Provincia autonoma di Trento: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua||Trentino (disambigua)|Trentino}}
{{F|Trentino-Alto Adige|agosto 2024}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Provincia autonoma di Trento<br/>Trentino
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|Amministratore locale = [[Maurizio Fugatti]]
|Partito = [[Lega Nord|Lega]]
|Data elezione = 3-11-2018<ref>{{Cita web|url=https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Elezioni-2018-Maurizio-Fugatti-proclamato-presidente-della-Provincia-autonoma-di-Trento|titolo=
|Lingue ufficiali = [[lingua italiana|italiano]], [[lingua ladina|ladino]], [[lingua cimbra|cimbro]], [[lingua mochena|mòcheno]]
|Data istituzione = [[1923]] <small>come Provincia di Trento</small>
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|Codice postale = 38121-38123 [[Trento]], 38010-38013, 38015-38038, 38040-38043, 38045-38057, 38059-38071, 38073-38080, 38082-38083, 38085-38089, 38091-38096 provincia
|Prefisso = [[0439]], [[0461]], [[0462]], [[0463]], [[0464]], [[0465]]
|PIL = {{formatnum:19473}} [[Milioni|mln]] [[Euro|€]]<ref name="ec.europa.eu">{{Cita web|url=https://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/9618249/1-26022019-AP-EN.pdf/f765d183-c3d2-4e2f-9256-cc6665909c80|titolo=Regional GDP per capita ranged from 31% to 626% of the EU average in 2017|sito=ec.europa.eu|data=26 febbraio 2019|lingua=en|accesso=30 agosto 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20240329221122/https://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/9618249/1-26022019-AP-EN.pdf/f765d183-c3d2-4e2f-9256-cc6665909c80|dataarchivio=29 marzo 2024|urlmorto=no}}</ref>
|PIL PPA =
|PIL procapite = {{m|36100|ul=€}}<ref name="ec.europa.eu" />(2017)
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|Mappa = Trentino - Mappa.svg
|Didascalia mappa = Carta della provincia autonoma di [[Trento]].
|Inno = ''[[Inno al Trentino]]'' [[File:Inno al Trentino.ogg]]
}}
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La '''provincia autonoma di Trento''' (''Provincia de Trent'' in [[dialetto trentino]],<ref>La forma in dialetto trentino non riveste ufficialità. Il dialetto trentino non ha inoltre un'ortografia propria. La forma ''Provincia de Trent'' si trova per esempio in Carmine Abate, ''Il ballo tondo'', Fazi Editore, 2000, p. 33: ''Invece: «Piacere, me ciamo Valentini Narciso. Son d'en paesin en provincia de Trent», disse il forestiero deludendo inizialmente un po' tutti. Dunque era un trentino
Insieme allo stato federato [[austria]]co del [[Tirolo (Austria)|Tirolo]] e all'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige/Südtirol]] costituisce l'[[Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino]]: un progetto di collaborazione transfrontaliera ed Ente di [[Diritto dell'Unione europea|diritto comunitario]] che interessa il territorio della regione storica del [[Tirolo]].
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Come parte del Trentino-Alto Adige, insieme al [[Veneto]] e al [[Friuli-Venezia Giulia]], viene incluso nelle cosiddette [[Tre Venezie]] (o Triveneto), la cui denominazione, caldeggiata in particolare nel periodo successivo all'annessione del territorio all'[[Italia]], traeva ispirazione dalla ''[[Regio X Venetia et Histria]]'' di [[Impero romano|età imperiale romana]]. La regione storico-geografica trentina fu già ''municipium'' romano, [[Ducato di Trento|ducato longobardo]] e contea carolingia, quindi parte del [[principato vescovile di Trento]] in seno al [[Sacro Romano Impero]] ([[XI secolo|secoli XI]]-[[XIX secolo|XIX]]), infine per circa un secolo (1815-1918) parte meridionale, linguisticamente [[Lingue romanze|romanza]], del [[Tirolo]], prima [[Impero austriaco|austriaco]], poi [[Impero austro-ungarico|austro-ungarico]]. Il territorio annesso al [[Regno d'Italia]] nel [[1919]], secondo quanto stabilito dal [[Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)|trattato di Saint-Germain-en-Laye]] stipulato in seguito al [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]], andò a formare la regione denominata [[Venezia Tridentina]].
In Trentino si parla soprattutto l'[[Lingua italiana|italiano]], ma è diffuso il [[Dialetti trentini|dialetto trentino]], parlato nei centri principali e nelle valli (dove si possono riscontrare varianti dalle differenze anche piuttosto marcate). Nel territorio sono presenti minoranze linguistiche [[lingua tedesca|germanofone]] ([[lingua mochena]] nella [[valle dei Mocheni]] e [[lingua cimbra]] nel comune di Luserna negli [[Magnifica Comunità degli Altipiani cimbri|altipiani cimbri]]) e [[lingua ladina|ladine]] ([[Val di Fassa]]) ufficialmente riconosciute.<ref name="censimento">{{cita web|titolo=APPARTENENZA ALLA POPOLAZIONE DI LINGUA LADINA, MOCHENA E CIMBRA, PER COMUNE ED AREA DI RESIDENZA (CENSIMENTO 2001)|url=http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/binary/pat_minoranze/minoranze/ladini_mocheni_cimbri_pop_2001_x_comune_e_residenza.1205943234.pdf|accesso=1º luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111105092309/http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/binary/pat_minoranze/minoranze/ladini_mocheni_cimbri_pop_2001_x_comune_e_residenza.1205943234.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
== Denominazione ==
[[File:Trentino in Dominium Venetum in Italia, Henricus Hondius (1597-1651) BNF Gallica.jpg|miniatura|Il ''Trentino'' nella mappa ''Dominium Venetum in Italia'' del cartografo [[Henricus Hondius]] (1597 – 1651)]]
Il termine "Trentino" deriva da ''Tridentum'', il nome latino della città di [[Trento]].<ref>Micaela Vissani, ''Regioni d'Italia dall'A alla Z'', Giunti 1999, p. 193.</ref>
Durante l'appartenenza austriaca il territorio abitato dalla popolazione di lingua italiana (indicativamente l'attuale Trentino) veniva talvolta identificato dai tedeschi con l'[[Esonimo ed endonimo|esonimo]] ''Welschtirol'',<ref>{{cita pubblicazione|lingua=de|autore=Karl Bier|titolo=Der Autonomiekampf der Welschtiroler und die Stellung der deutschen Parteien und Regierungen|rivista=Veröffentlichungen des Museum Ferdinandeum in Innsbruck|numero=16 |anno=1938 |città= Innsbruck|url=http://www.zobodat.at/pdf/VeroeffFerd_016_0413-0525.pdf|citazione=Von den rund 900.000 Einwohnern entfielen über 380.000 auf den Landesteil südlich von Salurn, den die Italiener Trentino, die Deutschen meist Welschtirol bezeichneten.|p=417|accesso=28 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180819010825/http://www.zobodat.at/pdf/VeroeffFerd_016_0413-0525.pdf|urlmorto=no}}</ref><ref>Il termine ''Welsch'', derivato da ''[[Walhaz]]'', non aveva originariamente connotazione spregiativa, essendo un tempo utilizzato semplicemente per riferirsi ai popoli di lingua romanza, soprattutto italiani e francesi. Oggi, specialmente nella variante [[dialetto sudtirolese|sudtirolese]] ''Walsch'', ha anche una connotazione spregiativa, corrispondente all'appellativo "[[crucco]]" riferito alle persone di lingua tedesca.</ref>
Oggi negli atti regionali, che per statuto sono redatti in italiano e tedesco, l'istituzione provinciale è denominata "Provincia autonoma di Trento" ({{tedesco|Autonome Provinz Trient}}<ref>{{cita web | url = http://www.deutsch.provincia.tn.it/ | titolo = Sito della provincia autonoma di Trento in tedesco | accesso = 9 settembre 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160910123514/http://www.deutsch.provincia.tn.it// | urlmorto = no }}</ref>).
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All'[[Età del bronzo]] risalgono alcune importanti strutture abitative in [[legno]] (palafitte), edificate su pali in legno in prossimità di ambienti lacustri. Scavi archeologici realizzati negli [[anni 1930|anni trenta]] nei pressi della sponda meridionale del [[lago di Ledro]], nella località di [[Molina di Ledro]], hanno portato alla luce un importante insediamento che viene fatto risalire a circa {{formatnum:2000}} anni prima di [[Cristo]].
Dal [[VI secolo a.C.]], con il fiorire della [[cultura di Fritzens-Sanzeno]], è attestata nel territorio provinciale, come del resto in buona parte dell'arco alpino centrale ed orientale, la popolazione dei [[Reti]], che viveva nelle diverse vallate e in particolare nel Trentino occidentale (reperti importanti sono stati rinvenuti ad esempio a [[Sanzeno]] in [[Val di Non]], nell'[[Paganella|altopiano della Paganella]], a [[Stenico]] nelle [[Giudicarie]] esteriori). Secondo lo storico romano [[Tito Livio]]<ref>Tito Livio, ''Storie'', V, 33, 11.</ref> la popolazione dei [[Reti]] era della stessa etnia degli [[Etruschi]], dei quali è accertata la dominazione del vicino Veneto. Studi recenti di linguistica hanno confermato una parentela tra la [[lingua retica]] e quella [[lingua etrusca|etrusca]].<ref name=Marzatico2019>{{Cita pubblicazione |titolo =I Reti e i popoli delle Alpi orientali |autore =Franco Marzatico |curatore =Michele Lanzinger |rivista =Preistoria Alpina |volume =49bis |numero = |editore =Museo delle Scienze, Trento |città =Trento |data = |anno =2019 |p = |pp =73-82
I primi contatti fra Reti e [[Civiltà romana|Romani]] risalgono al [[III secolo a.C.]], ma solo nel [[I secolo a.C.]] iniziò l'espansione romana verso nord. Tra il 50 e il 40 a.C. ''[[Tridentum]]'' divenne ''[[Municipio (storia romana)|municipium]]'' romano e assunse i caratteri del più importante centro economico, commerciale e politico della [[Trentino-Alto Adige|regione]].
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Dopo le incursioni dei [[Goti]], una buona parte del Trentino venne inclusa nel [[Ducato di Trento|Ducato longobardo di Trento]] retto per primo dal duca Evino († [[595]]), per alcuni aspetti il primo vero fondatore dell'unità territoriale trentina, e poi dal cattolico Gaidoaldo. In seguito il ducato venne conquistato da [[Carlo Magno]] (774) assieme al restante regno longobardo. Infine il Trentino venne integrato nel [[Sacro Romano Impero|Sacro Romano Impero Germanico]] nel corso del X secolo per opera degli Ottoni.
Nel 1027 ebbe origine il [[Principato vescovile di Trento]], quando l'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II]] nominò il vescovo di Trento [[Udalrico II]] principe del territorio tridentino. Le zone del principato comprendevano il Trentino occidentale e centrale, la parte meridionale dell'attuale Alto Adige, parte del Trentino orientale con esclusione del Primiero e della [[Valsugana]] orientale (territori assegnati inizialmente al vescovo di Feltre) e della Val di Fassa (affidata al vescovo di [[Bressanone]]). Fu un periodo di prima [[urbanizzazione]] del territorio con la fondazione di diversi borghi e centri urbani nell'area atesina.<ref>[[Hannes Obermair]], ''Una regione di passaggio premoderna? Il panorama urbano nell’area tra Trento e Bolzano nei secoli XII-XIV'', in ''Studi trentini di scienze storiche'' 1, 84 (2005), pp. 149-162.</ref>
Un accordo ([[1339]]) con il [[Sovrani di Boemia|re di Boemia]] permise al vescovo [[Nicolò da Bruna]], già cancelliere reale, di riorganizzare l'esercito del Principato Vescovile e di dotarsi dello stemma raffigurante l'[[aquila di San Venceslao]], tuttora simbolo della provincia, saldando i legami fra il Trentino e la [[Boemia]].
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Gli inizi del XIX secolo furono segnati anche in Trentino dal [[Età napoleonica|periodo napoleonico]]. In seguito alle sconfitte austriache ad opera delle truppe francesi, il [[trattato di Lunéville]] (9 febbraio [[1801]]) stabilì la secolarizzazione degli stati ecclesiastici e quindi la fine del [[Principato vescovile di Trento]]. Tra il 1805 e il 1810 il Trentino venne inglobato nel filo-napoleonico [[Regno di Baviera]], ai termini del [[Pace di Presburgo|Trattato di Presburgo]].
Nel 1809, durante la [[Quinta coalizione|guerra della quinta coalizione,]] il Tirolo tornò brevemente sotto il controllo dell'esercito asburgico, affiancato dagli [[Insorgenza tirolese|insorti]] al comando di [[Andreas Hofer]]. Alla rivolta popolari hoferiana contro l'invasione franco-bavarese parteciparono anche circa {{formatnum:18000}} volontari trentini, molti dei quali inquadrati nelle milizie volontarie locali ([[Tiroler Schützen|Schützen]] o "[[Sizzeri|SIzzeri"]] nei dialetti trentini), circa {{formatnum:4000}} di loro caddero in combattimento.<ref>{{Cita libro|nome=Dalponte, Lorenzo|cognome=Verfasser|titolo=Uomini e genti trentine durante le invasioni Napoleoniche 1796 - 1810|url=http://worldcat.org/oclc/1071392329 |accesso=27 aprile 2023|data=1984|editore=Clesio|oclc=1071392329}}</ref>
A [[Predazzo]], il 20 marzo 1809, si ebbe una sollevazione popolare contro la coscrizione militare obbligatoria imposta dal governo franco-bavarese: è il prodromo dell'insurrezione hoferiana. Il 21 aprile dello stesso anno gli [[Tiroler Schützen|Schützen]] della Val di [[Val di Sole|Sole]] e delle [[Val di Non]] giunsero a Vezzano, anche la popolazione della [[Valle dei Laghi]] si sollevò e attaccò il presidio francese. Il 24 aprile a [[Volano (Italia)|Volano]] l’esercito asburgico, appoggiato dagli insorti tirolesi, fronteggiò i francesi in un accanito scontro nel paese. Nello stesso giorno, a [[Mori (Italia)|Mori]], l'esercito francese contrattaccava gli insorti tirolesi sopraggiunti
Le sorti della guerra furono però decise sugli scenari europei. Con la [[Battaglia di Wagram]] (5-6 luglio 1809) l'[[Impero austriaco]] fu definitivamente sconfitto e costretto a ratificare il [[Trattato di Schönbrunn (1809)|Trattato di Schönbrunn]]. Il territorio del Tirolo e dei principati vescovili fu così suddiviso: il Trentino e la [[Bassa Atesina]] andarono al Regno Italico, l'alta val Pusteria al [[Regno Illirico]] ed il resto alla Baviera. Il trattato fu suggellato con le nozze fra [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e la figlia dell'imperatore d'Austria: [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luisa]]. I suoi esiti furono però di assai breve durata, perché con il [[congresso di Vienna]] e la [[Restaurazione]] il Trentino tornò in alveo asburgico.
=== Annessione alla Contea del Tirolo ===
Con la Restaurazione il Principato Vescovile non venne ricostituito e il territorio trentino perse il suo status di semi-indipendenza, venendo definitivamente annesso alla [[Contea del Tirolo]] e quindi integrato nella [[Confederazione germanica]]. Era comunemente definito Tirolo italiano o [[Sudtirolo]] (in tedesco ''Welschtirol'').
La dura politica di [[Restaurazione]] intrapresa dagli Asburgo portò a una sommossa a Trento nel 1848 e suscitò le proteste dei politici trentini, che si rifiutarono di partecipare alla Dieta costituente tirolese di Innsbruck per l'ingiusta sproporzione della rappresentanza italiana. Le istanze per il distacco del Trentino dalla Confederazione germanica e la completa autonomia dal Tirolo vennero però respinte. Il movimento filo-italiano e [[Irredentismo|irredentista]] si rafforzò, anche in risposta ad una nuova tendenza centralista asburgica e ai tentativi di germanizzazione intensificatisi dopo la [[Battaglia di Sadowa|sconfitta austriaca di Sadowa]]. [[Cesare Battisti]] fu uno tra i maggiori irredentisti, che sostenevano la volontà di annessione del Trentino al [[Regno d'Italia]]. Il sentimento irredentista era però vivo solo in un ridotto numero di intellettuali, soprattutto delle classi agiate. La gran parte dei trentini delle classi popolari, in particolare i contadini che ne rappresentavano la maggioranza, era intimamente fedele alla casata degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] e all'[[Impero austriaco]].
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[[File:Campana dei Caduti 4.jpg|miniatura|[[Campana dei Caduti]]]]
[[File:Castellano Trentino Kaiserjäger.jpg|sinistra|miniatura|Alcuni [[Kaiserjäger]] presenziano ad una messa presso il paese di [[Castellano (Villa Lagarina)|Castellano]] ([[Villa Lagarina]])]]
In seguito all'ordine di mobilitazione emanato dall'Imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] il 31 luglio [[1914]], oltre {{formatnum:55000}} trentini furono chiamati a combattere nell'esercito austro-ungarico, arruolati principalmente nei reparti [[K.k. Landesschützen|Landesschützen]] (truppe da montagna) e [[Kaiserjäger]] e, per una quota minore ma fondamentale per la difesa all'entrata in guerra dell'Italia, nelle milizie volontarie ([[Standschützen]]). Furono impegnati prima sul fronte orientale, contro russi e serbi ([[1914]]-[[1917]]), e dal [[1915]] anche sul fronte meridionale contro il Regno d'Italia, pagando un tributo di sangue pesante: più di {{formatnum:11500}} caduti ed altre migliaia di feriti e prigionieri.<ref name="MSIG">{{cita web|url=http://www.museodellaguerra.it/wp-content/uploads/2015/09/Il-fronte-trentino-nella-Prima-guerra-mondiale.pdf|titolo=Il fronte trentino nella prima guerra mondiale|accesso=8 gennaio 2018|editore=[[Museo storico italiano della guerra]]|data=settembre 2015|città=Rovereto|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160317093515/http://www.museodellaguerra.it/wp-content/uploads/2015/09/Il-fronte-trentino-nella-Prima-guerra-mondiale.pdf |urlmorto=no}}</ref>
Il territorio del Trentino fu uno dei principali teatri di scontro della [[prima guerra mondiale]] tra [[Regno d'Italia]] e l'[[Impero austro-ungarico]], con un impatto devastante sulla popolazione, l'economia e la struttura sociale.
A seguito dell'entrata in guerra dell'Italia, 23 maggio 1915, gli abitanti di molte valli del Trentino vicini al fronte furono costretti ad [[Esodo dei trentini|evacuare]]. Dalla [[valle di Ledro]], il [[Basso Sarca]], le Giudicarie, la [[Vallagarina]], parte di Trento, l'altopiano di Brentonico, la Vallarsa, l'altopiano di Folgaria-Lavarone, la Valsugana, il [[Altopiano del Tesino|Tesino]], il [[Primiero]], il Vanoi, circa {{formatnum:70000}} persone divennero sfollate in diverse regioni dell'Impero (dal Tirolo alla [[Boemia]] e [[Moravia]]). I comandi militari austriaci e il Ministero dell'interno avevano fatto scattare il piano di evacuazione del Trentino e del [[Litorale austriaco]], predisposto già da mesi subodorando il "tradimento" dell'Italia. Il piano prevedeva inizialmente l'evacuazione di {{formatnum:40000}} persone dal Trentino (di cui {{formatnum:10000}} di lingua tedesca<ref>secondo il censimento austriaco del 1910 {{cita testo|url=http://books.google.it/books?id=PHzM88AB1x0C&pg=PA54&lpg=PA54&dq=trentino+censimento+1910&source=bl&ots=5jjW_0kuUU&sig=ECbqEzjNpc4ylJdrrNkoaWrOQfA&hl=it&sa=X&ei=foi1U-nJOejT7Ab6w4DoAg&ved=0CD4Q6AEwBA#v=onepage&q=trentino%20censimento%201910&f=false|titolo=Autonomia e tutela delle minoranze nel Trentino-Alto Adige: cenni di storia... - Oskar Peterlini - Google Libri|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140715013606/http://books.google.it/books?id=PHzM88AB1x0C&pg=PA54&lpg=PA54&dq=trentino+censimento+1910&source=bl&ots=5jjW_0kuUU&sig=ECbqEzjNpc4ylJdrrNkoaWrOQfA&hl=it&sa=X&ei=foi1U-nJOejT7Ab6w4DoAg&ved=0CD4Q6AEwBA#v=onepage&q=trentino%20censimento%201910&f=false}} nella provincia trentina vi erano circa {{formatnum:11000}}-{{formatnum:13000}} abitanti di lingua tedesca (circa il 3,5% della popolazione) di conseguenza la provincia venne svuotata del gruppo linguistico tedesco</ref>). Per fronteggiare l'aggressione italiana da posizioni più vantaggiose, l'esercito austro-ungarico abbandonò alcune zone al controllo italiano; gli abitanti di queste aree, circa altri {{formatnum:20000}} trentini, furono invece sfollati a sud, nel Regno d'Italia, dalla Lombardia alla Sicilia.
I cittadini sospettati di possibili connivenze con gli italiani furono internati in grandi campi profughi, in particolare quello di [[Campo di internamento di Katzenau|Katzenau]],<ref>{{cita libro|titolo=Il Trentino e i trentini nella Grande guerra : nuove prospettive di ricerca|curatore=Marco Bellabarba|curatore2=Gustavo Corni|editore=Società editrice il Mulino|città=Bologna|anno=2017|ISBN=978-88-15-27349-9|p=11}}</ref>
Alla fine del conflitto, con il [[Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)|trattato di Saint-Germain-en-Laye]] ([[1919]]) il Trentino in quanto parte del Tirolo a sud dello spartiacque alpino venne annesso al Regno d'Italia. Nacque così la regione della [[Venezia Tridentina]], la cui amministrazione provinciale provvisoria fu affidata al [[partito Popolare Italiano (1919)|popolare]] [[Enrico Conci]], già deputato a [[Vienna]].<ref>Regio Decreto Legge 31 agosto 1921 nº 1269, trovante concreta applicazione tramite Regio Decreto 19 novembre 1921 nº 1746.</ref>
Nel [[1927]] la neoistituita [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia di Bolzano]] fu staccata dal Trentino. Nel 1929 vennero scorporati dal Trentino i comuni di Pedemonte e Casotto, unificandoli tra loro col nome di [[Pedemonte]] ed aggregandoli alla provincia di Vicenza. Nel 1934 vennero scorporati dal Trentino i comuni di [[Magasa]] e [[Valvestino]] aggregandoli alla provincia di Brescia. Tutti questi comuni hanno chiesto per via referendaria di essere riannessi al Trentino ed è in corso la complessa procedura di riaggregazione col parere favorevole di tutte le parti.<ref name="bresciatoday.it">{{Cita web|url=http://www.bresciatoday.it/politica/valvestino-magasa-referendum-trentino.html|titolo=Magasa e Valvestino mollano Brescia e scelgono il Trentino: la parola al Parlamento|sito=BresciaToday|data=15 aprile 2015|accesso=1º giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181118100707/http://www.bresciatoday.it/politica/valvestino-magasa-referendum-trentino.html|urlmorto=no}}</ref>
=== Seconda guerra mondiale e il Trentino nell'Italia repubblicana ===
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Nelle valli si organizzarono diversi gruppi della [[Resistenza italiana|Resistenza]], a cui le truppe di occupazione naziste reagirono con una sanguinosa repressione, culminata nelle [[Gastone Franchetti|stragi del basso Sarca]] (28 giugno 1944) e [[Eccidio di Malga Zonta|di Malga Zonta]] (12 agosto 1944). Alle repressioni partecipò anche il [[corpo di sicurezza trentino]] (CST), concepito come forza di polizia, ma in realtà impiegato massicciamente fuori provincia (specie nel Bellunese e nel Vicentino) in operazioni antipartigiane e di rappresaglia.
Durante la [[seconda guerra mondiale]] Trento fu anche bombardata dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] dal 2 settembre 1943 fino al 3 maggio 1945, per un totale di 80 incursioni che causarono circa 400 vittime e {{formatnum:1792}} danneggiamenti di edifici. Durante il primo bombardamento si verificò la [[strage della Portela]], dove vi furono circa 200 morti.<ref>{{Cita web |url=http://www.noodls.com/view/F235C9EB3B7B4B6D801165EB90E082ABDF797FF4 |titolo=Notizie storiche della strage |accesso=10 gennaio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131231001803/http://www.noodls.com/view/F235C9EB3B7B4B6D801165EB90E082ABDF797FF4 |urlmorto=no }}</ref>
Al [[Nascita della Repubblica Italiana|referendum istituzionale del 1946]], il Trentino partecipò alla votazione, a differenza del [[Südtirol|Sud Tirolo]] occupato militarmente dagli [[Governo militare alleato dei territori occupati|Alleati]], confermandosi la provincia più repubblicana d'Italia oltre che un'importante roccaforte democristiana per via del suo statista di fede repubblicana e fondatore, il trentino [[Alcide De Gasperi]]: con l'85% dei voti, cioè {{formatnum:191639}} contro i {{formatnum:33816}} monarchici tra i voti validi, la Provincia di Trento (che in quel momento comprendeva numerosi comuni poi aggregati alla futura [[Provincia autonoma di Bolzano|Provincia Autonoma di Bolzano]]) votò in modo plebiscitario per la nascita della Repubblica italiana.<ref>{{Cita web|url=https://www.ildolomiti.it/societa/2021/2-giugno-1946-il-trentino-e-la-provincia-piu-repubblicana-ditalia-da-garibaldi-e-mazzini-al-referendum-breve-storia-del-repubblicanesimo-italiano|titolo=Il Trentino la provincia più repubblicana d'Italia al referendum del '46}}</ref>
Nel secondo dopoguerra, mentre gli altoatesini mirarono al ritorno all'Austria, i trentini chiesero che la regione Trentino-Alto Adige divenisse autonoma in seno all'Italia. Le richieste trentine furono coronate da successo e in base all'[[Accordo De Gasperi-Gruber]] ([[1946]]) fra il ministro degli Esteri italiano, De Gasperi, e quello austriaco [[Karl Gruber]], venne approvato il primo statuto di autonomia e istituita la Regione [[Trentino-Alto Adige]], che distaccò dalla provincia di Trento e aggregò a quella di Bolzano i seguenti 12 comuni, abitati mistilingui con prevalenza dalla minoranza di lingua tedesca: [[Anterivo]], [[Bronzolo]], [[Cortaccia sulla Strada del Vino|Cortaccia]], [[Egna]], [[Lauregno]], [[Magrè sulla Strada del Vino|Magrè]] (dal quale fu successivamente scorporato il comune di [[Cortina sulla Strada del Vino]]), [[Montagna (Italia)|Montagna]], [[Ora (Italia)|Ora]], [[Proves]], [[Salorno sulla Strada del Vino|Salorno]], [[Senale-San Felice]] e [[Trodena nel parco naturale|Trodena]].
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Fino alla metà degli anni cinquanta del Novecento la [[Democrazia Cristiana]] trentina e la [[Südtiroler Volkspartei]] (SVP), il partito di riferimento della popolazione di lingua tedesca in Alto Adige, collaborarono nella gestione dell'ente regionale. Tuttavia, a partire dal 1955, anno in cui si ricostituiva la Repubblica austriaca, decisa a sostenere le rivendicazioni altoatesine, la SVP impostò una politica intransigente nei confronti della popolazione e delle istituzioni italiane in Alto Adige e scelse una linea di scontro nei confronti dell'istituto regionale, percepito come centralista e poco attento alla diversità della minoranza tedesca, anche perché dominato da trentini e altoatesini di lingua italiana. Gli sviluppi di questa politica condussero alla nascita di un movimento terroristico, il [[Befreiungsausschuss Südtirol|Comitato per la liberazione del Sudtirolo]], le cui azioni sconfinarono anche in Trentino (provocandovi tre morti).
Nel [[1972]], dopo lunghe trattative che coinvolsero anche il governo austriaco, entrò in vigore il secondo statuto di autonomia e gran parte delle competenze del Trentino-Alto Adige vennero trasferite alle due province, che divennero autonome, di fatto ciascuna una piccola Regione, mentre la regione divenne un organo di raccordo fra le politiche del Trentino e quelle dell'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], conservando alla regione tra le poche prerogative l'impianto e la tenuta dei [[Intavolazione|libri fondiari]]. Negli anni immediatamente successivi, a seguito di quegli accordi, vennero attribuite alla due province sempre nuove deleghe di poteri statali, accompagnate da mezzi finanziari, secondo alcuni osservatori, elevati in rapporto alla consistenza della popolazione locale, tanto che le due province vennero a trovarsi avvantaggiate finanziariamente rispetto alle regioni a statuto ordinario confinanti, Lombardia e Veneto. Per questo motivo, anche in vista dell'allora incipiente riforma sul [[federalismo fiscale]], il 30 novembre 2009 il presidente della provincia di Bolzano [[Luis Durnwalder]], il presidente della Provincia di Trento [[Lorenzo Dellai]] e i ministri [[Giulio Tremonti]] e [[Roberto Calderoli]] siglarono a Milano un'intesa con lo scopo di devolvere nuove competenze alle due province autonome e di far aderire queste due ultime al patto di stabilità.<ref>{{Cita web |url= http://www.provincia.bz.it/aprov/giunta-provinciale/download/accordomilano.pdf |titolo=Il testo dell'Accordo del 2009 |accesso=4 maggio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131002172545/http://www.provincia.bz.it/aprov/giunta-provinciale/download/accordomilano.pdf |urlmorto=no }}</ref>
A partire dal 1993 è stata rafforzata la cooperazione transfrontaliera tra le regioni del [[Tirolo|Tirolo storico]] a cavallo tra [[Italia]] e [[Austria]]. Insieme costituiscono la [[Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino]], un gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera, le cui sedute talora comprendono anche il Land austriaco del [[Vorarlberg]].
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|collegamento_onorificenza = Attestato di pubblica benemerenza della Protezione civile
|motivazione = Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza
|luogo = Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010<ref>[https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre].</ref>
}}
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=== Sismicità ===
In base alla [[Classificazione sismica dell'Italia|classificazione sismica italiana]] il Trentino meridionale è stato classificato come appartenente alla zona sismica 3 (sismicità bassa) e quello settentrionale alla zona sismica 4 (sismicità molto bassa).<ref>{{Cita web |url=http://www.protezionecivile.tn.it/territorio/Sismologia/-Classificazioni/pagina8.html |titolo=Protezione civile - Provincia autonoma di Trento |accesso=2 gennaio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130128080408/http://www.protezionecivile.tn.it/territorio/Sismologia/-Classificazioni/pagina8.html |urlmorto=no }}</ref>
In territorio trentino si trovano tuttavia due zone di faglia, quella del [[monte Baldo]] e quella delle Giudicarie, che possono provocare terremoti. Il 13 dicembre 1976 lo spostamento della faglia del Monte Baldo provocò a [[Riva del Garda]] e [[Molina di Ledro]] una scossa di terremoto del 7º grado della [[scala Mercalli]], che danneggiò gravemente i centri storici e rese necessaria l'evacuazione di decine di famiglie.<ref>[[Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici]], {{cita testo|url=http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/note_illustrative/80_Riva_del_Garda.pdf|titolo=note illustrative, foglio 80 Riva del Garda|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140715103152/http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/note_illustrative/80_Riva_del_Garda.pdf
<br />di qua da Trento l'Adice percosse,
<br />o per tremoto o per sostegno manco,
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<br />ch'alcuna via darebbe a chi su fosse;
<br />
<br />cotal di quel burrato era la scesa;
<br />(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XII, vv. 4-10).</ref>
=== Idrografia ===
{{vedi anche|Laghi del Trentino}}
[[File:Cascate Nardis inverno.jpg|miniatura|Le [[Cascate Nardis|Cascate di Nardis]] ([[Val di Genova]]-[[Val Rendena]]) in inverno]]
Il Trentino è caratterizzato da una valle che ne solca la lunghezza, la [[Valle dell'Adige]], da [[Ala (Italia)|Ala]] a [[Salorno sulla Strada del Vino|Salorno]], rappresentando quasi una spina dorsale del territorio.
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Il [[clima]] del Trentino può essere definito di transizione tra il clima semicontinentale e quello alpino. Le temperature di gennaio sono comprese dai {{M|-5|u=°C}} ai -10° mentre in estate sui 25°-30° ed anche più. Pur presentando gran parte del proprio territorio ad un'altitudine media piuttosto elevata (circa il 77% al di sopra dei {{M|1000|u=m slm}}, poco meno del 20% al di sopra dei {{M|2000|u=m slm}}), esso non presenta quei caratteri di rigidità propri di altre aree alpine.
A partire dalle fasce altimetriche più basse, il clima può essere suddiviso in quattro grandi aree:<ref>Classificazione proposta da Aldo Gorfer in ''Atlante del Trentino''. Trento, Panorama, 1988, p. 65.</ref>
* ''area submediterranea'' - comprende l'area dell'Alto Garda, della Valle del Basso Sarca e della Val d'Adige, soprattutto a sud di Trento. È la parte più bassa e relativamente più mite della regione, con inverni moderatamente freddi e nevosi ed estati piuttosto calde, a parte la zona altogardesana che nei pomeriggi estivi gode della fresca brezza dal lago che in inverno mantiene le temperature al di sopra dello 0 nei comuni adiacenti ad esso. La vegetazione è un misto di essenze delle varie fasce altitudinali, in cui si nota in particolare la presenza di [[Olea europaea|olivi]] sotto i {{M|300|u=m}} di quota nell'Alto Garda e nella Vallagarina (soprattutto nella parte sud);
* ''area subcontinentale'' - clima di transizione che caratterizza i fondovalle oltre i {{M|400|u=m}} (ad esempio Valsugana o conca del Lomaso), con inverni più rigidi e nevosi. La vegetazione è costituita soprattutto da [[Castanea|castagni]], [[Fagus|faggi]] e [[Abies alba|abeti bianchi]];
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== Ambiente naturale ==
[[File:Pale venegia.JPG|miniatura|sinistra|Le [[Pale di San Martino]] nel Trentino orientale, comprese nel [[Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino]]]]
[[File:Cascate di Saènt2.JPG|miniatura|sinistra|Cascata in Val di Saènt ([[Rabbi (comune)|Rabbi]]), nel [[Parco nazionale dello Stelvio]]]]
[[File:Torbole sul Garda.JPG|miniatura|sinistra|[[Nago-Torbole|Torbole]] e il [[lago di Garda]]]]
Alcuni fattori, come la [[densità di popolazione]] relativamente bassa della Provincia, la presenza di vasti ambienti isolati e ad altimetria piuttosto elevata, l'istituzione di diverse [[Area naturale protetta|aree naturali protette]], un certo grado di rispetto degli abitanti per i luoghi naturali (seppur in pochi casi compromessi da infrastrutture e costruzioni), hanno permesso la conservazione di numerose specie animali e vegetali.
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In Trentino sono state istituite tre [[Area naturale protetta|aree naturali protette]] (una nazionale e due provinciali):
* la parte trentina del [[Parco nazionale dello Stelvio]] - nel cuore delle Alpi centrali, esso include il [[gruppo Ortles-Cevedale]] e le vallate alpine di [[Peio]] e [[Rabbi (comune)|Rabbi]], dove sono presenti i due centri visitatori del settore trentino
* il [[Parco naturale Adamello Brenta|Parco naturale Adamello-Brenta]] - la maggior area protetta del Trentino, interessa ben 39 comuni tra le valli [[Val Rendena|Rendena]] (che divide i due gruppi montuosi) di [[Val di Sole|Sole]], di [[Val di Non|Non]] e [[Giudicarie]]. I centri visitatori sono situati presso il [[Lago di Tovel|Lago di Tóvel]], a [[Daone]] (dedicato alla fauna), a [[Spormaggiore]] (dedicato all'orso)
* il [[Parco naturale Paneveggio - Pale di San Martino|Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino]] - nella parte orientale del Trentino, include il settore trentino delle Pale di San Martino, la parte orientale del Lagorai e la foresta di abeti rossi di Paneveggio. I punti dedicati alla visita si situano a Paneveggio (flora e fauna), in [[Val Canali]] (acqua e storia), a [[San Martino di Castrozza]] (geologia e vita in alta quota) e a Prà de Madego nel [[Valle del Vanoi|Vanoi]] (etnografia)
In Consiglio provinciale sono state inoltre avanzate alcune proposte di istituzione di diversi nuovi parchi provinciali,<ref>{{cita testo|url=http://www.consiglio.provincia.tn.it/documenti_pdf/idap_35261.pdf|titolo=Consiglio della Provincia autonoma di Trento - Disegno di legge 4 ottobre 2004, n. 77: ''Modificazioni della legge provinciale 6 maggio 1988, n. 18 (Ordinamento dei parchi naturali). Istituzione di nuovi parchi naturali e dei parchi fluviali''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060609024950/http://www.consiglio.provincia.tn.it/documenti_pdf/IDAP_35261.pdf }}</ref>
== Società ==
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* [[Predazzo]]
* [[Primiero San Martino di Castrozza]]
* [[Rabbi (comune)|Rabbi]]
* [[Riva del Garda]]
* [[Romeno (Italia)|Romeno]]
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|-
|'''5º'''
|[[File:Riva del Garda-Stemma.
|[[Riva del Garda]]
|{{formatnum:17602}}
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 1º gennaio 2018 risiedono in Trentino {{formatnum:46929}} stranieri, 473 unità in più rispetto al 1º gennaio 2017 (con un incremento relativo
Al 1º gennaio 2017 i gruppi più numerosi sono quelli di:
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== Economia ==
Il Trentino è un territorio montano e quindi con pochi terreni agricoli idonei ad una ricca agricoltura, ma la sua posizione di passaggio tra l'Italia e le terre del [[Europa settentrionale|Nord Europa]] ha sempre favorito i commerci. Nel Medioevo si svilupparono le industrie tessili a Trento e ad Ala e, grazie all'apporto di alcuni mercanti di Norimberga<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/24136549_I_Verleger_serici_trentino-tirolesi_nei_rapporti_tra_Nord_e_Sud_un_approccio_prosopografico|titolo=I Verleger serici trentino-tirolesi nei rapporti tra Nord e Sud: un approccio prosopografico|autore=Cinzia Lorandini|sito= ResearchGate|p=6|data=gennaio 2007|accesso=30 agosto 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230911045545/https://www.researchgate.net/publication/24136549_I_Verleger_serici_trentino-tirolesi_nei_rapporti_tra_Nord_e_Sud_un_approccio_prosopografico|dataarchivio=11 settembre 2023|urlmorto=no}}</ref> e dei veneziani, l'industria della [[seta]] a Rovereto. L'economia del Trentino si basò per secoli anche sulla fornitura di legname pregiato alle terre della [[Pianura Padana|pianura padana]] ed in particolare alla [[Repubblica di Venezia]].
Nel periodo di dominazione asburgica successiva alla perdita del [[Regno Lombardo-Veneto|Lombardo-Veneto]] (1859/1866-1918), il Trentino era la terra più assolata per quelle particolari coltivazioni, che non erano possibili nella parte dell'impero posta al suo Nord; il suo clima mite lo rese meta turistica preferita di eminenti personalità dell'impero per soggiorni di vacanza, svago ad Arco, e cure termali a Levico e Roncegno. Tuttavia, a causa del carattere montuoso e dell'isolamento in cui gran parte del suo territorio si trovava, il Trentino rimase una terra povera. Proprio per contrastare l'indigenza don [[Lorenzo Guetti]] fondò allo spirare del XIX secolo la prima cooperativa trentina, formula societaria che in Trentino ebbe matrice cattolica e che poi ebbe grande fortuna in Trentino nel secolo successivo.
Una particolarità dell'economia trentina è ancora oggi l'ampiezza del settore cooperativo (oltre {{formatnum:200000}} soci in Trentino<ref>{{Cita web |url=http://www.trentino.coop/var/ezwebin_site/storage/images/oggetti-condivisi/banner-pagine-interne/550-imprese-con-206.000-soci-in-provincia-di-trento/4014-1-ita-IT/550-imprese-con-206.000-soci-in-Provincia-di-Trento_bannertop.jpg |titolo=
Il benessere diffuso arrivò negli [[anni 1970|anni settanta]] del Novecento insieme al boom del [[Tre Venezie|Nordest]] e all'ampliamento dell'autonomia politica, dovuto alle pressioni dei corregionali dell'Alto Adige e alla capacità dei politici trentini inseriti ai massimi livelli a livello nazionale (soprattutto [[Flaminio Piccoli]] e [[Bruno Kessler]]).
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Le industrie sono concentrate nella [[Valle dell'Adige]], in [[Vallagarina]] e nella [[Valsugana]] e sono spesso di piccole-medie dimensioni. Sono attive nei settori tessile, edilizio, della meccanica, del legno e della carta. Un ambito industriale particolarmente importante è relativo alla lavorazione del [[porfido]], principalmente in [[Val di Cembra]] e nelle zone limitrofe (comuni di [[Albiano (Trentino-Alto Adige)|Albiano]], [[Fornace (Italia)|Fornace]], [[Civezzano]], [[Lona-Lases]], [[Baselga di Piné]]).
Importante, ad oggi, è il polo industriale della meccatronica sito a Rovereto.<ref>{{Cita web|url=https://www.investintrentino.it/it/immobile/polo-meccatronica-rovereto_90|titolo=Polo Meccatronica Rovereto|sito= invest in Trentino|accesso=30 agosto 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20240523145419/https://www.investintrentino.it/it/immobile/polo-meccatronica-rovereto_90|dataarchivio=23 maggio 2024|urlmorto=no}}</ref>
Molto importante per qualità, immagine, storia e tradizione, è il settore alimentare con numerose cantine (vino) e distillerie tradizionali. Alcune grosse realtà cooperative (come Cavit o Mezzocorona) e altre piccole o medie realtà private (come [[Distilleria Marzadro|Marzadro]], Ferrari, Villa de Varda, Zeni, Endrizzi, Bertagnolli, Poier) collaborano e contribuiscono per espandere sempre più la tradizione trentina del "bere bene". Ci si è resi conto che, non potendo competere con la quantità, era molto più conveniente orientarsi all'alta qualità dei prodotti con una puntigliosa tutela dei marchi dei prodotti locali, sia con riconoscimenti DOC, DOP e IGP per i vini sia con la riqualificazione di prodotti prima trascurati come le grappe e i liquori sia con l'introduzione di prodotti nuovi come gli spumanti metodo classico (già prima denominato champenoise). Quanto a sviluppo dei marchi di origine e qualità ed alla loro difesa, gli imprenditori trentini e le cooperative di trasformazione dei prodotti agricoli sono state dei maestri anche per il resto d'Italia, che sta seguendo in ritardo tale politica commerciale.
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=== Settore terziario ===
Viste le ampie competenze amministrative e le notevoli risorse finanziarie della Provincia autonoma di Trento il settore pubblico svolge un ruolo di primaria importanza, non solo in quanto vengono gestiti a livello provinciale servizi solitamente gestiti dallo stato, ma anche in quanto principale datore di lavoro del Trentino. I dipendenti pubblici in Trentino ammontano a quasi {{formatnum:50000}} persone.<ref>{{
A Trento ha sede [[Gruppo ITAS Assicurazioni|ITAS]] - Istituto Trentino-Alto Adige per assicurazioni, una ''"[[Mutua assicuratrice|società mutua assicuratrice]]"'' costituita nel 1821.
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Una delle attività economiche più importanti è il [[turismo]], sia estivo che soprattutto invernale, caratterizzato da una notevole varietà e ampiezza nell'offerta turistica.
Secondo le statistiche del [[2005]], in Provincia sono presenti {{formatnum:1570}} strutture alberghiere, per un totale di {{formatnum:94162}} posti letto; includendo alloggi privati, seconde case e esercizi complementari il Trentino conta {{formatnum:69737}} strutture per {{formatnum:460235}} posti letto complessivi.<ref name=EcoTrentino/>
=== Turismo montano ===
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Altre mete frequentate sono le stazioni climatiche sorte nei pressi dei diversi laghi della Provincia, apprezzate in particolare dai turisti stranieri. Fra queste, si possono ricordare [[Riva del Garda]] e [[Nago-Torbole|Torbole]] sulla sponda settentrionale del [[lago di Garda]] e i diversi centri della [[Valsugana]] nei pressi dei laghi di Levico e Caldonazzo.
Infine, importante è il turismo [[terme|termale]]: i centri termali più importanti del Trentino sono Comano, ai piedi del settore meridionale delle Dolomiti di Brenta, [[Levico Terme|Levico]] e Vetriolo in alta Valsugana, [[Peio]] e [[Rabbi (comune)|Rabbi]] nelle due vallate laterali della Val di Sole. Nel 2007 è stata scoperta un'ulteriore sorgente termale situata a Torbole sul Garda nel territorio del municipio di Arco. Attualmente lo sfruttamento di tale sorgente è ancora in fase di pianificazione ma si prevede comunque la creazione di un polo termale.
== Trasporti e comunicazioni ==
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Poiché l'autostrada si caratterizza per un grande traffico di mezzi pesanti, è obiettivo primario della Provincia e della Regione diminuire pesantemente il traffico su gomma, spostando i veicoli pesanti sulla ferrovia, in futuro potenziata dal [[Galleria di base del Brennero|tunnel del Brennero]] tra [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] e [[Tirolo]].
È stata proposta più volte la costruzione sul territorio trentino di un'altra autostrada, l'[[Autostrada A31 (Italia)|A31]] (detta ''Valdastico'' o ''PiRuBi''), che collegherebbe [[Trento]] a [[Vicenza]] e [[Rovigo]]. La realizzazione di questa infrastruttura, già da molti anni interamente realizzata sul territorio veneto sino alla galleria di collegamento al Trentino è fortemente appoggiata dalla [[Veneto|Regione Veneto]], dalla [[Provincia di Vicenza]] e dall'[[ANAS]], mentre divide popolazione e politica trentina.<ref>{{cita testo|url=http://www.questotrentino.it/2004/03/pirubi%2Ehtm|autore=Piergiorgio Cattani|titolo=PiRuBi: la mobilità creativa di Silvano Grisenti|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927081607/http://www.questotrentino.it/2004/03/pirubi.htm |pubblicazione=Questo Trentino|data=7 aprile 2004}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.questotrentino.it/2002/01/Documenti%5FValdastico%2Ehtm|autore=Roberto Calzà|autore2=Emanuele Curzel|autore3=Walter Micheli|titolo=Che c'entra la Valdastico con la Valsugana?|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927080737/http://www.questotrentino.it/2002/01/Documenti_Valdastico.htm |pubblicazione=Questo Trentino|data=12 gennaio 2002}}</ref>
=== Linee ferroviarie ===
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{{vedi anche|Aeroporto di Trento-Mattarello}}
[[File:Trento-Gianni Caproni airport seen from Obere Batterie Mattarello.jpg|miniatura|L'aeroporto visto dalla ''Obere Batterie Mattarello'' del [[complesso fortificato di Mattarello]]]]
A Trento esiste anche un aeroporto, che si trova a sud della città, ovvero presso [[Mattarello (Trento)|Mattarello]]. Esso è aperto dal 1969 al traffico aereo turistico nazionale e comunitario, accoglie aerei da turismo, alianti ed elicotteri. L'aeroporto ospita il [[museo dell'aeronautica Gianni Caproni]]<ref>{{cita testo|url=http://www.aeroportocaproni.com/laeroporto.html|titolo=Aeroporto G. Caproni, scuola di volo VDS\ULM - ultraleggero motore<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110903093641/http://www.aeroportocaproni.com/laeroporto.html }}</ref> e la sede del [[Nucleo
== Cultura, istruzione e ricerca ==
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La Provincia ha dato vita anche negli [[anni 1960|anni sessanta]] ad un importante istituto di ricerca scientifica ed umanistica: l'Istituto Trentino di Cultura (divenuto nel [[2007]] [[Fondazione Bruno Kessler]]), strutturata in due Centri scientifico tecnologici (Materiali e Microsistemi, e Information Technology) ([[FBK-irst]]), due centri umanistici, l'Istituto per gli studi storici italo-germanici (FBK-isig) e l'Istituto per le scienze religiose (FBK-isr). Della Fondazione Bruno Kessler (www.fbk.eu) fa parte anche l'ECT*, l'European Center for Theoretical studies in Nuclear Physics and related areas.
A Trento hanno sede infine il Centre for Computational and Systems Biology [[Università degli Studi di Trento|CoSBi]],<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.cosbi.eu|titolo = COSBI|accesso = |data = |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090125234153/http://www.cosbi.eu/|urlmorto = no}}</ref>
=== Musei ===
Line 811 ⟶ 813:
[[File:Riva del Garda2005-01.JPG|miniatura|[[Riva del Garda]], piazza III Novembre con la torre Apponale]]
Nel territorio della Provincia sono presenti numerosi enti museali, che hanno avuto significativo sviluppo nell'ultimo ventennio dai mezzi finanziari della Provincia. Fra i principali:
* il [[museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto]] (MART), inaugurato nel [[2002]], con sede in corso Bettini a [[Rovereto]]. La moderna struttura architettonica è stata progettata da [[Mario Botta]] e si inserisce con armonia nel tessuto storico della città. Il MART può vantare una vasta collezione permanente di opere contemporanee e si pone l'obiettivo di assumere una dimensione sempre più internazionale
* il [[MUSE (museo)|MUSE]], museo delle scienze di [[Trento]], che ha sostituito, proseguendone le attività, il [[Museo tridentino di scienze naturali]]
* Il [[Museo civico di Rovereto|Museo Civico di Rovereto]], fondato nel 1851 e tra i più antichi musei italiani
* il [[Museo provinciale del Castello del Buonconsiglio|museo del Buonconsiglio]] presso l'[[Castello del Buonconsiglio|omonimo castello]] e il [[Museo storico del Trentino|Museo Storico in Trento]] di via Torre d'Augusto
* il [[Museo dell'aeronautica Gianni Caproni|museo dell'aeronautica]], dedicato a [[Giovanni Battista Caproni|Gianni Caproni]] (con sede a Mattarello)
* il [[Museo degli usi e costumi della gente trentina|museo degli usi e costumi della Gente Trentina]], uno dei maggiori musei etnografici e di cultura materiale dell'intera [[Alpi|area alpina]], con sede a [[San Michele all'Adige]]
* il [[Museo storico italiano della guerra|museo storico italiano della Guerra di Rovereto]], dedicato alla [[prima guerra mondiale]], ospitato presso il castello della città
* il museo geologico delle [[Dolomiti]] a [[Predazzo]]
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* Sul territorio della provincia di Trento, oltre che su quello della provincia di Bolzano, è attiva l'[[Orchestra Haydn]].
* In Trentino è molto radicata la tradizione della [[musica corale]]. Sono presenti 181 cori<ref>{{cita testo|url=http://www.federcoritrentino.it/info.php|titolo=Federazione Cori del Trentino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928000523/http://www.federcoritrentino.it/info.php }}</ref> (popolari, polifonici e infantili), riuniti nella ''Federazione Cori del Trentino''. Due fra i più celebri cori maschili italiani sono i prestigiosi [[Coro della SAT]], diretto dal maestro Pedrotti, e [[Coro della SOSAT]].
* Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento, fondata nel 1951 per coordinare e organizzare i corpi bandistici del Trentino con il fine di migliorare la qualità tecnico-artistica dei loro membri. Conta 82 corpi bandistici e 4 fanfare alpine e 41 bande giovanili.<ref>{{cita web|url=http://www.federbandetrentine.it/federazione/chi-siamo|titolo=Storia Federazione dei Corpi Bandistici del Trentino|accesso=12 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170113171332/http://www.federbandetrentine.it/federazione/chi-siamo|urlmorto=sì}}</ref>
* La ''Welschtiroler Schützenbund ''ovvero la ''Federazione delle Compagnie Schützen del Tirolo Meridionale, ''nata a partire dal 1982, con la rifondazione dell'antica ''Schützenkompanie [[Mezzocorona|Kronmetz/Mezzocorona]]'', oggi conta 24 Compagnie, sparse in tutte il territorio provinciale. Queste compagnie si ispirano alle storiche milizie della [[Contea del Tirolo]], dette appunto [[Schützen (associazioni)|Schützen]] o ''Sizzeri''. Fra le attività intraprese, si ricorda la partecipazione alla processione di [[San Sebastiano]], patrono del [[Tirolo]], il tiro al bersaglio, i [[Herz-Jesu-Feuer|fuochi del Sacro Cuore di Gesù]], la pulizia di sentieri e vecchie strade militari e il ripristino di trincee della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] e della linea di forti denominata [[Fortezza di Trento]].
=== Editoria e mass media ===
Il Trentino, nonostante le
Nel primo dopoguerra venivano pubblicati tre quotidiani: ''Il nuovo Trentino'', giornale cattolico a lungo diretto da [[Alcide De Gasperi]], ''La Libertà'', di ispirazione liberale, e ''Il Brennero'', foglio fascista.
Line 843 ⟶ 845:
La Provincia ha inoltre supportato la nascita nel [[2000]] dell{{'}}''Osservatorio sui Balcani'', con sede a Rovereto, una delle testate giornalistiche italiane più attente all'area dei [[Penisola balcanica|Balcani]] e dell'[[Europa]] sud-orientale.
Sono presenti numerose reti radiofoniche a carattere regionale (''[[Radio Dolomiti]]'', ''RTT'', ''Radio Studio Sette'') o a dimensione valligiana e comunitaria. Due infine sono le emittenti televisive private: ''[[Radio Tele Trentino Regionale|RTTR]]'' e ''[[Trentino TV]] (già [[Telecommerciale Alpina|TCA]])'', che affiancano la [[Sede Rai di Trento|sede regionale della
Nel campo della produzione libraria gli editori di maggior rilievo sono [[Edizioni Centro Studi Erickson|Erickson]] e [[Reverdito Editore|Reverdito]].
=== Cucina ===
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=== Religione ===
{{Vedi anche|Arcidiocesi di Trento|Parrocchie dell'arcidiocesi di Trento}}
Pur rimanendo una regione con un saldo legame con la tradizione cattolica, il Trentino si sta muovendo lentamente verso un processo di secolarizzazione.<ref name="Euregio">{{cita libro|editore=Euregio|titolo=Tirolo Alto Adige Trentino - Uno sguardo storico|città=Trento|anno=2013|ISBN=978-88-907860-2-0|autore=Carlo Romeo}}</ref>
=== Eventi ===
Tra gli eventi principali della provincia si cita il festival musicale ''[[I Suoni delle Dolomiti]]'', attività che si ripete annualmente da 1996.<ref>{{Cita web |url=http://www.isuonidelledolomiti.it/ |titolo=
Il 5 settembre, giorno in cui nel 1946 fu firmato l'[[Accordo De Gasperi-Gruber|accordo]] fra [[Alcide De Gasperi]] e [[Karl Gruber]], si celebra in Trentino la Giornata dell'Autonomia, per sottolineare il valore di un assetto istituzionale che ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo pacifico del [[Trentino-Alto Adige]].<ref>{{Cita web|url=https://www.provincia.tn.it/News/Eventi/Giornata-dell-Autonomia|titolo=Giornata dell'Autonomia|sito=Provincia autonoma di Trento|accesso=2024-11-22}}</ref> La giornata è stata istituita con legge provinciale 30 luglio 2008, n. 13.<ref name=":6">{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/leggi-e-archivi/codice-provinciale/Pages/legge.aspx?uid=18338|titolo=Legge provinciale 30 luglio 2008, n. 13|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento|lingua=it-IT|accesso=2024-11-22}}</ref>
== Lingue e dialetti ==
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Diverse influenze esterne (principalmente [[lingua veneta|venete]] e [[dialetto lombardo orientale|lombarde orientali]], ma anche [[Tirolo|tirolesi]] e [[lingua ladina|ladine]]) hanno determinato la diffusione in Trentino di [[Dialetti trentini|dialetti con alcuni caratteri diversi]]. I dialetti trentini sono sostanzialmente raggruppabili in un'area centrale, un'area occidentale (a influenza lombarda) e un'area orientale (a influenza veneta).
Secondo la partizione linguistica proposta da [[Cesare Battisti]] nel [[1915]],<ref>Cesare Battisti. ''Il Trentino: cenni geografici, storici, economici: con un'appendice su l'Alto Adige.'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1915.</ref>
I [[Dialetto|dialetti]] sono assai utilizzati, soprattutto nelle valli.<ref>{{Cita web|url=https://alpilink.it/trentino/|titolo=Trentino|sito=AlpiLinK|lingua=it-IT|accesso=2024-10-13}}</ref> I dati ISTAT riferiti al 2015 per il Trentino mostrano che in famiglia il 30,1% dei parlanti usa solo o prevalentemente il dialetto, il 24,8% usa sia il dialetto sia l’italiano ed il 33% usa solo o prevalentemente l’[[Lingua italiana|italiano]].<ref>{{Cita web|url=https://www.istat.it/wp-content/uploads/2017/12/Lingue-e-dialetti_2015_Tavole.xlsx|titolo=Lingua italiana, dialetti e altre lingue - Tavole|formato=xlsx|accesso=13 ottobre 2024}}</ref>
Nelle scuole trentine vengono insegnati sin dalla scuola primaria il [[lingua tedesca|tedesco]] e l'[[lingua inglese|inglese]].<ref>{{Cita web|url=https://www.vivoscuola.it/Schede-informative/Trentino-Trilingue-sistema-di-potenziamento-dell-insegnamento-delle-lingue|titolo=Trentino Trilingue: sistema di potenziamento dell'insegnamento delle lingue|sito=Vivoscuola
=== Le minoranze linguistiche ===
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Nella Provincia sono presenti inoltre tre [[Minoranze linguistiche (Italia)|minoranze linguistiche]], le cui lingue sono tutelate dallo statuto di autonomia regionale (art. 102) e da leggi nazionali e provinciali:
* la [[lingua ladina]] viene parlata in [[Val di Fassa|Val di Fassa/''Val de Fascia'']] (comuni di [[Campitello di Fassa|Campitello di Fassa/''Ciampedel'']], [[Canazei|Canazei/''Cianacei'']], [[Mazzin|Mazzin/''Mazin'']], [[Moena|Moena/''Moena'']], [[San Giovanni di Fassa|San Giovanni di Fassa''/Sèn Jan'']] e [[Soraga di Fassa|Soraga di Fassa''/Soraga'']]), oltre che nei comuni ladini dell'[[Ampezzano]] (trasferiti dal [[Trentino-Alto Adige]] al Bellunese nel 1923) e nelle valli di [[Val Gardena|Gardena]] e [[Val Badia|Badia]] nella provincia autonoma di Bolzano
* la [[lingua mochena]] nella [[Valle dei Mocheni|Valle dei Mocheni/''Bersntol'']] (comuni di [[Frassilongo|Frassilongo/''Garait'']], [[Fierozzo|Fierozzo/''Vlarotz'']], [[Palù del Fersina|Palù del Fersina/''Palai en Bersntol'']] e in misura minore a [[Sant'Orsola Terme]])
* la [[lingua cimbra]] a [[Luserna|Luserna''/Lusérn'']], parlata anche in una decina di comuni montani del confinante Veneto
In alcuni comuni delle province contigue di [[Provincia di Vicenza|Vicenza]] e [[Provincia di Belluno|Belluno]] sono presenti minoranze di lingua cimbra o di lingua ladina: questo è stato uno dei fattori che hanno contribuito alla loro richiesta di [[Progetti di aggregazione di comuni al Trentino-Alto Adige|aggregazione al Trentino]]. Alcuni comuni hanno formalizzato questa richiesta con [[Referendum (ordinamento italiano)|referendum]].
==== Appartenenza linguistica ====
Con il decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592 è stata prevista una “Rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni di lingua ladina, mòchena e cimbra” (RCDT) al fine di conoscere la numerosità e la dislocazione geografica delle persone appartenenti a minoranze linguistiche in Trentino.<ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=clex&at_id=470|titolo=Decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
[[File:Minoranze_linguistiche_Trentino_2021.svg|miniatura|325x325px|Distribuzione territoriale della lingua ladina, mòchena e cimbra in Trentino nel 2021]]
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Nella rilevazione RCDT del 2021 è stata anche analizzata la comprensione e la conoscenza delle tre lingue da parte della popolazione provinciale rispondente alla rilevazione indipendentemente dalla dichiarazione di appartenenza.<ref name=":1" />
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|+Conoscenza del ladino, mòcheno e cimbro 2021
!Lingua
!Rispondenti 2021
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Numerose norme provinciali tutelano le minoranze linguistiche nei rispettivi comuni vocati. Le tutele riguardano tra le varie tematiche: la [[toponomastica]], gli stanziamenti finanziari, la valorizzazione culturale, l'insegnamento della lingua minoritaria e speciali forme di ricorsi al [[Tribunale Amministrativo Regionale|TRGA]] di Trento.<ref name=":4">{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/istituzione/l-autonomia/tutela-delle-minoranze-linguistiche/Pages/principi-sulla-tutela-delle-minoranze-in-Provincia-di-Trento.aspx|titolo=Principi sulla tutela delle minoranze in provincia di Trento|sito=www.consiglio.provincia.tn.it|accesso=2024-08-05}}</ref>
Il [[Comun General de Fascia]] svolge inoltre un'importante ruolo di valorizzazione della minoranza linguistica [[Lingua ladina|ladina]] in considerazione della specialità dell'ente riconosciuto con legge costituzionale 4 dicembre 2017, n.1.<ref name=":02">{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-12-14&atto.codiceRedazionale=17G00194&elenco30giorni=false#:~:text=1%20Modifica%20all'articolo%2027,sessioni%20del%20Consiglio%20regionale%201.|titolo=Legge costituzionale 4 dicembre 2017, n. 1|sito=www.gazzettaufficiale.it|accesso=5 agosto 2024}}</ref> Il Comun General è infatti un ente locale territoriale ad autonomia politica e speciale all’interno dell’ordinamento della Repubblica accanto a quelli dell'articolo 114 della Costituzione.<ref name=":9">{{Cita web|url=https://www.comungeneraldefascia.tn.it/Comun-General2/Organi-istituzionali/Il-Comun-general-de-Fascia-Art.-8.-L.-Cost.-1-dicembre-2017-n.1|titolo=Il Comun general de Fascia (Art. 8. L. Cost. 1 dicembre 2017, n.1)|sito=www.comungeneraldefascia.tn.it|accesso=5 agosto 2024}}</ref> Alla minoranza linguistica ladina è stato inoltre riservato un seggio del [[Consiglio della provincia autonoma di Trento|consiglio provinciale di Trento]] a partire dal 2003.<ref name=":4" /> Anche la [[Comunità Alta Valsugana e Bersntol]] e la [[Magnifica Comunità degli Altipiani cimbri]] hanno limitati ruoli di promozione rispettivamente della lingua mochena e cimbra.<ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=clex&at_id=15067|titolo=Legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
==== Altre minoranze linguistiche ====
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Nella rilevazione territoriale della lingua ladina del 2021 sono stati 7.160 gli abitanti della [[Comunità della Val di Non|Val di Non]] a dichiararsi appartenenti alla minoranza linguistica ladina rappresentando il 18,2% della popolazione della valle. In [[Comunità della Valle di Sole|Valle di Sole]] i ladini rilevati sono stati il 6,2% della popolazione pari a 954 abitanti. A [[Spormaggiore]] l'11,3.<ref name=":1" />
A partire dal censimento del 2001 sono stati fatte proposte di riconoscimento della ladinità nonesa a livello provinciale<ref>{{Cita web|url=https://www.ladigetto.it/interno/Politica/25813-ladini-nonesi.html|titolo=Il Consiglio provinciale approfondirà la «ladinità» dei nonesi|sito=www.ladigetto.it|accesso=2024-08-05}}</ref> e anche in parlamento.<ref>{{Cita web|url=https://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/ladini-nonesi-minoranza-primo-s%C3%AC-del-governo-gentiloni-1.823140|titolo=Ladini nonesi minoranza primo sì del Governo Gentiloni - Trento|sito=Trentino|data=2017-01-15|accesso=2024-08-05}}</ref>
Altre minoranze non riconosciute sono quelle dei [[Sinti]] e [[Rom (popolo)|Rom]], misure per favorirne l'integrazione sono state previste dalla legge provinciale 29 ottobre 2009, n. 12.<ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=clex&at_id=20706|titolo=Legge provinciale 29 ottobre 2009, n. 12|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
== Stemma e gonfalone ==
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La bandiera è composta da tre strisce orizzontali della stessa dimensione (drappo ''interzato in fascia''), le due più esterne porpora e la centrale bianca, con al centro lo stemma.
I segni distintivi della provincia sono regolati dalla legge provinciale 30 luglio 2008, n. 13.<ref name=":6" /> L'[[aquila di San Venceslao]] è inoltre un'[[onorificenza]] conferibile dalla provincia, opera bronzea dello scultore [[Othmar Winkler]].
== Amministrazione ==
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L'autonomia del Trentino si fonda sulle modifiche allo Statuto di Autonomia della Regione Trentino-Alto Adige varate nel 1972, come aggiornamento del precedente accordo del 1946 [[Accordo De Gasperi-Gruber]]: mentre tutte le altre province italiane hanno mere funzioni amministrative, la provincia autonoma di Trento (con quella di [[provincia autonoma di Bolzano|Bolzano]]) ha potere legislativo in molte materie normalmente di competenza statale o regionale.
L'origine dell'autonomia trentina (e similmente quella Sudtirolese-Altoatesina) ha però origini molto antiche e la si può far risalire al 1027, quando venne istituito il [[Principato vescovile di Trento]], entità sottoposta al [[Sacro Romano Impero]] ma di fatto dotata di capacità politico-amministrative proprie. Le fondamenta dell'autonomia trentina si basano su modalità e abitudini all'autogoverno piuttosto antiche, le [[Regola (ente)|Regole]], le [[Magnifica Comunità|Magnifiche comunità,]] ne sono un esempio. Dal 1027 alla fine della Prima guerra mondiale il Trentino (seppur in maniera più o meno marcata) ha mantenuto il suo status di territorio autonomo (nella seconda metà del secolo XIX fu comunque chiesta un potenziamento dell'autonomia al governo di Vienna). Solo con l'annessione al Regno d'Italia e l'avvento del regime fascista, l'autonomia venne cancellata, per poi essere ripristinata dopo la fine della seconda guerra mondiale.<ref>{{Cita web|url=https://www.visittrentino.info/it/trentino/l-autonomia-trentina-questa-sconosciuta_pd_2701475|titolo=L'Autonomia trentina questa sconosciuta|sito=www.visittrentino.info|accesso=30 agosto 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230908203558/https://www.visittrentino.info/it/trentino/l-autonomia-trentina-questa-sconosciuta_pd_2701475|dataarchivio=8 settembre 2023|urlmorto=no}}</ref>
Particolarmente importanti sono le deleghe in materia di sanità, scuola, formazione, lavoro, trasporti e viabilità. Il finanziamento della provincia deriva dalla trattenuta del 90% delle imposte sui redditi raccolti nel territorio provinciale e da una quota su altri tipi di imposte statali (IVA, tassa di successione).<ref>{{cita testo|url=http://www.consiglio.provincia.tn.it/consiglio/quadro_sintesi_autonomia/amministrazione/regime_finanziario.it.asp|titolo=Consiglio PAT - Il regime finanziario|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121126104717/http://www.consiglio.provincia.tn.it/consiglio/quadro_sintesi_autonomia/amministrazione/regime_finanziario.it.asp }}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.camera.it/cartellecomuni/leg14/RapportoAttivitaCommissioni/testi/05/05_cap14_sch04.htm|titolo = Federalismo fiscale - Regioni a statuto speciale|editore = Camera dei Deputati|accesso = 5 maggio 2013|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131030063944/http://www.camera.it/cartellecomuni/leg14/RapportoAttivitaCommissioni/testi/05/05_cap14_sch04.htm|urlmorto = no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/istituzione/l-autonomia/l-amministrazione-gli-enti-locali-e-il-regime-finanziario/Pages/il-regime-finanziario.aspx|titolo=Il regime finanziario|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento|accesso=30 agosto 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20240225160710/https://www.consiglio.provincia.tn.it/istituzione/l-autonomia/l-amministrazione-gli-enti-locali-e-il-regime-finanziario/Pages/il-regime-finanziario.aspx|dataarchivio=25 febbraio 2024|urlmorto=no}}</ref>
Grazie alle notevoli risorse a disposizione, la provincia ha potuto dare sostegno pubblico all'economia, dall'agricoltura al turismo al terziario alla cultura (università) alla cura del territorio (strade, regimentazione delle acque), con un rilevante aumento del reddito. Ne deriva che una parte rilevante della popolazione attiva è impiegata nella pubblica amministrazione e negli enti pubblici.
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Viste le maggiori disponibilità finanziarie rispetto alle confinanti regioni a statuto ordinario, sono diversi i [[progetti di aggregazione di comuni al Trentino-Alto Adige|progetti di aggregazione di comuni del Veneto e della Lombardia al Trentino]]. Soprattutto numerosi comuni veneti di confine hanno indetto dei referendum, nella grande maggioranza dei casi ad esito positivo, per richiedere formalmente l'aggregazione al Trentino (richieste su cui il Trentino si è espresso negativamente). Lo Stato italiano ha preso atto dell'iniziativa istituendo con legge statale 23.12.2009 n. 191 (Legge finanziaria 2010) un apposito "Fondo di perequazione e solidarietà per i territori dei Comuni appartenenti alle province di Regioni a Statuto ordinario confinanti con le province di Trento e Bolzano".
È inoltre in corso la procedura costituzionale per il ricongiungimento dei comuni di [[Pedemonte]] (VI), [[Magasa]] e [[Valvestino]] (BS), scorporati dalla provincia di Trento nel periodo fascista senza sentire le popolazioni, rimasti dipendenti dal Trentino per le competenze degli uffici giudiziari e di pubblicità immobiliare (Libri Fondiari e Catasto). Le popolazioni interessate si sono già espresse a favore del passaggio alla provincia autonoma di Trento per via referendaria, così come si sono espressi in senso favorevole sia la Provincia autonoma di Trento, la Regione Trentino-Alto Adige, la Regione Lombardia e la Regione Veneto, mentre uguale parere favorevole alla ricongiunzione o al trasferimento non hanno trovato da parte della Regione Trentino-Alto Adige numerosi altri comuni del Veneto, nonostante il parere positivo delle relative popolazioni in via referendaria e l'espresso assenso della Regione Veneto.<ref name="bresciatoday.it"/>
=== Consiglio provinciale ===
{{vedi anche|Consiglio della provincia autonoma di Trento}}
La funzione legislativa spetta al [[Consiglio della provincia autonoma di Trento|Consiglio provinciale]], formato da 35 membri (34 più il presidente della provincia), di cui 1 spettante alla minoranza [[Lingua ladina|ladina]]. L'elezione del Consiglio provinciale avviene ogni 5 anni con [[sistema proporzionale]] e [[premio di maggioranza]].<ref name=":22">{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/_layouts/15/dispatcher/doc_dispatcher.aspx?app=clex&at_id=9703|titolo=Legge provinciale 5 marzo 2003, n. 2|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
=== Giunta provinciale ===
[[File:Maurizio Fugatti daticamera 2018.jpg|alt=|miniatura|[[Maurizio Fugatti]] presidente provinciale dal 2018]]
La funzione esecutiva spetta alla [[Giunta provinciale]], composta dal presidente e da non più di sei [[Assessore (ordinamento italiano)|assessori]] nominati dal Presidente fra i consiglieri provinciali entro dieci giorni dalla proclamazione degli eletti
=== Presidente della Provincia ===
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==== Comunità di valle ====
{{Vedi anche|Comunità di valle}}
Nel [[2006]] è stata approvata una riforma che prevede l'istituzione di un consiglio delle autonomie e il passaggio all'istituto giuridico delle [[comunità di valle]], più omogenee rispetto ai comprensori.<ref>{{cita testo|url=http://www.consiglio.provincia.tn.it/documenti_pdf/clex_21189.pdf|titolo=Legge provinciale nº 3 - 16 giugno 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111115220854/http://www.consiglio.provincia.tn.it/documenti_pdf/clex_21189.pdf }}</ref>
Le nuove comunità di valle hanno più poteri rispetto ai vecchi comprensori: la Provincia infatti ha devoluto ad esse la competenza in diverse materie come le infrastrutture d'interesse locale, determinati servizi pubblici, urbanistica, assistenza ed edilizia scolastica, distribuzione dell'energia, trasporto locale, servizi socio-assistenziali, gestione del ciclo dell'acqua e dei rifiuti.<ref>{{
Rispetto ai vecchi comprensori, le variazioni territoriali più significative sono l'istituzione di enti autonomi per comunità unite da vincoli storici e geografici come la [[Val di Cembra]], la [[Valle dei Laghi]], l'[[Altopiano di Folgaria|Altopiano di Folgaria, Lavarone e Luserna]], l'[[Paganella|Altopiano della Paganella]] e la [[Piana Rotaliana]], prima parte di comprensori più ampi.
=== Consiglio delle autonomie locali ===
Nel 2005 è stato istituito un [[consiglio delle autonomie locali]] con legge provinciale 15 giugno 2005, n. 7.<ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/leggi-e-archivi/codice-provinciale/Pages/legge.aspx?uid=12404|titolo=Legge provinciale 15 giugno 2005, n. 7|autore=|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
=== Referendum provinciali ===
La legge provinciale 5 marzo 2003, n. 3 disciplina l'istituto del [[Referendum (ordinamento italiano)|referendum]] provinciale. Possono esservi referendum propositivi, consultivi ed abrogativi.<ref>{{Cita web|url=https://www.consiglio.provincia.tn.it/leggi-e-archivi/codice-provinciale/Pages/legge.aspx?uid=9705|titolo=Legge provinciale 5 marzo 2003, n. 3|sito=Consiglio della Provincia Autonoma di Trento|lingua=it-IT|accesso=2024-10-14}}</ref> Dal 2003 sono stati indetti due referendum abrogativi, nel [[Referendum abrogativo nella provincia autonoma di Trento del 2007|2007]] e nel [[Referendum abrogativo nella provincia autonoma di Trento del 2012|2012]], ed uno propositivo nel [[Referendum propositivo nella provincia autonoma di Trento del 2021|2021]].
== Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento ==
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Il Presidente della Provincia automa di Trento promuove e coordina l'attuazione sull'intero territorio provinciale delle politiche della protezione civile e la conformazione alle linee strategiche determinate dalla Giunta provinciale. Il Presidente si avvale in via ordinaria del Dipartimento Protezione civile della Provincia autonoma, al quale spetta il coordinamento della protezione civile e dei servizi antincendi.
Per protezione civile si intende l'insieme integrato delle funzioni, dei compiti, delle attività e degli interventi riconducibili alle materie di competenza della Provincia autonoma di Trento preordinati a garantire l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni e dell'ambiente rispetto al verificarsi delle calamità e degli eventi eccezionali definiti dall'articolo 2; costituiscono la funzione di protezione civile la previsione, la prevenzione, la protezione e la gestione dell'emergenza
Per servizi antincendi si intende l'insieme delle funzioni, dei compiti, delle attività e degli interventi che, nell'ambito della protezione civile e della gestione dell'emergenza, sono preordinati alla prevenzione degli incendi e al soccorso pubblico, compresa l'estinzione degli incendi.
Il servizio antincendio è organizzato sotto [[Federazione dei vigili del fuoco volontari della Provincia autonoma di Trento|la Federazione dei vigili del fuoco volontari della Provincia autonoma di Trento]], la quale impiega vigili del fuoco permanenti nel capoluogo e volontari in tutte le altre sedi sparse sul territorio
Dal 18 settembre 2020 il Dipartimento è stato denominato "Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna" a seguito dell'assunzione delle competenze del [[Corpo forestale provinciale della Provincia autonoma di Trento]].
Protezione civile del Trentino consta (al 28 dicembre 2021) di {{formatnum:12125}} unità di cui 952 dipendenti del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento e {{formatnum:11173}} volontari (compresi {{formatnum:1500}} allievi dei VVF Volontari).
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Il rapporto tra volontariato di protezione civile ed abitanti del Trentino è di 1 volontario di protezione civile ogni 49 abitanti.
== Vigili del Fuoco Volontari ==
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In Trentino esistono 239 Corpi di Vigili del Fuoco volontari distribuiti sui 210 comuni (solo il comune di Trento ha 13 Corpi VV.F. Volontari). I Volontari, come dice la parola stessa, prestano la loro opera gratuitamente; i comuni sono tenuti solamente ad acquistare (anche con contributi da parte della Provincia) gli equipaggiamenti e le attrezzature necessari ai Vigili del Fuoco per svolgere i loro compiti.
Grazie alla presenza capillare dei Vigili del Fuoco in Trentino passano pochi minuti dalla richiesta di soccorso all'arrivo delle squadre sul posto.
I Vigili del Fuoco Volontari sono raggruppati in 13 distretti e fanno parte della Federazione dei Vigili del Fuoco Volontari della Provincia Autonoma di Trento. Per maggiori informazioni è possibile visionare
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** 5 L'età contemporanea: 1803-1918 / a cura di Maria Garbari, Andrea Leonardi. - 2003. - 999 p. ISBN 88-15-09578-0
** 6 L'età contemporanea: il Novecento / a cura di Andrea Leonardi, Paolo Pombeni. - 2005. - 876, [1] p. - Bibliogr.: p. 795-852 ISBN 88-15-10905-6
* Giovanna Nicoletti (a cura di), ''Guida ai musei di Trento'', Nicolodi, Rovereto, 2003
* [[Lorenzo Baratter]], ''Le Dolomiti del Terzo Reich'', Mursia, Milano, 2005
* Paolo Cont, {{cita testo|url=https://www.academia.edu/9222334/Le_Comunit%C3%A0_di_Valle_e_la_Vallagarina_la_Storia_dimenticata|titolo=''Le "Comunità di Valle" e la Vallagarina: la Storia dimenticata''}}, in «Quaderni del Borgoantico», 15, 2014, pp. 88–101
* Lia de Finis (a cura di), ''Storia del Trentino''. Trento, Temi - Associazione culturale "Antonio Rosmini", 1996
* Lia De Finis (a cura di), {{cita testo|url=http://www.trentinocultura.net/doc/radici/storia/percorsi_sto_ind_h.asp|titolo=''Percorsi di storia trentina''|accesso=21 gennaio 2018|dataarchivio=25 settembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080925124114/http://www.trentinocultura.net/doc/radici/storia/percorsi_sto_ind_h.asp|urlmorto=sì}}, Trentino cultura - Provincia autonoma di Trento
Line 1 266 ⟶ 1 125:
* Giovanna Nicoletti (a cura di), ''Guida ai musei di Trento''. Rovereto, Nicolodi, 2003. ISBN 88-8447-081-1
* [[Cesare Battisti]], ''Il Trentino - Saggio di Geografia fisica ed antropogeografia'', in ''Opere Geografiche''. Lavis, La Finestra, 2005. ISBN 88-88097-92-9
* Vincenzo Bertazzi, Claudio Tamanini (a cura di), ''{{cita testo|url=http://www.statweb.provincia.tn.it/Pubblicazioni/Gen/ConoscereIlTrentino/|titolo=Conoscere il Trentino|accesso=3 aprile 2018|dataarchivio=26 novembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121126125346/http://www.statweb.provincia.tn.it/Pubblicazioni/Gen/ConoscereIlTrentino/|urlmorto=sì|postscript=nessuno}}'', Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento
* Aldo Stella, ''Storia dell'Autonomia trentina'', Trento, Edizioni U.C.T, 1997
* {{cita libro|autore=Ilaria Ganz|titolo=La rappresentanza del Tirolo italiano alla Camera dei deputati di Vienna: 1861-1914|città=Trento|editore=Società di studi trentini di scienze storiche|anno=2001|ISBN=88-8133-016-4|postscript=nessuno}}
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
*[Https://t.me/Provincia_autonoma_di_Trento Canale Telegram]{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it/|Servizio per la Promozione delle minoranze linguistiche locali}}
*{{cita web|https://www.consiglio.provincia.tn.it/|Consiglio della Provincia Autonoma di Trento}}
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