Vincenzo Moncada
Vincenzo Moncada Di Giovanni, principe di Calvaruso (Messina, 1732 – Messina, 15 luglio 1805), è stato un nobile, politico e militare italiano.
Vincenzo Moncada Di Giovanni | |
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Principe di Calvaruso Principe di Alcontres, Marchese della Floresta, Marchese di Roccalumera | |
In carica | 1767 – 1805 |
Predecessore | Guglielmo Moncada La Rocca |
Successore | Elisabetta Moncada Arduino |
Nascita | Messina, 1732 |
Morte | Messina, 15 luglio 1805 |
Dinastia | Moncada di Calvaruso |
Padre | Guglielmo Moncada La Rocca |
Madre | Girolama Di Giovanni Pagano |
Consorte | Flavia Arduino Di Giovanni |
Figli | Elisabetta |
Religione | Cattolicesimo |
Vincenzo Moncada Di Giovanni | |
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Nascita | Messina, 1732 |
Morte | Messina, 15 luglio 1805 |
Cause della morte | naturali |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sicilia |
Forza armata | Esercito del Regno di Sicilia |
Unità | fanteria |
Anni di servizio | 1754 - 1775 |
Grado | maresciallo di campo |
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Biografia
modificaNacque a Messina nel 1732 da Guglielmo, IV principe di Calvaruso, e da Girolama Di Giovanni Pagano dei duchi di Saponara. Sposò la cugina Flavia Arduino Di Giovanni, figlia di Pietro, principe di Alcontres, da cui ebbe una sola figlia, Elisabetta.[1] A seguito di quel matrimonio, nel 1762, ebbe maritali nomine investitura dei titoli di Principe di Alcontres, Marchese della Floresta, Marchese di Roccalumera, di barone dell'ufficio di maestro notaro e segretario del tribunale del Real Patrimonio, e nel 1765, il titolo di Grande di Spagna.[2]
Alla morte del padre ereditò il titolo di Principe di Calvaruso, di cui ebbe investitura il 1º agosto 1767.[2] Il Moncada ebbe un'importante carriera militare, avuta inizio nel 1754, quando fu nominato colonnello-proprietario del reggimento provinciale di fanteria Valdemone.[3] Dal 1765, comandò il reggimento Girgenti con il grado di colonnello, e dal 1772 con il grado di brigadiere.[3] Terminò la sua carriera militare nel 1775, con il grado di maresciallo di campo del Regi Eserciti del Regno di Napoli e di Sicilia.[3] Gentiluomo di camera del Re in esercizio dal 1770[3], il Principe di Calvaruso fu per un breve periodo governatore di Reggio Calabria[3], e successivamente governatore di Messina dal 1779 al 1784[4], carica da cui si dimise per ragioni di salute.[3] Nel 1783, il re Francesco I delle Due Sicilie lo nominò membro della giunta per gli aiuti alla popolazione della zona compresa tra Reggio e Messina, colpita dal violento terremoto in quello stesso anno.[3]
Fece parte della massoneria, a cui aderì a metà XVIII secolo: con il grado massonico di maestro scozzese fu un affiliato della loggia Les Zelés di Napoli[3], dipendente dalla Gran Loggia Nazionale d'Olanda, di cui il Principe di Calvaruso fu anche presidente.[5]
Morì a Messina il 15 luglio 1805[3], e con lui si estinse il ramo dei Moncada dei principi di Calvaruso. Il titolo di Principe di Calvaruso passò ai Trigona dei baroni di Mandrascate, con Orietta Stella Moncada sposata a Benedetto Trigona, figlia di Antonio, duca di Castel di Mirto e marchese di Bonagria, e di Maria Amalia Moncada Natoli, sorella maggiore di Francesco, principe di Montecateno, e marito dell'unica figlia Elisabetta, da cui non ebbe figli.[1] Avendo la Stella ereditato il feudo di Calvaruso[6], il titolo venne riabilitato con il Regno d'Italia da Antonino Trigona Notarbartolo, suo discendente, il quale ne fece richiesta, e gli fu concesso con Regio Decreto del 16 maggio 1912.[7]
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ a b LINEE GENERALI MONCADA DI MONFORTE, su mariomoncadadimonforte.it. URL consultato il 16 agosto 2018.
- ^ a b Spreti, p. 643.
- ^ a b c d e f g h i j R. Ferrara di Castiglione, La massoneria nelle due Sicilie e i «fratelli» meridionali del '700., vol. 5, Gangemi, 2011, nota 32, p. 417.
- ^ P. Arena-Primo, barone di Montechiaro, Storia civile di Messina colle relazioni della storia generale di Sicilia, vol. 2, Stamperia Pedone, 1842, p. XXXVI.
- ^ Le Origini della Liberamuratoria in Terra di Sicilia (PDF), su mason33.com. URL consultato il 16 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2018).
- ^ Raccolta di ordinanze sulla promiscuità rese dall'intendente di Messina, vol. 1, Fiumara, 1843, p. 220.
- ^ Rivista del Collegio Araldico, vol. 32, Collegio Araldico, 1933, p. 219.
Bibliografia
modifica- F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 1, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754.
- G. Galluppi, barone di Pancaldo, Nobiliario della città di Messina, Firenze, Giannini, 1878, p. 406.
- V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Bologna, Forni, 1981.