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Oddone Longo

grecista italiano (1930-2018)

Oddone Longo (1930 – 2018), grecista e filologo classico italiano.

La zoologia delle porpore nell'antichità greco-romana

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  • Nel mondo greco-romano, le denominazioni delle varie specie di porpore sono, per il greco, πορφύρα e κῆρυξ, mentre il latino ha gli equivalenti, rispettivamente purpura (forma latinizzata di πορφύρα) e pelagia, per πορφύρα; bucinus e murex, per κῆρυξ. (pp. 79-80)
  • I molluschi prevalentemente usati nell'antichità per l'estrazione della porpora erano Murex brandaris e Murex trunculus, le πορφύραι dei Greci. (p. 80)
  • La fonte principale di cui disponiamo per le conoscenze zoologiche relative ai molluschi purpurigeni è per l'antichità greca Aristotele; poco vi aggiungono autori greci più tardi e lo stesso Plinio, che il più delle volte non fa che parafrasare, talora travisare, quasi sempre impoverire, i testi aristotelici cui attingeva per la sua compilazione. (p. 80)
  • Abbiamo così che i murici della Troade (Sigeo, Lecto) sono "grandi", quelli della Caria e dell'Euripo (canale di Calcide) "piccoli". I murici che vivono nei "golfi" (ma si dovrà intendere piuttosto "in mare aperto") sono "grandi e ruvidi", e secernono un "fiore" (ἄνθος) di colore "nero"; altri murici, pure dello stesso tipo, producono invece una secrezione di color "rosso vivo" (ἐρυθρόν), e presentano un organo secretore di ridotte dimensioni; quest'organo è detto anch'esso, metonimicamente, "fiore" (ἂνθος), come la secrezione da esso emessa. (p. 81)

Porpora e sangue. Da Omero a Shakespeare

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  • Sangue e porpora condividono in primo luogo, non solo un comune fondo cromatico, ma anche la particolare proprietà di presentarsi con tutta una gamma di gradazioni. Il "color porpora" notoriamente non è un'entità cromatica univoca e stabile, ma comprende tutta una gamma di tonalità che vanno dal rosso vivo – diciamo, vermiglio – fino al paonazzo, al rosso cupo, al violaceo, addirittura ad un rosso così cupo da accostarsi al nero. (p. 125)
  • Strettamente affini sul piano oggettuale e semasiologico, finché si tratti del bagnare, impregnare e colorare un altro corpo, porpora e sangue si distinguono e contrappongono invece nettamente quanto alla durata nel tempo di questa "tintura". Il sangue è solubile in acqua, e una superficie, un'epidermide, un tessuto che ne siano intrisi possono venir facilmente riportati mercé immersione o detergimento al colore primitivo; la tintura di porpora possiede invece caratteri di inalterabilità, indelebilità, che ne fanno uno dei coloranti più stabili. (p. 126)
  • In Omero, l'epiteto "purpureo" (πορφύρεος) si trova direttamente associato al sangue nella scena in cui Troiani ed Achei si scontrano in una mischia furiosa intorno al cadavere di Patroclo, "e la terra s'impregnava di sangue purpureo"[1]. (pp. 126-127)
  1. Iliade, 17, 360.

Bibliografia

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  • Oddone Longo, La zoologia delle porpore nell'antichità greco-romana, in La porpora: realtà e immaginario di un colore simbolico: atti del Convegno di studio, Venezia, 24 e 25 ottobre 1996, a cura di Oddone Longo, Istituto veneto di scienze lettere ed arti, Venezia, 1998.
  • Oddone Longo, Porpora e sangue. Da Omero a Shakespeare, in La porpora: realtà e immaginario di un colore simbolico: atti del Convegno di studio, Venezia, 24 e 25 ottobre 1996, a cura di Oddone Longo, Istituto veneto di scienze lettere ed arti, Venezia, 1998.

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