La notte di Capodanno (eLit): eLit
Di Josh Lanyon
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Info su questo ebook
Ma ora che Robert sa, e soprattutto che lo ha trovato, Noel non può rischiare di perdere l'occasione di sedurlo un'altra volta. Forse, quest'anno, non ci sarà alcuna telefonata senza risposta la notte di Capodanno...
Josh Lanyon
Author of nearly ninety titles of classic Male/Male fiction featuring twisty mystery, kickass adventure, and unapologetic man-on-man romance, JOSH LANYON’S work has been translated into eleven languages. Her FBI thriller Fair Game was the first Male/Male title to be published by Harlequin Mondadori, then the largest romance publisher in Italy. Stranger on the Shore (Harper Collins Italia) was the first M/M title to be published in print. In 2016 Fatal Shadows placed #5 in Japan’s annual Boy Love novel list (the first and only title by a foreign author to place on the list). The Adrien English series was awarded the All-Time Favorite Couple by the Goodreads M/M Romance Group. In 2019, Fatal Shadows became the first LGBTQ mobile game created by Moments: Choose Your Story.She is an EPIC Award winner, a four-time Lambda Literary Award finalist (twice for Gay Mystery), an Edgar nominee, and the first ever recipient of the Goodreads All-Time Favorite M/M Author award.Find other Josh Lanyon titles at www.joshlanyon.comFollow Josh on Twitter, Facebook, and Goodreads.
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Anteprima del libro
La notte di Capodanno (eLit) - Josh Lanyon
successivo.
Prologo
1° gennaio 2000
Il mondo non era finito.
Visti i postumi della sua sbornia, forse avrebbe dovuto.
Noel alzò lo sguardo sulla lucina rossa del rilevatore di fumo della stanza d'albergo. Un po' tardi per le luci rosse, visti il peso caldo che sentiva contro di sé, la gamba muscolosa e irsuta intrecciata alla sua, la mano ampia posata in modo possessivo sul suo inguine.
Lo teneva per le palle.
Con un cenno di sorriso a quel pensiero, girò la testa sulla federa sottile per studiare il compagno di letto.
Una cascata di riccioli neri, il naso marcato, la bocca sottile e sarcastica. Di certo non era una faccia mozzafiato, ma era senza dubbio attraente in un modo un po' ruvido e duro.
Quindi quello era l'Agente Speciale dell'FBI Robert Cuffe.
Le labbra di Noel si distesero in un sorriso autoironico. Be', quello rispondeva a una domanda.
Resistette alla tentazione di premere la bocca sulle labbra incredibilmente morbide a pochi centimetri dalle sue. Per quanto gli sarebbe piaciuto svegliarlo per un altro round divertimento, il tempo dei giochi era finito.
Vedeva la cornice acquosa di luce sopra le lunghe tende avorio e calcolò che dovevano essere le cinque e mezza circa. Più di quanto avesse avuto intenzione di restare.
Cuffe mormorò nel sonno e un'alitata che sapeva di alcol scaldò l'orecchio di Noel. Le sue labbra si curvarono di nuovo. Quello era un ragazzone che sapeva reggere alla grande i drink, ma lui conosceva un paio di trucchetti per giocarsela come si deve. Però era inutile fingere che non fosse stato anche lui ubriaco fradicio la notte prima. Per un'occasione come quella?
Sicuramente la peggiore sul piano alcolico. Ma ne era valsa la pena.
Almeno dal suo punto di vista. Probabilmente l'agente sarebbe stato di altro avviso una volta capito chi aveva sedotto chi.
Un po' scarso in quanto a senso dell'umorismo, Agente Speciale Cuffe. Quel tipo prendeva molto sul serio se stesso e la sua missione. E la sua missione era stata cercare di scoprire i segreti del ladro di diamanti Noel Snow.
C'era andato vicino. Non tanto come pensava, ma abbastanza vicino. Più vicino di tutti gli altri nei tre anni da quando Noel era in affari.
In realtà lui aveva iniziato a provare un certo interesse per Cuffe anche prima della notte precedente.
Si stiracchiò con cautela, facendo attenzione al mal di testa e ai doloretti in gran parte piacevoli di un corpo ben utilizzato. In risposta, la mano dell'altro si contrasse, una carezza involontaria, che gli fece risvegliare immediatamente l'uccello.
Si fece mentalmente segno di no con la testa.
Dio santo però, se era stato bello. Cosa non avrebbe dato per rimanere lì steso e intrecciato al corpo slanciato e forte di Cuffe per un paio d'ore ancora. Una volta che si fosse svegliato, avrebbero potuto fare una bella scopata senza fretta, una doccia insieme, ordinare il servizio in camera, magari. Il Michelangelo aveva il caffè e le brioche calde migliori, al di fuori di Parigi.
Ma no. Probabilmente Cuffe sarebbe stato simile a un orso coi postumi della sbornia. Era troppo sveglio per non interrogarsi sulla buona sorte della notte precedente e, nel tempo di fare due più due, Noel si sarebbe trovato con i bracciali... quelli d'acciaio inossidabile. Dopodiché sarebbe stata solo questione di tempo prima che l'agente capisse dove era stato nascosto con esattezza l'anello di diamanti da 33 carati di Dahlia Boaz.
A tal proposito, Noel doveva scendere prima che il personale delle pulizie iniziasse a girare. Lanciò l'ultima cauta occhiata al compagno di letto, che continuava a dormire il sonno dei giusti.
Quelli appena scopati.
La sua faccia era dura persino mentre sognava, ammorbidita solo da ciglia ridicole, spesse e scure come quelle di una bambola.
Mantenendo il respiro lento e regolare e i movimenti al minimo, Noel scivolò via un centimetro alla volta da sotto il braccio di Cuffe, fino al bordo del letto. Si alzò facendo attenzione a non muovere il materasso e rimase un momento a scrutarlo nel buio.
Fingeva?
No.
Non era il tipo da sotterfugi, quel Cuffe, a prescindere da quel che pensava. Per quasi due anni avevano giocato al gatto e al topo e per tutto quel tempo l'agente aveva creduto di essere lui il gatto. Noel si era abbastanza affezionato alla sua nemesi, la cui determinazione era molto accattivante; si assicurava sempre di lasciargli qualche indizio promettente, per far sì che restasse l'uomo di punta per il suo caso.
Naturalmente dopo la notte precedente... be', Noel aveva qualche problema a fare i conti con la notte precedente.
Ci mise meno di tre minuti a rimettere in valigia le ultime cose. Non disfaceva mai davvero i bagagli. Si era divertito a osservare attentamente Cuffe, sbronzo com'era, che rovistava nella valigia, la notte prima, mentre lui fingeva di dormire.
Dopo aver aperto con facilità la porta della stanza, appese il cartellino Non Disturbare, scivolò nel corridoio e se la richiuse alle spalle.
A quell'ora del mattino ci mise solo un paio di secondi a prendere l'ascensore per l'ingresso principale, gelido e immacolato come una tomba di marmo, pur dopo la baldoria della notte prima.
Un sentore di disinfettante aleggiava nell'aria. L'ululato di un aspirapolvere giungeva da una certa distanza. Attraverso artistiche composizioni di orchidee color crema e vasi italiani dorati, Noel avvistò il personale delle pulizie