Andrés Latorre
Andrés Felipe Latorre (Montevideo, 16 agosto 1781 – Durazno, 5 novembre 1860) è stato un militare uruguaiano.
Si distinse sotto il comando di José Gervasio Artigas nelle prime fasi della guerra d'indipendenza argentina, partecipando alla vittoriosa battaglia di Las Piedras nel 1811.[1] In seguito fu fedele al caudillo orientale nella sua lotta contro l'unitarismo dei governi di Buenos Aires; nel 1815, su ordine di Artigas, si recò a Santa Fe, dove depose il governatore Díaz Vélez e favorì l'elezione al suo posto del federalista Francisco Antonio Candioti.[2]
Durante l'invasione luso-brasiliana fu al comando delle truppe orientali nella battaglia del Catalán[1] e in quella di Tacuarembó, nella quale le sue forze furono sbaragliate dal nemico; lui stesso si salvò a fatica con pochi uomini dal massacro, che fu l'ultimo tentativo di resistenza all'occupazione dell'esercito luso-brasiliano.[3] Dopo la disfatta, Latorre raggiunse Artigas e lo affiancò nella sua guerra contro Francisco Ramírez, che si concluse anch'essa con la sconfitta.[1]
Dopo lo sbarco dei Trentatré Orientali partecipò nelle file dell'esercito repubblicano alle battaglie di Sarandí, Ituzaingó e Camacuá durante la guerra argentino-brasiliana. In seguito fu nominato da Manuel Oribe comandante militare di Durazno; quando la sollevazione di Fructuoso Rivera costrinse il presidente all'esilio, Latorre lo seguì a Buenos Aires. Il tentativo di tornare in Uruguay con il generale Pascual Echagüe fu frustrato dalla sconfitta nella battaglia di Cagancha del 1839.[1]
Esiliato nuovamente ad Entre Ríos, Latorre si pose ancora a servizio di Oribe e vi rimase fino al termine del lungo conflitto civile che fu chiamato “Guerra Grande”, che si concluse nel 1852. Morto a Durazno nel 1860, i suoi resti furono traslati dieci anni più tardi al Panteon Nazionale di Montevideo.[1]
Note
modificaBibliografia
modifica- (ES) Walter Rela, Artigas. Cronología Histórica Anotada 1811-1820, Montevideo, Ediciones ALFAR, 2000, ISBN 9974-39-227-6.