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Provincia di Rieti

provincia italiana

La provincia di Rieti è una provincia italiana del Lazio di 150 154 abitanti che ha come capoluogo Rieti. Si estende su una superficie di 2 749,16 km² e comprende 73 comuni.

Provincia di Rieti
provincia
Provincia di Rieti – Veduta
Provincia di Rieti – Veduta
Palazzo d'Oltre Velino, sede attuale dell'amministrazione provinciale
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lazio
Amministrazione
Capoluogo Rieti
PresidenteRoberta Cuneo (LSP) dal 29-1-2023
Data di istituzione1927
Territorio
Coordinate
del capoluogo
42°23′54.66″N 12°51′42.48″E
Altitudine405 m s.l.m.
Superficie2 750,52 km²
Abitanti150 154[1] (30-4-2023)
Densità54,59 ab./km²
Comuni73 comuni
Province confinantiTerni, Perugia, Ascoli Piceno, Teramo, L'Aquila, Roma, Viterbo
Altre informazioni
Cod. postale02100 Rieti, 02010-02049 provincia
Prefisso0744, 0746, 0765
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-RI
Codice ISTAT057
TargaRI
Cartografia
Provincia di Rieti – Localizzazione
Provincia di Rieti – Localizzazione
Provincia di Rieti – Mappa
Provincia di Rieti – Mappa
Posizione della Provincia di Rieti all’interno del Lazio.
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Il monte Terminillo

Posta nel nord-est della regione Lazio, confina a ovest e sud-ovest, lungo il Tevere, con la provincia di Viterbo e la città metropolitana di Roma Capitale; a nord con l'Umbria (provincia di Perugia e provincia di Terni); a nord-est con le Marche (provincia di Ascoli Piceno), e ad est e sud-est con l'Abruzzo (provincia dell'Aquila e provincia di Teramo).

Il territorio è prevalentemente montuoso con i Monti Sabini e i Monti Reatini ad ovest e a nord al confine con l'Umbria, il Monte Terminillo (2217 m s.l.m.), i Monti della Laga (2458 m s.l.m.) ad est, i gruppi del Monte Nuria e di Monte Giano, i Monti Carseolani, i Monti del Cicolano e i Monti della Duchessa a sud e sud-est e al confine con l'Abruzzo. La principale pianura è la Piana Reatina. La restante parte collinare comprende la bassa Sabina a sud-ovest ai confini con la provincia di Roma. Di notevole importanza sono i due laghi artificiali: il lago del Salto e il lago del Turano, entrambi nati nel ventennio fascista, situati rispettivamente nella Valle del Salto appartenente alla zona del Cicolano e in bassa Sabina e di Scandarello, presso Amatrice.

Idrografia

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Acque del lago Turano
 
Il fiume Velino attraversa Rieti
  Lo stesso argomento in dettaglio: Sabina e Cicolano.

La provincia di Rieti fu istituita nel 1927 dal governo fascista insieme ad altre 16, in occasione di un radicale riordino delle circoscrizioni provinciali, nel tentativo di restituire unità politica all'antica regione della Sabina, che prende il nome dai sabini, una delle popolazioni osco-umbre. La provincia fu ottenuta unendo il territorio del circondario di Rieti (che era stato parte della provincia di Perugia dall'unificazione italiana fino al 1923, per poi divenire parte della provincia di Roma dal 1923 al 1927) al territorio dell'ex circondario di Cittaducale (già parte della provincia di Aquila degli Abruzzi).[2] Nessuna delle due parti della nuova provincia era quindi in origini un territorio laziale, bensì umbro e abruzzese. L'auspicio di unità e concordia tra territori per tanto tempo lacerati e divisi da confini interni trovò spazio nel motto della neonata provincia: «Tota Sabina Civitas» (tutta la Sabina [sia] un'[unica] comunità). La costituzione della provincia provocò numerose proteste dall'Aquila, provincia che si vedeva privata di una grossa parte del suo territorio.

 
La Cattedrale di Poggio Mirteto

Nel secondo dopoguerra, nel corso del dibattito sull'assetto istituzionale repubblicano, ci si interrogò sull'opportunità o meno di mantenere la suddivisione provinciale operata dal fascismo, e la provincia dell'Aquila in sede di assemblea costituente tornò a chiedere la restituzione dell'ex circondario di Cittaducale. In tale occasione il presidente della provincia reatina Luigi Colarieti agì di anticipo ed interpellò tutti i comuni, i quali si espressero con delibere inoppugnabili dei rispettivi consigli a favore della permanenza nella provincia di Rieti. Solo due comuni misero delle condizioni alla loro permanenza: Borgocollefegato (odierna Borgorose), che si riservava la possibilità di aggregarsi al resto della Marsica se il governo avesse creato un'eventuale provincia di Avezzano, e Cittaducale che si pronunciava favorevole a rimanere nella provincia di Rieti solo se questa fosse rimasta nel Lazio (avrebbe considerato un ritorno alla provincia dell'Aquila se Rieti fosse stata invece aggregata all'Umbria).[3]

 
Le mura medievali di Rieti

L'integrità territoriale della provincia di Rieti è stata messa a rischio negli ultimi anni, non per ragioni storico-culturali quanto per le scarse attenzioni rivolte al territorio da una gestione dell'amministrazione regionale considerata romanocentrica, e per la grande disomogeneità dello sviluppo economico della regione. I comuni montani dell'alta valle del Velino, duramente colpiti dallo spopolamento e carenti sia di infrastrutture di collegamento che di posti di lavoro, hanno talvolta minacciato di lasciare la provincia di Rieti ed il Lazio: è il caso di Leonessa, dove a fine 2008 si tenne un referendum in cui la grande maggioranza degli abitanti si pronunciò a favore dell'aggregazione all'Umbria, ma non venne raggiunto il quorum necessario[4][5]. Viceversa il territorio della bassa Sabina, che grazie agli efficaci collegamenti con Roma è ormai divenuto a tutti gli effetti un satellite nell'orbita della capitale ed ha conosciuto un notevole sviluppo economico e demografico (dovuto all'immigrazione di pendolari da Roma), si trova invece a combattere la trasformazione del territorio in periferia romana, problema esattamente opposto rispetto al mancato sviluppo della restante provincia, sviluppando una sempre maggiore affinità con i comuni dell'area tiberina[6].

Simboli

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Lo stemma, concesso insieme al gonfalone con R.D. del 12 maggio 1928, ha la seguente blasonatura:

«Di rosso, alla banda dello stesso, bordata caricata delle lettere maiuscole S.P.Q.S. alternate da tre gruppi di anelli, intrecciati, il tutto d'oro. Motto:"Tota Sabina Civitas". Lo scudo è sormontato dalla corona di Provincia

Onorificenze

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«La Comunità provinciale del Reatino resisteva, con fierissimo contegno, all'accanita furia delle truppe tedesche accampate sul suo territorio, altamente strategico per le immediate retrovie del fronte di Cassino, e partecipava, con indomito spirito patriottico ed intrepido coraggio, alla guerra di Liberazione, sopportando la perdita di un numero elevato di eroici concittadini e la distruzione di ingente parte del suo patrimonio monumentale ed edilizio.»
— Provincia di Rieti, 1943-1944
— 31 marzo 2005[7]

Luoghi d'interesse

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Aree protette

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Sono numerose le aree protette nel territorio provinciale. A sud si trova il Parco regionale naturale dei Monti Lucretili, a sud-est la Riserva regionale Montagne della Duchessa e una piccola parte del Parco naturale regionale Sirente-Velino. Tra le due aree sorge la Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia (tra il lago del Salto e il lago del Turano). A nord-est il gruppo dei Monti della Laga (nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga). Nella Piana Reatina si trova la Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, a ovest parte della Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa.

 
Amatrice, luogo di origine della pasta all'amatriciana
 
Il castello Nobili Vitelleschi di Labro

Appartengono alla provincia di Rieti i seguenti 73 comuni:

Comuni più popolosi

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I giardini e la loggia di Palazzo Vincentini a Rieti
 
L'abbazia di Farfa
 
Le terme di Cotilia
Posizione Città Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
1 Rieti 45 274 231,59 km²
2 Fara in Sabina 13 874 55 km²
3 Cittaducale 6 422 71 km²
4 Poggio Mirteto 6 149 26,4 km²
5 Borgorose 4 208 31 km²
6 Montopoli di Sabina 4 101 37,94 km²
7 Contigliano 3 675 53,55 km²
8 Magliano Sabina 3 445 43,23 km²
9 Forano 3 269 17,69 km²
10 Scandriglia 3 265 63,35 km²
11 Poggio Moiano 2 830 26,95 km²
12 Poggio Nativo 2 570 16,5 km²
13 Cantalice 2 449 37,62 km²
14 Antrodoco 2 301 63,9 km²
15 Amatrice 2 207 174,4 km²
16 Stimigliano 2 205 11,38 km²
17 Leonessa 2 082 204,04 km²
18 Poggio Bustone 1 966 22,38 km²
19 Pescorocchiano 1 826 94,78 km²
20 Cantalupo in Sabina 1 664 10,62 km²
21 Collevecchio 1 602 26,95 km²
21 Greccio 1 456 17,86 km²
23 Tarano 1 387 19,98 km²
24 Torricella in Sabina 1 334 25,79 km²
25 Poggio Catino 1 246 14,98 km²
26 Casperia 1 207 25,31 km²
27 Castel Sant'Angelo 1 200 31,27 km²
28 Fiamignano 1 199 100,62 km²
29 Monteleone Sabino 1 178 19,04 km²
30 Torri in Sabina 1 176 26,31 km²
31 Rivodutri 1 149 26,79 km²
32 Selci 1 108 7,73 km²
33 Toffia 1 071 11,33 km²
34 Petrella Salto 1 038 102,93 km²
35 Castelnuovo di Farfa 999 8,84 km²
36 Borgo Velino 942 18,29 km²
37 Montebuono 816 19,73 km²
38 Rocca Sinibalda 793 49,56 km²
39 Frasso Sabino 729 4,39 km²
40 Casaprota 693 14,55 km²
41 Belmonte in Sabina 643 23,65 km²
42 Monte San Giovanni in Sabina 641 30,76 km²
43 Borbona 594 47,96 km²
44 Configni 581 22,93 km²
45 Posta 566 66,01 km²
46 Accumoli 551 87,37 km²
47 Longone Sabino 543 34,33 km²
48 Roccantica 540 16,72 km²
49 Cottanello 517 36,7 km²
50 Poggio San Lorenzo 517 8,67 km²
51 Mompeo 509 10,89 km²
52 Salisano 496 17,6 km²
53 Colli sul Velino 459 12,76 km²
54 Cittareale 413 59,67 km²
55 Orvinio 394 24,69 km²
56 Collalto Sabino 391 22,37 km²
57 Montasola 389 12,75 km²
58 Labro 368 11,75 km²
59 Colle di Tora 364 14,37 km²
60 Morro Reatino 333 15,74 km²
61 Pozzaglia Sabina 306 24,98 km²
62 Montenero Sabino 287 22,59 km²
63 Concerviano 278 21,39 km²
64 Castel di Tora 266 15,49 km²
65 Turania 226 8,51 km²
66 Vacone 224 9,19 km²
67 Ascrea 212 13,98 km²
68 Nespolo 192 8,65 km²
69 Varco Sabino 164 24,75 km²
70 Paganico Sabino 151 9,31 km²
71 Collegiove 130 10,61 km²
72 Micigliano 114 36,85 km²
73 Marcetelli 63 11,08 km²

Società

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Evoluzione demografica

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Dal secondo dopoguerra in poi la provincia di Rieti ha assistito ad un'emigrazione molto forte (dal 1951 al 2001 la popolazione si è ridotta di circa 34 000 abitanti), e solo a partire dagli anni 2000 si è assistito ad un'inversione della tendenza (da imputare principalmente trasferimento nella bassa Sabina (Magliano Sabino per la presenza di scuole ed ospedale, Poggio Mirteto e Montopoli per il collegamento con Roma e la presenza di moti servizi ed infine Fara in Sabina grazie al polo logistico di Passo Corese) di popolazione proveniente da Roma.[senza fonte] Inoltre la popolazione superstite si è concentrata sempre più nel capoluogo, la cui popolazione nello stesso cinquantennio è cresciuta di circa 8 000 abitanti, mentre gli altri comuni sono andati incontro ad un fortissimo spopolamento, perdendo 42 000 abitanti.[8]

Popolazione censita[8][9]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2014 nella provincia di Rieti risultano residenti 13 036 cittadini stranieri. Le comunità più numerose sono quelle di:

fonte Istat

Qualità della vita

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In un'indagine del Sole 24 Ore del 2009 sul BIL "Benessere Interno Lordo" colloca la provincia al 18º posto[10][11] in Italia.

Nella classifica sulla qualità della vita del quotidiano Italia Oggi la provincia è classificata al 46º posto.[12]

Posizionamento nella classifica della qualità della vita de Il Sole 24 ore
(dato riferito alla provincia)
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
71[13] 56[13] 51[14] 43[15] 63[16] 75[17] 75[18] 74[19] 78[20] 83[21] 75[22]

Dati occupazionali

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Secondo i dati pubblicati dall'Istat nel 2007, la disoccupazione nella provincia era del 5,3% a fronte di un dato nazionale del 6,1% e di uno regionale del 6,4%. Dato questo che secondo i sindacati non coinciderebbe con la realtà, considerando che in base a i dati del Centro per l'Impiego della Provincia di Rieti i cittadini in cerca di lavoro nello stesso anno erano circa 29.000 e non 3.000 come ricavabile dai dati dell'istituto nazionale.[23] Nel 2008, in base all'analisi realizzata dal Sole 24 Ore il 59,5% dei giovani tra i 25 e i 34 anni di età possiedono un posto di lavoro di qualche tipo, a fronte di una media nazionale del 60,4%, dato questo che colloca la Provincia di Rieti al 62º posto tra i 103 capoluoghi di provincia italiani[24]. Nel 2011 la disoccupazione giovanile ha raggiunto il drammatico dato del 35%, uno dei peggiori dati a livello europeo.

Economia

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Al 2016 il PIL totale della provincia equivale a 2,909 miliardi di euro, pari a 18400 euro pro capite, in netto calo rispetto al decennio scorso.[25] Al 2016 il 3,42% del valore aggiunto viene prodotto dall'agricoltura, il 15,43% dal settore secondario e l'81,14% dai servizi[26].L'economia era prevalentemente agricola fino a pochi decenni fa (ancora nel 1951 produceva il 41,7% del valore netto e scese sotto il 10% solo negli anni Settanta). L'industrializzazione risale ad inizio Novecento; negli ultimi decenni il settore secondario è cresciuto dal 12,4% del 1951 fino a sfiorare il 30% negli anni Ottanta, mentre oggi è in flessione.[27]

Lo sviluppo economico della provincia di Rieti è disomogeneo: la parte montana, da Rieti in su, è prevalentemente agricola e i piccoli paesi sono stati colpiti da un forte spopolamento, con le uniche attività industriali e commerciali concentrate nel capoluogo; al contrario nella bassa Sabina, divenuta a tutti gli effetti un satellite nell'orbita della Capitale, si è verificata un'industrializzazione più diffusa e la popolazione è cresciuta per effetto dell'immigrazione dall'Urbe[28], con cui è collegata più efficacemente permettendo un efficace pendolarismo. Quest'ultimo è un fenomeno molto diffuso, non solo nella bassa Sabina: infatti la provincia di Rieti è la settima in Italia per percentuale di residenti che lavorano fuori provincia[29] con 13 100 persone (pari al 22% degli occupati), impiegate per la stragrande maggioranza nella Capitale (9 400 unità).[29]

Agricoltura

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La Piana Reatina

Secondo i dati ISTAT del 2010,[30] con riferimento alle coltivazioni legnose, superfici a pascolo e boschive escluse, preponderante è la coltivazione di olive per olio, mais ed frumento tenero.

L'agricoltura è praticata principalmente nel territorio della fertile Piana Reatina, dove le coltivazioni più diffuse sono grano, granturco, ortaggi e girasoli, e in passato il guado e la barbabietola da zucchero, che alimentava lo zuccherificio di Rieti. Il grano Rieti originario, già famoso per le sue qualità, all'inizio del Novecento fu studiato e migliorato dall'agronomo Nazareno Strampelli, che riuscì a produrre frumenti dotati di maggiore rendita e resistenza, il cui impiego fu incoraggiato dal regime fascista con la battaglia del grano.

 
Uliveto a Fara Sabina

Una coltivazione tipica del territorio collinare della bassa Sabina è l'oliveto; la provincia è un grande produttore di olio d'oliva e fa parte dell'associazione nazionale città dell'olio.A causa dello spopolamento,del frazionamento dei terreni,delle difficoltà morfologiche e della poca innovazione la provincia di Rieti (escluse sporadiche zone) assiste sempre di più ad un abbandono dei terreni agricoli che negli anni ha portato al'aumento di incendi e cinghiali ;ad esempio gli uliveti vengono abbandonati poiché le qualità di un tempo (soprattutto quelle più famose e redditizie come la carboncella) non producono più e non resistono ai climi odierni.La poca innovazione ha portato anche alla scomparsa dell'artigianato e di molte altre attività legate all'agroalimentare.Al giorno d'oggi la quasi totalità dei terreni non abbandonati è adibita ad uliveto o erbai , nonostante l'abbondanza di acqua in tutte le zone)

Pos. Utilizzazione dei terreni Ettari
1 Boschi cedui 48 497,43
2 Pascoli utilizzati 40 042,93
3 Boschi a fustaia 27 459,74
4 Prati permanenti (utilizzati) 11 060,06
5 Olive per olio 10 468,75
6 Altra superficie boscata 8 796,15
7 Erba medica 7 730,82
8 Altri erbai 3 116,84
9 Mais 2 097,33
10 Frumento tenero e spelta 1 893,47

Industria

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I maggiori poli industriali sono il Nucleo industriale di Rieti-Cittaducale, quello di Borgorose e il polo logistico di Passo Corese.

Servizi

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Il terziario, che alla fondazione della provincia era costituito soprattutto dalla nascente burocrazia locale e dal piccolo commercio, è cresciuto continuamente e rapidamente fino a superare il 50% negli anni Cinquanta ed il 70% nella seconda metà degli anni Novanta.[27]

Turismo

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Il santuario di Fonte Colombo

Il turismo non è una fonte di reddito determinante ma sono moltissime le potenziali attrattive del territorio, che le amministrazioni comunali e provinciale stanno cercando di valorizzare.

La maggiore concentrazione di strutture alberghiere e turistiche è sulla stazione sciistica del Monte Terminillo, una delle più antiche dell'Appennino, oggi messo in crisi dalle infrastrutture datate e dalla concorrenza delle località abruzzesi.

Altri settori di cui può avvantaggiarsi l'industria turistica sono il turismo religioso (i quattro santuari francescani della Valle Santa, il cammino di Francesco), il turismo dell'arte (grazie ai centri storici medievali di molte città e borghi, come quelli di Rieti e Labro), il turismo naturalistico (laghi Lungo e Ripasottile, Salto e Turano, ciclovia della Conca Reatina, le aree protette montane) il turismo del benessere (terme di Cotilia, sorgenti di Fonte Cottorella) e quello enogastronomico (olio d'oliva della Sabina, pasta all'Amatriciana, patata di Leonessa, porchetta di Poggio Bustone, lenticchia di Rascino).

Infrastrutture e trasporti

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Mappa dei trasporti nella provincia di Rieti.
                     Autostrada                      Strada statale                      Ferrovia
                     Str. regionale                      Str. provinciale                      Tunnel
                     Strada a doppia carreggiata

Con un indice di 47.2[31], la provincia di Rieti è ultima del centro Italia e tra le ultime a livello nazionale per dotazione infrastrutturale, piazzandosi al 95º posto su 107 province.[32]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Rieti.
 
La Salaria nei pressi di Poggio San Lorenzo

La più importante infrastruttura viaria della provincia di Rieti, che sin dall'antichità ha caratterizzato il territorio della Sabina, è la statale 4 Via Salaria, che fa da dorsale all'intera provincia attraversandola da sud-ovest (la bassa Sabina) a nord-est (l'amatriciano e l'alta valle del Velino), passando per il capoluogo Rieti, e la collega con Roma, Ascoli Piceno e l'Adriatico, valicando l'appennino tra Lazio e Marche al passo della Torrita. Si tratta tuttavia di una strada ad una corsia per senso di marcia per quasi tutta la sua lunghezza e con frequenti intersezioni a raso. Altre importanti strade della provincia di Rieti sono la statale 79 bis Ternana che attraversa la Piana Reatina e varca le Marmore collegando Rieti a Terni e da lì all'E45 (per Perugia) e alla statale 675 Umbro-Laziale (per Viterbo, per il casello di Orte dell'A1 e per Civitavecchia); la strada statale 578 Salto Cicolana, che attraversa interamente il Cicolano collegando Rieti ad Avezzano e al casello Valle del Salto delle A24 ed A25; infine la statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico che, diramandosi dalla Salaria ad Antrodoco, collega la parte centrale della provincia a L'Aquila attraverso il valico di Sella di Corno. Complessivamente, nelle strade della provincia di Rieti si trovano quattro dei cento punti con la maggiore incidentalità della rete stradale italiana.[33]

La viabilità autostradale gioca un ruolo secondario, dal momento che la rete autostradale nazionale attraversa il territorio molto marginalmente. L'Autostrada del Sole lambisce la provincia sul lato occidentale, seguendo grossomodo il confine con le province di Viterbo e Roma; nel territorio reatino ricadono solo 13 km ed il casello di Magliano Sabina, ma i successivi svincoli, pur posti nella provincia di Roma, servono anche i comuni di confine della bassa Sabina (specialmente il casello di Fiano Romano, che è collegato alla Salaria da un'apposita diramazione). Inoltre l'autostrada A24 Roma-L'Aquila per circa 16 km attraversa il territorio del comune di Borgorose (al confine sud-est della provincia), dove in località Torano si trova il casello Valle del Salto ed ha origine l'autostrada A25 per Pescara.

Tra i collegamenti stradali secondari si ricordano la strada regionale 4 bis del Terminillo, la regionale 260 Picente, la regionale 313 di Passo Corese, la regionale 314 Licinese, la regionale 471 di Leonessa, regionale 521 di Morro, la regionale 577 del Lago di Campotosto, la regionale 636 di Palombara, la regionale 657 Sabina e infine la rete delle strade provinciali.

Ferrovie

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Mappa ferroviaria della provincia di Rieti

     Linee a trazione diesel

     Linee elettrificate

     Linee ad alta velocità

                     Binario unico                      Binario doppio
                     Ferrovie di futura costruzione                      Progetti del passato

Particolarmente sottosviluppata è la rete ferroviaria: fatta 100 la media italiana, la dotazione ferroviaria provinciale ha un indice di 40,9.[34] L'unica ferrovia di grande importanza che attraversa il territorio provinciale è la Roma-Orte (linea lenta), e sebbene questa attraversi solo marginalmente la provincia, nei 33 km interni al suo territorio ricadono cinque stazioni che servono alcune località di confine della bassa Sabina: Fara Sabina-Montelibretti, Poggio Mirteto, Gavignano Sabino, Stimigliano e Collevecchio. Su questa linea si svolge il servizio regionale FL1, con treni ogni 15 minuti per Roma Tiburtina e l'aeroporto di Fiumicino. Il più importante nodo ferroviario della provincia è la stazione di Fara Sabina-Montelibretti, che essendo facilmente raggiungibile tramite la statale Salaria è la porta di accesso via treno a Roma di tutto il territorio a monte della ferrovia, compreso il capoluogo Rieti; vi transitano ogni anno circa un milione e trecentomila passeggeri.[35]

L'unica altra ferrovia della provincia è la linea secondaria Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona, a binario unico e non elettrificata, che si estende nel suo territorio per 63 km e collega all'Umbria e all'Abruzzo il capoluogo Rieti e località della parte centrale del territorio quali Greccio, Contigliano, Cittaducale, Castel Sant'Angelo e Antrodoco-Borgo Velino, tramite i tortuosi valichi di Sella di Corno e Marmore.

Molti sono i progetti ferroviari irrealizzati. La provincia avrebbe dovuto essere attraversata dalla Ferrovia Salaria (Roma-Rieti-Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto), che avrebbe formato un collegamento trasversale tra i due mari e fu più volte progettata sin dalla fine dell'Ottocento, ma per problemi economici e burocratici non arrivò mai ad essere realizzata; doveva attraversarla anche la ferrovia Rieti-Avezzano, che con la Rieti-Terni avrebbe formato una dorsale nord-sud, anch'essa mai realizzata.

Amministrazione

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Rieti.
  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 1
  3. ^ ANTONIO CIPOLLONI, LA PROVINCIA DI RIETI DA SALVAGUARDARE, in Rieti in Vetrina, 11 novembre 2012. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2016).
  4. ^ A Leonessa vince il sì, ma mancano i numeri per separarsi dal Lazio, su ilmessaggero.it, Il Messaggero, 1º dicembre 2008. URL consultato il 16 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  5. ^ Leonessa al referendum per passare dal Lazio all'Umbria, in Il Tempo Rieti, 26 novembre 2008. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2016).
  6. ^ «Uniamo le forze», in Il Tempo Rieti, 28 ottobre 2006. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016).
  7. ^ Presidenza della Repubblica, Dettaglio decorato
  8. ^ a b Camera di Commercio 2003, pag. 13.
  9. ^ Censimenti popolazione provincia di Rieti 1861-2011, su TuttItalia. URL consultato l'8 aprile 2016.
  10. ^ Articolo su www.ilsole24ore.com da cui si risale alla classifica
  11. ^ Classifica
  12. ^ http://www.italiaoggi.it/new/qualitavita/qualitavita.asp
  13. ^ a b Il sole 24 ore, Qualità della vita: vince Trento, su ilsole24ore.com. URL consultato il 3 dicembre 2010.
  14. ^ Il sole 24 ore, Qualità della vita 2008, su ilsole24ore.com. URL consultato il 16 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2018).
  15. ^ Il sole 24 ore, Qualità della vita 2009, su ilsole24ore.com. URL consultato il 3 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2018).
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  33. ^ Cento i «punti neri» per gli automobilisti, in La Stampa, 21 agosto 1987, p. 8. URL consultato il 19 ottobre 2016. I quattro punti sono: la SS4 Salaria dal km 36 al km 38 e dal km 70 al km 75; la SS578 Salto Cicolana dal km 6 al km 9; la SS79 Ternana dal km 35 al km 42. (NB: nell'articolo, per un errore di battitura, la statale 578 è indicata erroneamente con il numero di 568)
  34. ^ Dato 2009 dell'Istituto Tagliacarne, su Il sistema economico reatino dopo la crisi. Consuntivo 2009 – previsioni 2010, su Camera di Commercio di Rieti, 7 maggio 2010, p. 134. URL consultato il 5 luglio 2016.
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