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Monte Tai

montagna

Il monte Tai (泰山S, Tài ShānP) è la più importante delle cinque montagne sacre taoiste della Cina, situata nella provincia dello Shandong, a sud della città di Jinan. La vetta del monte Tai raggiunge i 1545 m.

 Bene protetto dall'UNESCO
Monte Taishan
 Patrimonio dell'umanità
TipoMisti
Criterio(i) (ii) (iii) (iv) (v) (vi) (vii)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1987
Scheda UNESCO(EN) Mount Taishan
(FR) Mont Taishan

Descrizione

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Alba a Taishan

Dichiarato patrimonio dell'umanità nel 1987, è il più venerato dei 5 monti sacri cinesi, ricordato come tale da iscrizioni sin dal I secolo. La cima è raggiungibile attraverso una ripida scalinata di pietra che parte dall'omonima città, Tai'an. Dalle pendici alla cima vi sono stati edificati molti templi, la maggior parte dei quali risale alla dinastia Ming. Nei suoi pressi si trova anche il Convento delle sommità animate dei monti, eretto dai Tang nell'VIII secolo.

La montagna è in ogni periodo dell'anno meta di pellegrinaggi da parte di taoisti devoti e di turisti. Il "pellegrinaggio" si conclude alla cima della montagna, alla quale si arriva verso sera, dopo 4-5 ore di cammino lungo una scalinata di pietra. I fedeli trascorrono la notte nelle camere affittate dagli albergatori sulla cima (prezzo trattabile, in genere sui 20-30 euro per camera matrimoniale a notte) e si apprestano ad assistere all'alba dalle sommità scoscese della cima, puntellata ovunque da templi e santuari.

La bellezza del T'ai Shan non è soltanto nei suoi monumenti, ma anche nelle bellezze naturali che lo circondano. Sui fianchi della montagna, tra enormi massi di roccia, cresce una fitta vegetazione che sale fino a lambire il santuario dell'Imperatore di Giada. Sono state catalogate più di mille specie vegetali, di cui quasi 500 con proprietà medicinali, e oltre 300 specie animali, delle quali 122 di uccelli che nidificano sugli alberi e tra le rocce.

Nel 221 a.C. Ying Zheng, re di Qin, s'impose sugli altri sovrani ed assunse il titolo di "Primo imperatore". Durante il suo dominio il Paese venne unificato, si cominciò la costruzione della Grande muraglia cinese ed ebbe inizio una delle epoche di maggiore splendore nella storia della Cina. L'imperatore scelse la cima T'ai Shan, una montagna che s'innalza fino a 1545 metri di altitudine sulla pianura del Fiume Giallo, nella provincia dello Shandong (Cina orientale), per celebrare il "Culto del Cielo e della Terra". Ben presto la fama della montagna si diffuse ovunque. Se, come credeva il popolo, l'imperatore era figlio del Cielo e veniva dalla lontana Pechino per vedere suo padre, voleva dire che T'ai Shan era la dimora divina: per questo tutti i cinesi cominciarono a considerarla non solo una semplice montagna ma l'incarnazione sacra della "dea delle nuvole di smeraldo".

Da allora tutte le religioni della Cina hanno onorato T'ai Shan. A dimostrazione di tale rispetto, sono state costruite lungo le sue pendici decine e decine di complessi artistici. Ad oggi si contano 22 templi, 97 rovine monumentali, centinaia di statue e altri elementi decorativi: elencare gli stili è praticamente impossibile anche perché la loro origine risale ad epoche diverse.

Dall'Arco Daizong inizia la salita verso la cima del monte, attraverso un'interminabile scalinata di 6.239 gradini fiancheggiata da padiglioni, stele, boschetti di pini e cipressi, cascate e cascatelle. Nel corso della salita s'incontrano fastosi edifici, come il "tempio della Roccia Divina", considerato uno dei quattro più belli della Cina. In un'area pianeggiante nei pressi della vetta, il cosiddetto Cammino del Paradiso conduce al tempio della "dea delle nuvole di smeraldo".

Al culmine della scalinata sorge il santuario più importante, quello dedicato all'Imperatore di Giada, il cui culto iniziò circa mille anni fa ed è vivo ancora oggi. Molti pellegrini iniziano la salita al T'ai Shan, che dura sei o sette ore, alla sera, e, dopo aver attraversato la Porta Celeste del Sud, che si trova nei pressi della cima, nelle prime ore del mattino assistono allo spettacolo che costituisce lo scopo del loro viaggio: lo straordinario sorgere del sole sulle montagne circostanti.

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