Demo (antica Grecia)
Il demo (in greco antico: δῆμος?, dêmos) era una suddivisione del territorio dell'antica Attica, la regione della città di Atene, entrata in vigore con la riforma di Clistene (508/507 a.C.). Secondo le ricerche di John S. Traill, il numero totale dei demi ammontava a 139 (o 142, contando tre demi aggiunti dopo l'epoca di Clistene).[1]
Organizzazione
modificaCon la riforma democratica di Clistene (508/507 a.C.) i demi divennero divisioni amministrative ufficiali e Atene venne per la prima volta suddivisa in demi; la riforma istituì un totale di 139 demi. Secondo Strabone nel III secolo a.C. il loro numero era aumentato a 174.[2] Anche dopo la fine dell'indipendenza ateniese i demi sopravvissero come distretti amministrativi in epoca romana.
I demi di Clistene, che sostituirono le antiche suddivisioni della popolazione basate sui gruppi familiari (fratrie), venivano rappresentati nella bulé in proporzione alle loro dimensioni.
Tutti i cittadini ateniesi al momento della maggiore età erano iscritti a un demo come requisito fondamentale per la cittadinanza; l'iscrizione al demo rimaneva uguale per tutta la vita di un Ateniese, anche se andava ad abitare in un altro demo.[3]
Ciascun demo aveva i propri culti e le proprie forze di polizia ed era governato da un demarco. Avevano competenze in materia dei registri di proprietà, utilizzati per le tassazioni. Alcuni di essi erano vere e proprie città o importanti centri religiosi (Eleusi, Acarne, Ramnunte).
Ogni demo apparteneva a una delle trenta trittie, tre delle quali (una dell'interno, una della costa e una della città) componevano una delle dieci tribù. I 50 membri della Boulé spettanti a ogni tribù erano distribuiti tra i demi in proporzione alla popolazione residente.
Importanza dei demi nella politica di Atene
modificaPrima di Clistene
modificaL'Attica, regione imperniata su tre pianure (pianura eleusina, pianura di Atene e pianura orientale), fu unificata nel VII secolo a.C.[4] Inizialmente l'aristocrazia ateniese estromise dal governo quella delle altre due pianure, dato che poteva agilmente controllare l'Areopago e l'Ecclesia, che si riunivano in città.[5]
Questo controllo durò finché Pisistrato, proveniente da Braurone, riuscì a catturare l'acropoli e ad instaurare la sua tirannide.[5]
Alla fine del VI secolo a.C. Clistene, appartenente alla famiglia degli Alcmeonidi, che avevano ampi possedimenti nella piana di Atene, sconfisse il suo rivale Isagora, di Braurone, e promosse delle riforme in senso democratico, anche se alcune sembrano mosse di "giocoleria elettorale".[5]
V secolo a.C.
modificaNei settant'anni successivi alla riforma di Clistene quasi tutti i politici ateniesi provenivano dai demi della città o nei dintorni di essa, visto che gli abitanti dei demi più lontani avevano difficoltà a raggiungere la città per esercitare i loro diritti politici.[5] In questo periodo ci furono solo due eccezioni notevoli: il polemarco Callimaco di Afidna, che forse aveva stretto accordi colle famiglie della città, e Temistocle di Frearri, che durante la sua carriera fu in costante contrasto colle suddette.[6] Erodoto riferisce che un giorno Temistocle litigò con Timodemo di Afidna e i due si accusarono a vicenda di non essere veri ateniesi.[6][7]
Durante la guerra archidamica (431-421 a.C.) l'ammassamento di un gran numero di persone di tutta l'Attica dentro le Lunghe Mura portò un cambiamento: in questo decennio il numero di politici provenienti da fuori città aumentò considerevolmente (tra loro Demostene di Afidna, Eurimedonte di Mirrinunte e Conone di Anaflisto).[5]
La tensione tra i politici della città e quelli dell'esterno crebbe e probabilmente influenzò il colpo di stato dei Quattrocento, portato avanti principalmente da Antifonte di Ramnunte, Frinico di Diradiote e Aristarco di Decelea.[5]
Anche tra i Trenta tiranni la figura di maggior spicco, Crizia, non proveniva dalla città, ma da Fegunte (demo di localizzazione incerta).[5]
IV secolo a.C.
modificaL'appartenenza a un demo era ereditaria, ma, a causa della guerra del Peloponneso molti abitanti dell'Attica cambiarono demo di residenza; nel IV secolo a.C., quindi, è facile trovare relazioni di parentela tra persone che appartenevano allo stesso demo ma vivevano in luoghi dell'Attica molto distanti da quel demo.[5]
Anche nel IV secolo a.C., comunque, sembra persistere una sorta di complesso di inferiorità da parte degli abitanti del nord dell'Attica nei confronti di quelli della città: in un'iscrizione riportante gli anfizioni ateniesi a Delo nel 377-373 a.C. tutti gli Ateniesi sono indicati con nome, patronimico e demotico, ma uno di loro, Alcmeonide (nome che richiama una potente famiglia della città, gli Alcmeonidi di Clistene e di Alcibiade), aveva come demotico un generico "di Atene" invece che "di Afidna" (demo del nord).[6][8]
Demi ritenuti autentici
modificaDemi ritenuti spuri per tribù
modificaPandionide
modifica- Grae e Fegea sono attestati nel catalogo del 201/200 a.C. probabilmente per errore dello scalpellino.[10]
- Caletea è attestato in due trascrizioni recenti e probabilmente errate.[10]
Acamantide
modifica- Racide è noto in una sola citazione nel Lexicon di Fozio di Costantinopoli.[11]
- Cirtide è attestato nel tardo periodo romano ma non ci sono prove che sia esistito prima del II secolo d.C. né che sia mai stato un demo attico.[12]
Eneide
modifica- Si è supposto l'esistenza di una seconda File sulla base una lettura infelice.[12]
- Perride è attestata solo in una lista del 303/302 a.C., probabilmente per errore dello scalpellino nel trascrivere Tirmide.[12]
Cecropide
modifica- Le lunghezze relative delle colonne nella lista dei consiglieri del 335/4 suggerisce l'esistenza di altri due demi.[13]
- Si è suggerita, sulla sola base di una singola lettera nella trascrizione di un'iscrizione persa, l'esistenza di una seconda Cicinna.[14]
- Non ci sono sufficienti basi neanche per l'ipotesi di una suddivisione di Trinemea.[14]
- Più solida l'ipotesi di un'eventuale seconda Sipaletto, che però venne respinta da John S. Traill.[15]
Ippotontide
modifica- Agriade, che compare nell'edizione di Bekker dell'Anecdota Graeca, è un ovvio errore per Auride.[16]
- Un'iscrizione tardo romana riporta Pol(--) ma non è chiaro a che demo faccia riferimento.[16]
- Il riferimento ad Anacea sembra essere un errore per Anagirunte.[16]
- Amimone e Sfendale sono attestati nel II e nel III secolo d.C., ma probabilmente non sono mai stati dei demi attici regolari.[16]
Aiantide
modifica- Cicala è attestata due volte ma probabilmente non è mai stato un demo attico regolare.[17]
- Perride, Tirgonide e Titacide sono citati dai lessicografi; è probabile che non siano mai stati dei demi regolari. Lo stesso vale per Petalide, attestato come nome di luogo.[18]
- La città di Psafi, al confine colla Beozia, compare come demo in un'iscrizione tardo romana, ma non era un demo attico regolare.[18]
Antiochide
modifica- Una seconda Atene e un De(--) sono stati poi provati come risultato di una lettura erronea.[19]
- Era spurio anche Lecco, attestato in Esichio di Alessandria.[19]
- Leucopira, Ergade e Firrisnesi compaiono solo in iscrizioni del II e III secolo d.C. e non sono mai stati demi regolari.[19]
- Melene e Pentele sono nomi più antichi, ma anch'essi diventano villaggi solo nel tardo periodo romano.[19]
Note
modifica- ^ Traill, p. 81.
- ^ Strabone, IX, 1, 16.
- ^ Smith, Antiquities.
- ^ Sealey, p. 34.
- ^ a b c d e f g h Sealey, p. 35.
- ^ a b c Sealey, p. 36.
- ^ Erodoto, VIII, 125.
- ^ IG II2 1929, 14
- ^ a b Non collocabile con certezza in alcuna delle tre regioni storiche in cui era storicamente divisa l'Attica.
- ^ a b Traill, pp. 7-8.
- ^ Traill, pp. 8-9.
- ^ a b c Traill, p. 9.
- ^ Traill, pp. 9-10.
- ^ a b Traill, p. 10.
- ^ Traill, pp. 10-11.
- ^ a b c d Traill, p. 12.
- ^ Traill, pp. 12-13.
- ^ a b Traill, p. 13.
- ^ a b c d Traill, p. 14.
Bibliografia
modifica- Fonti primarie
- Fonti secondarie
- (EN) Raphael Sealey, Who was Aristogeiton?, in Bulletin of the Institute of Classical Studies, VII, n. 1, dicembre 1960, pp. 33-43, DOI:10.1111/j.2041-5370.1960.tb00633.x.
- (EN) John S. Traill, The Political Organization of Attica, ASCSA, 1975, ISBN 978-0-87661-514-0.
- (EN) William Smith (a cura di), Demus, in A Dictionary of Greek and Roman Antiquities, 1890.
- (EN) William Smith (a cura di), Attica - V (Political divisions), in Dictionary of Greek and Roman Geography, 1890.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su demo
Collegamenti esterni
modifica- demo, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) deme, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 52547 · LCCN (EN) sh85036636 · BNF (FR) cb18070615d (data) · J9U (EN, HE) 987007545754405171 |
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