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Congregazione elveto-americana

La Congregazione elveto-americana (in latino Congregatio Helveto-americana) è una delle congregazioni monastiche di diritto pontificio che compongono la confederazione benedettina.[1]

 
L'arciabbazia di Saint Meinrad.
 
L'abbazia di Conception

Nel 1853 Enrico Schmid, abate di Einsiedeln, inviò nell'Indiana alcuni monaci per ergervi un monastero: la situazione politica in Svizzera, per la guerra del Sonderbund, aveva reso opportuno una fondazione all'estero dove i monaci di Einsielden avrebbero potuto trovare rifugio; inoltre la soppressione del collegio di Bellinzona, diretto dai monaci di Einsielden, aveva messo a disposizione dell'abate numerosi monaci per la nuova fondazione.[2]

Giunti nella diocesi di Vincennes, i benedettini di Einsielden presero a dedicarsi alla formazione del clero diocesano e alla cura d'anime. Il 21 marzo 1854 fu fondato presso Louisville[non chiaro] un monastero dedicato al santo eremita svizzero Meginrado (Meinrad).[2]

I benedettini di Saint Meinrad si resero autonomi dall'abbazia madre di Eisielden nel 1869.[2] Il monastero rifiutò l'offerta di Bonifacio Wimmer di aderire alla congregazione americano-cassinese (di cui i benedettini svizzeri non condividevano il carattere accentrato, il noviziato comune e la possibilità dei monaci di trasferirsi da un monastero a un altro) e chiesero alla Santa Sede di rimanere all'interno della congregazione di Svizzera o di iniziarne una nuova, avente come base la forma di governo della congregazione svizzera (più legata all'ideale di san Benedetto dell'autonomia dei singoli monasteri e della stabilitas loci): con breve del 30 settembre 1870 la Sede apostolica costituì l'abbazia di Saint Meinrad capo di una congregazione separata, detta elveto-americana, affiliata a quella di Svizzera.[3]

Nel 1871 anche l'abate benedettino di Engelberg, Anselmo Villiger, decise di aprire una fondazione negli Stati Uniti d'America e nel 1873 venne eretto il monastero di Conception, nel Missouri. Con breve del 5 aprile 1881 il monastero venne unito a quello di Saint Meinrad, dando ufficialmente inizio alla congregazione.[3]

Governo della congregazione

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Le costituzioni della congregazione (approvate definitivamente il 9 febbraio 1901) sono modellate su quelle delle congregazioni di Svizzera e di Beuron.[3]

La congregazione è governata da un abate presidente e due abati assistenti, tutti scelti tra gli abati dei monasteri congregati, affiancati da due monaci periti; i membri del governo sono eletti con mandato di sei anni dal capitolo generale della congregazione, composto dai superiori di tutte le abbazie e i priorati della congregazione e da un monaco delegato per ciascun monastero.[3]

Il 21 marzo 1954 il monastero di Saint Meinrad è stato elevato al grado di arciabbazia:[4] pur avendo un primato d'onore sugli altri monasteri della congregazione, la casa generalizia della congregazione è, de facto, il monastero retto dall'abate che presiede pro tempore la congregazione.[5]

Attività e diffusione

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Ogni monastero della congregazione è indipendente e ha un proprio spirito e una propria attività: presso numerosi monasteri sono attivi seminari (quello di Conception è rinomato per la formazione liturgica)[4] e collegi (presso l'abbazia di Marmion ha sede un'accademia militare che i monaci dirigono sotto la supervisione dell'esercito statunitense);[6] alcuni monasteri (Blue Could) curano le missioni tra le popolazioni native.[7]

Nel 2004 le case aderenti alla congregazione erano presenti negli Stati Uniti (Arkansas, California, Dakota del Sud, Idaho, Illinois, Indiana, Louisiana, Massachusetts, Missouri, Nebraska, Oregon, Texas, Wisconsin), Canada, Guatemala e Messico.[8]

Alla fine del 2008 alla congregazione appartenevano 17 monasteri sui iuris e 558 tra novizi e monaci professi, 315 dei quali sacerdoti.[1]

  1. ^ a b Ann. Pont. 2010, p. 1427.
  2. ^ a b c A. Cody, DIP, vol. II (1975), col. 1496.
  3. ^ a b c d A. Cody, DIP, vol. II (1975), col. 1497.
  4. ^ a b A. Cody, DIP, vol. II (1975), col. 1498.
  5. ^ A. Cody, DIP, vol. II (1975), col. 1501.
  6. ^ A. Cody, DIP, vol. II (1975), col. 1499.
  7. ^ A. Cody, DIP, vol. II (1975), col. 1500.
  8. ^ Atlas O.S.B., editio II, Romae 2004 (ZIP), su atlas.osb-international.info. URL consultato il 16 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).

Bibliografia

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  • Annuario Pontificio per l'anno 2010, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 978-88-209-8355-0.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
Controllo di autoritàVIAF (EN16146285455815371942 · GND (DE1099096642
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