Septimontium
Il termine latino Septimontium o Settimonzio (ovvero sette monti) era utilizzato dagli antichi Romani sia per indicare una festività religiosa[2] sia, secondo Varrone, per rappresentare anche un concetto territoriale collegato alla città di Roma[3].
Septimontium | |
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Mappa dei montes di Roma, dove si celebrava il Septimontium | |
Tipo | religiosa |
Data | 11 dicembre |
Celebrata a | Roma |
Religione | Religione romana |
Oggetto della ricorrenza | Processione lungo tutti i "sette monti" (da cui il nome di Septimontium) con relativi sacrifici da celebrare presso i siti dei 27 sepolcri degli Argei |
«Dove adesso si trova Roma c'era un tempo il Septimontium così chiamato per il numero di montes che in seguito la città incluse all'interno delle sue mura.»
Etimologia
modificaBasandosi sul testo varroniano, Georg Wissowa ha proposto la tesi secondo la quale il termine rinvia ai Septem Montes, con chiaro riferimento alle sette cime sulle quali la cerimonia aveva luogo[4].
Per un'altra tesi, il termine deriva da Saepti Montes, ovvero da Monti divisi, con riferimento alle palizzate che proteggevano i primi nuclei abitati.[5]
Descrizione
modificaConcetto religioso
modificaLo scrittore latino Sesto Pompeo Festo riporta una festa che si celebrava l'11 dicembre,[6] durante la quale era vietato l'uso di veicoli trainati da cavalli.[7]
Sembra fosse stata istituita dal re Numa Pompilio e che consistesse in una processione lungo tutti i "sette monti" (da cui il nome di Septimontium) con relativi sacrifici da celebrare presso i siti dei 27 sepolcri degli Argei (che si trovavano appunto su quelle alture) che secondo la tradizione erano gli eroici principi greci che erano giunti nel Lazio al seguito di Ercole[8].
La circostanza che la festa fosse originariamente riservata alle sole genti di stirpe latina che abitavano quei luoghi (I Montes contrapposti ai Colles abitati dai Sabini), sembrerebbe una conferma del fatto che si tratti di una festività molto antica, forse anche precedente all'epoca di Numa Pompilio, corrispondente alla prima espansione del centro urbano dal Palatino ai colli circostanti.
Plutarco, che visse tra il I e II secolo d.C., racconta che contrariamente a quanto accadeva per altre festività arcaiche, questa continuava a essere celebrata dai Romani, dal che se ne desumeva l'importanza. E se anche si era persa la certezza per il significato specifico, i più protendevano che con l'ipotesi che si festeggiasse il momento in cui i diversi abitati per la prima volta venivano a formare una città.[9]
Concetto territoriale
modificaDal punto di vista territoriale , i "sette monti" non corrispondono ai tradizionali "sette colli":[10] i primi si riferiscono a una fase più antica dell'abitato[11]. Resta dibattuto a quale periodo facesse riferimento il termine; per una tesi il primo centro proto-urbano di Roma sarebbe sorto dall'unione di villaggi pre-urbani, attorno alla prima metà del IX secolo a.C.[12], per un'altra l'attestazione in epoca storica di una festa religiosa sarebbe la prova dell'esistenza di un centro proto-urbano, successivo a quello identificato dalla Roma quadrata[13].
Il Septimontium propriamente detto era formato dalle seguenti alture, dette montes[11][14][15]:
- le due del Palatino (il Palatium e il Cermalus)
- le tre dell'Esquilino (il Fagutal, l'Oppius e il Cispius)[13]
- la Velia, che collegava Palatino ed Esquilino, e che fu in parte spianata nel XX secolo per l'apertura di via dei Fori Imperiali
- il Caelius o Querquetual[16] o la Suburra[17]
Il territorio romano identificato dal Septimontium, inizialmente ristretto ai soli montes, fu allargato in seguito anche ai due colles del Viminale e del Quirinale (quest'ultimo a sua volta includeva Latiaris, Mucialis, Salutaris), compresi nella lista canonica dei "sette colli"[18][19].
La Suburra e il Celio
modificaIl riferimento di Sesto Pompeo Festo al Septimontium crea più di un problema interpretativo.
«Septimontio ut ait Antistius Labeo hisce montibus feriae: Palatio cui sacrificium quod fit Palatuar dicitur; Veliae cui item sacrificium; Fagutali, Suburae, Cermalo, Oppio, Caelio monti, Cispio monti.»
La presenza di otto elementi nel Septimontium appare difficoltoso se si fa riferimento al suo significato territoriale, mentre presenterebbe minori problematiche se riferito al suo significato religioso; in questo caso, si potrebbe ipotizzare che la festività, inizialmente riferita a sette diverse comunità, abbia poi ricompreso un'ottava comunità (Suburra o Celio), senza che questo però comportasse la modificazione del nome.[20] Theodor Mommsen opta per la Suburra nel Septimontium originario (a scapito del Celio).[21] Altri optano per il Celio, non considerando la Suburra propriamente un monte.[22]
Note
modifica- ^ In effetti Varrone, erroneamente, identifica i Septem Montes con quelli che poi sarebbero stati indicati come i tradizionali setti colli, ossia quelli inclusi nelle mura serviane. [1]
- ^ M.Pallottino, Origini e storia primitiva di Roma, Milano 1993, pp. 148-149.
- ^ Massimo Pallottino, Origini e storia primitiva di Roma, p. 70.
- ^ Georg Wissowa, Septimontium und Subura, in "Gesammelte Abhandlungen zur römischen Religions- und Stadtgeschichte", 1904, p. 230-252.
- ^ Frederik Muller, Jzn., De veterum, imprimis Romanorum, studiis etymologicis: pars prior (thèse de doctorat ès lettres), Utrecht, A. Oosthoek, 1910.
- ^ Decio Cinti, Dizionario mitologico, ed. speciale di Archeo, Milano 1998, p. 270.
- ^ Plutarco (vedi nel seguito) ipotizza che fosse un modo perché alla festa partecipassero più abitanti possibile o che fosse un tributo al lavoro dei cavalli per la costruzione della città.
- ^ Argeos dictos putant a principibus, qui cum Hercule Argivo venerunt Romam et in Saturnia subsederunt, Varrone, De lingua latina, Libro V, VIII
- ^ Plutarco, Questioni romane, 69.
- ^ Domenico Palombi, Tra Palatino ed Esquilino: Velia, Carinae, Fagutal. Storia urbana di tre quartieri di Roma antica, Roma, Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte, 1997, ISBN 8872751012. Varrone, ignorando l'indicazione relativa ai Montes, avrebbe riportato l'elenco dei sette colli alle alture più significative all'interno delle Mura Serviane: Campidoglio, Aventino, Celio, Esquilino, Palatino, Qurinale e Viminale.
- ^ a b Ferdinando Castagnoli, Topografia di Roma antica, Torino 1980, p. 62.
- ^ Andrea Carandini, Roma il primo giorno, 2007.
- ^ a b Theodor Mommsen, Storia di Roma, Vol. I, Cap. IV, par. 4.
- ^ a b Sesto Pompeo Festo, De verborum significatu,Testo in Latino.
- ^ Settimonzio nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 28 gennaio 2019.
- ^ G.Brizzi, Storia di Roma. 1. dalle origini ad Azio, p. 11.
- ^ Roma, Enciclopedia Italiana, Treccani
- ^ Andrea Carandini, Roma il primo giorno, 2007, pp. 22-24.
- ^ Theodor Mommsen, Storia di Roma, Vol. I, Cap. IV, par. La città Palatina ed i Sette colli.
- ^ Su Treccani
- ^ Storia di Roma dalle origini alla Repubblica, Theodor Mommsen, p.44, Rusconi Libri ed.2020
- ^ Roma, Enciclopedia Italiana, Treccani, 1936
Bibliografia
modifica- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1.Dalle origini ad Azio, Bologna, Pàtron, 1997.
- Andrea Carandini, Roma il primo giorno, Roma-Bari, Laterza, 2007.
- Decio Cinti, Dizionario mitologico, ed. speciale di Archeo, Milano 1998.
- Massimo Pallottino, Origini e storia primitiva di Roma, Milano, Rusconi, 1993, ISBN 88-18-88033-0.