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Un uomo chiamato Cavallo

film del 1970 diretto da Elliot Silverstein

Un uomo chiamato Cavallo (A Man Called Horse) è un film del 1970 diretto da Elliot Silverstein. Buona parte dei dialoghi sono in lingua originale sioux.

Un uomo chiamato Cavallo
Richard Harris in una scena del film
Titolo originaleA Man Called Horse
Lingua originaleinglese, sioux, francese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Messico
Anno1970
Durata114 min
Rapporto2,35:1
Generewestern
RegiaElliot Silverstein
SoggettoDorothy M. Johnson (racconto)
SceneggiaturaJack DeWitt
ProduttoreSandy Howard
Casa di produzioneCinema Center Films, Sandy Howard Productions

Estudios Churubusco Azteca S.A. (non accreditata)

FotografiaRobert Hauser
MontaggioPhilip W. Anderson,
Gene Fowler Jr.
Effetti specialiTim Smyth,
Federico Farfan
MusicheLeonard Rosenman
ScenografiaPhilip Barber
CostumiDennis Lynton Clark
TruccoKeester Sweeney,
Richard Cobos
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

John Morgan, aristocratico inglese a caccia nel West con tre uomini, viene attaccato dagli indiani Sioux della tribù Mano Gialla. I tre uomini vengono uccisi ed egli viene fatto prigioniero; portato all'accampamento della tribù viene affidato alla madre del capo come cavallo da soma. Deriso e sfruttato per i lavori pesanti, tenta di fuggire ma viene sempre ripreso. Nel villaggio trova l'aiuto e l'amicizia di Batise, figlio d'un francese e di un'indiana, anch'egli fatto prigioniero anni prima, che si finge pazzo, sapendo che i pazzi sono rispettati dagli indiani senza avere l'obbligo di cacciare o lavorare per la tribù. Grazie a Batise, che si presta a fare da interprete, Shunka Wakan (nome che significa "cavallo" nella lingua della tribù) comincia a capire la loro cultura e ad apprendere qualche parola della lingua indigena.

Ottenuta progressivamente sempre più fiducia, si getta su due indiani nemici della tribù Shoshone e li uccide prendendone gli scalpi e i cavalli. Intende quindi sposare Tortora Bianca, sorella di Mano Gialla, ma per essere accettato deve prima affrontare la prova del dolore, che supera, potendo così sposare la donna e avere da lei un figlio. Il villaggio viene poi attaccato dagli Shoshone, che vogliono impossessarsi dei cavalli e delle donne. La resistenza è strenua e, grazie alla tattica di Shunka Wakan, gli attaccanti sono sbaragliati e messi in fuga, ma non prima d'avere ucciso molti guerrieri e donne, tra i quali anche Mano Gialla, Batise e Tortora Bianca. John, col cuore infranto, dà l'ultimo saluto alla moglie e, con una scorta indiana, parte dal campo per tornare in Inghilterra.

Collegamenti esterni

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