Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson
Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson (Montargis, 5 gennaio 1767 – Parigi, 9 dicembre 1824) è stato un pittore francese, conosciuto anche come Anne-Louis Girodet de Roucy-Triosson e Anne-Louis Girodet-Trioson[1].
Biografia
Studiò a Parigi letteratura classica con il dottor Trioson, di cui diverrà figlio adottivo dopo la morte del padre e nel 1785 entrò nello studio di Jacques-Louis David. Vinse quindi il Prix de Rome con la tela Giuseppe riconosciuto dai fratelli (Parigi, Louvre) nel 1789; dello stesso anno è anche una Deposizione, conservata nella chiesa di Montesquieu-Volvestre.
Durante il suo soggiorno italiano, svoltosi tra il 1790 e il 1795, realizzò nel 1791 il Sonno di Endimione (Parigi, Louvre). La tela, occupata dal corpo sdraiato e dalle proporzioni allungate di Endimione, presenta Zefiro sulla sinistra e la dea Diana rappresentata da un raggio di luna. L'uso dello sfumato di Leonardo e degli effetti di chiaroscuro del Correggio ammantano la scena di un suggestivo erotismo.
Del 1793 è l'Ippocrate che rifiuta i doni di Artaserse (Parigi, Facoltà di medicina), concepito come un omaggio al dottor Trioson, in cui Girodet mantiene una impostazione classicista, avvicinandosi allo stile di Nicolas Poussin. A Napoli, eseguì alcuni paesaggi di gusto neoclassico, mentre a Genova dipinse il proprio Autoritratto (1795, Versailles).
Tornato in Francia, collaborò con Pierre Didot alla pubblicazione di molti autori classici, realizzando le illustrazioni. In questo periodo si dedicò al ritratto: lo scandaloso Ritratto satirico di mademoiselle Lange nelle vesti di Venere (1799, Minneapolis, The Minneapolis Institute of Arts), si allontana molto dai canoni neoclassici e segna piuttosto un ritorno alla tradizione manierista, in particolare nella torsione del corpo. Dell'anno successivo, è il Giovane Romainville Trioson (Parigi, Musée du Louvre), una tela venata di inquietudine e ambiguità.
Nel 1799 realizzò I funerali di Atala (Louvre), ispirato ad un romanzo di Chateaubriand, in cui inserì le figure in un mondo primitivo, fonte di turbamenti e sentimenti non più controllati dalla ragione. Appare più chiaramente, qui, la tensione verso un'espressività romantica.
Commissionato nel 1800, e compiuto entro il 1802, è l'Ossian riceve nel Walhalla i generali della repubblica (Malmaison). In questa tela, Ossian, rappresentato come cantore del misterioso e del soprannaturale, accoglie gli eroi della Repubblica Francese entro un turbinio di aquile e spiriti di eroi del passato, avvolti da una luce glauca. In riferimento a quest'opera il suo maestro David dirà: O Girodet è matto, oppure io non so più nulla dell'arte della pittura.
Del 1807 è la tela con Un indiano (Montargis, Musée Girodet), che riflette la coeva moda per l'esotismo. Nella Rivolta del Cairo (1810, Versailles, Musée National du Château), la composizione tumultuosa è arricchita da motivi ornamentali. Del 1811 è il Ritratto di giovane in abito da caccia (Parigi, Musée du Louvre), avvolto in un'atmosfera malinconica e del 1819 è la Galatea, conservata al castello di Dampierre.
Il 4 settembre 1816 Girodet fu nominato professore all'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts succedendo a François-André Vincent.[2]
Ma durante il periodo della Restaurazione Girodet cominciò a perdere le energie, forse minato da un male, e la qualità delle sue opere ne risentì con evidenza (Testa della Vergine, Pigmalione e Galatea, etc). Si spense a Parigi nel dicembre del 1824 e fu sepolto nel cimitero di Père-Lachaise.
Analisi dell'opera
L'opera di Girodet si colloca come interfaccia fra le due correnti artistiche principali dell'inizio del XIX secolo: neoclassicismo e romanticismo. La ricerca della bellezza ideale secondo i canoni classici colloca Girodet fra gli artisti neoclassici seguaci di Jacques-Louis David, di cui è uno dei più significativi rappresentanti a fianco di Antoine-Jean Gros, François Gérard e Ingres. Ma la sua forte aspirazione ad una nuova espressività permea i suoi lavori di una grazia e di una poesia che prefigurano una chiara impostazione romantica.
Agli inizi la pittura di Girodet era quella di un diligente discepolo di David, ma ben presto egli sentì la necessità di esprimersi in modo più personale e lo fece sperimentando nuovi effetti di luce. Ai soggetti storici, inoltre, preferì, in una sorta di simbolismo etereo, le scene di genere, esaltandone però la drammaticità dei personaggi e delle situazioni. Si rivelò artista assai innovativo sia nelle pose che nella distribuzione della luce, spesso ad effetto, e giunse a sovvertire i canoni della sensualità pittorica applicandoli anche a soggetti religiosi.
Nei ritratti curò particolarmente la veridicità, alle volte persino allegorica (si veda M.lle Lange nelle vesti di Danae), spingendosi in una pittura intimista ante litteram, e sempre con il fine di rivelare l'anima dei personaggi ritratti, come nel celebre Chateaubriand mentre medita sulle rovine di Roma.
Girodet ebbe comunque un carattere irascibile e imprevedibile, in cui si ritrova la contraddizione (o la sintesi) di queste sue due anime: dipingendo in stile e tecnica neoclassica egli si espresse come un romantico, grazie al continuo tentativo di rappresentare i sentimenti, in forma spesso esaltata.[3]
La pittura di Girodet non è certo priva di sensualità, anzi, ne è pervasa; uno dei quadri più rappresentativi di questo carattere è il suo Endimione dormiente, di cui Honoré de Balzac tessé le lodi in "Sarrasine" nel 1831[4][5], e lo citò altresì in La Bourse[6].
Altra opera assai rappresentativa del carattere bivalente di Girodet, che racconta sentimenti profondi con un linguaggio formale ancora classico, è il quadro I funerali di Atala[7]. Anche l'Apoteosi degli eroi francesi morti nella guerra per la libertà, in cui Ossian accoglie i generali francesi, non cessa mai di stupire per il suo carattere innovativo (luci, pose, composizione generale altamente dinamica e desueta) che preannuncia, seppur in una concezione classica, l'avvento del romanticismo.
Girodet illustrò anche dei libri, in particolare alcune edizioni di Racine e di Virgilio.
Riconoscimenti e premi
- 1789 : Prix de Rome
- 1789 : Prix de peinture de l'Académie Royale, per Giuseppe riconosciuto dai fratelli
- 1815 : Membro dell'Académie des Beaux-arts
- Cavaliere della Legion d'Onore
Opere principali
(elenco incompleto)
- 1789 - Giuseppe riconosciuto dai fratelli
- 1791 - Il sonno di Endimione
- 1793 - Paesaggio italiano
- 1793 - Lago di montagna
- 1793 - Ritratto di Charles-Melchior Arus
- 1797 - Ritratto di Jean-Baptiste Belley
- 1798 - M.lle Lange in veste di Venere
- 1799 - Mademoiselle Lange nelle vesti di Danae
- 1800 - Testa di bestemiatore
- 1800 - Napoleone Primo Console
- 1801 - Apoteosi degli eroi francesi
- 1803 - La lezione di geografia
- 1806 - Scena del Diluvio
- 1806 - Ritratto di Ortensia di Beauharnais, regina d'Olanda
- 1807 - Sepoltura di Atala
- 1808 - Ritratto di Chateaubriand
- 1809 - Ritratto di Chateaubriand mentre medita sulle rovine di Roma
- 1819 - Ritratto di Mustafà Sussen
- 1819 - Pigmalione e Galatea
- N. D. - Rivolta al Cairo
- N. D. - Napoleone riceve le chiavi di Vienna
- N. D. - Morte di Tito Tazio
- N. D. - Autoritratto
- N. D. - Donna con turbante
- N. D. - Orfeo riporta Euridice
- N. D. - Morte di Orfeo
- N. D. - Apoteosi di Luigi XVI (affresco)
- N. D. - Testa d'uomo barbuto
- N. D. - Fedro e Enone
- N. D. - Testa di giovanetta
- N. D. - Tiresia appare a Ulisse
Allievi
(Elenco incompleto)
- Alexandre Colin (1798-1875)
- Salomon-Guillaume Counis (1785-1859)
- François-Louis Dejuinne (1784-1844)
- Achille Devéria (1800-1857)
- Antoine François Gelée (1796-1860)
- Charles-Philippe Larivière (1798-1876)
- Jean Nicolas Laugier (1785-1875)
- Henry Monnier (1799-1877)
- François-Edmée Ricois (1795-1881)
- Marie-Denise Villers (1774-1821)
- Pierre Claude François Delorme (1783-1859)
Galleria d'immagini
-
Chateaubriand medita sulle rovine di Roma
-
Ritratto di Chateaubriand
-
Napoleone all'incoronazione
-
Ritratto di Benoît-Agnes Trioson
-
Apoteosi degli eroi francesi
-
M.lle Lange nelle vesti di Venere
-
La sepoltura di Atala
-
Autoritratto
Note
- ^ Dominique Cordellier, Louis-Antoine Prat, Maîtres du dessin européen du XVIe au XXe siècle: La collection Georges Pébereau
- ^ Frédéric Chappey, Les Professeurs de l'École des Beaux-Arts 1996, n. 93
- ^ Pierre Laubriet, L'intelligence de l'art chez Balzac. Ediz. Slatkine, 1994 - ISBN 2051001103
- ^ Bibliothèque de la Pléiade, 1979, Tomo X - ISBN 2070108686
- ^ Pierre Laubriet, L'intelligence de l'art chez Balzac. Ediz. Slatkine, 1994
- ^ Bibliothèque de la Pléiade, 1976, Tomo I - ISBN 2070108686
- ^ Sylvain Bellenger, Commento al catalogo generale della mostra dedicata a Girodet nel 2005-2006 dal Museo del Louvre
Bibliografia
- P.-A.Leroy, Girodet-Trioson, peintre d'histoire, 1767-1824. Ediz. H. Herluison, Orléans, 1892
- Sylvain Bellanger, Girodet (1767-1824). Album della mostra. Ediz. Gallimard, Museo del Louvre, 2005. - ISBN 2-07-011825-8
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson
Collegamenti esterni
- Il Museo Girodet a Montargis, su musee-girodet.fr.
- [1] Esposizione temporanea al Museo del Louvre, 2005-2006
Controllo di autorità | VIAF (EN) 27073449 · ISNI (EN) 0000 0001 1753 4058 · SBN BVEV119476 · BAV 495/58292 · CERL cnp00401019 · Europeana agent/base/16 · ULAN (EN) 500115482 · LCCN (EN) n84058477 · GND (DE) 118817310 · BNE (ES) XX1531433 (data) · BNF (FR) cb11958576f (data) · J9U (EN, HE) 987007605032405171 |
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