Melchior Ndadaye
Melchior Ndadaye (Nyabihanga, 28 marzo 1953 – Bujumbura, 21 ottobre 1993) è stato un politico burundese. Quarto Presidente della Repubblica del Burundi dal 10 luglio al 21 ottobre 1993, primo presidente liberamente eletto e primo presidente hutu nella storia del suo paese, fu deposto e assassinato da un golpe militare dopo 102 giorni di presidenza.
Melchior Ndadaye | |
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Presidente del Burundi | |
Durata mandato | 10 luglio 1993 – 21 ottobre 1993 |
Capo del governo | Sylvie Kinigi |
Predecessore | Pierre Buyoya |
Successore | François Ngeze |
Dati generali | |
Partito politico | Fronte per la Democrazia in Burundi |
Università | Università Nazionale del Ruanda Conservatoire national des arts et métiers |
Vita privata e formazione
modificaNacque a Murama nel comune di Nyabihanga in provincia di Muranvya da Pie Ndadaye e Thérèse Bandushubwenge, da famiglia hutu, primo di dieci fratelli. Frequenta la scuola normale a Gitega, ma nel 1972 in seguito ai fatti di violenza, è costretto a fuggire e a rifugiarsi in Ruanda. Prosegue gli studi secondari a Butare prima di frequentare la facoltà di scienze dell'educazione dell'università nazionale rwandese, sempre a Butare, dove inizierà a insegnare dopo la laurea.
Sposa Laurence Nininahazwe il 7 luglio 1984 dalla quale avrà tre figli: Alain Guéva, David Lektika e Marie Libertas.
Nel 1983 rientra in Burundi e conntinuerà la propria formazione bancaria presso l'Institut Technique de Banque du Conservatoire National des Arts et Métiers de France.
Melchior Ndadaye è stato ucciso nella mattinata del 21 ottobre 1993, verso le ore 9:30 da tre militari dell'11° blindato del 2º comando che nella notte avevano compiuto il golpe, strangolato con una corda e trafitto sette volte dalle baionette degli stessi militari. Il suo cadavere venne abbandonato nel campo e dileggiato, infine sepolto in una fossa comune nello stesso campo insieme ai corpi di Pontien Karibwami, vicepresidente e presidente dell'Assemblea Nazionale, di Bimazubute Gilles, vice presidente dell'Assemblea Nazionale, di Juvénal Ndayikeza, ministro dell'agricoltura e dello sviluppo rurale e Richard Ndikumwami, direttore dei Servizi Segreti.
Alcuni giorni dopo la sua morte Froduald Karamira, il vicepresidente radicale del vicino Ruanda, ha lanciato un appello a prendere le armi ed eliminare il nemico in mezzo a loro, facendo così nascere Potere Hutu, con metodi simili a quelli della Germania nazista.
In seguito alle imponenti reazioni nazionali e internazionali, i corpi sono stati riesumati, puliti e deposti, dopo un esame autoptico, ciascuno in una bara di legno e così restituiti alle famiglie, procedendo alla preparazione dei funerali di Stato[1] celebrati il 6 dicembre 1993.
Il 14 maggio 1999 termina il processo, giudicato una farsa dai partiti hutu[2], contro i presunti killer. Sono stati condannati a morte il tenente Paul Kamana, in esilio in Uganda, Laurence Nzeyimana, Giovenale Gahungu, Sylvère Nduwumukama e Emmanuel Ndayizeye. Le responsabilità degli alti gradi e dei politici non sono state accertate.
Note
modifica- ^ R. Krueger, From Bloodshed to Hope in Burundi, 2007, ISBN 978-0-292-71486-1.
- ^ BBC news, 14 maggio 1999, ore 21:35.
Bibliografia
modifica- (FR) R. Ntibazonkiza, Biographie du Président Melchior Ndadaye. L'homme et son destin, Sofia, Bulgarian Helsinki Committee, 1996.
- (EN) International Commission of Inquiry for Burundi, Final Report, 1996 in Final Report (PDF), su usip.org. URL consultato il 20 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2009).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Melchior Ndadaye
Controllo di autorità | VIAF (EN) 66108756 · ISNI (EN) 0000 0000 4192 8914 · LCCN (EN) no99062473 · BNF (FR) cb14565398d (data) |
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