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L' Induismo (o, secondo alcuni orientalisti, Hindūismo) anche definito Sanatana dharma ( sanscrito सनातन धर्म, IAST Sanātana dharma, «Insegnamento eterno»), è una tra le più antiche delle principali religioni del mondo e, con circa 1 miliardo di fedeli, di cui 900 milioni in India, è attualmente la terza più diffusa, dopo il Cristianesimo e l' Islam.
Dare una definizione unitaria dell'Induismo è difficile, poiché esso – più che una religione in senso stretto – si può considerare una serie di correnti devozionali e/o metafisiche e/o filosofico-speculative eterogenee, aventi sì un comune nucleo di valori e credenze, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione, e a seconda di quale aspetto diviene oggetto di focalizzazione per le singole correnti.
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Brahman ( sanscrito ब्रह्मन्, IAST Brāhmaṇ), presso la filosofia Vedānta e successivamente nella scuola Yoga Induista, rappresenta l'aspetto di immutabilità, di infinito, di immanenza e di realtà trascendente, l'Origine Divina di tutti gli esseri. Viene considerato la sorgente, il substrato, l'autentica coscienza suprema, la somma di tutto l'universo, che, limitato dal tempo, dallo spazio e dalla causalità origina dal puro essere, un'estensione dell'"Anima mundi".
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Denominazioni
Storia
Teologia
Dottrina
Testi
Pratiche
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Bhagavadgītā ( sanscrito, sf.pl.; devanāgarī: भगवद्गीता, , "Canto del Divino" o "Canto dell'Adorabile" o, meno comunemente, Śrīmadbhagavadgītā; devanāgarī: श्रीमद्भगवद्गीता, il "Meraviglioso canto del Divino") è quella parte dall'importante contenuto religioso, di circa 700 versi ( śloka, quartine di ottonari) divisi in 18 canti ( adhyāya, "letture"), nella versione detta vulgata, collocata nel VI parvan del grande poema epico Mahābhārata.
La Bhagavadgītā ha valore di testo sacro, ed è divenuto nella storia tra i testi più prestigiosi, diffusi e amati tra i fedeli dell'Induismo.
In tale contesto la Bhagavadgītā è il testo sacro per eccellenza delle scuole viṣṇuite e kṛṣṇaite, eredi dell'antico culto devozionale del Bhagavat, ma è venerato come testo rivelato anche dagli śivaiti e dai seguaci dei culti śākta.
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Il Sannyasa (parola sanscrita che letteralmente significa "rinuncia" o "abbandono") è una forma di monasticismo induista. Può essere intrapresa dai fedeli induisti o sin da giovani, facendosi monaci e intraprendendo per tutta la vita la via spirituale, o negli ultimi stadi dell' Āśrama (la vita del fedele), solitamente oltre i cinquant'anni. I membri degli ordini sannyasa sono chiamati sannyasin o sannyasi. Questi ultimi conducono una vita senza possedimenti, praticando lo yoga e il bhakti, la preghiera alle divinità. L'obiettivo finale della vita monastica è il mokṣa, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni e l'unione con il Brahman. Pochi sannyasin vivono in monasteri chiamati matha, i quali fungono più da centri di educazione, la maggior parte sono infatti vagabondi.
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Nell' Induismo, un Avatar è l'assunzione di un corpo fisico da parte di Dio, o di uno dei Suoi aspetti. Questa parola deriva dalla lingua sanscrita, e significa " disceso"; nella tradizione religiosa induista consiste nella deliberata incarnazione di un Deva, o del Signore stesso, in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti. Questo termine viene usato principalmente per definire le diverse incarnazioni di Vishnu, tra cui si possono annoverare Krishna e Rāma.
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Ganesha o Ganesh ( Sanscrito गणेश IAST Gaṇeśa) è una delle rappresentazioni di Dio più conosciute e venerate dell' Induismo; figlio primogenito di Shiva e Parvati, viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo. Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull'altra, nella posizione dell' alitasana. Tipicamente, il suo nome è preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. Il culto di Ganesha è molto diffuso, anche al di fuori dell' India; i devoti di Ganesha si chiamano Ganapatya.
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Nell' Induismo, la Trimurti ( tre forme, in sanscrito), spesso definita anche "trinità indù" indica i tre principali aspetti divini, manifestati nelle forme di tre importanti Deva archetipi:
La stessa Trimurti è spesso concepita come un'unica divinità, e spesso viene artisticamente rappresentata da una figura composita a tre volti. Secondo la fede nella Trimurti, queste figure Divine sono semplicemente aspetti differenti riconducibili allo stesso e unico Dio (detto anche Īśvara o Saguna Brahman),da non confondersi con il concetto Trinitario della religione cristiana che invece sottolinea l'aspetto della relazione sussistente che coincide con la deitas] o alle triadi di molte divinità indoeuropee ( Odino, Thor e Freyr; Giove, Giunone e Minerva, etc.)
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