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Consonante sonora

suono consonantico prodotto con la vibrazione delle corde vocali

In linguistica viene definita sonora la consonante il cui suono viene accompagnato dalla vibrazione delle corde vocali. Sono sonore le consonanti [ v, g, b, d, dz, z ] e sorde le consonanti [ f, k, p, t, ts, s ], che invece vengono articolate senza far vibrare le corde vocali.

In alcune lingue la sonorità è un tratto distintivo che permette di distinguere tra loro fonemi con identica articolazione ad eccezione della presenza o assenza della vibrazione delle corde vocali. In altre lingue questa differenza non è distintiva. Una lingua di quest'ultimo tipo era l'etrusco, il che ha avuto delle conseguenze nella trasmissione dell'alfabeto greco in Italia e nella sua adozione da parte dei Romani. La terza lettera dell'alfabeto, gamma, che in greco rappresentava una occlusiva velare sonora [g], venne adottata dagli etruschi come una semplice occlusiva velare non aspirata, e quando i latini appresero dagli etruschi l'alfabeto, inizialmente attribuirono ad essa il valore di occlusiva velare sia sorda sia sonora, e solo in un secondo momento venne marcata una differenza tra la velare sorda (la lettera C, forma assunta dal gamma in etrusco) e quella sonora, per la quale i latini inventarono una nuova lettera, derivata dalla C con un tratto supplementare: G (in molte iscrizioni arcaiche la lettera C ha ancora valore di g, conservato poi solo nell'ortografia arcaizzante di alcuni nomi propri come CAIVS per Gaius).

In italiano la sonorità è distintiva nelle occlusive (si vedano coppie minime come pasta~basta; tante~Dante; callo~gallo) ma non sempre nelle fricative (a fronte di coppie minime come inferno~inverno, si veda la pronuncia toscana ['kasa] o lombarda ['kaza] della stessa parola casa).

Voci correlate

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