Conduco attività di ricerca da oltre vent'anni nell'ambito della psicologia della comunicazione e delle neuroscienze, con particolare interesse per i temi della comunicazione e del linguaggio, dell'intelligenza, dell'educazione e della psicologia dello sviluppo, con particolare riferimento alle tematiche dell’IA, della psicologia dell’adolescenza, del DPS e della sindrome dello spettro autistico. La mia ricerca fa da ponte tra psicologia e neuroscienze. Sono membro della Society for Neuroscience, della Federation of European Neuroscience Societies e della International Neuropsychoanalysis Society. Già nel Team dei Ricercatori e Data Scientists sono Direttore della Rivista Scientifica NEURAL NEXUS Review di ENTE NAZIONALE per l'INTELLIGENZA ARTIFICIALE - E.N.I.A.® Phone: +393333734253
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
The thema 2. The English paradigm 3. Victor Lotter in Africa and the globalisation of the second ... more The thema 2. The English paradigm 3. Victor Lotter in Africa and the globalisation of the second autism 4. The American paradigm 5. Society and development models 6. Encountering neurodiversity 7. From parents' associations to self-advocacy 8. Geeks and Great Systematisers 9. The risk of self-self-enforcing-diagnosis and white males in Alabama 10. Is there an autism emergency?
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
1. The initial aetiology 2. The vaccination correlation fraud 3. An exponential growth of interes... more 1. The initial aetiology 2. The vaccination correlation fraud 3. An exponential growth of interest 5. Errors, bias and noise
In direct correlation with the framework of early autism introduced and described in the second chapter, this chapter introduces the earliest aetiologies that, chronologically, go all the way back to the vaccine correlation theory. The topic of the exponential increase in interest and scientific research on autism over the last 30 years will also be introduced here. The second part of this chapter introduces a topic that is very relevant across the following chapters, namely the topic of bias, error and ‘noise’ in scientific research. This is an opportunity to provide the tools for understanding some of the critical analyses that will be proposed regarding statistical data, incidence analyses and epidemiological research. But it is also an opportunity to contextualise, specify and introduce topics that are typically framed in behavioural and economic choice psychology, and that instead have much to say about any human activity, including scientific research and analysis.
Russian journal of economics and law, Mar 19, 2024
Objective: to show the ontological differences between human and artificial intelligence and addr... more Objective: to show the ontological differences between human and artificial intelligence and address structural divergences at the definitional level. Methods: dialectical approach to cognition of social phenomena, allowing to analyze them in historical development and functioning in the context of the totality of objective and subjective factors, which predetermined the following research methods: formal-logical and sociological. Results: a cross-cutting analysis was applied to the phenomenon of AI between cyber utopianism and cyber realism. Starting from a quote by Max Tegmark, the theory of artificial intelligence is reconstructed by the theorists who founded the discipline (Turing, Minsky, Bernstein, von Neumann) and it is discussed why-in light of the discoveries and assumptions of neuroscience-it is not possible to define it as intelligence according to human criteria. Three short notes are included in the appendix that complete the discussion: 1. on the consciousness of machines 2. on the theory of utopian cyber employment and remuneration 3. "The hungry judge is more cruel" (discussion on an Israeli study). Scientific novelty: through the examination of multiple types of intelligence (Gardner) and social intelligence (Thorndike, Goleman), a more complex definition of intelligence is proposed than that which can be replicated by artificial neural networks, especially in relation to the interaction between animal and environment. Three short messages highlight the uncertainty and risks that may arise from the rampant use of artificial intelligence as judges. Practical significance: starting from a correct definition of human intelligence, the author comes to the definition of artificial intelligence. Beyond the myth of AI, we discover its limits and the objective limitations we must provide for in order to save the most precious asset we have: mankind.
Pronunciandosi su un caso in cui si discuteva della legittimità delle decisioni assunte dalle aut... more Pronunciandosi su un caso in cui si discuteva della legittimità delle decisioni assunte dalle autorità giudiziarie, sia in sede civile che in sede penale, di non procedere contro i responsabili del ricovero forzato del ricorrente in una struttura psichiatrica, la Corte EDU ha ritenuto, all'unanimità, che fosse stato violato l'articolo 3 (divieto di trattamenti inumani o degradanti) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sia per la mancanza di un'indagine efficace che per quanto concerneva il ricovero e il trattamento forzato in un ospedale psichiatrico. Ha inoltre ritenuto violati l'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 3 nonché l'articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) letto in combinato disposto con gli articoli 3 e 14 CEDU.
L'art. 110 del Codice della privacy costituisce la principale base normativa per il trattamento d... more L'art. 110 del Codice della privacy costituisce la principale base normativa per il trattamento di dati personali nell'ambito della ricerca medica. Il legislatore ne ha proposto una modifica: "per i trattamenti di dati personali relativi alla salute a fini di ricerca scientifica in campo medico, biomedico o epidemiologico, in assenza di una norma di legge e quando non è possibile acquisire il consenso degli interessati, in quanto a causa di particolari ragioni, informarli risulta impossibile o implica uno sforzo sproporzionato, oppure rischia di rendere impossibile o di pregiudicare gravemente il conseguimento delle finalità della ricerca, al titolare del trattamento non è più richiesto di consultare preventivamente il Garante, ai sensi dell'art. 36 del Regolamento (UE) 2016/679 ("GPDR"), ma di osservare le garanzie che l'Autorità è ora chiamata a individuare ai sensi dell'art. 106, comma 2, lett. d) del Codice (cfr. art. 44, comma 1-bis della legge 29 aprile 2024, n. 56). Lo strumento prescelto non è una legge ad hoc, semmai a seguito di un ampio e articolato dibattito e confronto, ma una legge di conversione del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nel contesto a sua volta delle linee guida sull'uso della IA.
Il 23 aprile 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge n. 1066AS con titol... more Il 23 aprile 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge n. 1066AS con titolo "Norme per lo sviluppo e l'adozione di tecnologie di intelligenza artificiale". Il ddl è solo il primo, nelle intenzioni del Governo, di una serie di provvedimenti specifici di attuazione di deleghe che il Governo dovrà attuare in 12 mesi. Lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale è affidato a una strategia predisposta da un’apposita struttura della Presidenza del Consiglio, d’intesa con le Autorità nazionali competenti in materia di innovazione tecnologica, il ministero del Made in Italy e quello dell’Università. La scelta denota l’intenzione del governo di giocare un ruolo cruciale nel processo di sviluppo dei sistemi di I.A. Del resto, ciò si evince anche dalla scelta di affidare a AgId e all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale il compito di garantire l’applicazione della normativa nazionale ed europea, essendo entrambe agenzie tecniche della Presidenza del Consiglio.
Facciamo una ricerca sul web e ci viene restituito un risultato, che riconosciamo sbagliato.
Chie... more Facciamo una ricerca sul web e ci viene restituito un risultato, che riconosciamo sbagliato. Chiediamo a ChatGPT di elaborare un testo, e scopriamo essere pieno di imprecisioni ed errori. Tutti questi sono fenomeni comuni e quotidiani, che spesso toccano pesantemente i diritti delle persone, attraverso la produzione di informazioni false, sbagliate e fuorvianti. In questo articolo proviamo a capire come ciò avvenga, perché e quali sono gli strumenti a nostra tutela.
Il chiarimento interpretativo nel merito della Cassazione Civile (Sez. III, ordinanza 22 aprile 2... more Il chiarimento interpretativo nel merito della Cassazione Civile (Sez. III, ordinanza 22 aprile 2024, n. 10787) di Michele Di Salvo ABSTRACT L'ordinanza (di rinvio) in commento si riferisce al calcolo dei danni post-operatori. Apparentemente, nel caso concreto all'esame della Corte, si riferisce alla questione del calcolo del risarcimento, in primo grado valutato complessivamente circa 700mila euro e in appello quantificato in circa 100mila.
Attualmente l'Intelligenza Artificiale si è affermata in diversi settori della società ed una del... more Attualmente l'Intelligenza Artificiale si è affermata in diversi settori della società ed una delle sfide principali per le istituzioni democratiche è stata quella di garantire che le tecnologie emergenti, quali appunto l'IA, vengano impiegate in modo etico e efficace al fine di migliorare i processi decisionali e la governance. L'ultima frontiera dell'integrazione dell'IA con i processi di policy e regolamentazione emerge dal suo utilizzo nelle attività giuridiche parlamentari, in particolare come supporto all'analisi di dati e informazioni, elaborazione linguistica, assistenza decisionale, comunicazione e interazione tra legislatori e cittadini. L’utilizzo e l’integrazione dell'Intelligenza Artificiale in campo parlamentare è stata proposta come opportunità per ottimizzare i processi decisionali.
L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha portato alcuni giuristi a imma... more L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha portato alcuni giuristi a immaginare l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale in termini di “giustizia predittiva”. Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha determinato per la giustizia c... more L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha determinato per la giustizia crescenti pressioni provenienti dal mondo politico, da parte degli addetti ai lavori e degli stessi utenti. Se un processo equo e giusto deve necessariamente essere anche un processo celere, non tutti i mezzi per raggiungere questo scopo sono idonei a garantire al contempo una giustizia equa, i diritti della persona e dell'imputato, una attenta valutazione probatoria, il rispetto delle garanzie. In questo contesto, si è inserita già da tempo anche la digitalizzazione del processo, fortemente impiegata nell’ambito civile e che sta avanzando anche in sede penale. Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
L'intelligenza artificiale al servizio dei sistemi giuridici L'Arabia Saudita introduce il dispos... more L'intelligenza artificiale al servizio dei sistemi giuridici L'Arabia Saudita introduce il dispositivo di traduzione potenziato ''Turjman'' di Michele Di Salvo In un'iniziativa volta a migliorare l'efficienza e l'equità del sistema giudiziario, l'Arabia Saudita abbatte le barriere linguistiche ed introduce un dispositivo di traduzione potenziato dall'Intelligenza Artificiale, denominato "Turjman". Il National Center for Artificial Intelligence (NCAI)-SDAIA svolge un ruolo fondamentale riguardo le iniziative sull'IA in Arabia Saudita, supervisionando la gestione dei dati, la definizione delle politiche, le piattaforme di dati e lo sviluppo e l'adozione di soluzioni dell'IA. NCAI, come divisione di SDAIA, invece, si concentra sulla ricerca, lo sviluppo e l'implementazione di soluzioni dell' IA in tutto il Regno. L'obiettivo principale è responsabilizzarsi per l'innovazione e l'adozione dell'IA nei servizi governativi, sviluppando soluzioni sensibili a livello locale, adattate alla cultura, alle usanze ed alle esigenze saudite.
Il principio della sentenza canadese è semplice e chiaro: se un chatbot fornisce informazioni fuo... more Il principio della sentenza canadese è semplice e chiaro: se un chatbot fornisce informazioni fuorvianti ne risponde il responsabile del sito in ragione di un obbligo di diligenza. L’utilizzo sempre più frequente di chatbot, ovvero sistemi capaci di fornire autonomamente risposte ad un utente in base alle richieste formulate, alimenta il dibattito relativo alla responsabilità giuridica in caso di errore o inesattezza delle risposte fornite da un software automatizzato. Nel provvedimento in esame, il British Columbia Civil Resolution Tribunal (BCCRT) canadese analizza la questione alla luce dei principi giuridici dell’obbligo di diligenza e del legittimo affidamento
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo si è espressa su un caso italiano in cui si discuteva dell... more La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo si è espressa su un caso italiano in cui si discuteva della legittimità del periodo di detenzione patito da un cittadino italiano, ricoverato dapprima in un ospedale psichiatrico giudiziario, e successivamente, in una REMS, oltre il termine indicato da una legge entrata in vigore successivamente all'adozione della misura di sicurezza.
Il tema del legal design sta entrando prepotentemente nel dibattito italiano, sulla scia delle se... more Il tema del legal design sta entrando prepotentemente nel dibattito italiano, sulla scia delle sempre maggiori influenze da un lato del diritto anglosassone societario, dall'altro attraverso il dibattito sulle nuove tecnologie impiegate o impiegabili nelle professioni legali, e infine nei recenti orientamenti legati alle normative europee ed all'omogeneizzazione delle policy euronormate. In questo articolo proviamo a fare chiarezza su aspetti e tematiche legati a questo interessante filone di analisi e prospettiva redazionale dell'atto giuridico.
Il settore sanitario e la ricerca scientifica collegata sono i settori in cui maggiormente si esp... more Il settore sanitario e la ricerca scientifica collegata sono i settori in cui maggiormente si esprime la delicatezza del rapporto tra utilizzo dei dati personali e privacy. Ciò anche in relazione all'uso sempre più massiccio e massivo dei dati-che acquisiscono valore proprio in relazione alla "massa quantitativa" trattata e valutata-e della loro "finezza" intesa come capacità di ridurre al minimo-fine il dato tratto all'interno di un insieme macro. Ciò è emerso in maniera significativa sia in sede di modifica dell’art. 110 del Codice Privacy e nel DDL sull’intelligenza artificiale, sia nel dibattito scaturito immediatamente dopo, sottolineando i grandi vantaggi per la ricerca scientifica, ma sollevando e analizzando i relativi dubbi e problemi, soprattutto – argomento tra i meno affrontati – in relazione all’utilizzo delle banche dati da parte delle aziende private (da un lato un dato di enorme valore economico, dall’altro il tema dell’utilizzo gratuito da parte dei privati impegnati nella ricerca).
Le Sezioni Unite penali della Corte di cassazione con la sentenza 16 aprile 2024, n. 16153 hanno ... more Le Sezioni Unite penali della Corte di cassazione con la sentenza 16 aprile 2024, n. 16153 hanno dato risposta al seguente quesito: «Se la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla 'chiamata del presente' e nel 'saluto romano', rituali evocativi della gestualità propria del disciolto partito fascista, sia sussumibile nella fattispecie incriminatrice di cui all'art. 2 del D.L. 26 aprile 1993, n. n. 122, convertito, con modificazioni, nella L. 25 giugno 1993, n. 205 ovvero in quella prevista dall'art. 5 della L. 20 giugno 1952, n. 645; se, inoltre, le due disposizioni configurino un reato di pericolo concreto o di pericolo astratto e se i due reati possano concorrere oppure le relative norme incriminatrici siano tra loro in rapporto di concorso apparente».
Vietata la pubblicazione dell'ordinanza cautelare: bavaglio alla stampa o fonte di pericoli per l... more Vietata la pubblicazione dell'ordinanza cautelare: bavaglio alla stampa o fonte di pericoli per la presunzione di innocenza? Un primo commento alla legge delega 21 febbraio 2024, n. 15 di Michele Di Salvo Il 24 febbraio scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la L. 21 febbraio 2024, n. 15, intitolata "Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea-Legge di delegazione europea 2022-2023" e ribattezzata "legge bavaglio". A far discutere è, soprattutto, l'art. 4 che, nell'ottica di completare il percorso di adeguamento alla Direttiva n. 2016/343/UE-che si occupa del rafforzamento di alcuni aspetti relativi alla presunzione di innocenza e al diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali-pone (tra i principi e i criteri direttivi) il divieto di pubblicazione, integrale o per estratto, «del testo delle ordinanze di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare». Da qui, per alcuni, l'assimilazione della legge ad un bavaglio alla stampa. L'obiettivo: il rafforzamento della presunzione di innocenza Sebbene il contenuto della Direttiva n. 2016/343/UE sia stato in larga parte recepito, a livello interno, nel D.Lgs. 8 novembre 2021, n. 188, con la legge di delegazione europea relativa agli anni 2022-2023 si è ritenuto opportuno aggiungere un ulteriore tassello al percorso sinora intrapreso, col chiaro intento di porre fine alla pubblicazione sulla stampa del testo delle ordinanze cautelari.
Il Decreto Legislativo 24 marzo 2024, n. 48 detta “Disposizioni correttive al decreto legislativo... more Il Decreto Legislativo 24 marzo 2024, n. 48 detta “Disposizioni correttive al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 207, di attuazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, che modifica il decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante il codice delle comunicazioni elettroniche”.
In tema di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, la possibilità di concilia... more In tema di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, la possibilità di conciliare i principi costituzionali della libertà di stampa e del giusto processo applicando una procedura prevista dalle norme del codice di procedura consente di escludere che la pubblicazione di atti inseriti nel fascicolo di un procedimento per il quale è stata disposta l'archiviazione possa costituire il reato di cui all' art. 684 c.p. È questo il principio che emerge dalla recente sentenza della Cassazione penale, Sez. I, pubblicata il 4 giugno 2024, n. 22503. La sentenza acquisisce maggiore valore trasversale nel contesto della recente legge delega 21 febbraio 2024, n. 15 (soprannominata “legge bavaglio”) con cui si è inteso vietare la pubblicazione dei contenuti dell’ordinanza cautelare.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
The thema 2. The English paradigm 3. Victor Lotter in Africa and the globalisation of the second ... more The thema 2. The English paradigm 3. Victor Lotter in Africa and the globalisation of the second autism 4. The American paradigm 5. Society and development models 6. Encountering neurodiversity 7. From parents' associations to self-advocacy 8. Geeks and Great Systematisers 9. The risk of self-self-enforcing-diagnosis and white males in Alabama 10. Is there an autism emergency?
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
1. The initial aetiology 2. The vaccination correlation fraud 3. An exponential growth of interes... more 1. The initial aetiology 2. The vaccination correlation fraud 3. An exponential growth of interest 5. Errors, bias and noise
In direct correlation with the framework of early autism introduced and described in the second chapter, this chapter introduces the earliest aetiologies that, chronologically, go all the way back to the vaccine correlation theory. The topic of the exponential increase in interest and scientific research on autism over the last 30 years will also be introduced here. The second part of this chapter introduces a topic that is very relevant across the following chapters, namely the topic of bias, error and ‘noise’ in scientific research. This is an opportunity to provide the tools for understanding some of the critical analyses that will be proposed regarding statistical data, incidence analyses and epidemiological research. But it is also an opportunity to contextualise, specify and introduce topics that are typically framed in behavioural and economic choice psychology, and that instead have much to say about any human activity, including scientific research and analysis.
Russian journal of economics and law, Mar 19, 2024
Objective: to show the ontological differences between human and artificial intelligence and addr... more Objective: to show the ontological differences between human and artificial intelligence and address structural divergences at the definitional level. Methods: dialectical approach to cognition of social phenomena, allowing to analyze them in historical development and functioning in the context of the totality of objective and subjective factors, which predetermined the following research methods: formal-logical and sociological. Results: a cross-cutting analysis was applied to the phenomenon of AI between cyber utopianism and cyber realism. Starting from a quote by Max Tegmark, the theory of artificial intelligence is reconstructed by the theorists who founded the discipline (Turing, Minsky, Bernstein, von Neumann) and it is discussed why-in light of the discoveries and assumptions of neuroscience-it is not possible to define it as intelligence according to human criteria. Three short notes are included in the appendix that complete the discussion: 1. on the consciousness of machines 2. on the theory of utopian cyber employment and remuneration 3. "The hungry judge is more cruel" (discussion on an Israeli study). Scientific novelty: through the examination of multiple types of intelligence (Gardner) and social intelligence (Thorndike, Goleman), a more complex definition of intelligence is proposed than that which can be replicated by artificial neural networks, especially in relation to the interaction between animal and environment. Three short messages highlight the uncertainty and risks that may arise from the rampant use of artificial intelligence as judges. Practical significance: starting from a correct definition of human intelligence, the author comes to the definition of artificial intelligence. Beyond the myth of AI, we discover its limits and the objective limitations we must provide for in order to save the most precious asset we have: mankind.
Pronunciandosi su un caso in cui si discuteva della legittimità delle decisioni assunte dalle aut... more Pronunciandosi su un caso in cui si discuteva della legittimità delle decisioni assunte dalle autorità giudiziarie, sia in sede civile che in sede penale, di non procedere contro i responsabili del ricovero forzato del ricorrente in una struttura psichiatrica, la Corte EDU ha ritenuto, all'unanimità, che fosse stato violato l'articolo 3 (divieto di trattamenti inumani o degradanti) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sia per la mancanza di un'indagine efficace che per quanto concerneva il ricovero e il trattamento forzato in un ospedale psichiatrico. Ha inoltre ritenuto violati l'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 3 nonché l'articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) letto in combinato disposto con gli articoli 3 e 14 CEDU.
L'art. 110 del Codice della privacy costituisce la principale base normativa per il trattamento d... more L'art. 110 del Codice della privacy costituisce la principale base normativa per il trattamento di dati personali nell'ambito della ricerca medica. Il legislatore ne ha proposto una modifica: "per i trattamenti di dati personali relativi alla salute a fini di ricerca scientifica in campo medico, biomedico o epidemiologico, in assenza di una norma di legge e quando non è possibile acquisire il consenso degli interessati, in quanto a causa di particolari ragioni, informarli risulta impossibile o implica uno sforzo sproporzionato, oppure rischia di rendere impossibile o di pregiudicare gravemente il conseguimento delle finalità della ricerca, al titolare del trattamento non è più richiesto di consultare preventivamente il Garante, ai sensi dell'art. 36 del Regolamento (UE) 2016/679 ("GPDR"), ma di osservare le garanzie che l'Autorità è ora chiamata a individuare ai sensi dell'art. 106, comma 2, lett. d) del Codice (cfr. art. 44, comma 1-bis della legge 29 aprile 2024, n. 56). Lo strumento prescelto non è una legge ad hoc, semmai a seguito di un ampio e articolato dibattito e confronto, ma una legge di conversione del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nel contesto a sua volta delle linee guida sull'uso della IA.
Il 23 aprile 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge n. 1066AS con titol... more Il 23 aprile 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge n. 1066AS con titolo "Norme per lo sviluppo e l'adozione di tecnologie di intelligenza artificiale". Il ddl è solo il primo, nelle intenzioni del Governo, di una serie di provvedimenti specifici di attuazione di deleghe che il Governo dovrà attuare in 12 mesi. Lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale è affidato a una strategia predisposta da un’apposita struttura della Presidenza del Consiglio, d’intesa con le Autorità nazionali competenti in materia di innovazione tecnologica, il ministero del Made in Italy e quello dell’Università. La scelta denota l’intenzione del governo di giocare un ruolo cruciale nel processo di sviluppo dei sistemi di I.A. Del resto, ciò si evince anche dalla scelta di affidare a AgId e all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale il compito di garantire l’applicazione della normativa nazionale ed europea, essendo entrambe agenzie tecniche della Presidenza del Consiglio.
Facciamo una ricerca sul web e ci viene restituito un risultato, che riconosciamo sbagliato.
Chie... more Facciamo una ricerca sul web e ci viene restituito un risultato, che riconosciamo sbagliato. Chiediamo a ChatGPT di elaborare un testo, e scopriamo essere pieno di imprecisioni ed errori. Tutti questi sono fenomeni comuni e quotidiani, che spesso toccano pesantemente i diritti delle persone, attraverso la produzione di informazioni false, sbagliate e fuorvianti. In questo articolo proviamo a capire come ciò avvenga, perché e quali sono gli strumenti a nostra tutela.
Il chiarimento interpretativo nel merito della Cassazione Civile (Sez. III, ordinanza 22 aprile 2... more Il chiarimento interpretativo nel merito della Cassazione Civile (Sez. III, ordinanza 22 aprile 2024, n. 10787) di Michele Di Salvo ABSTRACT L'ordinanza (di rinvio) in commento si riferisce al calcolo dei danni post-operatori. Apparentemente, nel caso concreto all'esame della Corte, si riferisce alla questione del calcolo del risarcimento, in primo grado valutato complessivamente circa 700mila euro e in appello quantificato in circa 100mila.
Attualmente l'Intelligenza Artificiale si è affermata in diversi settori della società ed una del... more Attualmente l'Intelligenza Artificiale si è affermata in diversi settori della società ed una delle sfide principali per le istituzioni democratiche è stata quella di garantire che le tecnologie emergenti, quali appunto l'IA, vengano impiegate in modo etico e efficace al fine di migliorare i processi decisionali e la governance. L'ultima frontiera dell'integrazione dell'IA con i processi di policy e regolamentazione emerge dal suo utilizzo nelle attività giuridiche parlamentari, in particolare come supporto all'analisi di dati e informazioni, elaborazione linguistica, assistenza decisionale, comunicazione e interazione tra legislatori e cittadini. L’utilizzo e l’integrazione dell'Intelligenza Artificiale in campo parlamentare è stata proposta come opportunità per ottimizzare i processi decisionali.
L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha portato alcuni giuristi a imma... more L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha portato alcuni giuristi a immaginare l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale in termini di “giustizia predittiva”. Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha determinato per la giustizia c... more L’esigenza di celerità e di contenimento del carico processuale ha determinato per la giustizia crescenti pressioni provenienti dal mondo politico, da parte degli addetti ai lavori e degli stessi utenti. Se un processo equo e giusto deve necessariamente essere anche un processo celere, non tutti i mezzi per raggiungere questo scopo sono idonei a garantire al contempo una giustizia equa, i diritti della persona e dell'imputato, una attenta valutazione probatoria, il rispetto delle garanzie. In questo contesto, si è inserita già da tempo anche la digitalizzazione del processo, fortemente impiegata nell’ambito civile e che sta avanzando anche in sede penale. Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
L'intelligenza artificiale al servizio dei sistemi giuridici L'Arabia Saudita introduce il dispos... more L'intelligenza artificiale al servizio dei sistemi giuridici L'Arabia Saudita introduce il dispositivo di traduzione potenziato ''Turjman'' di Michele Di Salvo In un'iniziativa volta a migliorare l'efficienza e l'equità del sistema giudiziario, l'Arabia Saudita abbatte le barriere linguistiche ed introduce un dispositivo di traduzione potenziato dall'Intelligenza Artificiale, denominato "Turjman". Il National Center for Artificial Intelligence (NCAI)-SDAIA svolge un ruolo fondamentale riguardo le iniziative sull'IA in Arabia Saudita, supervisionando la gestione dei dati, la definizione delle politiche, le piattaforme di dati e lo sviluppo e l'adozione di soluzioni dell'IA. NCAI, come divisione di SDAIA, invece, si concentra sulla ricerca, lo sviluppo e l'implementazione di soluzioni dell' IA in tutto il Regno. L'obiettivo principale è responsabilizzarsi per l'innovazione e l'adozione dell'IA nei servizi governativi, sviluppando soluzioni sensibili a livello locale, adattate alla cultura, alle usanze ed alle esigenze saudite.
Il principio della sentenza canadese è semplice e chiaro: se un chatbot fornisce informazioni fuo... more Il principio della sentenza canadese è semplice e chiaro: se un chatbot fornisce informazioni fuorvianti ne risponde il responsabile del sito in ragione di un obbligo di diligenza. L’utilizzo sempre più frequente di chatbot, ovvero sistemi capaci di fornire autonomamente risposte ad un utente in base alle richieste formulate, alimenta il dibattito relativo alla responsabilità giuridica in caso di errore o inesattezza delle risposte fornite da un software automatizzato. Nel provvedimento in esame, il British Columbia Civil Resolution Tribunal (BCCRT) canadese analizza la questione alla luce dei principi giuridici dell’obbligo di diligenza e del legittimo affidamento
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo si è espressa su un caso italiano in cui si discuteva dell... more La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo si è espressa su un caso italiano in cui si discuteva della legittimità del periodo di detenzione patito da un cittadino italiano, ricoverato dapprima in un ospedale psichiatrico giudiziario, e successivamente, in una REMS, oltre il termine indicato da una legge entrata in vigore successivamente all'adozione della misura di sicurezza.
Il tema del legal design sta entrando prepotentemente nel dibattito italiano, sulla scia delle se... more Il tema del legal design sta entrando prepotentemente nel dibattito italiano, sulla scia delle sempre maggiori influenze da un lato del diritto anglosassone societario, dall'altro attraverso il dibattito sulle nuove tecnologie impiegate o impiegabili nelle professioni legali, e infine nei recenti orientamenti legati alle normative europee ed all'omogeneizzazione delle policy euronormate. In questo articolo proviamo a fare chiarezza su aspetti e tematiche legati a questo interessante filone di analisi e prospettiva redazionale dell'atto giuridico.
Il settore sanitario e la ricerca scientifica collegata sono i settori in cui maggiormente si esp... more Il settore sanitario e la ricerca scientifica collegata sono i settori in cui maggiormente si esprime la delicatezza del rapporto tra utilizzo dei dati personali e privacy. Ciò anche in relazione all'uso sempre più massiccio e massivo dei dati-che acquisiscono valore proprio in relazione alla "massa quantitativa" trattata e valutata-e della loro "finezza" intesa come capacità di ridurre al minimo-fine il dato tratto all'interno di un insieme macro. Ciò è emerso in maniera significativa sia in sede di modifica dell’art. 110 del Codice Privacy e nel DDL sull’intelligenza artificiale, sia nel dibattito scaturito immediatamente dopo, sottolineando i grandi vantaggi per la ricerca scientifica, ma sollevando e analizzando i relativi dubbi e problemi, soprattutto – argomento tra i meno affrontati – in relazione all’utilizzo delle banche dati da parte delle aziende private (da un lato un dato di enorme valore economico, dall’altro il tema dell’utilizzo gratuito da parte dei privati impegnati nella ricerca).
Le Sezioni Unite penali della Corte di cassazione con la sentenza 16 aprile 2024, n. 16153 hanno ... more Le Sezioni Unite penali della Corte di cassazione con la sentenza 16 aprile 2024, n. 16153 hanno dato risposta al seguente quesito: «Se la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla 'chiamata del presente' e nel 'saluto romano', rituali evocativi della gestualità propria del disciolto partito fascista, sia sussumibile nella fattispecie incriminatrice di cui all'art. 2 del D.L. 26 aprile 1993, n. n. 122, convertito, con modificazioni, nella L. 25 giugno 1993, n. 205 ovvero in quella prevista dall'art. 5 della L. 20 giugno 1952, n. 645; se, inoltre, le due disposizioni configurino un reato di pericolo concreto o di pericolo astratto e se i due reati possano concorrere oppure le relative norme incriminatrici siano tra loro in rapporto di concorso apparente».
Vietata la pubblicazione dell'ordinanza cautelare: bavaglio alla stampa o fonte di pericoli per l... more Vietata la pubblicazione dell'ordinanza cautelare: bavaglio alla stampa o fonte di pericoli per la presunzione di innocenza? Un primo commento alla legge delega 21 febbraio 2024, n. 15 di Michele Di Salvo Il 24 febbraio scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la L. 21 febbraio 2024, n. 15, intitolata "Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea-Legge di delegazione europea 2022-2023" e ribattezzata "legge bavaglio". A far discutere è, soprattutto, l'art. 4 che, nell'ottica di completare il percorso di adeguamento alla Direttiva n. 2016/343/UE-che si occupa del rafforzamento di alcuni aspetti relativi alla presunzione di innocenza e al diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali-pone (tra i principi e i criteri direttivi) il divieto di pubblicazione, integrale o per estratto, «del testo delle ordinanze di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare». Da qui, per alcuni, l'assimilazione della legge ad un bavaglio alla stampa. L'obiettivo: il rafforzamento della presunzione di innocenza Sebbene il contenuto della Direttiva n. 2016/343/UE sia stato in larga parte recepito, a livello interno, nel D.Lgs. 8 novembre 2021, n. 188, con la legge di delegazione europea relativa agli anni 2022-2023 si è ritenuto opportuno aggiungere un ulteriore tassello al percorso sinora intrapreso, col chiaro intento di porre fine alla pubblicazione sulla stampa del testo delle ordinanze cautelari.
Il Decreto Legislativo 24 marzo 2024, n. 48 detta “Disposizioni correttive al decreto legislativo... more Il Decreto Legislativo 24 marzo 2024, n. 48 detta “Disposizioni correttive al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 207, di attuazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, che modifica il decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante il codice delle comunicazioni elettroniche”.
In tema di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, la possibilità di concilia... more In tema di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, la possibilità di conciliare i principi costituzionali della libertà di stampa e del giusto processo applicando una procedura prevista dalle norme del codice di procedura consente di escludere che la pubblicazione di atti inseriti nel fascicolo di un procedimento per il quale è stata disposta l'archiviazione possa costituire il reato di cui all' art. 684 c.p. È questo il principio che emerge dalla recente sentenza della Cassazione penale, Sez. I, pubblicata il 4 giugno 2024, n. 22503. La sentenza acquisisce maggiore valore trasversale nel contesto della recente legge delega 21 febbraio 2024, n. 15 (soprannominata “legge bavaglio”) con cui si è inteso vietare la pubblicazione dei contenuti dell’ordinanza cautelare.
Nel 2020 l’Italia, prima in Europa, e in maniera più violenta di altri paesi,
ha affrontato l’imp... more Nel 2020 l’Italia, prima in Europa, e in maniera più violenta di altri paesi, ha affrontato l’impatto della pandemia da Covid-19. Nell’analisi ex-post sono state messe in evidenza lacune, mancanze, inefficienze, non solo amministrative, che possiamo considerare endemiche ed anche sintomatiche del nostro Paese. In questo senso è significato il fatto che il Racovery Fund che ha finanziato il PNRR, per ristorare i danni economici causati dalla pandemia e dalle misure di restrizione, sia stato quantitativamente il maggiore tra quelli stanziati dall’Unione. Altrettanto significative però sono le riforme richieste e la timeline indicata per accedere alle varie tranche: sostanzialmente tutte – nei vari capitolati – nella direzione di migliorare, accelerare, snellire e modernizzare il “sistema paese” cercando di metter mano alle inefficienze. Non siamo così ingenui dal ritenere che le inefficienze amministrative e burocratiche siano solo un problema di “anzianità” o di miopia o di disinteresse e incapacità: ogni volta che c’è un’inefficienza c’è un mercato. Tangentopoli ci ha mostrato che le lungaggini nelle assegnazioni degli appalti erano il sistema che facilitava la corruzione: come poter quindi chiedere che chi della corruzione beneficiava mettesse mano a norme di trasparenza ed efficienza? Dal macroscopico alle piccole lungaggini e inefficienze ed “emergenze” di oggi, ogni qual volta qualcosa non funziona c’è un mercato parallelo che offre il “servizio funzionante”. Ce ne siamo accorti troppo tardi nella sanità pubblica: la TAC che non funziona in ospedale generare i fatturati delle società private che offrono TAC a pagamento, a tutti quei cittadini che si sentono rispondere che i tempi di attesa sono di 9-12 mesi. Ma non riveliamo nessun segreto nel dire che in ogni inefficienza c’è sempre chi ci guadagna. Come non riveliamo alcun segreto – se non a chi non vuol vedere – nel ribadire che le procedure lente negli appalti pubblici servono per elevare a potenza il numero (spesso incredibilmente non necessario) delle procedure d’urgenza con assegnazione diretta. Ecco che – nella facile leva della comunicazione politica populista – le richieste di efficienza dell’Unione – nell’interesse di una efficienza comunitaria generale che porti una ottimizzazione degli effetti della spesa pubblica – vengono spacciate e rivendute come ingerenze negli affari nazionali. Ed anche in buona fede (vogliamo credere) quelli che si oppongono a tali riforme come dittatura tecnocratica esterna ed ingerenza, si prestano come difensori delle inefficienze, della corruzione e del disservizio. In proposito vorrei ricordare quel deputato della regione Sicilia che – in aula e pubblicamente – ha dichiarato che “non accettava l’indicazione di Roma” di ridurre le indennità perché “lui on accettava ingerenze da Roma”. Lo ringrazio perché ha reso esplicito quello che intendevo! Nessuna delle riforme richieste – è bene chiarirlo – interviene o detta il come e cosa fare, ma indica obiettivi da raggiungere: tale non può essere considerata ingerenza, ma condizione per una spesa corretta ed efficiente. Difendere i ritardi e la farraginosità di un sistema significa essere complici di quel sistema inefficiente e difendere chi ha interesse a quella inefficienza. Una stima complessiva indica che – nonostante gli stipendi dei dirigenti regionali e del personale amministrativo – su oltre 200 miliardi di Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale nel Programma 2014-2020 oltre 3 miliardi sono stati spesi in “attività di supporto specialistico alle autorità di gestione”, ovvero consulenze esterne. Se accorpiamo tutte le spese di gestione dei fondi, includendo il personale pubblico e le gare collegate, le assistenze esterne e le consulenze di progettazione la spesa arriva alla esorbitante cifra di poco meno di 50 miliardi, pari al 25% di tutti i fondi disponibili. Non è questa la sede (né lo scopo di questa raccolta) fare un processo alla pubblica amministrazione o all’organizzazione amministrativa. Ma è un punto essenziale da chiarire che queste inefficienze drenano risorse essenziali, e nei momenti di crisi l’effetto di queste inefficienze finisce con l’essere drammatico. Ma è significativo, in questo ragionamento introduttivo, che l’articolo di chiusura non sia un resoconto dei e dai mercati, ma un fondo sui “furbetti del Covid”. Quel pezzo di commento (che trovate alla fine) comincia così: L'esercito dei riluttanti ai controlli, che straparlano di perdita della sovranità nazionale, ha un nome, o meglio un numero che li identifica con adeguata certezza. Sono 188mila. Sono le imprese – e quindi gli imprenditori – che in pieno Covid hanno gridato alla crisi ed alla imminente chiusura, hanno chiesto, e ottenuto, la Cassa Integrazione totale per i loro dipendenti, salvo poi farli lavorare "al nero", in violazione delle leggi in materia di lavoro, ma anche quelle in tema di sicurezza sociale e sanitaria, nonché di tutte le varie normative di restrizione della circolazione delle singole regioni. E credo abbia un senso ripubblicarlo oggi, e ritengo sia (o possa essere) la chiusura adeguata, ricordando le decine di migliaia di morti. E le migliaia di imprese che sono fallite.
La quarta rivoluzione industriale, quella che parte dall'informatica-come infrastruttura-a metà d... more La quarta rivoluzione industriale, quella che parte dall'informatica-come infrastruttura-a metà del novecento e che cresce con l'economia dei servizi-come contenuto-a cavallo tra la fine del secolo scorso e l'inizio del terzo millennio, vede come motori propulsivi i social network. Aggregatori di persone messe insieme e connesse attraverso le proprie reti sociali, e gestite attraverso elementi di profilazione sempre più sofisticati. Questo ha fatto sì che a fronte di un apparente apertura, si sia in realtà sempre più sviluppato un progressivo accentramento dei mondi digitali in cui popolazioni globali eterogenee vengono agglomerate per cultura, interessi, propensioni di spesa, gusti, religioni, orientamento politico e sessuale. Questo pianeta digitale globale, ha sfruttato tutte le maglie lasciate aperte da una legislazioneanche di cognizione e di prevenzione, oltre che di maggior tutela-che ha fatto fatica prima a conoscere e comprendere e poi a regolamentare-quando lo ha fatto eccessivamente ex post-un fenomeno che ancora, per molti volti, appare fluido e senza un univoco punto di arrivo finale. Questa fluidità consente ancora oggi alle big company della new economy di muoversi a proprio piacimento tra le leggi sulla privacy, quelle sul lavoro e quelle fiscali, fruttando all'estrema potenza la immaterialità della propria realtà. Facebook, Paypal, ma per molti versi anche Amazon Ebay e consorelle possono tranquillamente con un atto, un verbale, una delibera, spostare sede legale, amministrativa, fiscale, direzione generale, senza dover spostare alcun ufficio o dipendente. E questo seguendo la scia della normativa di volta in volta più favorevole. Nel docu-film "the Corporation" (documentario canadese del 2003, diretto da Mark Achbar e Jennifer Abbott e tratto dall'omonimo libro di Joel Bakan) i registi hanno analizzato la personalità delle corporation sulla base dei criteri diagnostici standard messi a punto dall'Organizzazione mondiale della sanità. Emerge con impressionante attualità-casi concreti alla mano-l'inquietante ritratto di una personalità egotista, amorale, avida e manipolatrice, incapace di coltivare relazioni durature e di provare rimorsi, propensa a infrangere la legge e incurante delle conseguenze delle proprie azioni. «La domanda che spunta periodicamente è: "Fino a che punto la corporation può essere considerata psicopatica?". Se vediamo una corporation come persona giuridica, non dovrebbe essere tanto difficile mettere in parallelo la psicopatia dell'individuo con la psicopatia della corporation. Potremmo esaminare le caratteristiche di questo specifico disturbo una ad una, applicate alle corporation... Ne avrebbe tutte le caratteristiche. E infatti, sotto molti aspetti, la corporation risponde al prototipo dello psicopatico.» (Robert Hare, psicologo dell'FBI) A questi aspetti psico-patologici, le new-economy-company ne aggiungono uno ancora più inquietante, specie se sommati a quanto appena detto. Mentre nelle "tradizionali" corporation almeno in senso mediato e diffuso, elemento centrale e determinante nelle scelte resta il fattore umano, nelle new-economy-company la gestione dei processi, per la natura implicita ed estrinseca dell'oggetto societario, del prodotto-servizio da gestire, della natura stessa dell'attività svolta, la maggior parte dei processi decisionali e di gestione è affidata ad algoritmi-che corrispondono e rappresentano gli interessi della società-ma questi algoritmi a loro volta vengono gestiti sempre più da reti neuronali artificiali, che nelle intenzioni dei cyber-utopisti dovrebbero sostituire con maggiore efficienza la mente (e la capacità di discernimento e giudizio) umana. Accogliendone la definizione apparentemente neutrale comunemente accolta, le reti neurali sono le fondamenta dell'intelligenza artificiale, ovvero quell'elemento che permette all'AI di riconoscere,
Il web offre straordinarie opportunità di comunicazione, disintermediazione, organizzazione.
Ques... more Il web offre straordinarie opportunità di comunicazione, disintermediazione, organizzazione. Questa caratteristica di "strumento di oportunità" tuttavia non è priva di rischi, proprio perchè la disintermediazione preclude quello strumento di verifica della notizia – nel bene e nel male, e talvolta costuituendo un limite alla conoscenza – che stava alla base dell'informazione, che non va dimenticato costuituisce anche il fondamento delle democrazie, contruibuendo a formare una coscienza consapevole, sulla cui base – almeno in teroria – si forma la coscienza civica e quindi un voto consapevole. Alle vecchie forme di comunicazione, generalmente unidirezionali, il web affianca oggi un canale nterattivo, in cui almeno in teoria ciascuno può essere creatore di contenuti e può contemporaneamente interagire, condividendo, citando, commentando, contenuti altrui. Questa forma di partecipazione è certamente positiva, come ogni forma di disintermediazione, perchè avvicina il cittadino all'eletto, il candidato agli elettori, il media tradizionale ai lettori. Un'osmosi che può generare plusvalore, può migliorare la qualità dei messaggi e dei contenuti, e può far scoprire mondi e micromondi sino a ieri sconosciuti, degni di spazio e rappresentanza. Ma il web non è privo di rischi. Essendo uno strumento editoriale, che genera intrioti e vive di accessi, visite, click, genera anche tutte le patologie legate all'uso di "qualsiasi strumento utile" a generare questi accessi, e quindi incassi. La comunicazione politica tossica, intesa come quell'insieme di casi in cui il messaggio, la sua organizzazione, la sua viralizzazione e le dinamiche di gruppo nei social network, determina da un lato una falsa percezione del consenso, e dall'altro tendono ad una vera e propria manipolazione, della realtà e delle persone. La politica si intreccia con il mondo dell'informazione proprio perchè è sempre più diventata anche uno spettacolo di massa, finendo con il condividere regole e metriche tipiche degli show, seguendo l'audience e la telegenia, subendo il condizionamento di ciò che fa alzare o meno lo share. Ed anche la webreputation non sfugge a questa deformazione, attraverso la lettura di dati di accessi, letture e condivisioni come metrica del consenso politico. Con tutte le implicazioni patologiche del caso, soprattutto quando i dati – come sin troppo spesso e massicciamente avviene – sono dopati. L'ho definita comunicazione tossica perché, proprio come un virus, si diffonde nel web contaminando comunità, persone e ambienti, spesso inconsapevolmente. La caccia al numero di fan e follower, al valore kloud, il numero di visite al proprio sito finiscono con l'essere l'unico obiettivo da perseguire, a costo e scapito dei contenuti, della riflessione, del progetto, del programma e dei valori. In definitiva, il rischio, è che il web da strumento utile per la comunicazione, disintermediazione ed organizzazione della società e della politica, finisca con il deformare e trasformare – inconsapevolmente – non solo la comunicazione, ma anche il rapporto con la politica e l'organizzazione della società. Introduzione alla comunicazione tossica Politica e mass-media La spettacolarizzazione dell'informazione Il web sorpassa la tv Il web e le "leggi speciali" Il popolo della rete, il popolo che non esiste Gli "stumenti" della comunicazione politica in rete La percezione e i falsi numeri del web La social-auto-percezione Informazione e SocialNetwork in Italia La comunicazione politica tossica I gruppi e i social network. Influencers della rete La formula dell'engagement La comunicazione manichea Il web e il complottismo La paura e la politica. La politica della paura. TV e potere La politica trasformata in fiction La politica testicolare Twitter e l'opinione della maggioranza L'hashtag-politik Se il cyber-utopismo conquista la politica La campagna elettorale e il web 2.0 La comunicazione social dei leader europei
Il web offre straordinarie opportunità di comunicazione, disintermediazione, organizzazione.
Ques... more Il web offre straordinarie opportunità di comunicazione, disintermediazione, organizzazione. Questa caratteristica di "strumento di oportunità" tuttavia non è priva di rischi, proprio perchè la disintermediazione preclude quello strumento di verifica della notizia – nel bene e nel male, e talvolta costuituendo un limite alla conoscenza – che stava alla base dell'informazione, che non va dimenticato costuituisce anche il fondamento delle democrazie, contruibuendo a formare una coscienza consapevole, sulla cui base – almeno in teroria – si forma la coscienza civica e quindi un voto consapevole. Alle vecchie forme di comunicazione, generalmente unidirezionali, il web affianca oggi un canale nterattivo, in cui almeno in teoria ciascuno può essere creatore di contenuti e può contemporaneamente interagire, condividendo, citando, commentando, contenuti altrui. Questa forma di partecipazione è certamente positiva, come ogni forma di disintermediazione, perchè avvicina il cittadino all'eletto, il candidato agli elettori, il media tradizionale ai lettori. Un'osmosi che può generare plusvalore, può migliorare la qualità dei messaggi e dei contenuti, e può far scoprire mondi e micromondi sino a ieri sconosciuti, degni di spazio e rappresentanza. Ma il web non è privo di rischi. Essendo uno strumento editoriale, che genera intrioti e vive di accessi, visite, click, genera anche tutte le patologie legate all'uso di "qualsiasi strumento utile" a generare questi accessi, e quindi incassi. La comunicazione politica tossica, intesa come quell'insieme di casi in cui il messaggio, la sua organizzazione, la sua viralizzazione e le dinamiche di gruppo nei social network, determina da un lato una falsa percezione del consenso, e dall'altro tendono ad una vera e propria manipolazione, della realtà e delle persone. La politica si intreccia con il mondo dell'informazione proprio perchè è sempre più diventata anche uno spettacolo di massa, finendo con il condividere regole e metriche tipiche degli show, seguendo l'audience e la telegenia, subendo il condizionamento di ciò che fa alzare o meno lo share. Ed anche la webreputation non sfugge a questa deformazione, attraverso la lettura di dati di accessi, letture e condivisioni come metrica del consenso politico. Con tutte le implicazioni patologiche del caso, soprattutto quando i dati – come sin troppo spesso e massicciamente avviene – sono dopati. L'ho definita comunicazione tossica perché, proprio come un virus, si diffonde nel web contaminando comunità, persone e ambienti, spesso inconsapevolmente. La caccia al numero di fan e follower, al valore kloud, il numero di visite al proprio sito finiscono con l'essere l'unico obiettivo da perseguire, a costo e scapito dei contenuti, della riflessione, del progetto, del programma e dei valori. In definitiva, il rischio, è che il web da strumento utile per la comunicazione, disintermediazione ed organizzazione della società e della politica, finisca con il deformare e trasformare – inconsapevolmente – non solo la comunicazione, ma anche il rapporto con la politica e l'organizzazione della società. Introduzione alla comunicazione tossica Politica e mass-media La spettacolarizzazione dell'informazione Il web sorpassa la tv Il web e le "leggi speciali" Il popolo della rete, il popolo che non esiste Gli "stumenti" della comunicazione politica in rete La percezione e i falsi numeri del web La social-auto-percezione Informazione e SocialNetwork in Italia La comunicazione politica tossica I gruppi e i social network. Influencers della rete La formula dell'engagement La comunicazione manichea Il web e il complottismo La paura e la politica. La politica della paura. TV e potere La politica trasformata in fiction La politica testicolare Twitter e l'opinione della maggioranza L'hashtag-politik Se il cyber-utopismo conquista la politica La campagna elettorale e il web 2.0 La comunicazione social dei leader europei
Il web viene visto spesso come una ragnatela.
Nell'idea dei cyber-utopisti questa ragnatela è per... more Il web viene visto spesso come una ragnatela. Nell'idea dei cyber-utopisti questa ragnatela è perfetta, perfettamente connessa in un'architettura di punti e linee senza sbavature. Un web salvifico in cui prospera libertà, democrazia e pace, e un internet come arma per abbattere ogni dittatura, dispotismo e portare libertà. Questa ragnatela in realtà è tutt'altro che perfetta. Le sue linee hanno tutte lunghezze differenti, molti collegamenti saltano e sono imprecisi. L'idea per cui "il web diffonde conoscenza" – che in sé è anche vero – si scontra con la nostra inadeguatezza nel definire i nuovi modi della struttura del sapere, della conoscenza, e della ricerca delle informazioni. Che si consideri internet una speranza o una minaccia, chiunque non può non concordare sul principio che verità e conoscenza sono imprescindibili da incontri civili aperti e ragionevoli con chi dissente dalla nostra opinione. La ragnatela della rete è ricca di nodi. Una goccia d'acqua che vi si poggia può essere vista come una lente deformante che rischia di farci apparire quel nodo enorme e determinante nell'intera rete, anche quando è assolutamente periferico e marginale. Essere in quel nodo, con quella goccia addosso, trasforma il nostro punto di vista sull'intera rete, e peggio ancora ci fa credere che "noi" siamo "il" nodo rilevante ed essenziale. David Weinberger ne «La stanza intelligente» ci mette in guardia dalle "stanze dell'eco" dove intervengono solo (o prevalentemente) utenti che la pensano allo stesso modo: "dobbiamo guardarci dalle trappole psicologiche delle camere dell'eco, che ci inducono a credere che le nostre convinzioni siano "ovviamente" vere, facendoci scivolare verso la loro estremizzazione" Partendo da questo concetto parleremo di "stanza stupida", e cercherò di delineare come il restare chiusi in una stanza dell'eco produca effetti ulteriormente involventi. Ciò che resta nella "stanza stupida" è solo un duplice istinto individuale all'interno del gruppo dell'eco: massimalizzare la propria posizione ed emergere come soggetto concorde con l'opinione dominante, all'interno di una comunità comportamentalmente condizionante, in un contesto sostanzialmente chiuso tra persone che dovranno comunque interagire tra loro su altre vicende successivamente. La stanza stupida ci fa sentire al sicuro, in un ambiente protetto tra persone che la pensano come noi, a patto di cedere qualcosa in termini di "intelligenza", di dubbio, e omologando la nostra posizione e opinione a quella dominante, nella certezza che "il gruppo" si muoverà allo stesso modo. È un processo istintivo, non razionale e preordinato o consapevole. Ci priva però dell'analisi del tema trattato, di punti di vista sul problema e sulla soluzione, e sostanzialmente smette di essere "un gruppo che discute" per diventare "un non luogo di condivisione e divulgazione passiva e acritica del messaggio". Analizzando un caso concreto, le dinamiche comportamentali e comunicazionali di un gruppo ristretto, e le dinamiche di una vicenda, affronteremo la scelta di quali mezzi e percorsi debba seguire la comunicazione e gli effetti dell'uso indiscriminato “di qualsiasi mezzo”, e cosa avviene se una stanza stupida diventa “consigliera della politica” e se “la politica” segue i consigli della stanza stupida.
The stupid room The case How was the story -first part As could be addressed if The social-self-perception How was the story - part two Elements of analysis of the message Elements of analysis of the medium used The groups and social networks The analysis of the message The feedback on the strategy applied by the "sender - striker" The feedback on the strategy applied by "receiver - attacked" If the atomic falls into the hands of the rooms stupid If the policy relies on the room stupid (the time that Rosi Bindi chose to be John Foster Dulles) Conclusions and inefficiency
Mentions, greetings and citations
David Weinberger Nicholas Carr Ferdinando Dalla Chiesa Roberto Saviano Attilio Bolzoni Daniele Mastrogiacomo Rosi Bindi Rudy Bandiera Sarah Davids Cass Sunstein Alberto Baldazzi Albert Camus Mark D. Van Ells Herman Kahn John Foster Dulles Dwight Eisenhower Giulio Maria Chiodi
In un mondo profondamente trasformato dalle nuove tecnologie, soprattutto in paesi come l’Italia,... more In un mondo profondamente trasformato dalle nuove tecnologie, soprattutto in paesi come l’Italia, in cui la politica ha da sempre avuto una sua struttura fortemente conservativa e consolidata nel tempo, i nuovi strumenti della comunicazione di massa hanno stravolto le regole della comunicazione, e in qualche modo il modo stesso di fare campagna elettorale. Non è semplicemente una questione di velocità, né di nuovi strumenti che si sovrappongono o sostituiscono. E non è nemmeno una questione di capacità recettizia generazionale, perché anche molti cd. giovani, pure utilizzatori di strumenti di rete e social, non ne comprendono le sintassi e si limitano ad un uso dettato da un’esperienza intuitiva. Il tema centrale della rete in generale, e dei social network e dei sistemi virale nello specifico, è quello della “strategia”, che diviene essenziale per coordinare la creazione e la diffusione di un messaggio che necessita non solo di un lessico nuovo, ma principalmente di nuove sintassi. Il comprendere questa profonda trasformazione alla base della comunicazione 2.0 è il punto centrale da cui deve necessariamente partire chiunque intenda fare politica oggi nei paesi – non solo – occidentali. Cercherò di rispondere, in maniera sintetica e per capitoli brevi, a poche domande che considero importanti, e cercherò di sfatare qualche mito (e conseguente mitologia) legata alle campagne elettorali in rete, soprattutto oltreoceano. Cosa offre in più e di diverso il web rispetto agli strumenti precedenti? Quali sono le possibilità offerte, e cosa il web non può e non potrà mai sostituire? Com’è strutturata la “società digitale” e il suo attivismo? È davvero possibile fare solo politica online? Quali sono le interazioni tra la circolazione in rete e gli altri strumenti massmediali? Cercherò di accennare ai più (e meno) diffusi strumenti di comunicazione politica online, e cercare di approfondire i rischi e i punti di forza e di debolezza di alcuni strumenti e strategie. Chi oggi vuol fare politica non può prescindere da questi strumenti e nondimeno non può che avere un approccio professionale con le dinamiche di rete, che spesso vanno ben oltre la percezione che ciascuno di noi si è fatto, in base alla propria esperienza empirica soggettiva. Ogni giorno di ritardo rispetto ad un approccio serio e professionale a questa nuova struttura della comunicazione (non solo) politica, se da una parte è un vantaggio per il proprio “avversario”, dall’altra segna un elemento di distanza e scollamento tra “chi fa politica” (partiti e individui) e i cittadini, che ormai sempre più, in maniera più o meno agevole, più o meno consapevole, più o meno attiva, vivono in un sistema fatto di comunicazione sociale, digitale, virale.
Indice La comunicazione 2.0 Una campagna, cento campagne. la rete sociale come patrimonio politico. Il web come contenitore utopico. Le scelte organizzative. Il web come strumento di fundraising Le strategie social per la politica Tenere conto delle caratteristiche di ciascuno Aggregare e interconnettere Raccogliere risorse Diffondere i contenuti La relazione con i media tradizionali Influencers: chi sono e cosa fanno Influencer e blogger d’area La differenza tra blog e giornali (e tra blogger e giornalisti) La war-room e le war-rooms Le risposte e le interazioni News letter news room e social hub Gli strumenti e le forme della comunicazione virale Piccoli bacini e grandi masse. Tifosi e Ultras. La social-auto-percezione Fake e percezione Quanto pesa il web in termini numerici reali? La psicosi dei numeri sul web Schede di approfondimento Il Tea Party Il Partito Pirata Il MeetUp Albadorata La nuova costituzione islandese nata dal web Hugo Chavez e Twitter La rete in sud america Dalla Russia alla Siria alla Turchia alla Cina: breve viaggio nel web degli autoritarismi. Il Movimento 5 Stelle in Italia Obama for America Appendice – le comunità virtuali e le reti sociali nel mondo
Quella che sta avvenendo è la più imponente operazione di invasione e colonizzazione della storia... more Quella che sta avvenendo è la più imponente operazione di invasione e colonizzazione della storia dell'umanità, che farebbe impallidire le mitologie su Genghis Khan o le manie di grandezza di Hitler, ma che non teme nemmeno la concorrenza storica del colonialismo dei secoli scorsi. Non è un'esagerazione, soprattutto se consideriamo che mentre quei fatti e fenomeni storici avevano delle “bandiere chiare”, ovvero si sapeva più o meno esattamente chi attaccava chi e quali aree occupava, oggi quest'aggressione è “senza stati e senza bandiere”. I conquistatori di oggi sono grandi multinazionali e fondi comuni di investimento che hanno azionisti, proprietari, investitori transnazionali, che hanno poco a che fare con ragioni e interessi geopolitici. Soggetti cui non è possibile chiedere o imporre risarcimenti di guerra, che non hanno sottoscritto alcuna convenzione di Ginevra né hanno obblighi di rispetto di diritti umani o sono interessati a ricostruzioni di qualsiasi tipo. Rispondono solo ed esclusivamente a logiche di profitto. Maggiore è la differenza tra costo di acquisizione e ricavo dalla vendita del bene prodotto, maggiormente è soddisfatto l'interesse delle aziende. Può sembrare una visione cinica o radicale, ma è un concetto economico “neutro”, è la regola del “comportamento sociale” delle multinazionali, e va intesa come chiave di lettura unica per comprendere davvero quello che sta accadendo. Gli analisti hanno definito questo fenomeno come “land grabbing”, più o meno “accaparramento di terra”, ovvero l'acquisto o la locazione a lungo termine di estensioni terriere da parte di investitori stranieri. Il fenomeno emerge con forza alla fine del 2006, a seguito di un improvviso shock dei prezzi che fa impennare vertiginosamente il Food-Index mondiale, ovvero l'indice di borsa sui prezzi degli alimenti agricoli primari (grano, riso, cereali...). Si scopre così grazie al lavoro di alcune ONG che mettono insieme i dati rilevati individualmente, che nel solo 2006 sono stati sottoscritti (quelli conosciuti) 416 maxi contratti di “accaparramento di suolo” in 66 paesi del mondo (quelli monitorati) per complessivi 87milioni di ettari di terre coltivabili, il 47% dei quali in Africa!
Questo ebook è un vero e proprio viaggio alla scoperta di quello che sta avvenendo. Mettendo insieme i pezzi di un racconto frammentato attraverso rapporti, articoli di giornale, storie piccole di regioni remote, tabelle ufficiali della Fao cui nessuno presta troppa attenzione. E tuttavia leggendo “tutto assieme” quello che emerge è un quadro molto più semplice e un progetto ben più articolato e unitario di quanto no si sospetti. Un progetto globale e complessivo in cui entra in gioco tutto: interessi distorti legati ai biocombustibili, il mercato mondiale del grano, gli shock dei prezzi degli alimenti, le guerre e guerriglie in centrafica, le opere “di sviluppo” del Nilo e del Niger... Il protagonista, per noi, è innocuo e innocente: il piatto che ci troviamo a tavola ad ogni pasto. Citations and mentions
John Vidal Mohammed al-Amoudi Tom Rice Peter Chooli Philip Heliberg Devlin Kuyek Haile Hirpa Ban Ki-Moon Michael Taylor Vandana Shiva Rodney Cook Lorenzo Cotula Rosario Mastrosimone David Hallam Perry Vieth George Soros Jim Rogers Stephen Diggle Graham Birch Tanya Alvis Francesca Alfano Arianna Giuliodori Alessia Trobesi Lester Brown Sarah McFarlane Biff Ourso Berry Polmann Neil Crowder Peter Brabeck-Letmathe Judson Hill Willem Buiter Nick Turse Pat Barnes George W. Bush Joseph Kony Alex Newton Diacounda Traoré Francois Hollande Catherine Ashton Denis Allex Sanda Ould Boumama
In questo ebook analizzeremo l'evoluzione del modo con cui i movimenti jihadisti hanno deciso di ... more In questo ebook analizzeremo l'evoluzione del modo con cui i movimenti jihadisti hanno deciso di comunicare, la loro strategia di creazione del modulo-mito e gli obiettivi strategici di questa nuova forma comunicativa. Ripercorrerò la storia dell'ISIS attraverso le fonti dei media e le teorie complottiste legate alla sua storia. Confronterò il modello comunicativo di ISIS rispetto ad AlQaida. Parleremo degli strumenti che ne favoriscono la divulgazione del messaggio, delle agenzia di stampa, dei media center, dei blog, dell'uso dei video e dei socialnetwork, dei docufilm e degli e-magazine. Parleremo dei simboli della comunicazione, della loro efficacia nei confronti del popolo dei socialfan e dei supporter e dei foreign fighters, analizzando chi sono e perché cedono alle nuove forme di propaganda jihadista. La globalizzazione della rete rende globali i messaggi: sia che parliamo di una nuova auto, di una canzone o un film, sia che parliamo di comunicazione globale di un'idea.. Non contemplare il rischio che quegli strumenti che le aziende della new economy spacciano come armi a disposizione degli oppositori dei regimi oppressivi, oggi diventano strumento di camuffamento, di offuscamento e irrintracciabilità di gruppi jihadisti, è in sé non aver compreso quale sia il doppio taglio della rete globale. Il rischio delle "stanze stupide", in cui spesso guru dell'ultima ora si rinchiudono e chiudono i politici che devono decidere anche per noi, è di vedere solo "il web che vogliamo vedere", che ci piace e che ci fa comodo. Per poi scoprire twittando della coppa del mondo di calcio, che c'è qualcuno che gioca in strada usando come palla una testa mozzata. La globalizzazione del terrore che oggi ha il marchio dell'ISIS è un pezzo della nuova forma della comunicazione globale dell'estremismo, che recluta in tutto il mondo, che diffonde il suo messaggio senza alcun limite e confine territoriale. Come ogni prodotto virale la regola è che chi viene dopo dovrà essere più bravo, più virale, più strutturato per emergere, ma anche più violento, più sanguinario per evitare che per il pubblico sia qualcosa di vecchio e già visto. I video diffusi dall'ISIS sono strutturati per trasformare i videogiochi 2D di una normale consolle in una possibile realtà "vera" 3D in cui essere protagonista vincitore. A dispetto di quella realtà "fuori la porta di casa" in cui tutto è "normale" ed in cui ci si perde nell'anonimato delle periferie. Il bombardamento mediatico di "essere parte" di un gruppo, di fare la storia, di essere il bene che piega il male, di poter essere eroe, di essere ricordato, diventare "tu" il poster nella camera di un adolescente. Essere tua la foto, la video intervista, il lungo articolo su un e-magazine, portato ad esempio "glorioso" in tutto il mondo. È il nuovo "marketing partecipativo del terrore" e la morte, in questo eccesso continuo e costante è come se non fosse reale, come i nemici nel videogame o in un film hollywoodiano.
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Bashar al-Assad Abu Musab al-Zarqawi Osama bin Laden Ray Odierno Abu Bakr al-Baghdadi Saddam Hussein Ed Husain Maajid Nawaz Rashad Ali Zaman Ayman al-Zawahiri Aaron Zelin al-Tamimi Aymenn William McCants Wayne Madsen Sarah Birke Abu Omar al-Shishani Rami Abdul Rahman Sheikh Abu Muhammad al-Adnani al-Shami Anthony Faiola Souad Mekhennet Raghad Hussein Abubakar Shekau Emma Lazarus Oliver Roy Evgeny Morozov Dietrich Doner Eben Moglen Rajib Karim Constable Stephen Ball Gregory J. Smith Abu Yusef Almasry J. M. Berger Roberto Colella Nico Prucha Shaykh Abu Musab al-Suri Abu Mohammad al-Adnani François Georges Picot Mark Sykes Samir Khan Dzhokhar Tsarnaev Naser Jason Abdo Sheera Frenkel Umberto De Giovannangeli Rainer Hermann Lorenzo Vidino Barbara Schiavulli Scott Sanford Antonello Guerrera Rita Katz Josh Devon Matteo Flora Clint Watts Leah Farrall Peter Neumannal Thomas Hegghammer Joas Wagemakers Vahid Brown Cole Bunzel Brynjar Lia Hanna Rogan Anne Stenersen Truls Tønnessen Carola Frediani James Foley Edward Snowden Hillary Clinton Simon Elliot Mehdi Hasan Glenn Greenwald Elham Manea
Questo e-book inizia con un aggiornamento di quattro capitoli sulla comunicazione (non solo) o-li... more Questo e-book inizia con un aggiornamento di quattro capitoli sulla comunicazione (non solo) o-line dell'ISIS, alla luce degli sviluppi militari e geopolitici di questi ultimi mesi e dei (molti) documenti nuovi emersi e raccolti. La domanda successiva che ci siamo posti è abbastanza semplice e partiva da alcuni presupposti: la straordinaria ramificazione di rete degli attivisti e dei supporter, la presenza di un vero e proprio network globale, la conoscenza di sofisticati sistemi di crittografia, il know-how del cd. "esercito elettronico siriano" (una delle migliori reti hacker a livello globale) e di molte reti collegate che abbiamo cercato di mappare. Ci siamo chiesti come tutta questa rete, oltre che per la propaganda, potesse essere usata per alcune attività specifiche: il finanziamento delle cellule all'estero e lo spostamento di denaro, e l'organizzazione logistica. L'inchiesta che segue racconta quello che ho trovato e collegamenti iportanti con reti di riciclaggio e contraffazione a livello globale. Come ho specificato "in questa versione pubblica di questa parte di ricerca volutamente ometterò alcuni passaggi. Questa vuole essere un'inchiesta con l'obiettivo di descrivere e contribuire a spiegare un fenomeno ed un sistema (uno dei sistemi) di finanziamento e soprattutto di spostamento di denaro in modo molto difficilmente rintracciabile attraverso un'esperienza – in questo caso diretta e personale - e non vuole essere un vademecum per nessuno, né un invito "a fare altrettanto". Altra ragione delle omissioni è evitare che la divulgazione di certe informazioni, di contatti attivi, potesse in qualsiasi modo e forma minare il lavoro di indagine ed investigativo di chi è preposto a tale compito e per questo motivo il materiale integrale è stato messo a disposizione di soggetti istituzionalmente preposti ad indagini di sicurezza nazionale ed internazionale. Proprio per questo ho evitato di riportare i contatti diretti, lo scambio di mail, gli account e i numeri di telefono – esattamente come gli stessi sono "oscurati" nelle immagini allegate.
1. Isis, da Stato "liquido" ad organizzazione territoriale 2. Una battaglia per l'egemonia identitaria fondamentalista 3. La "guerra lampo" 2.0 4. La propaganda globale 5. Le reti di cyber-soldati dell'ISIS 6. Il collegamento con la rete nigeriana 7. La rete e le fonti di finanziamento dell'ISIS 8. Un giro di trasferimento di denaro irrintracciabile 9. La rete delle false identità Quello che non possiamo negare è che avendo arruolato nelle proprie fila combattenti e simpatizzanti occidentali l'ISIS conosce i nostri sistemi, i nostri social network, le nostre reti sociali, i nostri sistemi di pagamento, i limiti che abbiamo nella ricerca e nell'analisi. Sfrutta le debolezze e le vulnerabilità di un mondo occidentale con la mente e la logica occidentale.
Noi abbiamo creato i sistemi di trasferimento di denaro, e guadagnamo commissioni sulle rimesse che gli immigrati versano alle proprie famiglie in paesi poveri. Loro sfruttano questo sistema – conoscendone paese per paese limiti e soglie e modi di funzionamento – per usarlo come arma. Noi abbiamo creato carte prepagate anonime e conti offshore per facilitare il commercio elettronico, ma anche talvota l'esportazione di valuta e l'evasione fiscale. E loro utilizzano questi sistemi come arma, individuandone le vulnerabilità ed usi che non erano stati da noi immaginati. Noi abbiamo creato i social network, abbiamo immaginato le sfere sociali e i gruppi di appartenenza. Loro conoscono i nostri social network, sono "nati" nell'era social ed hanno immaginato sistemi a camere stagne per evitare la mappatura sociale, immaginata dal marketing, e neutralizzata dalla guerriglia digitale. [a questo ho dedicato un intero capitolo che riprende il documento jihadista "invadere facebook"].
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Bashar al-Assad Abu Musab al-Zarqawi Osama bin Laden Ray Odierno Abu Bakr al-Baghdadi Saddam Hussein Ed Husain Maajid Nawaz Rashad Ali Zaman Ayman al-Zawahiri Aaron Zelin al-Tamimi Aymenn William McCants Wayne Madsen Sarah Birke Abu Omar al-Shishani Rami Abdul Rahman Sheikh Abu Muhammad al-Adnani al-Shami Anthony Faiola Souad Mekhennet Raghad Hussein Abubakar Shekau Emma Lazarus Oliver Roy Evgeny Morozov Dietrich Doner Eben Moglen Rajib Karim Constable Stephen Ball Gregory J. Smith Abu Yusef Almasry J. M. Berger Roberto Colella Nico Prucha Shaykh Abu Musab al-Suri Abu Mohammad al-Adnani François Georges Picot Mark Sykes Samir Khan Dzhokhar Tsarnaev Naser Jason Abdo Sheera Frenkel Umberto De Giovannangeli Rainer Hermann Lorenzo Vidino Barbara Schiavulli Scott Sanford Antonello Guerrera Rita Katz Josh Devon Matteo Flora Clint Watts Leah Farrall Peter Neumannal Thomas Hegghammer Joas Wagemakers Vahid Brown Cole Bunzel Brynjar Lia Hanna Rogan Anne Stenersen Truls Tønnessen Carola Frediani James Foley Edward Snowden Hillary Clinton Simon Elliot Mehdi Hasan Glenn Greenwald Elham Manea
This research tells the story of how one of the most useful plants and spread and economic and pr... more This research tells the story of how one of the most useful plants and spread and economic and profitable of the story has been demonized for reasons econmiche of some industrial to the early twentieth century. Since that time a plant that has contributed decisively to realize the history of man, has become an enemy to prohibit, through subterfuge regulatory relaioni farce, and a lot of junk communications. a history of hemp in the United States has a fascinating history and forgotten. Plant essential for the construction of the federation, essential until 1930 worldwide (so that will be reintroduced in World War II), the hemp will be banned for myopic personal interests of a few wealthy industry - Herst, Dupont, Mellow - and interest and retrograde bigots still remains prohibited.
Una storia dell'Italia dell'ultimo secolo, riletta attraverso gli effetti e l'incidenza dei siste... more Una storia dell'Italia dell'ultimo secolo, riletta attraverso gli effetti e l'incidenza dei sistemi di comunicazione. Come siamo cambiati nella famiglia, verso i figli, negli usi, nei consumi, nelle nostre relazioni interpersonali. La seriazione cronologicamente e culturalmente documentata di mezzo secolo di storia dei canali comunicativi viene adeguatamente armonizzata con la qualità della riflessione psicologica. Ogni reale fotografia dell'accaduto nel campo sociale della comunicazione, dalla nascita della tv ai nuovi strumenti del mondo globale, viene proposta con originale stile analitico-sintetico, capace di coinvolgere l'attenzione emotiva del lettore. Un saggio multidirezionale sui vecchi, nuovi e futuri strumenti della comunicazione.
Indice
I social come specchio e rappresentazione sociale
Cos'è e come nasce Facebook
La generaz... more Indice
I social come specchio e rappresentazione sociale Cos'è e come nasce Facebook La generazione Steve Jobs La Zuckerberg generation - la reingegnerizzazione - lo sviluppo delle applicazioni - Ricerca, sviluppo, acquisizioni Le evoluzioni di Facebook - La timeline Le evoluzioni di Facebook - I nuovi gruppi Le dinamiche di gruppo Social-auto-percezione Le evoluzioni di Facebook – gli hashtag Le evoluzioni di Facebook – News Reader Il nuovo OpenGraph Come leggere gli Insight di Facebook L'Edge Rank – ovvero la visiblità su Facebook Fuga da Facebook (guida alla sopravvivenza per chi pensava che bastassero i “social” per fare marketing digitale) Facebook e gli adolescenti La Zgeneration – ovvero al Generazione Facebook
Mentions and citations Mark Zuckerberg Steve Jobs David Packard Bob Noyce Steward Brand Mari Smith Daniele Gregori Maslow Weinberger Cass Sunstein Paul Carduner Kent Libbey Adam Wolff Charles Lin Carl Sjogreen Adrian Graham Gokul Rajaram Giri Rajaram Saadiq Rodgers-King Justin Shaffer Sam Lessin Peter Wilson Jonathan Perlow Lucy Zhang Ben Davenport Nicholas Felton Ryan Case Koen Bok Dirk Stoop Jasper Hauser Hugo van Heuven Jorn van Dijk Bryan O’Sullivan Bethanye McKinney Blount Mike Matas Kimon Tsinteris Charles Jolley Thai Tran Nilesh Patel Lee Linden Ben Lewis Avichal Garg Curtis Spencer Jan Koum Palmer Luckey Chris Dycus John D. Carmack Blake Ross Joe Hewitt Paul Buchheit Bret Taylor Jim Norris Sanjeev Singh Sam Odio Jack Lemmon Marilyn Monroe Luca Ventura Michele Neri Goldberg Filippo Giotto Giuliano Ambrosio Davide Basile Danielantonio Di Palma Luca Della Dora Valentina Rossetti Susanna Aruga Simone Tornabene Piero Tagliapietra Paolo Ratto Rachele Zinzocchi Luigi Ferrara Rocco Rossitto Dario Ciracì Francesco Russo Riccardo Scandellari Pietro Pannone Marco Camisani Calzolari Alessandro Vitale Lady Gaga Troy Carter Gokul Rajaram Greg Sterling Hannah Payne Emanuela Taverna Costanza Rizzacasa d’Orsogna Tavi Gevinson Katie Ledecky Joshua Wong Malala David Mills Pierangelo Polito
All faces of diamonds
What they are, where they come from, what they are worth, how you evaluate.... more All faces of diamonds What they are, where they come from, what they are worth, how you evaluate. The market and the markets of the world's most famous stones,. Conflicts and the true "gentlemen" who are behind. All the social and environmental implications related to diamonds.
When you give something, we send to the person who "We care" also "a value". And to decline this concept - value - talk about a "Value par excellence." I hope despite everything you read, until the end, until the end. And in the end ... you choose what to consider "value". And consciously choose what value is to be really a gift. A diamond is the best friend of a woman, recited Merilin. A diamond is forever, is the slogan of De Beers. In fact I do not advertise a specific brand, from as the galaxy DeBeers manages (June 2011) the transactions on 78% of the world's diamonds. If you buy a jewel with some diamonds, you can be sure that many of those will be passed from the hands of DeBeers. It guarantees the purity, the average value, and origin.
Introducing This ebook collects my articles published before or on the affair called journalistic... more Introducing This ebook collects my articles published before or on the affair called journalistically "DataGate" and refers in particular to the statements of Edward Snowden. A young analyst of a contractor of the American NSA revealed that the system interceptions and control-especially network and telephone conversations-from part of an American agency through a product called Prism. The shock for these facts to tell the truth did not last long, and it is cleverly resized question for two specific reasons. The first, which really (even through PRISM) Americans have in their hands a lot of embarrassing information for Western governments, individual ministers and heads of state and government and more companies and financial institutions, and so it is not advisable to "aim too feet". If at first the governments especially Europeans had clamored for clarity, in within a few weeks almost everyone has glissando, induced to relent by the fact that the US had two arrows to his bow: to reveal how and how those same governments carry out and interceptions, and stop the strategic cooperation in intelligence. The second reason is that most of the media do not have first-hand news, nor of inquiry, on this issue and on this matter, and you are reduced to simple repeaters laconic statements policies of their governments. In other words they had to choose whether to raise (and then exaggerate the role) of the Guardian-who had the scoop-or resize. In this choice again are the readers to pay, and occurs throughout the ineffectiveness of a printing now little able to do investigations and to engage in investigative journalism. This one when there are real cases of collusion between information services and professionals information (as in the case of Renato Farina-who worked as a reporter and wrote articles on committee of the CIA). Actually this story that was "sold" to the public in a greatly reduced in the form of "espionage government" has a much greater extent, it concerns the way and our approach to the whole system of the Internet, new technologies, and the choice-conscious and individual-to provide such data, and in terms that manage our privacy and our information in the network. Lesser is the awareness and the capacity of choice by the individual and the greater the ability that-while not wishing-provide "network", the governments as to private companies, our personal information and data. And it is precisely for this reason that the DataGate should have at this time to be thorough and developed and told better and more. Almost as a form of "civic education to the network", in and an interconnected world in which we are all on the network, and in a system where it is never neither clear nor defined start where the public and the private ends, as companies and governments. With this in this ebook is divided into three parts. In a first part I'll retrace briefly some events relating to those who have "complaint or publicly reported to the authorities illegal or fraudulent activity within the government of a public or private or a business "-the whistleblowers. In a second part will propose Articles General on issues of network and privacy already published on l'Unità In the third part of the articles, some published and some unpublished, of my investigation on this DataGate, hoping to give it an overall idea of its real size and its social significance, economic and global. Avaible in ebook on Amazon at IT https://www.amazon.it/Datagate-Michele-Salvo-ebook/dp/B00DUDSHHC/ EN https://www.amazon.it/DataGate-NSAGate-English-Michele-Salvo-ebook/dp/B00SHQBN7I/
Mentions, greetings and citations
Edward Snowden Daniel Ellsberg Robert McNamara Richard Nixon Marc Hodler Jan Kozielewski (better known as Jan Karski) Francis Vincent Serpico (better known as Frank Serpico) Mordechai Vanunu Gary Webb Julian Assange Bradley Manning George W. Bush George Bush (father) Barack Obama Bill Clinton Evgeny Morozov Hillary Clinton Margaret Newsham Michael Crow James Barksdale Peter Barris Howard Cox Christopher Darby Anita K. Jones AB "Buzzy" Krongard Jami Miscik Michael Mullen Elisabeth Paté-Cornel Ted Schlein Charles M. Vest Chris Inglis Harvey Davis Glenn A. Gaffney Orrin Hatch Rob Moore William Binney Adrienne J. Kinne
ABSTRACT
This research tells the story of how one of the most useful plants and spread and econo... more ABSTRACT
This research tells the story of how one of the most useful plants and spread and economic and profitable of the story has been demonized for reasons econmiche of some industrial to the early twentieth century. Since that time a plant that has contributed decisively to realize the history of man, has become an enemy to prohibit, through subterfuge regulatory relaioni farce, and a lot of junk communications. a history of hemp in the United States has a fascinating history and forgotten. Plant essential for the construction of the federation, essential until 1930 worldwide (so that will be reintroduced in World War II), the hemp will be banned for myopic personal interests of a few wealthy industry - Herst, Dupont, Mellow - and interest and retrograde bigots still remains prohibited.
The names and uses of "cannabis" In botany and pharmacology A little 'history The "Western history" hemp The nineteenth century prohibition Between science and politics Scenarios of the century and the millennium
Mentions and citations George A. Lower Thomas Paine DuPont Herman Oliphant John D. Rockefeller Luther Burbank Henry Ford William Randolph Hearst Andrew Mellon Harry J. Anslinger Richard Bonnie Charles Whitebread II Wallace Carothers Walter Treadway Robert L. Doughton William C. Woodward Ralph Loziers George Bush (father) Jack Herer Maria Farrow Steve Rawlings Gary Evans
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
With the new frontiers of neuroscience and new perspectives still open. All to be verified and al... more With the new frontiers of neuroscience and new perspectives still open. All to be verified and all to be refuted. That is the power of the scientific method.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
1. First stage: Turin-Brussels-Turin-(mountains)-St.Louis 2. Stage two: the growth factor within ... more 1. First stage: Turin-Brussels-Turin-(mountains)-St.Louis 2. Stage two: the growth factor within us 3. A First Explanation Within Ourselves 4. Step four: an initial explanation outside of us. 5. Fifth stage: a first synthesis. 6. Sixth stage: in the laboratory 7. Seventh stage: outside the laboratory 8. A unitary proposal 9. A new definition of autism 10. A leap to 1925. This chapter builds on the assumptions described in Chapters 4, 5, 6, 10, 11. The unitary thesis proposed here and presented on the basis of recent findings is, in short, that there is, as a prerequisite, a genetic predisposition in terms of susceptibility. The entire panel of genes involved is not essential, but there must certainly be a critical number of them, which may also vary from person to person (Chapter 10) At a critical stage of NGF and BDNF expression in neurogenesis, and in particular, at the moment of specialisation, an environmental factor, in the intrauterine developmental phase, intervenes as a trigger in a chain that leads to atypical brain development: a total of 974 abnormalities in neural connections associated with autistic behaviour have been identified (Chapter 6); fewer may occur as well as more or different ones. The abnormalities we are talking about are mainly connectional: something in the circuit and in the process of connecting neurons has gone wrong. This is confirmed to us by the cranio-cerebellar anomalies we have discussed and described in Chapter 6 This is confirmed by the quantitative differences in the brain's white and grey masses and their size. This is confirmed by the consequences of damage to the neurobiological circuit of attention. This is confirmed by the effects of damage to the neurophysiological circuit related to the theory of mind. This is confirmed by the dysfunctions implicit in the malfunctioning of the mirror neuron complex (Chapters 8, 9, 11). The entire characteristic and symptomatic picture and comorbidity (Chapter 4) is consistent with this general explanation. And the intensity and characteristics depend on where, how, when and how much environmental interference has intervened in the neurogenesis process. Consequently, a new definition of autism is proposed as 'autistic state' for the time of diagnosis and 'autistic complex condition' for the individual description that can provide an indication of possible intervention.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
1. Music and Autism 2. Alfred Tomatis and audiopsychophonology 3. The neuroscientific basis of th... more 1. Music and Autism 2. Alfred Tomatis and audiopsychophonology 3. The neuroscientific basis of the music-brain relationship 4. Marta Herbert's thesis 5. Music, neuroscience and mirror neurons. For a long time, the role of music in relation to autism and other neurodiversities has been confined to the therapeutic field, mainly on the basis of observation that has suggested affinities and positive effects. In fact, extensive cross-sectional studies (here, for example, a parallel with Williams syndrome will be described) have shown that music, and sound in general, have precise neuroscientific correlations with cerebellar structures and their conformation and development. This chapter will particularly describe the neuroscientific basis of the correlation between music and the brain and studies in the neuroscientific correlates between music and the activity of the mirror neuron system.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
Molecular genetics and the emergence of the autism spectrum 2. In search of the empathy gene 3. D... more Molecular genetics and the emergence of the autism spectrum 2. In search of the empathy gene 3. De novo' mutations 4. The overall state of autism genetic research 5. The overlaps between genetic brain disorders and neurological and psychiatric phenotypes with regard to autism, genetics was understood as that branch of studies that would find 'the cause' and propose 'the cure'. In reality, it soon became clear that this would not be the case. This chapter first describes the paths that were taken at the beginning of the genetic research and then the various results we have arrived at. This chapter aims to offer a frame of reference and a summary 'to date', considering that while it is true that 'the' gene responsible for autism has not been found, not only has research produced extraordinary results, but it has at the same time outlined a serious, solid and reliable framework on susceptibility and to some extent genetic predisposition.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
In this chapter, I will attempt to describe the neuroscientifically based theories on autism, for... more In this chapter, I will attempt to describe the neuroscientifically based theories on autism, for which the neurophysiological and structural foundations have been explored in Chapters 5 and 6. After the cognitive revolution, in fact, the neuroscientific revolution is probably the area in which the integration of transversal specialisations has been most witnessed. Virtually, all disciplines participate in this area and all may have ‘something to say’. The term neuroscience historically refers to the set of disciplines that study the various morpho-functional aspects of the nervous system through the contribution of numerous branches of biomedical research, from neurophysiology to pharmacology, from biochemistry to molecular biology and from cell biology to neuroradiology techniques. Neuroscience has contributed, as far as the biomolecular aspect is concerned, to defining the functioning of the neuron, the role of neurotransmitters, neuromodulating molecules and those with trophic action. In parallel, the biomedical approach has made it possible to employ various investigative techniques to explore the anatomo-functional structure of the nervous system as an integrated unit, both under normal and pathological conditions. In this sense, progress has been made in neuroradiology and in those particularly refined techniques that are widely used in clinical diagnostics (computed tomography, magnetic and positron emission nuclear resonance). The approach was then extended to the description of molecules capable of controlling the genesis of certain brain proteins (genetic engineering). In particular, molecular biology has made it possible to study amino acid sequences of peptides that appear to play a physiological or pathological role, in relation to different conditions of isolation and characterisation. One of the main topics of discussion for philosophers and scientists in the twentieth century has been whether ‘mental’ activities such as thought, emotions, self-awareness and will are different functions from ‘brain’ activities such as the movement of a limb, the perception of colour, etc., or whether they too represent functional expressions of the neurons that make up the brain. The distinction between mental and cerebral activities, in the light of current knowledge, appears artificial to those practising one of the many disciplines that constitute neuroscience. According to this conception, the so-called mental activities must be considered as emergent properties, the result of such a complex sum of simpler neuronal activities that they constitute a quantitative leap that is essentially still undecipherable. These studies are also beginning to provide fundamentally important information on the nature of mental processes such as consciousness, will and memory, enormously complex issues that constitute the core of the third level of brain functions. It is not surprising, in this context, that more and more neuroscientists and cross-disciplinary research groups engaged in neuroscience have become interested in the great issues of the human mind, from consciousness to free will, from the redefinition of apex concepts such as life, death, intelligence, the unconscious, memory and not least autism, with the search for neuronal correlates and the neurophysiological basis of psychological theories.
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The 'second autism' 2. A new 'theory of mind' 3. The first epidemiological studies 4. Some explan... more The 'second autism' 2. A new 'theory of mind' 3. The first epidemiological studies 4. Some explanations for the increase in autism cases 5. Brief note on the use of AI in scientific research 6. Mathematical, logical and scientific autism 7. Central coherence 8. Stem Universe. We have left the aetiology of autism to the vaccine correlation thesis, but chronologically it is necessary to take a step back. Up to DSM-III, we can speak of 'early autism'. The distinction between 'first autism' and 'second autism' that I adopt in this book and in Chapter 2 was introduced by Bonnie Evans in Evans, B. (2013) A definition of 'second autism' needs to be introduced. In Chapter 7 we saw and examined the most recent diagnostic criteria considered by the medical clinic. But we must go back and try to better understand what the new path was historically based on and the theoretical foundations on which the new paradigm was built. In summary, this chapter will discuss Lorna Wing's new definition of mind, the new theory of cognitive dysfunction, the theory of central coherence, the cognitive phenotype theory, the theory of the extreme male brain, the logicmathematics model, all from the Anglo-Saxon school, and we will see how this new defining model has become epidemic and globally widespread.
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Assessment profile-TTAP 7. Tools for Behaviour Observation In order to define a 'state of the per... more Assessment profile-TTAP 7. Tools for Behaviour Observation In order to define a 'state of the person', it is necessary to start by clarifying the criteria of definition. The effort is not only scientific, but above all linguistic, and as I said at the beginning, language, syntax and the construction of the period, what we express is the reality in which we live. In Chapter 2 we left the definition of autism to the DSM-IV. This chapter first describes the currently adopted 'medical diagnosis' criteria and diagnostic tools, starting with the definitions, in parallel, proposed by the newly adopted DSM-5 and DSM-5 TER, and analysing the diagnostic tools currently accredited and used for diagnosis. In the chapters immediately following, I will try to analyse the 'epidemic' phenomenon that has been perceived in recent years, when it seemed that autism had exploded, and the enormous progress in defining the subject by the movement of families of autistic persons and the definition of the concept of neurodiversity by Judy Singer.
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This chapter in a way closes the block of three supporting, in-depth and instrumental chapters to... more This chapter in a way closes the block of three supporting, in-depth and instrumental chapters to get an overall biological-clinical-physiological picture. Before delving into the most well-established and accredited aetiological theories of the last thirty years, further investigation into the cranio-cerebellar characteristics of persons diagnosed with autism is required. Several studies have shown that the head circumference of autistic children at preschool age is significantly larger due to an increased amount of white matter and grey matter. In particular, it was found that the marked growth of the brain occurs in the first year of life. In this chapter, I will attempt to summarise the results of the most recent scientific investigations also favoured by the technological development of new diagnostic tools.
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1. How a brain is born 2. Neural Darwinism 3. The origin of neurons 4. Neuronal activity during d... more 1. How a brain is born 2. Neural Darwinism 3. The origin of neurons 4. Neuronal activity during development
This chapter follows the characteristic and symptomatological picture and precedes a chapter devoted to the cranio-cerebellar features typical of autism. The spirit of this book is to offer an overall picture that can reach, and thus actively involved, the ‘differently specialised’. I think it is necessary, for what I will say next, that certain concepts are clear, and to do so this chapter offers a common basis for further study and reasoning. In this context, this chapter provides the essential basis for a conscious and rigorous understanding of what I will expound in Chapters 6, 11 and 15. But it is also—I believe—a valuable support in understanding the dynamics of neurogenesis and brain development as a whole.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
1. Features 2. Autistic isolation 3. Thinking and devising 4. Attention disorders 5. The quest fo... more 1. Features 2. Autistic isolation 3. Thinking and devising 4. Attention disorders 5. The quest for immutability and order 6. Social development 7. Face perception and eye contact 8. The relationship with objects 9. Communication 10. Repetitive behaviour 11. Sleep disorders 12. Verbal and non-verbal communication 14. Social interaction 15. Brief note on the concept of the social brain 16. Affectivity and sexuality 17. Imagination or repertoire of interests 18. Sensory disorders 19. Hearing 20. The view 21. The sense of smell 22. Taste 23. Touch 24. The pain 25. Other symptoms 26. The emotions of the autistic child 27. Anxiety 28. Fears 29. Sadness and joy 30. Mistrust and distrust 31. The autistic child's defences against negative emotions 32. Co-symptomatic and co-pathological conditions: Abnormal folate metabolism; Abnormal redox metabolism; Intestinal disease; Developmental coordination disorder (dyspraxia); Fetal alcohol spectrum disorder; Fragile X syndrome; Hypermobility spectrum disorder and Ehlers-Danlos syndromes; Mitochondrial diseases; Neuroinflammation and immune disorders; Reduced NMDA receptor function; Strabismus; Tinnitus; Tourette Syndrome; Tuberous sclerosis; Vitamin deficiencies; Inference of metal ions.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
1. Autism before autism 2. The ‘discovery’ of autism 3. Criticism of classical psychoanalysis 4. ... more 1. Autism before autism 2. The ‘discovery’ of autism 3. Criticism of classical psychoanalysis 4. Autism in other cultures
This chapter introduces autism in its classical definition, the one that goes from the definition proposed by Leo Kanner to the DSM-IV. The first chapter has its natural extension and continuation in Chapters 7, 8 and 12. In this sense, this is the suggested reading path for those who are more interested in an exclusively socio-historical reconstruction. The definition and distinction between first and second autism is borrowed from Bonnie Evans who introduced it in 2013.
Autism Research Between Psychology and Neuroscience: From Leo Kanner to New Frontiers, 2024
1. Different from whom? 2. My encounter with science (and family matters) 3. Science and knowledg... more 1. Different from whom? 2. My encounter with science (and family matters) 3. Science and knowledge in the complex world 4. A question of language 5. The scientific method and the need for grand theories 6. What this book is about 7. An initial map 8. Bibliographical notes
This chapter clarifies the terms of the overall discourse on autism, attempting to offer an unusual point of view and clarifying why it is necessary. It is a place and an opportunity to take stock of the specialisation of scientific knowledge in the context of an increasingly complex world in which greater multidisciplinarity should be reintroduced. By introducing some unusual references for a text on autism, it is proposed to broaden the view, for example, to branches of science, such as quantum physics, that have already addressed the problem of complexity that is only now emerging in the medical sciences through the new approaches offered by the neo-sciences. An example to follow. This also includes an initial note on the issue of language. These two perspectives also form the introduction to Chapter 15 and find their own synthesis in the method set out in the conclusions.
Autism Research between Psychology and Neuroscience, 2024
Reviews
“This book brings a useful historical retrospective on ASD while combining it with the la... more Reviews “This book brings a useful historical retrospective on ASD while combining it with the latest advances in the field today. The author looks at the future directions of research and treatment evolution, making this a book of future planning, not just an analysis of the past.” (Loredana Al Ghazi, Senior Lecturer, Department of Educational Sciences, West University of Timisoara)
“This extraordinary book succeeds in its admirable goal of making complex material as simple as possible, but not simpler. It will impress readers with its breadth and depth, and excite them with its critical analysis and new perspectives.” (Linda Gilmore, Adjunct Professor, School of Psychology & Counselling, Queensland University of Technology)
“An ingenious bridge between the neuropsychiatric and psychotherapeutic certainties of the past and the incessant research of the present, this book projects towards a refined and competent interdisciplinary approach.” (Michele Rossena, President of the Italian Institute for Human Sciences)
Nel 2020 l’Italia, prima in Europa, e in maniera più violenta di altri paesi,
ha affrontato l’imp... more Nel 2020 l’Italia, prima in Europa, e in maniera più violenta di altri paesi, ha affrontato l’impatto della pandemia da Covid-19. Nell’analisi ex-post sono state messe in evidenza lacune, mancanze, inefficienze, non solo amministrative, che possiamo considerare endemiche ed anche sintomatiche del nostro Paese. In questo senso è significato il fatto che il Racovery Fund che ha finanziato il PNRR, per ristorare i danni economici causati dalla pandemia e dalle misure di restrizione, sia stato quantitativamente il maggiore tra quelli stanziati dall’Unione. Altrettanto significative però sono le riforme richieste e la timeline indicata per accedere alle varie tranche: sostanzialmente tutte – nei vari capitolati – nella direzione di migliorare, accelerare, snellire e modernizzare il “sistema paese” cercando di metter mano alle inefficienze. Non siamo così ingenui dal ritenere che le inefficienze amministrative e burocratiche siano solo un problema di “anzianità” o di miopia o di disinteresse e incapacità: ogni volta che c’è un’inefficienza c’è un mercato. Tangentopoli ci ha mostrato che le lungaggini nelle assegnazioni degli appalti erano il sistema che facilitava la corruzione: come poter quindi chiedere che chi della corruzione beneficiava mettesse mano a norme di trasparenza ed efficienza? Dal macroscopico alle piccole lungaggini e inefficienze ed “emergenze” di oggi, ogni qual volta qualcosa non funziona c’è un mercato parallelo che offre il “servizio funzionante”. Ce ne siamo accorti troppo tardi nella sanità pubblica: la TAC che non funziona in ospedale generare i fatturati delle società private che offrono TAC a pagamento, a tutti quei cittadini che si sentono rispondere che i tempi di attesa sono di 9-12 mesi. Ma non riveliamo nessun segreto nel dire che in ogni inefficienza c’è sempre chi ci guadagna. Come non riveliamo alcun segreto – se non a chi non vuol vedere – nel ribadire che le procedure lente negli appalti pubblici servono per elevare a potenza il numero (spesso incredibilmente non necessario) delle procedure d’urgenza con assegnazione diretta. Ecco che – nella facile leva della comunicazione politica populista – le richieste di efficienza dell’Unione – nell’interesse di una efficienza comunitaria generale che porti una ottimizzazione degli effetti della spesa pubblica – vengono spacciate e rivendute come ingerenze negli affari nazionali. Ed anche in buona fede (vogliamo credere) quelli che si oppongono a tali riforme come dittatura tecnocratica esterna ed ingerenza, si prestano come difensori delle inefficienze, della corruzione e del disservizio. In proposito vorrei ricordare quel deputato della regione Sicilia che – in aula e pubblicamente – ha dichiarato che “non accettava l’indicazione di Roma” di ridurre le indennità perché “lui on accettava ingerenze da Roma”. Lo ringrazio perché ha reso esplicito quello che intendevo! Nessuna delle riforme richieste – è bene chiarirlo – interviene o detta il come e cosa fare, ma indica obiettivi da raggiungere: tale non può essere considerata ingerenza, ma condizione per una spesa corretta ed efficiente. Difendere i ritardi e la farraginosità di un sistema significa essere complici di quel sistema inefficiente e difendere chi ha interesse a quella inefficienza. Una stima complessiva indica che – nonostante gli stipendi dei dirigenti regionali e del personale amministrativo – su oltre 200 miliardi di Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale nel Programma 2014-2020 oltre 3 miliardi sono stati spesi in “attività di supporto specialistico alle autorità di gestione”, ovvero consulenze esterne. Se accorpiamo tutte le spese di gestione dei fondi, includendo il personale pubblico e le gare collegate, le assistenze esterne e le consulenze di progettazione la spesa arriva alla esorbitante cifra di poco meno di 50 miliardi, pari al 25% di tutti i fondi disponibili. Non è questa la sede (né lo scopo di questa raccolta) fare un processo alla pubblica amministrazione o all’organizzazione amministrativa. Ma è un punto essenziale da chiarire che queste inefficienze drenano risorse essenziali, e nei momenti di crisi l’effetto di queste inefficienze finisce con l’essere drammatico. Ma è significativo, in questo ragionamento introduttivo, che l’articolo di chiusura non sia un resoconto dei e dai mercati, ma un fondo sui “furbetti del Covid”. Quel pezzo di commento (che trovate alla fine) comincia così: L'esercito dei riluttanti ai controlli, che straparlano di perdita della sovranità nazionale, ha un nome, o meglio un numero che li identifica con adeguata certezza. Sono 188mila. Sono le imprese – e quindi gli imprenditori – che in pieno Covid hanno gridato alla crisi ed alla imminente chiusura, hanno chiesto, e ottenuto, la Cassa Integrazione totale per i loro dipendenti, salvo poi farli lavorare "al nero", in violazione delle leggi in materia di lavoro, ma anche quelle in tema di sicurezza sociale e sanitaria, nonché di tutte le varie normative di restrizione della circolazione delle singole regioni. E credo abbia un senso ripubblicarlo oggi, e ritengo sia (o possa essere) la chiusura adeguata, ricordando le decine di migliaia di morti. E le migliaia di imprese che sono fallite.
Il nostro viaggio nel secolo scorso in venticinque discorsi vuole raccontare queste profonde tras... more Il nostro viaggio nel secolo scorso in venticinque discorsi vuole raccontare queste profonde trasformazioni attraverso personaggi, ma soprattutto date e momenti simbolici. Attraverso il cambio di lessico e di sintassi, ma anche attraverso personaggi diversi e certamente discussi della storia contemporanea lo sforzo vero dovrà essere quello di immedesimazione. Essere pubblico contemporaneo, ricettore di quel messaggio, ma al contempo persona vera e reale che vive quell'epoca e quei luoghi in cui vengono dette quelle parole. E poi essere politico, essere cittadino di altro paese, di altra lingua e altra cultura, e cercare di vivere e comprendere la dirompenza di quel discorso pronunciato altrove da un rappresentante di un popolo e di una storia e di una politica e di una cultura diversa dalla nostra. Infine, essere cittadini contemporanei, capaci con le lenti del futuro di vedere esattamente come quel discorso, la potenza di quelle parole, hanno cambiato una storia che era diversa sino al giorno prima. È solo compiendo le prime due immedesimazioni che la terza – quella per noi più semplice – acquisisce un quarto significato, ovvero la comprensione del lavoro dietro le parole di un discorso che spesso può durare anche pochi minuti. Il senso del peso di un messaggio, di una sintesi, della consapevolezza di quello che si porta, ma anche di quello che viene consegnato al proprio destinatario immediato, al destinatario "a distanza" ed al destinatario "storico".
Il web offre straordinarie opportunità di comunicazione, disintermediazione, organizzazione.
Ques... more Il web offre straordinarie opportunità di comunicazione, disintermediazione, organizzazione. Questa caratteristica di "strumento di oportunità" tuttavia non è priva di rischi, proprio perchè la disintermediazione preclude quello strumento di verifica della notizia – nel bene e nel male, e talvolta costuituendo un limite alla conoscenza – che stava alla base dell'informazione, che non va dimenticato costuituisce anche il fondamento delle democrazie, contruibuendo a formare una coscienza consapevole, sulla cui base – almeno in teroria – si forma la coscienza civica e quindi un voto consapevole. Alle vecchie forme di comunicazione, generalmente unidirezionali, il web affianca oggi un canale nterattivo, in cui almeno in teoria ciascuno può essere creatore di contenuti e può contemporaneamente interagire, condividendo, citando, commentando, contenuti altrui. Questa forma di partecipazione è certamente positiva, come ogni forma di disintermediazione, perchè avvicina il cittadino all'eletto, il candidato agli elettori, il media tradizionale ai lettori. Un'osmosi che può generare plusvalore, può migliorare la qualità dei messaggi e dei contenuti, e può far scoprire mondi e micromondi sino a ieri sconosciuti, degni di spazio e rappresentanza. Ma il web non è privo di rischi. Essendo uno strumento editoriale, che genera intrioti e vive di accessi, visite, click, genera anche tutte le patologie legate all'uso di "qualsiasi strumento utile" a generare questi accessi, e quindi incassi. La comunicazione politica tossica, intesa come quell'insieme di casi in cui il messaggio, la sua organizzazione, la sua viralizzazione e le dinamiche di gruppo nei social network, determina da un lato una falsa percezione del consenso, e dall'altro tendono ad una vera e propria manipolazione, della realtà e delle persone. La politica si intreccia con il mondo dell'informazione proprio perchè è sempre più diventata anche uno spettacolo di massa, finendo con il condividere regole e metriche tipiche degli show, seguendo l'audience e la telegenia, subendo il condizionamento di ciò che fa alzare o meno lo share. Ed anche la webreputation non sfugge a questa deformazione, attraverso la lettura di dati di accessi, letture e condivisioni come metrica del consenso politico. Con tutte le implicazioni patologiche del caso, soprattutto quando i dati – come sin troppo spesso e massicciamente avviene – sono dopati. L'ho definita comunicazione tossica perché, proprio come un virus, si diffonde nel web contaminando comunità, persone e ambienti, spesso inconsapevolmente. La caccia al numero di fan e follower, al valore kloud, il numero di visite al proprio sito finiscono con l'essere l'unico obiettivo da perseguire, a costo e scapito dei contenuti, della riflessione, del progetto, del programma e dei valori. In definitiva, il rischio, è che il web da strumento utile per la comunicazione, disintermediazione ed organizzazione della società e della politica, finisca con il deformare e trasformare – inconsapevolmente – non solo la comunicazione, ma anche il rapporto con la politica e l'organizzazione della società. Introduzione alla comunicazione tossica Politica e mass-media La spettacolarizzazione dell'informazione Il web sorpassa la tv Il web e le "leggi speciali" Il popolo della rete, il popolo che non esiste Gli "stumenti" della comunicazione politica in rete La percezione e i falsi numeri del web La social-auto-percezione Informazione e SocialNetwork in Italia La comunicazione politica tossica I gruppi e i social network. Influencers della rete La formula dell'engagement La comunicazione manichea Il web e il complottismo La paura e la politica. La politica della paura. TV e potere La politica trasformata in fiction La politica testicolare Twitter e l'opinione della maggioranza L'hashtag-politik Se il cyber-utopismo conquista la politica La campagna elettorale e il web 2.0 La comunicazione social dei leader europei
Il tema della comunicazione politica nell'era digitale rischia di inciampare nelle facili trappol... more Il tema della comunicazione politica nell'era digitale rischia di inciampare nelle facili trappole ed esemplificazioni tipiche del cyberutopismo che tanto affascina sia i protagonosti della scena politica sia gli spin-doctor sia un pubblico i cerca di vie messianiche che ci parlino di partecipazione diretta e democrazia dal basso. È essenziale ritornare a considerare complessivamente le categorie dell'informazione, attraverso cui appunto avviene la comunicazione politica, e ripensare il web semplicemente come un nuovo medium attraverso cui questa informazione si compie. Partirò valori dell'informazione, in particolar modo dell'informazione e comunicazione politica, affrontando termini come obiettività, imparzialità, neutralità, verità e del contributo dei media di massa a quell'insieme di valori politici di apertura e di responsabilità democratica che vanno sotto il nome di 'trasparenza', e di come i mezzi di comunicazione ed informazione non solo non contribuiscano alla trasparenza politica, ma anzi diventino strumento di una vera e propria opacità, se non simulazione. Un ruolo specifico in questa azione mistificatoria è esercitato dal mezzo televisivo, sia attraverso la spettacolarizzazione sia attraverso la creazione di eventi mediatici come strumento di comunicazione politica, sia attraverso una vera e propria cultura dello scandalo ed il conseguente assottigliamento del confine pubblico/privato come strumento di apparente trasparenza. Affronterò la trasformazione dei media dell'informazione. Attraverso queste nuove declinazioni e questi nuovi territori fatti di spazi e tempi nuovi parleremo delle caratteristiche della comunicazione (in particolar modo politica) nell'era del web, la chiameremo "comunicazione 2.0" e ne affronteremo il nuovo vocabolario; il web come "contenitore utopico", le dinamiche di gruppo al'interno di questo contenitore e gli atteggiamenti di approccio, in particolare analizzando gli aspetti peculiari delle nuove socializzazioni, tipiche della dimensione online, e della percezione e auto-percezione che ne derivano. Infine vedremo alcune forme tipiche della comunicazione online (non solo politica): blogger, webjournalism, influencers, ed attraverso la quali-quantificazione di questi soggetti cercheremo di comprendere come ed in che modo misurare la rilevanza di queste nuove grandezze della comunicazione sociale. Il nuovo villaggio globale è sempre più simile ad un mondo “iperinformato” in cui la domanda di informazione viene spesso confusa con l'offerta di opinione, ed in cui mancano gli strumenti di discernimento e di individuazione del corretto confine tra ciò che è fatto, ciò che è notizia, ciò che è informazione e ciò che è opinione. Eppure è solo attraverso un corretto processo informativo che può trovare le sue basi quella coscienza e consapevolezza attraverso cui il cittadino esercita i suoi diritti, risponde e chiede conto dei doveri, e determina la vita dei processi democratici. Qualsiasi sia quindi il medium di cui parliamo, occorre una riflessione critica sul sistema dell'informazione e dei mass media, su come spesso attraverso un legame non sempre chiaro e limpido la politica trasforma se stessa in fenomeno mediatico e il sistema dell'informazione diventa un pezzo della comunicazione politica ed in cui il web finisce con l'essere territorio di amplificazione di questo o quel messaggio. Introduzione 1 Obiettività, imparzialità, neutralità e verità 2 I massmedia e la simulazione della trasparenza nella comunicazione politica 3 L'informazione politica televisiva in Europa 4 L'informazione politica televisiva in Italia 5 Dal villaggio globale al tempo di Internet 6 La comunicazione 2.0 7 Il nuovo vocabolario della comunicazione politica 8 I luoghi del web 9 La social-auto-percezione 10 Influencer e blogger di area 11 Chi sono e cosa fanno gli influencers 12 Cosa fa e come si diventa influencer nel web 13 La misurazione della web influence
Sangue d’Europa era un titolo che il quotidiano “Il Manifesto” usò durante i bombardamenti sulla ... more Sangue d’Europa era un titolo che il quotidiano “Il Manifesto” usò durante i bombardamenti sulla Serbia di quest’anno. Lo stesso titolo in questa sede parte dalle stesse considerazioni che fece allora la direzione del Manifesto, e cioè che le vicende terribili che insanguinano la regione dei Balcani sono patrimonio drammatico delle carenze diplomatiche della costituenda Europa.
Questa non è solo la storia di quella guerra, ma anche un reportage attraverso tutta la Serbia e il Kosovo - in 60 fotografie. ...per ricordare una guerra che ormai abbiamo dimenticato, in un tempo in cui qualcuno trasformò la nostra penisola in una grande portaerei al centro del Mediterraneo.
es una novedad absoluta en el panorama de la política italiana. Y esta novedad-al igual que la de... more es una novedad absoluta en el panorama de la política italiana. Y esta novedad-al igual que la de Berlusconi hace veinticinco años-le ha llevado a la victoria. Una vez más, es el conocimiento y la capacidad de gestionar los medios de comunicación lo que hace la diferencia. Hace veinticinco años, en un país donde la clase política había recién descubierto los spots en la televisión comercial, todavía atado a fórmulas de un debate político estático, Berlusconi sí dominaba esos medios y batió a cualquier rival. Hoy en día funciona el storytelling: la política vista como una historia y una narrativa. Poco importa ya un único medio, lo que pesa es la capacidad de conexión multimedia: imágenes, vídeo, televisión y el intercambio social, lo que significa también la capacidad de ponerse en contacto (en asuntos reales o aparentemente pequeños) con los votantes. Para entender cómo los mismos dirigentes del Partido Demócrata han sido abrumados por el fenómeno Renzi sólo hay que recordar una frase de Massimo D'Alema: "En mi opinión debería estar cinco años como eurodiputado y luego presentarse como candidato". Unos meses después de esta frase, Renzi ganaba las primarias, se convirtió en secretario general y fue nombrado primer ministro: todo en tres meses. Esta concepción del tempo político es exactamente lo que nos puede dar fe del momento en el que vivimos y lo que los medios de comunicación y su integración multimedia logra hacer con la política. No es algo aislado. Si miramos "más allá" del fenómeno Renzi, es la misma parábola de Tsipras en Grecia, de Podemos en España, pero también de la regeneración política de Sarkozy en Francia, sólo por nombrar unos pocos ejemplos. Con la aceleración de esa sincronización entre los medios de comunicación y la sociedad, también se distorsionan las clases dominantes, las cuales no son capaces de mantener el ritmo. No es sólo el final de los partidos tradicionales antiguos, en las que a menudo las estructuras organizativas se convierten en conservadoras, sino también el final de las "viejas rutas" para el crecimiento y la educación política dentro de los propios partidos.
De ser casi una sigla desconocida y relegada a ser una rama de Al Qaeda, hoy en día Estado Islámi... more De ser casi una sigla desconocida y relegada a ser una rama de Al Qaeda, hoy en día Estado Islámico (EI) domina las páginas de todos los periódicos del mundo e "invade"-literalmente-la red, generando miles de interrogantes y protagonizando teorías conspirativas. En mi libro ISIS, la comunicazione globale del terrore lo que analicé es el "modelo de comunicación". Es decir, la evolución de la forma en que los yihadistas y sus movimientos decidieron comunicarse, su estrategia para crear el mito y los objetivos estratégicos de esta nueva forma de comunicación. Pero también abordé algunas de las "teorías conspirativas" a partir de las cuales nació y se alimenta ese mito, y que forjan además una especie de "halo de misterio" que crea fascinación, especialmente en el extranjero. De hecho no hay nada más atractivo que la participación en un "misterio que se ha revelado", una verdad que hay que descubrir, algo que debe ser desenmascarado. Y todo ello con un uso inteligente de la red, donde cualquiera puede ir reuniendo pistas poco a poco, convirtiéndose en algo así como un juego social. A más comparticiones, a más visualizaciones de sus vídeos, a más enlaces... más relevancia en la red tiene el EI. Más allá del juicio cierto de que es la organización terrorista más despiadada, el EI se caracteriza por ser también una máquina de reclutamiento a través de la propaganda más estructurada e integral del terror. Si no fuera por Al Qaeda, si ésta no hubiera realizado tan espectaculares ataques en los últimos años-con el ataque a las torres gemelas como momento culminante-, y si no hubiera habido una densa campaña de algunos medios que-sin querer y quizás imprudentemente-han creado el "mito" del mártir que, al igual que David venció a Goliat, "conduce el ataque al corazón de Occidente", todo lo que ha sido la evolución de esta organización habría carecido de su núcleo fundamental. Al Qaeda ha sido el caldo de cultivo que forjó en al menos dos direcciones la nueva estructura del terrorismo extremista y fundamentalista.
Un fantasma recorre Europa. Así empezaba el manifiesto del Partido Comunista firmado por Karl Mar... more Un fantasma recorre Europa. Así empezaba el manifiesto del Partido Comunista firmado por Karl Marx y Friedrich Engels. Fue publicado en Londres en 1848, en medio de ese período que en Italia se conocía bajo el nombre de Risorgimento italiano, y que se extendió por el resto del mundo en formas diversas y particulares. Esta fase, que duró unos veinte años, fue visto como un "movimiento de masas": era el fin de los imperios, el surgimiento de los estados nacionales y, sustancialmente, la creación de un mapa geográfico y político (no solo) europeo muy similar al actual. De hecho, el impulso era mucho más profundo: aquellos viejos imperios ya no respondían a las necesidades de gobierno de unos estados más complejos, con economías industriales, pero, al mismo tiempo no estaban listos para dejar el modelo monárquico y aventurarse en nuevas formas de gestión política que en esa época eran desconocidas e ignotas, con riesgos excesivos de inestabilidad, y sin ninguna garantía de éxito. Se necesitará un siglo, dos guerras mundiales, setenta millones de muertos, el nacimiento de los medios de información de masas y la difusión del teléfono, así como diversas dictaduras nacionales, para que se llegue al sufragio universal, al voto de las mujeres, y al surgimiento de las democracias tal como las conocemos hoy en día. Un proceso tan largo y con tanto sufrimiento costó millones de vidas. Pero esos años del Risorgimento fueron la base sin la cual los estados nacionales modernos ni siquiera se hubieran concebido, exactamente como aquel paso necesario para la transformación de un imperio a una monarquía nacional, cuando fueron redefinidas sus funciones, espacios y poderes, de forma más adecuada a las necesidades de la época. ¿Qué tiene que ver todo esto con la actualidad? La respuesta es muy simple. Ahora, como entonces, "un fantasma recorre Europa" (y en todo Occidente).
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Papers by Michele Di Salvo
In direct correlation with the framework of early autism introduced and described in the second chapter, this chapter introduces the earliest aetiologies that, chronologically, go all the way back to the vaccine correlation theory. The topic of the exponential increase in interest and scientific research on autism over the last 30 years will also be introduced here. The second part of this chapter introduces a topic that is very relevant across the following chapters, namely the topic of bias, error and ‘noise’ in scientific research. This is an opportunity to provide the tools for understanding some of the critical analyses that will be proposed regarding statistical data, incidence analyses and epidemiological research. But it is also an opportunity to contextualise, specify and introduce topics that are typically framed in behavioural and economic choice psychology, and that instead have much to say about any human activity, including scientific research and analysis.
Ha inoltre ritenuto violati l'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 3 nonché l'articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) letto in combinato disposto con gli articoli 3 e 14 CEDU.
Lo strumento prescelto non è una legge ad hoc, semmai a seguito di un ampio e articolato dibattito e confronto, ma una legge di conversione del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nel contesto a sua volta delle linee guida sull'uso della IA.
Lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale è affidato a una strategia predisposta da un’apposita struttura della Presidenza del Consiglio, d’intesa con le Autorità nazionali competenti in materia di innovazione tecnologica, il ministero del Made in Italy e quello dell’Università. La scelta denota l’intenzione del governo di giocare un ruolo cruciale nel processo di sviluppo dei sistemi di I.A. Del resto, ciò si evince anche dalla scelta di affidare a AgId e all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale il compito
di garantire l’applicazione della normativa nazionale ed europea, essendo entrambe agenzie tecniche della Presidenza del Consiglio.
Chiediamo a ChatGPT di elaborare un testo, e scopriamo essere pieno di imprecisioni ed errori.
Tutti questi sono fenomeni comuni e quotidiani, che spesso toccano pesantemente i diritti delle persone, attraverso la produzione di informazioni false, sbagliate e fuorvianti.
In questo articolo proviamo a capire come ciò avvenga, perché e quali sono gli strumenti a nostra tutela.
L'ultima frontiera dell'integrazione dell'IA con i processi di policy e regolamentazione emerge dal suo utilizzo nelle attività giuridiche parlamentari, in particolare come supporto all'analisi di dati e informazioni, elaborazione linguistica, assistenza decisionale, comunicazione e interazione tra legislatori e cittadini.
L’utilizzo e l’integrazione dell'Intelligenza Artificiale in campo parlamentare è stata proposta come opportunità per ottimizzare i processi decisionali.
Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
garantire al contempo una giustizia equa, i diritti della persona e dell'imputato, una
attenta valutazione probatoria, il rispetto delle garanzie. In questo contesto, si è inserita
già da tempo anche la digitalizzazione del processo, fortemente impiegata nell’ambito civile e che sta avanzando anche in sede penale.
Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
Nel provvedimento in esame, il British Columbia Civil Resolution Tribunal (BCCRT) canadese analizza la questione alla luce dei principi giuridici dell’obbligo di diligenza e del legittimo affidamento
In questo articolo proviamo a fare chiarezza su aspetti e tematiche legati a questo interessante filone di analisi e prospettiva redazionale dell'atto giuridico.
parte dei privati impegnati nella ricerca).
122, convertito, con modificazioni, nella L. 25 giugno 1993, n. 205 ovvero in quella prevista dall'art. 5 della L. 20 giugno 1952, n. 645; se, inoltre, le due disposizioni configurino un reato di pericolo concreto o di pericolo astratto e se i due reati possano concorrere oppure le relative norme incriminatrici siano tra loro in rapporto di concorso apparente».
È questo il principio che emerge dalla recente sentenza della Cassazione penale, Sez. I, pubblicata il 4 giugno 2024, n. 22503.
La sentenza acquisisce maggiore valore trasversale nel contesto della recente legge delega 21 febbraio 2024, n. 15 (soprannominata “legge bavaglio”) con cui si è inteso vietare la pubblicazione dei contenuti dell’ordinanza cautelare.
In direct correlation with the framework of early autism introduced and described in the second chapter, this chapter introduces the earliest aetiologies that, chronologically, go all the way back to the vaccine correlation theory. The topic of the exponential increase in interest and scientific research on autism over the last 30 years will also be introduced here. The second part of this chapter introduces a topic that is very relevant across the following chapters, namely the topic of bias, error and ‘noise’ in scientific research. This is an opportunity to provide the tools for understanding some of the critical analyses that will be proposed regarding statistical data, incidence analyses and epidemiological research. But it is also an opportunity to contextualise, specify and introduce topics that are typically framed in behavioural and economic choice psychology, and that instead have much to say about any human activity, including scientific research and analysis.
Ha inoltre ritenuto violati l'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 3 nonché l'articolo 13 (diritto a un ricorso effettivo) letto in combinato disposto con gli articoli 3 e 14 CEDU.
Lo strumento prescelto non è una legge ad hoc, semmai a seguito di un ampio e articolato dibattito e confronto, ma una legge di conversione del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nel contesto a sua volta delle linee guida sull'uso della IA.
Lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale è affidato a una strategia predisposta da un’apposita struttura della Presidenza del Consiglio, d’intesa con le Autorità nazionali competenti in materia di innovazione tecnologica, il ministero del Made in Italy e quello dell’Università. La scelta denota l’intenzione del governo di giocare un ruolo cruciale nel processo di sviluppo dei sistemi di I.A. Del resto, ciò si evince anche dalla scelta di affidare a AgId e all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale il compito
di garantire l’applicazione della normativa nazionale ed europea, essendo entrambe agenzie tecniche della Presidenza del Consiglio.
Chiediamo a ChatGPT di elaborare un testo, e scopriamo essere pieno di imprecisioni ed errori.
Tutti questi sono fenomeni comuni e quotidiani, che spesso toccano pesantemente i diritti delle persone, attraverso la produzione di informazioni false, sbagliate e fuorvianti.
In questo articolo proviamo a capire come ciò avvenga, perché e quali sono gli strumenti a nostra tutela.
L'ultima frontiera dell'integrazione dell'IA con i processi di policy e regolamentazione emerge dal suo utilizzo nelle attività giuridiche parlamentari, in particolare come supporto all'analisi di dati e informazioni, elaborazione linguistica, assistenza decisionale, comunicazione e interazione tra legislatori e cittadini.
L’utilizzo e l’integrazione dell'Intelligenza Artificiale in campo parlamentare è stata proposta come opportunità per ottimizzare i processi decisionali.
Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
garantire al contempo una giustizia equa, i diritti della persona e dell'imputato, una
attenta valutazione probatoria, il rispetto delle garanzie. In questo contesto, si è inserita
già da tempo anche la digitalizzazione del processo, fortemente impiegata nell’ambito civile e che sta avanzando anche in sede penale.
Se i più conservatori nutrono ancora qualche remora, i più “progressisti” (nel senso di fan del progresso) hanno proposto l’idea di applicare l’Intelligenza Artificiale nell’ambito della giustizia penale, al fine di soddisfare le esigenze di rapidità, efficienza ed efficacia della medesima, alla luce dell’utilizzo ormai massiccio dei sistemi di intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
Nel provvedimento in esame, il British Columbia Civil Resolution Tribunal (BCCRT) canadese analizza la questione alla luce dei principi giuridici dell’obbligo di diligenza e del legittimo affidamento
In questo articolo proviamo a fare chiarezza su aspetti e tematiche legati a questo interessante filone di analisi e prospettiva redazionale dell'atto giuridico.
parte dei privati impegnati nella ricerca).
122, convertito, con modificazioni, nella L. 25 giugno 1993, n. 205 ovvero in quella prevista dall'art. 5 della L. 20 giugno 1952, n. 645; se, inoltre, le due disposizioni configurino un reato di pericolo concreto o di pericolo astratto e se i due reati possano concorrere oppure le relative norme incriminatrici siano tra loro in rapporto di concorso apparente».
È questo il principio che emerge dalla recente sentenza della Cassazione penale, Sez. I, pubblicata il 4 giugno 2024, n. 22503.
La sentenza acquisisce maggiore valore trasversale nel contesto della recente legge delega 21 febbraio 2024, n. 15 (soprannominata “legge bavaglio”) con cui si è inteso vietare la pubblicazione dei contenuti dell’ordinanza cautelare.
ha affrontato l’impatto della pandemia da Covid-19.
Nell’analisi ex-post sono state messe in evidenza lacune, mancanze,
inefficienze, non solo amministrative, che possiamo considerare
endemiche ed anche sintomatiche del nostro Paese.
In questo senso è significato il fatto che il Racovery Fund che ha finanziato
il PNRR, per ristorare i danni economici causati dalla pandemia e dalle
misure di restrizione, sia stato quantitativamente il maggiore tra quelli
stanziati dall’Unione.
Altrettanto significative però sono le riforme richieste e la timeline indicata
per accedere alle varie tranche: sostanzialmente tutte – nei vari capitolati –
nella direzione di migliorare, accelerare, snellire e modernizzare il “sistema
paese” cercando di metter mano alle inefficienze.
Non siamo così ingenui dal ritenere che le inefficienze amministrative e
burocratiche siano solo un problema di “anzianità” o di miopia o di
disinteresse e incapacità: ogni volta che c’è un’inefficienza c’è un mercato.
Tangentopoli ci ha mostrato che le lungaggini nelle assegnazioni degli
appalti erano il sistema che facilitava la corruzione: come poter quindi
chiedere che chi della corruzione beneficiava mettesse mano a norme di
trasparenza ed efficienza?
Dal macroscopico alle piccole lungaggini e inefficienze ed “emergenze” di
oggi, ogni qual volta qualcosa non funziona c’è un mercato parallelo che
offre il “servizio funzionante”. Ce ne siamo accorti troppo tardi nella sanità
pubblica: la TAC che non funziona in ospedale generare i fatturati delle
società private che offrono TAC a pagamento, a tutti quei cittadini che si
sentono rispondere che i tempi di attesa sono di 9-12 mesi.
Ma non riveliamo nessun segreto nel dire che in ogni inefficienza c’è
sempre chi ci guadagna. Come non riveliamo alcun segreto – se non a chi
non vuol vedere – nel ribadire che le procedure lente negli appalti pubblici
servono per elevare a potenza il numero (spesso incredibilmente non
necessario) delle procedure d’urgenza con assegnazione diretta.
Ecco che – nella facile leva della comunicazione politica populista – le
richieste di efficienza dell’Unione – nell’interesse di una efficienza
comunitaria generale che porti una ottimizzazione degli effetti della spesa
pubblica – vengono spacciate e rivendute come ingerenze negli affari
nazionali. Ed anche in buona fede (vogliamo credere) quelli che si
oppongono a tali riforme come dittatura tecnocratica esterna ed ingerenza,
si prestano come difensori delle inefficienze, della corruzione e del
disservizio.
In proposito vorrei ricordare quel deputato della regione Sicilia che – in
aula e pubblicamente – ha dichiarato che “non accettava l’indicazione di
Roma” di ridurre le indennità perché “lui on accettava ingerenze da Roma”.
Lo ringrazio perché ha reso esplicito quello che intendevo!
Nessuna delle riforme richieste – è bene chiarirlo – interviene o detta il
come e cosa fare, ma indica obiettivi da raggiungere: tale non può essere
considerata ingerenza, ma condizione per una spesa corretta ed efficiente.
Difendere i ritardi e la farraginosità di un sistema significa essere complici
di quel sistema inefficiente e difendere chi ha interesse a quella
inefficienza.
Una stima complessiva indica che – nonostante gli stipendi dei dirigenti
regionali e del personale amministrativo – su oltre 200 miliardi di Fondo
Europeo per lo Sviluppo Regionale nel Programma 2014-2020 oltre 3
miliardi sono stati spesi in “attività di supporto specialistico alle autorità di
gestione”, ovvero consulenze esterne. Se accorpiamo tutte le spese di
gestione dei fondi, includendo il personale pubblico e le gare collegate, le
assistenze esterne e le consulenze di progettazione la spesa arriva alla
esorbitante cifra di poco meno di 50 miliardi, pari al 25% di tutti i fondi
disponibili.
Non è questa la sede (né lo scopo di questa raccolta) fare un processo alla
pubblica amministrazione o all’organizzazione amministrativa. Ma è un
punto essenziale da chiarire che queste inefficienze drenano risorse
essenziali, e nei momenti di crisi l’effetto di queste inefficienze finisce con
l’essere drammatico.
Ma è significativo, in questo ragionamento introduttivo, che l’articolo di
chiusura non sia un resoconto dei e dai mercati, ma un fondo sui “furbetti
del Covid”.
Quel pezzo di commento (che trovate alla fine) comincia così:
L'esercito dei riluttanti ai controlli, che straparlano di perdita della
sovranità nazionale, ha un nome, o meglio un numero che li identifica con
adeguata certezza.
Sono 188mila. Sono le imprese – e quindi gli imprenditori – che in pieno
Covid hanno gridato alla crisi ed alla imminente chiusura, hanno chiesto,
e ottenuto, la Cassa Integrazione totale per i loro dipendenti, salvo poi farli
lavorare "al nero", in violazione delle leggi in materia di lavoro, ma anche
quelle in tema di sicurezza sociale e sanitaria, nonché di tutte le varie
normative di restrizione della circolazione delle singole regioni.
E credo abbia un senso ripubblicarlo oggi, e ritengo sia (o possa essere) la
chiusura adeguata, ricordando le decine di migliaia di morti. E le migliaia
di imprese che sono fallite.
Questa caratteristica di "strumento di oportunità" tuttavia non è priva di rischi, proprio perchè la disintermediazione preclude quello strumento di verifica della notizia – nel bene e nel male, e talvolta costuituendo un limite alla conoscenza – che stava alla base dell'informazione, che non va dimenticato costuituisce anche il fondamento delle democrazie, contruibuendo a formare una coscienza consapevole, sulla cui base – almeno in teroria – si forma la coscienza civica e quindi un voto consapevole.
Alle vecchie forme di comunicazione, generalmente unidirezionali, il web affianca oggi un canale nterattivo, in cui almeno in teoria ciascuno può essere creatore di contenuti e può contemporaneamente interagire, condividendo, citando, commentando, contenuti altrui.
Questa forma di partecipazione è certamente positiva, come ogni forma di disintermediazione, perchè avvicina il cittadino all'eletto, il candidato agli elettori, il media tradizionale ai lettori.
Un'osmosi che può generare plusvalore, può migliorare la qualità dei messaggi e dei contenuti, e può far scoprire mondi e micromondi sino a ieri sconosciuti, degni di spazio e rappresentanza.
Ma il web non è privo di rischi.
Essendo uno strumento editoriale, che genera intrioti e vive di accessi, visite, click, genera anche tutte le patologie legate all'uso di "qualsiasi strumento utile" a generare questi accessi, e quindi incassi.
La comunicazione politica tossica, intesa come quell'insieme di casi in cui il messaggio, la sua organizzazione, la sua viralizzazione e le dinamiche di gruppo nei social network, determina da un lato una falsa percezione del consenso, e dall'altro tendono ad una vera e propria manipolazione, della realtà e delle persone.
La politica si intreccia con il mondo dell'informazione proprio perchè è sempre più diventata anche uno spettacolo di massa, finendo con il condividere regole e metriche tipiche degli show, seguendo l'audience e la telegenia, subendo il condizionamento di ciò che fa alzare o meno lo share.
Ed anche la webreputation non sfugge a questa deformazione, attraverso la lettura di dati di accessi, letture e condivisioni come metrica del consenso politico. Con tutte le implicazioni patologiche del caso, soprattutto quando i dati – come sin troppo spesso e massicciamente avviene – sono dopati.
L'ho definita comunicazione tossica perché, proprio come un virus, si diffonde nel web contaminando comunità, persone e ambienti, spesso inconsapevolmente.
La caccia al numero di fan e follower, al valore kloud, il numero di visite al proprio sito finiscono con l'essere l'unico obiettivo da perseguire, a costo e scapito dei contenuti, della riflessione, del progetto, del programma e dei valori.
In definitiva, il rischio, è che il web da strumento utile per la comunicazione, disintermediazione ed organizzazione della società e della politica, finisca con il deformare e trasformare – inconsapevolmente – non solo la comunicazione, ma anche il rapporto con la politica e l'organizzazione della società.
Introduzione alla comunicazione tossica
Politica e mass-media
La spettacolarizzazione dell'informazione
Il web sorpassa la tv
Il web e le "leggi speciali"
Il popolo della rete, il popolo che non esiste
Gli "stumenti" della comunicazione politica in rete
La percezione e i falsi numeri del web
La social-auto-percezione
Informazione e SocialNetwork in Italia
La comunicazione politica tossica
I gruppi e i social network.
Influencers della rete
La formula dell'engagement
La comunicazione manichea
Il web e il complottismo
La paura e la politica. La politica della paura.
TV e potere La politica trasformata in fiction
La politica testicolare
Twitter e l'opinione della maggioranza
L'hashtag-politik
Se il cyber-utopismo conquista la politica
La campagna elettorale e il web 2.0
La comunicazione social dei leader europei
Questa caratteristica di "strumento di oportunità" tuttavia non è priva di rischi, proprio perchè la disintermediazione preclude quello strumento di verifica della notizia – nel bene e nel male, e talvolta costuituendo un limite alla conoscenza – che stava alla base dell'informazione, che non va dimenticato costuituisce anche il fondamento delle democrazie, contruibuendo a formare una coscienza consapevole, sulla cui base – almeno in teroria – si forma la coscienza civica e quindi un voto consapevole.
Alle vecchie forme di comunicazione, generalmente unidirezionali, il web affianca oggi un canale nterattivo, in cui almeno in teoria ciascuno può essere creatore di contenuti e può contemporaneamente interagire, condividendo, citando, commentando, contenuti altrui.
Questa forma di partecipazione è certamente positiva, come ogni forma di disintermediazione, perchè avvicina il cittadino all'eletto, il candidato agli elettori, il media tradizionale ai lettori.
Un'osmosi che può generare plusvalore, può migliorare la qualità dei messaggi e dei contenuti, e può far scoprire mondi e micromondi sino a ieri sconosciuti, degni di spazio e rappresentanza.
Ma il web non è privo di rischi.
Essendo uno strumento editoriale, che genera intrioti e vive di accessi, visite, click, genera anche tutte le patologie legate all'uso di "qualsiasi strumento utile" a generare questi accessi, e quindi incassi.
La comunicazione politica tossica, intesa come quell'insieme di casi in cui il messaggio, la sua organizzazione, la sua viralizzazione e le dinamiche di gruppo nei social network, determina da un lato una falsa percezione del consenso, e dall'altro tendono ad una vera e propria manipolazione, della realtà e delle persone.
La politica si intreccia con il mondo dell'informazione proprio perchè è sempre più diventata anche uno spettacolo di massa, finendo con il condividere regole e metriche tipiche degli show, seguendo l'audience e la telegenia, subendo il condizionamento di ciò che fa alzare o meno lo share.
Ed anche la webreputation non sfugge a questa deformazione, attraverso la lettura di dati di accessi, letture e condivisioni come metrica del consenso politico. Con tutte le implicazioni patologiche del caso, soprattutto quando i dati – come sin troppo spesso e massicciamente avviene – sono dopati.
L'ho definita comunicazione tossica perché, proprio come un virus, si diffonde nel web contaminando comunità, persone e ambienti, spesso inconsapevolmente.
La caccia al numero di fan e follower, al valore kloud, il numero di visite al proprio sito finiscono con l'essere l'unico obiettivo da perseguire, a costo e scapito dei contenuti, della riflessione, del progetto, del programma e dei valori.
In definitiva, il rischio, è che il web da strumento utile per la comunicazione, disintermediazione ed organizzazione della società e della politica, finisca con il deformare e trasformare – inconsapevolmente – non solo la comunicazione, ma anche il rapporto con la politica e l'organizzazione della società.
Introduzione alla comunicazione tossica
Politica e mass-media
La spettacolarizzazione dell'informazione
Il web sorpassa la tv
Il web e le "leggi speciali"
Il popolo della rete, il popolo che non esiste
Gli "stumenti" della comunicazione politica in rete
La percezione e i falsi numeri del web
La social-auto-percezione
Informazione e SocialNetwork in Italia
La comunicazione politica tossica
I gruppi e i social network.
Influencers della rete
La formula dell'engagement
La comunicazione manichea
Il web e il complottismo
La paura e la politica. La politica della paura.
TV e potere La politica trasformata in fiction
La politica testicolare
Twitter e l'opinione della maggioranza
L'hashtag-politik
Se il cyber-utopismo conquista la politica
La campagna elettorale e il web 2.0
La comunicazione social dei leader europei
Nell'idea dei cyber-utopisti questa ragnatela è perfetta, perfettamente connessa in un'architettura di punti e linee senza sbavature. Un web salvifico in cui prospera libertà, democrazia e pace, e un internet come arma per abbattere ogni dittatura, dispotismo e portare libertà.
Questa ragnatela in realtà è tutt'altro che perfetta.
Le sue linee hanno tutte lunghezze differenti, molti collegamenti saltano e sono imprecisi.
L'idea per cui "il web diffonde conoscenza" – che in sé è anche vero – si scontra con la nostra inadeguatezza nel definire i nuovi modi della struttura del sapere, della conoscenza, e della ricerca delle informazioni.
Che si consideri internet una speranza o una minaccia, chiunque non può non concordare sul principio che verità e conoscenza sono imprescindibili da incontri civili aperti e ragionevoli con chi dissente dalla nostra opinione.
La ragnatela della rete è ricca di nodi.
Una goccia d'acqua che vi si poggia può essere vista come una lente deformante che rischia di farci apparire quel nodo enorme e determinante nell'intera rete, anche quando è assolutamente periferico e marginale. Essere in quel nodo, con quella goccia addosso, trasforma il nostro punto di vista sull'intera rete, e peggio ancora ci fa credere che "noi" siamo "il" nodo rilevante ed essenziale.
David Weinberger ne «La stanza intelligente» ci mette in guardia dalle "stanze dell'eco" dove intervengono solo (o prevalentemente) utenti che la pensano allo stesso modo: "dobbiamo guardarci dalle trappole psicologiche delle camere dell'eco, che ci inducono a credere che le nostre convinzioni siano "ovviamente" vere, facendoci scivolare verso la loro estremizzazione"
Partendo da questo concetto parleremo di "stanza stupida", e cercherò di delineare come il restare chiusi in una stanza dell'eco produca effetti ulteriormente involventi.
Ciò che resta nella "stanza stupida" è solo un duplice istinto individuale all'interno del gruppo dell'eco: massimalizzare la propria posizione ed emergere come soggetto concorde con l'opinione dominante, all'interno di una comunità comportamentalmente condizionante, in un contesto sostanzialmente chiuso tra persone che dovranno comunque interagire tra loro su altre vicende successivamente.
La stanza stupida ci fa sentire al sicuro, in un ambiente protetto tra persone che la pensano come noi, a patto di cedere qualcosa in termini di "intelligenza", di dubbio, e omologando la nostra posizione e opinione a quella dominante, nella certezza che "il gruppo" si muoverà allo stesso modo. È un processo istintivo, non razionale e preordinato o consapevole.
Ci priva però dell'analisi del tema trattato, di punti di vista sul problema e sulla soluzione, e sostanzialmente smette di essere "un gruppo che discute" per diventare "un non luogo di condivisione e divulgazione passiva e acritica del messaggio".
Analizzando un caso concreto, le dinamiche comportamentali e comunicazionali di un gruppo ristretto, e le dinamiche di una vicenda, affronteremo la scelta di quali mezzi e percorsi debba seguire la comunicazione e gli effetti dell'uso indiscriminato “di qualsiasi mezzo”, e cosa avviene se una stanza stupida diventa “consigliera della politica” e se “la politica” segue i consigli della stanza stupida.
Avaible in ebook on Amazon at
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EN https://www.amazon.it/Stupid-Room-internet-reality-perception-ebook/dp/B00UA0X3FE/
Index
The stupid room
The case
How was the story -first part
As could be addressed if
The social-self-perception
How was the story - part two
Elements of analysis of the message
Elements of analysis of the medium used
The groups and social networks
The analysis of the message
The feedback on the strategy applied by the "sender - striker"
The feedback on the strategy applied by "receiver - attacked"
If the atomic falls into the hands of the rooms stupid
If the policy relies on the room stupid
(the time that Rosi Bindi chose to be John Foster Dulles)
Conclusions and inefficiency
Mentions, greetings and citations
David Weinberger
Nicholas Carr
Ferdinando Dalla Chiesa
Roberto Saviano
Attilio Bolzoni
Daniele Mastrogiacomo
Rosi Bindi
Rudy Bandiera
Sarah Davids
Cass Sunstein
Alberto Baldazzi
Albert Camus
Mark D. Van Ells
Herman Kahn
John Foster Dulles
Dwight Eisenhower
Giulio Maria Chiodi
Non è semplicemente una questione di velocità, né di nuovi strumenti che si sovrappongono o sostituiscono. E non è nemmeno una questione di capacità recettizia generazionale, perché anche molti cd. giovani, pure utilizzatori di strumenti di rete e social, non ne comprendono le sintassi e si limitano ad un uso dettato da un’esperienza intuitiva.
Il tema centrale della rete in generale, e dei social network e dei sistemi virale nello specifico, è quello della “strategia”, che diviene essenziale per coordinare la creazione e la diffusione di un messaggio che necessita non solo di un lessico nuovo, ma principalmente di nuove sintassi.
Il comprendere questa profonda trasformazione alla base della comunicazione 2.0 è il punto centrale da cui deve necessariamente partire chiunque intenda fare politica oggi nei paesi – non solo – occidentali.
Cercherò di rispondere, in maniera sintetica e per capitoli brevi, a poche domande che considero importanti, e cercherò di sfatare qualche mito (e conseguente mitologia) legata alle campagne elettorali in rete, soprattutto oltreoceano.
Cosa offre in più e di diverso il web rispetto agli strumenti precedenti?
Quali sono le possibilità offerte, e cosa il web non può e non potrà mai sostituire?
Com’è strutturata la “società digitale” e il suo attivismo?
È davvero possibile fare solo politica online?
Quali sono le interazioni tra la circolazione in rete e gli altri strumenti massmediali?
Cercherò di accennare ai più (e meno) diffusi strumenti di comunicazione politica online, e cercare di approfondire i rischi e i punti di forza e di debolezza di alcuni strumenti e strategie.
Chi oggi vuol fare politica non può prescindere da questi strumenti e nondimeno non può che avere un approccio professionale con le dinamiche di rete, che spesso vanno ben oltre la percezione che ciascuno di noi si è fatto, in base alla propria esperienza empirica soggettiva.
Ogni giorno di ritardo rispetto ad un approccio serio e professionale a questa nuova struttura della comunicazione (non solo) politica, se da una parte è un vantaggio per il proprio “avversario”, dall’altra segna un elemento di distanza e scollamento tra “chi fa politica” (partiti e individui) e i cittadini, che ormai sempre più, in maniera più o meno agevole, più o meno consapevole, più o meno attiva, vivono in un sistema fatto di comunicazione sociale, digitale, virale.
Indice
La comunicazione 2.0
Una campagna, cento campagne. la rete sociale come patrimonio politico.
Il web come contenitore utopico. Le scelte organizzative.
Il web come strumento di fundraising
Le strategie social per la politica
Tenere conto delle caratteristiche di ciascuno
Aggregare e interconnettere
Raccogliere risorse
Diffondere i contenuti La relazione con i media tradizionali
Influencers: chi sono e cosa fanno
Influencer e blogger d’area La differenza tra blog e giornali (e tra blogger e giornalisti)
La war-room e le war-rooms
Le risposte e le interazioni
News letter news room e social hub
Gli strumenti e le forme della comunicazione virale
Piccoli bacini e grandi masse. Tifosi e Ultras.
La social-auto-percezione
Fake e percezione
Quanto pesa il web in termini numerici reali? La psicosi dei numeri sul web
Schede di approfondimento
Il Tea Party
Il Partito Pirata
Il MeetUp
Albadorata
La nuova costituzione islandese nata dal web
Hugo Chavez e Twitter La rete in sud america
Dalla Russia alla Siria alla Turchia alla Cina: breve viaggio nel web degli autoritarismi.
Il Movimento 5 Stelle in Italia
Obama for America
Appendice – le comunità virtuali e le reti sociali nel mondo
Non è un'esagerazione, soprattutto se consideriamo che mentre quei fatti e fenomeni storici avevano delle “bandiere chiare”, ovvero si sapeva più o meno esattamente chi attaccava chi e quali aree occupava, oggi quest'aggressione è “senza stati e senza bandiere”.
I conquistatori di oggi sono grandi multinazionali e fondi comuni di investimento che hanno azionisti, proprietari, investitori transnazionali, che hanno poco a che fare con ragioni e interessi geopolitici. Soggetti cui non è possibile chiedere o imporre risarcimenti di guerra, che non hanno sottoscritto alcuna convenzione di Ginevra né hanno obblighi di rispetto di diritti umani o sono interessati a ricostruzioni di qualsiasi tipo. Rispondono solo ed esclusivamente a logiche di profitto.
Maggiore è la differenza tra costo di acquisizione e ricavo dalla vendita del bene prodotto, maggiormente è soddisfatto l'interesse delle aziende. Può sembrare una visione cinica o radicale, ma è un concetto economico “neutro”, è la regola del “comportamento sociale” delle multinazionali, e va intesa come chiave di lettura unica per comprendere davvero quello che sta accadendo.
Gli analisti hanno definito questo fenomeno come “land grabbing”, più o meno “accaparramento di terra”, ovvero l'acquisto o la locazione a lungo termine di estensioni terriere da parte di investitori stranieri.
Il fenomeno emerge con forza alla fine del 2006, a seguito di un improvviso shock dei prezzi che fa impennare vertiginosamente il Food-Index mondiale, ovvero l'indice di borsa sui prezzi degli alimenti agricoli primari (grano, riso, cereali...).
Si scopre così grazie al lavoro di alcune ONG che mettono insieme i dati rilevati individualmente, che nel solo 2006 sono stati sottoscritti (quelli conosciuti) 416 maxi contratti di “accaparramento di suolo” in 66 paesi del mondo (quelli monitorati) per complessivi 87milioni di ettari di terre coltivabili, il 47% dei quali in Africa!
Questo ebook è un vero e proprio viaggio alla scoperta di quello che sta avvenendo.
Mettendo insieme i pezzi di un racconto frammentato attraverso rapporti, articoli di giornale, storie piccole di regioni remote, tabelle ufficiali della Fao cui nessuno presta troppa attenzione.
E tuttavia leggendo “tutto assieme” quello che emerge è un quadro molto più semplice e un progetto ben più articolato e unitario di quanto no si sospetti.
Un progetto globale e complessivo in cui entra in gioco tutto: interessi distorti legati ai biocombustibili, il mercato mondiale del grano, gli shock dei prezzi degli alimenti, le guerre e guerriglie in centrafica, le opere “di sviluppo” del Nilo e del Niger...
Il protagonista, per noi, è innocuo e innocente: il piatto che ci troviamo a tavola ad ogni pasto.
Citations and mentions
John Vidal
Mohammed al-Amoudi
Tom Rice
Peter Chooli
Philip Heliberg
Devlin Kuyek
Haile Hirpa
Ban Ki-Moon
Michael Taylor
Vandana Shiva
Rodney Cook
Lorenzo Cotula
Rosario Mastrosimone
David Hallam
Perry Vieth
George Soros
Jim Rogers
Stephen Diggle
Graham Birch
Tanya Alvis
Francesca Alfano
Arianna Giuliodori
Alessia Trobesi
Lester Brown
Sarah McFarlane
Biff Ourso
Berry Polmann
Neil Crowder
Peter Brabeck-Letmathe
Judson Hill
Willem Buiter
Nick Turse
Pat Barnes
George W. Bush
Joseph Kony
Alex Newton
Diacounda Traoré
Francois Hollande
Catherine Ashton
Denis Allex
Sanda Ould Boumama
Ripercorrerò la storia dell'ISIS attraverso le fonti dei media e le teorie complottiste legate alla sua storia. Confronterò il modello comunicativo di ISIS rispetto ad AlQaida. Parleremo degli strumenti che ne favoriscono la divulgazione del messaggio, delle agenzia di stampa, dei media center, dei blog, dell'uso dei video e dei socialnetwork, dei docufilm e degli e-magazine.
Parleremo dei simboli della comunicazione, della loro efficacia nei confronti del popolo dei socialfan e dei supporter e dei foreign fighters, analizzando chi sono e perché cedono alle nuove forme di propaganda jihadista.
La globalizzazione della rete rende globali i messaggi: sia che parliamo di una nuova auto, di una canzone o un film, sia che parliamo di comunicazione globale di un'idea..
Non contemplare il rischio che quegli strumenti che le aziende della new economy spacciano come armi a disposizione degli oppositori dei regimi oppressivi, oggi diventano strumento di camuffamento, di offuscamento e irrintracciabilità di gruppi jihadisti, è in sé non aver compreso quale sia il doppio taglio della rete globale.
Il rischio delle "stanze stupide", in cui spesso guru dell'ultima ora si rinchiudono e chiudono i politici che devono decidere anche per noi, è di vedere solo "il web che vogliamo vedere", che ci piace e che ci fa comodo. Per poi scoprire twittando della coppa del mondo di calcio, che c'è qualcuno che gioca in strada usando come palla una testa mozzata.
La globalizzazione del terrore che oggi ha il marchio dell'ISIS è un pezzo della nuova forma della comunicazione globale dell'estremismo, che recluta in tutto il mondo, che diffonde il suo messaggio senza alcun limite e confine territoriale.
Come ogni prodotto virale la regola è che chi viene dopo dovrà essere più bravo, più virale, più strutturato per emergere, ma anche più violento, più sanguinario per evitare che per il pubblico sia qualcosa di vecchio e già visto.
I video diffusi dall'ISIS sono strutturati per trasformare i videogiochi 2D di una normale consolle in una possibile realtà "vera" 3D in cui essere protagonista vincitore. A dispetto di quella realtà "fuori la porta di casa" in cui tutto è "normale" ed in cui ci si perde nell'anonimato delle periferie.
Il bombardamento mediatico di "essere parte" di un gruppo, di fare la storia, di essere il bene che piega il male, di poter essere eroe, di essere ricordato, diventare "tu" il poster nella camera di un adolescente. Essere tua la foto, la video intervista, il lungo articolo su un e-magazine, portato ad esempio "glorioso" in tutto il mondo. È il nuovo "marketing partecipativo del terrore" e la morte, in questo eccesso continuo e costante è come se non fosse reale, come i nemici nel videogame o in un film hollywoodiano.
Mentions, greetings and citations
Bashar al-Assad
Abu Musab al-Zarqawi
Osama bin Laden
Ray Odierno
Abu Bakr al-Baghdadi
Saddam Hussein
Ed Husain
Maajid Nawaz
Rashad Ali Zaman
Ayman al-Zawahiri
Aaron Zelin
al-Tamimi Aymenn
William McCants
Wayne Madsen
Sarah Birke
Abu Omar al-Shishani
Rami Abdul Rahman
Sheikh Abu Muhammad al-Adnani al-Shami
Anthony Faiola
Souad Mekhennet
Raghad Hussein
Abubakar Shekau
Emma Lazarus
Oliver Roy
Evgeny Morozov
Dietrich Doner
Eben Moglen
Rajib Karim
Constable Stephen Ball
Gregory J. Smith
Abu Yusef Almasry
J. M. Berger
Roberto Colella
Nico Prucha
Shaykh Abu Musab al-Suri
Abu Mohammad al-Adnani
François Georges Picot
Mark Sykes
Samir Khan
Dzhokhar Tsarnaev
Naser Jason Abdo
Sheera Frenkel
Umberto De Giovannangeli
Rainer Hermann
Lorenzo Vidino
Barbara Schiavulli
Scott Sanford
Antonello Guerrera
Rita Katz
Josh Devon
Matteo Flora
Clint Watts
Leah Farrall
Peter Neumannal
Thomas Hegghammer
Joas Wagemakers
Vahid Brown
Cole Bunzel
Brynjar Lia
Hanna Rogan
Anne Stenersen
Truls Tønnessen
Carola Frediani
James Foley
Edward Snowden
Hillary Clinton
Simon Elliot
Mehdi Hasan
Glenn Greenwald
Elham Manea
La domanda successiva che ci siamo posti è abbastanza semplice e partiva da alcuni presupposti: la straordinaria ramificazione di rete degli attivisti e dei supporter, la presenza di un vero e proprio network globale, la conoscenza di sofisticati sistemi di crittografia, il know-how del cd. "esercito elettronico siriano" (una delle migliori reti hacker a livello globale) e di molte reti collegate che abbiamo cercato di mappare.
Ci siamo chiesti come tutta questa rete, oltre che per la propaganda, potesse essere usata per alcune attività specifiche: il finanziamento delle cellule all'estero e lo spostamento di denaro, e l'organizzazione logistica.
L'inchiesta che segue racconta quello che ho trovato e collegamenti iportanti con reti di riciclaggio e contraffazione a livello globale.
Come ho specificato "in questa versione pubblica di questa parte di ricerca volutamente ometterò alcuni passaggi. Questa vuole essere un'inchiesta con l'obiettivo di descrivere e contribuire a spiegare un fenomeno ed un sistema (uno dei sistemi) di finanziamento e soprattutto di spostamento di denaro in modo molto difficilmente rintracciabile attraverso un'esperienza – in questo caso diretta e personale - e non vuole essere un vademecum per nessuno, né un invito "a fare altrettanto".
Altra ragione delle omissioni è evitare che la divulgazione di certe informazioni, di contatti attivi, potesse in qualsiasi modo e forma minare il lavoro di indagine ed investigativo di chi è preposto a tale compito e per questo motivo il materiale integrale è stato messo a disposizione di soggetti istituzionalmente preposti ad indagini di sicurezza nazionale ed internazionale.
Proprio per questo ho evitato di riportare i contatti diretti, lo scambio di mail, gli account e i numeri di telefono – esattamente come gli stessi sono "oscurati" nelle immagini allegate.
1. Isis, da Stato "liquido" ad organizzazione territoriale
2. Una battaglia per l'egemonia identitaria fondamentalista
3. La "guerra lampo" 2.0
4. La propaganda globale
5. Le reti di cyber-soldati dell'ISIS
6. Il collegamento con la rete nigeriana
7. La rete e le fonti di finanziamento dell'ISIS
8. Un giro di trasferimento di denaro irrintracciabile
9. La rete delle false identità
Quello che non possiamo negare è che avendo arruolato nelle proprie fila combattenti e simpatizzanti occidentali l'ISIS conosce i nostri sistemi, i nostri social network, le nostre reti sociali, i nostri sistemi di pagamento, i limiti che abbiamo nella ricerca e nell'analisi.
Sfrutta le debolezze e le vulnerabilità di un mondo occidentale con la mente e la logica occidentale.
Noi abbiamo creato i sistemi di trasferimento di denaro, e guadagnamo commissioni sulle rimesse che gli immigrati versano alle proprie famiglie in paesi poveri. Loro sfruttano questo sistema – conoscendone paese per paese limiti e soglie e modi di funzionamento – per usarlo come arma.
Noi abbiamo creato carte prepagate anonime e conti offshore per facilitare il commercio elettronico, ma anche talvota l'esportazione di valuta e l'evasione fiscale. E loro utilizzano questi sistemi come arma, individuandone le vulnerabilità ed usi che non erano stati da noi immaginati.
Noi abbiamo creato i social network, abbiamo immaginato le sfere sociali e i gruppi di appartenenza. Loro conoscono i nostri social network, sono "nati" nell'era social ed hanno immaginato sistemi a camere stagne per evitare la mappatura sociale, immaginata dal marketing, e neutralizzata dalla guerriglia digitale. [a questo ho dedicato un intero capitolo che riprende il documento jihadista "invadere facebook"].
Mentions, greetings and citations
Bashar al-Assad
Abu Musab al-Zarqawi
Osama bin Laden
Ray Odierno
Abu Bakr al-Baghdadi
Saddam Hussein
Ed Husain
Maajid Nawaz
Rashad Ali Zaman
Ayman al-Zawahiri
Aaron Zelin
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William McCants
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Rami Abdul Rahman
Sheikh Abu Muhammad al-Adnani al-Shami
Anthony Faiola
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Emma Lazarus
Oliver Roy
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Dietrich Doner
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Constable Stephen Ball
Gregory J. Smith
Abu Yusef Almasry
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Roberto Colella
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Abu Mohammad al-Adnani
François Georges Picot
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Umberto De Giovannangeli
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Peter Neumannal
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Carola Frediani
James Foley
Edward Snowden
Hillary Clinton
Simon Elliot
Mehdi Hasan
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Elham Manea
Since that time a plant that has contributed decisively to realize the history of man, has become an enemy to prohibit, through subterfuge regulatory relaioni farce, and a lot of junk communications.
a history of hemp in the United States has a fascinating history and forgotten.
Plant essential for the construction of the federation, essential until 1930 worldwide (so that will be reintroduced in World War II), the hemp will be banned for myopic personal interests of a few wealthy industry - Herst, Dupont, Mellow - and interest and retrograde bigots still remains prohibited.
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IT https://www.amazon.it/Canapa-storia-americana-Michele-Salvo-ebook/dp/B0090WXL0A/
EN https://www.amazon.it/Hemp-American-English-Michele-Salvo-ebook/dp/B00SH2GNIG/
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I social come specchio e rappresentazione sociale
Cos'è e come nasce Facebook
La generazione Steve Jobs
La Zuckerberg generation
- la reingegnerizzazione
- lo sviluppo delle applicazioni
- Ricerca, sviluppo, acquisizioni
Le evoluzioni di Facebook - La timeline
Le evoluzioni di Facebook - I nuovi gruppi
Le dinamiche di gruppo
Social-auto-percezione
Le evoluzioni di Facebook – gli hashtag
Le evoluzioni di Facebook – News Reader
Il nuovo OpenGraph
Come leggere gli Insight di Facebook
L'Edge Rank – ovvero la visiblità su Facebook
Fuga da Facebook
(guida alla sopravvivenza per chi pensava che bastassero i “social” per fare marketing digitale)
Facebook e gli adolescenti
La Zgeneration – ovvero al Generazione Facebook
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Malala
David Mills
Pierangelo Polito
What they are, where they come from, what they are worth, how you evaluate.
The market and the markets of the world's most famous stones,.
Conflicts and the true "gentlemen" who are behind.
All the social and environmental implications related to diamonds.
When you give something, we send to the person who "We care" also "a value".
And to decline this concept - value - talk about a "Value par excellence."
I hope despite everything you read, until the end, until the end.
And in the end ... you choose what to consider "value".
And consciously choose what value is to be really a gift.
A diamond is the best friend of a woman, recited Merilin.
A diamond is forever, is the slogan of De Beers.
In fact I do not advertise a specific brand, from as the galaxy DeBeers manages (June 2011) the
transactions on 78% of the world's diamonds.
If you buy a jewel with some diamonds, you can be sure that many of those will be passed from the hands of DeBeers.
It guarantees the purity, the average value, and origin.
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Mentions, greetings and citations
Edward Snowden
Daniel Ellsberg
Robert McNamara
Richard Nixon
Marc Hodler
Jan Kozielewski (better known as Jan Karski)
Francis Vincent Serpico (better known as Frank Serpico)
Mordechai Vanunu
Gary Webb
Julian Assange
Bradley Manning
George W. Bush
George Bush (father)
Barack Obama
Bill Clinton
Evgeny Morozov
Hillary Clinton
Margaret Newsham
Michael Crow
James Barksdale
Peter Barris
Howard Cox
Christopher Darby
Anita K. Jones
AB "Buzzy" Krongard
Jami Miscik
Michael Mullen
Elisabeth Paté-Cornel
Ted Schlein
Charles M. Vest
Chris Inglis
Harvey Davis
Glenn A. Gaffney
Orrin Hatch
Rob Moore
William Binney
Adrienne J. Kinne
This research tells the story of how one of the most useful plants and spread and economic and profitable of the story has been demonized for reasons econmiche of some industrial to the early twentieth century.
Since that time a plant that has contributed decisively to realize the history of man, has become an enemy to prohibit, through subterfuge regulatory relaioni farce, and a lot of junk communications.
a history of hemp in the United States has a fascinating history and forgotten.
Plant essential for the construction of the federation, essential until 1930 worldwide (so that will be reintroduced in World War II), the hemp will be banned for myopic personal interests of a few wealthy industry - Herst, Dupont, Mellow - and interest and retrograde bigots still remains prohibited.
The names and uses of "cannabis"
In botany and pharmacology
A little 'history
The "Western history" hemp
The nineteenth century
prohibition
Between science and politics
Scenarios of the century and the millennium
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EN https://www.amazon.it/Hemp-American-English-Michele-Salvo-ebook/dp/B00SH2GNIG/
Mentions and citations
George A. Lower
Thomas Paine
DuPont
Herman Oliphant
John D. Rockefeller
Luther Burbank
Henry Ford
William Randolph Hearst
Andrew Mellon
Harry J. Anslinger
Richard Bonnie
Charles Whitebread II
Wallace Carothers
Walter Treadway
Robert L. Doughton
William C. Woodward
Ralph Loziers
George Bush (father)
Jack Herer
Maria Farrow
Steve Rawlings
Gary Evans
This chapter builds on the assumptions described in Chapters 4, 5, 6, 10, 11.
The unitary thesis proposed here and presented on the basis of recent findings is, in short, that there is, as a prerequisite, a genetic predisposition in terms of susceptibility.
The entire panel of genes involved is not essential, but there must certainly be a critical number of them, which may also vary from person to person (Chapter 10)
At a critical stage of NGF and BDNF expression in neurogenesis, and in particular, at the moment of specialisation, an environmental factor, in the intrauterine developmental phase, intervenes as a trigger in a chain that leads to atypical brain development: a total of 974 abnormalities in neural connections associated with autistic behaviour have been identified (Chapter 6); fewer may occur as well as more or different ones.
The abnormalities we are talking about are mainly connectional: something in the circuit and in the process of connecting neurons has gone wrong.
This is confirmed to us by the cranio-cerebellar anomalies we have discussed and described in Chapter 6 This is confirmed by the quantitative differences in the brain's white and grey masses and their size. This is confirmed by the consequences of damage to the neurobiological circuit of attention. This is confirmed by the effects of damage to the neurophysiological circuit related to the theory of mind. This is confirmed by the dysfunctions implicit in the malfunctioning of the mirror neuron complex (Chapters 8, 9, 11). The entire characteristic and symptomatic picture and comorbidity (Chapter 4) is consistent with this general explanation. And the intensity and characteristics depend on where, how, when and how much environmental interference has intervened in the neurogenesis process.
Consequently, a new definition of autism is proposed as 'autistic state' for the time of diagnosis and 'autistic complex condition' for the individual description that can provide an indication of possible intervention.
For a long time, the role of music in relation to autism and other neurodiversities has been confined to the therapeutic field, mainly on the basis of observation that has suggested affinities and positive effects.
In fact, extensive cross-sectional studies (here, for example, a parallel with Williams syndrome will be described) have shown that music, and sound in general, have precise neuroscientific correlations with cerebellar structures and their conformation and development.
This chapter will particularly describe the neuroscientific basis of the correlation between music and the brain and studies in the neuroscientific correlates between music and the activity of the mirror neuron system.
This chapter follows the characteristic and symptomatological picture and precedes a chapter devoted to the cranio-cerebellar features typical of autism. The spirit of this book is to offer an overall picture that can reach, and thus actively involved, the ‘differently specialised’. I think it is necessary, for what I will say next, that certain concepts are clear, and to do so this chapter offers a common basis for further study and reasoning. In this context, this chapter provides the essential basis for a conscious and rigorous understanding of what I will expound in Chapters 6, 11 and 15. But it is also—I believe—a valuable support in understanding the dynamics of neurogenesis and brain development as a whole.
This chapter introduces autism in its classical definition, the one that goes from the definition proposed by Leo Kanner to the DSM-IV. The first chapter has its natural extension and continuation in Chapters 7, 8 and 12. In this sense, this is the suggested reading path for those who are more interested in an exclusively socio-historical reconstruction. The definition and distinction between first and second autism is borrowed from Bonnie Evans who introduced it in 2013.
This chapter clarifies the terms of the overall discourse on autism, attempting to offer an unusual point of view and clarifying why it is necessary. It is a place and an opportunity to take stock of the specialisation of scientific knowledge in the context of an increasingly complex world in which greater multidisciplinarity should be reintroduced. By introducing some unusual references for a text on autism, it is proposed to broaden the view, for example, to branches of science, such as quantum physics, that have already addressed the problem of complexity that is only now emerging in the medical sciences through the new approaches offered by the neo-sciences. An example to follow. This also includes an initial note on the issue of language. These two perspectives also form the introduction to Chapter 15 and find their own synthesis in the method set out in the conclusions.
“This book brings a useful historical retrospective on ASD while combining it with the latest advances in the field today. The author looks at the future directions of research and treatment evolution, making this a book of future planning, not just an analysis of the past.” (Loredana Al Ghazi, Senior Lecturer, Department of Educational Sciences, West University of Timisoara)
“This extraordinary book succeeds in its admirable goal of making complex material as simple as possible, but not simpler. It will impress readers with its breadth and depth, and excite them with its critical analysis and new perspectives.” (Linda Gilmore, Adjunct Professor, School of Psychology & Counselling, Queensland University of Technology)
“An ingenious bridge between the neuropsychiatric and psychotherapeutic certainties of the past and the incessant research of the present, this book projects towards a refined and competent interdisciplinary approach.” (Michele Rossena, President of the Italian Institute for Human Sciences)
ha affrontato l’impatto della pandemia da Covid-19.
Nell’analisi ex-post sono state messe in evidenza lacune, mancanze,
inefficienze, non solo amministrative, che possiamo considerare
endemiche ed anche sintomatiche del nostro Paese.
In questo senso è significato il fatto che il Racovery Fund che ha finanziato
il PNRR, per ristorare i danni economici causati dalla pandemia e dalle
misure di restrizione, sia stato quantitativamente il maggiore tra quelli
stanziati dall’Unione.
Altrettanto significative però sono le riforme richieste e la timeline indicata
per accedere alle varie tranche: sostanzialmente tutte – nei vari capitolati –
nella direzione di migliorare, accelerare, snellire e modernizzare il “sistema
paese” cercando di metter mano alle inefficienze.
Non siamo così ingenui dal ritenere che le inefficienze amministrative e
burocratiche siano solo un problema di “anzianità” o di miopia o di
disinteresse e incapacità: ogni volta che c’è un’inefficienza c’è un mercato.
Tangentopoli ci ha mostrato che le lungaggini nelle assegnazioni degli
appalti erano il sistema che facilitava la corruzione: come poter quindi
chiedere che chi della corruzione beneficiava mettesse mano a norme di
trasparenza ed efficienza?
Dal macroscopico alle piccole lungaggini e inefficienze ed “emergenze” di
oggi, ogni qual volta qualcosa non funziona c’è un mercato parallelo che
offre il “servizio funzionante”. Ce ne siamo accorti troppo tardi nella sanità
pubblica: la TAC che non funziona in ospedale generare i fatturati delle
società private che offrono TAC a pagamento, a tutti quei cittadini che si
sentono rispondere che i tempi di attesa sono di 9-12 mesi.
Ma non riveliamo nessun segreto nel dire che in ogni inefficienza c’è
sempre chi ci guadagna. Come non riveliamo alcun segreto – se non a chi
non vuol vedere – nel ribadire che le procedure lente negli appalti pubblici
servono per elevare a potenza il numero (spesso incredibilmente non
necessario) delle procedure d’urgenza con assegnazione diretta.
Ecco che – nella facile leva della comunicazione politica populista – le
richieste di efficienza dell’Unione – nell’interesse di una efficienza
comunitaria generale che porti una ottimizzazione degli effetti della spesa
pubblica – vengono spacciate e rivendute come ingerenze negli affari
nazionali. Ed anche in buona fede (vogliamo credere) quelli che si
oppongono a tali riforme come dittatura tecnocratica esterna ed ingerenza,
si prestano come difensori delle inefficienze, della corruzione e del
disservizio.
In proposito vorrei ricordare quel deputato della regione Sicilia che – in
aula e pubblicamente – ha dichiarato che “non accettava l’indicazione di
Roma” di ridurre le indennità perché “lui on accettava ingerenze da Roma”.
Lo ringrazio perché ha reso esplicito quello che intendevo!
Nessuna delle riforme richieste – è bene chiarirlo – interviene o detta il
come e cosa fare, ma indica obiettivi da raggiungere: tale non può essere
considerata ingerenza, ma condizione per una spesa corretta ed efficiente.
Difendere i ritardi e la farraginosità di un sistema significa essere complici
di quel sistema inefficiente e difendere chi ha interesse a quella
inefficienza.
Una stima complessiva indica che – nonostante gli stipendi dei dirigenti
regionali e del personale amministrativo – su oltre 200 miliardi di Fondo
Europeo per lo Sviluppo Regionale nel Programma 2014-2020 oltre 3
miliardi sono stati spesi in “attività di supporto specialistico alle autorità di
gestione”, ovvero consulenze esterne. Se accorpiamo tutte le spese di
gestione dei fondi, includendo il personale pubblico e le gare collegate, le
assistenze esterne e le consulenze di progettazione la spesa arriva alla
esorbitante cifra di poco meno di 50 miliardi, pari al 25% di tutti i fondi
disponibili.
Non è questa la sede (né lo scopo di questa raccolta) fare un processo alla
pubblica amministrazione o all’organizzazione amministrativa. Ma è un
punto essenziale da chiarire che queste inefficienze drenano risorse
essenziali, e nei momenti di crisi l’effetto di queste inefficienze finisce con
l’essere drammatico.
Ma è significativo, in questo ragionamento introduttivo, che l’articolo di
chiusura non sia un resoconto dei e dai mercati, ma un fondo sui “furbetti
del Covid”.
Quel pezzo di commento (che trovate alla fine) comincia così:
L'esercito dei riluttanti ai controlli, che straparlano di perdita della
sovranità nazionale, ha un nome, o meglio un numero che li identifica con
adeguata certezza.
Sono 188mila. Sono le imprese – e quindi gli imprenditori – che in pieno
Covid hanno gridato alla crisi ed alla imminente chiusura, hanno chiesto,
e ottenuto, la Cassa Integrazione totale per i loro dipendenti, salvo poi farli
lavorare "al nero", in violazione delle leggi in materia di lavoro, ma anche
quelle in tema di sicurezza sociale e sanitaria, nonché di tutte le varie
normative di restrizione della circolazione delle singole regioni.
E credo abbia un senso ripubblicarlo oggi, e ritengo sia (o possa essere) la
chiusura adeguata, ricordando le decine di migliaia di morti. E le migliaia
di imprese che sono fallite.
Attraverso il cambio di lessico e di sintassi, ma anche attraverso personaggi diversi e certamente discussi della storia contemporanea lo sforzo vero dovrà essere quello di immedesimazione.
Essere pubblico contemporaneo, ricettore di quel messaggio, ma al contempo persona vera e reale che vive quell'epoca e quei luoghi in cui vengono dette quelle parole.
E poi essere politico, essere cittadino di altro paese, di altra lingua e altra cultura, e cercare di vivere e comprendere la dirompenza di quel discorso pronunciato altrove da un rappresentante di un popolo e di una storia e di una politica e di una cultura diversa dalla nostra.
Infine, essere cittadini contemporanei, capaci con le lenti del futuro di vedere esattamente come quel discorso, la potenza di quelle parole, hanno cambiato una storia che era diversa sino al giorno prima.
È solo compiendo le prime due immedesimazioni che la terza – quella per noi più semplice – acquisisce un quarto significato, ovvero la comprensione del lavoro dietro le parole di un discorso che spesso può durare anche pochi minuti.
Il senso del peso di un messaggio, di una sintesi, della consapevolezza di quello che si porta, ma anche di quello che viene consegnato al proprio destinatario immediato, al destinatario "a distanza" ed al destinatario "storico".
Questa caratteristica di "strumento di oportunità" tuttavia non è priva di rischi, proprio perchè la disintermediazione preclude quello strumento di verifica della notizia – nel bene e nel male, e talvolta costuituendo un limite alla conoscenza – che stava alla base dell'informazione, che non va dimenticato costuituisce anche il fondamento delle democrazie, contruibuendo a formare una coscienza consapevole, sulla cui base – almeno in teroria – si forma la coscienza civica e quindi un voto consapevole.
Alle vecchie forme di comunicazione, generalmente unidirezionali, il web affianca oggi un canale nterattivo, in cui almeno in teoria ciascuno può essere creatore di contenuti e può contemporaneamente interagire, condividendo, citando, commentando, contenuti altrui.
Questa forma di partecipazione è certamente positiva, come ogni forma di disintermediazione, perchè avvicina il cittadino all'eletto, il candidato agli elettori, il media tradizionale ai lettori.
Un'osmosi che può generare plusvalore, può migliorare la qualità dei messaggi e dei contenuti, e può far scoprire mondi e micromondi sino a ieri sconosciuti, degni di spazio e rappresentanza.
Ma il web non è privo di rischi.
Essendo uno strumento editoriale, che genera intrioti e vive di accessi, visite, click, genera anche tutte le patologie legate all'uso di "qualsiasi strumento utile" a generare questi accessi, e quindi incassi.
La comunicazione politica tossica, intesa come quell'insieme di casi in cui il messaggio, la sua organizzazione, la sua viralizzazione e le dinamiche di gruppo nei social network, determina da un lato una falsa percezione del consenso, e dall'altro tendono ad una vera e propria manipolazione, della realtà e delle persone.
La politica si intreccia con il mondo dell'informazione proprio perchè è sempre più diventata anche uno spettacolo di massa, finendo con il condividere regole e metriche tipiche degli show, seguendo l'audience e la telegenia, subendo il condizionamento di ciò che fa alzare o meno lo share.
Ed anche la webreputation non sfugge a questa deformazione, attraverso la lettura di dati di accessi, letture e condivisioni come metrica del consenso politico. Con tutte le implicazioni patologiche del caso, soprattutto quando i dati – come sin troppo spesso e massicciamente avviene – sono dopati.
L'ho definita comunicazione tossica perché, proprio come un virus, si diffonde nel web contaminando comunità, persone e ambienti, spesso inconsapevolmente.
La caccia al numero di fan e follower, al valore kloud, il numero di visite al proprio sito finiscono con l'essere l'unico obiettivo da perseguire, a costo e scapito dei contenuti, della riflessione, del progetto, del programma e dei valori.
In definitiva, il rischio, è che il web da strumento utile per la comunicazione, disintermediazione ed organizzazione della società e della politica, finisca con il deformare e trasformare – inconsapevolmente – non solo la comunicazione, ma anche il rapporto con la politica e l'organizzazione della società.
Introduzione alla comunicazione tossica
Politica e mass-media
La spettacolarizzazione dell'informazione
Il web sorpassa la tv
Il web e le "leggi speciali"
Il popolo della rete, il popolo che non esiste
Gli "stumenti" della comunicazione politica in rete
La percezione e i falsi numeri del web
La social-auto-percezione
Informazione e SocialNetwork in Italia
La comunicazione politica tossica
I gruppi e i social network.
Influencers della rete
La formula dell'engagement
La comunicazione manichea
Il web e il complottismo
La paura e la politica. La politica della paura.
TV e potere La politica trasformata in fiction
La politica testicolare
Twitter e l'opinione della maggioranza
L'hashtag-politik
Se il cyber-utopismo conquista la politica
La campagna elettorale e il web 2.0
La comunicazione social dei leader europei
È essenziale ritornare a considerare complessivamente le categorie dell'informazione, attraverso cui appunto avviene la comunicazione politica, e ripensare il web semplicemente come un nuovo medium attraverso cui questa informazione si compie.
Partirò valori dell'informazione, in particolar modo dell'informazione e comunicazione politica, affrontando termini come obiettività, imparzialità, neutralità, verità e del contributo dei media di massa a quell'insieme di valori politici di apertura e di responsabilità democratica che vanno sotto il nome di 'trasparenza', e di come i mezzi di comunicazione ed informazione non solo non contribuiscano alla trasparenza politica, ma anzi diventino strumento di una vera e propria opacità, se non simulazione.
Un ruolo specifico in questa azione mistificatoria è esercitato dal mezzo televisivo, sia attraverso la spettacolarizzazione sia attraverso la creazione di eventi mediatici come strumento di comunicazione politica, sia attraverso una vera e propria cultura dello scandalo ed il conseguente assottigliamento del confine pubblico/privato come strumento di apparente trasparenza.
Affronterò la trasformazione dei media dell'informazione.
Attraverso queste nuove declinazioni e questi nuovi territori fatti di spazi e tempi nuovi parleremo delle caratteristiche della comunicazione (in particolar modo politica) nell'era del web, la chiameremo "comunicazione 2.0" e ne affronteremo il nuovo vocabolario; il web come "contenitore utopico", le dinamiche di gruppo al'interno di questo contenitore e gli atteggiamenti di approccio, in particolare analizzando gli aspetti peculiari delle nuove socializzazioni, tipiche della dimensione online, e della percezione e auto-percezione che ne derivano.
Infine vedremo alcune forme tipiche della comunicazione online (non solo politica): blogger, webjournalism, influencers, ed attraverso la quali-quantificazione di questi soggetti cercheremo di comprendere come ed in che modo misurare la rilevanza di queste nuove grandezze della comunicazione sociale.
Il nuovo villaggio globale è sempre più simile ad un mondo “iperinformato” in cui la domanda di informazione viene spesso confusa con l'offerta di opinione, ed in cui mancano gli strumenti di discernimento e di individuazione del corretto confine tra ciò che è fatto, ciò che è notizia, ciò che è informazione e ciò che è opinione. Eppure è solo attraverso un corretto processo informativo che può trovare le sue basi quella coscienza e consapevolezza attraverso cui il cittadino esercita i suoi diritti, risponde e chiede conto dei doveri, e determina la vita dei processi democratici.
Qualsiasi sia quindi il medium di cui parliamo, occorre una riflessione critica sul sistema dell'informazione e dei mass media, su come spesso attraverso un legame non sempre chiaro e limpido la politica trasforma se stessa in fenomeno mediatico e il sistema dell'informazione diventa un pezzo della comunicazione politica ed in cui il web finisce con l'essere territorio di amplificazione di questo o quel messaggio.
Introduzione
1 Obiettività, imparzialità, neutralità e verità
2 I massmedia e la simulazione della trasparenza nella comunicazione politica
3 L'informazione politica televisiva in Europa
4 L'informazione politica televisiva in Italia
5 Dal villaggio globale al tempo di Internet
6 La comunicazione 2.0
7 Il nuovo vocabolario della comunicazione politica
8 I luoghi del web
9 La social-auto-percezione
10 Influencer e blogger di area
11 Chi sono e cosa fanno gli influencers
12 Cosa fa e come si diventa influencer nel web
13 La misurazione della web influence
Lo stesso titolo in questa sede parte dalle stesse considerazioni che fece allora la direzione del Manifesto, e cioè che le vicende terribili che insanguinano la regione dei Balcani sono patrimonio drammatico delle carenze diplomatiche della costituenda Europa.
Questa non è solo la storia di quella guerra, ma anche un reportage attraverso tutta la Serbia e il Kosovo - in 60 fotografie.
...per ricordare una guerra che ormai abbiamo dimenticato, in un tempo in cui qualcuno trasformò la nostra penisola in una grande portaerei al centro del Mediterraneo.