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Regina Margherita (nave ospedale)

Il Regina Margherita è stato un piroscafo passeggeri italiano varato nel 1884. Durante la Guerra italo-turca, fu requisita dalla Regia Marina ed assegnata come nave ospedale al Corpo militare dell'ACISMOM.

Regina Margherita
Il piroscafo Regina Margherita con la livrea della Navigazione Generale Italiana.
Descrizione generale
Tipopiroscafo passeggeri (1884-1911 e 1912-1913)
nave ospedale (1911-1912)
ProprietàRocco Piaggio & Figli (1884-1885)
Navigazione Generale Italiana (1885-1910)
Società Nazionale di Servizi Marittimi (1910-1913)
requisito dalla Regia Marina nel 1911-1912
CantiereArchibald McMillan & Son, Dumbarton
Varo1884
Completamentoluglio 1884
Entrata in serviziocome nave civile: 27 ottobre 1884
come unità militare: 1911
Destino finaleaffondata l'11 febbraio 1913
Caratteristiche generali
Stazza lorda3796 tsl
Lunghezza120,7 m
Larghezza12,8 m
Pescaggio8,63 m
Propulsione4 caldaie
2 macchine alternative a vapore
potenza 4000 kW
Velocità15 nodi (27,78 km/h)
Capacità di carico1981 GRT
Equipaggiocome nave civile: 150
Passeggericome nave civile: 250 in 1ª classe + 1200 in 2ª-3ª classe[1]
dati tratti da Naviearmatori.net
voci di navi presenti su Wikipedia

La nave Regina Margherita (così denominato in onore della prima regina d'Italia), fu ordinata dalla compagnia di navigazione genovese "Società Rocco Piaggio & Figli" (attiva sulla linea da Genova al Río de la Plata) al cantiere Archibald McMillan & Son di Dumbarton. Terminata in luglio 1884, venne consegnata il 27 ottobre ed arrivò a Genova l'11 novembre, divenendo l'ammiraglia della flotta Piaggio. Destinata al collegamento con il Sud-America, partì per il viaggio inaugurale il 1º dicembre 1884. Nel 1885 la Piaggio venne acquisita, insieme alla "Società Italiana Trasporti Marittimi Raggio & Co.", dalla "Navigazione Generale Italiana"[2], che riunì le due flotte per potenziare i collegamenti con il Rio della Plata. La Regina Margherita in quegli anni fu una dei primi piroscafi ad effettuare viaggi regolari, trasportando migliaia di italiani durante gli anni della "grande emigrazione". Nel 1908, dopo il terremoto di Messina venne messa a disposizione del Ministero dell'Interno, insieme alla Umberto I della stessa compagnia, per portare i primi soccorsi. La "Navigazione Generale Italiana" decise di concentrare le proprie attività sulle tratte intercontinentali, trasferendo i servizi di collegamento nel Mar Mediterraneo alla "Società Italiana Servizi Marittimi", costituita ad hoc. La ormai anziana "Regina Margherita" nel 1910 venne trasferita a questa società ed impiegata sulle tratte regionali.

 
La Regina Margherita ingavonata nel porto di Genova.

Dopo lo scoppio della guerra italo-turca nel 1911, la nave viene requisita dalla Regia Marina e trasformata in nave ospedale, venne finanziata ed assegnata all'Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, che ne gestì l'impiego tramite il Corpo militare dell'ACISMOM. L'equipaggio era costituito da civili militarizzati, mentre il Corpo militare forniva ad ogni viaggio il Personale Direttivo ed il Personale d'Assistenza, affiancato da 8 suore infermiere Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli. La nave salpò per il primo viaggio verso la Libia il 10 ottobre 1911. Da Napoli la nave faceva la spola con Tripoli, Bengasi, Derna e Tobruk, compiendo in 141 giorni sette traversate e trasportando un totale di 1162 feriti e malati. Nel periodo di servizio viene anche visitata dal Re Vittorio Emanuele III.

La nave venne riconsegnata alla compagnia il 27 febbraio 1912. Durante dei lavori al porto di Genova, a causa di una via d'acqua l'11 febbraio 1913 la nave si ingavonava affondando. Recuperata, la Regina Margherita venne smantellata.

La Regia Nave Regina Margherita è commemorata da un francobollo delle Poste Magistrali del SMOM da 90 grani, emesso il 4 ottobre 1976[3].

Tecnica

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La Regina Margherita era un piroscafo per il trasporto passeggeri da 1981 tonnellate di stazza netta e 3796 tonnellate di stazza lorda[4]. Lo scafo era in ferro, a due fumaioli. La propulsione principale era basata su quattro caldaie a vapore azionante due macchine alternative da 4000 kW (ma solo 600 hp nominali). Per la propulsione ausiliaria a vela, la nave era armata a goletta, con due alberi inclinati posteriormente e bompresso. La nave sviluppava una velocità massima di 15 nodi. Fu la prima nave italiana dotata di illuminazione elettrica e si distingueva rispetto alle concorrenti per il lusso e lo sfarzo delle cabine di prima e seconda classe; superiori alla norma era anche l'allestimento delle camerate di terza classe, ariose ed anch'esse illuminate elettricamente.

Con la trasformazione in nave ospedale, la nave venne ridipinta secondo le norme stabilite dalla Convenzione di Ginevra, con scafo e sovrastrutture bianche, fascia verde interrotta da croci rosse sullo scafo e croci rosse sui fumaioli. Vengono ricavate una sala chirurgica, una farmacia, un reparto di isolamento per i malati infettivi, sale per il Comando dell'ospedale e magazzini. Per gli ufficiali infermi sono destinate cabine riservate, mentre sottufficiali e truppa vengono ricoverati in sale comuni. Per il servizio religioso di bordo viene assegnato un vasto salone, con l'altare addobbato con la bandiera del Sovrano Militare Ordine di Malta, quella del Regno e quella di neutralità.

Equipaggio del Corpo militare dell'Ordine di Malta

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Personale del Corpo militare dell'ACISMOM, riconoscibile dal bracciale sanitario internazionale con la croce rossa e la croce di Malta, in posa sul ponte della Regina Margherita.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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