Filippo Lippi: differenze tra le versioni
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Di questi anni è anche un episodio raccontato dal [[Giorgio Vasari|Vasari]]: "E trovandosi nella Marca d'[[Ancona]], diportandosi un giorno con certi amici suoi in una barchetta per mare, furono tutti insieme dalle fuste de' Mori, che per quei luoghi scorrevano, presi e menati in Barberia, essendo ciascuno di loro condotto alla catena in servitú e tenuto schiavo, dove stette con molto disagio per XVIII mesi. Ma advenne un giorno, che avendo egli molto in pratica il padrone, gli venne commodità e capriccio di dipignerlo; per il che preso un carbone spento del fuoco, con quello tutto intero lo ritrasse co' suoi abiti indosso alla moresca, in un muro bianco. Fu da gli altri schiavi detto questo al padrone, perché a tutti un miracolo pareva, non s'usando il disegno né la pittura in quelle parti, e ciò fu cagione di dargli premio e di liberarlo da la catena dove per tanto tempo era stato tenuto".
===Bottega a Firenze (1437-1451)===
[[File:Lippi, annunciazione washington.jpg|thumb|300px|''[[Annunciazione (Filippo Lippi Washington)|Annunciazione]]'']]
Lasciata Padova tornò a Firenze, dopo aprì una propria bottega nel [[1437]]. In quell'anno dipinse la cosiddetta ''[[Madonna di Tarquinia]]'', per il cardinale [[Giovanni Vitelleschi]] (opera datata), sia la ''[[Pala Barbadori]]'' per la [[Chiesa di Santo Spirito (Firenze)|chiesa fiorentina di Santo Spirito]]. In queste opere la componente lineare acquista maggiore importanza, le figure si allungano e addolciscono, senza perdere in [[Plasticità (arte)|plasticità]], e vengono avvolte e non più sbalzate dalla luce. Nel [[1438]] è citato in una lettera di [[Domenico Veneziano]] a [[Piero il Gottoso|Piero de' Medici]] in cui Filippo Lippi viene equiparato a [[Beato Angelico]] come migliore artista attivo in città. Dal [[1439]] è probabile Filippo che non abitasse più nel convento ma avesse casa per conto suo e, sempre in quell'anno, Lippi scrisse a Piero de' Medici cercando affannosamente di scambiare una sua tavola ancora incompiuta con cibo e vestiti (il dipinto è probabilmente il ''[[San Girolamo penitente (Filippo Lippi)|San Girolamo penitente]]'' del [[museo di Altenburg]]).
Per il [[monastero delle Murate]] di Firenze realizzò, tra il [[1443]] e il [[1445]], l'''Incontro alla Pala d'Oro'': si tratta probabilmente di parte della predella della pala stessa.
[[File:Lippi, madonna di tarquinia, 1437.jpg|thumb|left|200px|La ''[[Madonna di Tarquinia]]'']]
Fra il [[1439]] e il [[1447]] dipinse l'''[[Incoronazione della Vergine (Filippo Lippi)|Incoronazione della Vergine]]'' degli [[Uffizi]], commissionata dal [[canonico]] Francesco Maringhi per l'altar maggiore di [[Chiesa di Sant'Ambrogio (Firenze)|Sant'Ambrogio]]. In quest'opera lavorarono con lui tre aiutanti, fra cui [[Fra Diamante]]. Per la famiglia [[Martelli]], che deteneva il patronato della cappella degli Operai in [[Chiesa di San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], dipinse verso il [[1440]]-[[1442|42]] un<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione Martelli|Annunciazione]]'', che riprendeva i modi dell<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione Cavalcanti]]'' di [[Donatello]]. Al [[1440]] risalgono le pitture della la cassa per le esequie di [[Andrea Corsini]] (allora [[vescovo di Fiesole]], santificato nel [[1624]]).
Il [[23 febbraio]] [[1442]] fu nominato da [[papa Eugenio IV]] «Rettore e [[Abate Commendatario]]» a vita della [[chiesa di San Quirico a Legnaia|chiesa di San Quirico]] a [[Legnaia]], vicino a [[Firenze]]. Nel [[1443]] per il convento delle Murate dipinse un<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione (Filippo Lippi Monaco)|Annunciazione]]''.
Lavorò alla cancelleria del [[Palazzo Vecchio|Palazzo della Signoria]] verso il [[1447]], realizzando un<nowiki>'</nowiki>''[[Apparizione della Vergine a san Bernardo]]''.
Tra il [[1448]] e il [[1450]] eseguì la tavola ''Madonna col Bambino'', oggi custodita a Parma presso la [[Fondazione Magnani-Rocca]].
Di questi anni il [[Vasari]] scrisse: "Dicesi ch'era tanto venereo, che vedendo donne che gli piacessero, se le poteva avere, ogni sua facultà donato le arebbe; e non potendo, per via di mezzi, ritraendole in pittura, con ragionamenti la fiamma del suo amore intiepidiva. Et era tanto perduto dietro a questo appetito, che all'opere prese da lui quando era di questo umore, poco o nulla attendeva".
Nel [[1450]] avrebbe dovuto versare a Giovanni di Francesco del Cervelliera, suo discepolo, 40 [[fiorini]] ma, chiamato in giudizio, esibì la ricevuta di versamento falsificando la firma dell'allievo. Incarcerati e messi sotto tortura entrambi i pittori, in seguito alla confessione il Lippi venne scarcerato. L'[[11 settembre]] [[1451]] fu di nuovo sotto processo, per aver fatto eseguire alla propria bottega una tavola che il committente aveva richiesto di mano del maestro. Nello stesso anno il Lippi risultò essere proprietario di una casa non lontano dal [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Firenze)|Carmine]]. Il [[19 maggio]] [[1455]], la rettorìa di San Quirico a Legnaia gli fu revocata, sia per la condanna del [[1450]] sia perché poco sollecito nei suoi doveri.
===A Prato, sotto protezione dei Medici (1452-1465)===
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