Ore 20:08 | Spiaggia della Giannella
NEL PADELLINO SFRIGGONO tre spicchi d’aglio. Pochi ritmati colpi di coltello e anche un grosso peperoncino sminuzzato finisce nell’olio bollente. Giampaolo si accorge che lo guardo perplesso e sorride: “Non preoccuparti, non è molto piccante”. Sarà che le sette ore di navigazione a vela mi hanno messo appetito ma il profumo che si spande in coperta mi sembra da stella Michelin.
QUADRI E CROMIE
La barca dondola su uno specchio appena increspato di fronte alla Giannella, lingua di sabbia lunga circa otto chilometri che unisce a nord l’Argentario alla penisola. Il tramonto accentua in quel dipinto e… “Popph!”. Mi risveglia il rumore (suono va) proveniente dalla bottiglia di Pecorino che il comandante stappa di ritorno sul ponte. Me ne versa due dita in un bicchiere di bioplastica e riempie anche il suo. “Questa quiete è l’essenza del vivere. – dice accennando un brindisi – E la navigazione ne è la dimensione più intima. Nel momento in cui mollo la cima di ormeggio sento cambiare il ritmo biologico: isso le vele e lentamente la barca si sposta sospinta dal vento, dagli elementi naturali dei quali torno a far parte. Ma te ne accorgi? Siamo esasperati dai ritmi frenetici dei giorni, così corriamo, corriamo sempre. Ma poi verso dove?”.