Genitori. La guida
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Genitori. La guida - Sergio Felleti
CAPITOLO 1
AIUTA TUO FIGLIO A CRESCERE NELLA GIUSTA VIA
Indirizzandolo più che altro ai genitori, l’obiettivo di questi primo capitolo del libro è di capire cosa provano e cosa pensano i bambini e gli adolescenti, individuare gli obiettivi a lungo termine, far sentire il proprio affetto ai figli e fornire loro quali soni i più essenziali e sani punti di riferimento.
Dalla nascita ai 2 anni
Naturalmente, i bambini appena nati non hanno alcuna esperienza del mondo, ma durante i primi due anni della loro vita si svilupperanno in un modo straordinario. Impareranno moltissimo su di voi e sul rapporto che vi lega.
I tre fattori di sviluppo principali in questa prima fase della loro vita sono: attaccamento, linguaggio e indipendenza.
Attaccamento
Dato che non sanno nulla del mondo, nel primo anno di vita i bambini non riescono a capire bene la società che li circonda e quindi non sanno come ottenere ciò di cui hanno bisogno. Non sanno parlare, ma per fortuna hanno un riflesso innato che li aiuta a comunicare: il pianto.
Piangere è un istinto di sopravvivenza per il bambino, è un segnale con il quale il bambino chiede ai genitori di essere aiutato. Il pianto è anche la base per costruire un legame emotivo unico ed estremamente forte tra genitori e figli.
Nel primo anno di vita i bambini piangono per diversi motivi:
1) hanno fame;
2) hanno sete;
3) sentono troppo caldo o troppo freddo;
4) provano dolore;
5) possono avere allergie ad alimenti che la madre ha mangiato e sono stati assunti tramite l’allattamento;
6) possono essere allergici alle prime pappine;
7) sono nella fase della dentizione;
8) hanno febbre, mal di testa, mal di stomaco, mal di gola, nausea, e quant’altro.
A questa età i bambini piangono anche per un altro motivo: il loro cervello si sta organizzando
. È normale che si mettano a piangere ogni notte alla stessa ora. È il segno che i loro corpi e i loro cervelli stanno sviluppando un proprio ritmo e piangere fa parte di questo processo.
Non capiscono ancora perché piangono e quindi possono anche spaventarsi del loro stesso pianto. Con il tempo però riusciranno a capire se al loro pianto i genitori rispondono e vengono in loro aiuto. Il pianto di un bambino al primo anno di vita è una grande opportunità per i genitori per costruire una solida base per il loro rapporto futuro.
In questa fase dello sviluppo il pianto è il linguaggio del bambino che non sta cercando di far impazzire i genitori, ma piuttosto di comunicare che si trova in difficoltà.
Quando noi rispondiamo al loro pianto i bambini imparano che possono contare su di noi; capiscono che gli daremo aiuto e conforto. In questo modo svilupperanno fiducia e un forte attaccamento nei nostri confronti.
Nel primo anno di vita del bambino il compito principale dei genitori è quello di dare al proprio figlio un ambiente sicuro e affettuoso.
Nel primo anno di vita i bambini hanno soprattutto bisogno di affetto. Non sono ancora in grado di comprendere le regole, non riescono a capire quello che state provando voi o quello che gli state dicendo. Invece capiscono molto bene cosa significa sentirsi al sicuro.
COMPRENDERE BENE COSA PROVANO
E COSA PENSANO I BAMBINI
Può essere molto faticoso per i genitori accudire un bambino al suo primo anno di vita. A volte, se il bambino non smette di piangere, il genitore potrebbe sentire l’errato desiderio di sculacciarlo o scuoterlo, ma scuotere, sculacciare o picchiare non serve a farlo smettere di piangere.
Al contrario, ciò potrebbe:
• Danneggiare il cervello del bambino.
• Ferire il bambino.
• Uccidere il bambino (nei casi estremi).
• Fare comunque in modo che il bambino abbia paura di voi.
L’intero corpo e il cervello di un bambino al primo anno di vita sono molto fragili. Non si deve mai scuotere, scrollare con violenza facendo muovere il corpicino in più direzioni o colpire un bambino di questa età.
Un bambino che non riesce a smettere di piangere deve sentire la vostra presenza; ha bisogno di essere preso in braccio e consolato. Non abbiate paura di viziarlo, non è possibile a questa età.
Tuttavia non sempre riuscirete a calmare vostro figlio/a. Se siete molto stanchi o tesi chiedete aiuto a un familiare, ad un amico, ad un medico o ad altri membri tra i vostri conoscenti.
A quell’età i bambini hanno bisogno soprattutto di essere abbracciati, coccolati, cullati e tenuti in braccio.
Questo affetto fisico è fondamentale per poter instaurare un rapporto solido con il bambino. Se il bambino si sente al sicuro e protetto allora svilupperà con voi un forte attaccamento.
Ma perché è fondamentale che vi sia un forte attaccamento genitore-figlio?
1) I bambini che si fidano delle persone che si prendono cura di loro si sentono emotivamente più sicure di sé.
È più facile per loro riuscire a confortarli se sono agitati, e quando saranno più grandi riusciranno a separarsi dai genitori con più serenità. Avranno una minore probabilità di diventare ansiosi e timorosi.
2) I bambini che si fidano delle persone che si prendono cura di loro tendono a fidarsi anche degli altri perché si aspettano che anche gli altri siano affidabili ed attenti.
Quindi hanno una maggiore probabilità di sviluppare delle relazioni positive con i propri fratelli e sorelle, compagni e insegnanti.
3) I bambini che in questa fase del loro sviluppo si sentono al sicuro hanno una maggiore probabilità di diventare bambini che amano esplorare il proprio ambiente perché sono convinti di non correre pericoli.
E l’esplorazione è fondamentale per lo sviluppo cerebrale di un bambino. Grazie a questo, infatti, imparano con maggiore facilità nuovi concetti come numeri e colori, forme e suoni, dimensioni e peso.
Più i bambini riescono ad esplorare e comprendere il mondo che li circonda sentendosi al sicuro, più saranno pronti ad affrontare l’ingresso a scuola quando arriverà il momento.
Il linguaggio
Man mano che i bambini crescono imparano gradualmente a comunicare più con il proprio linguaggio verbale che con il pianto. A circa sei mesi cominciano a balbettare
e a pronunciare suoni come ba
, da
, ma
.
Quando i genitori rispondono ripetendo gli stessi suoni, i bambini cominciano a imparare la loro lingua madre. Capiscono quali sono i suoni importanti e imparano ad usarli ripetendoli.
Con il tempo quei suoni diventeranno vere e proprie parole. Quando i genitori rispondono a queste prime forme di comunicazione sorridendo e incoraggiandoli, i bambini imparano che quando parlano vengono ascoltati.
Questo è uno degli elementi fondanti del vostro rapporto: la comunicazione.
Perché questa prima forma di comunicazione è così indispensabile?
1) In questo modo i bambini imparano pian piano ad esprimersi e capiscono che voi li ascolterete. In questa prima fase dello sviluppo i genitori possono insegnare al bambino come esprimere i suoi sentimenti e possono dimostrargli che sono pronti a rispettare il loro tentativo di comunicare.
2) Se le persone che si prendono cura del bambino reagiscono ad una risata, un balbettio o alle sue prime parole incoraggiandolo, allora il bambino avrà una maggiore probabilità di sviluppare un vocabolario ampio.
E se avranno un maggior numero di parole a loro disposizione per riuscire ad esprimersi impareranno anche a raggiungere più facilmente i loro obiettivi utilizzando la comunicazione verbale.
L’indipendenza
A circa sei mesi il bambino comincia a gattonare, cioè, a muoversi appoggiando mani e ginocchia sul pavimento e pareti. Si tratta di un enorme cambiamento!
I genitori ora non possono mai perderlo di vista perché ancora non capisce che può farsi del male, fare del male ad altri o può danneggiare degli oggetti.
Eppure il movimento è essenziale per lo sviluppo del cervello e del corpo.
COMUNICARE E CAPIRE I FIGLI
Quando i genitori rispondono alle primissime forme di comunicazione dei loro figli, facendo dei sorrisi, toccandoli, accarezzandoli o incoraggiandoli, i bambini stessi, pur se ancora piccolissimi imparano che quando loro parlano o comunque cercano di esprimersi o gestiscono vengono ascoltati.
In questa fase i bambini imparano a utilizzare i muscoli, ad aggrapparsi, a masticare. Adorano afferrare gli oggetti e metterli in bocca. Non lo fanno per comportarsi male
, ma per esercitare i loro muscoli.
Imparano a utilizzare le mani e le dita, imparano a masticare per poter essere poi in grado di mangiare cibo solido e di parlare.
Verso la fine del primo anno di età il bambino impara a camminare. Per loro questa è un’esperienza entusiasmante, possono andare ovunque vogliano e arrivare in luoghi a cui prima non arrivavano. Adorano esplorare ogni angolo di una stanza e toccare e mettere in bocca tutto!
Questa esplorazione è un vero e proprio viaggio di scoperta per un bambino. È così che impara a conoscere il mondo affascinante che lo circonda; ciò è assolutamente necessario per il suo sviluppo cerebrale.
A questa età prendono un oggetto e lo fanno cadere a terra più volte. Non lo fanno per infastidirci, ma perché così facendo imparano il concetto di cadere
, rimbalzare
, rompere
.
Toccano il cibo con le mani per comprenderne la consistenza, mettono in bocca i giocattoli per scoprirne il gusto e sputano il cibo per capire cosa si prova a sputare. Questi non sono comportamenti da bambino cattivo
, ma è quello che deve fare un bambino in questa fase della sua crescita per scoprire il mondo. I bambini diventano veri e propri esploratori e se impediamo loro di esplorare si agitano, piangono, sbattono i piedi in terra perché li stiamo ostacolando nel loro desiderio di imparare.
Desiderano solo imparare a conoscere tutto ciò che li circonda. I genitori devono quindi fare in modo che il mondo che stanno esplorando sia un luogo sicuro. Grazie a questa esplorazione i bambini imparano molte cose velocemente.
Vogliono conoscere il nome di ogni oggetto e se li incoraggiamo in questa attività impareranno uno straordinario numero di parole molto velocemente, svilupperanno un vocabolario ampio e si innamoreranno delle parole.
È un’ottima occasione per arricchire il linguaggio del bambino parlandogli e descrivendogli tutto quello che vedono o leggendo per loro, ascoltando quello che dicono e rispondendo alle loro domande.
Una delle prime parole che imparano i bambini è No!
.
Quando i bambini di questa età dicono No!
non vogliono essere disubbidienti o ribelli, ma stanno cercando di dirci quello che provano.
Infatti anche se hanno già imparato il nome di molti oggetti, non sanno ancora come descrivere i loro sentimenti.
Quindi un bambino che dice No!
forse sta cercando di dirci:
1) Non mi piace
;
2) Non voglio andare via
;
3) Voglio quello
;
4) Voglio scegliere io i miei vestiti
;
5) Sono arrabbiato
.
Pronunciando questo No!
i bambini manifestano e mettono in pratica la loro indipendenza. Non stanno cercando di farci fare tardi o di farci impazzire. Non stanno cercando di sfidarci o di essere egoisti, ma ci stanno dicendo che vogliono prendere le loro decisioni.
Inoltre non sanno quello che provate voi e quello di cui voi avete bisogno; infatti non sono ancora in grado di comprendere i sentimenti degli altri. I vostri figli hanno bisogno di esplorare. È così che imparano, ed è assolutamente necessario per il loro sviluppo cerebrale.
I genitori devono mettere a disposizione dei propri figli un ambiente sicuro e senza pericoli.
Ecco alcuni consigli per rendere la vostra casa a prova di bambino
:
1) Eliminate tutti gli oggetti con cui il bambino potrebbe strozzarsi.
2) Conservate tutti gli oggetti taglienti e fragili e le sostanze velenose in un ripiano alto o in un armadietto chiuso a chiave.
3) Coprite tutte le prese elettriche.
4) Tenete coltelli, attrezzi e medicinali in un armadietto o cassetto chiusi a chiave.
5) Tenete i manici delle padelle rivolti verso il centro del piano cottura.
6) Fissate gli oggetti pesanti in modo che non possano essere tirati verso il basso.
COSTRUIRE UN BUON RAPPORTO TRA GENITORI E FIGLI
Far sentire ai propri figli il vostro affetto
Sia per gli adulti e sia per i giovani di ogni età, la motivazione a impegnarsi, imparare dai propri errori e fare sempre meglio, aumenta se sentiamo il sostegno di coloro che ci circondano.
Se invece abbiamo paura, allora la nostra motivazione diminuisce e ci sentiamo più insicuri. Alcuni proveranno rancore e cercheranno di reagire. Altri proveranno ansia e questo ostacolerà il loro apprendimento.
Altri potrebbero finire per credere di essere stupidi, smetteranno quindi di impegnarsi e diventeranno depressi.
Proprio come gli adulti, anche i bambini, se hanno paura, perdono la motivazione a impegnarsi. Possono provare rancore, ansia o tristezza. E proprio come gli adulti, i bambini imparano meglio quando si sentono rispettati, compresi, protetti e amati.
Questo è altro è il significato della parola: affetto. Per affetto verso i propri figli si intende protezione fisica ed emotiva. In un’atmosfera di affetto il bambino si sente al sicuro anche se commette errori. Si fida dei suoi genitori e in questo modo diventa più sicuro di sé ed è più motivato a impegnarsi. Impara inoltre l’importanza dell’empatia e del rispetto per i sentimenti altrui.
Per comprendere perché l’affetto è importante nel rapporto genitori-figli e per l’apprendimento del bambino svolgete il seguente esercizio.
Ad ogni domanda segnate la risposta A) o B) più adatta a voi:
▪ Immaginate che avete deciso di imparare una lingua straniera: A) Imparerete meglio se il vostro insegnante vi dice quando state lavorando bene, o: B) quando vi dice che state sbagliando?
▪ Imparerete meglio se: A) vi sentite al sicuro con il vostro insegnante, o: B) quando avete paura che vi possa picchiare se commettete un