Cirillo II di Costantinopoli: differenze tra le versioni

Nacque ad [[Aleppo]], nell'odierna [[Siria]]. Studiò nel quartiere costantinopolitano di [[Galata (Istanbul)|Galata]] presso la scuola dei [[Compagnia di Gesù|gesuita]] lì presente. Il patriarca [[Cirillo Lucaris|Cirillo I Lucaris]] lo aveva posto sotto la sua protezione e lo aveva eletto metropolita[[Metropolia di Veria, (odiernaNaoussa e Campania|metropolita Aleppo)di Veria]]. Ben presto, però, si schierò con gli avversari di Cirillo I, e fu trasformato in uno strumento utilizzato dai gesuiti e dai cristiani latini di Galata; si dichiarò a favore dell'unione con la [[Chiesa cattolica|Chiesa Cattolica]]<ref>{{Cita libro|autorename=Steven Runciman|wkautore=Στήβεν Ράνσιμαν|titolo=Η Μεγάλη Εκκλησία εν αιχμαλωσία|anno=2010|editore=Εκδόσεις Γκοβόστη|pp=271|ISBN=9789604461301}}<"runciman"/ref>.

Riuscì a detronizzare Lucaris per tre volte e ogni volta ne prese il posto. Nel 1638 condannò Lucaris per le sue tendenze [[Calvinismo|calviniste]]. La sua incapacità di guidare il [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|patriarcato]] e la servitù dimostrata verso i suoi protettori, in particolare gli ambasciatori di Polonia, Francia e Austria, provocarono forti reazioni a seguito delle quali non poté tenere a lungo la carica. Venne descritto dai suoi contemporanei in modo molto negativo anche per via delle sue tendenze positive verso la Chiesa romana che lo portarono a firmare sempre nel 1638 una confessione di fede cattolica. Quando la confessione divenne nota, il sultano lo depose temendo una rivolta ortodossa e lo esiliò in [[Tunisia]] . Fu infine giustiziato il [[24 giugno]] [[1640]].

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