Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                

Al Qaida

movimento paramilitare terroristico
(Reindirizzamento da Al-Qaida)

Al-Qāʿida (in arabo القاعدة?, al-qāʿida, "la Base", italianizzata in al-Qaida oppure, seguendo la grafia inglese, al-Qaeda) è un movimento paramilitare terroristico internazionale, a ideologia islamista, ispirata a Sayyid Qutb e ad Abd Allah al-Azzam. Fu fondata l'11 agosto 1988 e guidata da Osama bin Laden fino al 2 maggio 2011. È nota per aver pianificato e messo in atto gli attentati dell'11 settembre 2001 causando la morte di circa 3000 persone tra cui soccorritori, cittadini, lavoratori e gli stessi terroristi.

al-Qāʿida
Bandiera attribuita ad Al Qaida (il testo in arabo è la shahada, professione di fede in Dio e nella missione profetica di Maometto)
Attiva11 agosto 1988 – presente
NazioneNucleo in Afghanistan e Pakistan; affiliati in Siria, Yemen, Somalia e Maghreb[1][2][3]
ContestoIn Afghanistan:
Guerra civile afghana (1988-presente)
In Somalia:
Guerra civile in Somalia (1991-presente)
In Yemen:
Insurrezione di al-Qaida in Yemen (1998-presente)
Guerra civile in Yemen (2015-presente)
Nel Maghreb:
Insurrezione islamica nel Maghreb (2002-presente)
Guerra in Mali (2012-presente)
In Iraq:
Guerra in Iraq (2004-2013)
In Pakistan:
Guerra nel Pakistan nord-occidentale (2004-presente)
In Siria:
Guerra civile siriana (2012-presente)
IdeologiaJihādismo
Takfirismo
Fondamentalismo islamico sunnita
AlleanzeAffiliati diretti:[4]
al-Qāʿida nel Maghreb Islamico (dal 2006)[5][6]
al-Qāʿida nella Penisola araba (dal 2009)[7]
Fronte al-Nusra (dal 2012)
Al-Shabaab (dal 2012)[8]

Affiliati fino al 2013:
al-Qāʿida in Iraq (2004-2006), poi Stato Islamico dell'Iraq (2006-2013)
Alleati:
Talebani
Gruppo dei combattenti islamici libici
Ansar al-Shari'a (Libia)
Ansar al-Shari'a (Tunisia)
al-Murabitun (Mali)

Componenti
FondatoriOsama bin Laden †, ʿAbd Allāh al-ʿAzzām
Componenti principaliAyman al-Zawāhirīi †, Khalid Shaykh Muhammad, Abū Muṣʿab al-Zarqāwī †, Abū Anas al-Lībī †, Anwar al-Awlaki
Attività
Azioni principaliAttentati alle ambasciate statunitensi del 1998, attentato allo USS Cole, attentati dell'11 settembre 2001, attentati dell'11 marzo 2004 a Madrid, attentati di Londra del 2005
Primi collaboratori di giustiziaJamal al-Fadl[9]
Fonti citate nell'infobox
Voci su organizzazioni terroristiche in Wikipedia

È stato guidato sino alla morte, avvenuta il 2 maggio 2011, dal miliardario saudita Osāma bin Lāden che si avvaleva della guida ideologica di Ayman al-Zawāhirī (ex medico de Il Cairo, appartenente a una famiglia di dotti religiosi e di magistrati). Entrambi sono riferibili all'attivismo ideologico-politico dello shaykh ʿAbd Allāh Yūsuf al-ʿAzzām.

Al-Qāʿida è stata classificata come organizzazione terroristica dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,[10] dalla NATO,[11][12] dalla Commissione dell'Unione europea,[13] dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti,[14] dai governi di Australia,[15] India,[16] Canada,[17] Israele,[18] Giappone,[19] Corea del Sud,[20] Germania,[21] Regno Unito,[22] Russia,[23] Svezia[24], Italia e Svizzera.[25]

Origine del nome

modifica

Il nome dell'organizzazione deriva dall'arabo qāʿida che significa "fondazione" o "base" e può riferirsi sia a una base militare sia a un database. L'iniziale al- è l'articolo determinativo. In arabo qāʿida bayānāt è il "database", dove la parola bayānāt significa "dati" e la parola qāʿida significa "base".[26]

Osama bin Laden spiegò l'origine del nome in una registrazione di un'intervista concessa al giornalista di Al Jazeera Taysir Aluni nell'ottobre del 2001:

(EN)

«The name 'al-Qaeda' was established a long time ago by mere chance. The late Abu Ubaidah al-Banshiri established the training camps for our mujahedeen against Russia's terrorism. We used to call the training camp al-Qaeda. The name stayed.[27]»

(IT)

«Il nome di al-Qāʿida fu stabilito molto tempo fa per caso. Il defunto Abū ʿUbayda al-Banshīrī creò dei campi di addestramento per i nostri mujahedin contro il terrorismo russo. Usavamo chiamare i campi di addestramento "al-Qāʿida". Il nome rimase.»

Secondo Saʿd al-Faqīh, esperto saudita di al-Qāʿida, il nome deriverebbe dal sistema di documentazione in uso nella "guesthouse" della Bayt al-Anṣār dal 1980.[28]

Secondo l'ex-ministro degli Esteri britannico Robin Cook (laburista dimessosi per protesta contro la partecipazione britannica all'invasione in Iraq), al-Qāʿida sarebbe la traduzione in arabo di "data-base": «Per quanto ne so io, al-Qāʿida era originariamente il nome di un data-base del governo USA, con i nomi di migliaia di mujāhidīn arruolati dalla CIA per combattere contro i sovietici in Afghanistan».[29]

Altre fonti affermano che il nome derivi dal centro logistico situato a Peshāwar: in tale luogo sarebbero stati registrati i nomi dei volontari arabi successivamente mandati a combattere in Afghanistan contro le truppe russe.[30]

Un giornalista, Peter Bergen, conferma che in origine al-Qāʿida era il nome dato al centro di raccolta di guerriglieri di Peshāwar e che successivamente, durante un incontro dei principali leader dell'organizzazione, fu deciso di mantenere quel nome.[31]

 
Militante di Al-Qaeda nel Sahel

Secondo alcune fonti, al-Qāʿida nacque ai tempi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan[32]. Il terrorista Jamāl al-Faḍl, in un'intervista alla CNS,[33] afferma che al-Qāʿida nacque intorno al 1989, pressappoco alla fine della guerra in Afghanistan. Nonostante gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita fornissero (tramite il Servizio Segreto Militare Pakistano) miliardi di dollari in assistenza ai gruppi ribelli che combattevano l'occupazione sovietica, Bin Lāden e i suoi compagni ricevettero poco o nessun supporto dagli Stati Uniti.[32][34]

Dietro la genesi dell'organizzazione si trova una teorizzazione religiosa di ispirazione wahhabita, che col tempo ha raccolto elementi di altre correnti religiose islamiche, appoggiandosi di volta in volta al "clero" locale, come i deobandi e i talebani, preservando altresì la propria indipendenza.

La prima definizione giuridica di al-Qāʿida come di "organizzazione terroristica internazionale" venne data nel maggio 2001 dalla corte federale di New York nell'ambito del processo per gli attentati alle ambasciate statunitensi del 1998 in Kenya e Tanzania[35]. La maggior parte delle descrizioni di al-Qāʿida venne fornita da Jamal al-Fadl, uno degli agenti commerciali di Osama Bin Laden. Appropriatosi indebitamente di 110.000 dollari di quest'ultimo, a fronte della richiesta di restituzione abbandonò il lavoro e divenne un testimone chiave degli Stati Uniti[32]. La sua testimonianza permise di definire al-Qāʿida un'organizzazione gerarchica, sulla base del Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, in maniera non dissimile da quanto avvenuto per la mafia americana, e di condannare quindi in contumacia Osāma bin Lāden in qualità di persona al vertice dell'organizzazione.[35][36]

Osama bin Laden era il 17º dei 57 figli di un immobiliarista yemenita. Utilizzò soldi e macchinari della propria impresa di costruzioni proprio per aiutare la resistenza dei mujaheddin nella guerra sovietica in Afghanistan, dove arrivò quando aveva 23 anni.[37][38] Sulla consistenza del patrimonio personale di bin Laden esistono comunque stime secondo le quali, a causa della tendenza nella cultura saudita a non dividere il patrimonio familiare ma a farlo gestire solo al figlio maggiore, il patrimonio personale di bin Laden sarebbe ammontato ad alcuni milioni di dollari.[39]

Secondo l'ex agente della CIA[40] ed esperto di organizzazioni terroristiche Marc Sageman "non c'è nessuna organizzazione capillare. Ci piace pensare esista un'entità fittizia chiamata Al-Qāʿida, ma non è la realtà con cui dobbiamo confrontarci".[41]

Il giorno 2 maggio 2011 Osama bin Laden venne ucciso ad Abbottabad (Pakistan), durante un attacco di assaltatori Navy SEAL della Marina degli Stati Uniti avvenuto nel suo complesso fortificato. Gli è succeduto il suo braccio destro nonché cofondatore del gruppo Ayman al-Zawahiri. Alle 6:30 del 31 luglio 2022, gli Stati Uniti affermano di aver ucciso Zawahiri in un'operazione eseguita con un drone a Kabul, in Afghanistan. L'annuncio proviene da Presidente Joe Biden, che prosegue esaltando l'operazione antiterroristica, inferiore per importanza solo a quella che nel 2011, sotto la presidenza Obama, uccise Bin Laden in Pakistan. Secondo il Presidente USA nessuno della famiglia Zawahiri è stato ucciso nell'operazione e non ci sono state altre vittime civili.[42]

Obiettivi

modifica

I suoi atti terroristici si basano su attacchi suicidi e omicidi e fanno ricorso all'uso simultaneo di esplosivi contro differenti obiettivi.[43] Tali attività terroristiche sono sviluppate da uomini che hanno prestato giuramento di fedeltà (in arabo bayʿa) a Osama bin Laden o da quanti siano comunque legati ad al-Qāʿida pur senza aver prestato detto giuramento e che non abbiano necessariamente ricevuto uno specifico addestramento in un campo di al-Qāʿida in Afghanistan o in Sudan.[44] Altri campi di addestramento sarebbero stati in Libano, Bosnia, Burkina.[senza fonte] Il gruppo di al-Qāʿida predica e organizza da tempo il cosiddetto "jihād islamico", espressione giuridica che va però intesa come attuazione di attacchi terroristici condotti nei confronti di obiettivi occidentali, con l'obiettivo di porre fine all'influenza dei paesi occidentali sui paesi musulmani e con il fine di creare un nuovo califfato islamico. Esso afferma di credere inoltre che ci sia un complotto ebraico-cristiano volto a distruggere l'Islam.[45]

La sua filosofia di management è stata descritta come "centralizzata nelle decisioni e decentrata nell'esecuzione".[46] Dopo gli attentati dell'11 settembre si pensa che la leadership di al-Qāʿida sia diventata geograficamente isolata e che essa abbia lasciato a diversi gruppi di dirigenti locali la conduzione delle azioni terroristiche e l'utilizzo da parte loro del nome di al-Qāʿida[47][48] In effetti l'attacco della NATO in Afghanistan del 2002 ha marginalizzato il regime talebano ma anche eliminato una gran parte delle strutture di addestramento del gruppo, che venivano utilizzate anche per addestrare persone di organizzazioni esterne, le quali poi associavano al nome del loro gruppo quello di Al-Qāʿida nelle rivendicazioni degli attacchi. I progetti che davano origine a questi attacchi sono stati spesso finanziati dall'organizzazione, con fondi di organizzazioni islamiche o donazioni di privati, in massima parte provenienti dalla regione del Golfo Persico. Per un periodo precedente alla fase afghana al-Qāʿida ha anche gestito strutture addestrative in Sudan, fino a che la pressione internazionale sul regime di quel paese ne ha determinato l'espulsione, sebbene attuata in termini molto morbidi.

I legami tra al-Qāʿida e le organizzazioni "affiliate" non sono chiari né semplici, e a volte sono stati anche conflittuali, come quando bin Laden cercò di reclutare persone in Algeria, suscitando la reazione del Gruppo Islamico Armato. I campi di addestramento si sono rivelati un investimento a lungo termine in quanto progressivamente molti gruppi sono stati infiltrati da adepti che, con la progressiva eliminazione e sostituzione dei quadri dirigenti, ne hanno spostato gli equilibri interni verso una maggiore contiguità ad al-Qāʿida. Spesso le finalità generali dell'organizzazione vengono contestualizzate dalle organizzazioni affiliate, come ad esempio per al-Shabaab in Somalia[49].

Attacchi terroristici

modifica
 
Attacchi terroristici attribuiti ad al-Qāʿida

Nel tempo, al-Qāʿida è divenuta così un'etichetta generica utilizzata dai media e in sede politica per indicare una serie di organizzazioni militanti e apparentemente dedite a un ripristino di un "puro" Islam "delle origini" attraverso mezzi violenti e gravi attentati, anche laddove non è affatto provato per via giudiziaria che tali attentati siano stati perpetrati da una medesima organizzazione.[50] In tal modo si fa riferimento ad al-Qāʿida, in modo non sempre accurato, quale diretta responsabile (in vari casi l'organizzazione ha rivendicato esplicitamente le proprie responsabilità) o indiretta ispiratrice di feroci atti terroristici di marca gihadista e takfirista che, negli ultimi anni, hanno tra gli altri duramente colpito il Kenya, la Somalia, il Libano, lo Yemen, l'Indonesia, l'Egitto, l'Iraq, la Spagna, la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti.

In assoluto il più significativo di tutti gli attentati operati da al-Qāʿida,[51] è stato il dirottamento di quattro aerei di linea, fatti schiantare l'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle del World Trade Center di Manhattan e sul Pentagono presso Washington, con tutto il loro carico umano, compresi i 19 dirottatori. Osāma bin Lāden ha rivendicato la responsabilità di al-Qāʿida solo nel marzo del 2002, pur lodando gli esecutori dell'attentato già nell'ottobre del 2001.[52]

Altrettanto gravi – seppur con un numero di vittime alquanto minore – sono stati gli attentati di Bali del 2002 (per opera del gruppo Jamāʿa Islāmiyya, affiliato ad al-Qāʿida),[53] gli attentati ai treni nella stazione di Atocha di Madrid dell'11 marzo 2004 (compiuti da un'altra cellula terroristica ispirata ad al-Qāʿida)[54][55][56] gli attentati nel tube di Londra del 7 luglio 2005 e pochi giorni dopo, il 23 luglio 2005, nell'egiziana località turistica di Sharm el-Sheikh. Altri attacchi sono avvenuti negli ultimi mesi del 2005 in Giordania (Amman) e nuovamente in Indonesia (sempre nelle località turistiche di Bali)[57] e nel 2009 in alcuni alberghi della capitale Giacarta.[58]

Secondo alcuni documenti (sequestrati nel complesso fortificato di Bin Lāden ad Abbottabad nel corso dell'Operazione "Lancia di Nettuno"), Al-Qāʿida avrebbe architettato nuovi attacchi terroristici per il decimo anniversario degli attentati dell'11 settembre, progettando possibili assalti a petroliere e ai trasporti americani, nonché nuovi attentati a Manhattan, Chicago e Washington, allo scopo di esaltare la centralità della sua rete terroristica. Al-Qāʿida avrebbe inoltre progettato l'assassinio dell'ex presidente Barack Obama e del generale David Petraeus, comandante dell'Esercito degli Stati Uniti ed ex-direttore della CIA.

Al-Qāʿida avrebbe numerosi campi di addestramento e centri di attività sparsi in diversi paesi del mondo islamico. Secondo il Daily Times è presente anche in Somalia[59].

Al-Qāʿida nella Penisola Arabica e attentato di Charlie Hebdo

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Attentato alla sede di Charlie Hebdo.

Nel 2009 viene fondata la ramificazione di al-Qāʿida in Yemen, detta Al-Qāʿida nella Penisola Arabica, la quale il 7 gennaio del 2015 si rende responsabile del commando di due uomini che alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo di Parigi uccide 12 giornalisti della redazione a colpi di AK-47; la causa dell'irruzione secondo i terroristi sarebbe la pubblicazione nei mesi precedenti di vignette offensive contro il profeta Maometto, considerato un atto blasfemo.[60] Nei giorni immediatamente successivi altri attacchi, questa volta però ad opera dello Stato Islamico, vengono compiuti contro la polizia francese nel centro della capitale e in un supermercato ebraico in periferia che provocano altre 5 vittime, oltre ai 3 terroristi uccisi infine dalla polizia.

Uomini chiave

modifica

Oltre ai due defunti leader Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri, sono numerosi gli uomini chiave di al-Qāʿida e sono principalmente:[61][62][63]

Classificazioni ufficiali come organizzazione terroristica

modifica

Al-Qāʿida è stata designata come organizzazione terroristica dai seguenti Paesi e organismi internazionali:

  1. ^ Al Qaeda's Heirs, in Bloomberg, 4 febbraio 2015. URL consultato il 4 aprile 2015 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2015).
  2. ^ The unquenchable fire, in The Economist, 28 settembre 2013.
  3. ^ Global al-Qaeda, in Stanford University, 2013.
  4. ^ Al Qaeda-Affiliated Groups: Middle East and Africa (PDF), in Congressional Research Service, 11 ottobre 2014.
  5. ^ Newest Franchise in Al-Qa'ida's Global Jihad, in Combating Terrorism Center, 2 aprile 2007. URL consultato il 4 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2014).
  6. ^ Al-Qaeda in the Islamic Maghreb (AQIM), in Council on Foreign Relations, 27 marzo 2015. URL consultato il 4 aprile 2015 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2015).
  7. ^ Al-Qaeda in the Arabian Peninsula (AQAP), in Council on Foreign Relations, 19 marzo 2015. URL consultato il 4 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2017).
  8. ^ Al-Shabab, in Council on Foreign Relations, 13 marzo 2015. URL consultato il 4 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2015).
  9. ^ Junior, in New Yorker, 11 settembre 2006.
  10. ^ a b NATO, Press Conference with NATO Secretary General, Lord Robertson, su nato.int. URL consultato il 23 ottobre 2006.
  11. ^ a b NATO Library, AL QAEDA (PDF), su nato.int, 2005. URL consultato l'11 giugno 2007.
  12. ^ Commission of the European Communities, COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE COUNCIL AND THE EUROPEAN PARLIAMENT (DOC), su eur-lex.europa.eu, 20 ottobre 2004. URL consultato l'11 giugno 2007.
  13. ^ United States Department of State, Foreign Terrorist Organizations (FTOs), su state.gov. URL consultato il 3 luglio 2006.
  14. ^ a b Australian Government, Listing of Terrorist Organisations, su nationalsecurity.gov.au. URL consultato il 3 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2014).
  15. ^ The Hindu : Centre bans Al-Qaeda, su hinduonnet.com. URL consultato il 29 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).
  16. ^ a b Public Safety and Emergency Preparedness Canada, Entities list, su psepc.gc.ca. URL consultato il 3 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2006).
  17. ^ Israel Ministry of Foreign Affairs, Summary of indictments against Al-Qaeda terrorists in Samaria, su mfa.gov.il, 21 marzo 2006. URL consultato il 10 giugno 2007.
  18. ^ Diplomatic Bluebook, B. TERRORIST ATTACKS IN THE UNITED STATES AND THE FIGHT AGAINST TERRORISM (PDF), su mofa.go.jp, 2002. URL consultato l'11 giugno 2007.
  19. ^ a b Korean Foreign Ministry, Seoul confirms release of two Korean hostages in Afghanistan, 14 agosto 2007. URL consultato il 16 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2007).
  20. ^ a b General Intelligence and Security Service, Annual Report 2004 (PDF), su ftp.fas.org. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2007).
  21. ^ a b United Kingdom Home Office, Proscribed terrorist groups, su homeoffice.gov.uk. URL consultato il 3 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2006).
  22. ^ Russia Outlaws 17 Terror Groups; Hamas, Hezbollah Not Included (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2006).
  23. ^ Ministry for Foreign Affairs Sweden, Radical Islamist Movements in the Middle East (PDF), su sweden.gov.se, marzo–giugno 2006. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2007).
  24. ^ a b Report on counter-terrorism submitted by Switzerland to the Security Council Committee established pursuant to resolution 1373 (2001) (PDF), su efv.admin.ch, 20 dicembre 2001. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2007).
  25. ^ Arabic Computer Dictionary: English-Arabic, Arabic-English, by Ernest Kay, Multi-lingual International Publishers, 1986
  26. ^ Transcript of Bin Laden's October interview, su archives.cnn.com (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2006).
  27. ^ Mahan Abedin, The Essence of Al Qaeda: An Interview With Saad Al-Faqih, vol. 2, n. 2, Jamestown Foundation, 5 febbraio 2004. URL consultato il 24 dicembre 2014 (archiviato il 24 dicembre 2014).
    «The Bait al-Ansar or “Dwelling of the Partisans” was a guesthouse established by Bin Laden in the 1980's in Peshawar for Arab volunteers wanting to travel to Afghanistan.»
  28. ^ (EN) Robin Cook, Robin Cook: The struggle against terrorism cannot be won by military means, su the Guardian, 8 luglio 2005. URL consultato il 25 novembre 2022.
  29. ^ (EN) Interviews - Dr. Saad Al-Fagih - Hunting for bin Laden, su FRONTLINE. URL consultato il 25 novembre 2022.
  30. ^ The Osama bin Laden I Know: An Oral History of Al Qaeda's Leader, su tpmcafe.com, Free Press, 2006 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2007).
  31. ^ a b c National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States, su 9-11commission.gov. URL consultato il 25 novembre 2022.
  32. ^ CNS, su cns.miis.edu (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2001).
  33. ^ Al-Sharq Al-Awsat Publishes Extracts from Al-Jihad Leader Al-Zawahiri's New Book, su freerepublic.com. URL consultato il 25 novembre 2022.
  34. ^ a b (EN) The Trail Of Evidence - The U.S. Embassy Bombings Trial - A Summary - Hunting for bin Laden, su FRONTLINE. URL consultato il 25 novembre 2022.
  35. ^ United States v. Bin Laden, su uniset.ca. URL consultato il 25 novembre 2022.
  36. ^ Who is Osama Bin Laden?, BBC News, 18 settembre 2001. URL consultato il 28 maggio 2010.
  37. ^ Photo: Zbigniew Brzezinski & Osama bin Laden, su fufor.twoday.net, 23 marzo 2006. URL consultato il 28 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2009).
  38. ^ Burke, p. 64
  39. ^ (EN) Homepage, su University of Pennsylvania Press. URL consultato il 25 novembre 2022.
  40. ^ Subscribe to read | Financial Times, su ft.com. URL consultato il 25 novembre 2022.
  41. ^ Nuovo leader di Al Qaeda: Ayman al-Zawahiri erede di Bin Laden, su infooggi.it, 16 giugno 2011.
  42. ^ Wright, Looming Tower, (2006), pp. 185, 270-1, 107-8
  43. ^ Wright, Looming Tower, (2006), p. 270
  44. ^ Fuʾad Husayn, 'Al-Zarqawi... "The Second Generation of al-Qaʿida'", Part Fourteen, Al-Quds al-ʿArabi, July 13, 2005 (il titolo arabo del giornale significa "Gerusalemme araba").
  45. ^ Khalid al-Hammadi, 'The Inside Story of al-Qa'ida', part 4, Al-Quds al-ʿArabi, March 22, 2005
  46. ^ Evolution of the al-Qaeda brand name, su atimes.com. URL consultato il 29 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2005).
  47. ^ The Moral Logic and Growth of Suicide Terrorism, su sitemaker.umich.edu. URL consultato il 29 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
  48. ^ The Terrorist Threat from Al Shabaab, su rand.org. URL consultato il 7 ottobre 2013.
  49. ^ Cfr. per es. The Guardian, "Al-Qaeda - a meaningless label"., Newsweek, "Putting Al Qaeda on the Couch - September 11 was a recruiting poster for young people who are looking for some kind of direction in their lives, The International Institute for Strategic Studies (IISS) - San Diego Union Tribune - "More dangerous than al-Qaeda", su iiss.org (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2008).
  50. ^ Text of Fatwah Urging Jihad Against Americans, su ict.org.il, 23 febbraio 1998. URL consultato il 5 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2006).
  51. ^ Bin Laden says he wasn't behind attacks, su archives.cnn.com, CNN, 17 settembre 2001. URL consultato il 6 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2006).
  52. ^ La Repubblica/esteri: La mano di Al Qaeda sulla strage di Bali, su repubblica.it. URL consultato il 25 novembre 2022.
  53. ^ elmundo.es. Documento: Auto del 11-M, su elmundo.es. URL consultato il 25 novembre 2022.
  54. ^ (EN) MIPT Terrorism Knowledge Database, su tkb.org (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007). "the length of time between the Madrid bombings and Abu Nayaf al-Afghani's claim has cast doubt on its authenticity (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2008). […] Other sources attribute the March 11 attacks to the group Abu Dujana Al-Afghani Ansar Al-Qaeda Europe, which appears be an alias for Abu Nayaf al-Afghani. A separate al-Qaeda linked organization, the Abu Hafs al-Masri Brigade, also declared responsibility for the Madrid attacks, and although it faces similar questions about the validity of its claims, it is generally regarded by authorities as having carried out the attacks" (vedi MIPT)
  55. ^ (EN) The Times & The Sunday Times, su thetimes.co.uk. URL consultato il 25 novembre 2022.
  56. ^ Repubblica.it » esteri » Bali, attentati contro i turisti almeno 26 morti e 107 feriti, su repubblica.it. URL consultato il 25 novembre 2022.
  57. ^ Attentati in due alberghi in Indonesia: nove morti Forse italiani fra i feriti - Il Sole 24 ORE, su st.ilsole24ore.com. URL consultato il 25 novembre 2022.
  58. ^ Daily Times. URL consultato il 4 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  59. ^ Al Qaida ha rivendicato l'attentato contro Charlie Hebdo, su Il Post, 14 gennaio 2015. URL consultato il 25 novembre 2022.
  60. ^ Tutti gli uomini di Osama, Al-Zawahri leader - Mondo - ANSA.it, su ansa.it. URL consultato il 25 novembre 2022.
  61. ^ Il dopo Osama - Corsa alla leadership, su lettera43.it, 3 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2015).
  62. ^ I 10 terroristi di al-Qāʿida ricercati dall'Fbi, su notizie.tiscali.it, 3 maggio 2011.
  63. ^ Yemen, drone Usa uccide Al Awlaki Obama: «Grande sconfitta per Al Qaeda» - Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 25 novembre 2022.
  64. ^ Profile: Abu Anas al-Libi, the al-Qaeda veteran captured after a 15-year manhunt, su telegraph.co.uk. URL consultato il 25 novembre 2022.
  65. ^ (FR) La France face au terrorisme (PDF), su lesrapports.ladocumentationfrancaise.fr, Secrétariat général de la défense nationale (France). URL consultato il 6 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2011).
  66. ^ The Hindu : Centre bans Al-Qaeda, su hinduonnet.com, 9 aprile 2002. URL consultato il 22 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).
  67. ^ Israel Ministry of Foreign Affairs, Summary of indictments against Al-Qaeda terrorists in Samaria, su mfa.gov.il, 21 marzo 2006. URL consultato il 10 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  68. ^ Diplomatic Bluebook, B. Terrorist Attacks in the United States and the Fight Against Terrorism (PDF), su mofa.go.jp, 2002. URL consultato l'11 giugno 2007.
  69. ^ Russia Outlaws 17 Terror Groups; Hamas, Hezbollah Not Included (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2006).
  70. ^ United States Department of State, Foreign Terrorist Organizations (FTOs), su state.gov. URL consultato il 3 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2006).
  71. ^ Ministry for Foreign Affairs Sweden, Radical Islamist Movements in the Middle East (PDF), su sweden.gov.se, marzo – June 2006. URL consultato l'11 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2007).
  72. ^ "Türkiye'de halen faaliyetlerine devam eden başlıca terör örgütleri listesi" (Emniyet Genel Müdürlügü), su egm.gov.tr. URL consultato il 22 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2011).
  73. ^ Commission of the European Communities, Communication from the Commission to the Council and the European Parliament (DOC), su eur-lex.europa.eu, 20 ottobre 2004. URL consultato l'11 giugno 2007.
  74. ^ Security Council Resolutions Related to the Work of the Committee Established Pursuant to Resolution 1267 (1999) Concerning Al-Qaida and the Taliban and Associated Individuals and Entities, su un.org, United Nations Security Council. URL consultato il 9 gennaio 2007.

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN151552546 · ISNI (EN0000 0001 1312 9741 · LCCN (ENn2001058020 · GND (DE4666782-9 · BNF (FRcb14426810s (data) · J9U (ENHE987007266844005171 · NDL (ENJA01027005