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Metallurgische Forschungsgesellschaft

cambiale utilizzata per un sistema di pagamenti differiti per finanziare il riarmo tedesco degli anni trenta

La Metallurgische Forschungsgesellschaft m.b.H ("Società per la ricerca in campo metallurgico", ME.FO.) era una società fittizia del Terzo Reich, creata per finanziare il riarmo bellico tedesco, aggirando il Trattato di Versailles.[1]

Ideata dall'economista e ministro dell'economia nazionalsocialista Hjalmar Schacht, la MEFO era una società di facciata usata come copertura per gli acquisti da quattro produttori di armamenti tedeschi: Krupp, Siemens, Gutehoffnungshütte e Rheinmetall.[2][3]

Le quattro società misero insieme un capitale di oltre 1 miliardo di Reichsmark (equivalenti a 5 miliardi di euro nel 2021) che il governo nazionalsocialista accettò di rimborsare con cambiali quinquennali note come cambiali MEFO.

Sulla carta la MEFO agiva come un'impresa privata e non aveva alcun legame col governo nazionalsocialista, ma in pratica, l'unico azionista della società era la banca nazionale stessa, la Reichsbank, statalizzata mesi prima[4]. Nel periodo 1934-1938 vennero emesse cambiali MEFO per un totale di 12 miliardi di Reichsmark.

Tale artificiò contabile permise al regime nazionalsocialista di eludere le limitazioni poste dal Trattato di Versailles e finanziare la produzione bellica e lo sviluppo economico.

Nel 1932, l'anno prima che Hitler prendesse il potere, il debito nazionale della Germania era di circa 10 miliardi di Reichsmark, mentre nel 1938 è arrivato a 19 miliardi a cui vanno aggiunti 12 miliardi di Reichsmark in banconote MEFO. In altre parole, Hitler e Schacht, triplicarono il debito tedesco della Germania in soli sei anni, ma più della metà dell'aumento era fuori bilancio.

Il quantitativo di titoli MEFO in circolazione venne tenuto segreto, ufficialmente al fine di non generare sospetti o panico nei sottoscrittori, cosa che avrebbe provocato un repentino ricorso di questi ultimi al rimborso, facendo di fatto crollare l'intero edificio creditizio e precipitando, al contempo, la banca centrale nell'insolvenza, ma soprattutto allo scopo di prevenire un intervento militare da parte delle potenze vincitrici della Grande guerra[5].

Quando le prime cambiali iniziarono a maturare nel gennaio 1939 il loro peso era diventato insostenibile, costringendo il regime nazionalsocialista a stampare più moneta per ripagare i MEFO, alimentando l'inflazione. Il 10 gennaio Schacht si dimise da ministro dell'economia.

Transazioni

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L'emissione dei titoli, all'inizio, fu prevista per un solo semestre, con la facoltà di una proroga di un trimestre o di un quadrimestre. In realtà si prevedeva già nel 1933 di procrastinarne l'emissione all'infinito[6]. Il circolo auto-alimentato su cui si basava l'artificio prevedeva che[7]:

  1. Gli industriali (produttori di beni di consumo, di armi, e via discorrendo) ricevessero commesse dal governo per la produzione di beni e/o di servizi;
  2. L'importo della commessa fosse espressa sì in Reichsmark, ma fatturata dagli industriali stessi in titoli MEFO, dal momento che questi erano a tutti gli effetti delle cambiali commerciabili sul solo territorio nazionale;
  3. I titoli MEFO erano convertibili nella valuta nazionale (il Reichsmark) su richiesta, ma erano altresì voci di bilancio finanziario, un rendiconto annuale, che venivano ripagati in valuta corrente dai lavoratori salariati nell'acquisto dei beni di consumo e dei servizi;
  4. I titoli MEFO emessi dagli industriali erano accettati dalla società statale fantasma e "girati" alle banche tedesche (pubbliche e private), che li accumulavano;
  5. Le banche dovevano - al termine dei cinque anni dalla data di emissione - presentare i titoli MEFO presso la banca centrale per scontarli ed estinguerli;
  6. I titoli MEFO permettevano al governo di emettere "titoli di stato" paralleli per finanziare le spese governative, creando un deficit di bilancio statale assai più vasto di quello che normalmente avviene, tant'è che nel 1939 erano in circolazione 12 milioni di MEFO contro 19 milioni di titoli ordinari di debito pubblico.

Per quanto ricca di materie prime, la Germania non era completamente autosufficiente per rifornire la propria industria produttiva, e l'inconvertibilità del Reichsmark rendeva problematico l'approvvigionamento di gomma e di petrolio in primis. Per non dilapidare le già esigue riserve auree od impegnarle per procacciarsi valuta forte convertibile (principalmente dollari e sterline), Schacht ricorse ad una specie di baratto, in modo da svincolarsi dalla dipendenza del sistema dei cambi internazionali e delle borse valori (specialmente di Londra e di New York): In pratica, i fornitori principali come la Spagna, l'Unione Sovietica e la Turchia, in cambio delle proprie materie prime, ricevevano dei buoni del tesoro spendibili unicamente sul mercato tedesco per acquistare prodotti finiti fabbricati in Germania[8]. Va notato che l'Unione Sovietica e la Germania erano legate da numerose clausole commerciali, anche segrete, contenute nel Trattato di Rapallo (1922), e durante gli stessi anni l'Unione Sovietica aveva dato l'avvio all'industrializzazione pesante voluta da Stalin a tappe forzate. La Turchia, una nazione amica di vecchia data della Germania, ed alleata cobelligerante durante la Grande Guerra, fu rifornita di strade e ferrovie dalle industrie tedesche nel periodo tra il 1880 ed il 1910.

Nel caso della Spagna, invece, venne istituita una doppia società per azioni fantasma a partire dal 1936, con l'intervento della Germania nella Guerra civile spagnola. La ROWAK (Società Tedesca d’Acquisto Materie Prime) acquistava forniture militari tedesche per rivenderle alla gemella HISMA (Compagnia Ispano-Marocchina di Trasporti). Quest'ultima saldava gli ordinativi barattando diritti estrattivi e materie prime spagnole di cui la Germania era bisognosa.

  1. ^ Ritschl, A. “Deficit spending in the Nazi recovery, 1933-1938 a critical reassessment”, Working Paper pubblicato nella Research Collection ETH Zürich, 2000, Tavola 4
  2. ^ International Military Tribunal, “Trial of the Major War Criminals before the International Military Tribunal”, Volume XIII, Sessione mattutina del 3 Maggio 1946, pp.24.
  3. ^ (DE) Andre Bastisch, Arbeitsbeschaffungsmaßnahmen im Dritten Reich von 1933-1936, GRIN Verlag, 2007, ISBN 978-3-638-68655-6. URL consultato il 13 dicembre 2022.
  4. ^ International Military Tribunal, “Trial of the Major War Criminals before the International Military Tribunal”, Volume XIII, Sessione pomeridiana del 3 Maggio 1946, pp.70.
  5. ^ International Military Tribunal, “Trial of the Major War Criminals before the International Military Tribunal”, Volume XIII, Sessione pomeridiana del 3 Maggio 1946, pp.62.
  6. ^ "Debito pubblico, nulla è gratis". https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2021/06/06/mefo-obbligazioni-reich/ La lezione dei bond MeFo del Terzo Reich, consultato il 08 gennaio 2023, h. 21.38
  7. ^ Statistisches Handbuch von Deutschland 1928 — 1944, 1949, Weltwirtschaftliches Archiv, Bd. 66 (1951), pp. 21-23, Published By: Springer
  8. ^ Barbieri, P. “Hitler’s shadow empire: Nazi economics and the Spanish Civil War”, Harvard University Press, 2015, Capitolo 5, edizione Kindle.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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