Ho letto una frase di Karl Jasper che mi ha colpito. “La commozione è la fonte di intuizione che fornisce il materiale indispensabile per la conoscenza”. Ora, non so se ho compreso esattamente cosa il filosofo volesse dire, ma mi piace interpretare queste parole come un giusto tributo alla potenza dei sentimenti. Sapersie pascoli di alta quota. Fino al secolo scorso le aziende agricole sono state autosufficienti grazie all’allevamento e alle produzioni di montagna. Poi, un po’ come è successo in tante altre zone montane, dopo la Seconda Guerra mondiale la gente è andata via. Qualcuno è rimasto, grazie anche alle latterie turnarie, che comunque hanno permesso ai piccolissimi allevatori di poter lavorare il loro poco latte insieme a quello di altri. Ma anche questa esperienza a un certo punto non è stata più sufficiente a sostenere quelle fragili economie. Mollare tutto o trovare una nuova idea. Di fronte a questo bivio, un gruppo di tenaci allevatori ha deciso di creare una nuova cooperativa che è riuscita a inglobare le vecchie latterie turnarie, trovando le idee e le risorse giuste fino a diventare oggi una delle realtà più importanti del tessuto sociale locale. Sono molte le famiglie coinvolte in questo progetto. Allevatori storici ma anche tanti giovani che continuano a credere che insieme si può fare. Insieme. Tutti insieme verso un progetto comune. Gabriele quando si guarda indietro sul lavoro fatto, le sfide vinte quando tutti dicevano che non sarebbe stato possibile ritirare su una economia fatta di attività destinate a scomparire perché poco produttive, si commuove. Parla del passato, da dove tutto e partito, dalle difficoltà, ma poi anche delle tante persone che hanno camminato insieme in tutti questi anni, che si sono rimboccate le maniche e hanno tenuto duro, soprattutto all’inizio, quando tutto era ancora da costruire. Gabriele è un uomo gentile, all’inizio anche un po’ intimorito dalle telecamere. I suoi occhi scuri e vispi parlano più delle parole. E diventano lucidi, quando il ricordo va al passato, a tutte quelle persone che hanno lavorato per quell’obiettivo che non riguarda solo chi ci lavora direttamente, ma un intero territorio. Si commuove ricordando il tanto lavoro fatto. Quella capacità di viversi dentro le cose che accadono è stata una forza in più. Condividere con gli altri le proprie emozioni è stata una molla fondamentale che ha dato spessore ai rapporti umani, ma anche una più profonda conoscenza delle esigenze di tutti. Una vittoria di cuore. .
