Carcaci
Carcaci è una frazione[1] del comune di Centuripe, da cui dista circa 12 chilometri. Fino al 1876 ha costituito un comune autonomo.
Carcaci frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Libero consorzio comunale | Enna |
Comune | Centuripe |
Territorio | |
Coordinate | 37°39′53″N 14°46′54″E |
Altitudine | 250 m s.l.m. |
Abitanti | 200 circa |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 94010 |
Prefisso | 0935 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | B746 |
Nome abitanti | carcacioti |
Cartografia | |
Storia
modificaLa prima testimonianza della presenza umana nel luogo risale all'XI secolo, quando i normanni, venuti in Sicilia, nel 1061 qui si accamparono per organizzare la presa di Centuripe. A quell'epoca risale la prima costruzione di cui si ha testimonianza: una torre quadrangolare successivamente inglobata in altri edifici. Il primo feudatario di Carcaci fu Giovanni de Raynero nel 1200 circa. Nel 1453 Giovanni Spatafora ebbe l'investitura dal re Alfonso della baronia di Carcaci. Sul finire del XVI secolo vennero realizzati dei lavori idraulici per opera del barone Ruggero Romeo. Successivi feudatari di Carcaci furono Nicola Mancuso nel 1602 e Gonsalvo Romeo Gioieni nel 1630. Questi ottenne nel 1631 la licentia populandi e fondò il borgo[2].
In seguito, Carcaci passò alla famiglia Paternò Castello che da allora si tramanda il titolo di « duca di Carcaci ». La principale risorsa economica di Carcaci fu la coltivazione del riso, ma si coltivavano anche canapa e lino[3]. Il borgo venne realizzato con pianta regolare e con gusto barocco spagnoleggiante: venne realizzato un monumentale ingresso, una chiesa, dedicata a santa Domenica, ormai in stato di abbandono, un castello.
Nel 1818 con l'abolizione della feudalità Carcaci, che all'epoca contava 150 abitanti, divenne comune autonomo del Regno delle Due Sicilie[4].
Nel 1860 venne posto, assieme a Catenanuova, nel mandamento di Centuripe[5]. Successivamente, il comune di Carcaci (all'epoca, nel distretto di Nicosia, incluso nel territorio della provincia di Catania) fu declassato a « frazione », poiché venne aggregato a quello di Centuripe con reale decreto n.2849 del 28 novembre 1875[6][7].
La frazione fu abitata fino alla metà del XX secolo (1950) da grossi allevatori di bestiame provenienti da Tortorici.
Curiosità
modificaCarcaci si trova nei pressi del settecentesco Acquedotto Biscari di Adrano.
Si raggiunge percorrendo la vecchia strada statale 121 da Adrano in direzione di Centuripe-Regalbuto-Enna, all'altezza degli obelischi del ponte Maccarrone che attraversa il fiume Simeto che collega le provincie di Catania ed Enna; quindi, intercettando una deviazione una volta imboccata la strada statale 575 per Troina, superato un piccolo ponte ferroviario.
Infrastrutture e trasporti
modificaDal 18 agosto 1952, con l'apertura della seconda parte della linea ferroviaria Motta-Regalbuto, Carcaci ebbe la sua stazione ferroviaria da cui, nel periodo tra ottobre e maggio, partivano quotidianamente treni merci carichi di agrumi. La stazione venne definitivamente chiusa il 31 dicembre 1986 assieme alla tratta di linea fino a Paternò.
Note
modifica- ^ Statuto comunale di Carcaci, su comune.centuripe.en.it.
- ^ Centuripe, Borgo Carcaci, su etnaportal.it. URL consultato il 29 settembre 2017.
- ^ Antico borgo di Carcaci, su Comune di Centuripe. URL consultato il 29 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2016).
- ^ Antico borgo di Carcaci, su Distretto turistico Dea di Morgantina. URL consultato il 22 dicembre 2023.
- ^ Raccolta dei RR. decreti, ordinanze ministeriali ed altri atti officiali ..., su google.it, 1860, p. 2887. URL consultato il 29 settembre 2017.
- ^ R.D. n. 2849 - Soppressione del comune di Carcaci unito a quello di Centuripe. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 1875, in Raccolta degli atti ufficiali delle leggi, decreti, istruzioni, circolari, pubblicati nel Regno d'Italia nel 1875, 24 (V della Serie Seconda, Milano, per i tipi di Luigi Di Giacomo Pirola, 1875, p. 1023 e s.. URL consultato il 22 dicembre 2023.
- ^ Aggregazioni e segregazioni di Comuni e Frazioni, in « Digesto Italiano: Enciclopedia metodica e alfabetica di legislazione, dottrina e giurisprudenza », 2 (Parte 2ª), Torino, UTET, 1893, p. 30 e s.. URL consultato il 22 dicembre 2023.
Altri progetti
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