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Boris Hagelin

imprenditore e inventore svedese

Boris Caesar Wilhelm Hagelin (Adzhikend, 2 luglio 1892Zugo, 7 settembre 1983) è stato un imprenditore e inventore svedese, creatore di macchine crittografiche.

Boris Hagelin nel 1940

Biografia

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Una M-209 disegnata da Hagelin

Nato da genitori svedesi ad Adshikent, in Azerbaigian, Hagelin ha frequentato il collegio a Lundsberg e in seguito ha studiato ingegneria meccanica al Royal Institute of Technology di Stoccolma, diplomandosi nel 1914. Ha maturato esperienza nel campo dell'ingegneria lavorando in Svezia e negli Stati Uniti.

Suo padre Karl Wilhelm Hagelin lavorava nell'estrazione petrolifera per Nobel a Baku,[1] ma la famiglia è tornata in Svezia dopo la rivoluzione russa. Karl Wilhelm era un investitore nella società Aktiebolaget Cryptograph di Arvid Gerhard Damm, fondata per vendere macchine a rotore costruite utilizzando il brevetto di Damm del 1919. Boris Hagelin è stato dunque inserito nell'azienda per rappresentare l'investimento di famiglia. Nel 1925 Hagelin rilevò l'azienda, riorganizzandola poi come Aktiebolaget Cryptoteknik nel 1932. Le sue macchine erano in competizione con le macchine Enigma di Scherbius, ma vendevano di più.

All'inizio della seconda guerra mondiale, Hagelin si trasferì dalla Svezia agli Stati Uniti, portando con sé il progetto della nuova macchina. Quella macchina era piccola, economica e abbastanza sicura, e convinse dunque l'esercito americano ad adottarlo. Ne furono fatte molte decine di migliaia e di conseguenza Hagelin divenne piuttosto ricco. Nel 1952 si trasferisce a Zugo, in Svizzera, dove ancora oggi la sua azienda opera come Crypto AG. Hagelin ha successivamente venduto fraudolentemente macchine compromesse a una varietà di clienti per conto della CIA, che le ha successivamente sfruttate per spiare Paesi nemici e alleati durante la guerra fredda.[2][3] Lo storico David Kahn ha affermato che Hagelin è stato stato l'unico produttore di macchine crittografiche ad essere mai diventato milionario.[4]

Brevetti

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  1. ^ (EN) Bengt Beckman, Codebreakers: Arne Beurling and the Swedish crypto program during World War II, in American Mathematical Society, Providence, 2002.
  2. ^ (EN) How NSA and GCHQ spied on the Cold War world, in BBC News, 28 luglio 2015. URL consultato il 4 settembre 2022.
  3. ^ (EN) Greg Miller, How the CIA used Crypto AG encryption devices to spy on countries for decades, in Washington Post, 11 febbraio 2020.
  4. ^ (EN) David Kahn, The Code-Breakers (2nd Ed), New York, Scribner, 1996.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN8031148523918020970000 · ISNI (EN0000 0004 9584 669X · LCCN (ENn2017006255 · GND (DE1123755086
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