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Harry Belafonte

musicista, attore e attivista statunitense (1927-2023)

Harold George Bellanfanti Jr., meglio noto come Harry Belafonte (New York, 1º marzo 1927New York, 25 aprile 2023), è stato un cantante, musicista, attore e attivista dei diritti civili statunitense.

Harry Belafonte
Harry Belafonte nel 2011
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereCalypso
Periodo di attività musicale1949 – 2023
Album pubblicati36
Studio34
Live2
Raccolte0

Fu soprannominato "Re del calypso" per aver reso popolare la musica caraibica negli anni cinquanta: uno dei suoi brani più celebri è Banana Boat Song. Per tutto l'arco della sua carriera, Belafonte si è battuto a favore di cause legate ai diritti umani e umanitarie. Negli ultimi anni è stato fra i critici più decisi dell'amministrazione Bush.[1]

Biografia

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Belafonte nel 1963 alla marcia su Washington per il lavoro e la libertà

Nasce nel 1927 nel quartiere Harlem di New York da genitori giamaicani, la governante Melvin Love (figlia di padre afro-giamaicano e madre scozzese-giamaicana) e il cuoco Harold George Bellanfanti Sr. (figlio di padre olandese sefardita e madre afro-americana). Nel 1935 si trasferisce con sua madre ad Aboukir, un villaggio in Giamaica. Nel 1939 torna a New York e frequenta la George Washington High School, dopodiché si arruola nella marina degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale.

La sua carriera di musicista inizia alla fine degli anni quaranta, quando comincia a esibirsi in vari spettacoli collaborando anche con l'American Negro Theatre. Nel 1952 incide per la RCA Victor il suo primo singolo, Matilda. Ma il grande successo arriva prima con l'album Belafonte nel 1956 e poi con Calypso, il primo album a vendere più di un milione di copie. Nell'album è compresa anche la famosa Banana Boat Song. Belafonte continua a incidere per la RCA negli anni sessanta e settanta, portando alla ribalta in America cantanti come Miriam Makeba e Nana Mouskouri. Nel suo album Midnight Special (1962) suona anche un giovane armonicista, Bob Dylan.

Nel 1959, nel ruolo del minatore Ralph Burton, è protagonista della pellicola La fine del mondo,[2] un film fantascientifico post-apocalittico in cui, dopo un disastro termonucleare, il minatore pare essere l'ultimo rimasto sulla terra fino all'incontro con una ragazza (interpretata da Inger Stevens), di cui si innamora e che porterà ad un'accesa rivalità con colui che in seguito si rivela il terzo sopravvissuto. Per motivi di censura (negli Stati Uniti del tempo vigeva ancora la segregazione) nel film non ci sono scambi di effusioni e aperti sentimentalismi tra il protagonista e la ragazza.

Nel 1985 è l’ideatore di USA for Africa,riuscendo a unire in un’unica notte un supergruppo di 45 celebrità della musica pop, tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando We Are the World, scritta da Lionel Ritchie e Michael Jackson, prodotta da Quincy Jones e incisa a scopo benefico. I proventi raccolti, circa 80 milioni di dollari dell’epoca, vengono devoluti alla popolazione dell'Etiopia, afflitta in quel periodo da una disastrosa carestia. Il brano vince il Grammy Award come "canzone dell'anno", come "disco dell'anno", e come "miglior performance di un duo o gruppo vocale pop".

Durante la sua lunga carriera, oltre a interpretare vari film, mantiene un forte impegno per il riconoscimento dei diritti dei neri americani. È il primo afroamericano della storia a ricevere il Kennedy Center Honors nel 1989; successivamente riceve anche la National Medal of Arts (1994) e il Grammy Lifetime Achievement Award (2000). Tiene il suo ultimo concerto nel 2003, mentre nel 2012 riceve il Pardo alla carriera dal Festival internazionale del film di Locarno.[3]

Belafonte è deceduto nella sua casa nell'Upper West Side di Manhattan il 25 aprile 2023 all'età di 96 anni. Il suo portavoce Ken Sunshine ha riferito al New York Times che la causa di morte è stata un'insufficienza cardiaca.[4]

Discografia parziale

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Album in studio
Live
Raccolte

Filmografia

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Televisione

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Doppiatori italiani

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Onorificenze

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«Per i contributi artistici alla Winnipeg Symphony Orchestra.»
— 29 maggio 1977[5]
«Per il suo eccellente contributo al sogno di un mondo migliore per tutti, libero da razzismo, povertà e sfruttamento e per il suo contributo globale all'umanitarismo alla musica e alla cinematografia.»
— 24 aprile 2007[7]
«Per il suo eccellente contributo alla lotta contro l'oppressione razziale, dedicando la sua vita all'attività umanitaria e per i contributi alle arti della musica e della cinematografia.»
— 22 aprile 2008[8]
— 2 dicembre 1989[9]
  1. ^ Democracy Now! Harry Belafonte on Bush, Iraq, Hurricane Katrina and Having His Conversations with Martin Luther King Wiretapped by the FBI, su democracynow.org, 16 novembre 2007. URL consultato l'11 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2007).
  2. ^ (EN) The World, the Flesh and the Devil, su Variety, 1º gennaio 1959. URL consultato il 21 ottobre 2024.
  3. ^ La Repubblica, 7 agosto 2012, p. 41.
  4. ^ (EN) Peter Keepnews, Harry Belafonte, 96, Dies; Barrier-Breaking Singer, Actor and Activist, in The New York Times, 25 aprile 2023. URL consultato il 25 aprile 2023.
  5. ^ Elenco degli insigniti
  6. ^ National Medal of Arts
  7. ^ Sito web della Presidenza della Repubblica: dettaglio decorato. Archiviato il 12 novembre 2014 in Internet Archive.
  8. ^ Sito web della Presidenza della Repubblica: dettaglio decorato. Archiviato il 12 novembre 2014 in Internet Archive.
  9. ^ Kennedy Center

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN10032514 · ISNI (EN0000 0001 1467 6536 · SBN RAVV104217 · Europeana agent/base/61281 · LCCN (ENn84028909 · GND (DE118508555 · BNE (ESXX872138 (data) · BNF (FRcb138913048 (data) · J9U (ENHE987007522508305171 · NSK (HR000120610 · NDL (ENJA001175357 · CONOR.SI (SL17759843