Filippo Lippi: differenze tra le versioni
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{{nd|il figlio anch'egli pittore|Filippino Lippi}}
{{nd|la nave della [[Siremar]]|Filippo Lippi (traghetto)}}
[[File:Fra Filippo Lippi 007.1.jpg|thumb|Autoritratto di Filippo Lippi, dettaglio dell{{'}}''[[Incoronazione della Vergine (Filippo Lippi)|Incoronazione della Vergine]]'', [[1441]]-[[1447]] circa]]
{{Citazione|Fu fra Philippo gratioso et ornato et artificioso sopra modo: valse molto nelle composizioni et varietà, nel colorire, nel rilievo, ne gli ornamenti d'ogni sorte, maxime o imitati dal vero o finti|[[Cristoforo Landino]]}}
{{Bio
|Titolo = Fra
|Nome = Filippo di Tommaso
|Cognome = Lippi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Firenze
|GiornoMeseNascita = 23 giugno
|AnnoNascita = 1406
|LuogoMorte = Spoleto
|GiornoMeseMorte = 9 ottobre
|AnnoMorte = 1469
|Epoca = 1400
|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
}}
Fu, con [[Beato Angelico]] e [[Domenico Veneziano]], il principale pittore attivo a Firenze facente parte della generazione che seguì le orme del [[Masaccio]]. Dopo un periodo iniziale, di stretta aderenza masaccesca, pur arricchita di spunti tratti dalla vita reale, come nelle opere coeve di [[Donatello]] e [[Luca della Robbia]], Lippi si orientò gradualmente verso uno spettro più ampio di influenze, che comprendeva anche la [[pittura fiamminga]].
In seguito il suo stile si sviluppò verso una predominanza della linea di contorno ritmica su tutti gli altri elementi, con figure snelle, in pose ricercate e dinamiche, su sfondi scorciati arditamente in profondità. Il suo stile, nell'età [[Lorenzo il Magnifico|laurenziana]], divenne predominante in area fiorentina, costituendo le basi su cui pittori come [[Sandro Botticelli|Botticelli]] cocrearono il proprio stile.
== Biografia ==
=== Formazione (1406-1437) ===
Filippo di Tommaso Lippi nacque a [[Firenze]] nel [[1406]] dal beccaio (macellaio) Tommaso di Lippo e da Antonia di ser Bindo Sernigi, che morì di parto. A due anni fu affidato, insieme al fratello Giovanni, a monna Lapaccia, sorella del padre. All'età di otto anni, nel [[1414]], venne messo insieme al fratello dai [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|frati carmelitani]] del vicino [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Firenze)|convento del Carmine]]. L'8 giugno del [[1421]], Filippo prese i voti, mantenendo lo stesso nome di battesimo. Nel [[1424]] assisté alla decorazione, da parte di [[Masolino da Panicale]] e [[Masaccio]], della [[cappella Brancacci]], che ebbe un ruolo fondamentale nella sua vocazione artistica. Altri modelli su cui il ragazzo si formò furono le novità scultoree di [[Donatello]], [[Luca della Robbia]], [[Nanni di Banco]] e [[Filippo Brunelleschi|Brunelleschi]].
Nel luglio [[1424]] fu a [[Pistoia]] e a [[Siena]], mentre nell'agosto [[1426]] viaggiò a [[Prato (Italia)|Prato]]. Nel [[1430]] i documenti del convento lo definiscono per la prima volta «dipintore». Del [[1431]] è l'affresco ''[[Conferimento della regola del Carmelo|Il conferimento della regola del Carmelo]]'' nel [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Firenze)|convento del Carmine]], e la contemporanea ''[[Madonna Trivulzio]]'', entrambe opere segnate dall'influenza della pittura [[plasticità (arte)|plastica]] di [[Masaccio]].
Forse nel [[1432]] lasciò il convento di Firenze per [[Padova]]: i successivi documenti che lo ricordano con certezza sono del [[1434]] quando il 1º luglio ricevette undici once di [[blu oltremare|oltremarino]] per dipingere il ''Tabernacolo delle Reliquie'' nella [[Basilica del Santo]] a [[Padova]]. Varie fonti menzionano una serie di opere per Padova, tra cui, in collaborazione con [[Ansuino da Forlì]], gli affreschi della cappella del Podestà, ma tutta la sua attività di questo periodo è andata perduta. Nella città patavina il Lippi entrò in contatto con la [[pittura fiamminga]] e con il colore veneto.
Di questi anni è anche un episodio raccontato dal [[Giorgio Vasari|Vasari]]: "E trovandosi nella [[Marca d'Ancona]], diportandosi un giorno con certi amici suoi in una barchetta per mare, furono tutti insieme dalle fuste de' [[Mori (storia)|Mori]], che per quei luoghi scorrevano, presi e menati in [[Barberia]], essendo ciascuno di loro condotto alla catena in servitù e tenuto schiavo, dove stette con molto disagio per XVIII mesi. Ma advenne un giorno, che avendo egli molto in pratica il padrone, gli venne commodità e capriccio di dipignerlo; per il che preso un carbone spento del fuoco, con quello tutto intero lo ritrasse co' suoi abiti indosso alla moresca, in un muro bianco. Fu da gli altri schiavi detto questo al padrone, perché a tutti un miracolo pareva, non s'usando il disegno né la pittura in quelle parti, e ciò fu cagione di dargli premio e di liberarlo da la catena dove per tanto tempo era stato tenuto".
=== Bottega a Firenze (1437-1451) ===
[[File:Lippi, annunciazione washington.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Annunciazione (Filippo Lippi Washington)|Annunciazione]]'']]
Lasciata Padova tornò a Firenze, dove aprì una propria bottega nel [[1437]]. In quell'anno dipinse la cosiddetta ''[[Madonna di Tarquinia]]'', per il cardinale [[Giovanni Vitelleschi]] (opera datata), sia la ''[[Pala Barbadori]]'' per la [[Chiesa di Santo Spirito (Firenze)|chiesa fiorentina di Santo Spirito]]. In queste opere la componente lineare acquista maggiore importanza, le figure si allungano e addolciscono, senza perdere in [[Plasticità (arte)|plasticità]], e vengono avvolte e non più sbalzate dalla luce. Nel [[1438]] è citato in una lettera di [[Domenico Veneziano]] a [[Piero il Gottoso|Piero de' Medici]] in cui Filippo Lippi viene equiparato a [[Beato Angelico]] come migliore artista attivo in città. Dal [[1439]] è probabile Filippo che non abitasse più nel convento ma avesse casa per conto suo e, sempre in quell'anno, Lippi scrisse a [[Piero il Gottoso|Piero de' Medici]] cercando affannosamente di scambiare una sua tavola ancora incompiuta con cibo e vestiti (il dipinto è probabilmente il ''[[San Girolamo penitente (Filippo Lippi)|San Girolamo penitente]]'' del [[museo di Altenburg]]).
Per il [[monastero delle Murate]] di Firenze realizzò, tra il [[1443]] e il [[1445]], l{{'}}''Incontro alla Porta d'Oro'': si tratta probabilmente di parte della predella della pala stessa.
Per la [[chiesa di Sant'Andrea a Botinaccio]] dipinge una ''Madonna col Bambino'' (1440-1445 circa), oggi conservata presso il [[Museo di arte sacra (Montespertoli)|Museo di arte sacra]] di [[Montespertoli]].
[[File:Lippi, madonna di tarquinia, 1437.jpg|thumb|left|La ''[[Madonna di Tarquinia]]'']]
Fra il 1439 e il [[1447]] dipinse l{{'}}''[[Incoronazione della Vergine (Filippo Lippi)|Incoronazione della Vergine]]'' degli [[Uffizi]], commissionata dal [[canonico]] Francesco Maringhi per l'altar maggiore di [[Chiesa di Sant'Ambrogio (Firenze)|Sant'Ambrogio]]. In quest'opera lavorarono con lui tre aiutanti, fra cui [[Fra Diamante]]. Per la famiglia [[Martelli]], che deteneva il patronato della cappella degli Operai in [[Chiesa di San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], dipinse verso il [[1440]]-[[1442|42]] un{{'}}''[[Annunciazione Martelli|Annunciazione]]'', che riprendeva i modi dell{{'}}''[[Annunciazione Cavalcanti]]'' di [[Donatello]]. Al 1440 risalgono le pitture della cassa per la beatificazione di [[Andrea Corsini (santo)|Andrea Corsini]] (già [[vescovo di Fiesole]], santificato nel [[1624]]).
Il 23 febbraio [442 fu nominato da [[papa Eugenio IV]] «Rettore e [[Abate Commendatario]]» a vita della [[chiesa di San Quirico a Legnaia]], vicino a [[Firenze]]. Nel 1443 per il convento delle Murate dipinse un{{'}}''[[Annunciazione (Filippo Lippi Monaco)|Annunciazione]]''.
Lavorò alla cancelleria del [[Palazzo Vecchio|Palazzo della Signoria]] verso il 1447, realizzando un{{'}}''[[Apparizione della Vergine a san Bernardo (Filippo Lippi)|Apparizione della Vergine a san Bernardo]]''.
Tra il [[1448]] e il [[1450]] eseguì la tavola [[Madonna col Bambino (Filippo Lippi Parma)|''Madonna col Bambino'']], oggi custodita a Parma presso la [[Fondazione Magnani-Rocca]].
Di questi anni il [[Vasari]] scrisse: "Dicesi ch'era tanto venereo, che vedendo donne che gli piacessero, se le poteva avere, ogni sua facultà donato le arebbe; e non potendo, per via di mezzi, ritraendole in pittura, con ragionamenti la fiamma del suo amore intiepidiva. Et era tanto perduto dietro a questo appetito, che all'opere prese da lui quando era di questo umore, poco o nulla attendeva".
Nel [[1450]] avrebbe dovuto versare a Giovanni di Francesco del Cervelliera, suo discepolo, 40 [[fiorini]] ma, chiamato in giudizio, esibì la ricevuta di versamento falsificando la firma dell'allievo. Incarcerati e messi sotto tortura entrambi i pittori, in seguito alla confessione il Lippi venne scarcerato. L'11 settembre [[1451]] fu di nuovo sotto processo, per aver fatto eseguire alla propria bottega una tavola che il committente aveva richiesto di mano del maestro. Nello stesso anno il Lippi risultò essere proprietario di una casa non lontano dal [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Firenze)|Carmine]]. Il 19 maggio [[1455]], la rettorìa di San Quirico a Legnaia gli fu revocata, sia per la condanna del [[1450]] sia perché poco sollecito nei suoi doveri.
=== A Prato, sotto protezione dei Medici (1452-1465) ===
[[File:Wga filippo lippi st stephen is born 01.jpg|thumb|upright=1.4|''Nascita di santo Stefano'', Duomo, Prato]]
[[File:Lippi, banchetto di erode.jpg|thumb|upright=1.4|''Banchetto di Erode'', Duomo, Prato]]
Il comune di [[Prato (Italia)|Prato]] stanziò nel [[1452]] per gli affreschi della [[Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista|cappella Maggiore di Santo Stefano]] e la vetrata la somma di 1.200 [[fiorino|fiorini]]. Dopo aver ricevuto nel marzo dello stesso anno il rifiuto dell'[[Beato Angelico|Angelico]], si decise di affidare l'incarico al Lippi, che accettò e si recò nella città vicino a Firenze. Gli affreschi vennero completati tredici anni dopo, nel [[1465]] fra interruzioni, richieste di denaro, solleciti, fughe e rinegoziazioni del contratto.
Nel frattempo dipinse molte altre opere. Per l'Opera Pia fondata da [[Francesco Datini]] fece la tavola detta ''[[Madonna del Ceppo]]'' oggi conservata al [[Museo Civico (Prato)|Museo Civico]] di Prato; per il [[preposto]] [[Geminiano Inghirami]] le ''[[Esequie di san Girolamo]]''; per il [[convento di Annalena]] a Firenze il ''[[Tondo Cook]]'' e l{{'}}''[[Adorazione del Bambino di Annalena]]''; una pala per [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso I d'Aragona]], commissionata da [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni de' Medici]], di cui rimangono solo [[Sant'Antonio Abate e san Michele Arcangelo|due pannelli laterali]]; le vele della volta sopra la tomba di Geminiano Inghirami nella [[chiesa di San Francesco (Prato)|chiesa pratese di San Francesco]] (perdute); l{{'}}''[[Adorazione del Bambino di Camaldoli]]'' per la cella della famiglia [[Medici]] all'interno dell'[[Eremo di Camaldoli|Eremo]].
La cosiddetta ''[[Lippina]]'' fu un "prototipo" per le successive rappresentazioni della Vergine col Bambino. A questo periodo, risalgono anche le quattro tavole con la ''Vergine Annunziata'', ''Angelo annunziante'', ''Sant'Antonio Abate'' e ''San Giovanni Battista'', probabilmente elementi di arredo ecclesiastico.
Nel [[1456]], nominato cappellano del [[Chiesa di Santa Margherita (Prato)|monastero pratese di Santa Margherita]], venne incaricato di realizzare una pala raffigurante “La Madonna che dà la cintola a San Tommaso”. Per dipingere il volto di Santa Margherita Lippi chiese alla Badessa una suora come modella. La scelta cadde sulla bellissima [[Lucrezia Buti]], all’epoca appena ventenne, figlia del fiorentino Francesco Buti e di Caterina Ciacchi, monaca contro la propria volontà. Il giorno delle celebrazioni per l’ostensione della “Sacra Cintola”, Lippi, con un finto rapimento, fece rifugiare Lucrezia nella sua casa pratese acquistata nel [[1455]]. Nonostante lo scandalo e le pressioni della famiglia Buti, Lucrezia rimase a vivere con l'artista, finché nel [[1461]] il [[papa Pio II]], grazie all'intercessione di [[Cosimo de' Medici]], sciolse dai voti il Lippi e la Buti, regolarizzando la loro posizione, anche se il Lippi, come riferisce il Vasari sempre insofferente di obblighi e convenzioni, rifiutò di sposarsi. Lucrezia fu spesso modella per Filippo e gli diede due figli: [[Filippino Lippi]] nel [[1457]] e, nel [[1465]], Alessandra.
Tra il [[1458]] e il [[1460]] Filippo lavorò alla coppia di lunette con la ''[[Annunciazione (Filippo Lippi Londra)|Annunciazione]]'' e i ''[[Sette Santi (Filippo Lippi)|Sette santi]]'' per [[palazzo Medici]]. Sempre dello stesso periodo è l{{'}}''[[Adorazione del Bambino di palazzo Medici]]'', per l'altare della [[Cappella dei Magi]]. Forse in occasione della nascita di [[Lorenzo il Magnifico]] ([[1449]]), realizzò il ''[[Tondo Cook]]'', iniziato da [[Beato Angelico]], forse con [[Benozzo Gozzoli]].
=== Gli ultimi anni a Spoleto (1466-1469) ===
Nel [[1466]] l'Opera del [[duomo di Spoleto]] commissionò al Lippi gli affreschi con ''[[Storie della Vergine (Filippo Lippi)|Storie della Vergine]]'' per la [[tribuna]] della cattedrale ed i lavori iniziano nel settembre [[1467]], venendo conclusi circa tre mesi dopo la morte del pittore da suoi collaboratori (soprattutto [[Fra Diamante]]). Il ciclo di affreschi è composto dall{{'}}''Annunciazione'', la ''Natività'', la ''Morte della Vergine'' e la sua ''Assunzione in cielo''. Nell'affresco raffigurante la ''Morte della Vergine'' è visibile l'autoritratto del pittore in uno dei personaggi raffigurati alla destra del letto (con il mantello bianco), nonché il probabile ritratto del figlio [[Filippino Lippi|Filippino]] nella figura dell'angelo. Del 18 maggio [[1467]] è un ''Paliotto'' per la Compagnia dei Preti della Trinità di [[Pistoia]]. Del [[1468]] è la ''Circoncisione'' di Prato.
L'opera più famosa è la ''[[Madonna col Bambino e due angeli (Filippo Lippi)|Madonna col Bambino e due angeli]]'' (1460-1465) agli Uffizi, tempera su tavola, caratterizzata dalla straordinaria spontaneità della rappresentazione. La Madonna siede su un trono di cui si intravede solo il morbido cuscino ricamato e il bracciolo intagliato, intenta a contemplare il figlio verso il quale rivolge un gesto di preghiera. Non ha finora trovato conferma l’ipotesi che il volto della Vergine sia quello di Lucrezia Buti, la giovane monaca pratese amante di Filippo Lippi. La composizione ebbe fin da subito grande successo e fu presa a modello da molti artisti, fra i quali il giovane [[Sandro Botticelli|Botticelli]], allievo del frate pittore. Non sappiamo tuttavia quale fosse l’originaria destinazione di questa immagine sacra; le prime notizie note risalgono alla fine del XVIII secolo, quando si trovava nella [[Villa medicea del Poggio Imperiale]] a Firenze.
[[File:Scultore fiorentino su dis. di filippino lippi, tomba di filippo lippi con epitaffio del poliziano, su commiss. di lorenzo de' medici, 1490, 01.jpg|thumb|Sepolcro in marmo con busto di Filippo Lippi]]
Filippo morì nel [[1469]] e fu sepolto nella [[Duomo di Spoleto|cattedrale di Spoleto]]. Il figlio Filippino, avviato già alla carriera artistica, disegnò il sepolcro in marmo con busto e [[Angelo Poliziano]] scrisse l'epitaffio:
:''Conditus hic ego sum picturae fama Philippus,''
:''Nulli ignota meae est gratia mira manus.''
:''Artificis potui digitis animare colores,''
:''Sperataque animos fallere voce diu.''
:''Ipsa meis stupuit natura expressa figuris,''
:''Meque suis fassa est artibus esse parem.''
:''Marmoreo tumulo Medices Laurentius hic me''
:''Condidit, ante humili pulvere tectus eram.''
== Opere ==
{{vedi anche|Opere di Filippo Lippi}}
== Bibliografia ==
[[File:Lippi, adorazione del bambino, prato.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Adorazione del Bambino di San Vincenzo Ferrer]]'', [[Museo Civico (Prato)|Museo Civico]] di Prato]]
* {{cita pubblicazione|autore=Luigi Pompilj|titolo=L'ultima opera di Fra Filippo Lippi|rivista=[[Spoletium (rivista)|Spoletium]]|città=Spoleto|editore=Edizioni dell'[[Accademia spoletina]]|numero=6|anno=1957|p=13}}
* {{Cita libro|autore1=[[Luigi Fausti]]|titolo=Le pitture di Fra Filippo Lippi nel Duomo di Spoleto|editore=Edizioni dell'Ente Rocca di Spoleto|anno=1970|isbn=no}}
* Jeffrey Ruda, ''Fra Filippo Lippi. Life and work with a complete catalogue'', London, Phaidon Press, 1993.
* Maria Pia Mannini, Marco Fagioli. ''Filippo Lippi. Catalogo completo.'' Firenze 1997. ISBN 88-8030-016-4
* Carlo Giuliano, Daniele Sanguineti, ''Filippo Lippi. Un trittico ricongiunto.'', Allemandi, Torino 2004
* [[Giulio Carlo Argan]], ''Da Giotto a Leonardo'', Sansoni Editore, Firenze 1981
* Giuseppe Marchini, ''Filippo Lippi'', Electa, Milano 1975
* Roberto Salvini, ''Pittura italiana - Il Quattrocento'', Aldo Martello Editore Milano 1959
* Pierluigi De Vecchi ed [[Elda Cerchiari]], ''I tempi dell'arte'', volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
* [[Stefano Zuffi]], ''Il Quattrocento'', Electa, Milano 2004. ISBN 88-370-2315-4
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20070223130020/http://www.restaurofilippolippi.it/default.htm Il restauro degli affreschi di Filippo Lippi nel Duomo di Prato] Contiene biografia esaustiva, catalogo delle opere e fortuna critica.
*[[Museo civico (Prato)|Museo di Palazzo Pretorio]]
{{Controllo di autorità}}
{{Museo di Castelvecchio}}
{{Portale|biografie|Pittura}}
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[[Categoria:Artisti di scuola fiorentina]]
[[Categoria:Pittori italiani del Rinascimento]]
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