contro gli oppositori veri o immaginari - e a privilegiare l’esame, necessariamente succinto, di alcuni ‘frammenti di vita’ legati all’esercizio della sua attivita amministrativa e di contro quelli che egli riservo al tempo dell’otium, indagine quest’ultima, che io sappia, di solito tralasciata dagli studiosi. Prima di procedere e utile accennare brevemente agli esordi della sua vita perche essi influenzarono i gusti e il carattere di questo strano principe e possono aiutarci a comprendere meglio i tratti del suo comportamento. Domiziano nacque il 24 ottobre del 51 d.C. in una casa modesta sul Quirinale, ad malum Punicum, “presso il melograno” 2 che egli trasformo in seguito nello splendido templum gentis Flaviae, di cui sono stati rinvenuti importanti resti sotto la caserma dei corazzieri a Roma, in via XX settembre 3 . La sua infanzia fu sorvegliata dalla nutrice Fillide 4 ; essa aveva allevato anche la figlia di Tito, Giulia, e fu lei, schiava fedele e pietosa, a raccogliere le spoglie dell’imperatore trucidato e a mescolarne le ceneri con quelle di Giulia, per unire nella morte i suoi due alumni, consapevole del rapporto d’amore, peraltro ambiguo, che li aveva uniti da vivi 5 .
Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 1999
... quasi nulla se non avessimo gli scarni accenni di Livio25 e di Plinio26 e, soprattutto, le nu... more ... quasi nulla se non avessimo gli scarni accenni di Livio25 e di Plinio26 e, soprattutto, le nu-merose voci degli apologeti cristiani, che a più riprese, a partire da Giusti-no (161 dC), si scagliarono contro l'atto più efferato del rito, che consiste-va nell'uccisione rituale di un bestiarius ...
Ritual Movement in Antiquity (and Beyond), Rome, 4-6 September 2021 («SMSR», Quaderni, 28), Brescia 2022, pp. 292-325., 2022
Il presente contributo è incentrato sul fenomeno della mobilità femminile in ambito religioso, li... more Il presente contributo è incentrato sul fenomeno della mobilità femminile in ambito religioso, limitatamente a quei casi in cui la partecipazione femminile è esclusiva o preponderante e quelli in cui è esaltato il ruolo delle mulieres quale componente rilevante nell’ambito delle cerimonie. Così a Roma come nel Lazio, la presenza delle donne nei riti si concentra attorno al concetto di fecondità. Scorrendo il calendario, con l’ausilio prezioso dei Fasti di Ovidio, sono ricordati i Lupercalia con le donne in cerca di fecondità, i Matronalia feste per tutta la famiglia e per un buon parto, i Matralia in onore di Mater Matuta. Singolare è il ruolo delle schiave che si fanno carico delle manifestazioni legate alla sessualità, sfera preclusa alle matrone. In altre occasioni le donne si radunano spontaneamente per supplicare gli dei perché stornino pericoli oppure per ringraziarli per qualche buon esito. La ricerca poi si espande da Roma al suburbio e al Lazio con altri esempi significativi quali le allegre scampagnate in onore di Anna Perenna, la turba delle volgares puellae che pregano Venere Ericina, patrona delle prostitute, le matrone e le schiave che in perfetta sintonia sacrificano a Giunone Caprotina, e poi gli esempi epici delle mulieres che accompagnano Valeria e Veturia per fermare la ‘marcia su Roma’ di Coriolano, l’ordalia di Claudia Quinta a Ostia, il navigium Isidis del 5 marzo, e infine la partecipazione femminile ai riti dei grandi santuari del Lazio (nemus Aricinum, mons Albanus, Lanuvio, Satrico, Palestrina). Ne emerge un quadro ricco e variegato che smentisce la teoria della scarsa partecipazione delle donne alle liturgie dello Stato.
Dizionario epigrafico di Antichità Romane IV fasc. 62-63, 1975
Raccolta e discussione delle testimonianze relative ai luci sacri in ambito urbano, nell'Italia r... more Raccolta e discussione delle testimonianze relative ai luci sacri in ambito urbano, nell'Italia romana e nelle province, con particolare riguardo alle fonti epigrafiche
fonti letterarie ed epigrafiche che illustrano l'impatto emotivo del pubblico che assisteva agli ... more fonti letterarie ed epigrafiche che illustrano l'impatto emotivo del pubblico che assisteva agli spettacoli dell'arena
U na straordinaria scoperta archeologica ha rinnovato l'interesse, peraltro mai sopito, per Gabii... more U na straordinaria scoperta archeologica ha rinnovato l'interesse, peraltro mai sopito, per Gabii, città del Latium Vetus, di cui le fonti parla no spesso e che si caratterizza per istituti assai singolari e a lei peculiari. Si tratta del rinvenimento di strutture murarie, alte più di due metri, inaugurate con sacrifici rituali, intenzionalmente distrutte e interrate (1). La costruzione a tre celle-che presenta impressionanti punti di contatto nella planimetria e nella decorazione architettonica con la Regia del Foro Romano (2) e con le Regge etrusche di Murlo e di Acquarossa-è databile al VI sec. a.C. e testimonia l'altissimo grado di civiltà raggiunto dalla comunità dei Gabini in epoca arcaica. Che, del resto, il prestigio culturale di Gabii fosse considerato un fatto indiscutibile dalla storiografia antica si deduce chiaramente dalla leggenda dell'educazione " alla greca " dei gemelli a Gabii riportata da Dionisio di Alicarnasso, da Plutarco e da altre fonti (3) (ma non
Storia della costituzione del Museo della Civilta romana, contenuti didattici e scientifici dell&... more Storia della costituzione del Museo della Civilta romana, contenuti didattici e scientifici dell'istituzione in relazione con la disciplina dell'Antiquaria, prospettive di valorizzazione
Individuazione e commento di episodi della storia romana riconducibili alla prassi del Grand Tour... more Individuazione e commento di episodi della storia romana riconducibili alla prassi del Grand Tour settecentesco, episodi che costituiscono un antecedente, con le ovvie e marcate differenze, della villeggiatura e del turismo moderni
Analisi delle iscrizioni raccolte in massima parte a Roma dal Cardinale Antonio Despuig e conserv... more Analisi delle iscrizioni raccolte in massima parte a Roma dal Cardinale Antonio Despuig e conservate attualmente nel Museo del castello di Bellver a Palma di Maiorca; delle singole iscrizioni si ricostruiscono la provenienza e le edizioni su materiali di archivio inediti
Indagine sulla dislocazione dei templi le cui divinità sono officiate dai flamini minori di Roma.... more Indagine sulla dislocazione dei templi le cui divinità sono officiate dai flamini minori di Roma. Proposta per una loro origine e funzione.
Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 1998
Anna Pasqualini, Diomede nel Lazio e le tradizioni leggendarie sulla fondazione di Lanuvio, p. 66... more Anna Pasqualini, Diomede nel Lazio e le tradizioni leggendarie sulla fondazione di Lanuvio, p. 663-679. L'eroe Diomede, approdato sulle coste della Daunia di ritorno dalla guerra di Troia, viene considerato fondatore di numerose città dell'Italia antica. Tra queste particolare interesse riveste Lanuvio, poiché la sua ubicazione laziale appare anomala rispetto alle direttrici geografiche della diffusione del mito dell'eroe. In particolare, non sappiamo se Diomede sia stato accolto quale ecista di Lanuvio, in concorrenza con il Lanoios di Fabio Pittore, prima o dopo la sistemazione annalistica di II secolo, dipendente da Fabio. Due appaiono essere le ipotesi più verosimili al riguardo : la prima è che la ricezione del mito diomedeo a Lanuvio vada datata alla prima metà del IV secolo, durante le incursioni galliche favorite da Dionigi II di Siracusa; la seconda è che Diomede sia stato introdotto dai Papii di Compsa, antenati dell'eminente cittadino di Lanuvio Annio Milone, dopo la guerra annibalica in seguito al loro trasferimento per motivi commerciali dall'Irpinia nel Lazio.
Recensione del volume di PAOLA BRANDIZZI VITTUCCI, ANTIUM. ANZIO E NETTUNO IN EPOCA ROMANA, Bardi... more Recensione del volume di PAOLA BRANDIZZI VITTUCCI, ANTIUM. ANZIO E NETTUNO IN EPOCA ROMANA, Bardi Editore, Roma 2000 con particolare attenzione all'antiqua pictura che rapprasenterebbe il Porto d'Anzio nell'antichita
L’eta dei Flavi e stata giustamente definita un’eta di contraddizioni. Cio e vero soprattutto per... more L’eta dei Flavi e stata giustamente definita un’eta di contraddizioni. Cio e vero soprattutto per Flavio Domiziano sulla cui personalita ambigua, tormentata e crudele si e accumulata un’abbondante bibliografia 1 ; su di lui sono stati formulati giudizi antitetici gia in antico, lodi sperticate dai poeti (Stazio e Marziale), condanne senza appello dagli storici (Svetonio, Tacito e Cassio Dione); anche i moderni hanno seguito chi piu chi meno questo schema, sicche mi e sembrato appropriato impostare il tema della relazione sulla dialettica degli opposti, che si riallaccia in fondo a quei concetti contrapposti che caratterizzano la cultura romana fatta di binomi: urbi et orbi, terra marique, belli domique, domi forisque, fas nefas, otium negotium e cosi via. Inoltre, questa bella sede e questo clima di cordialita mi inducono a tralasciare gli aspetti piu noti e piu crudi della storia domizianea - le guerre, l’autocrazia e i tentativi di imporre il culto della sua persona, la ferocia e l’accanimento contro gli oppositori veri o immaginari - e a privilegiare l’esame, necessariamente succinto, di alcuni ‘frammenti di vita’ legati all’esercizio della sua attivita amministrativa e di contro quelli che egli riservo al tempo dell’otium, indagine quest’ultima, che io sappia, di solito tralasciata dagli studiosi. Prima di procedere e utile accennare brevemente agli esordi della sua vita perche essi influenzarono i gusti e il carattere di questo strano principe e possono aiutarci a comprendere meglio i tratti del suo comportamento. Domiziano nacque il 24 ottobre del 51 d.C. in una casa modesta sul Quirinale, ad malum Punicum, “presso il melograno” 2 che egli trasformo in seguito nello splendido templum gentis Flaviae, di cui sono stati rinvenuti importanti resti sotto la caserma dei corazzieri a Roma, in via XX settembre 3 . La sua infanzia fu sorvegliata dalla nutrice Fillide 4 ; essa aveva allevato anche la figlia di Tito, Giulia, e fu lei, schiava fedele e pietosa, a raccogliere le spoglie dell’imperatore trucidato e a mescolarne le ceneri con quelle di Giulia, per unire nella morte i suoi due alumni, consapevole del rapporto d’amore, peraltro ambiguo, che li aveva uniti da vivi 5 .
Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 1999
... quasi nulla se non avessimo gli scarni accenni di Livio25 e di Plinio26 e, soprattutto, le nu... more ... quasi nulla se non avessimo gli scarni accenni di Livio25 e di Plinio26 e, soprattutto, le nu-merose voci degli apologeti cristiani, che a più riprese, a partire da Giusti-no (161 dC), si scagliarono contro l'atto più efferato del rito, che consiste-va nell'uccisione rituale di un bestiarius ...
Ritual Movement in Antiquity (and Beyond), Rome, 4-6 September 2021 («SMSR», Quaderni, 28), Brescia 2022, pp. 292-325., 2022
Il presente contributo è incentrato sul fenomeno della mobilità femminile in ambito religioso, li... more Il presente contributo è incentrato sul fenomeno della mobilità femminile in ambito religioso, limitatamente a quei casi in cui la partecipazione femminile è esclusiva o preponderante e quelli in cui è esaltato il ruolo delle mulieres quale componente rilevante nell’ambito delle cerimonie. Così a Roma come nel Lazio, la presenza delle donne nei riti si concentra attorno al concetto di fecondità. Scorrendo il calendario, con l’ausilio prezioso dei Fasti di Ovidio, sono ricordati i Lupercalia con le donne in cerca di fecondità, i Matronalia feste per tutta la famiglia e per un buon parto, i Matralia in onore di Mater Matuta. Singolare è il ruolo delle schiave che si fanno carico delle manifestazioni legate alla sessualità, sfera preclusa alle matrone. In altre occasioni le donne si radunano spontaneamente per supplicare gli dei perché stornino pericoli oppure per ringraziarli per qualche buon esito. La ricerca poi si espande da Roma al suburbio e al Lazio con altri esempi significativi quali le allegre scampagnate in onore di Anna Perenna, la turba delle volgares puellae che pregano Venere Ericina, patrona delle prostitute, le matrone e le schiave che in perfetta sintonia sacrificano a Giunone Caprotina, e poi gli esempi epici delle mulieres che accompagnano Valeria e Veturia per fermare la ‘marcia su Roma’ di Coriolano, l’ordalia di Claudia Quinta a Ostia, il navigium Isidis del 5 marzo, e infine la partecipazione femminile ai riti dei grandi santuari del Lazio (nemus Aricinum, mons Albanus, Lanuvio, Satrico, Palestrina). Ne emerge un quadro ricco e variegato che smentisce la teoria della scarsa partecipazione delle donne alle liturgie dello Stato.
Dizionario epigrafico di Antichità Romane IV fasc. 62-63, 1975
Raccolta e discussione delle testimonianze relative ai luci sacri in ambito urbano, nell'Italia r... more Raccolta e discussione delle testimonianze relative ai luci sacri in ambito urbano, nell'Italia romana e nelle province, con particolare riguardo alle fonti epigrafiche
fonti letterarie ed epigrafiche che illustrano l'impatto emotivo del pubblico che assisteva agli ... more fonti letterarie ed epigrafiche che illustrano l'impatto emotivo del pubblico che assisteva agli spettacoli dell'arena
U na straordinaria scoperta archeologica ha rinnovato l'interesse, peraltro mai sopito, per Gabii... more U na straordinaria scoperta archeologica ha rinnovato l'interesse, peraltro mai sopito, per Gabii, città del Latium Vetus, di cui le fonti parla no spesso e che si caratterizza per istituti assai singolari e a lei peculiari. Si tratta del rinvenimento di strutture murarie, alte più di due metri, inaugurate con sacrifici rituali, intenzionalmente distrutte e interrate (1). La costruzione a tre celle-che presenta impressionanti punti di contatto nella planimetria e nella decorazione architettonica con la Regia del Foro Romano (2) e con le Regge etrusche di Murlo e di Acquarossa-è databile al VI sec. a.C. e testimonia l'altissimo grado di civiltà raggiunto dalla comunità dei Gabini in epoca arcaica. Che, del resto, il prestigio culturale di Gabii fosse considerato un fatto indiscutibile dalla storiografia antica si deduce chiaramente dalla leggenda dell'educazione " alla greca " dei gemelli a Gabii riportata da Dionisio di Alicarnasso, da Plutarco e da altre fonti (3) (ma non
BIONDO FLAVIO, Rome in Triumph, Volume 1, Books I–II. Latin Text Edited by Maria Agata Pincelli, Introduction, English Translation, and Notes by Frances Muecke. , 2016
Com'è generalmente noto Biondo Flavio fu il più grande umanista della sua epoca e contribuì non p... more Com'è generalmente noto Biondo Flavio fu il più grande umanista della sua epoca e contribuì non poco alla riscoperta dell'antichità classica. Autore fra i più celebrati, fu consultato per secoli e utilizzato ininterrottamente fino al XIX secolo. Ma a tanto interesse non corrisposero né commento né nuove edizioni dei suoi scritti, che rimasero fermi, per lo più, alle opere a stampa del XVI secolo. E quindi riveste grande significato la nuova edizione con commento e traduzione inglese dei primi due libri di un'opera che solo di recente ha ottenuto l'attenzione degli studiosi dopo secoli di oblio, e cioè la Roma Triumphans, capolavoro assoluto della maturità del Biondo, curata da Maria Agata Pincelli e Frances Muecke, per i tipi raffinatissimi de I Tatti Renaissance Library di Harvad. Non per nulla nel 2003 un grande studioso del Biondo, Riccardo Fubini, affermava: «un'edizione e commento anche parziale, per sezioni singole, della Roma triumphans sarebbe tra i soggetti desiderabili della ricerca» 1. Dopo tredici anni l'auspicio è stato colmato. Per apprezzare compiutamente l'iniziativa editoriale di cui stiamo parlando sarà opportuno riassumere per sommi capi la genesi, i contenuti e lo scopo della Roma Triumphans.
Presentazione del volume di GIUSEPPINA ALESSANDRA CELLINI, Il contributo di Fulvio Orsini alla ri... more Presentazione del volume di GIUSEPPINA ALESSANDRA CELLINI, Il contributo di Fulvio Orsini alla ricerca antiquaria, Accademia Nazionale dei Lincei, Memorie della Classe di Scienze Morali Storiche e Filologiche, serie 9, volume 18, fascicolo 2, Roma 2004, pp. 512. Fondazione Besso, Roma 16 dicembre 2005.
Osservazioni e nuove acquisizioni sui riti legati al Monte Albano e sull'assetto del complesso mo... more Osservazioni e nuove acquisizioni sui riti legati al Monte Albano e sull'assetto del complesso monumentale desunti da vecchi e nuovi scavi
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Così a Roma come nel Lazio, la presenza delle donne nei riti si concentra attorno al concetto di fecondità. Scorrendo il calendario, con l’ausilio prezioso dei Fasti di Ovidio, sono ricordati i Lupercalia con le donne in cerca di fecondità, i Matronalia feste per tutta la famiglia e per un buon parto, i Matralia in onore di Mater Matuta. Singolare è il ruolo delle schiave che si fanno carico delle manifestazioni legate alla sessualità, sfera preclusa alle matrone. In altre occasioni le donne si radunano spontaneamente per supplicare gli dei perché stornino pericoli oppure per ringraziarli per qualche buon esito. La ricerca poi si espande da Roma al suburbio e al Lazio con altri esempi significativi quali le allegre scampagnate in onore di Anna Perenna, la turba delle volgares puellae che pregano Venere Ericina, patrona delle prostitute, le matrone e le schiave che in perfetta sintonia sacrificano a Giunone Caprotina, e poi gli esempi epici delle mulieres che accompagnano Valeria e Veturia per fermare la ‘marcia su Roma’ di Coriolano, l’ordalia di Claudia Quinta a Ostia, il navigium Isidis del 5 marzo, e infine la partecipazione femminile ai riti dei grandi santuari del Lazio (nemus Aricinum, mons Albanus, Lanuvio, Satrico, Palestrina). Ne emerge un quadro ricco e variegato che smentisce la teoria della scarsa partecipazione delle donne alle liturgie dello Stato.
Così a Roma come nel Lazio, la presenza delle donne nei riti si concentra attorno al concetto di fecondità. Scorrendo il calendario, con l’ausilio prezioso dei Fasti di Ovidio, sono ricordati i Lupercalia con le donne in cerca di fecondità, i Matronalia feste per tutta la famiglia e per un buon parto, i Matralia in onore di Mater Matuta. Singolare è il ruolo delle schiave che si fanno carico delle manifestazioni legate alla sessualità, sfera preclusa alle matrone. In altre occasioni le donne si radunano spontaneamente per supplicare gli dei perché stornino pericoli oppure per ringraziarli per qualche buon esito. La ricerca poi si espande da Roma al suburbio e al Lazio con altri esempi significativi quali le allegre scampagnate in onore di Anna Perenna, la turba delle volgares puellae che pregano Venere Ericina, patrona delle prostitute, le matrone e le schiave che in perfetta sintonia sacrificano a Giunone Caprotina, e poi gli esempi epici delle mulieres che accompagnano Valeria e Veturia per fermare la ‘marcia su Roma’ di Coriolano, l’ordalia di Claudia Quinta a Ostia, il navigium Isidis del 5 marzo, e infine la partecipazione femminile ai riti dei grandi santuari del Lazio (nemus Aricinum, mons Albanus, Lanuvio, Satrico, Palestrina). Ne emerge un quadro ricco e variegato che smentisce la teoria della scarsa partecipazione delle donne alle liturgie dello Stato.