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Melaverde

Valle d’Aosta: storia di tre sorelle e una torta

uesta è la storia di una famiglia formata prevalentemente da donne nate e cresciute in Valle d’Aosta, della loro tenacia, del loro amore per il territorio, del loro coraggio. Ma è anche la storia di un padre e di una madre e del futuro “donato” alle loro figlie. Albino e Sidonie sono due ragazzi valligiani e che, grazie ad una torta inventata da Silvia – la mamma della bella Sidonie, che a sua volta la fece assaggiare a Pierre durante una pausa dal lavoro – hanno la possibilità di frequentarsi e di innamorarsi. Ma i dettagli ve li racconterò più avanti., sulla piana di Arly a La Thuile, nome che in ladino vuol dire “palude”, visto che la zona era anticamente paludosa. Il progetto inizia ad andare a gonfie vele vista la bravura di Sidonie ai fornelli. Purtroppo nel 1984 Albino viene a mancare in giovane età e le ragazze, anche per rispetto del loro padre, si dedicano alla conduzione de con più forza e determinazione. Sidonie, oggi ottantaseienne, in cucina si muove agilmente tra le tante specialità valligiane mentre le ragazze accolgono e servono i clienti, sempre col sorriso, sempre con la determinazione propria delle genti montane. La vita nella valle è dura, ma ciò non le scoraggia e diventano in breve tempo un punto di riferimento della città, la voce si spande e arrivano a consumare i piatti anche persone provenienti da fuori regione. Sandra e Silvana a loro volta mettono al mondo Martina e Caterina – che oggi si occupano di servire i clienti, ricevere gli ospiti nelle camere continuando quella tradizione che vide le loro mamme rimboccarsi le maniche e continuare a condurre quel sogno che nonno Albino desiderava tanto per la sua famiglia: un futuro nella propria terra. Sopra l’osteria sono presenti proprio quelle camerette che hanno visto crescere tutta la famiglia Collomb ed ora sono divenute piccoli appartamenti, come dicono i vicini francesi, per chi volesse pernottare e al mattino recarsi nelle piste di sci di fondo di fronte a . La stagione sciistica intanto inizia e si può tranquillamente pernottare presso la struttura fino a fine Pasqua per poi ritornare in estate. Numerosi sono i piatti tradizionali che vengono preparati. Il loro piatto forte sono le carni preparate in umido con la polenta e sugo di salsiccia oltre ad un piatto antico che sfamava i minatori della vicina miniera di argento, ovvero la di vitello a bocconcini, con soffritto di cipolla e vino bianco, il cervo in “civet”, marinatura della carne con spezie e lasciata a riposare per diversi giorni nel vino rosso, lo spezzatino classico e per passare ai primi le tagliatelle con di cacciagione, gnocchi col formaggio Blue d’Aoste (erborinato di latte vaccino intero) e speck, servito con granella di noci. E gli antipasti? Uno tipico valdostano ma perfezionato dai Collomb sono i tomini con salsa verde e rossa, salse a base di erbe segrete, cipolla, sedano, olio, aceto e pomodoro molto apprezzati dai clienti. Le fondute, specialmente quando fuori impazza la neve, sono un autentico pasto corroborante: Fonduta e alla valdostana, , e chi più ne ha più ne metta. La neve non cessa di smettere di cadere e mentre guardo i tetti delle case valdostane, così caratteristici, penso da dove provenga il nome La Thuile. Neanche a farlo apposta deriva da quello a cui stavo pensando poco prima: l’etimologia del nome del paese deriva dal latino . Con “thuile” si indicano infatti, in dialetto valdostano, le , lastre di pietra, ottime per la copertura delle abitazioni che nel passato venivano estratte nella zona di Pont Serrand e sul Mont du Parc. I protagonisti della cucina tradizionale de sono esclusivamente i prodotti del territorio senza dimenticare la gustosissima Fontina, una vasta scelta di salumi e formaggi e le patate di montagna. In Valle d’Aosta negli ultimi trent’anni i vini hanno avuto una notevole crescita qualitativa, testimoniata dai numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale sia in occasione di concorsi enologici sia da parte di guide e riviste di settore. Ampia scelta dei vini serviti in osteria: tra i vini rossi abbiamo il – rosso armonico, al naso è decisamente floreale, con note di rosa appassita e viola, ma anche fruttato con ricordi immediati di ciliegia e frutta scura e tra i bianchi troviamo l’eroico – il vitigno Prié blanc in passato ampiamente coltivato in tutta la regione ha trovato la sua migliore vocazione nei comuni di Morgex e di La Salle dove le aspre condizioni climatiche non permettono il successo di altre varietà. Vi ricordate della famosa storia della torta di Silvia con cui fece innamorare Pierre e che ereditò da sua mamma Elisabeth che non era altro che la bisnonna delle sorelle Collomb?

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