Governo Badoglio I: differenze tra le versioni
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Il '''Governo Badoglio I''' fu il sessantesimo governo del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Nominati i ministri il 26 luglio [[1943]], il governo rimase in carica dal giorno dopo al 24 aprile [[1944]] per un totale di 272 giorni, ovvero 9 mesi e 2 giorni. Fu un esecutivo tecnico-militare composto da sei generali, due prefetti, sei funzionari e due consiglieri di stato.
==Storia==
Tre giorni dopo l'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre 1943]] le forze armate tedesche occuparono [[Roma]]. I principali membri del governo lasciarono la capitale al seguito di [[Vittorio Emanuele III]]. Non poterono seguire il re: [[Raffaele Guariglia]], ministro degli Esteri, [[Umberto Ricci]], ministro dell'Interno, [[Leonardo Severi]], ministro dell'Educazione nazionale, [[Giovanni Acanfora]], ministro degli Scambi e Valute, e [[Domenico Bartolini (politico)|Domenico Bartolini]], ministro delle Finanze. A parte Guariglia, che si rifugiò nell'ambasciata di [[Spagna]], gli altri ministri trovarono ospitalità presso il [[Palazzo del Laterano]] della [[Santa Sede]].
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Badoglio diede incarico al ministro dell'Interno Umberto Ricci di coordinare l'attività dei ministri rimasti a Roma. Ricci convocò una riunione del consiglio dei ministri, che si concluse con l'autoscioglimento dell'organismo<ref>Enzo Forcella, ''La resistenza in convento'', Einaudi, 1999, p. 65.</ref>.
===Il rimpasto===
Da Brindisi, in novembre, il Re nominò alcuni Sottosegretari facenti funzione di Ministri, in sostituzione di quelli rimasti nella Capitale. Nel febbraio [[1944]] il governo si stabilì a [[Salerno]] e ricevette dagli alleati il controllo di tutta l'Italia meridionale. Il presidente del consiglio Badoglio, con un rimpasto, procedette alla sostituzione dei ministri assenti.
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