Isidoro Bianchi
Isidoro Bianchi (Campione, 20 luglio 1581 – Campione, 5 dicembre 1662) è stato un pittore, ingegnere e stuccatore italiano[1]. Seguace di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, è un importante esponente del barocco lombardo[2].
Biografia
modificaFiglio di Bernardino (di Pompeo) e di Giacomina. Fra il 1598 e il 1601 realizza alcune decorazioni pittoriche nel monastero cistercense dell'abbazia di Santa Maria dell'Acquafredda sopra Lenno. Negli anni successivi lavora a Praga mentre nel 1606 dipinge la cappella della Madonna del Carmine nella chiesa di Santo Stefano a Viggiù. Nel 1617 realizza alcuni stucchi e affreschi nel Palazzo Reale di Torino.
Nel 1618 realizza gli affreschi della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Santa Maria Rezzonico, mentre l'anno successivo lavora come ingegnere ad Orselina. Nel 1623 realizza alcuni affreschi nel Castello di Rivoli e negli anni successivi lavora nel Castello del Valentino, nella chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini, nella chiesa di San Tommaso Apostolo, nella chiesa gesuitica dei Santi Martiri, tutti edifici del torinese, e nel santuario della Madonna dei Ghirli a Campione.
Dopo il 1640 lavora nella basilica di Sant'Ambrogio, nella chiesa cistercense di San Remigio, nella chiesa di Sant'Agostino, nella chiesa del monastero di Santa Marta, nella chiesa di San Gerolamo e nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Milano.
Altri suoi lavori sono nella chiesa di Santa Maria Immacolata (Lugano),[3] nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Brenzio, nella chiesa di San Martino di Pianello del Lario, nel presbiterio del duomo di Monza, al Sacro Monte di Varese, dove decora interamente la cappella della resurrezione nel 1650, nella chiesa parrocchiale di San Giorgio a Castagnola.
Altre sue opere pittoriche e disegni
modifica- Oli su tela: Viggiù, chiesa parrocchiale di Santo Stefano, cappella della Madonna del Carmelo, Natività di Gesù e Nascita della Vergine;
- Oli su tela: Collezione privata, Il Carro di Apollo, e il Carro di Diana;
- Olio su tela: Catalogo Sotheby, Allegoria dell'Amore e della Ragione;
- Olio su tela: Collezione privata, Il castello del Valentino regno di Flora;
- Olio su tela: Pavia, Pinacoteca Malaspina, Ascensione di Cristo[4];
- Olio su tela: Collezione privata, Davide vincitore di Golia;
- Olio su tela, Milano, Collezione Kölliker, Cupido dormiente;
- Olio su tela: Collezione privata, Cristo consegna le chiavi a San Pietro;
- Olio su tavola. Collezione privata, Battaglia di Crécy derivata dagli affreschi della residenza di loisir della Prima Madama Reale: il Castello del Valentino;
- Olio su tavola: Stresa, Isola Bella, collezione Principi Borromeo Arese, Adorazione dei pastori;
- Olio su ardesia: Collezione privata, Immacolata ed Angeli;
- Olio su lavagna: Londra, già Christie's, Pietà con San Michele e altro Santo;
- Affresco: Cressogno, Santuario di Nostra Signora della Caravina, lunetta della cappella dei Cordelieri, Storie di Sant'Antonio di Padova;
- Affresco: Como, Chiesa di San Fedele (Como), cappella del Crocifisso, figure nel Paradiso;
- Affresco: Castiglione Olona, Chiesa di Santa Maria di Campagna, Adorazione con Santi e pastori (attribuzione incerta);
- Disegno: Francoforte sul Meno, Städelsches Kunstinstitut, La Vergine e Sant'Antonio di Padova;
- Disegni: Milano, Biblioteca Ambrosiana, Madonna col Bambino e Santi; e Rinuncia di Amedeo VIII di Savoia alla tiara;
- Disegno: Digione, Musée des Beaux-Arts, Gesù con lo stendardo (recto), San Francesco d'Assisi (verso);
- Disegno: Londra, Victoria and Albert Museum, Vergine col Bambino e Santi;
- Disegno: Londra, Christie's, Compianto di Cristo con un Santo vescovo e San Carlo Borromeo;
- Disegno: Vienna, Accademia Albertina, Il miracolo della mula;
- Disegno: Londra, già Christie's, Pietà con i Santi Antonio abate e Carlo Borromeo;
- Disegni: Milano, Biblioteca Ambrosiana, Gli evangelisti Matteo e Marco; San Gregorio Magno e San Gerolamo; Due Santi Vescovi; Venere e Marte con putti;
- Disegni: Copenaghen, Statens Museum for Kunst, del konkelige Kobbersticksamling, Adorazione dei magi (recto), Studio per un'Annunciazione e schizzi vari (verso);
- Disegno: Windsor, Castello di Windsor, Royal Collections, Presentazione al tempio.
Note
modifica- ^ Isidoro Bianchi, in Dizionario storico della Svizzera.
- ^ Mina Gregori (a cura di), PITTURA TRA TICINO E OLONA. VARESE E LA LOMBARDIA NORD-OCCIDENTALE, Milano, Cariplo, 1992.
- ^ AA.VV., Un messaggio di luce, pp. 22, 24, 26.
- ^ Opere esposte, su malaspina.museicivici.pavia.it. URL consultato il 21 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2021).
Bibliografia
modifica- Alessandro Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Società piemontese di archeologia e belle arti, Torino 1963-1968.
- AA.VV., Il Santuario dei Ghirli in Campione d'Italia, Edizioni Pedrazzini, Locarno 1984.
- Fabio Cani, Isidoro Bianchi e Carlo Carloni in San fedele a Como, in «Arte Lombarda», 116, 1996, 74-77.
- Laura Damiani Cabrini (a cura di), Seicento ritrovato. Presenze pittoriche "italiane" nella Lombardia Svizzera tra Cinquecento e Seicento, catalogo della mostra (Rancate 1996), scheda 17, Milano 1996, 130-131.
- P. Frigerio, B. Galli, Dipinti inediti di Isidoro Bianchi nel Santo Stefano di Viggiù, in La chiesa del Rosario, Storia e documenti, Viggiù: la sua storia, vol. VI, Induno Olona 1997, 214-224.
- Cristina Mossetti, Il restauro della chiesa dei Santi Martiri.: percorsi di lavoro e ipotesi di ricerca, in Bruno Signorelli (a cura di), I Santi Martiri: una chiesa nella storia di Torino, Torino 2000, 297-335.
- Michela di Macco, Critica occhiuta: la cultura figurativa (1630-1678), in Giuseppe Recuperati (a cura di), Storia di Torino IV. La città fra crisi e ripresa (1630-1730) Torino 2002, 337-430.
- Claudio Rosso, Uomini e poteri nella Torino barocca (1630-1675), in Giuseppe Recuperati (a cura di), Storia di Torino IV. La città fra crisi e ripresa (1630-1730) Torino 2002, 46-105.
- Anna Maria Bava, Carla Enrica Spantigati (a cura di), Maestri lombardi in Piemonte nel primo Seicento, catalogo della mostra, Torino 2003, Torino-Londra-Venezia-New York 2003.
- Daniele Pescarmona (a cura di), Isidoro Bianchi 1581-1662 di Campione, Catalogo della mostra, Campione d'Italia 2003, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2003.
- Marina Dell'Omo, Da Praga a Torino: gli inizi di Isidoro Bianchi. Nuove ipotesi e qualche novità dai documenti, in Daniele Pescarmona (a cura di), Isidoro Bianchi 1581-1662 di Campione, Catalogo della mostra, Campione d'Italia 2003, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2003.
- Andrea Spiriti, Artisti e architetti svizzeri a Torino. Le ragioni della continuità, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011, 56-65.
- Laura Facchin, I Bianchi di Campione a Torino. Novità e considerazioni, Ibidem, 284-293.
- Maria Vittoria Cattaneo, Maestranze ticinesi a Torino. La Compagnia di Sant'Anna dei Luganesi nella chiesa di San Francesco d'Assisi, Ibidem, 144-152.
- Laura Facchin, Opere di artisti svizzeri alla Galleria Sabauda. Una prima indagine, Ibidem, 648-650.
- AA.VV., Un messaggio di luce - La Chiesa della Beata Vergine Immacolata di Lugano, a cura di Arciconfraternita della Beata Vergine Immacolata a Lugano, Bellinzona, Tipografia Torriani SA, 2016.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Isidoro Bianchi
Collegamenti esterni
modifica- Fernanda Wittgens, BIANCHI, Isidoro, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- Bianchi, Isidòro, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Isidoro Bianchi, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- Rossana Bossaglia, BIANCHI, Isidoro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968.
- (IT, DE, EN, FR) Isidoro Bianchi, in SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera.
- Sito dell'arcidiocesi di Torino, su diocesi.torino.it.
- Duomo di Monza, su duomomonza.it. URL consultato il 2 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2008).
- Santuario della Caravina, su leabbazie.it. URL consultato il 2 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2013).
- Abbazia di Santa Maria dell'Acquafredda, su leabbazie.it. URL consultato il 2 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2013).
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