Negli ultimi anni il tema dell’ibernazione ha assunto sempre maggiore importanza, con un crescente interesse di varie persone nella speranza di non morire completamente, entrare in criostasi e risvegliarsi un giorno in cui vi possa essere la tecnologia adatta a consentire di tornare in vita.
Partiamo però dall’inizio, con la storia di Robert Ettinger, il “padre della crionica”, nato nel 1918 nel New Jersey. Da bambino Robert amava leggere le riviste di fantascienza, e il racconto che più lo aveva colpito era stato quello che parlava di un eccentrico miliardario, il professor Jameson, che decide di lanciarsi nello Spazio per essere preservato dalle temperature gelide. Per caso, il corpo del miliardario viene trovato da un meccanico alieno cyborg che inserisce il suo cervello in un corpo robotico e lo “rianima”, dopo essere stato congelato nello Spazio per 40 milioni di anni. Quest’idea rimase nel cuore del giovane Ettinger che sperava che un giorno gli scienziati sarebbero stati in grado di replicare questa tecnologia prima che lui invecchiasse.
Ettinger prestò servizio come sottotenente di fanteria durante la Seconda Guerra Mondiale e fu colpito dal fuoco di artiglieria, che gli danneggiò gravemente una gamba, tanto che la prospettiva che potesse camminare di nuovo era in dubbio. Insoddisfatto delle capacità e delle tecnologie mediche dell’epoca, il padre di Ettinger cercò soluzioni all’avanguardia