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Cucurbita pepo

pianta annuale con fusto erbaceo
(Reindirizzamento da Zucchina)
Disambiguazione – "Zucchini" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Zucchini (disambigua).
Disambiguazione – "Fiori di zucca" rimanda qui. Se stai cercando il film, vedi Fiori di zucca (film).

Cucurbita pepo L. è una specie di pianta angiosperma dicotiledone appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae[1] ampiamente coltivata per i suoi frutti utilizzati di norma immaturi. Appartengono a questa specie le zucchine e diverse varietà di zucche dalle forme e dimensioni molto diverse.

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Cucurbita pepo
Cucurbita pepo, diverse cultivar (zucca berretto da prete, zucca estiva, zucca invernale, zucchini)
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineCucurbitales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCucurbita
SpecieC. pepo
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineViolales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCucurbita
SpecieC. pepo
Nomenclatura binomiale
Cucurbita pepo
L.

Origine e tassonomia

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Le differenze morfologiche all'interno della specie C. pepo sono così vaste che le sue varie sottospecie e cultivar sono state spesso erroneamente identificate come specie completamente separate. Queste grandi differenze sono radicate nella sua ampia distribuzione geografica[2].

C. pepo è una pianta rampicante annuale monoica originaria del Messico e coltivata in tutto il mondo per i suoi frutti commestibili.

I luoghi più antichi in cui si sono ritrovate delle C. pepo sono in Messico meridionale, a Oaxaca, circa 8.000-0.000 anni fa, e a Ocampo, nello stato di Tamaulipas, sempre in Messico, circa 7.000 anni fa[3]. Il suo antico territorio si estendeva a nord fino al Texas e lungo la Valle del Mississippi fino all'Illinois, fino alla Florida e forse anche al Maine.


I dibattiti sull'origine di C. pepo continuano almeno dal 1857[4].

Tradizionalmente, si ritengono esplicative due teorie:

  1. C. pepo sarebbe un discendente diretto di Cucurbita texana.
  2. C. texana sarebbe la versione selvatica di C. pepo .

Una teoria più recente postula che C. pepo fosse un discendente di Cucurbita fraterna che si ibridò con C. texana, dando origine a due distinti eventi di domesticazione in due aree geografiche diverse: uno in Messico e l'altro negli Stati Uniti orientali, con C. fraterna e C. texana, rispettivamente, come specie ancestrali[5] [6]. C. pepo potrebbe essere apparso nel Vecchio Mondo prima di lasciare il Messico per il Sud America.

Descrizione

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Fiori di zucca appena raccolti.

È una pianta annuale con fusto erbaceo flessibile strisciante o rampicante, gracile. Venne importata in Europa intorno al 1500 dopo la scoperta dell'America. Gli steli sono carnosi, robusti, setosi e sviluppano una serie di viticci. Le foglie sono semplici. Il picciolo è robusto, carnoso, setoso e lungo fino a 10 cm. Le foglie sono triangolari, larghe 20-30 cm, irregolarmente pentalobate, setose, dentate alla base e acute all'apice.[7] I fiori sono massicci e solitari e si trovano su un pedicello setoso lungo 2-20 cm. La corolla è arancione, membranacea, pentalobata e può crescere fino a 10 cm di lunghezza. Nei fiori maschili il calice è campanulato e sviluppa cinque segmenti lineari lunghi 1-2,5 cm. Il fiore comprende tre stami con filamenti lunghi 1,5 cm. I fiori femminili presentano un calice ridotto e un ovario ovoide e uniloculare. Il frutto può assumere una moltitudine di forme e colori a seconda delle varietà. I semi sono ovoidi, appiattiti, bianchi e lisci.[7]

Varietà

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Appartengono a questa specie differenti cultivar:

  • le zucchine lunghe, le più diffuse nei mercati europei. Il frutto è generalmente cilindrico, più raramente piriforme. Il colore più comune è il verde scuro, anche se esistono varietà verdi chiare (comunemente chiamate "romanesche"), striate, e persino dalla buccia completamente bianca o gialla. Tra le cultivar di questo tipo si possono segnalare lo Zucchino Nero di Milano, a buccia verde assai scura, lo Zucchino Fiorentino, a buccia striata e assai scanalata, lo Zucchino Siciliano, leggermente piriforme e a buccia verde molto pallida.
  • le zucchine tonde, dal frutto sferico. Queste cultivar sono tutte di colore verde eccetto alcuni ibridi F1. Da citare: Tondo di Piacenza, di colore scuro; Tondo di Nizza, più chiaro e appiattito ai poli; Tondo di Firenze. Questo tipo è molto apprezzato in cucina per ricette che richiedano un ripieno, dal momento che la forma si presta in modo ottimale.
  • le zucchine patissone (dette in inglese patty pan o ufo squash), dalla forma lobata e un gusto più deciso di quello delle zucchine comuni, che ricorda vagamente il cuore di carciofo. Le cultivar disponibili sono numerose, ma simili tra loro. Buona parte di esse è di origine francese. Generalmente si distinguono in base ai colori: ci sono cultivar gialle, arancioni, verdi chiare, verdi scure, bianche e variegate (in francese panaché).
  • le zucchine eccentriche, che hanno una forma non riconducibile agli altri tipi. Da segnalare la varietà Crookneck, dal frutto a collo d'oca e buccia gialla, affine alla cultivar detta "rugoso friulano".

Coltivazione

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C. pepo è una delle più antiche specie coltivate e domesticate, se non la più antica[8].

Si sviluppa adeguatamente in clima mite ed in posizione soleggiata ma ben aerata.

È una pianta da rinnovo che apre una rotazione triennale. È consociabile con cipolle, fagioli rampicanti e lattuga.

I semi si interrano direttamente a dimora da aprile a giugno, e comunque quando la temperatura, sia diurna sia notturna, si mantiene sopra i 20 °C. Se ne piantano 2 o 3 per ogni buchetta, in verticale nel terreno e con la parte più stretta rivolta verso il basso: un vaso lungo e profondo può ospitare una sola pianta. Per i giardinieri neofiti si consiglia di acquistare piantine già pronte.

Il suolo deve essere ben lavorato, profondo e di medio impasto, ben drenato per evitare ristagni d'acqua e ricchi di sostanze organiche. Per ottenere rendimenti adeguati e frutti di qualità in coltivazioni biologiche occorre distribuire quattro o cinque quintali di letame maturo per cento metri quadrati. Il letame dovrà essere interrato alla profondità media di quaranta centimetri.

Su terreni ben lavorati, se le piante sono sufficientemente distanziate (densità inferiore a 1,4 piante per metro quadrato) il rendimento può arrivare a 40-45 frutti per pianta anche se valori tipici sono piuttosto di 20-25 frutti per pianta.

I frutti vanno colti quando sono di dimensioni ancora modeste (da otto a dieci settimane dalla semina). In effetti ad accrescimento completo il frutto presenta semi che per quantità e dimensione non lo rendono più commestibile.

Malattie della pianta

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Le principali malattie da funghi che colpiscono le piante di zucchina sono: l'oidio, causato da Erysiphe cichoracearum e dal Sphaerotheca fuliginea, la peronospora, causata da Pseudoperonospora cubensis, la "muffa grigia", causata da Botrytis cinerea e il "nerume", causato da Alternaria alternata. Tra gli insetti, il parassita più importante della zucchina è l'afide Aphis gossypii.

Proprietà

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  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Le zucchine hanno un basso valore calorico e sono composte per il 95% d'acqua; contengono vitamina A, C e carotenoidi. Alcune zucchine, se ingerite, possono essere tossiche a causa della presenza di cucurbitacina.[9][10]

Le zucchine in cucina

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Zucchini affettati in un buffet macedone.

Le zucchine entrano da sole o con altre verdure in varie preparazioni alimentari. Tra i primi compaiono a volte come condimento della pasta o come uno dei principali ingredienti del minestrone. Le zucchine finemente affettate possono anche venire cucinate in carpione e servite come antipasto.

I modi di utilizzo sono diversi a seconda delle forme e dimensioni: si possono utilizzare lessate o fritte, dopo averle tagliate a fettine e impanate, o ancora al forno.

Un piatto diffuso nella cucina italiana sono le zucchine ripiene, che dapprima vengono svuotate della parte interna tramite un cucchiaino o un apposito scavino e successivamente riempite con un impasto che può essere a base di carne, di riso o di formaggio e pangrattato. Questa procedura è descritta anche da Pellegrino Artusi nel suo ricettario La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene in riferimento alla ricetta degli zucchini ripieni, preparati con un composto simile a quello delle polpette a base di carne macinata di vitello, e agli zucchini ripieni di magro, ossia con un composto a base di tonno, uova e parmigiano.[11][12] In entrambe le ricette le zucchine ripiene vengono rosolate in padella.

 
Fiori di zucca

Il fiore di zucca o fiore di zucchino (chiamato anche fiorillo), dal colore giallo-arancione, è molto utilizzato in campo culinario; per questo vengono utilizzati prevalentemente i fiori maschili quelli che hanno il gambo, chiamato peduncolo, sottile e che sono destinati, dopo l'impollinazione a seccare. Vengono pertanto colti quando sono ancora turgidi e usati generalmente fritti. Volendo usare i fiori femminili, ma già di maschili ve ne sono a sufficienza, si devono recidere con delicatezza, senza danneggiare l'ovario cui sono portati ove non danneggiarlo e così perderlo. Pertanto, come già detto il fiore si usa solitamente fritto,[13] per ricavarne piatti come gli sciurilli napoletani o i fiori di zucca in pastella "alla romana".

  1. ^ (EN) Cucurbita pepo L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  2. ^ Deena S. Decker-Walters, Jack E. Staub, Sang-Min Chung, Eijiro Nakata et Hector D. Quemada, « Diversity in Free-Living Populations of Cucurbita pepo (Cucurbitaceae) as Assessed by Random Amplified Polymorphic DNA », American Society of Plant Taxonomists, vol. 27, no 1,‎ 2002, p. 19–28.
  3. ^ Archaeology of prehistoric native America: an encyclopedia, collana Garland reference library of the humanities, Garland, 1998, ISBN 978-0-8153-0725-9.
  4. ^ Kurt J. Kirkpatrick e Hugh D. Wilson, Interspecific Gene Flow in Cucurbita: C. texana vs. C. pepo, in American Journal of Botany, vol. 75, n. 4, 1988-04, pp. 519, DOI:10.2307/2444217. URL consultato il 27 agosto 2024.
  5. ^ Thomas C. Andres, « Cucurbita fraterna, the Closest Wild Relative and Progenitor of C. pepo », North Carolina State University, Raleigh, NC, vol. 10,‎ 1987, p. 69–71.
  6. ^ Oris I. Sanjur, Dolores R. Piperno e Thomas C. Andres, Phylogenetic relationships among domesticated and wild species of Cucurbita (Cucurbitaceae) inferred from a mitochondrial gene: Implications for crop plant evolution and areas of origin, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 99, n. 1, 8 gennaio 2002, pp. 535–540, DOI:10.1073/pnas.012577299. URL consultato il 27 agosto 2024.
  7. ^ a b Christophe Wiart, Lead compounds from medicinal plants for the treatment of cancer, collana Pharmaceutical leads from medicinal plants series, Elsevier, AP, 2013, ISBN 978-0-12-398371-8, OCLC 808670692. URL consultato l'8 agosto 2024.
  8. ^ (EN) Michael Nee, The domestication ofcucurbita (Cucurbitaceae), in Economic Botany, vol. 44, S3, 1990-07, pp. 56–68, DOI:10.1007/BF02860475. URL consultato il 27 agosto 2024.
  9. ^ Zucchine fatali, quella volta che ci si avvelenò in Ticino, su tio.ch, 26 agosto 2015. URL consultato il 16 settembre 2020.
  10. ^ Cosa succede a chi mangia la zucchina amara?, su cefalunews.org, 29 maggio 2020. URL consultato il 16 settembre 2020.
  11. ^ Pellegrino Artusi, 377 e 378. Zucchini ripieni, in La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, p. 87. URL consultato il 6 giugno 2023 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2023).
  12. ^ Alessandro Molinari Pradelli, La cucina dell'Emilia-Romagna in 450 ricette tradizionali, collana La cucina regionale italiana, Roma, Newton & Compton, 2003 [1998], p. 71, ISBN 88-8289-927-6.
  13. ^ (EN) What to Do with Squash Blossoms - Seasonal Chef, su seasonalchef.com, 9 aprile 2013. URL consultato l'8 agosto 2024.

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