Delirio d'amore
Di Ambra D.
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Info su questo ebook
Ambra D. nasce a Gaeta nel 1986. Fin da bambina cresce con la passione per la scrittura, la lettura e la buona musica. Da 7 anni vive a Genova con suo marito con cui condivide la passione per la musica e per i viaggi. Ha pubblicato per Passerino Editore "Dal diario di..." e "Mia per sempre".
Copertina di Francy Berardi
profilo instagram @crazy_bera
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Anteprima del libro
Delirio d'amore - Ambra D.
PACO
CRY
Era una fredda sera d’inverno forse era novembre ora non ricordo.
Andai a comprare qualcosa nel centro commerciale sotto casa, la mia ex moglie dimenticava sempre qualcosa.
Comprai quello che dovevo e mi soffermai sulle vetrine della libreria.
Si avvicinava Natale ed era decorato a festa.
A me però le feste non piacevano più, erano solo un momento di pura ipocrisia dove mi toccava far vedere al resto dei parenti quanto fossi felice con mia moglie che da tre anni mi tradiva con mio fratello.
Eravamo rimasti insieme solo per Paco, nostro figlio, aveva 16 anni e non era stupido, lui mamma e papà li voleva vedere insieme e così cercavamo da almeno tre anni di fare la famigliola felice.
Erano le 19 e di li a mezz’ora avrebbero chiuso tutti i negozi, la ragazza sempre gentile mi salutò scusandosi di non averlo fatto prima.
Non devi scusarti anzi scusa se ti ho spaventato
mi affrettai a risponderle e come non capitava da troppo tempo riuscii a sorridere.
Le avevo già parlato varie volte senza mai riuscire a sapere il suo nome, ma quella sera fui aiutato da una bellissima collana che portava al collo.
Luna, è cosi che ti chiami?
Arrossì portandosi una mano al collo.
Eh già avevo dei genitori fantasiosi
E’ un nome bellissimo
Tu invece?
Cristiano, piacere. Non sei di qua vero?
Eh no, sono di Napoli
E perché lo dici come se te ne vergognassi?
Perché purtroppo mi hanno fatto arrivare quasi a vergognarmene
E non devi perché è una città bellissima
Ti ringrazio
E qui cosa ci fai?
Sto finendo gli studi in lettere moderne e ho rilevato questa attività da poco meno di un anno
Era piacevole parlarle lo era sempre stato ma quella sera c’era qualcosa di diverso in lei forse perché era vestita in modo molto elegante o forse perché semplicemente avevo bisogno di una parola sincera dopo anni di bugie.
Ma come tutte le cose belle anche quella stava per interrompersi perché il centro doveva chiudere.
Ti lascio lavorare Luna è sempre un piacere parlare con te
Ciao buona serata
Uscii con una sensazione di tranquillità dentro, di certo l’ultima cosa che volevo era proprio tornare a casa.
Con Claudia, la mia ormai ex-moglie, eravamo stati insieme fin dai tempi della scuola, una coppia normale di quelle che credono nel matrimonio e nella famiglia, ma non sempre quando credi che tutto stia andando come avevi sempre immaginato vuol dire che allora sarà sempre cosi.
Mio fratello Federico più grande di me di dieci anni aveva scelto la carriera militare, alti gradi, zone di guerra e in casa era sempre stato poco presente tanto che non era riuscito ad esserci neanche al nostro matrimonio e al battesimo di Paco.
Diceva sempre che l’idea di una famiglia per lui era come l’idea di finire in galera e che lui stava bene da solo.
Per me era sempre stato un idolo, finchè una sera di tre anni prima rientrando a casa da lavoro successe quello che mai mi sarei aspettato.
Pioveva di brutto, Paco era rimasto dai miei suoceri, gli unici che potevano tenerlo visto che la scuola era chiusa per allerta meteo.
Il mio collega mi lasciò in fondo allo scalone del palazzo dove abitavamo e mi parve di intravedere la macchina di mio fratello.
Mi diedi dello stupido, l’avevo sentito durante il giorno, era potuto stare poco al telefono a detta sua perché lo aspettavano in ambasciata.
Salendo cercai di scrollarmi di dosso l’acqua e mentre mettevo la chiave nella toppa tra un tuono e l’altro mi parve di sentire una coppia fare l’amore.
In quel momento pensai alla vecchina del piano di sotto che teneva la tv a tutto volume, ma quando accesi la luce dell’ingresso quel rumore si fece più forte, veniva dalla mia camera da letto, la porta era chiusa e la spalancai con tutta la rabbia che avevo dentro.
Al colpo della porta cercarono di coprirsi alla meglio senza riuscirci.
Oddio Cry amore ti posso spiegare
Claudia mi venne vicino avvolta nel lenzuolo ed era maledettamente bella, lo era sempre stata e avevo sempre pensato che da lei avrei potuto sopportare tutto, ma questa volta prevalse l’orgoglio, le assestai un manrovescio e cadde a terra.
Vestiti puttana
Mio fratello si era infilato i jeans e teneva stretto lo schienale della sedia tanto che gli tremavano le braccia.
Non avrei mai creduto di poter vedere l’irreprensibile generale tremare come una foglia.
Gli andai vicino lentamente, se solo avessi potuto ammazzarlo senza conseguenze lo avrei fatto all’istante.
Cry…
Lo presi per il collo e lo sbattei al muro senza pensarci troppo su.
Taci infame devi solo tacere, anzi no dimmi solo da quanto va avanti sto schifo
Da un mese più o meno
Gli assestai una ginocchiata nei testicoli e lo lasciai scivolare a terra con il fiato corto.
Mi tremavano le mani, mai, mai avrei pensato nella mia vita di poter alzare le mani su mio fratello eppure ero riuscito a perdere l’unica cosa che mi aveva sempre caratterizzato che era la ragione.
Pioveva forte senza accenni di ripresa e quei cinque minuti di silenzio sembrava stessero durando un’infinità.
Claudia continuava a piangere e l’infame che ormai non riuscivo neanche più a chiamare per nome era a terra che ansimava cercando di riprendere fiato.
Mi si era asciugata la lingua, avrei voluto urlare fino a stare male eppure dalla mia bocca non usciva alcun suono.
Tirai un sospiro e mi decisi a parlare.
Prendi la tua roba e togliti di mezzo
Lo presi di peso e lo scaraventai verso la porta dove Claudia senza pudore si affrettò a difenderlo.
Cristiano ragiona sta piovendo in modo esagerato
Lascia stare Claudia ha ragione lui è meglio che io vada via avete bisogno di parlare poi ci sentiamo
Avrei voluto ammazzarla di botte e allo stesso tempo abbracciarla, stringerla come non avevo mai fatto.
Era rimasta davanti al vetro per vederlo andare via e io?
Io ero trasparente ai suoi occhi e faceva maledettamente male.
Cosa avremmo detto a Paco?
Adorava suo zio e non avrebbe sopportato quello che era accaduto.
Qualche minuto appena e Claudia con il volto rigato di lacrime andò verso la camera da letto senza degnarmi di uno sguardo.
Poco dopo sentii la tv e mi avvicinai alla porta della camera, non sapevo come prenderla. Conoscendola, impedirgli qualcosa sarebbe stato inutile.
Mi appoggiai alla porta dove non poteva vedermi e notai che stava guardando uno dei nostri film preferiti e rideva tra le lacrime.
Decisi di provare a parlarle.
Dimmi solo perché Claudia?
Oddio mi hai spaventato, cosa perché?
Perché mi hai fatto questo?
Non c’è un perché ,non c’è un motivo, mi sono innamorata di tuo fratello e lui di me
In un attimo vent’ anni della mia vita spazzati via. Lei era riuscita a spazzarli via con due parole.
E a Paco non ci pensi? Cosa gli dirai?
Tu cosa vuoi dirgli?
Claudia io ti amo come il primo giorno e vorrei svegliarmi e rendermi conto che quello che ho visto è stato solo un incubo e tu mi chiedi cosa voglio dire a Paco?
Io ci ho provato Cry, ho provato a non cercare Federico, a non vederlo, a non passare nottate intere su Skype con lui, ma non ce l’ho fatta e fa male credimi
Non può farti male, non quanto fa male a me
Sentii le lacrime che mi salivano e andai verso il salotto, mi buttai sul divano e piansi come mai mi era capitato fino a quel momento.
Allora…la vogliamo spegnere sta luce Leopardi?
trasalii spaventato, quando scrivevo mi sembrava di tornare indietro nel tempo.
Si si ora spengo
L’infermiera che era di turno di notte era simpatica e quando non c’erano medici in giro mi lasciava scrivere fino a tardi.
Da un annetto circa ero finito in una specie di clinica di recupero, dicevano che non potevo stare in carcere, ero troppo fragile mentalmente e di questa fragilità se ne stavano approfittando.
Avevano tentato con l’isolamento ma non lo reggevo e l’idea di farmi fuori l’avevo messa in pratica più di una volta senza risultati cosi il mio avvocato era riuscito ad ottenere il ricovero in una struttura di recupero come piaceva a loro chiamarla.
Per me era un manicomio e nella follia generale cercai a poco a poco di recuperare la mia lucidità.
Spensi la luce e provai a dormire, avrei ripreso a scrivere l’indomani, dovevo rimettere insieme i pezzi della mia vita da quella maledetta sera e lei doveva saperlo, le avevo fatto del male ma non poteva finire cosi, lei doveva sapere!!!
Crollai in un sonno profondo!!!
Riuscivo a sognarla e alla volte bastava a mantenermi calmo per un po'.
Per il resto ci pensavano i farmaci ma non potevo continuare cosi. A 45 anni dovevo assolutamente riprendere in mano la mia vita e lo avrei fatto raccontando a Luna di me!!
Lunedi, odiavo il lunedi era giorno di visite e di esami e poteva esserci il rischio che mi rimandassero in carcere e non doveva accadere così cercavo di dare di matto e il più delle volte mi riusciva bene, ma al mio turno cambiò il medico e mi toccò il più bastardo.
Allora Rossetti niente sceneggiate oggi?? Lo sai no che tra un settimana te ne torni in carcere??
A quella notizia mi sembrò di morire, ma non potevo assolutamente rispondere né fare nulla. Fortunatamente gli esami risultarono tutti sballati tanto che alla fine il bastardo fu costretto a firmare per il foglio di permanenza.
Ti è andata bene anche stavolta Rossetti, e comunque riempitelo di Valium voglio vederlo fuori di qui quanto prima vivo o morto non mi interessa
L’infermiera mi riportò in stanza in silenzio, mi lasciò le solite medicine da prendere e poco dopo essere uscita entrò il dottore con due infermieri!! Quello doveva avercela con me!!
Legatelo a letto e mettetegli questa al braccio, se gli altri se ne fregano io voglio vederlo fuori di qui
Poi mi spiegherai cosa ti ho fatto pezzo di merda
La mia strafottenza mi stava costando cara e mentre i due mi legavano mani e piedi al letto lui mi