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Burro di cacao

grasso aromatico giallastro pallido ottenuto dai semi di cacao
Disambiguazione – Se stai cercando l'accessorio per le labbra, vedi burrocacao.

Il burro di cacao è un grasso estratto dai semi di cacao, che ne contengono dal 50% al 57%, ottenuto tramite un processo di pressatura ed esposizione ad alte temperature.

Burro di cacao

Ha molteplici usi: oltre ad essere un ingrediente del cioccolato, è anche una materia prima impiegata nell'industria cosmetica per ammorbidire le labbra (nei burrocacao e nei rossetti) e in alcune creme.

Caratteristiche fisico-chimiche e organolettiche

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Il burro di cacao è uno dei grassi più stabili noti, contenente antiossidanti naturali che prevengono l'irrancidimento e gli danno una durata di 2-5 anni di immagazzinaggio[1]. Il burro di cacao, di colore giallo chiaro, solido a temperatura ambiente, fonde all'incirca alla stessa temperatura presente nel cavo orale. Questa ultima caratteristica rende la scelta di burro di cacao di ottima qualità uno dei segreti che differenzia le diverse varietà di cioccolato presenti sul mercato. È poco untuoso al tatto e ha caratteristiche aromatiche gradevoli, molto simili a quelle del cacao. Pur non contenendo, essendo un prodotto naturale, grassi idrogenati artificialmente, esso presenta un elevato contenuto di grassi saturi (acido palmitico, acido stearico)[2]. Per essere un grasso ha delle caratteristiche insolite, quali la durezza e la fragilità.

Il burro di cacao è ideale anche in cucina in usi diversi poiché ha un alto punto di fumo (230 °C contro i 160 °C del burro e i 210 °C dell'olio extravergine d'oliva) e perché, derivando dal cacao, è un burro vegetale[3]. Le caratteristiche fisico-chimiche cadono entro brevi intervalli:

Composizione

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In tutti i grassi vegetali la composizione può variare in funzione della cultivar, delle condizioni ambientali, della raccolta e della lavorazione. Inoltre, la fase di maturazione della fava di cacao e le condizioni di fermentazione, deodorazione e tostatura possono influire sulla distribuzione di acidi grassi.

Composizione del burro di cacao rilevata su 19 campioni di diversa origine[4][5]
acido grasso Notazione Delta[6] concentrazione
(min-max)%
acido miristico 14:0 0,05-0,16
acido palmitico 16:0 23,75–27,86
acido palmitoleico 16:1Δ9c 0,23-0,33
acido margarico 17:0 0,20-0,27
acido stearico 18:0 31,66–37,35
acido oleico 18:1Δ9c 32,84–37,52
acido linoleico 18:2Δ9c12c 2,37–3,89
acido α-linolenico 18:3Δ9c,12c,15c 0,13–0,22
acido arachico 20:0 0,91–1,18
acido beenico 22:0 0,15–0,22

Nel burro di cacao la variabilità della concentrazione di isomeri del tocoferolo e del tocotrienolo è particolarmente alta.[7]

concentrazione tocoli
rilevata su 23 campioni [4]
Sostanza (min-MAX)
mg/kg
Alfa-tocoferolo 1,1 - 9,0
Gamma-tocoferolo 3,4 - 246,9
Delta-tocoferolo 2,6 - 5,0
Gamma-tocotrienolo 2,9 - 4,7

I lipidi sterolici del burro di cacao si dividono tra steroli liberi, steroli esterificati, steroli glucosidici e glucosidi di steroli acilati. Gli steroli liberi sono la frazione principale. Gli steroli esterificati ammontano all'11,5% mentre quelli glucosidici ammontano al 16,3% del totale degli steroli.[8]

concentrazione principali steroli liberi [9][8][10]
Brassicasterolo 0,9 mg/100g
Campesterolo 18,7 mg/100g
Stigmasterolo 60,1 mg/100g
Beta-Sitosterolo 123,3 mg/100g
Colestanolo 1,1 mg/100g
5-Avenasterolo 5,6 mg/100g
Colesterolo 1,9 mg/100g
Cicloeucalenolo 0.96 mg/100g

Il trigliceride principale del burro di cacao è il POS dove alla molecola di glicerolo sono presenti in questa sequenza l'acido Palmitico, l'Oleico e lo Stearico; Seguono altri due trigliceridi, POP (Palmitico-Oleico-Palmitico) e SOS (Stearico-Oleico-Stearico). La particolare omogeneità dei suoi trigliceridi ne determina le caratteristiche fisiche di durezza, fragilità e intervalli di fusione piuttosto definiti per una miscela di trigliceridi.

Distribuzione quantitativa dei trigliceridi (g/100 g) [4]
Mediana rilevata su 42 campioni

P:palmitico, O:oleico, S:stearico, L:linoleico

POP PLP POS POO+PLS SOS SOO+SLS OOO
18,37 1,89 42,12 5,6 26,26 4,52 1,21

È inoltre polimorfico, cioè assume diverse forme cristalline a seconda di come lo si riscalda e raffredda, in particolare:

  • γ si produce per un raffreddamento molto rapido, ha un punto di fusione a 17 °C e si trasforma facilmente nella forma α.
  • α ha un punto di fusione a 21 °C- 24 °C e si trasforma, a temperatura ambiente, in βI
  • βI fonde tra i 27 °C e i 29 °C e diventa stabile nella forma chiamata β.
  • β fonde a 34 °C - 35 °C.

Procedimento di estrazione, adulterazioni, surrogati

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Il burro di cacao si può ottenere tramite un'unica spremitura oppure due spremiture successive; in entrambi i casi il prodotto finale sarà burro di cacao, senza particolari differenze. Se, differentemente, si estrae il burro di cacao tramite solventi, dai pannelli già spremuti e dai gusci, il burro così ottenuto è di più bassa qualità e viene chiamato "Burro di cacao olandese di seconda".

Per utilizzare il burro di cacao per la cioccolata il procedimento prevede un ulteriore passo: la rifusione, che consente di eliminare le impurità; nel caso invece di utilizzo nelle industrie farmaceutiche, esso va fatto filtrare tramite sacchi di flanella.

Nel 1956 la Unilever ha brevettato una sintesi per l'ottenimento di un grasso quasi uguale come caratteristiche fisiche al burro di cacao partendo da altre fonti vegetali, con costi molto più ridotti e ovviamente senza il contenuto di molecole tipiche del cacao come i menzionati antiossidanti[11].

Il burro di cacao è facilmente adulterabile, soprattutto con altri grassi e acidi grassi che, usati direttamente o interesterificati assumono caratteristiche simili a quelle del burro di cacao, e primo fra tutti il comune POP molecola principale dell'olio di palma:

  1. ^ (EN) Cocoa butter, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 15 maggio 2018.
  2. ^ Andrea Tibaldi, Cacao, burro di cacao e cacao in polvere, su Cibo360.it. URL consultato il 15 maggio 2018.
  3. ^ Burro di Cacao Alimentare, su venchi.com. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2018).
  4. ^ a b c Markus Lipp, Catherine Simoneau e Franz Ulberth, Composition of Genuine Cocoa Butter and Cocoa Butter Equivalents, in Journal of Food Composition and Analysis, vol. 14, 1º agosto 2001, pp. 399–408, DOI:10.1006/jfca.2000.0984. URL consultato il 19 novembre 2019.
  5. ^ (EN) Jorge E. Spangenberg e Fabiola Dionisi, Characterization of Cocoa Butter and Cocoa Butter Equivalents by Bulk and Molecular Carbon Isotope Analyses: Implications for Vegetable Fat Quantification in Chocolate, in Journal of Agricultural and Food Chemistry, vol. 49, n. 9, 2001-9, pp. 4271–4277, DOI:10.1021/jf001509g. URL consultato il 19 novembre 2019.
  6. ^ PlantFAdb, su plantfadb.org. URL consultato il 21 novembre 2019.
  7. ^ Dorota Żyżelewicz, Wiesława Krysiak e Grażyna Budryn, Tocopherols in cocoa butter obtained from cocoa bean roasted in different forms and under various process parameters, in Food Research International, vol. 63, 1º settembre 2014, pp. 390–399, DOI:10.1016/j.foodres.2014.03.027. URL consultato il 20 novembre 2019.
  8. ^ a b K. Staphylakis e D. Gegiou, Free, esterified and glucosidic sterols in cocoa butter, in Lipids, vol. 20, n. 11, 1985-11, pp. 723–728, DOI:10.1007/bf02534394. URL consultato il 20 novembre 2019.
  9. ^ Katherine M. Phillips, David M. Ruggio e Mehdi Ashraf-Khorassani, Phytosterol Composition of Nuts and Seeds Commonly Consumed in the United States, in Journal of Agricultural and Food Chemistry, vol. 53, n. 24, 2005-11, pp. 9436–9445, DOI:10.1021/jf051505h. URL consultato il 19 novembre 2019.
  10. ^ M. Lipp e E. Anklam, Review of cocoa butter and alternative fats for use in chocolate—Part A. Compositional data, in Food Chemistry, vol. 62, n. 1, 1998-05, pp. 73–97, DOI:10.1016/s0308-8146(97)00160-x. URL consultato il 20 novembre 2019.
  11. ^ (EN) patents - Cacao butter substitutes and chocolates containing the same, su google.it. URL consultato il 5 marzo 2021 (archiviato il 10 marzo 2016).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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