Giuseppe Zamberletti
Giuseppe Zamberletti (Varese, 17 dicembre 1933 – Varese, 26 gennaio 2019[1]) è stato un politico italiano, considerato il padre fondatore della moderna protezione civile italiana[2].
Giuseppe Zamberletti | |
---|---|
Ministro per il coordinamento della protezione civile | |
Durata mandato | 28 giugno 1981 – 1º dicembre 1982 |
Presidente | Giovanni Spadolini |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Loris Fortuna |
Durata mandato | 26 marzo 1984 – 18 aprile 1987 |
Presidente | Bettino Craxi |
Predecessore | Vincenzo Scotti |
Successore | Remo Gaspari |
Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 18 aprile 1987 – 29 luglio 1987 |
Presidente | Amintore Fanfani |
Predecessore | Franco Nicolazzi |
Successore | Emilio De Rose |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 5 giugno 1968 – 22 aprile 1992 |
Legislatura | V, VI, VII, VIII, IX, X |
Gruppo parlamentare | Democrazia Cristiana |
Collegio | Como |
Incarichi parlamentari | |
| |
Sito istituzionale | |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 23 aprile 1992 – 14 aprile 1994 |
Legislatura | XI |
Gruppo parlamentare | DC |
Collegio | Varese |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | Licenza media superiore |
Professione | Ragioniere |
A Zamberletti si devono infatti la nascita del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, l'introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dalle attività di soccorso, l'organizzazione del servizio nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione degli enti locali e del volontariato ed anche l'avvio della riforma del settore che culminerà con l'approvazione della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
Biografia
modificaI primi anni
modificaNasce e vive la sua giovinezza a Santa Maria del Monte, frazione della città di Varese, racchiusa nel Sacro Monte, luogo di pellegrinaggio patrimonio dell'umanità. Figlio dei gestori dell'albergo Camponovo, la più grande struttura ricettiva del borgo,[3] è fratello maggiore di Domenico, detto "Domenichino", morto in giovane età in odore di santità e proposto per la beatificazione.[4]
Impegno politico
modificaÈ stato parlamentare per diverse legislature: il 18 maggio 1968 viene eletto, per la prima volta, alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Como - Sondrio - Varese per la Democrazia Cristiana ed entra a far parte dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Rieletto deputato il 7 maggio 1972, entra a far parte del Governo come Sottosegretario all'Interno nel IV e V Governo Moro e nel III Governo Andreotti, con delega per la Pubblica sicurezza e per il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e Protezione civile. Nel I e II Governo Cossiga ricopre l'incarico di Sottosegretario agli Affari esteri.
Zamberletti si è trovato a gestire emergenze derivanti dai terremoti in Friuli nel 1976 e in Irpinia nel 1980 quale Commissario del Governo incaricato del coordinamento dei soccorsi, che furono opinatamente e poco incisivamente gestiti nel secondo evento, nonostante l'ingenza di fondi[5]. Zamberletti rimase persino coinvolto nell'inchiesta Mani sul terremoto, avviata nel 1990 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta riguardo alle irregolarità e le speculazioni nell'uso del denaro pubblico durante il processo di ricostruzione in Irpinia.[6]
Una volta nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile (1982), cercò di incidere profondamente sul sistema di coordinamento delle strutture operative e delle risorse possedute dallo Stato.
Nell'estate del 1979 si occupò, su delega del primo ministro Giulio Andreotti, dell'operazione di salvataggio dei Boat people, profughi vietnamiti in fuga dal Vietnam occupato dal regime del Vietnam del Nord[7]. L'operazione coinvolse le tre navi della Marina Militare Italiana: l'incrociatore Andrea Doria, l'incrociatore Vittorio Veneto e la nave d'appoggio Stromboli[7]. La spedizione, unica nel suo genere poiché si svolse senza scalo, si concluse con il salvataggio di circa 900 persone che verranno poi accolte definitivamente nel territorio italiano[7] grazie all'appoggio di gruppi di volontariato come la Croce Rossa e la Caritas Italiana.
In seguito ai terremoti verificatisi in Campania e in Basilicata, con il decreto-legge 27 febbraio 1982, n. 57, convertito nella legge n. 187/1982, per far fronte all'emergenza, il governo nominò Zamberletti Commissario Straordinario, ai sensi della legge 8 dicembre 1970, n. 996.
Nel giugno del 1981, anche in seguito al clamore e alle polemiche dovute al caso del mancato soccorso al piccolo Alfredino Rampi, con il decreto-legge n. 57 del 27 febbraio 1982, convertito nella legge n. 187/1992, Zamberletti viene nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile, che nella sua attività si avvarrà del Dipartimento della Protezione Civile, istituito con DPCM del 22 giugno 1982, con a capo Elveno Pastorelli, il comandante dei vigili del fuoco di Roma che aveva coordinato le iniziative di salvataggio di Alfredo Rampi.
Nel Governo Spadolini I è nominato alto commissario presso il Ministero dell'Interno per la predisposizione degli strumenti amministrativi e normativi necessari ad attuare il coordinamento dei servizi concernenti la Protezione civile; è nominato Ministro per il coordinamento della protezione civile nel II Governo Spadolini, nel Governo Craxi I e Craxi II e infine nel Governo Fanfani VI, nel quale rivestirà anche la carica di Ministro dei lavori pubblici (con funzione di coordinamento della Protezione civile).
Appassionato radioamatore, nominativo I0ZME, coinvolse i radioamatori in diverse operazioni di protezione civile.
Nel 1987 viene rieletto deputato per la sesta volta; nella successiva legislatura (XI) fu eletto al Senato.
Dal 1988 è presidente dell'IGI (Istituto Grandi Infrastrutture) e dal 1995 presiede il forum europeo dell'impresa generale. Dal 1989 al 1992 presiede il comitato promotore del Premio Chiara, concorso letterario istituito a Varese alla memoria dello scrittore Piero Chiara.
Ha fatto parte della Commissione Difesa della Camera dei deputati, dell'Assemblea dell'Atlantico del Nord e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi.
Nel 1992 viene eletto al Senato, dove entra a far parte della Commissione Difesa.
Nel 1994 assistette allo scioglimento della Democrazia Cristiana in seguito all'inchiesta Mani Pulite e al processo per mafia a Giulio Andreotti.
Il 21 maggio 1996 gli viene conferita dal Presidente della Repubblica l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce.
Il 3 novembre 1996 l'Università degli Studi di Udine gli ha conferito la laurea in Ingegneria civile Honoris Causa per la Difesa del suolo e la pianificazione territoriale.
Ha inoltre ricoperto fino alla prima metà del 2013 l'incarico di presidente del consiglio d'amministrazione della società Stretto di Messina, attribuitogli il 27 maggio 2002 con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. È stato inoltre presidente di ISPRO (Istituto per le ricerche e gli studi sulla protezione e la difesa civile).
Il consiglio comunale di Montelupo Fiorentino gli ha conferito all'unanimità, il 22 maggio 2015, la cittadinanza onoraria.[8]
Anche la città di Casale Monferrato gli ha conferito la cittadinanza onoraria, nel 1986, a seguito del suo fattivo contributo per la soluzione dei problemi causati da un inquinamento doloso dell'acquedotto comunale, per colpa di scarichi abusivi di rifiuti industriali.
Da tempo malato, muore il 26 gennaio 2019 all'età di 85 anni, all'Ospedale di Circolo di Varese. Viene dichiarato il lutto cittadino. I funerali di Stato vengono celebrati il 29 gennaio dall'arcivescovo di Milano Mario Delpini nella basilica di San Vittore a Varese, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella[9], del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e di numerosi ministri. Dopo la celebrazione viene sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Santa Maria del Monte[10]. Pochi mesi dopo si spegne anche la moglie Giovanna Bertazzoni.
Opere
modifica- Giuseppe Zamberletti, La minaccia e la vendetta. Ustica e Bologna: un filo tra due stragi, editore Franco Angeli, 1995, ISBN 978-8820494803
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ Morto Zamberletti, padre della protezione civile - Lombardia, su Agenzia ANSA, 27 gennaio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ Lorenzo Gherlinzoni, Zamberletti: «Il segreto dell’operazione Friuli? I sindaci», 5 maggio 2016. URL consultato il 24 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2016).
- ^ Addio a Giuseppe Zamberletti, uno dei più importanti varesini di sempre, su sacromontevarese.net. URL consultato il 28/01/19.
- ^ Domenico Zamberletti, su santiebeati.it. URL consultato il 26/05/20.
- ^ si veda a tal proposito Terremoto dell'Irpinia del 1980
- ^ Le mani della politica su 58.000 miliardi di lire stanziati per la ricostruzione dopo il sisma dell'80, in Il Tempo.it, 08 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2010).
- ^ a b c Missione Vietnam: 40 anni fa il salvataggio dei «boat people» ilsole24ore.com
- ^ con propria deliberazione n°26
- ^ Mattarella ai Funerali di Stato dell'on. Giuseppe Zamberletti
- ^ Anche il Sacro Monte dà il suo ultimo saluto all'onorevole Giuseppe Zamberletti, su sacromontedivarese.it. URL consultato il 26/05/20.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Giuseppe Zamberletti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Zamberletti
Collegamenti esterni
modifica- Zamberletti, Giuseppe, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giuseppe Zamberletti, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Giuseppe Zamberletti, su Senato.it - XI legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 41738643 · ISNI (EN) 0000 0000 5547 524X · SBN CFIV094915 · LCCN (EN) nr96021478 · GND (DE) 13226305X |
---|