Taddeo Studita
Taddeo Studita (VIII secolo – 29 dicembre 815[1]) è stato un monaco cristiano e santo bizantino.
San Taddeo Studita | |
---|---|
martire | |
Nascita | VIII secolo |
Morte | 29 dicembre 815 |
Venerato da | Chiese ortodossa |
Ricorrenza | 29 dicembre |
Biografia
modificaErronee notizie sulle sue origini
modificaLe notizie su san Taddeo Studita fornite dai sinassari bizantini sono ritenute da alcuni storici errate[2], soprattutto per quanto riguarda la sua origine che contrasta con le notizie dirette riportate negli scritti di san Teodoro Studita, suo maestro e contemporaneo. In questi testi agiografici[3] vi è detto che Taddeo era scita e schiavo nella proprietà di Saccudion[4] e che quando fu reso libero insieme con altri schiavi della famiglia, abbracciò la vita monastica sull'esempio dei suoi maestri.
Le fonti dirette
modificaDagli scritti di san Teodoro non risulta alcun'appartenenza alla sua famiglia: Taddeo era scita e una volta diventato libero entrò in monastero alla sequela del monaco Arsenio che gli insegnò i primi elementi della vita monastica[5].
La persecuzione iconoclasta
modificaNel 815 quando scoppiò la persecuzione iconoclasta per mano di Leone V l'Armeno, Taddeo si trovava nel monastero di Saccudion. Una delle principali vittime fu proprio il suo maestro san Teodoro, il quale fu mandato in esilio a Metopa[6] vicino Apollonia. San Teodoro non volle rinnegare la sua fede nel culto delle immagini. Prima di partire comandò ai suoi discepoli di dividersi in piccoli gruppi per non dare nell'occhio. Dall'esilio inviò ai suoi discepoli alcune lettere per incoraggiarli; Taddeo ricevette almeno due lettere[7].
La morte
modificaTaddeo insieme ad altri sei compagni fu catturato dalla polizia imperiale e tradotto a Costantinopoli e successivamente imprigionato. Subito dopo l'arresto due dei sette monaci rinunciarono al culto delle immagini e furono liberati, Taddeo e gli altri quattro compagni rimasero in carcere in attesa di processo. Dopo qualche mese di carcere, i cinque prigionieri furono interrogati e gli fu chiesto di rinnegare la loro fede al culto delle immagini. Taddeo e i suoi amici rimasero fermi nelle loro decisioni. La condanna fu la flagellazione che come racconta lo stesso san Teodoro e i sinassari fu eseguita crudelmente. Dalle altre notizie pervenute per mano di san Teodoro, fu il genero dell'imperatore, un certo Bardas, a condannare loro al supplizio; dunque Taddeo non comparve davanti all'imperatore, come narrano i Sinassari. Taddeo fu flagellato con centotrenta colpi di nerbo di bue e dopo due giorni di agonia morì per le gravi ferite inferte. Il suo corpo fu seppellito da un prete, di nome Teofilatto, che aveva avuto la debolezza di sottoscrivere i decreti del sinodo iconoclasta[8] e che san Teodoro ringraziò per questa opera di misericordia[9]. La morte gloriosa di Taddeo infiammò l'animo di san Teodoro che compose il suo panegirico in due catechesi che inviò ai suoi monaci studiti. Nella prima catechesi Taddeo viene dal santo esaltato singolarmente, ma in una seconda lettera lo associa ad un altro martire studita, Antonio[10][11].
Culto
modificaNei sinassari bizantini Taddeo è festeggiato il 29 dicembre.
Note
modifica- ^ Cfr. Charles Van de Vorst, S. Thaddée Studite, pp. 157-160
- ^ Cfr. Raymond Janin, Taddeo Studita, santo martire, Bibliotheca Sanctorum, Pontificia Università Lateranense, 1969, Volume X, col. 93
- ^ Synaxarium Ecclesiae Constantinopolitanum, coll. 353, I.51; I. 54 (Synaxariis selectis)
- ^ «A Saccudion esisteva un monastero. Intorno al 770, un monaco di nome Platone, nobile cittadino di Costantinopoli, fu consacrato da san Teostericto il Confessore; una volta consacrato gli successe nella carica di abate del Monastero di Symobola, Bitinia. Platone fondò nel 781, su un terreno di sua proprietà, il Monastero di Saccudion, dove cominciò la carriera monastica suo nipote Teodoro Studita. Quando nel 794, Platone diede le dimissioni, Teodoro assunse la guida della abbazia, ma nel 798, per salvarla dagli assalti degli Arabi, la trasferì a Costantinopoli nel semiabbandonato Monastero di Studion, che diventò così il centro di un gruppo di monaci che svolsero una attività politico-ecclesiastica particolarmente intensa nella capitale»; Friedrich Kempf, Storia della Chiesa, Volume 4, Editoriale Jaca Book, 1992. Si veda anche O. Volk, Lexikon für Theologie und Kirche, VIII, pp. 554-555
- ^ Cfr. Raymond Janin , Taddeo Studita, santo martire, ibid. Volume X, col. 94
- ^ Alain Ducellier, Michel Kapla, Bisanzio (IV-XV secolo), Milano, San Paolo, 2005, ISBN 88-215-5366-3.
- ^ Card. Angelo Mai, Nova bibliotheca Patrum, Roma 1852-1905, VIII, pp. 48, 110; IX, pp. 70-72, Epistole. 55 e 98.
- ^ «A Pasqua dell'815, Leone V l'Armeno fece riunire un sinodo a Santa Sofia, che aveva il compito di riapprovare il Concilio di Hieria, del 754, abolendo quindi il secondo di Nicea, per reintrodurre l'iconoclastia»; Ravegnani. Introduzione alla storia bizantina, p. 88.
- ^ Card. Angelo Mai, Nova bibliotheca Patrum, Roma 1852-1905, Epistola 172 cit. pag. 50
- ^ Bibliotheca Hagiographica Graeca,III, p. 71, nn. 2414-15
- ^ Bonifaz Kotter, Lexikon für Theologie und Kirche, X, col 7.