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Scapoli

comune italiano

Scapoli (Scapulë in molisano[4]) è un comune italiano di 586 abitanti[1] della provincia di Isernia in Molise. Fino al XV secolo fu parte integrante del Giustizierato d'Abruzzo e dell'Abruzzo Citeriore.[5]

Scapoli
comune
Scapoli – Stemma
Scapoli – Bandiera
Scapoli – Veduta
Scapoli – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Molise
Provincia Isernia
Amministrazione
SindacoEmilio Ricci (Crescere insieme) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate41°37′N 14°03′E
Altitudine611 m s.l.m.
Superficie18,94 km²
Abitanti586[1] (31-12-2022)
Densità30,94 ab./km²
FrazioniAcquaviva, Cannine, Cerratino, Collalto, Collematteo, Fontecostanza, Fonte La Villa, Padulo, Pantano, Parrucce, Ponte, Prato, Santa Caterina, Sodalarga, Vaglie, Vicenne
Comuni confinantiColli a Volturno, Filignano, Rocchetta a Volturno
Altre informazioni
Cod. postale86070
Prefisso0865
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT094048
Cod. catastaleI507
TargaIS
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona E, 2 171 GG[3]
Nome abitantiscapolesi
Patronosan Giorgio
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scapoli
Scapoli
Scapoli – Mappa
Scapoli – Mappa
Posizione del comune di Scapoli nella provincia di Isernia
Sito istituzionale

Origini del nome

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Il nome del paese potrebbe essere relativo alla posizione morfologica del borgo: infatti potrebbe provenire dal latino scopulus che significa guglia o scopulae che significa versante del monte.

Le origini del paese risalgono probabilmente al IX secolo, come risulterebbe da alcuni testi tra i quali il "Chronicon Vulturnense", antico testo redatto intorno al 1130 da un monaco dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno di nome Giovanni. Proprio da questo testo risulterebbe che l'insediamento di Scapoli (cd. Castrum Scappili) nacque sulle terre di proprietà dall'abbazia ad opera dei monaci che erano stati cacciati dai Saraceni da Castel San Vincenzo.

Dalla sua costituzione Scapoli subì l'influenza di diverse famiglie di origine franco-romana, tra le quali nel 1043 prevalse la famiglia Borrello che aveva sottratto all'abbazia l'intera valle del Volturno.

Il paese ritornò nelle mani dell'abbazia grazie all'intervento di papa Niccolò II per poi esservi di nuovo sottratto ad opera dei Conti dei Marsi. Successivamente dal 1200 passò in mano ai Caldora e nel 1382 il feudo fu venduto ai Pandone.

Nel XVI secolo prima fu dei Rendina del Mag.co Bartolomeo e poi passò fino al 1621 ai Bucciarelli per poi essere ceduto a Innico di Grazia, barone di Cerro al Volturno, fino ad arrivare ai marchesi Battiloro.

Fu annesso al ducato di Terra di Lavoro fino al 1861 quando entrò nel territorio di Campobasso.

Durante la seconda guerra mondiale si trovò sulla famosa "Linea Gustav" creata dai Tedeschi per impedire l'avanzamento degli alleati. Molto importante fu infatti la costituzione proprio a Scapoli del Corpo Italiano di Liberazione, protagonista di sanguinose battaglie sul vicino Monte Marrone.

Nel 1970 fu annesso alla neonata provincia di Isernia e da 20 anni fa parte del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 27 aprile 1964.[6] Lo stemma è troncato e raffigura nella parte superiore una mitra d'argento in campo azzurro; nella parte inferiore un monte di tre cime e una polla d'acqua sorgiva, evidente richiamo alle risorse naturali e paesaggistiche del territorio.

Onorificenze

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«Centro strategicamente importante, situato sulla "linea Gustav", durante l'ultimo conflitto mondiale si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo feroci rappresaglie razzie e barbarie da parte delle truppe tedesche e marocchine che provocarono vittime civili e la devastazione del patrimonio edilizio ed agricolo. La popolazione seppe reagire con dignità agli orrori della guerra, dando un ammirevole esempio di ancor patrio e di spirito di libertà. 1943 - 1944/Scapoli (IS)»
— 28 marzo 2007[7]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Il centro di sera

Il borgo a pianta circolare fortificata, conserva abbastanza bene l'assetto originario, e si connota dalla presenza superiore del Palazzo fortificato dei Battiloro. Altro elemento di interesse del centro storico è il Cammino di Ronda, dove si accede dall'androne antistante l'ingresso al Palazzo, dello "Sporto". Di qui si intraprende il percorso circolare che segue tutto il profilo orografico della roccia fortificata di Scapoli. Dallo Sporto si procede per la stradina "Scarupato", con un passaggio coperto da travi e loggiato, sulla sinistra dei portoncini e fondaci si alternano ad anguste finestre, mentre a destra aperture a tutto sesto formano la loggetta. Il percorso dura sino a "Portella", la stradina più ampia, e da un muretto si può ammirare il Monte Azzone, da cui sorge il fiume Volturno, con le rovine di Rocchetta Vecchia, nel comune di Rocchetta a Volturno, e la piana di Rocchetta Nuova.

A questo punto il Cammino di Ronda si ripiega su sé stesso, conducendo alle "Merghe", il tratto più interessante, in quanto all'orizzonte si stagliano le moli del Monte Marrone Montemare. Presso la scalinata moderna si costeggia il Palazzo Mancini, sede del Museo internazionale della Zampogna, con il vicolo Santa Maria, dove si trovava l'antica chiesa di Santa Maria delle Grazie in borgo. Ai piedi del castello si trova, in un piccolo rione a parte, la chiesa di San Giovanni, con l'antica fonte, nella piazzetta sottostante il Palazzo si trova il Museo dello Zampognaro del 1980, voluto dallo scultore Vittore Piotti, adagiato su basamento della roccia locale. Sul muretto di recinzione sono di interesse delle lapidi e decorazioni a rilievo tratte dai resti del monastero di San Pietro d'Itria.

Architetture religiose

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Veduta di Scapoli dal museo della Zampogna: il cammino di Ronda e il Palazzo Battiloro

Chiesa parrocchiale di San Giorgio

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Sorge accanto al Museo della Zampogna, all'ingresso del paese vecchio. La chiesa fu ampiamente rifatta, negli interni, dopo la seconda guerra mondiale, in stile pseudo neoclassico. All'interno a tre navate con volte a botte lunettate, è collocata la tela del Santo che uccide il drago, sull'architrave del portale vi sono tre medaglioni di Marcello d'Aquila, a sinistra ritratto San Giovanni Battista, nel centro l'Agnello crucifero, e a destra un leone con aureola, rappresentante San Giorgio che uccide il drago, e l'iscrizione originale della lunetta del 1326. Infatti la chiesa conserva l'esterno abbastanza fedele all'originale, eccettuati rimaneggiamenti barocchi, come la costruzione del campanile e del finestrone centrale la facciata: la chiesa del XIV secolo venne ampliata dunque nel XVII, per volere del parroco Francesco Caccia che concluse i lavori nel 1685. Frammenti più antichi sono un arco trilobato gotico appartenente a un pulpito, il bue alato con la testa coronata d'aureola, simbolo dell'evangelista San Luca, e il libro che mantiene tra le zampe anteriori, non presentano naturalmente difficoltà di interpretazione. Fino al 1977 la chiesa dipendeva dalla diocesi di Cassino, poi di quella d'Isernia.

Il campanile della chiesa è in pietra concia, a pianta quadrata, con la sommità ornata da un tamburo ottagonale che custodisce l'orologio civico, e da una piccola cupola settecentesca alla napoletana. La statua di San Giorgio è di recente realizzazione, mentre quella più antica è del Settecento, in legno policromo, opera di Paolo Saverio di Zinno, custodita nella chiesa di San Giovanni. Altra particolarità è la statua di San Gerardo Confessore, a cui gli scapolesi dedicavano un pellegrinaggio fino al paese di Gallinaro.

Chiesa di San Giovanni

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Si trovai ai piedi del Cammino di Ronda, nel piccolo sobborgo omonimo. All'interno sono conservati preziosi affreschi ritraente il Cristo in maestà dentro una mandorla, del XVII secolo, dunque è una ripresa del classico modello raffigurativo in voga nel XIII-XIV secolo; altri elementi di pregio sono la statua di Sant'Antonio di Padova, la statua vecchia di San Giorgio, e frammenti lapidei presso la facciata, provenienti dal distrutto monastero di San Pietro d'Itria. La chiesa è in pietra, molto semplice, a pianta rettangolare, con portale a tutto sesto lunettato, e piccolo campanile a vela. Nei pressi di questa chiesa sorgeva anche la chiesa di Santa Maria in Borgo, realizzata nei pressi del castello nel X secolo, e fu distrutta nel 1943-44, abbattuta poi nel 1949 per pericoli statici.

Santuario rupestre di Santa Maria delle Grotte

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Il santuario sorge a poca distanza da Scapoli, trovando nel territorio comunale di Rocchetta a Volturno. La chiesa rupestre è incastonata nella roccia, dipendente dall'abbazia di Montecassino, e poi di San Vincenzo al Volturno. La leggenda vuole che i viandanti e i pastori transumanti venerino l'immagine di San Cristoforo, protettore dei pellegrini, e che egli apparve ai monaci di San Vincenzo, che vi vollero edificare il cenobio. Con i successivi rifacimenti, il muro originario con l'immagine sacra incastonata è stato inglobato, situandosi oggi all'interno della chiesa. L'intitolazione della chiesa alla Madonna risale al XIII secolo, quando sulla facciata nuova venne collocata la nuova icona. Il modello di costruzione è quello benedettino, risalente al XIII secolo, il tempio è affiancato da un monastero in stile romanico con colonnine poligonali, e due monofore strombate collocate sulla destra, che danno luce all'interno, così come il portale a tutto sesto a lunetta. L'interno è a due navate, e si addossa alla parete rocciosa sul fianco destro, di interesse la grotta votiva e delle statue sette-ottocentesche potate in processione. Lo spazio delle navate è scandito da un grande arco ogivale gotico, le volte sono a crociera, il pavimento è stato rifatto in cristallo per mettere alla luce una fornace medievale sottostante, composta dalla parte inferiore dove avveniva la combustione e da quella superiore dove venivano sistemati i manufatti in argilla.

Di interesse gli affreschi quattrocenteschi, della navata minore (XIII-XIV sec) ritraenti scene di vita di Cristo, quelli della navata centrale del XIV sec, che ritraggono Santi, quelli del presbiterio e della cappella laterale, più tardi, che ritraggono scene di vita della Madonna.

Architetture civili

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Palazzo marchesale Battiloro

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La costruzione presenta le mura a strapiombo, sulla roccia affiorante della montagna, e costituiva le fondamenta del vecchio castello successivamente trasformato in residenza signorile. Si trova in cima al paese. Ha tre facciate che danno la vista sulle piazzette principali; i corpi aggiunti alla struttura originaria testimoniano l'attività edilizia dei Battiloro, che dovettero adattarsi nella resa delle strutture palaziate all'orografia del terreno roccioso. Le mura esterne sono la parte più antica, intervallate da torrette rompitratta, che danno a strapiombo sulla valle. L'ingresso principale è dato dalla via Sporto, mentre il corridoio Scarputao dà sul cammino di ronda della guardia, con annesso loggiato ad archi. Sul lato sinistro si trova la struttura settecentesca con le botteghe. Di particolare interesse, all'interno del palazzo, uno scalone che conduceva ai sotterranei e un grande camino in pietra nei locali delle cucine.

Il castello originario venne eretto nel 982 dai Franchi, quando i monaci di San Vincenzo concessero la possibilità di erigere la rocca a guardia del monastero. Il castello successivamente passò a vari feudatari, sino alla ristrutturazione in palazzo nel XVII-XVIII secolo. L'ultimo esponente dei marchesi Battiloro, proprietario del palazzo, negli anni '60 donò la fortezza al Sovrano Militare Ordine di Malta, che a sua volta lo alienò a privati che lo restaurarono. Nel 1984 il terremoto del Lazio danneggiò la struttura, che però venne nuovamente restaurata.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Cultura

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Zampogna di Scapoli

Museo Internazionale della Zampogna "P. Vecchione" e Mostra Permanente della Zampogna

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Allestito negli anni '70 nel cuore del centro, presso i ruderi della chiesa di Santa Maria, fu ingrandito nel 1990 e nel 2010. Nacque come esposizione annuale dello strumento con la prima edizione allestita nel 1975, ma il museo vero e proprio vide la luce da un progetto nel 1981 per volere del sindaco Pasquale Vecchione, a cui è dedicato. Morto prematuramente, il museo ha visto la nascita vera e propria con sede permanente nel 2002, benché le mostre annuali continuassero a susseguirsi, portando a Scapoli sempre più fama. La mostra dell'Associazione però usufruiva degli spazi già dal 1991, con l'istituzione di una festa ricreativa a tema, che prevedeva anche degustazione di prodotti tipici, in vista del Natale. Il museo offre il percorso storico dello strumento musicale, le leggende e le tradizioni locali del Natale, e modelli storici di grande pregio, e modelli più moderni.

Esiste un secondo museo scapolese della Zampogna, in corso Kennedy, all'ingresso del paese storico, che consiste in due piccole stanze che conservano modelli originari di zampogne, alcune di provenienza estera (Scozia, Romania, Turchia), donazioni di associazioni con cui Scapoli ha contatti. Attualmente c'è una controversia tra questa Mostra della Zampogna e il Museo "P. Vecchione" in quanto quest'ultimo contiene solo modelli riprodotti, e l'altro è gestito interamente dagli storici mastri bottegai.

A Scapoli si producono tradizionali ravioli alla scapolese che su proposta della Regione Molise, hanno avuto il riconoscimento ministeriale di tipicità.

Attualmente il paese è conosciuto per essere la capitale mondiale della zampogna, antico strumento a fiato prodotto ancora oggi a mano dagli artigiani scapolesi. Ogni anno dal 1975 nell'ultimo week-end di luglio si svolge in paese la tradizionale Festa della Zampogna, manifestazione che richiama migliaia di persone.

Non meno importante poi è la tradizione del Falò di San Giorgio il 22 aprile, in cui in diverse frazioni si accendono dei falò in onore del Santo protettore intorno ai quali ci si riunisce.

Ogni anno l'ultima domenica di Carnevale si svolge qui la Raviolata, manifestazione gastronomica in cui è possibile degustare questo prodotto. Il raviolo alla Scapolese non è altro che un raviolo di grosse dimensioni con un particolare ripieno dal gusto deciso e dal sapore intenso.

Economia

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Produzione artigianale tipica di Scapoli è quella della zampogna e della ciaramella, strumento tipico dei viandanti durante il periodo natalizio dell'Abruzzo e del Molise. Il modello della zampogna più usato a Scapoli è quello 25 con chiave.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Renato Sparacino lista civica Sindaco
13 giugno 1999 7 giugno 2009 Vito Livio Izzi lista civica Sindaco
7 giugno 2009 10 giugno 2024 Renato Sparacino Crescere insieme Sindaco
10 giugno 2024 in carica Emilio Ricci Crescere insieme Sindaco
  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 611, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ http://asciatopo.xoom.it/ammi_angio.jpg
  6. ^ Scapoli, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  7. ^ Comune di Scapoli, Medaglia d'argento al merito civile, su quirinale.it.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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