Giovanni Prandini
Giovanni Prandini (Calvisano, 22 gennaio 1940 – Lonato del Garda, 12 marzo 2018) è stato un funzionario e politico italiano, già Ministro della Marina Mercantile e Ministro dei lavori pubblici.
Giovanni Prandini | |
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Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 23 luglio 1989 – 28 giugno 1992 |
Capo del governo | Giulio Andreotti |
Predecessore | Enrico Ferri |
Successore | Francesco Merloni |
Ministro della marina mercantile | |
Durata mandato | 29 luglio 1987 – 23 luglio 1989 |
Capo del governo | Giovanni Goria Ciriaco De Mita |
Predecessore | Costante Degan |
Successore | Carlo Vizzini |
Sottosegretario di Stato al Ministero del commercio con l'estero | |
Durata mandato | 9 agosto 1983 – 1º agosto 1986 |
Contitolare | Francesco Mazzola |
Capo del governo | Bettino Craxi |
Predecessore | Edoardo Speranza |
Successore | Gianfranco Rocelli Alberto Rossi |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 25 maggio 1972 – 11 luglio 1983 |
Durata mandato | 23 aprile 1992 – 14 aprile 1994 |
Legislatura | VI, VII, VIII, XI |
Gruppo parlamentare | VI-VIII: DC XI: PPI-DC |
Circoscrizione | Brescia |
Incarichi parlamentari | |
VI legislatura:
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Sito istituzionale | |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 12 luglio 1983 – 22 aprile 1992 |
Legislatura | IX, X |
Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Lombardia |
Collegio | Chiari |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | DC (1964-1994) PDC (2000-2013) |
Titolo di studio | Laurea in scienze economiche e commerciali |
Professione | Funzionario pubblico |
Biografia
modificaGiovanni Prandini è nato a Calvisano il 22 gennaio 1940 in una famiglia numerosa; suo fratello Mario era un sacerdote mentre la sorella Carmella era una monaca canossiana. In tenera età la sua famiglia di provenienza si trasferí a Castelletto di Leno, comune in cui ha conseguito la maturità classica al liceo Bagatta prima della laurea in scienze economiche e commerciali nel 1966 e dello svolgimento della professione di funzionario pubblico.
La sua attività politica iniziò nel 1964, quando il consiglio provinciale giovanile della Democrazia Cristiana lo elesse delegato. Dopo la nomina a segretario provinciale nel 1971 venne eletto, per la prima volta, deputato nel 1972 nella circoscrizione Brescia-Bergamo con la Democrazia Cristiana, venendo riconfermato nella VII legislatura (1976-1979) e nella VIII legislatura (1979-1983). Fu eletto senatore nella IX legislatura e nella X legislatura.
Nel governo Craxi ricoprí due volte l'incarico di Sottosegretario di Stato al ministero del commercio con l'estero, mentre nell'esecutivo Goria fu nominato ministro della marina mercantile e riconfermato nel governo De Mita; in questi anni ingaggiò un confronto con gli scaricatori di porto Genovesi, conclusosi con un'ampia convergenza tra il suo ministero e i rivoltosi. Con la nascita del VI governo Andreotti (1989-1992) divenne ministro dei lavori pubblici e durante il suo mandato ministeriale furono avviati i cantieri per la costruzione dei raccordi stradali Brescia-Valsabbia e Brescia-Desenzano e del raccordo Iseo-Valcamonica.
Esponente della corrente Grande Centro o Azione Popolare di Arnaldo Forlani, Antonio Gava e Vincenzo Scotti, fu un convinto assertore della nascita del CAF, l'alleanza tra Bettino Craxi, Giulio Andreotti e Forlani. Da taluni fu soprannominato il decisionista in quanto la sua attività politica nei dicasteri da lui presieduti si sono caratterizzati per il pragmatismo.
L'esponente democristiano della sinistra di Base Guido Bodrato coniò la definizione "banda dei quattro" per riferirsi al gruppo composto da Prandini, Paolo Cirino Pomicino, Francesco De Lorenzo e Carmelo Conte, locuzione poi utilizzata soprattutto dalla sinistra con accezione molto negativa[1]
Prandini si è spento nella sua abitazione Lonato del Garda nel 2018 all'età di 78 anni[2]. Dopo l'esposizione della salma nella camera ardente allestita nella sua abitazione furono celebrati i funerali presso la Basilica di San Giovanni Battista a Lonato alla presenza di moltissime persone; dopo la funzione funebre il feretro dell'ex ministro è stato tumulato nel cimitero comunale di Leno.
Incarichi parlamentari
modificaHa fatto parte delle seguenti commissioni parlamentari: Finanze; Interni; Igiene pubblica e sanità; Affari costituzionali; Difesa; Agricoltura e foreste; Industria, commercio e turismo; Lavoro e previdenza sociale; Agricoltura e produzione agroalimentare; Esteri.
Vita privata
modificaHa due figli: Ettore, dal 7 novembre 2018 presidente della Coldiretti[3][4], e Giovanna, presidente di Sintesi S.p.A. del gruppo Brescia Mobilità.[5][6]
Procedimenti giudiziari
modificaNegli anni '90 Prandini è stato coinvolto dall'inchiesta di Tangentopoli.[2] Nel febbraio 2010 è stato condannato dalla Corte dei conti ad un risarcimento di 5.000.000 € per abuso di potere (sostituzione di bandi di concorso con trattative private) durante il suo mandato come Ministro dei lavori pubblici. Da precisare, inoltre, che l'ex ministro era stato condannato anche alla pena detentiva, ma la sentenza fu annullata.[7]
Note
modifica- ^ BODRATO E LA BANDA DEI 4 - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 9 aprile 2022.
- ^ a b Morto Giovanni Prandini, era nella "Banda dei quattro" del governo Andreotti. Poi fu travolto dall'inchiesta Mani Pulite, su Il Fatto Quotidiano, 12 marzo 2018. URL consultato il 9 aprile 2022.
- ^ Prandini_junior_neo_presidente
- ^ Ettore Prandini nuovo presidente della coldiretti regionale
- ^ Bresciaoggi[collegamento interrotto]
- ^ Sintesi S.p.A.[collegamento interrotto]
- ^ Lonato del Garda: Giovanni Prandini condannato, su Lonato del Garda, sabato 20 febbraio 2010. URL consultato il 9 aprile 2022.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Prandini
Collegamenti esterni
modifica- Senato>Senatori>Giovanni Prandini
- PartitoDemocratico Cristiano, su partitodemocraticocristiano.org. URL consultato il 29 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2007).
- Il Tramonto dell'era Boni a Brescia (1965-1975), su lovatti.eu. di Maurilio Lovatti