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Il Portale di
Catanzaro

«Chatacium antiquissimum oppidum et vetustissima graecorum colonia.»

Collabora a Wikiquote Polibio, Storie.


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Catanzaro /ˌkatan'ʣaro/ (Catanzaru in dialetto locale/ˌkatan'ʦaru/, Κατανγτζαριον, Katantza'rion in Greco), è un comune italiano di 92.817 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Calabria.

È il secondo comune della regione per popolazione ed è il centro di una area urbana che conta circa 150 000 abitanti.

Storico capoluogo dell'antica provincia di Calabria Ultra per oltre 200 anni, la città di Catanzaro è sede dell'Università degli Studi Magna Græcia, il secondo ateneo calabrese per numero di iscritti. Nei mesi estivi il litorale ionico da Catanzaro a Soverato è soggetto a importanti flussi turistici, soprattutto giovanili, per la presenza di numerose strutture ricettive.

Catanzaro è conosciuta come la "Città tra due mari", in quanto è situata nell'istmo di Catanzaro, ovvero la striscia di terra più stretta d'Italia, dove soli 30 km separano il mar Ionio dal mar Tirreno. Ciò consente di vedere contemporaneamente, dai quartieri nord della città in alcune giornate particolarmente limpide, i due mari e le isole Eolie. È detta inoltre Città dei tre colli corrispondenti ai tre colli rappresentati nello stemma civico che sono il colle di San Trifone (oggi San Rocco), il colle del Vescovato (oggi Piazza Duomo) e il colle del Castello (oggi San Giovanni).

Catanzaro era infine anticamente conosciuta, come la Città delle tre "V", riferite a tre caratteristiche distintive della città, ovvero:

("V V V" era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri i velluti, i damaschi ed i broccati provenienti dalla città).
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La denominazione di città dei tre colli è dovuta alla posizione della città di Catanzaro che si trova a circa 300 m di altezza sul livello del mare. È situato su uno sperone roccioso denominato Trivonà, composto da tre colli e delimitato da profonde valli percorse dalla Fiumarella ad ovest e dal Musofalo ad est. Alle spalle del Trivonà sono ben visibili le alture della Sila, mentre la parte opposta scende, attraverso un breve pianura detta Piede della Sala verso la costa Ionica. Il Trivonà è composto da tre colli, con altezza progressiva man mano che si va verso nord.
Renato Dulbecco nacque a Catanzaro nel 1914, da madre calabrese e padre ligure.

È stato insignito del premio Nobel per la medicina nel 1975.

Le sue ricerche, compiute tra gli anni cinquanta e gli anni settanta, presso il laboratorio dell'Università di Bloomington, nell'Indiana, il prestigioso California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, l'Istituto di virologia di Glasgow e infine il Salk Insitute di La Jolla in California, lo portarono alla scoperta del meccanismo d'azione dei virus tumorali nelle cellule animali; scoperta per la quale è stato insignito del Premio Nobel per la medicina nel 1975.
'U Morzeddhu è un piatto tipico catanzarese a base di carne di vitello.

Per molto tempo, tra il 1800 fino al 1970 circa, il morzello era lo spuntino delle 11,00 di manovali e operai.

Tale pietanza è considerata un vero e proprio simbolo della città di Catanzaro.

La nascita di questo piatto è legato ad una vecchia leggenda catanzarese, secondo la quale una donna che lavorava come serva in una famiglia molto facoltosa, aveva enormi difficoltà nel far quadrare i conti legati al bilancio domestico ed un giorno, per far fronte a tali problemi, ideò un piatto a base di carne: un piatto sostanzioso, che potesse essere conservato a lungo e che permettesse di utilizzare tutte le interiora del vitello che normalmente venivano scartate dal cuoco ufficiale della famiglia presso cui lavorava. Ideò quindi, dopo tante prove, il morzello e lo chiamò così perché è tagliato in piccoli pezzi (in dialetto catanzarese " morzha morzha ").

Gli ingredienti originali di questo piatto sono: il cuore di vitello (chorettu), i polmoni, la milza, il fegato, lo stomaco, la trippa, l'intestino (questo ingrediente non è più utilizzato perché per essere pulito alla perfezione richiede particolari procedimenti ed esperienza), concentrato di pomodoro, peperoni piccanti, sale, origano, e alloro. Può essere servito nel piatto o, come vuole la tradizione, nella pitta detta "a ruota di carro" (pane casereccio di forma circolare con una circonferenza interna abbastanza ampia, così che il pezzo tagliato risulti lungo e stretto).

Una variante del morsello originale è il morzello cento fogli fatto solo con la trippa di vitello. Spesso il morzello viene confuso con altri piatti calabresi simili ,a base di carne come la stigghiolata e il soffritto di morzello.

La stigghiolata ha come ingrediente principale i "stigghioli", frattaglie di capretto o agnello, che vengono cucinati in un sughetto di pomodoro concentrato fresco, battuto di lardo o olio extravergine di oliva e peperoncini piccanti, insieme con cuore, fegato, polmone e stomaco di capretto o di agnello tagliati a strisce e avvolti attorno a rametti di rosmarino nelle "budelline".

Il soffritto invece è fatto con la carne di maiale soffritta e cotta nel vino rosso con l'aggiunta di origano, peperoncino, concentrato di pomodoro, alloro e sale.
Il primo storico antico a nominare la città di Catanzaro fu Polibio, nelle sue "Storie". La descrive come un antico centro greco, facente parte dell'area di Scolacium, posto su uno sperone roccioso dal quale era possibile vedere l'intero Scilletinico, l'attuale Golfo di Squillace.

Secondo lo storico, lungo il fiume Crotalus (attuale Corace) sorgevano vari centri abitati, tra cui uno situato lungo la sponda settentrionale del fiume, che chiama "Crotalla" (attuale Marina)

Quest'ultimo centro viene segnalato anche da una bolla papale datata tra 800 e il 900 d.C. che chiamava Palepoli, l'antica Crotalla.

Altri storici, tra cui Cassiodoro parlano di vari centri situati nell'entroterra a pochi km da Crotalla, poco distanti l'uno dall'altro, come Gallianus (attuale quartiere Gagliano), Petrusa, Mater Domini (attuale quartiere Mater Domini), Petra Gnazia, Janous (attuale quartiere Ianò), Sansenatora (attuale Sansinato), Cassioleonum (attuale Casciolino) e Castra Hannibalis (sulla sponda nord del fiume Crotalus in prossimità del quartiere Marina.

Anche il D'Amato, nelle sue Memorie Historiche, conferma la presenza di vari piccoli centri di origine autoctona e divenuti colonia greca.
Il dialetto catanzarese (nome nativo u catanzarisa) è un idioma parlato nella città di Catanzaro e in gran parte del territorio della provincia di Catanzaro fino a ricomprendere alcuni ulteriori comuni della costa ionica adiacenti ai confini territoriali provinciali, con eccezione del versante occidentale dell'attuale provincia.

Il dialetto catanzarese è di tipo siciliano, distinguendosi sia da quello cosentino (di tipo napoletano), sia dal dialetto reggino, anch'esso di tipo siciliano ma con maggiore influenza greca.

Proprio per la sua posizione centrale, l'istmo di Catanzaro, fa da linea di demarcazione tra queste due aree presentando una forma linguistica con caratteristiche autonome e nello stesso tempo influenzata da entrambe. Per quanto riguarda la pronuncia, l'eredità lasciata dal greco è evidente nella pronuncia aspirata della lettera f accompagnata dalle vocali che trasformano ad esempio fi in hi e quindi fiato in hiatu, mentre dal latino la pronuncia marcata delle lettere t,d e p, molto simile al sardo e la presenza delle lettere u o della a in chiusura di parola in sostituzione della o e della e, esempio torno si trasforma in tornu, padre in patra. Quest'ultima caratteristica lo distingue dal dialetto reggino, che invece utilizza la "i" al posto della "o" o della "e" finale (per esempio in reggino padre diventa patri).

Molto utilizzate tra la popolazione cittadina sono le espressioni dialettali Jamma Ja a scopo esortativo, equivalente alle espressioni imperative avanti! - andiamo! (derivata dal termine greco Yagma Ya utilizzato per comandare le cariche in battaglia), e Ajalà, come espressione di meraviglia (equivalente di caspita!, perbacco!).
Il ponte Bisantis (detto anche Viadotto Bisantis, Viadotto Morandi o "U ponta e Catanzaru" in dialetto catanzarese) è un ponte ad arco stradale e pedonale, composto da un'unica carreggiata e da 3 corsie, due in direzione Sud-Ovest e una in direzione Nord-Est, costruito su una sola arcata, che collega il centro di Catanzaro con il rione De Filippis e con la periferia nord della città (Mater Domini, Gagliano) situati dall'altro lato della valle del torrente Fiumarella. Fu costruito su progetto del già illustre Ing. Riccardo Morandi e per questo è anche conosciuto come Viadotto Morandi. All'epoca dell'inaugurazione era il secondo ponte ad arco singolo in C.A. al mondo per ampiezza della luce. Al giorno d'oggi, pur essendo uscito dai primi 20 di questa classifica, rimane una pietra miliare nella storia dell'ingegneria mondiale, della città di Catanzaro e della Nazione.
Nella seconda metà del secolo XIX la città di Catanzaro vive una sorta di rinascita socio–economica che si riflette nel campo delle scelte e decisioni tecnico-amministrative in materia di lavori pubblici a livello urbano. In questo clima di frenetica attività urbanistico – edilizia, si concretizza la felice idea di dotare la città di un giardino pubblico che Norman Douglas definì “meraviglioso” e François Lenormant, George Gissing ed altri descrissero per le ammirevoli, intrinseche caratteristiche paesaggistiche. Sindaco dell'epoca fu Francesco De Seta. Per sua volontà, dal 1878 al 1880, un impervio terreno utilizzato ad orto e vigneto venne trasformato nell'attuale villa la cui peculiarità è da individuare proprio nelle caratteristiche orografiche tipiche del versante che ad oriente costituisce le propaggini del più antico agglomerato della città. Il Piano di massima venne redatto nel 1875 e con Regio Decreto del 1876, venne dichiarata la pubblica utilità dei lavori in esso previsti.

Dal punto di vista urbanistico, ed in “chiave” moderna, la realizzazione della Villa comunale, rappresenta il primo intervento di riqualificazione urbana operato nella città di Catanzaro. Il primo giardino pubblico della città, in occasione della visita della Famiglia reale, venne intitolato alla regina Margherita il 21 gennaio 1881.

Oggi, le eccezionali caratteristiche naturalistiche ed ambientali di “Villa Margherita” risultano protette. Con D.M. 10 gennaio 1972, infatti, la zona comprendente la “Villa”, nonché le aree ed i fabbricati ad essa circostanti, sono stati dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della L. 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali.
L'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace (in latino: Archidioecesis Catacensis-Squillacensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2006 contava 199.000 battezzati su 237.000 abitanti. È attualmente retta dall'arcivescovo Vincenzo Bertolone, S.d.P.

L'arcidiocesi comprende parte della provincia di Catanzaro.

Sede arcivescovile è la città di Catanzaro, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta e dei Santi Pietro e Paolo. A Squillace si trova la concattedrale di Santa Maria Assunta.

Il territorio è suddiviso in 122 parrocchie.
L'Unione Sportiva Catanzaro, abbreviata in US Catanzaro e nota più semplicemente come Catanzaro, è la principale società calcistica della città di Catanzaro.

Milita in Lega Pro Prima Divisione.

Disputa le partite interne presso lo stadio Nicola Ceravolo.

Fondata nel 1929, ha disputato 7 stagioni in Serie A, di cui 5 consecutive. È stata la prima formazione della Calabria a raggiungere la Serie A e il suo miglior piazzamento sono due settimi posti consecutivi, nel 1980-81 e nel 1981-82.

In Coppa Italia vanta inoltre una finale, raggiunta nella stagione 1965-66, e due semifinali, nel 1978-79 e nel 1981-82.
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