La certosa di Ittingen
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Felix Ackermann
Felix Ackermann (Prof. Dr.) lehrt Public History an der FernUniversität in Hagen.
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Anteprima del libro
La certosa di Ittingen - Felix Ackermann
Felix Ackermann
La Certosa di Ittingen
Canton Turgovia
Introduzione
L’ubicazione
Le mura del convento
Dentro le mura
Fuori le mura
La storia
Da sede nobiliare a convento
Il convento dei canonici agostiniani
Ittingen come certosa
Dopo la soppressione del convento:
da dominio statale a tenuta agricola privata
La Stiftung Kartause Ittingen e i suoi partner
Gli spazi interni
Le aree del convento aperte al pubblico
L’ala ovest
La cantina grande
L’ala sud
L’ala est
La chiesa del convento
La storia della costruzione
Gli stalli del coro
I dipinti su muri e soffitti
La decorazione a stucco
Gli altari
Apparati
Sul frontone della porta sud dell’area del convento si eleva la statua di San Bruno, il fondatore dell’ordine. A sinistra vediamo l’edificio dell’amministratore del 1910, costruito in seguito all’ampliamento dell’antica fucina del convento.
Introduzione
L’ubicazione
La certosa di Ittingen è uno dei complessi monastici storici più conosciuti della Svizzera. Importanti parti degli edifici che i monaci dovettero abbandonare nel 1848 sono state conservate. Il complesso è aperto al pubblico dal 1983. La Stiftung Kartause Ittingen, proprietaria del complesso, ha destinato a scopo agricolo le superfici circostanti e gestisce un albergo con un centro conferenze e un ristorante. Al Canton Turgovia incombe la responsabilità di gestire l’Ittinger Museum e il Kunstmuseum Thurgau, anch’esso collocato nella certosa.
Il complesso monastico è ubicato a poco meno di quattro chilometri a nord-ovest di Frauenfeld, il capoluogo del Canton Turgovia, sulla strada tra i villaggi di Warth e Uesslingen, circondato da boschi, terreni agricoli e vitigni. Situata su un pendio rivolto a sud verso la piana della Thur la zona è ideale per la viticoltura: nei secoli XVII e XVIII il commercio del vino consentì infatti alla certosa di Ittingen di raggiungere un notevole benessere. Oggi, l’ambiente ancora intatto e diversificato contribuisce all’attrattività di Ittingen quale meta di escursioni.
Le mura del convento
I complessi monastici erano per lo più circondati da mura. Non solo offrivano protezione alla comunità che viveva al loro interno, ma avevano anche un significato simbolico: entrare in un convento significava «lasciare il mondo». Il muro diventava così lo spartiacque simbolico fra la sfera consacrata al culto di Dio e il mondo esterno. Le mura della certosa di Ittingen sono state conservate intatte. La strada tra Warth e Uesslingen passa proprio a ridosso delle mura e si snoda davanti alla porta sud, storicamente l’accesso più importante al complesso, sul cui timpano si erge la statua di San Bruno, il fondatore dell’Ordine Certosino.
A destra della porta sud, le mura si presentano nella loro compattezza originale, contrassegnata soltanto da piccole fessure sbarrate. A sinistra, invece, una casa a graticcio dall’ampia finestratura si sporge oltre il muro. Si tratta di un edificio del 1910, quando la certosa era già una tenuta agricola privata, costruito per ampliare quella che in passato era la fucina del convento.
Altre porte sono ubicate a est e a ovest; oggi come allora sono collegate in linea quasi retta da un sentiero che attraversa l’area del convento.
Ripresa aerea da sud della certosa di Ittingen.
Dentro le mura
La porta sud conduce al cortile del convento, che oggi costituisce il fulcro dell’intensa vita all’interno del complesso. A destra, lungo il muro, vi sono le vecchie stalle, che ora ospitano un bar, i laboratori della Stiftung Kartause Ittingen e il caseificio. L’edificio sulla sinistra, originariamente fucina del convento nel frattempo riconvertita, funge ora da reception dell’albergo. Ancora più a sinistra, lungo il lato ovest delle mura del convento, si allunga l’imponente edificio dell’antico fienile, che oggi ospita camere d’albergo, sale per conferenze e seminari e il negozio della Fondazione. A nord del cortile il terreno è in pendenza e, parzialmente incassato lungo il bordo del pendio, si vede un bacino d’acqua ovale. Si tratta, secondo le fonti, della «Pferdeschwemme», un collettore d’acqua nel quale confluivano diversi affluenti e che consentiva il flusso dell’acqua verso i mulini a valle della strada, sul pendio verso la piana della Thur.
A destra della «Pferdeschwemme», emerge la facciata angolare del ristorante, la cui costruzione in questa forma risale al biennio 2008-2009. Le sale da pranzo del ristorante sono state collocate di fronte al vecchio mulino e forno del convento. Davanti al ristorante si presenta una grande fontana sulla cui colonna si eleva la figura di San Lorenzo, il patrono della certosa di Ittingen.
Un passaggio tra il mulino e le stalle