Genuri
Genuri (Giauni o Jauni in sardo) è un comune italiano di 300 abitanti della provincia del Sud Sardegna, nella sub-regione storica della Marmilla.
Genuri comune | |
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(IT) Genuri (SC) Giaùni, Jaùni | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Sud Sardegna |
Amministrazione | |
Sindaco | Sandro Branca (lista civica) dall'11-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 39°44′38.72″N 8°55′25.43″E |
Altitudine | 243 m s.l.m. |
Superficie | 7,52 km² |
Abitanti | 300[1] (31-3-2024) |
Densità | 39,89 ab./km² |
Comuni confinanti | Baradili (OR), Sini (OR), Genoni, Setzu, Turri |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09020 |
Prefisso | 070 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 111024 |
Cod. catastale | D970 |
Targa | SU |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) genuresi (SC) giaunesus/jaunesus |
Patrono | santa Maria |
Giorno festivo | 8 settembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Genuri nella provincia del Sud Sardegna | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaTerritorio
modificaSi trova ai piedi dell'altopiano della Giara, confina con la provincia di Oristano (a ovest) e quella di Nuoro (a nord) dista circa 63 km da Cagliari e 45 da Oristano.
Storia
modificaArea già abitata in epoca nuragica per la presenza di alcuni resti di nuraghi, durante il medioevo appartenne al giudicato di Arborea e fece parte della curatoria di Marmilla. Alla caduta del giudicato (1420) fece parte del Marchesato di Oristano. Sconfitti definitivamente gli arborensi (1478) passò sotto il dominio aragonese entrando a far parte del Marchesato di Quirra, feudo prima dei Centelles e poi, dal 1798, degli Osorio de la Cueva. Venne riscattato a questi ultimi nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Dal 1928 al 1958 fu unito al comune di Tuili.
Simboli
modificaLo stemma e il gonfalone del comune di Genuri sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 febbraio 2008.[3]
«Stemma partito: il primo, di azzurro, al nuraghe di argento, murato di nero, chiuso e finestrato dello stesso, fondato sulla campagna di verde; il secondo, di rosso, all'olivo di verde, fustato e sradicato al naturale, fruttato di nove, di nero; al capo d'oro, caricato dal tralcio di vite al naturale, posto in fascia, fruttato di tre di porpora, ogni grappolo pampinoso di due, di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, PARVUS SED APTUS MIHI. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di verde.
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaDi notevole interesse storico è il nuraghe San Marco (oggetto d'interessanti scavi archeologici) e l'omonima chiesa campestre.
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[4]
Lingue e dialetti
modificaLa variante del sardo parlata a Genuri è il campidanese occidentale.
Economia
modificaL'economia di Genuri è incentrata prevalente sull'agricoltura in genere, olio d'oliva e l'allevamento ovino e caprino.
Note
modifica- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2024.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Genuri (Cagliari) D.P.R. 25.02.2008 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 23 luglio 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
modifica- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Genuri
Collegamenti esterni
modifica- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
- Giara, su sajaramanna.it. URL consultato il 5 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2007).