Book Reviews by Domenico Patassini
ASUR, 2019
G Pasqui, La città, i saperi, le pratiche, Donzelli Editore, Roma, 2018, pp.134, € 24. Il volume ... more G Pasqui, La città, i saperi, le pratiche, Donzelli Editore, Roma, 2018, pp.134, € 24. Il volume propone tre gruppi di testi: 'vivere e fare insieme', 'autoriflessione sulle pratiche', 'insegnamento e ricerca universitaria'. La sequenza lascia intravvedere un percorso accidentato e stimolante che dalla città come luogo e tempo delle differenze approda ai temi della formazione e della ricerca. L'autore si chiede se nella città del pluralismo radicale vi siano possibilità di con-vivenza e di produzione di pubblico, se sia possibile costruire una nozione urbanistica di spazio pubblico, con quali strumenti di riconoscimento e attribuzione di significati. In questa ipotesi cerca di collocare il progetto urbanistico come pratica abduttiva e di sperimentazione cognitiva. La città é luogo e tempo delle differenze, creatività e incubatore di esternalità nell'accezione più ampia. Si presenta così non solo per le sue morfologie e i suoi funzionamenti, per densità e contiguità delle relazioni sociali (radicalmente modificate dalla rivoluzione digitale), ma anche per il modo in cui viene rappresentata e interpretata. Il 'plurale' della visione naturalista o modernista, descritto da presunte 'evidenze', è molto diverso dal 'plurale' della visione umanistica e ancor più diverso da quello restituito (o restituibile) dalla visione ermeneutica. Quest'ultima, com'è noto, si fonda su pratiche dialogiche vissute, non solo aperte e curiose, ma interessate alla differenza e ai suoi significati. Al cosiddetto 'pluralismo radicale' contribuiscono almeno due 'tensioni' o forze: quella contenuta nell'interazione sociale e quella generata dalla sua interpretazione. La componente 'intenzionale' nelle interazioni (spinta da aspirazioni, ambizioni o da altre ragioni che l'essere-in-comune facilita) è ridotta rispetto all'insieme degli 'stimoli' e ciò rende le eventuali 'istanze' imprevedibili e difficilmente attribuibili a 'spazi di relazione'. A definire la relazione non sono le istanze in sé (non lo sono certo aspirazioni e ambizioni alla base delle 'tensioni'), ma la consapevolezza o la riflessione sui possibili nessi che il linguaggio aiuta a cogliere e denominare: associazione, somiglianza, affinità, contraddizione, antitesi, rivalità, ecc. Servirebbe un pensiero di (su) questi nessi… Uno spazio di relazione ha valore ipotetico, è un'ipotesi che può emergere sperimentando la relazione (vivendola) o classificandola in una pausa di osservazione, come se la guardassimo da una posizione esterna o 'terza'. Sperimentando la relazione si possono vivere conflitti più o meno severi, soddisfazioni o delusioni, mentre classificandola se ne rappresenta la natura, l'intensità, la durata, magari con qualche accento sentimentale. Gli spazi di relazione si creano continuamente, sono compresenti, si accavallano: ciò rende difficile 'viverli' e complica il loro riconoscimento come 'spazio pubblico'. La definizione di pubblico può essere così 'depotenziata' in tre modi. Al livello di interazione: è pubblico il solo fatto di essere (trovarsi) nella interazione, di essere compresenti. Al livello di istanza: è pubblico ciò che l'istanza esprime in termini di relazione. A livello di ipotesi sperimentale o classificatoria: è pubblico ciò che è vissuto o rappresentato come relazione, come base costruttiva di 'sfondi', direbbe l'autore. Sfondi che non possono dare alcuna certezza. E si potrebbe continuare, forse all'infinito, con gli usi dell'ipotesi e le implicazioni che ne derivano. Queste brevi considerazioni aiutano a comprendere (credo) la radicalità del pluralismo che non sta tanto nel conflitto, in una sua ridefinizione o irriducibilità (fenomeni derivati e che possono emergere tardi rispetto a provvisori inizi), ma nella difficoltà di definire lo stesso spazio di relazione e quindi lo spazio pubblico. Questo accade normalmente, ma accade ancor più in pratiche 'guidate' o 'simulate' in cui l'artificialità del contiguo (con il suo gradiente materiale/immateriale) impone una ulteriore compresenza o sovrapposizione, una sorta di layer aggiuntivo. La creazione di una occasione, di un evento o di un luogo di incontro, la stessa progettazione di un luogo 'pubblico' potrebbero produrre illusorie compresenze, 'allucinazioni' individuali e collettive direbbero Beau Lotto e Douglas Hofstadter, o stormi inerziali come evidenziano le mappe di Carlo Ratti. Tutto questo rende precaria la posizione del trittico urbanistica-progetto-formazione; richiede una notevole 'attenzione' al senso del 'vivere insieme in condizioni di pluralismo radicale' e, forse, una esperienza laboratoriale ancor più profonda di quanto 'registrato' nel Laboratorio di filosofia e cultura Mechrί di Carlo Sini. Nonostante le difficoltà, l'autore cerca di dare forma al quesito di fondo e qui, più che nelle risposte, sta il suo merito maggiore. Il quesito è così posto: 'come pensare la con-vivenza nella città assumendo la pluralità radicale delle forme di vita e l'irriducibilità dei conflitti che tale pluralità implica e genera alla relazione (anche agonistica) tra interessi diversi? Come pensare il cum della con-vivenza, le sue stesse condizioni di possibilità? ' (pp.6-7). Il cum non riguarderebbe 'soltanto' il vivere, ma anche il fare insieme: what shall we do? direbbe T A Schwandt, in un discreto ritorno agli approcci practice-based 1. Le difficoltà sarebbero da ricondursi ad almeno due ragioni. La prima è la sordità delle scienze umane alla 'ingiunzione del cum', anche se l'ermeneutica, che a questa classe di scienze appartiene, mi sembra possa offrire una sponda fertile. Secondo l'autore il cum sarebbe 'necessario se vogliamo comprendere le condizioni di possibilità trascendentali della convivenza' (p. 8). Ci si potrebbe chiedere: ma esistono davvero? Sono trascendentali anche in un'ottica non individualistica? La seconda ragione rinvia al ruolo fondante dell'agire individuale nella lettura dei rapporti sociali. La motivazione della cooperazione sembra emergere dalle 'differenze', da condizioni specifiche, più che da 'naturali' inclinazioni, anche se resta difficile motivare comportamenti cooperativi alla base del 'vivere bene'. E' difficile dire che cos'è la cooperazione se non sappiamo che cos'è l'interazione e, ancor meno, la relazione. Come esseri viventi, e non 1 T A Schwandt, 'Acting together in determining value: A professional ethical responsibility of evaluators', Evaluation, vol. 24 (3), 2018, pp. 306-317.
Papers by Domenico Patassini
TERRITORIO
L'articolo suggerisce un percorso esplorativo finalizzato alla valutazione dello stato della ... more L'articolo suggerisce un percorso esplorativo finalizzato alla valutazione dello stato della pianificazione emergenziale in Italia a partire dal caso della Regione Umbria recentemente interessata da eventi emergenziali. L'esplorazione mira a descrivere il rapporto tra qualità redazionale e progettuale del documento di piano, valutazione del rischio e pianificazione della risposta. Sulla base di un'analisi multivariata, vengono identificate distinte tipologie di piano che, pur diverse per qualità redazionale, denunciano limiti comuni nelle capacità di risposta. Le conclusioni si interrogano sull'opportunità di ripensare il piano d'emergenza in relazione alla pianificazione urbanistica e a una gestione operativa del rischio, come suggerito dal nuovo Testo Unico di Protezione civile (2018).
Il tema della gestione delle emergenze, il tema dell\u2019adattamento al cambiamento climatico, i... more Il tema della gestione delle emergenze, il tema dell\u2019adattamento al cambiamento climatico, il tema della pianificazione territoriale, ancora oggi, spesso seguono direzioni e percorsi locali indipendenti, con il risultato di piani e strumenti che non comunicano tra loro, e con effetti problematici nella gestione delle sempre piu\u300 frequenti emergenze climatiche. E\u300 necessario costruire un rapporto tra i settori esistenti per sviluppare un percorso di pianificazione coerente ed efficace. Questo rapporto puo\u300 essere pensato solo come nascente da un\u2019approfondita analisi dello stato attuale della pianificazione, che sappia ritrovare negli strumenti vigenti un\u2019immagine del territorio, della sua cultura e delle sue prospettive, finalizzata ad estrapolare le misure gia\u300 adottate capaci di relazionarsi al rischio ed al cambiamento climatico. Il contributo vuole proporre un esempio di cooperazione tra settori nel superamento di forme di pianificazione divergenti ...
RIV Rassegna Italiana di Valutazione, 2006
Environmental History, 2018
Chapter 6 Contextual Knowledge Generated by a Decision Support System for Brownfield Development... more Chapter 6 Contextual Knowledge Generated by a Decision Support System for Brownfield DevelopmentThe Case of Porto Marghera (Venice, Italy) Domenico Patassini, Paola Cossettini, Enrico De Polignol, Markus Hedorfer, Chiara Paneghetti, Enrico Rinaldi' 6.1 Introduction ...
Con questa nota si vorrebbe stimolare la riflessione attorno ad un dato di fatto che è per certi ... more Con questa nota si vorrebbe stimolare la riflessione attorno ad un dato di fatto che è per certi aspetti sorprendente se non sconcertante: la cultura urbanistica ita-liana, per lo più quella espressa dalle sfere più alte del dibattito culturale, ha da tempo assunto un atteggiamento tra lo ...
The chapter evaluates spatial changes of location patterns of economic activities, which have bee... more The chapter evaluates spatial changes of location patterns of economic activities, which have been generated by a large piece of infrastructure: the \u2018Mestre Through Highway\u2019 (known in Italian as \u2018Passante di Mestre\u2019, hereafter referred to as the MTH). These changes become a component of a wider \u2018spatial discourse\u2019 stimulated by the MTH project
Beyond Benefit Cost Analysis, 2017
Beyond Benefit Cost Analysis, 2017
Illustrated by case studies from Europe, North America and the Middle East, this book examines ho... more Illustrated by case studies from Europe, North America and the Middle East, this book examines how non-market values can be identified, measured and incorporated into planning evaluation methodologies. The traditional means of assessing planning options, benefit-cost analysis, requires that all effects be expressed in monetary terms and this volume offers alternative approaches. It presents strategies for accomplishing the major purposes of planning evaluation - including the provision of an explicit, replicable basis for public assessment - in alternative ways. Growing demand for public involvement and for accountability in decision making requires better means for accommodating a broad range of concerns in planning evaluation. Methodologies examined include effectiveness-cost and multicriteria analysis, and the book explores how these have been applied in practice in developing special-issue plans.
Riv Rassegna Italiana Di Valutazione, 2003
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