Bernard-Henri Lévy
Bernard-Henri Lévy (Béni Saf, 5 novembre 1948) è un filosofo, giornalista e saggista francese, noto in Francia anche con la sigla BHL, dalle iniziali del suo nome.
Biografia
modificaLévy è nato a Béni Saf, in Algeria, il 5 novembre 1948, da una famiglia ebraica algerina. La sua famiglia si trasferì a Parigi alcuni mesi dopo la sua nascita. Suo padre, André Lévy, fu il multimiliardario fondatore di una famosa impresa di legname (la Becob).
Dopo aver frequentato il Lycée Louis-le-Grand a Parigi, BHL nel 1968 si iscrive alla rinomata quanto selettiva École Normale Supérieure, dove si laurea in filosofia. I suoi professori sono alcuni tra più importanti intellettuali e filosofi francesi, basti ricordare Jacques Derrida e Louis Althusser. Lévy è anche un giornalista, cominciando la sua carriera come cronista di guerra per il Combat, il giornale fondato in clandestinità da Albert Camus durante l'occupazione nazista della Francia. Nel 1971 Lévy lascia la Francia per recarsi in India, quindi in Bangladesh dove segue con attenzione la guerra d'indipendenza dell'allora Pakistan Orientale. Sarà quest'esperienza che lo porterà a scrivere il suo primo libro, Bangla-Desh, Nationalisme dans la révolution, pubblicato nel 1973.
Tornato a Parigi, diventa famoso come il giovane fondatore della scuola della nouvelle philosophie (Nuova filosofia), corrente animata da un gruppo di giovani intellettuali che esprimono il rifiuto delle dottrine comuniste e socialiste che animano i tumulti del maggio francese, muovendo un'agguerrita ed inflessibile critica morale.[1] In contrasto anche con le fortissime idee conservatrici abbracciate da alcuni intellettuali statunitensi, sia Lévy che i Nuovi Filosofi rifiutano l'ideologia capitalista. Durante gli anni settanta tiene un corso di epistemologia presso l'Università di Strasburgo e filosofia all'École Normale Supérieure. Nel 1977, durante la trasmissione televisiva Apostrophes, Lévy viene presentato ufficialmente, accanto ad André Glucksmann, come un nouveau philosophe. Nello stesso anno pubblica La barbarie à visage humain, sostenendo la corruzione del marxismo. Nel 1981 pubblica L'Idéologie française, probabilmente il suo lavoro più influente.
Nel 1993 entra a far parte del consiglio di sorveglianza dell'emittente franco-tedesca Arte.[2] Due anni più tardi, fonda a Gerusalemme, con Benny Lévy e Alain Finkielkraut, l'Istituto di Studi Levinassiani, in onore del filosofo ebreo Emmanuel Lévinas.[3]
Nel 2004 raggiunge una fortuna stimata intorno ai 150 milioni di euro, che include sette società immobiliari e finanziarie, e che derivava principalmente dall'eredità famigliare dei genitori e da investimenti parzialmente opachi nel mercato azionario. Quattro anni prima, la Commission des opérations de bourse, l'organismo di controllo della borsa francese, lo accusò del reato di abuso di informazioni privilegiate[4] dal quale fu poi completamente scagionato. Nel 2017, vende per sei milioni di euro la sua abitazione a Tangeri, in Marocco, lamentandosi di possedere un eccessivo numero di case.[5]
Personaggio mediatico e controverso in Francia[6], la sua visita pubblica a Bengasi fu considerata di fondamentale importanza per il sostegno del presidente Nicolas Sarkozy all'intervento militare dell'ONU nella guerra civile libica del 2011.[7] Nel luglio 2020 ha firmato un reportage per il The Wall Street Journal in merito alle fosse comuni di civili sepolti a Tarhouna, in Libia, che sarebbero stati uccisi dal generale Khalifa Haftar.[8]
Il 12 aprile 2024, in un'inchiesta chiusa in Tunisia, Bernard-Henri Lévy è stato accusato di intrattenere rapporti con il lobbista tunisino Kamel Eltaïef e di essere intervenuto per impedire la produzione di fosfato in Tunisia a vantaggio di altri paesi della regione. Bernard-Henri Lévy è accusato anche di aver propagato l'ideologia “massonica” attraverso organizzazioni caritative e personalità tunisine incriminate in questa vicenda, oltre ad aver lavorato per normalizzare le relazioni tra Tunisia e Israele e ad essere un “membro del Mossad”, l'organizzazione israeliana . servizi segreti, il gip ha ritenuto di avere elementi sufficienti per avviare il procedimento.[9]
Scrive inoltre per il quotidiano La Repubblica e per il settimanale Paris Match.
Vita privata
modificaLévy è sposato in terze nozze con l'attrice francese Arielle Dombasle. Sua figlia Justine Lévy, avuta dal primo matrimonio con Isabelle Doutreluigne, è una scrittrice di bestseller, nonché ex moglie di Raphaël Enthoven (filosofo e amico di famiglia dei Lévy, ex compagno di Carla Bruni, la futura moglie di Nicolas Sarkozy per cui Enthoven lasciò la figlia di Lévy). BHL ha avuto anche un figlio, Antonin-Balthazar Lévy, dalla sua seconda moglie Sylvie Bouscasse. È membro del comitato editoriale dell'editore Grasset, e dirige la rivista La règle du Jeu ("La regola del Gioco"). Scrive, inoltre, settimanalmente una colonna per il periodico Le Point. Ha presieduto il consiglio di sorveglianza del canale televisivo culturale franco-tedesco La Sept-Arte.
Dopo la morte di suo padre André, nel 1995, Bernard-Henri dirige l'azienda paterna, la Becob, fino alla sua vendita nel 1997, per 750 milioni di franchi, all'imprenditore francese François Pinault.
Filosofia
modificaBernard-Henri Lévy è il massimo rappresentante della nouvelle philosophie, fondata con altri intellettuali negli anni settanta. La gran parte dei "nuovi filosofi" francesi partì dal background del marxismo e del maoismo del Sessantotto, specie di area esistenzialista (Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir), ripudiando poi le due ideologie comuniste come un sistema totalitario, ma oppose una netta critica di base umanistica anche al capitalismo, al conservatorismo e alla destra nazionalista, sia "vecchia" sia "nuova".[10][11]
Altri importanti modelli di ispirazione di Lévy e dei "nuovi filosofi" furono Michel Foucault, l'illuminismo, il post-strutturalismo, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger, Emmanuel Lévinas e Albert Camus.[10] Invece la visione meramente politica di Lévy, negli anni successivi, è ispirata principalmente ad Alexis de Tocqueville e altri filosofi liberali come Karl Popper.[12] Religiosamente, Lévy si considera "orgogliosamente ebreo", ma ebreo «modesto e secolare»[13], oltre che agnostico.[14]
L'affaire Botul
modificaBernard-Henri Lévy è stato criticato e preso di mira per aver citato il personaggio letterario di Jean-Baptiste Botul (un falso filosofo semi-sconosciuto del XX secolo, inventato da Frédéric Pagès, che scrive libri come ghost-writer a suo nome, tra cui il famoso La vita sessuale di Kant) credendo fosse reale, tratto in inganno da alcuni libri e articoli satirici; Lévy lo cita come studioso di Kant nelle note alla bibliografia del libro De la guerre en philosophie (Sulla guerra in filosofia), del febbraio 2010[15].
Vedute politiche
modificaNel 1985, firma una petizione a favore dell'armamento, da parte degli Stati Uniti, dei Contras, i gruppi paramilitari di estrema destra attivi in Nicaragua durante la guerra contro il governo sandinista sostenuta da Ronald Reagan.[16] Lévy, amico di Nicolas Sarkozy dal 1983, ne ha però preso le distanze dal 2007 in poi, riavvicinandosi nel 2011.[17] Ha inoltre sostenuto anche il Partito Socialista. Nel 2014 ha dichiarato di apprezzare il premier italiano Matteo Renzi.[18]
Il filosofo si dichiara un difensore dei diritti umani, ed è inoltre molto critico nei confronti di dittature, regimi autoritari (come quello di Vladimir Putin; si è schierato a favore dell'Ucraina nel conflitto scoppiato nel 2014 con i filorussi[19]) e contro l'islamismo; ha difeso le caricature di Maometto sullo Jyllands-Posten e quelle di Charlie Hebdo, firmato il manifesto Insieme contro il nuovo totalitarismo, essendo anche un difensore dello Stato d'Israele e un deciso avversario dell'antisemitismo.[20] Lévy ha anche portato alla ribalta il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, non senza ricevere critiche di strumentalizzazione della vicenda a fini politici.[21]
Ha anche difeso Pio XII e Benedetto XVI dagli attacchi diretti loro dalla comunità ebraica[22], criticando poi l'anticattolicesimo di alcuni ambienti.[14]
Polemiche
modificaNel 2009 ha difeso il regista franco-polacco Roman Polański, arrestato in Svizzera e a rischio di estradizione verso gli Stati Uniti, dove era ricercato dietro un'accusa di "rapporto sessuale illecito" (prima stupro, poi derubricata ad atto consensuale) con una modella minorenne di 13 anni e 11 mesi, Samantha Geimer, fatto avvenuto nel 1977. Lévy sottolineava il tanto tempo trascorso e affermava la necessità di una prescrizione, visto anche il perdono pubblico concesso al regista dalla vittima stessa e le tante traversie subite da Polański, sopravvissuto alle persecuzioni naziste e vittima di un tragico omicidio familiare negli anni sessanta. Lévy firmò anche una petizione in favore di Polański, che infine fu rilasciato.[23][24]
In un caso analogo di scandalo sessuale, nel 2011 ha difeso pubblicamente il politico Dominique Strauss-Kahn (esponente del Partito socialista ed ex Presidente del Fondo Monetario Internazionale), arrestato a New York con l'accusa di violenza sessuale, e in seguito prosciolto e rilasciato.[25][26]
Nel 2010, Lévy ha avuto un acceso scambio dialettico col filosofo Michel Onfray (di alcune delle cui opere era stato editore, in passato, oltre che curatore di collane editoriali in cui erano presenti opere di Onfray), quando quest'ultimo ha attaccato Sigmund Freud nel saggio Crepuscolo di un idolo. L'affabulazione freudiana[27], a cui è seguita una dura e sarcastica risposta dello stesso Onfray, in cui chiama Lévy "Gran Timoniere di Saint-Germain-des-Prés" e ricorda il suo errore sulla citazione bibliografica di Botul, seguita a sua volta da una nuova risposta di Lévy.[28][29][30]
Opere
modifica- Bangla Desh, Nationalisme dans la révolution, 1973. - riedito col titolo Les Indes rouges.
- La barbarie dal volto umano, trad. S. Eccher, Collana Saggi n.53, Marsilio, Venezia, 1977, pp. 142.
- Il testamento di Dio, trad. di Emilia Cerutti, Franco Baldini, Lenio Rizzo, Collana «Bordi» n.3, SugarCo, Milano, 1979, pp. 302.
- L'ideologia francese, Collana L'alingua, Spirali, Milano, 1981, pp. 280.
- Questions de principe I, 1983.
- Il diavolo in testa, De Agostini, Novara, 1985; Introduzione di Enrico Groppali, Collana Oscar, Mondadori, 1990.
- Impressions d'Asie, 1985.
- Questioni di principio (Questions de principe II, 1986), Spirali, 1987.
- Elogio degli intellettuali, Spirali, Milano, 1988.
- Gli ultimi giorni di Charles Baudelaire. Romanzo, De Agostini, Novara, 1989, pp. 354.
- Questions de principe III, la suite dans les idées, 1990.
- Frank Stella, les années 80, 1990.
- Les Aventures de la liberté, une histoire subjective des intellectuels, 1991.
- César, celui qui était trop gai, 1991.
- Le Jugement dernier, 1992.
- Questions de principe IV, Idées fixes, 1992.
- Piero della Francesca. Piet Mondrian, a cura di Carmine Benincasa, Milano, Spirali, 1992.
- Le avventure della libertà. Dall'affare Dreyfus a Louis Althusser: storia degli intellettuali francesi, Milano, Rizzoli, ottobre 1992, p. 371.
- Bernard Henri-Levy - Françoise Giroud, Gli uomini e le donne, Rizzoli, Milano, 1994.
- La Pureté dangereuse, 1994.
- Questions de principe V, Blocs-notes, 1995.
- Le Lys et la cendre, 1996.
- Comédie, 1997.
- Questions de principe VI, con Salman Rushdie, 1998.
- Il secolo di Sartre. L'uomo, il pensiero, l'impegno (Le Siècle de Sartre, 2000), traduzione di R. Salvadori, Milano, Il Saggiatore, 2004, ISBN 978-88-428-0924-1.
- Questions de principe VII, Mémoire vive, 2001.
- I dannati della guerra. Riflessioni sulla guerra, il male e la fine della Storia, traduzione di Roberto Salvadori, Collana La Cultura n.556, Milano, Il Saggiatore, 2002, p. 284, ISBN 978-88-428-1024-7.
- Chi ha ucciso Daniel Pearl?, Rizzoli, Milano, 2003, pp. 445, ISBN 978-88-179-9508-5.
- Questions de principe VIII, Jours de colère, 2004.
- Questions de principe IX, Récidives, 2004.
- American vertigo, traduzione di C. Latini, Collana Saggi stranieri, Milano, Rizzoli, 2007, p. 405, ISBN 978-88-170-1195-2.
- Questions de principe X, Ici et ailleurs, 2007.
- Ce grand cadavre à la renverse, 2007.
- La Mémoire, l'Oubli, Solitude d'Israël, 2007. [dibattito con Benny Lévy e Alain Finkielkraut tenuto a Gerusalemme]
- Bernard Henri-Levy-Michel Houellebecq, Nemici pubblici, Milano, Bompiani, 2009. [epistolario tra i due scrittori]
- De la guerre en philosophie, 2010.
- Autour de Camus, 2010. [tavola rotonda con Jean Daniel e Michel Onfray ]
- Questions de principe XI, Pièces d'identité, 2010.
- La Guerre sans l'aimer, Paris, Grasset, 2011.
- Questions de principe XII, Debut de siécle, 2013.
- Les Aventures de la vérité. Peinture et philosophie, un récit, Paris, Grasset, 2013.
- Hotel Europa. Dramma. Con il testo francese a fronte, traduzione di S. Prencipe, Venezia, Marsilio, 2014, ISBN 978-88-317-1998-8.
- L'Esprit du judaïsme, Paris, Grasset, 2016.
- Questions de principe XIII, Qui a peur du XXIle siècle?, 2017.
- L'Empire et les cinq rois, Paris, Grasset, 2018.
- Looking for Europe. Cercare l'Europa. Contro il montare dei populismi, Collana Le onde n.46, Milano, La nave di Teseo, 2019, ISBN 978-88-934-4890-1.
- Il virus che rende folli (Ce virus qui rend fou, 2020), traduzione di Anna Maria Lorusso, Collana Le onde, Milano, La Nave di Teseo, 2020, ISBN 978-88-346-0407-6.
- Sulla strada degli uomini senza nome (Sur la route des hommes sans nom, 2021), traduzione di Alberto Pezzotta, Collana Oceani, Milano, La Nave di Teseo, 2021, ISBN 978-88-346-0885-2.
- Dunque, la guerra!, traduzione di Sergio Arecco, Collana Oceani n.197, Milano, La nave di Teseo, 2023, ISBN 978-88-346-1400-6.
- Solitudine di Israele (Solitude d'Israël, 2024), traduzione di Raffaella Patriarca, Collana Le onde n.138, Milano, La nave di Teseo, 2024, ISBN 978-88-346-1910-0.
Filmografia
modifica- Aurélien di Michel Favart, 1978, attore[31]
- Tornare per rivivere di Claude Lelouch, 1985, attore
- Bosnia, 1994, documentario, regista
- Le jour et la nuit, 1997, regista, co-produttore e sceneggiatore
- Serbie, année zéro di Goran Markovic, 2001, documentario, attore
- Ma mère, di Christophe Honoré, 2004, produttore
- Demopazzia di Francesco Vezzoli, 2007, cortometraggio, co-sceneggiatore con F. Vezzoli
- American Vertigo di Michko Netchak, 2007, documentario, soggettista
- Bernard-Henri Lévy, La Déraison Dans L'Histoire, di Éric Dahan, 2008, sceneggiatore e attore
- Le serment de Tobrouk, 2012, documentario, regista
- Peshmerga, documentario, regista, 2016
- La Bataille de Mossoul, documentario, regista, 2017
Note
modifica- ^ "...a group who broke away from the Marxist ideology dominating late 1960s France and the hard-line French left typified by Jean-Paul Sartre" Beth R. Alexander, "Commentary: Bernard Henri-Levy takes heat", Washington Times, 10 November 2004 [1]
- ^ (FR) Renaud Revel, BHL reconduit à la présidence du Conseil de surveillance d’Arte à la demande de Nicolas Sarkozy, su blogs.lexpress.fr, 22 giugno 2009. URL consultato il 17 giugno 2014.
- ^ L'Institut d'études lévinassiennes Archiviato il 7 luglio 2017 in Internet Archive.
- ^ Un héritier devenu milliardaire, in leparisien.fr, 27 ottobre 2004. URL consultato il 13 luglio 2017.
- ^ (FR) "J'ai trop de maisons dans le monde" : Bernard-Henri Lévy se résout à vendre une de ses villas pour 6 millions d'euros, su L'Obs. URL consultato il 13 luglio 2017.
- ^ Scandal on the Seine
- ^ (EN) France’s goals in Libya hit a little closer to home, su washingtonpost.com.
- ^ Bernard-Henri Levy visita campo di sterminio a Tarhouna, islamisti lo contestano: "Cane ebreo", su Agenzia Giornalistica Italiana, 26 luglio 2020.
- ^ En Tunisie, la justice accuse des opposants, des journalistes et BHL de « complot », su Le Monde, 24 Aprile 2024.
- ^ a b Gayatri Chakravorty Spivak and Michael Ryan (June 1978) "Anarchism Revisited: A New Philosophy". Diacritics, 67-68
- ^ Oskar Negt and Jamie O. Daniel (1983) "Reflections on France's 'Nouveaux Philosophes' and the Crisis of Marxism". SubStance 11(4), 56-67
- ^ Garrison Keillor, On the Road Avec M. Lévy, in The New York Times, 29 gennaio 2006, p. 1.
- ^ Bernard-Henri Lévy: L'ebreo universalista che si innamorò della Legge
- ^ a b Bernard-Henri Lévy, Ebreo e agnostico, ma contro il Codice sto con la Chiesa
- ^ Aude Lancelin, "BHL en flagrant délire: l'affaire Botul Archiviato il 17 ottobre 2011 in Internet Archive.", articolo su Le Nouvel Observateur, dell'8 febbraio 2010, in francese; , in italiano "Bernard-Herny Lévy ci casca: cita Botul, autore inesistente creato dalla Satira Archiviato il 28 dicembre 2014 in Internet Archive.", articolo su Il Messaggero del 9 febbraio 2010. Altri studi che citano Botul come realmente esistente sono elencati in Oscar Morbleau "Après (et surtout avant) BHL, d'autres victimes de Jean-Baptiste Botul", sul suo blog Morbleau!, il 15 febbraio 2010.
- ^ (FR) Quand Bernard-Henri Lévy pétitionnait contre le régime légal du Nicaragua, in Le Monde diplomatique, 1º ottobre 2009.
- ^ Why Sarkozy went to war?
- ^ Bernard-Henri Lévy: «Il futuro d'Europa è Renzi»
- ^ Bernard Henri Lévy, Free Nadiya Savchenko
- ^ Bernard-Henri Levy: I have never seen an army as democratic as the IDF
- ^ Le scandal Sakineh
- ^ 7s7 Monde – Bernard-Henri Lévy défend Benoît XVI et Pie XII (1056957). 7sur7.be. Retrieved 19 May 2011.
- ^ (FR) Polanski : la pétition, su La Règle du Jeu. URL consultato l'11 aprile 2014.
- ^ Bernard-Henri Lévy: «Ma è la celebrità a renderlo bersaglio dei giustizieri»
- ^ "Dominique Strauss-Kahn: Bernard-Henri Lévy Defends IMF Director" Archiviato il 15 giugno 2011 in Internet Archive.. The Daily Beast. Retrieved 19 May 2011.
- ^ Maureen Dowd, Powerful and Primitive, in The New York Times, 18 maggio 2011.
- ^ Tutti gli errori di Onfray su Freud, su corriere.it. URL consultato il 12 novembre 2014.
- ^ Michel Onfray, Onfray: quelli che difendono Freud sono i teorici ammuffiti del '68, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 12 novembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2014).
- ^ L'accusa di Onfray: "un impostore", la difesa degli allievi: "Solo gossip", su spiweb.it. URL consultato il 12 novembre 2014.
- ^ «E infine ecco apparire uno scritto fulminante di BHL: che dire, è la gloria! Costui è un uomo che ha trascorso 22 anni della sua vita di scrittore presso la mia stessa casa editrice, Grasset, e che ha addirittura pubblicato qualcuno dei miei libri nella sua raccolta senza averne letto nemmeno uno, riuscendo così a ignorare egregiamente il mio lavoro, al punto da non aver mai citato una sola volta il mio nome nei diversi quintali di carta stampata grazie alle sue cure. Il grande uomo, infine, decide di abbandonare ogni reticenza e uscire allo scoperto! Uno scrittore conosciuto per la sua dirittura morale, la sua indipendenza, un filosofo ammirato per la sua virtù, probità, onestà, un intellettuale rispettato per l'opera serissima, la profondità delle sue analisi, l'ampiezza della sua visione, questo esegeta di Botul, ormai conosciuto nell'intero pianeta, potrà finalmente dire tutto il male che pensa di me in Francia e all'estero attivando una rete internazionale che gli sarà costata cara in tutti i sensi del termine» (Michel Onfray, Quelli che difendono Freud sono i teorici ammuffiti del '68)
«Michel Onfray si lamenta di ricevere critiche senza essere letto? Ebbene, l'ho quindi letto. L'ho fatto sforzandomi di mettere da parte, per quanto possibile, i vecchi cameratismi, le amicizie comuni, come anche la circostanza — ma questo era evidente — che entrambi siamo pubblicati dallo stesso editore. A dir la verità, sono uscito da questa lettura ancora più costernato di quanto lasciassero presagire le recensioni di cui, come tutti, ero venuto a conoscenza. Non che per me, come invece per altri, l'«idolo» Freud sia intoccabile: da Foucault a Deleuze, a Guattari e ad altri ancora, molti se la sono presa con lui e io, pur non essendo d'accordo, non ho mai negato che abbiano fatto avanzare il dibattito. E nemmeno sono il risentimento anti-freudiano, la collera, addirittura l'odio, come ho letto qua e là, a suscitare il mio disagio alla lettura del libro Crépuscule d'une idole. (..) si fanno grandi libri con la collera! E che un autore contemporaneo mescoli i propri affetti con quelli di un glorioso predecessore, che si misuri con lui, che faccia i conti con la sua opera in un pamphlet che, nell'ardore dello scontro, apporta argomenti o chiarimenti nuovi è, in sé, qualcosa di piuttosto sano. Del resto, Onfray l'ha fatto spesso, altrove, e con vero talento. No, non è questo. Quel che infastidisce nel Crépuscule d'une idole è di essere banale, riduttivo, puerile, pedante, talvolta al limite del ridicolo, ispirato da ipotesi complottistiche assurde quanto pericolose». (Bernard-Henri Lévy, Tutti gli errori di Onfray) - ^ Aurélien sur IMDb
Bibliografia
modifica- Pierre Bourdieu, Homo Academicus, Stanford University Press, 1990
- Michel Foucault, Politics, Philosophy, Culture: Interviews and Other Writings, 1977-1984, Routledge, 1990
- Élisabeth Roudinesco, Jacques Lacan & Co: A History of Psychoanalysis in France, 1925-1985, University of Chicago Press, 1990
- Gli occhiali di Mondrian, scritti di Bernard Henry Lévy, Carmine Benincasa, Luigi Granetto, Cecilia Gatto Trocchi, Alessandro Masi, Ferruccio Ulivi, Alessandra Ottieri, primo Quaderno dell'Opera, Napoli 1992
- Umberto Eco, La struttura assente: la ricerca semiotica e il metodo strutturale, Bompiani, 1994
- Gianni Paganini, La filosofia della seconda metà del Novecento, volume 1, Piccin 1998
- Jason Barker, Alain Badiou: A Critical Introduction, Pluto Press, 2001
- Tamara Chaplin, Turning On the Mind: French Philosophers on Television, University of Chicago Press, 2007
- Michael Brenner, Breve storia degli Ebrei, Donzelli Editore, 2009
- Adam Geczy, Vicki Karaminas, Fashion and Art, Berg, 2012
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Bernard-Henri Lévy
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bernard-Henri Lévy
Collegamenti esterni
modifica- (FR) Sito ufficiale, su bernard-henri-levy.com.
- (EN) Martin L. White, Bernard-Henri Lévy, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Bernard-Henri Lévy, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Bernard-Henri Lévy, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bernard-Henri Lévy, su Goodreads.
- (EN) Bernard-Henri Lévy, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Bernard-Henri Lévy, su IMDb, IMDb.com.
- Contributi di Bernard-Henri Lévy al dibattito politico e culturale (non aggiornato dal 2010), su bernard-henri-levy.blogspot.com.
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