Ri-animare la nostra politica: una nuova sfida per i cattolici
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Aldo Moro
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Anteprima del libro
Ri-animare la nostra politica - Antonio Secchi
Antonio Secchi
Ri-animare la nostra politica
Una nuova sfida per i cattolici
Proprietà letteraria riservata.
La riproduzione in qualsiasi forma, memorizzazione o trascrizione con qualunque mezzo (elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, internet) sono vietate senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
Impaginazione a cura di Fabiana Ceccariglia
per Studio Tramaglio
www.tramaglio.it
isbn: 978-88-7853-823-8
isbn ebook: 978-88-7853-667-8
© 2018 Edizioni Sette Città
Via Mazzini, 87 • 01100 Viterbo
Tel 0761 304967 Fax 0761 303020
www.settecitta.eu • info@settecitta.eu
Ebook realizzato da Magdalena Butnariu nell'ambito del progetto indetto dall'Università degli studi della Tuscia Tirocinio Disucom/Scienze della Comunicazione
, presso la casa editrice Sette Città.
ISBN: 978-88-7853-667-8
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Introduzione
Capire l’antifona: il 2018 erede spaesato del 1978
Presentazione dell’Epistolario con Aldo Moro (1970-1978)
Conclusione
Guida bibliografica allo studio del pensiero e dell’opera di Aldo Moro
A futura memoria
L'autore
Dedica
Ringraziamenti
Introduzione
di Agnese Moro
Si dice spesso – temo con un pizzico di retorica – che niente di ciò che viene fatto per amore va perduto. Si tratta di un’affermazione abbastanza difficile da verificare, anche perché il tempo che intercorre tra un gesto d’amore e i suoi frutti è spesso molto più lungo delle nostre esistenze. Ma a volte succede che sia possibile, nell’arco di una vita, vedere il punto di partenza e i suoi frutti. È quanto succede a me leggendo questa ulteriore edizione di un carteggio così particolare, come quello intercorso tra un giovane studente – Antonio Secchi – e il suo professore, mio padre Aldo Moro. Se si dialoga davvero lo si fa sempre sotto la spinta di un amore che sa chiedere e ascoltare, che riconosce l’altro come simile a sé, dunque umano, persona che sa dare e ricevere. Una esperienza che ci plasma, che lascia una traccia, riposando come un seme sotto terra, e che prima o poi si esprimerà nel desiderio sincero di fiorire, moltiplicarsi, raggiungere altri.
È la particolarità che anima questa edizione del carteggio, che, lasciando intatta la freschezza di un dialogo nato malgrado distanze e diffidenze, esprime anche il bisogno che Antonio ha sentito a sua volta – forse proprio grazie alla forza di quella esperienza giovanile – di fare un passo, di creare un ponte con giovani di generazioni tanto diverse da quella che fu la nostra; quasi come dimostrazione di aver accolto un invito ricevuto a suo tempo con l’esempio a mettere al centro dell’attenzione proprio i nostri giovani, moltiplicando proposte, ascolto e fiducia nei confronti delle nuove generazioni. Trovo tutto questo profondamente commovente e incoraggiante per tutti noi.
Con un ritmo allo stesso tempo sereno e incalzante, Antonio accompagna il carteggio con un ben costruito invito alla riflessione sull’oggi; sulle responsabilità che ogni uomo – e dunque ogni cristiano – ha nei confronti del mondo e delle sue sorti. E forse è proprio nel richiamarli alla responsabilità, al servizio, all’impegno che esprimiamo ai nostri giovani il nostro amore e la nostra fiducia profonda nella loro capacità di fare cose belle e grandi. Ne hanno molto bisogno, toccati come sono troppo spesso da un frettoloso giudizio che li vorrebbe superficiali e incapaci di slanci. Credere nella loro vocazione alla grandezza, e dirglielo, è per questo forse ancora più importante oggi che nel passato. Come società e come singoli investiamo così poco su di loro, mortificandoli e depotenziandoli. Antonio inverte la tendenza e li chiama a prendere il loro posto nella Chiesa e nel mondo. Dobbiamo essergliene grati e raccogliere l’invito che tra le righe rivolge anche a noi a seguire il suo esempio e a fare altrettanto.
Agnese Moro
1 novembre 2018 Festa di Tutti i Santi
Capire l’antifona: il 2018 erede spaesato del 1978
La notte del 4 marzo 2018 la televisione iniziava a trasmettere i risultati delle elezioni politiche italiane, e da quella notte, sono passati quasi tre mesi per vedere in carica il nuovo Governo (1 giugno 2018). In questa crisi politica interminabile è successo di tutto, così che il settimanale Famiglia Cristiana ha sintetizzato lo scenario con un titolo significativo: Caos nella politica. Toccherà tornare a quelle settimane per capire di più, anche perché, per un attimo, sono sembrati vacillare la Costituzione italiana e il ruolo del Presidente della Repubblica, minacciato di messa in stato di accusa da forze politiche e da giovani leader precipitosi e arroganti che, in una fase successiva, hanno riconosciuto di aver sbagliato. Gli stessi Vescovi sono scesi in campo a difesa di Sergio Mattarella, il quale, con generale consenso, ha battuto i provocatori proprio sui social network con la nota Io sto con Mattarella
.
In questo generale spaesamento, sorprendente e preoccupante, ho pensato che fosse urgente parlare di politica con i giovani, soprattutto per chiamarli a qualche forma di riflessione sulla crisi profonda che attraversa la nostra società e l’intera Europa.
Questo mio lavoro vuole presentarsi come un semplice quaderno di appunti, che ha però l’ambizione diaccompagnare
i giovani nella difficile comprensione della dimensione politica del nostro tempo. È vero anche che la mia passione torna sempre alla storia del movimento cattolico in Italia e all’auspicio di una nuova sfida dei cattolici finalizzata a ri-animare la politica, non nel senso comune di renderla più vivace, ma nell’intento ambizioso di ridarle un’anima, ora che si scopre denigrata e impoverita, come non era mai accaduto in passato.
Devo comunque deludere coloro che si aspettano, dal titolo di questo quaderno, il solito appello alla ricostituzione di un partitocristiano
. Chi scrive ha bene a mente una risposta di Papa Francesco che, durante un viaggio di ritorno dall’estero, su questo tema sollevato da un giornalista, ha dichiarato che non si possono tenere per buone, oggi, esperienze politiche dello scorso secolo, ormai concluse.
Diverso si presenta il problema quando la politica manifesta segni di crisi e di malattia seria che mettono in discussione la stessa democrazia e i valori fondamentali delle libertà costituzionali. Allora vale la pena ascoltare il consiglio del Cardinale Gualtiero Bassetti: Ora è importante che i cattolici abbiano la fantasia e la libertà di vivere insieme questi valori e di vedere come esprimerli. Nella società di oggi è necessaria la presenza dei cattolici in politica. Se questi non trovano una forma per esprimersi insieme, si rischia di essere inefficaci. Credo sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza e, soprattutto, per rinnovare la nostra pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza l’impegno pubblico, non è piena
. Con i giovani vorrei discutere di questo grande problema per aiutarli a rispondere alla loro domanda ricorrente Ma di chi ci possiamo fidare
? È importante infatti avere una bussola per non smarrirsi tra le sirene di molti adulatori perché i cattolici non sono figli di nessuno
, al contrario, hanno una loro storia da ritrovare e una loro identità sempre da rinnovare. Questa storia, tra il 1978 e il 1994, ha subito una lacerazione che è urgente rammendare, cioè riparare, riallacciandone i fili. Scopriamo poi con stupore che il verbo rammendare è molto simile a rammentare, ricordare. Ma ricordare che cosa?
Le elezioni politiche di marzo 2018 hanno coinciso con le celebrazioni del quarantennale dall’eccidio di Via Fani (16 marzo 1978) e dal ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro (9 maggio 1978) nel bagagliaio di una Renault rossa nella centralissima via Caetani a Roma. Il 4 aprile 1972 un professore universitario, in una lettera su carta intestata Il Ministro degli Affari Esteri
, indirizzata ad un suo giovane studente, esprimeva questo auspicio: "Spero di mantenere un