Comm. Su Matteo 2
Comm. Su Matteo 2
Comm. Su Matteo 2
diretta da
Origene
Copertina di Gyrgy Szokoly. Restyling di Rossana Quarta 1999, Citt Nuova Editrice, via degli Scipioni 265 - 00192 Roma Con approvazione ecclesiastica ISBN 88-311-3151-6
Finito di stampare nel mese di novembre 1999 dalla tipografia Citt Nuova della P.A.M.O.M. Largo Cristina di Svezia 17 00165 Roma - tel. 06-5813475/82
NOTA EDITORIALE
Larco narrativo coperto dai libri XIII-XIV-XV del Commento origeniano inquadra il Vangelo di Matteo da 17, 10 a 20, 16; le titolature da noi apposte a sezioni e paragrafi segnalano le opzioni ermeneutiche con cui Origene ha svolto lesegesi del testo evangelico, commentato in lectio continua: Il ritorno di Elia: Cm Mt XIII, 1-2 su Mt 17, 10-13: la presenza di Elia nella storia del giudaismo e della Chiesa; Il mal di luna: Cm Mt XIII, 3-7 su Mt 17, 14-20: lepisodio rivela limpotenza onnipotente della fede che si rimette a Dio; Il Figlio consegnato : Cm Mt XIII, 8-9 su Mt 17, 22-23: nella solitudine del Figlio delluomo si opera la riconciliazione degli uomini con Dio; La tassa del tempio: Cm Mt XIII, 10-13 su Mt 17, 2427: dalla halacha sul tributo emerge il rapporto della comunit cristiana con il giudaismo e, per estensione, con lo stato; Il Bambino: Cm Mt XIII, 14-19 su Mt 18, 1-5: il discorso sul Bambino come modello-simbolo-metafora del Regno dei cieli; Gli scandali necessari: Cm Mt XIII, 20-26 su Mt 18, 69: non scandalizzare coloro che si fanno piccoli per la fede in Ges; Gli angeli: Cm Mt XIII, 27-29 su Mt 18, 10-14: gli
Nota editoriale
angeli custodiscono presso Dio la segreta grandezza dei discepoli; La correzione ecclesiale: Cm Mt XIII, 30-31 su Mt 18, 15-18: il perdono nella comunit dei fratelli rende presente in Ges la misericordia del Padre; La Chiesa-sinfonia: Cm Mt XIV, 1-4 su Mt 18, 19-20: la comunione delle membra nella Chiesa esprime e chiede un dono divino, tenuto in vita dalla preghiera; La Chiesa fra misericordia e giudizio: Cm Mt XIV, 513 su Mt 18, 21-35: la parabola del servo impietoso: la misericordia gratuitamente ricevuta deve farsi dono; Interludio: le parole piene: Cm Mt XIV, 14-15 su Mt 19, 1-2: dal discorso ecclesiologico al viaggio verso Gerusalemme, dalla profezia alla realt; La Chiesa-Sposa: Cm Mt XIV, 16-25 su Mt 19, 3-11: la halacha in ordine al matrimonio restaurato dal Cristo secondo il disegno divino; Per il regno dei cieli: Cm Mt XV, 1-5 su Mt 19, 12: nella prospettiva unitaria della sequela: parole sulle nozze e sulla verginit per il Regno; La benedizione dei bambini: Cm Mt XV, 6-9 su Mt 19, 13-15: allannuncio del Regno-Bambino si congiunge il dono di grazia riserbato ai piccoli; Ricchezza e povert: Cm Mt XV, 10-20 su Mt 19, 1626: lepisodio del giovane ricco esprime lassoluto della sequela; La sequela tra tempo ed eterno: Cm Mt XV, 21-27 su Mt 19, 27-30: primi/ultimi , capovolgimento escatologico dei valori nel Regno; La Chiesa-Vigna: Cm Mt XV, 28-37 su Mt 20, 1-16: a Dio la chiamata per grazia a lavorare nella vigna, alluomo la celebrazione del Donatore nella condivisione del Dono. Se per le linee di raccordo fra Matteo e Origene
Nota editoriale
rinviamo alla Introduzione generale, con cui abbiamo iniziato il percorso dal primo volume, le note cercheranno di trasmettere i dati pi specifici dei libri editi in questa seconda parte, nella quale vorremmo confluisse qualcosa degli interessi che speriamo gi suscitati dalle ricchezze inizialmente elargite: <Ricevendo il danaro del Signore, state attenti a come tenere pronti gli interessi per il Signore che viene. Gli interessi della parola di Dio sono nel mettere in pratica, nella vita e nelle azioni, quanto comanda la parola di Dio>; <Non riponiamo in un fazzoletto la mina affidataci, e neanche consegniamo il denaro alla banca, ma prestiamoli con linteresse al popolo! E, una volta che vi abbiamo affidato la partita del Signore, star a voi vedere come pagare i debiti con gli interessi> (Origene, Omelie sullEsodo XIII, 1; Omelie su Isaia V, 3). Il percorso del Vangelo di Matteo non si conclude con la svolta dalla Galilea verso la Giudea, e il Commento origeniano resta per via, con i suoi segnali che tralucono nei nomi del Cristo, il Maestro, la Guida, aprendo il colloquio in molte direzioni: con ogni lucida disperazione umana Nulla ci importa di noi, quali fummo prima... (Non c) alcuna differenza dal non essere mai nati, quando la vita mortale annullata dalla morte immortale (Lucrezio, La natura delle cose III, 852s.868s.) ; con ogni domanda etica La virt non preclusa ad alcuno, permessa a tutti, accoglie tutti, chiama a s tutti... Non sceglie la casa o il censo, si accontenta delluomo nudo (Seneca, I benefici III, 18) ; con la filosofia mosaica Vi sono due convinzioni... luna che attribuisce tutto allintelletto, come... suprema guida di tutto;... laltra si sottomette a Dio come a quello che suo Creatore. Simbolo della prima convinzione Caino, detto possesso... dellaltra... Abele... colui che riporta tutto a Dio (Filone, I sacrifici di Abele e di Caino 2) . Il krygma della Pasqua del Cristo, al di l di questi
COMMENTO
Libro XIII
IL RITORNO DI ELIA
1. UNA
CREDENZA ESTRANEA
Allora i discepoli gli domandarono: Perch dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? 1. I discepoli saliti con Ges 2 ricordavano ci che gli scribi tramandavano: Elia doveva venire prima dellavvento del Cristo 3 e per lui preparare le anime di coloro che lo avrebbero accolto. Ma la visione sul monte, durante la quale era apparso Elia, sembrava non concordare con quanto detto, giacch a loro era sembrato essere venuto Elia non prima di Ges, ma insieme a lui. Pertanto dicono questo, pensando che gli scribi affermino il falso (1). Al che
Mt 17, 10.
Cf. Ml 3, 23-24.
(1) La leggenda di Elia non cess di crescere nella piet e nella letteratura tardo-giudaica: Ges si riporta alle Scritture per affermare da un lato che la venuta di Elia nel Battista non avviene come reincarnazione, e dallaltro che la restaurazione apportata con EliaGiovanni attiene al rinnovamento del popolo nella penitenza e nel perdono; questa la dimensione fatta propria dalla comunit cristiana che fissa in un unico sguardo il Messia venuto e il precursore (cf. El[e]as [J. Jeremias], in GLNT IV, 67-100). Peraltro il mistero di Elia che fra coloro che non hanno mai assaggiato la morte (Quarto libro di Ezra VI, 26, in Apocrifi dellAntico Testamento [P. Sacchi], I, Milano 1990, 426) gi noto a Origene nelle estensioni esoteriche che parlano dei segreti di Elia profeta (Origene, Commentariorum Series
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Origene
il Salvatore risponde, non negando quello che viene tramandato su Elia, ma affermando che c unaltra venuta di Elia prima dellavvento del Cristo, ignorata dagli scribi, nella quale essi non lo avevano riconosciuto e, divenuti quasi complici del fatto che Erode laveva fatto gettare in prigione ed eliminare, lo avevano trattato come avevano voluto 4. Poi afferma che faranno soffrire a lui la stessa cosa che hanno fatto ad Elia 5. Questo il quesito dei discepoli riguardo ad Elia, e questa la risposta del Salvatore. Ma quelli, ascoltatolo, compresero che la frase Elia gi venuto 6, e quello che disse in seguito il Salvatore, avessero riferimento a Giovanni il Battista 7. E ci si consideri detto a chiarimento del testo nel suo senso manifesto. Ma ora, secondo la nostra capacit, indaghiamo anche sul suo senso nascosto (2). In questo, a mio vedere,
Mt 17, 12.
Mt 17, 12.
Mt 17, 12.
[Mt Ser] 117: PG 13, 1769; cf. lie [R.E. Murphy - C. Peters], in DS IV, 1, 564-572); sulla permanenza mistica di Elia presso il popolo dIsraele, cf. gli esempi riportati in I maestri del Chassidismo, a c. di D. Leoni, I, Roma 1993, 162-165; G.G. Stroumsa, Clement, Origen, and Jewish Esoteric Traditions, in Origeniana sexta, 53-70; per una disamina sugli aspetti attuali del problema cf. P. Cantoni, Cristianesimo e reincarnazione, Torino 1997 (per Origene, pp. 36-50). (2) Il testo nel suo senso manifesto e nascosto : cf. un brano gi da noi citato nellIntroduzione al primo volume di Cm Mt: I testi del Vangelo non sono solo semplici, come pensano taluni, ma presentati come semplici per i semplici per economia, mentre per coloro che vogliono e possono ascoltarli in modo pi sottile, celano realt di sapienza e degne del Logos di Dio (Origene, Commento al Vangelo di Matteo [Cm Mt] X, 1 [M.I. Danieli - R. Scognamiglio], I, Roma 1998, 77). Origene esegeta attira cos lattenzione del lettore sul contenuto e sulla forma insieme del suo lavoro, per svilupparne quel che gli sembra lessenziale: lattivit dello spirito umano che scopre i misteri di Dio (A. Bastit-Kalinowska, Origne exgte du premier Evangile. Thse pour le Doctorat sous la direction de M. Alexandre, Paris IV (Grec), Paris 1992
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non c alcun riferimento allanima di Elia, perch si non abbia a cadere nella credenza circa la metensomatosi, estranea alla chiesa di Dio, non trasmessa dagli apostoli n apparsa in alcun punto delle Scritture (3). In realt in contrasto sia con il fatto che le cose visibili sono transitorie 8, sia con la consumazione che subir questo mondo 9, ma anche con il compiersi delle parole: il cielo e la terra passeranno 10 , passa la figura di questo mondo 11 ed i cieli periranno 1 2 con ci che viene dopo. Se infatti, per ipotesi, nella condizione in cui le realt sussistono tra linizio e la fine del mondo, la stessa anima pu vivere due volte nel corpo, per quale causa dovrebbe essere in esso? Se unanima a motivo del peccato si trover due volte nel corpo, perch non potrebbe essere in esso tre o pi volte, dato che i castighi per questa vita ed i peccati ivi commessi non saranno scontati in altro modo che attraverso la metensomatosi? Se si concede questa ipotesi, forse si
[pro-manuscripto ], 197; cf. M. Harl, Introduzione a Origne, Philocalie, 1-20, SC 302, Paris 1983, 82.108s.; M. Simonetti, La Sacra Scrittura nella Chiesa delle origini [I-III secolo], in Salesianum 57 [1995], 63-74). 8 2 Cor 4, 18. 9 Cf. Mt 13, 39. 10 Mt 24, 35. 11 1 Cor 12 Sal 101 (102), 27. 7, 31. (3) Si veda H.J. Vogt, Der Kommentar zum Evangelium nach Matthus, I, Stuttgart 1983, n. 4, 280s., e M. Maritano, Largomentazione scritturistica di Origene contro i sostenitori della metensomatosi, in Origeniana sexta , 257.274: le affermazioni della Scrittura riprese da Origene ribadiscono la speranza che tutti gli uomini... sotto la guida del Logos divino (giungano) alla perfezione: i loro corpi saranno cos rivestiti di qualit migliori, le loro anime si dirigeranno solo verso il bene e i loro spiriti saranno pienamente risvegliati e uniti a Dio (cf. C. Schnborn, Risurrezione e reincarnazione, Casale Monferrato 1990). In Cm Rm V, 1 lesclusione della metensomatosi avviene nellorizzonte di tutta la storia della salvezza: una unica e medesima vita si incontra, per ogni uomo, con il piano salvifico divino, da Adamo a Mos, ai profeti, al Cristo (Origene,
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Origene
dovr per conseguenza ammettere che non ci sar mai un tempo nel quale lanima non trasmigri in un corpo. Sempre infatti entrer nel corpo per peccati precedenti, e cos non avr luogo la dissoluzione del mondo, per cui cieli e terra passeranno 13. Ma se, per questa ipotesi, si ammette che unanima del tutto esente da peccato non entri pi in questo corpo creato, dopo quanti cicli cosmici pensi che unanima sia trovata del tutto purificata e non pi bisognosa di trasmigrazione? E tuttavia, anche in queste condizioni, se avviene sempre che una certa anima si distacchi da un numero limitato di anime, e non entri pi in un corpo, la generazione dopo tempi in certo senso immensi, dovr pure finire, riducendosi il mondo ad una, a due o a poche pi persone, e dopo che anche queste saranno giunte a perfezione, il mondo si dissolver, mancando le anime che vengono nei corpi (4). Ma questo non si accorda con la Scrittura; essa infatti conosce una moltitudine di peccatori al tempo della dissoluzione del mondo, cosa che risulta chiara se si confrontano le parole: Ma il figlio delluomo, quando verr, trover ancora fede sulla terra? 1 4, con ci che in Matteo
Commento alla lettera ai Romani [Cm Rm] [F. Cocchini], I, Casale Monferrato 1985, 233-255, con varie note). Il rifarsi attuale del tema della metensomatosi va forse inteso anche come rimozione, da parte delluomo, delle proprie responsabilit etiche e metafisiche? (cf. A.N. Terrin, New Age. La religiosit del postmoderno, Bologna 1993). 13 Mt 24, 35. 1 4 Lc 18, 8. 15 Mt 24, 37-38ss. (4) Il testo riflette con intensit quello studio attento su creazione (gnesis), mondo (ksmos), tempi innumerevoli (aperon chrnon ), di cui Gregorio dir con gratitudine: Trattava della natura del tutto e di ciascuna parte... Ci teneva (ragionamenti) intorno alla santa armonia delluniverso (Gregorio il Taumaturgo, Discorso a Origene 8, 110-111 [E. Marotta], Roma 1983, 72); come nota Vogt, Der Kommentar I, n. 6, 281s, ad Origene risulta bene la riflessione greca sul tempo linfinito
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abbiamo trovato espresso in questi termini: Come fu ai giorni di No, cos sar la venuta del Figlio delluomo. Infatti come nei giorni che precedettero il diluvio, eccetera 15 . Ma per coloro che allora saranno ancora vivi, il castigo dei peccati non consister nella metensomatosi. Se infatti saranno colti (dalla morte) mentre sono ancora in peccato, o saranno puniti dopo ci con altro genere di castigo, per cui ci saranno due generi di punizione (luna attraverso la metensomatosi, laltra fuori di questo corpo: spieghino loro le cause e le differenze di questi modi), oppure non saranno puniti, quasi abbiano respinto in massa i peccati quelli lasciati per la fine del mondo, oppure (e questa la soluzione migliore), uno solo il modo di punizione di coloro che hanno peccato nel corpo: soffrire adeguatamente per i peccati fuori del corpo, (cio) fuori della condizione di questa vita. Ma ciascuna di queste possibilit, per chi sia capace di considerare la natura delle cose, non fa che confutare la metensomatosi. Dal momento per che i Greci che introducono la dottrina della metensomatosi, ammettendone le conseguenze, non accettano poi che il mondo si dissolva, ne segue necessariamente che, pur avendo ben
in cui tutto si dissolve di Anassimandro, il tempo misura del movimento secondo il prima e il dopo in Aristotele, il tempo immagine mobile della eternit immobile secondo Platone e se egli rifiuta un eterno avanzare del mondo nellinfinito per la parola della Scrittura che affida a Dio la gnesis e del ksmos e del chrnos (cf. P. Sacchi, Il problema del tempo in Qohelet , in AA.VV., Il tempo, PSV 36 [1997], 73-83). 16 Sus 35 LXX. (5) Le difficolt di integrare metensomatosi e rivelazione biblica permangono nella considerazione dellebraismo post-biblico e moderno, pur nella positivit delle sue espressioni mistiche elevatissime: la Shekinah, la presenza divina stessa, esiliata nel
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Origene
considerato le Scritture, che mettono in luce la distruzione del mondo, o non ci credono, oppure devono trovare argomenti per spiegare la fine del mondo, cosa che essi, pur volendo, non sono in grado di fare (5). Inoltre, a coloro che osassero affermare che il mondo non si corromper, ecco che cosa vorremmo replicare: se il mondo non si corrompesse, ma durasse allinfinito, Dio non conoscerebbe tutte le cose prima che siano 16 . Ma se cos fosse egli conoscerebbe parzialmente ogni singola cosa, o solo poche cose prima della loro creazione 17, dopo queste altre ancora. Quello infatti che infinito, non pu per natura essere abbracciato da una conoscenza, la quale per sua essenza tende a circoscrivere le realt conosciute. Ne consegue che non si possono fare profezie di qualsiasi realt, considerato il fatto che tutte le cose sono infinite (6). 2. VENGA IL FIGLIO DIO
DI
mondo, lo strumento attraverso il quale Dio provoca la redenzione, rendendo partecipi gli uomini di questo compito soteriologico, tanto vero che solo quando ogni realt individuale avr compiuto la propria restaurazione, il Messia operer nella sua venuta la redenzione finale (cf. lIntroduzione della Leoni a I maestri, I, 19-73, e anche alcune considerazioni della Prefazione [12-14] che mostrano implicitamente la validit delle grandi domande origeniane da cui siamo partiti). 17 Sus 35 LXX. 18 Lc 1, 13. (6) Dove non c fine non c possibilit di comprensione e di limite. E se fosse stato cos, Dio non avrebbe potuto abbracciare e ordinare ci che aveva fatto: infatti ci che per natura infinito anche incomprensibile (Origene, I principi [Princ] II, 9, 1 [M. Simonetti], Torino 1968, 317); in Princ IV, 4, 8, 558, Origene risponde alle critiche: Nessuno
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ad indagare sullargomento della metensomatosi, data lipotesi avanzata da alcuni, secondo cui la medesima anima (di cui stiamo parlando) fosse in Elia e in Giovanni, anima chiamata prima (col nome di) Elia e poi (di) Giovanni, e questi non senza volere di Dio fosse chiamato Giovanni, come risulta chiaro da ci che disse langelo apparso a Zaccaria: Non temere, Zaccaria, la tua preghiera stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti dar un figlio, che chiamerai Giovanni 18, e dal fatto che Zaccaria riacquist la voce dopo che ebbe scritto sulla tavoletta che colui che era nato si chiamasse Giovanni 19. Ma se si fosse trattato dellanima di Elia, anche questo secondo nato si sarebbe dovuto chiamare Elia, o si sarebbe dovuta indicare la ragione del cambiamento di nome, come nel cambiamento da Abrm ad Abram 20, da Sarai a Sara 21, da Giacobbe a Israele 22, e da Simone a Pietro 23 : anche se neppure in tale condizione ce ne sarebbe pi ragione: infatti nei casi suddetti i cambiamenti di nome sono avvenuti in una sola e medesima vita. Ma qualcuno chieder: posto che non ci fu la stessa anima prima nel Tesbita e poi in Giovanni, come mai il Salvatore li chiama, in entrambi i casi, Elia? Rispondo che Gabriele nelle parole rivolte a Zaccaria aveva gi suggerito che uno stesso essere era in Elia e Giovanni. Dice infatti: ricondurr molti figli dIsraele al Signore loro Dio. Gli camminer davanti con lo spirito e la potenza di Elia 2 4. Bada bene: non disse nellanima di Elia, come se
si offenda... Se sono delimitati gli esseri che Dio pu tenere sotto il suo controllo, necessariamente c limite al numero di quanti egli pu comprendere. Nella sua potenza egli tutto comprende e non compreso dal pensiero di nessuna creatura (sulla accezione e i fraintendimenti del testo cf. n. 3 di Simonetti, 317: nel pensiero greco linfinito fu valutato soprattutto in maniera negativa, solo con Plotino si arriver a valutazione positiva dellinfinito in Dio, inteso come pienezza e non come privazione di essere; cf. Vogt, Der Kommentar I, n. 11, 282s.). 19 Cf. Lc 1, 63. 20 Cf. Gn 17, 8. 21 Cf. Gn 17, 15.
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avesse avuto luogo la trasmigrazione, ma nello spirito e nella potenza di Elia. La Scrittura sa chiaramente quale la differenza tra spirito ed anima, poich il testo: Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Ges Cristo 25 e laltro: Benedite, spiriti ed anime dei giusti 26, riportato nel libro di Daniele (secondo la versione dei Settanta), stanno ad indicare la differenza tra spirito ed anima. Giovanni quindi chiamato Elia a causa non dellanima ma dello spirito e
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2 Re 2, 15.
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Lc 1, 16-17.
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(7) La teologia di Giovanni il precursore occupa un posto importante nella dottrina di Origene, in correlazione anche con langelologia, poich, se il Battista rappresenta la preparazione visibile della venuta del Verbo gli angeli rappresentano la sua preparazione invisibile; nella meditazione origeniana le frontiere dei mondi creaturali sfumano e ci possono essere inviati che dal mondo celeste sono mandati ad assumere la condizione dellesilio terrestre, preparando le vie del Verbo e la sua discesa redentrice (cf. J. Danilou, Origene, ed. it., Roma 1991, 297). Proprio per la forza dello spirito e potenza di Elia che anima il Battista, si pu vedere una fusione o comunione delle due figure ancor pi necessaria per preparare la parusia gloriosa: Prima della seconda e pi divina venuta di Cristo, probabile che Giovanni o Elia, un po prima che si manifesti Cristo, la nostra vita, vengano a rendere testimonianza alla vita (Origene, Commento al Vangelo di Giovanni [Cm Gv] II, XXXVII [E. Corsini], Torino 1968, 272; cf. G. Sgherri, Chiesa e Sinagoga nelle opere di Origene , Milano 1982, 257). (8) Siamo sigillati con lo Spirito Santo affinch,... ricevendo le impronte del Santo Spirito diventiamo santi, e in ciascuno di noi lo spirito delluomo che in noi (cf. 1 Cor 2, 11) diventi santo, e cos anche, penso, lanima. Ora, con lo Spirito Santo che si sigillati, ma Dio che sigilla, ed sigillato dal Padre con lo Spirito Santo chiunque, per il fatto di credere in Dio, sigilla che Dio verace (Gv 3, 33); e viene sigillato al fine che, custodendo il sigillo e mostrandolo intatto nel giorno della redenzione, possa essere annoverato fra i redenti
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della potenza, e se queste cose furono prima in Elia e poi in Giovanni, ci non affatto in contrasto con linsegnamento della Chiesa (7). Ma sono gli spiriti dei profeti che devono essere sottomessi ai profeti 27, non le anime dei profeti che devono essere sottomesse ai profeti. E lo spirito di Elia si posato su Eliseo 28 . Ma bisogna indagare se lo spirito di Elia si identifichi con lo spirito di Dio che in Elia, o se queste due realt si distinguano, e se lo spirito di Elia che era in lui fosse ancora qualcosa di distinto rispetto allo spirito che ogni uomo ha in s (8). In effetti lApostolo ha mostrato chiaramente che lo Spirito di Dio, anche quando dentro di noi, diverso dallo spirito di ogni uomo, affermando in un passo: Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio 2 9, e in un altro passo: Nessuno degli uomini conosce i segreti delluomo se non lo spirito delluomo che in lui. Cos anche le cose di Dio nessuno le ha mai potute conoscere se non lo Spirito di Dio 30 . Ma non ti meravigliare di quello che si dice di Elia: come gli accadde qualcosa di estraneo rispetto a tutti gli altri santi di cui parla la Scrittura, quando fu assunto nel turbine verso il cielo 31 , allo stesso modo il suo spirito aveva qualcosa di particolare, per cui non solo si pos su Eliseo 32, ma discese anche su Giovanni alla sua nascita, e Giovanni fu in modo singolare pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 3 3 ed in maniera singolare cammin davanti al Cristo con lo Spirito e la forza di Elia 34 . Infatti possibile che in lui ci siano pi spiriti, non
29 Rm 8, 16. 30 1 Cor 2, 11. 3 1 2 Re 2, 11. 32 2 Re 33 Lc 1, 15. 3 4 Lc 1, 17. 3 5 Sal 50 (51), 14. 2, 15. 36 Sal 50 (51), 12. 37 Is 11, 2ss. 38 Lc 1, 16. 39 Mt 17, 4 0 2 Re 2, 15. 41 Lc 1, 17. 13.
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solo cattivi ma anche buoni. Davide certo prega di essere sostenuto da uno spirito di comando 35 e chiede che nel suo intimo si rinnovi uno spirito retto 36. Se per il Salvatore, per farci partecipare al suo spirito di sapienza e intelletto, allo spirito di consiglio e fortezza, allo spirito di conoscenza e piet, fu anche riempito dello spirito di timore di Dio 3 7, possibile intendere che ci fossero in lui pi spiriti buoni. Questa spiegazione labbiamo data, perch detto che Giovanni cammin davanti al Cristo con lo spirito e la potenza di Elia 38, s che le parole Elia gi venuto si riferiscono allo spirito di Elia attivo in Giovanni, come avevano compreso anche i tre discepoli saliti con lui, che egli parlava loro di Giovanni Battista 39. Su Eliseo dunque si era solo posato lo spirito di Elia 40; mentre Giovanni camminava innanzi al Cristo non soltanto nello spirito, ma anche con la forza di Elia 41. Per questo Eliseo non si sarebbe chiamato Elia, mentre Giovanni era lo stesso Elia
([Origen on] Eph Fr XXI [J.A.F. Gregg], in JThS III [1902], 556, tr. in Biblia-Lettera agli Efesini [U. Neri], Bologna 1995, 139); cf. J. RiusCamps, El dinamismo trinitario en la divinizacin de los seres racionales segn Orgenes, Roma 1970, 371.377. Sulla pneumatologia origeniana, cf. P. Galtier, Le Saint Esprit en nous daprs les Pres grecs, Roma 1946, 73-101, le cui considerazioni vanno rilette alla luce di H. Crouzel, Origene, ed. it., Roma 1986, 268-276 e delle annotazioni di Ch. Kannengiesser, criture et thologie trinitaire dOrigne, in Origeniana sexta , 351-364: sono le Scritture divinamente ispirate a condurre Origene a una teologia triadica in cui si connota la trascendenza propria allo Spirito. 42 Ml 3, 22-24. 4 3 Cf. Mc 9, 12. 44 Cf. Mt 25, 31. 45 Gv 1, 2. (9) Elia ha dunque avuto uno spirito (cio una grazia) particolare, che si posato in seguito su Eliseo e che disceso su Giovanni alla sua nascita. Giovanni ha perci avuto il privilegio, da una parte, di essere ripieno di Spirito Santo gi nel seno di sua madre,
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(9). Ma se bisogna citare la Scrittura, a partire dalla quale gli scribi dicevano che deve venire prima Elia, ascolta che cosa dice Malachia: Ecco, io vi invier il profeta Elia il Tesbita, eccetera, fino a: cos che io non venga e colpisca il paese completamente 42. Sono queste parole a indicare probabilmente che Elia prepara alla venuta gloriosa di Cristo, per mezzo di alcuni discorsi sacri e di disposizioni nelle loro anime, coloro che erano stati resi adatti allo scopo. Questa venuta gli uomini della terra non lavrebbero sostenuta, a motivo delleccesso di gloria, se non fossero stati prima preparati da Elia. Per Elia intendo non lanima di quel profeta, ma il suo spirito e la sua potenza (10). Queste le realt, per mezzo delle quali si ristabilir ogni cosa 43 , perch per coloro che dalla restaurazione saranno ristabiliti e diventati capaci della gloria di Cristo, venga il Figlio di Dio che apparir nella gloria 44. Se Elia fosse come una parola, inferiore alla Parola che il Logos Dio, il quale in principio era presso Dio 4 5, anche questa
e dallaltra di camminare davanti a Cristo nello spirito di Elia (Danilou, Origene, 300). Sulla dinamica dello Spirito nelluomo, cf. J. Dupuis, Lesprit de lhomme. tude sur lanthrophologie religieuse dOrigne, Bruges 1967. (10) Girolamo annota: Elia, che verr nel secondo avvento del Signore nella realt del suo corpo, ora gi venuto, nello spirito e nella virt di Giovanni (Commento al Vangelo di Matteo III [S. Aliqu - S. Cola], Roma 1969, 173); sulle riprese origeniane del tema in Girolamo, cf. Y.-M. Duval, Vers lIn Malachiam dOrigne. Jrme et Origne en 406, in Origeniana septima, 233-259; M. Maritano, Girolamo e laccusa della metempsicosi contro Origene , Ibid, 261-292; e ancora Sgherri, Chiesa, 258s.; sulla figura di Elia, cf. AA.VV., lie le prophte , I e II, Bruges 1956). 46 Cf. Lc 1, 17. 47 Mt 17, 12. 48 Mt 25, 36. 4 9 Mt 25, 35.
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parola potrebbe venire, quasi un esercizio previo, al popolo che essa prepara perch sia ben disposto 46 allaccoglienza del Logos perfetto. A questo punto qualcuno potrebbe esprimere unaporia: lo spirito e la potenza di Elia vennero a soffrire nella persona di Giovanni ci a cui si riferisce la frase: gli hanno fatto tutto ci che hanno voluto 47? Al che si risponder: a livello di spiegazione pi semplice, niente di assurdo se per amore gli esseri che aiutano gli altri soffrano ci che giova a coloro che ne sono aiutati (11) (anche Ges, perci, dice per amore degli infermi: ero infermo 48, e degli affamati: avevo fame, e degli assetati: avevo sete 49); a livello di spiegazione pi profonda invece si risponder: non si dice gli, bens in lui hanno fatto tutto ci che hanno voluto; le realt che hanno sofferto, (cio) lanima di Giovanni (che non si identifica assolutamente con quella di Elia) e forse anche il corpo, erano sorrette dallo spirito e dalla potenza di Elia. Altro il modo con cui anima, spirito e potenza sono nel corpo, altro quello in cui il corpo di un giusto in realt migliore, sorretto e dipendente com da esse. Ma quelli che vivono
(11) Inesauribile appare in Origene il tema della compassione di Dio in Cristo; se del popolo condotto in schiavit si pu dire: Pochi uomini giusti che si trovavano tra i deportati, non per le proprie colpe condivisero la prigionia, ma si sottomisero a questa onde i peccatori, che erano stati gravati da siffatto giogo, non rimanessero del tutto privi di un aiuto, ancor pi lo si pu affermare del Cristo: Venni in una terra dove si trovavano schiavit e prigionieri (Origene, Omelie su Ezechiele [Om Ez] I, 1.5 [N. Antoniono], Roma 1987, 25.38); e nel Cristo tutto bellezza: Nessun mutamento vi fu in Cristo dalla eccellenza alla estrema bassezza: come possibile infatti che sia estrema bassezza la bont e lamore per gli uomini? (Origene, Contro Celso [C Cel] IV, 15 [A. Colonna], Torino 1971, 309: testo richiamato da Vogt, Der Kommentar I, n. 21, 285; cf. L. Perrone, La passione della carit. Il mistero della misericordia divina secondo
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nella carne non possono piacere a Dio. Voi per non siete sotto il dominio della carne, ma dello spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi 50. Lanima del peccatore infatti sotto il dominio della carne, e quella del giusto sotto il dominio dello spirito (12). Si potrebbe indagare inoltre su questo punto: a chi si attribuisce in lui hanno fatto tutto quello che hanno voluto 5 1? Forse si riferisce agli scribi, sul cui conto i discepoli rivolgono la domanda: Perch dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? 52. Ma non sembra proprio che Giovanni abbia subto un torto dagli scribi, se non quello di non credergli 53 o (come abbiamo gi detto) di essere diventati complici dei misfatti che Erode os perpretare contro di lui. Un altro poi riterr che le parole: in lui hanno fatto quel che hanno voluto 54 si riferiscano non agli scribi, bens ad Erodiade, a sua figlia, e ad Erode 55 : furono loro a fare in lui tutto ci che hanno voluto; anche ci che detto in seguito, mediante le parole: Cos il Figlio delluomo dovr soffrire molto da parte loro 56, si potrebbe riferire a loro; se il testo di prima si riferisce agli scribi, <anche questo riguarda gli scribi>; se invece la prima frase riguarda Erode, Erodiade e sua figlia, anche la seconda si deve riferire a loro. infatti probabile che Erode abbia acconsentito alla morte di Ges, forse perch anche la donna condivideva con lui questo disegno contro di lui (13).
Origene , in PSV 29 [1994], 223-235). 50 Rm 8, 8-9. 51 Mt 17, 12. 52 Mt 17, 10. 53 Cf. Mt 21, 54 Mt 17, 12. 55 Cf. Mt 14, 6-12. 56 Mt 17, 12. 25.
IL MAL DI LUNA
3. LA
DISCESA DEL
LOGOS
Venuti essi presso la folla, si avvicin a Ges un uomo che in ginocchio gli disse: Signore, abbi piet di mio figlio 1. I sofferenti, o i familiari dei sofferenti, stanno insieme alle folle. Perci Ges, dopo che avr dispensato (1) ci che trascende le moltitudini, discende verso di loro, perch coloro che non possono ascendere a motivo delle malattie che li opprimono ricevano giovamento dalla discesa del
(12) Affermazioni di grande rilievo per il legame postulato fra antropologia e cristologia: Che luomo sia composto, labbiamo imparato dalle sacre Scritture... Iddio vi santifichi lo spirito e lanima e il corpo... Questo spirito non lo Spirito Santo, ma una parte del composto umano... Il Salvatore e Signore nostro... non avrebbe potuto salvare luomo intero se non avesse assunto luomo intero. Esclude la salvezza del corpo chi dice spirituale il corpo del Salvatore, ed esclude la salvezza dello spirito delluomo (cf. Origene, Dialogo con Eraclide 6, 14-8, 17, in Il Cristo I. Testi teologici e spirituali dal I al IV secolo [A. Orbe - M. Simonetti], Milano 1990, 338s.; cf. M. Fdou, La Sagesse et le monde. Essai sur la christologie dOrigne, Paris 1995, 141-153). (13) Il partito dei Farisei dette il suo assenso alla morte di Giovanni, cos come la volont di Erode ebbe la sua parte
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Logos dallalto verso di loro. Ora, da indagare (2) nel caso di quali malattie i pazienti giungano alla fede e preghino per la loro guarigione, e di quali malattie invece siano altri a fare ci per loro, come il centurione per un suo servo 2 , il funzionario regale per suo figlio 3 , il capo della sinagoga per la figlia 4, la Cananea per la figlioletta posseduta da un demonio 5, ed ora questuomo in ginocchio per il figlio epilettico 6. Insieme a questi casi indagherai quando che il Salvatore guarisca di sua iniziativa e senza essere pregato da alcuno, come nel caso del paralitico <alla piscina probatica> 7 . Queste guarigioni, confrontate tra loro e sottoposte ad esame, presenteranno, per chi capace di mettersi allascolto della sapienza di Dio nascosta nel mistero 8, molti insegnamenti concernenti le diverse malattie spirituali e il modo della loro terapia. 4. MALATTIE
SPIRITUALI
nellassassinio del Signore (Girolamo, Commento III, 174). 1 Mt 17, 14. (1) Oikonoma , dispensazione: cf. Cm Mt X, 1; XII, 43, vol. I, 77.366. Nelle discese e salite di Ges a favore della umanit malata, la divina economia si intreccia alle cose umane (Origene, Omelie su Geremia [Om Ger] XVIII, 6 [L. Mortari], Roma 1995, 232). Quando (il Cristo) fu appeso alla croce, ebbe fine leconomia della carne;... risorgendo dai morti (egli) ascese al cielo... Lolocausto, (offerto sulla) croce, ha riunito la terra al cielo e il divino allumano (Origene, Omelie sul Levitico [Om Lv] I, 4 [M.I. Danieli], Roma 1985, 41). Nella economia salvifica rientrano le singole manifestazioni di grazia, economie, che permangono nella Chiesa, luogo di cura (per) una moltitudine di malati (Om Lv VIII, 1, 175) attraverso la storia del mondo (cf. Cm Gv I, VII, 129, con n. 16 di Corsini; H.U. von Balthasar, Parola e mistero in
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Origene
A questo punto, trattandosi di indagare non su tutti i casi, bens su quello che stiamo esponendo, vediamo secondo uninterpretazione tropologica - chi possiamo individuare nellepilettico e nel padre che prega per lui, che cosa rappresenti il cadere dellinfermo non sempre, ma spesse volte, nel fuoco e a volte nellacqua 9, e cosa significhi il fatto che labbia potuto guarire Ges 10, e non i discepoli. Ci ha infatti una sua buona ragione (3). Ciascuna delle malattie e ognuna delle infermit allora sanate dal nostro Salvatore nel popolo 11 si riferiscono alle varie infermit spirituali: come i paralitici che indicano persone prive di vigore spirituale, il cui animo giace nel corpo, come paralizzato; i ciechi che, essendo tali, rappresentano quelle persone prive di vista per realt percepibili solo dallanima, ed i sordi, che sono segno di
Origene, in Origene: Il mondo, Cristo e la Chiesa, ed. it., Milano 1972, 41; Vogt, Der Kommentar I, n. 26, 286). 2 Cf. Mt 8, 5-13. 3 Cf. Gv 4, 46-54. 4 Cf. Lc 8, 40-56. 5 Cf. Mt 15, 21-28. 6 Cf. Mt 17, 15. 7 Cf. Gv 5, 1ss. 8 1 Cor 2, 7. (2) da indagare: lo sguardo di Origene percorre le folle del Vangelo, seguendo fin dove arriva la penetrazione salvifica di Ges (cf. Cm Mt XI, 3, vol. I, 180ss., per i gruppi compositi della prima moltiplicazione dei pani). Rispetto al testo greco, la traduzione latina, pi ampia, si sofferma sulle forme di conoscenza con le quali si attinge il Logos divino-fatto carne; loriginale ha identica portata ecclesiologica per la mescolanza di sani-malati intorno al Cristo e il tema della filantropia medica (cf. S. Fernndez, Cristo mdico, segn Orgenes. La actividad mdica como metafora de la accin divina , Roma 1999, 140ss. 223ss; A. Roselli, O tecnivth Qeov: la pratica terapeutica come paradigma delloperare di Dio in Phil. 27 e PA III 1, in Il cuore indurito del Faraone. Origene e il problema del libero arbitrio [L. Perrone], Genova 1992, 65-83). 9 Mt 17, 15. 10 Cf. Mt 17, 16.19. 11 Mt 4, 23. (3) Le guarigioni miracolose operate dal Salvatore, pur essendo
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quelle persone prive di udito nellaccogliere la Parola di salvezza: in maniera analoga a quei casi (4) ci sar da indagare anche su ci che riguarda lepilettico. una malattia, questa, che per considerevoli tratti non attacca i soggetti che ne soffrono, e durante questi periodi, finch non ci sono attacchi di epilessia, chi ne affetto d limpressione di non differire in niente da chi sta bene. Una simile patologia si potr riscontrare in alcune anime: molte volte si presume che godano di buona salute nel campo della castit o di altre virt, ma poi arrivano momenti in cui sono attaccate da una passione come da epilessia, per cui da uno stato di apparente solidit 12 ecco che crollano, dilaniate dallillusione di questo secolo e da altre bramosie 13. Forse non ti sbaglieresti nel dire che costoro sono (per cos dire) epilettici a livello spirituale: attaccati dagli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti 14 , molte volte stanno male per il tempo in cui subiscono lepilessia delle passioni della loro anima e a volte cadono nel fuoco 15 degli incendi allorch, stando a ci che detto nel profeta Osea, gli adulteri diventano come forno per consumare con la fiamma 16; altre volte invece cadono nellacqua 1 7, quando il re di tutto ci che
simboli (della guarigione) di coloro che son liberati da ogni malattia e debolezza per lopera perenne del Logos di Dio, essendosi nondimeno verificate anche in modo corporeo, giovarono a coloro che ricevettero il beneficio, perch li indussero alla fede (Cm Gv VI, XXXIII, 338); i miracoli evangelici continuano nel presente e formano un tuttuno con levento cristiano... conservano la loro forza dimostrativa non solo in quanto si riferiscono al Ges della storia, rappresentando le sue credenziali messianiche, ma perch inoltre sono inverati dalla salvezza che il Lgos realizza oggi negli uomini che accolgono il Vangelo (F. Mosetto, I miracoli evangelici nel dibattito tra Celso e Origene, Roma 1986, 164). 4) Le opere di Ges vanno lette nel disegno unitario della storia
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in acqua 18, il drago, li fa precipitare dalla condizione in cui credevano poter respirare in libert, nelle profondit dei flutti del mare che la vita umana (5). Nella spiegazione che stiamo dando circa lepilettico, siamo in accordo con lautore del Libro della Sapienza che parla da un lato della regolarit del giusto ( il discorso del giusto saggezza per sempre 19) e, daltro lato, di coloro che si lasciano andare: lo stolto invece muta come la luna 20. E in gente del genere possibile assistere a slanci, che possono rapire sino alla lode quelli che non tengono conto della loro incostanza, tanto che si potr dire che o sono gi al plenilunio, o che poco ci manca. Potrai considerare ancora che quella luce apparente che in loro va scemando, non essendo pi luce diurna ma notturna (lunare), e la luce apparente non arriva pi ad essere visibile in essi. Se per coloro che per primi hanno dato un nome alle realt (6), lepilessia labbiano chiamata mal di luna per tale motivo oppure no, ricercalo da te stesso.
della salvezza: vi erano molti defunti al tempo di Ges, ma risuscitarono soltanto quelli che il Logos riconobbe opportuni per la resurrezione, affinch non soltanto le cose operate dal Signore fossero simboli di alcune verit, ma anche fossero la causa diretta, per poter avvincere la moltitudine al meraviglioso insegnamento del Vangelo (C Cel II, 48, 179); Sottolineando, attraverso linterpretazione spirituale, il potenziale simbolismo dei segni, Origene mostra che i miracoli lasciano trasparire lazione sapiente di Dio e del suo Lgos per restaurare la vita spirituale dellumanit (Mosetto, I miracoli, 107). 12 Cf. 1 Cor 10, 12. 13 Cf. Mc 4, 19. 14 Cf. Ef 6, 12. 15 Cf. Mt 17, 15. 16 Os 7, 4. 17 Cf. Mt 17, 15. 18 Cf. Gb 41, 26. (5) Lepilessia considerata nella trattazione prevalentemente come mal della luna in senso spirituale: se da un lato Origene vuole
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5. SE
AVESSI LA FEDE
Padre dellepilettico sar forse langelo al quale questi toccato in sorte (se appunto bisogna dire che ogni anima umana sottomessa ad un angelo <come ad un padre>), angelo che prega il medico delle anime, come per suo figlio, perch lo liberi (dal male), visto che dalla malattia non lha potuto liberare la parola meno valida dei discepoli (7). Ma uno spirito muto e sordo 21 , se lo si pu interpretare in senso tropologico, segno degli impulsi irrazionali verso un bene apparente; esso viene espulso dal Logos, affinch uno che ha compiuto finora del bene per impulso irrazionale (stimato come un bene da quelli che lo considerano tale) non lo compia pi senza ragione, ma
liberare il cristiano dal fatalismo astrale, dallaltro non sottovaluta linflusso delle potenze negative sulla fragilit della condizione umana (cf. Fernndez, Cristo , 94); in questo senso portare il lunatico a Ges vuol dire presentare tutto il suo essere a una evangelizzazione esorcistica che non si limita alla chiara coscienza, ma si estende anche alle profondit psichiche inconsce, segno della nostra animalit (H. Crouzel, Thologie de lImage de Dieu chez Origne, Paris 1956, 206). 19 Sir 27, 11. 20 Sir 27, 11. (6) Hanno dato un nome alle realt : Il problema consiste in questo: se, come pensa Aristotele, i nomi provengono da convenzione; ovvero, come ritengono i filosofi stoici, da natura, dacch le prime voci furono imitazioni delle cose che si volevano esprimere, e da esse nacquero i nomi veri e propri...; oppure, come insegna Epicuro (in modo diverso da quello che pensano gli Stoici), i nomi provengono da natura, in quanto i primi uomini emisero determinati suoni di voce, diversi secondo gli oggetti (C Cel I, 24, 67, testo richiamato da Vogt, Der Kommentar I, n. 29, 286s.); questo dibattito del pensiero greco ha un senso profondo, perch c un legame naturale e come esistenziale fra il simbolo e la sua verit, una presenza del significato allinterno del significante (H. Crouzel, Origne et la connaissance mystique , Bruges 1961, 254-258) e anche in questa luce lesegesi origeniana ricerca il
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Origene
secondo la ragione dellinsegnamento di Ges (8). <Questa malattia difficile da guarire, grave: crede di aver agito bene nel fare ci che bene non ; in soggetti simili c una forza cos grande e tale, da poterla paragonare ad una montagna: per fare s che tale forza si sposti da colui che ne affetto, ci vuole tutta la fede del guaritore. E tutta la fede quella che si paragona ad un granello di senapa 22>. Partendo da questa considerazione, anche Paolo dice: Se avessi la fede per spostare le montagne 23: non una, ma parecchie montagne analoghe a questa sposta chi ha la fede come un granello di senapa 24. Perch la gente minimizza la fede (9), e questa sembra loro qualcosa di molto piccolo e di poco valore; ma se cade in terra buona (cio in anima capace di far buona accoglienza a tale seme) diventa un grande albero, tanto che gli esseri, non privi di ali, ma che si levano in volo a livello spirituale, gli uccelli del cielo, possano nidificare tra i rami di un tale albero 25. 6. PROCLAMANO INIQUIT CONTRO LALTO
mistero che si cela dietro i nomi di persone e luoghi. 21 Cf. Mc 9, 25. 2 2 Cf. Mt 17, 20. (7) Angelo-padre: Abbiamo detto pi volte che gli angeli hanno la cura e la custodia delle anime che sono nella Chiesa di Dio... Mi pare dunque che anche in questo passo sia... fatto conoscere nel mistero che alcune anime sotto di loro si comportano come figlie (Origene, Omelie sui Numeri [Om Nm] XXIV, 3 [M.I. Danieli], Roma 1988, 337): le immagini origeniane sottolineano spesso nellangelo, con sentimento di calda simpatia, la presenza di un parente, di un amico e, significativamente, di un pedagogo, con la sua limitatezza di potere rispetto a Dio, il solo a dover essere pregato e adorato (A. Monaci Castagno, Origene predicatore, Milano 1987, 175). (8) Gli impulsi irrazionali algoi sono espulsi dal Lgos , affinch il bene non sia pi fatto in modo non razionale algo , ma
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ora dunque di accostarci al testo. In primo luogo chiediamoci in che senso si dica epilettico chi vessato da uno spirito sordo e muto, e a qual titolo si chiami mal di luna dal grande luminare celeste, secondo dopo il sole, stabilito da Dio per dominare la notte 2 6. I medici si attengano pure alla fisiologia, dal momento che non ritengono che in questo passo si tratti di spirito impuro, bens di sintomo fisico e, stando alla fisiologia, spieghino pure che gli umori liquidi della testa fluiscono in base ad una certa simpatia con la luce della luna, di natura liquida (10). Noi, che da un lato crediamo al Vangelo, che questa malattia la considera prodotta nei
secondo la parola lgos dellinsegnamento di Ges: si vede bene nel testo lalternanza e la pregnanza nuova della terminologia e della sostanza che esprime: Assieme a un senso soggettivo, che esprime la partecipazione delle creature ragionevoli al Lgos divino, logiks ha un significato oggettivo: affermando un rapporto con una Ragione che sempre il Figlio di Dio, ne riceve un senso sovrannaturale che lo fa entrare nel vocabolario del mistero (Crouzel, Origne et la connaissance, 45); la guarigione sar dunque linizio di una vita nuova, condotta secondo il Lgos o insieme al Lgos (cf. R. Scognamiglio, Proaivresi tra scelta e fede nel Commento a Matteo di Origene , in Nicolaus XXIV, 1/2 [1997], 245-265; H.de Lubac, Storia e Spirito , ed. it., Milano 1985, 376). 23 1 Cor 13, 2. 24 Cf. Mt 17, 20. 25 Cf. Mt 13, 31ss. 26 Cf. Gn 1, 16ss. (9) La gente minimizza la fede : Per noi, che vogliamo uscire dallEgitto, sia questa la prima mansione: nella quale abbandonato il culto degli idoli e ladorazione dei demoni, che non sono di, crediamo che il Cristo nato dalla Vergine e dallo Spirito Santo, e che il Verbo fatto carne venuto in questo mondo (Om Nm XXVII, 3, 374). Dunque, il fondamento della vita spirituale la fede. Questo capitale e ci mostra gi dallorigine che non si tratta di una semplice ascesa platonica (Danilou, Origene , 351); e ancor meno si deve attribuire allo sforzo delluomo il puro dono che la fede stessa. Ricordavamo quasi a
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soggetti ammalati da uno spirito impuro, muto e sordo, e daltra parte constatiamo che coloro che sono soliti promettere guarigione a tali persone, a somiglianza dei maghi egiziani, sembrano a volte riuscirci (11), diremo che forse per stravolgere le creature di Dio perch proclamino iniquit contro lalto e levino la loro bocca contro il cielo 27, questo spirito impuro segue alcune fasi della luna; cos fa in modo, a partire dalla osservazione che gli essere umani soffrono a seconda delle fasi lunari, da far credere che un cos grave morbo avvenga per colpa non del demonio muto e sordo 28, bens del grande luminare che nei cieli, stabilito per regolare la notte 29 , che non ha alcun potere nel determinare tra gli uomini un male del genere (12). Ma tutti quelli che individuano nella posizione degli astri il motivo di tutti i disordini che si verificano sulla terra (sia nel loro insieme sia nei singoli casi) proclamano iniquit contro lalto 30. Questi tali veramente hanno levato contro il cielo la loro bocca 3 1, asserendo che tra gli astri alcuni hanno influssi malefici, altri benefici; mentre il Dio delluniverso non ha creato nessun astro per produrre del male, secondo Geremia, com scritto nelle Lamentazioni:
conclusione della Introduzione a Cm Mt I un testo significativo: proprio della bont divina superare con i benefici colui che beneficato, prevenire colui che sar degno, concedendogli la capacit prima ancora che ne diventi degno (Cm Gv VI, XXXVI, 342; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 443ss.). 27 Sal 72 (73), 8-9 (LXX). 28 Mc 9, 25. (10) una delle sezioni pi ampie per laspetto delle conoscenze mediche in Origene, il vaglio di esse, e, soprattutto, per come stabilire il rapporto fra fisiologia e fede nel Vangelo, poich il Cristo medico che si prende cura della umanit dolorante diviene punto di riferimento per lo sviluppo stesso della scienza medica, che andava distinta dal ricorso intensificato e crescente alle pratiche magiche (cf. B. Neuschfer, Origenes als Philologe, Basel 1987, 199-202; A. Roselli, O tecnivth Qeov, 82s.; P. Pizzamiglio, Le scienze e la patristica, in Complementi
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Dalla bocca del Signore <non> procedono bene e male 32. Ma pu anche darsi che, come questo spirito impuro, che causa il cosiddetto mal di luna, osserva le fasi lunari per agire su colui che per alcuni motivi gli affidato e non ha meritato di avere una protezione angelica, allo stesso modo alcuni spiriti e dmoni si adeguano alle configurazioni di altri astri, perch non solo la luna, ma anche gli altri astri vengano vituperati da coloro che proclamano iniquit contro lalto 33. Si pu certo dare ascolto agli esperti di oroscopi, i quali fanno risalire il motivo di ogni mana e possessione diabolica alle fasi lunari. Ora che i soggetti che soffrono il cosiddetto mal di luna cadano a volte nellacqua 3 4, un fatto evidente; ma che cadano anche nel fuoco 35 , fenomeno che avviene, anche se pi di rado. Ed questo un morbo cos difficile da guarire, che coloro che hanno il dono di guarire indemoniati a volte ci rinunciano, a volte invece non ci riescono se non con digiuni e preghiere 3 6 e parecchi sforzi.
interdisciplinari di patrologia [A. Quacquarelli], Roma 1989, 218s.; Fernndez, Cristo, 53-58). (11) Pare che a volte ci riescano: Badate dunque che non cada in inganno lanima di alcuno di voi e ancora non resti nellambiguit e nel dubbio, quando sentir dire di un uomo o di un altro: il demonio ha guarito la tale malattia ad opera del tale idolo, ha predetto questo o quello; tutti questi sono idoli di demoni e di uomini che non conoscono la verit (Origene, Omelie su Isaia [Om Is] VII, 2 [M.I. Danieli], Roma 1996, 151). Astrologia, divinazione, magia sono affrontate da Origene nellintersecarsi dei loro rispettivi percorsi con vie umane di solitudine e angoscia: Contro i successi anche terapeutici (degli astrologi), Origene contrappone un argomento tradizionale che egli sfrutta a fondo anche contro i successi delle altre forme di divinazione e della magia: le credenze astrologiche sono frutto di una gigantesca beffa ordita dai demoni ai danni dellumanit, in modo che questa possa cadere pi facilmente nelle loro mani (Monaci Castagno, Origene, 145s.). 29 Gn 1, 16. 3 0 Sal 72 (73), 8 (LXX). 31 Sal 72 (73) , 9
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Ti chiederai se tale patologia, come esiste tra esseri umani, cos sia pure tra gli spiriti, per cui alcuni di essi parlano, altri no; alcuni hanno ludito, altri lhanno perduto. Ma si trover che, come in loro stessi il motivo del loro essere impuri, cos per il loro libero arbitrio che sono condannati ad essere privi di parola e di udito. Infatti anche alcuni esseri umani avranno a subire una condanna simile, se sar esaudita la preghiera del profeta, espressa nello Spirito Santo, preghiera che, a proposito di alcuni peccatori, dice: rimangano senza parola le labbra di menzogna 37. Ed forse in questo senso che coloro che hanno usato male del loro udito ed hanno ascoltato vanit, saranno privati delludito da colui che dice: Chi ha fatto colui che ci sente male ed il sordo? 38, perch non abbiano pi ad ascoltare cose vane (13).
(LXX).
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Lam 3, 38.
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Sal 72 (73), 8.
(12) Anche molti uomini considerati come credenti si interrogano con inquietudine se le azioni umane non siano assoggettate alla necessit e se non impossibile che esse si verifichino in maniera diversa da come le producono gli astri secondo le loro diverse fasi... Ebbene, dobbiamo anche sostenere riguardo agli astri che essi non sono in nulla gli agenti degli accadimenti umani, ma soltanto dei segni (Philocalie 21/27. Sur le libre arbitre, 23, 1.14 [. Junod], SC 226, Paris 1976, 132s.174s.; cf. Introduzione di Junod, 24-65, che esamina il rapporto fra la teoria origeniana degli astri-segni e la dottrina, propria a Plotino, degli astri-lettere scritte nel cielo). Cf. il tema in Crouzel, Origne et la connaissance, 236-239; G. Bendinelli, Il Peri; Eujch~ di Origene e la tradizione neoplatonica, in Il Dono e la sua ombra. Ricerche sul Peri; Euch~ di Origene (F. Cocchini), Roma 1997, 35s. 34 Cf. Mt 17, 15. 35 Cf. Mt 17, 15. 3 6 Cf. Mt 17, 21. 37 Sal 30 (31), 19. 3 8 Es 4, 11. (13) Le considerazioni conclusive del paragrafo sembrano sottolineare la positivit di una apparente limitazione e privazione lessere sordo, muto, cieco , come si esprime un altro accenno della
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7. O
GENERAZIONE INCREDULA
Poich dice: O generazione incredula ed adultera 39, il Salvatore mette in luce che il male subentrato in seguito ad una perversione, avvenuto contro natura e ci ha fatto pervertire. Gravato dal peso di tutto il genere umano della terra (14) (penso), per la loro malizia ed il suo vivere con loro, disse: Fino a quando star con voi? 40. Si gi parlato, in parte, di quel detto: Se avete fede quanto un chicco di senapa, direte a questa montagna , eccetera 4 1; nondimeno, per una visione pi chiara di questo punto, ecco che cosa resta da dire. Nel presente contesto ritengo siano dette montagne quelle potenze diventate ostili con enorme effusione di male, potenze che sono, in certo senso, piantate negli animi umani (15). Perci, se uno ha tutta la fede 42, in modo da non essere pi incredulo ad un testo solo delle
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Mt 17, 20.
Filocalia: Dio, che dispensa tutte le cose riguardanti il mondo in maniera giovevole, a ragione anche ci ha reso ciechi davanti allavvenire. Poich la conoscenza dellavvenire ci farebbe abbandonare la lotta contro il male... Ci giova non sapere se saremo buoni o cattivi... Cos Dio ha fatto (il medesimo uomo) cieco e vedente, vedente per il presente, ma cieco davanti allavvenire (Philocalie 21/27, 23, 10-11, 162-165); o ancora: Se prima non chiusa la visione del male, non si spalancher la vista del bene. Cos dunque intendo anche quella parola del Dio buono: Chi ha fatto il vedente e il cieco? (Es 4, 11): vedente secondo il Cristo, cieco secondo il consiglio del serpente (Om Nm XVII, 3, 239). Anche solo da questi riferimenti si vede la risposta agli interrogativi gnostici e marcioniti sulla bont del Creatore (cf. Fernndez, Cristo , 79). 39 Mt 17, 17. 4 0 Mt 17, 17. 41 Mt 17, 20. (14) Il Salvatore sentendo il peso di tutto il genere umano :
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Origene
Sacre Scritture, ed ha una fede come quella di Abramo, che credeva a Dio al punto tale che la sua fede gli venne computata a giustizia 43 , una tale persona dir a questa montagna (voglio dire: allo spirito muto e sordo presente in colui che chiamato epilettico): Spostati da qui (ovviamente, dal malato vessato da esso) a l (magari nellabisso) ed essa si sposter 44 . E lApostolo, partendo (credo) da tale punto, afferm con autorit apostolica: Anche se avessi la fede da spostare le montagne 4 5. Non una, ma molte montagne simili ad essa in grado di spostare colui che ha fede quanto un chicco di senapa (16). Certo, niente sar impossibile per chi ha fede a tale punto. Ma facciamo ancora attenzione alle parole: questa razza (di demoni ) non si scaccia se non con preghiera e digiuno 46 : se mai dovessimo occuparci della guarigione di un soggetto, affetto da un male simile, non mettiamoci a far giuramenti, domande e discorsi allo spirito impuro (17), come se quello ci ascoltasse; ma dedicandoci a preghiera e digiuno 4 7 riusciamo, pregando
altrove Origene porr sulle labbra del Cristo Sposo questa rivelazione sulla economia: Alzati, vieni... Io per te ho sostenuto la rabbia delle tempeste, ho sopportato i flutti che erano dovuti a te; la mia anima divenuta per te triste fino alla morte; sono risorto dai morti dopo avere infranto i pungiglioni della morte e sciolto le catene dellinferno ( Omelie sul Cantico dei Cantici [Om Ct] II, 12 [M.I. Danieli], Roma 1990, 90); e fortemente: Egli continua a prender su di s il peccato, perch tutto il mondo divenga senza peccato... (LAgnello di Dio) si sacrificato per prender su di s il peccato non di pochi ma del mondo intero (Cm Gv I, XXXII; VI, LV, 183.371; cf. le pagine di M. Simonetti su Origene in Storia della Teologia I [E. Dal Covolo], Bologna 1995, 167-171). (15) Il diavolo una montagna tenebrosa, i principi di questo eone votati alla distruzione sono montagne tenebrose; anche il demonio lunatico era un monte e un monte tenebroso, di cui il Salvatore diceva: Direte a questo monte... (Om Ger XII, 12, 156). probabile, e in altre circostanze Origene stesso non avrebbe mancato di farlo notare, che, nella logica del racconto, questa montagna rinvii a quella della Trasfigurazione (Mt 17, 1-9) dalla quale
per <la salvezza> del malato < che viene da Dio> e col nostro proprio digiuno, ad allontanare da lui lo spirito impuro.
Mt 16, 21.
Mt 16, 21.
Mt 17, 22.
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Origene
IL FIGLIO CONSEGNATO
8. UOMINI,
POTENZE,
DIO
Mentre si trovavano insieme in Galilea, Ges disse loro: Il Figlio delluomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini 1.
Ges e i suoi apostoli sono appena discesi (Mt 17, 9). Ma, a questo concatenamento dal senso ovvio, lesegeta preferisce una simbolica pi interiore secondo la quale la montagna designa qui il demonio che Ges ha appena scacciato e che i discepoli non avevano potuto espellere (Mt 17, 18-19) (Bastit-Kalinowska, Origne exgte , 57; sulla duplice valenza dei monti luminosi, tenebrosi , cf. Sgherri, Chiesa, 165s. (16) Il poco del giusto, che ha una fede umile come un granello di senape, ma ardente e vigorosa... meglio delle molte ricchezze dei peccatori (Omelie sui Salmi [Om Sal] XXXVI, III, VI [E. Prinzivalli], Firenze 1991, 130s.); Giungiamo a comprendere quale grande cosa sia possedere in modo completo e stabilmente tutta la fede, che, quando concentrata in tutta la sua pienezza nellanima umana, cos potente da trasportare le montagne, quali che esse siano (Cm Gv XXXII, XVI, 772): la completezza laccettazione del contenuto dogmatico cristiano nei suoi vari punti, la stabilit sembra essere lelemento divino che viene a confermare quello umano (cf. nota di Corsini al testo ora citato, 773; Rius-Camps, El dinamismo, 362; e ancora Cm Mt XIII, 5, nota 9). 47 Cf. 1 Cor 7, 5. (17) Non mettiamoci a far giuramenti, domande e discorsi allo spirito impuro: discernimento suggerito dal magistero spirituale basato
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A prima vista, queste parole sembreranno equivalere di certo a quelle altre: Cominci a mostrare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani e dei sommi sacerdoti 2. In realt non cos: un conto mostrare ai discepoli che deve andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani e dei sommi sacerdoti e scribi, e, dopo la Passione, venire ucciso, e, dopo luccisione, risuscitare il terzo giorno 3 , e un conto dire loro, mentre sono in Galilea (dettaglio su cui non siamo informati precedentemente), che il Figlio delluomo sta per essere consegnato 4. Nel caso precedente, difatti, non detto: venire consegnato, mentre ora anche precisato nelle mani degli uomini 5. A tale proposito dobbiamo chiederci: da chi e nelle mani di quali uomini verr consegnato? L infatti siamo informati da parte di chi, e in quale luogo, soffrir; qui invece, oltre ci, veniamo anche a sapere che il suo soffrire molto da parte delle persone test menzionate si attua non perch siano essi i primi responsabili del suo molto soffrire, bens colui che lo consegna, o coloro che lo consegnano, nelle mani degli uomini (1). Qualcuno pertanto dir: per
sulle Scritture, confortato da esempi di esaudimento della preghiera unita al digiuno (cf. Origene, La Preghiera [Pregh] XIII, 2 [G. Del Ton], Roma 1974, 70; Crouzel, Origene, 184-188). Questa lettura sul mal della luna avr riverberi nella tradizione spirituale: La luna, con il suo crescere e poi di nuovo decrescere, ci mostra la struttura delluomo che ora fa il bene, ora pecca: poi, mediante la penitenza, riprende la corsa verso la vita virtuosa. Dunque, lintelletto di chi caduto non perduto, come ritiene qualcuno presso di voi: proprio come non il corpo della luna che decresce, ma la luce. Luomo riacquista di nuovo la propria luminosit mediante la penitenza, come la luna, dopo il decrescere, da s si riveste della luce. Chi infatti crede in Cristo, anche se muore vivr (Gv 11, 26) (Giovanni Carpazio, Ai monaci dellIndia che gli avevano scritto, cento capitoli di ammonizione, in La Filocalia , a cura di Nicodimo Aghiorita e Macario di Corinto [M.B. Artioli - M.F. Lovato], I, Torino 1982,
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Origene
spiegare ci che lApostolo dice di Dio, Lui che non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi 6, ma anche il Figlio consegn se stesso per noi 7 alla morte, per cui non fu solo consegnato dal Padre, ma si consegn da se stesso. Qualche altro poi, dopo aver messo a confronto non solo quel passo, ma anche questi che stiamo esponendo, dir: in primo luogo fu il Padre a consegnare il Figlio 8; in seguito, perch fosse messo alla prova, combattesse e soffrisse per gli uomini, o meglio per tutto il mondo 9 onde toglierne il peccato 10, fu consegnato al principe di questo mondo 11 e agli altri che ne hanno il comando; questi poi lo consegnarono in mano agli uomini che lo uccisero (2). Prenderemo ad esempio le propriet di Giobbe: Ecco, quanto egli possiede lo do in tua mano, ma lui non potrai toccarlo 12. In seguito, in certo senso, il diavolo lo consegn ai suoi agenti: a quelli che li fecero prigionieri, ai cavalieri, al fuoco disceso come dal cielo, al vento
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19 Cf. Gv 13, 27. 2 0 Rm 8, 32. 23 Cf. 1 Cor 15, 22. Cf. 1 Cor 15, 26.
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401). (Nel testo le parole messe tra due <> sono aggiunte in base a ricostruzione del testo ipotizzato da Diehl e Klostermann). 6 Rm 8, 32. 7 Gal 1, 4. 8 Cf. Rm 8, 32. 9 1 Gv 2, 2. 10 Cf. Gv 1, 29. 11 Cf. Gv 14, 30. (1) Colui che lo consegna: Salvezza ( sotrion) del Padre nel mondo il Figlio, salvezza del Figlio nel mondo la croce (Origene, Selecta in Psalmos 19 [20], 6: PG 12, 1248): questo mirabile testo condensa la iniziativa salvifica di Dio, la persona designata per operarla e il modo della sua realizzazione; Origene collega allazione salutare di Ges Cristo la pacificazione del mondo e la sua riconciliazione con Dio... (Mondo) lo spazio degli uomini e degli angeli ove operano le potenze avverse (cf. B. Psephtogas, La passion de notre-Seigneur JsusChrist dans la thologie dOrigne, in Origeniana secunda, 319; B. Studer, Dio salvatore nei padri della Chiesa, Roma 1986, 128-130; H.
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impetuoso venuto da oltre il deserto che si abbatt sulla casa 13. Cercherai di capire se, come il diavolo consegn i figli di Giobbe a quelli che li fecero prigionieri e ai cavalieri, cos li consegnasse anche ad una potenza dipendente dal principe del potere dellaria, quello spirito che ora opera nei figli della ribellione 14, perch il fuoco disceso di l sulle pecore di Giobbe sembrasse scendere dal cielo a colui che port la notizia a Giobbe: Un fuoco caduto dal cielo ed ha bruciato le pecore, come ha pure divorato i pastori 15 . Analogamente, ti chiederai se limprovviso vento venuto dal deserto, che ha investito i quattro angoli della casa 16, non fosse magari uno di quegli esseri al servizio del diavolo, cui questi consegn il banchetto dei figli e delle figlie 17 di Giobbe, perch la casa rovinasse sui giovani 18 del giusto e ivi trovassero la fine. Devessere stato perci il Padre (3) (come nel caso di Giobbe) a consegnare dapprima il Figlio alle potenze ostili,
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2 6 Eb 2, 14. Ez 18, 4.
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Eb 2, 15.
Crouzel, Le Christ sauveur selon Origne , in Studia missionalia 30 [1981], 63-87). (2) Per gli uomini... per tutto il mondo: Dato che Origene ha dilatato lambito della tradizionale soteriologia, facendole eccedere i limiti dellumanit per abbracciare lintero universo delle creature razionali, perci non solo uomini ma anche angeli e demoni, di conseguenza vengono dilatati anche significato e valore dellincarnazione e della morte di Cristo: soprattutto sulla base di Col 1, 20 (Pacificando per mezzo della sua croce ci che esiste sia in terra sia nei cieli), Origene pi volte rileva con chiarezza che celesti e terrestri hanno avuto bisogno di purificazione e che perci Ges morto per il peccato di tutto luniverso (Simonetti, Origene , in Storia della Teologia, I [Dal Covolo], 171). 12 Gb 1, 12. 13 Cf. Gb 1, 15-19. 1 4 Ef 2, 2. 15 Gb 1,
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Origene
e poi queste a consegnarlo in mano agli uomini: tra questi era Giuda, nel quale entr satana, dopo che ebbe preso il boccone 19; fu satana, molto pi responsabilmente di Giuda, a consegnarlo. Ma, se metti a confronto ed esamini lessere consegnato del Figlio da parte del Padre alle potenze avverse, e lessere consegnato del Salvatore nelle mani degli uomini da parte di quelle potenze, fa attenzione a non mettere sullo stesso piano lessere consegnato di cui si parla nei due casi! Devi capire che il Padre <non lha dato semplicemente>, ma nel suo amore agli uomini, lo ha consegnato per tutti noi 20, mentre le potenze ostili, consegnando il Salvatore in mano agli uomini, non miravano a consegnarlo per la salvezza di alcuni, bens (per quanto dipendeva da loro, perch nessuna di esse conosceva la sapienza di Dio nascosta nel mistero 21) lo consegnarono perch morisse, in modo che la morte, sua nemica 22, lo prendesse sotto il suo potere, al pari di quelli che muoiono in Adamo 23. Ma anche gli uomini che lo uccisero fecero questo, conformandosi al proposito di coloro
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Mt 4, 9.
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Sal 2, 2.
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Gb 1, 19.
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Gb 1, 18.
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Gb 1, 19.
(3) Devessere stato il Padre: gli avversari di Ges potenze, uomini uccidano per quanto sta in loro la Giustizia, se Cristo la Giustizia, uccidano la Sapienza, se Cristo la Sapienza, uccidano la Verit, se Cristo la Verit (Om Ger XIV, 12, 179); attraverso i percorsi sconvolgenti della Passione, la knosi del Cristo sveler lidentit reale del Figlio e del Padre: Bisogna infatti avere il coraggio di dire che la bont di Cristo, nel momento in cui egli umili se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, si manifesta pi grande, pi divina, e veramente conforme allimmagine del Padre che non nel caso che egli avesse tenuto per s gelosamente lesser pari a Dio (Fil 2, 8.6) (Cm Gv I, XXXII, 182) e questo perch: Nemmeno il
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che volevano mettere Ges sotto il potere della morte (4). Era indispensabile credo esaminare questo punto, perch la consegna di Ges nelle mani degli uomini avvenisse non da parte di uomini, bens da parte di potenze, alle quali il Padre consegn il Figlio per tutti noi 24, distruggendo colui che ha il potere della morte 25 per il fatto stesso di essere consegnato e sottomesso al potere di coloro cui fu consegnato. Mediante la morte, infatti, soppresse colui che della morte ha il potere (cio il diavolo) 26 e liber quelli che per timore della morte erano
Padre impassibile... prova piet e misericordia, soffre di amore e simmedesima nei sentimenti che non potrebbe avere, data la grandezza della sua natura, e per causa nostra sopporta i dolori degli uomini (Om Ez VI, 6, 119; cf. Cm Mt X, 23, n. [41], I vol., 163s.; Fdou, La Sagesse, 321-328; G. Bostock, Origens exegesis of the Kenosis Hymn [Philippians 2: 5-11] , in Origeniana sexta , 531-547). (4) Origene si sofferma sulla preziosit della consegna salvifica del Figlio: Lo consegn dunque per tutti (Rm 8, 32). Non solo per i santi, non solo per i grandi, ma anche per i pi piccoli e per tutti quelli senza eccezione che sono nella Chiesa, il Padre consegn il proprio Figlio (Cm Rm VII, IX, cit., I, 393s.). Lampiezza cosmica del sacrificio del Cristo come tocca le potenze celesti, cos avvolge della sua misteriosa grandezza realt sconosciute o insignificanti per lo sguardo umano, attuando anche secondo questo aspetto linganno delle potenze: Come Giona nel ventre del pesce, Cristo entr in quella morte, cio in quel luogo che il Salvatore stesso ha chiamato cuore della terra (Mt 12, 40)... per liberare quanti erano proprio l trattenuti dalla morte... nel luogo stesso in cui la morte aveva il regno (Cm Rm V, X, cit., I, 297; cf. de Lubac, Storia, 316-320). (5) Nelle Scritture morte s un unico termine, ma indica molte realt: (la) separazione del corpo dallanima, (realt) intermedia,... indifferente,... la separazione dellanima da Dio, che viene per il peccato,... (ma) chiamata cos pure quella morte lodevole mediante la quale uno muore al peccato e viene seppellito con Cristo (Cm Rm VI, VI, cit., I, 319): anche questo paragrafo di Cm Mt ha presenti tali passaggi, convogliati verso la morte buona, quella del Cristo nella quale, mistericamente immersi, attingiamo la caparra di una corporeit redenta e incorruttibile: Come si dice che tutti
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Origene
da ritenere che il diavolo detenga il potere della morte, non di quella media e comune, di cui muoiono gli esseri composti di anima e di corpo (5), quando lanima si separa dal corpo, bens di quella morte opposta e ostile a Colui che disse: Io sono la vita 2 8; per cui lanima che
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Mt 17, 23.
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Cf. Eb 2, 14.
quanti abbiamo un sol corpo, in quanto abbiamo Adamo come principio e capostipite secondo la natura della nostra origine, cos siamo tutti iscritti a nome di Cristo come nostro capostipite per mezzo della divina rigenerazione,... suo corpo, rinati come siamo a incorruttibilit per mezzo dello Spirito (Cm Gv Fr CXLI, 908; cf. E. Dal Covolo, Note sulla dottrina origeniana della morte, in Origeniana quinta , 430-437; C. Noce, La morte in Origene, in PSV 32 [1995], 289303). (6) Il Sal 2, 1-2 aiuta a cogliere il dramma della croce nel consenso di forze umane e sovraumane che vi cospirano: Quattro generi di uomini... insorsero contro Ges: genti che fremettero contro di lui, e popoli che meditarono cose vuote, e re della terra che insorsero con principi che cospirarono insieme. E pensiamo che con genti siano designati gli uomini estranei alla fede,... con popoli invece quelli (dalla circoncisione), i quali meditarono cose vuote, non avendo compreso il Cristo annunciato nelle parole profetiche che meditavano. Con re della terra e principi invece Erode e Ponzio Pilato, ed i capi del popolo dei Giudei (Selecta in Psalmos 2, 1-2: PG 12, 1101; cf. Cm Mt XII,1 e ivi note, I vol., 265s.; Sgherri, Chiesa, 83s.)
pecca, quella che muore 29 . Ora il Salvatore mette in luce che non Dio a consegnarlo nelle mani degli uomini, quando dice: Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perch non fossi consegnato ai Giudei 30. Essendo infatti consegnato ai Giudei, fu consegnato nelle mani di uomini, non certo dai suoi servitori, ma dal principe di questo mondo 3 1, che aveva detto circa i regni di potenze invisibili che si ergono contro gli uomini: Tutte queste cose ti dar se prostrandoti mi adorerai 32. Perci anche di quei regni da pensare che sia detto: Insorgono i re della terra, e i principi hanno congiurato insieme contro il Signore e contro il suo Cristo 33. Quei re e principi sono insorti ed hanno congiurato contro il Signore e contro il suo Cristo. Quanto a noi, a cui giovato il fatto che lhanno consegnato nelle mani degli uomini e lhanno ucciso, diciamo: spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo 34. Quando infatti diventiamo conformi alla morte di Cristo 3 5, non siamo pi oppressi n dalle catene dei re della terra (come abbiamo spiegato), n dal giogo dei principi di questo mondo uniti in congiura (6). Ecco perch il Padre non risparmi il proprio Figlio, ma lo consegn per tutti noi 3 6, perch i principi che lhanno preso e consegnato nelle mani degli uomini vengano irrisi da chi abita nei cieli e scherniti dal Signore 37 , giacch a distruzione del loro proprio regno e potere e con propria sorpresa (7) che
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(7) A distruzione (katalein) del loro proprio regno... avendo soppresso (katargen) la morte ; gi nel paragrafo precedente Origene aveva posto questa distinzione: il primo termine indica tutte le prove
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Origene
hanno ricevuto dal Padre il Figlio, che risuscit il terzo giorno, avendo soppresso la morte sua nemica e reso noi conformi non solo alla sua morte, ma anche alla sua risurrezione 38 . grazie a lui che camminiamo nella novit di vita 39, non sedendo pi nella regione e nellombra della morte (8), essendosi levata su di noi la luce di Dio 40. Anche se il Salvatore disse: Il Figlio delluomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo metteranno a morte e il terzo giorno risusciter 41 , i discepoli si rattristarono assai che stesse per essere consegnato nelle mani degli uomini ed ucciso, quasi avessero ascoltato annunci cupi e dolorosi, senza riflettere che sarebbe risuscitato il terzo giorno e non ci sarebbe stato bisogno di altro tempo (9) per sopprimere, mediante la morte, colui che della morte detiene il potere 4 2.
4 Cf. Mt 17, 27. 5 Cf. Mc 1, 17 par. 6 Cf. Mt 22, 19-21. 8 Cf. Mt 22, 21. 9 Col 1, 15. 10 Cf. Gv 14, Cf. Mt 22, 21. 11 Cf. Mt 22, 21. 30. 7
subite dal Cristo nelle successive consegne disposte dal disegno del Padre, il secondo si riferisce al colpo finale dato al diavolo e alla liberazione di quanti erano tenuti sotto la schiavit per timore della morte (Psephtogas, La passion , 318s.). Nel testo appare il tema dellinganno delle potenze: su questa delusione del demonio che i padri hanno messo laccento... (Questa dottrina) non che leco delle parole di san Paolo che si rivolge ironicamente alla Morte dopo che stata ingannata: O morte dov la tua vittoria? (1 Cor 15, 55) (Danilou, Origene, 324; cf. J. Kirchmeyer, voce Grecque [glise] , nel tratto Libration, DS VI, 823835). (8) Conformi alla sua risurrezione . La Lettera agli Efesini (2, 6) dice: Risuscitati... e fatti sedere nelle regioni celesti: (Chi) sa contemplare il regno di Cristo, non esiter a dire che chi gi santo... non sulla terra bench sensibilmente lo si veda sulla terra. Colui infatti che nello Spirito non sulla terra... Tuttavia, tali modi di sentire e la percezione di queste e tali realt non sono terrestri ma celesti, e di tutti
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10. LE
DUE IMMAGINI
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Col 1, 15.
quelli la cui cittadinanza gi nei cieli (cf. Fil 3, 20) poich si sono assisi con Cristo nelle regioni celesti (Eph Fr X , 405, tr. Neri). Lopera pasquale del Cristo restaura la libert delluomo legato, soggetto alle potenze, individuato come di scorcio nella scena inaugurale di Betfage: Accanto al puledro legato cerano persone... (Sono) padroni ingiusti... non sono neppure in grado di guardare in faccia colui che il vero padrone che libera il puledro dai loro lacci (Cm Gv X, XXX, 425; cf. Crouzel, Thologie, 211-215); (Il Cristo) dopo aver incatenato luomo forte e aver trionfato su di lui per mezzo della propria croce, penetr perfino nella sua casa, nella casa della morte, nellinferno, e da l rub i suoi beni, cio condusse via le anime che egli tratteneva (Cm Rm V, 10, cit., I, 297s.; cf. M. Pesty, Descente aux Enfers et bonne captivit chez Origne, in Connaissance des Pres de lglise 62 [1996], 1624). (9) Non ci sarebbe stato bisogno di altro tempo: Ges... preg il Padre e fu esaudito e subito, come grid al Padre, fu accolto... Dopo tre ore fu accolto, lui che forse avrebbe potuto vivere due giorni sulla croce... perch il suo spirare apparisse dono ( beneficium) di Dio, e merito della sua preghiera pi che della violenza della croce (Mt Ser 140: PG 13, 1793; cf. A. Orbe, La teologia dei secoli II e III , II, Roma 1995, 445s.). Origene accenna alla immensit salvifica di quei tre giorni che sconvolgono le barriere della realt e postulano la speranza della risurrezione per tutto il Corpo del Cristo: Allora le molte membra saranno un unico corpo... Egli comporr insieme il corpo (Cm Gv X, XXXVI, 434s.; Poich il Capo ha trionfato, il corpo intero, il Pleroma sar salvo: cf. H. de Lubac, Cattolicesimo, ed. it. Roma 1948, 233.245s.; F. Varillon, La souffrance de Dieu, Paris 1975; J.
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Origene
Venuti poi a Cafarnao, si avvicinarono a lui gli esattori del didracma 1. Ci sono alcuni re della terra, i cui figli non pagano tasse o tributi; e ci sono altri, diversi dai loro figli ed estranei ai re della terra, dai quali i re di questa terra riscuotono tasse o tributi. Ed i loro figli tra i re di questa terra sono liberi, come <figli> tra padri, ma quelli che sono loro estranei, sono liberi in rapporto a realt fuori della terra, ma sono come schiavi per quelli che esercitano il dominio su di loro e li tengono sotto schiavit (come gli Egiziani che esercitavano il dominio sui figli di Israele, gli rendevano la vita amara e li tenevano con forza sotto schiavit 2). Per coloro che vivono in schiavit, il Figlio di Dio assunse solo la forma di schiavo 3, in analogia alla schiavit degli Ebrei, senza fare alcuna opera di fango o servile. Siccome
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Mt 17, 26.
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Gv 8, 32.
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Cf. Gv 8,
Servais, Comunione, universalit e apocatastasi: sperare per tutti, in Communio 148 [1996], 24-39; R.J. Tournai, Polmique antisamaritaine et le feu du Tofet, in RB 104 [1997], 3, 367). 1 Mt 17, 24. 2 Es 1, 14. 3 Fil 2, 7. (1) Si noter nellinsieme di questa sezione unitaria, dedicata allepisodio del tributo al tempio (Mt 17, 24-27), uno slittamento tematico sul motivo proprio del tributo a Cesare (Mt 22, 15-22): questi casi di cesura e sovrapposizione non sono frequenti in Origene la cui genialit interpretativa segue, anche nel lussureggiare di immagini esegetiche, le transizioni del testo ma possono manifestarsi l dove, assieme alla continuit della narrazione, urge sullesegeta la forza trascinante di qualche problema emergente dalla pagina commentata (cf. Bastit-Kalinowska, Origne exgte , 56-60 e G. Bendinelli, Il Commentario a Matteo di Origene. Lambito della metodologia scolastica dellantichit, Roma 1997, 24). (2) La densit tropologica del brano richiama lampia trattazione origeniana della parabola della rete (cf. Mt 13, 47ss. e Cm Mt X, 11-13: Trattandosi di pesci, in ci che attiene alla loro vita, un male che
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dunque ha la forma di quello schiavo, paga tassa e tributo, non diversamente da quello dato dal suo discepolo (1). Sarebbe bastato lo stesso statere e una sola moneta pagata sia per Ges che per il suo discepolo. Ma questa moneta non si trovava nella casa di Ges; si trov per caso in mare, sulla bocca del pesce marino. A sua volta, io penso, ebbe il beneficio di salire in alto e abboccare allamo di Pietro 4 diventato pescatore di uomini 5 tra i quali si trovava anche quello chiamato pesce in senso tropologico, perch gli si tolga la moneta che porta limmagine di Cesare 6 e venga a trovarsi tra quelli pescati da coloro che hanno imparato ad essere pescatori di uomini (2). Chi dunque ha ci che appartiene a Cesare, lo renda a Cesare 7 per poter, dopo, rendere a Dio ci che di Dio 8 . Ma poich Ges, essendo immagine di Dio invisibile 9 non aveva limmagine di Cesare (il principe di questo mondo non ha nessun potere su di lui 10), per questo prende da un
accada loro di trovarsi in una rete... Ma stando allinterpretazione della parabola, non un bene essere in mare e non entrare nella rete (Cm Mt X, 13, I vol., 113 e n. [22], ove si riprendeva il: Fuori della Chiesa nessuno si salva: cf. Omelie su Giosu [Om Gs] III, 5 [R. Scognamiglio - M.I. Danieli], Roma 1993, 80). Nella rete-Chiesa, si messi al sicuro dalle acque del male: Ges dunque d per s unimmagine prendendola dal mare, ove essa era racchiusa in uno di quei pesci che sattaccano alle squame del dragone (Ez 29, 4.3; cf. Om Ez XIII, 2, 206; Crouzel, Thologie, 189-197). Clemente Alessandrino aveva letto nel brano unallegoria: Il Signore ammonisce di togliere via da coloro che vengono dallacqua battesimale allesca della giustizia la prodigalit e lamore delle ricchezze, come la moneta dal pesce ( Il Pedagogo II, 14, 1 [M.G. Bianco], Torino 1971, 292). (3) Rese il debito... senza averlo assunto : Il nostro Salvatore, che limmagine di Dio, mosso da misericordia per luomo, che era stato fatto a somiglianza di lui, vedendo che, deposta la sua immagine, aveva rivestito limmagine del maligno, mosso da misericordia, assunta limmagine delluomo, venne a lui (Origene, Omelie sulla Genesi [Om Gn] I, 13 [M.I. Danieli], Roma 1978, 54s.); la scena evangelica del
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Origene
luogo adatto, dal mare, limmagine di Cesare 11, per darla ai re della terra per s e il suo discepolo, affinch gli esattori delle imposte non sospettassero che Ges fosse in debito con loro ed i re di questa terra: rese il debito (3), senza averlo per n assunto n posseduto n acquistato n mai reso sua propriet, onde evitare che limmagine di Cesare fosse presso limmagine di Dio invisibile 12. 11. I
FIGLI SONO LIBERI
Secondo unaltra spiegazione (4) si potrebbe dire cos. Ci sono alcuni figli di re di questa terra e ci sono
tributo diventa parabola della knosi di Cristo che, pur essendo libero, pag tuttavia il tributo giunse infatti perfino alla morte (Commento alla lettera ai Romani [Cm Rm] IX, XXX [F. Cocchini], II, Genova 1986, 129), restaurando cos per Adamo la immagine di Dio (precedente) allimmagine inferiore, aggiunta a motivo del peccato (Om Ger II, 1, 51; cf. Vogt, Der Kommentar I, n. 49, 289s.; L. Perrone, Il cosmo e luomo nel sistema teologico di Origene , in DSBP 11, 130-142; Crouzel, Origene, 263-267). (4) La lettura al paragrafo precedente era gi nella prospettiva tropologica tradizionale per la prima Chiesa i pesci sono i cristiani convertiti dal pescatore di uomini Pietro ; lAlessandrino ritorna sul momento precedente, affina, sfuma, discute, apre larghe prospettive cosmiche, interiorizza il senso ecclesiale (cf. A. Bastit-Kalinowska, Conception du Commentaire et Tradition exgtique dans les In Matthaeum dOrigne et dHilaire de Poitiers, in Origeniana Sexta, 686.691). Si pu avvertire nei percorsi ermeneutici origeniani una felice inter-azione fra la scuola ove si formulano le domande e la assemblea liturgica ecclesiale in cui Origene spiega le Scritture in continuit, per la pre-comprensione di fede, fra il dialogo della scienza e la conversione della vita (cf. su questi rapporti F. Refoul - F. Dreyfus, Quale esegesi oggi nella Chiesa?, in Sussidi biblici 38-41, Reggio Emilia 1993; I. Graessl, De la conversation la conversion: actualit des chemins homiltiques , in RThF 129 [1997], III, 209-223). (5) Liberi... figli... coloro che dimorano nella verit della Parola :
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<altri> che non sono loro figli se non in senso generico, e ce ne sono altri che non facendo parte dei figli dei re della terra, sono figli di nessuno sulla terra, ma per ci stesso sono figli o di Dio o del Figlio di Dio. Per cui quando il Salvatore domanda a Pietro: I re di questa terra da chi esigono le tasse e i tributi? e Pietro: Non dai loro figli, ma dagli estranei 1 3, Ges dice di costoro, che non appartengono ai re di questa terra e si trovano ad essere figli per la loro condizione di libert: Quindi i figli sono liberi 14; perch liberi non sono i figli dei re della terra, in quanto chiunque compie il peccato schiavo del peccato 15; bens coloro che dimorano nella verit della Parola (5), e grazie a ci hanno conosciuto la verit ,
la libert sar lusare non la moneta del mondo ma la moneta di Dio Padre mediante Ges Cristo (Ignazio, Magn V, 2, in Ignace dAntioche, Lettres [P.Th. Camelot], SC 10, Paris 1969, 82; cf. A. Bastit-Kalinowska, Linterprtation de lEvangile comme rcit dans le Commentaire sur Matthieu dOrigne, in AA.VV., La narrativa cristiana antica, Roma 1995, 273; Crouzel, Thologie , 174.210). Nel passo emerge la dignit filiale di Pietro a fianco della filialit unica di Ges, e daltra parte Ges manifesta una paternit che estensione agli uomini della sua comunione con Dio: (Il Salvatore) poich ha ricevuto in dono dal Padre coloro che credono, cos dice di loro in profezia: Ecco, io e i miei figli, che Dio mi ha dato (cf. Is 8, 18). E non da pensarsi che non (li) abbia avuti colui che ha ricevuto, dal momento che ancora (li) ha colui che ha dato (Om Is VII, 1, 148; cf. Vogt, Der Kommentar I, n. 52, 290). 17 Mt 17, 27. (6) Favole circa le nature: Dove sono gli eretici, dove sono quelli che introducendo la dottrina di parecchie nature dellanima asseriscono che vi una materia di cui disperare, che non riceve in alcun modo la salvezza? Se c una natura che deve perire, chi altra potrebbe essere se non Babilonia? Tuttavia Dio non ha del disprezzo neanche per lei, tanto che ha ordinato ai medici di prendere del balsamo per Babilonia, se mai guarisca (Ger 28, 8) (Om Ger L. II, 12, 310; cf. Cm Mt X, 11, I vol., 104ss.). Origene unifica posizioni diversificate degli avversari
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Origene
perch questa li far liberi 16. Se dunque uno figlio in senso assoluto, e non per niente figlio dei re di questa terra, quello s che libero. E tuttavia, pur essendo persona libera, si d pensiero di non scandalizzare i re di questa terra, i loro figli e gli esattori delle imposte. Ecco perch dice: Non li scandalizziamo, ma va, getta lamo e il primo pesce che viene su, prendilo, eccetera 17. Ora, vorrei fare una domanda alla gente che
gnostici (cf. E. Norelli, Marcione e gli gnostici sul libero arbitrio, e la polemica di Origene , in Il cuore indurito , 1-30; A. Le Boulluec, La notion dhrsie dans la littrature grecque II-III sicles , II, Paris 1985, 509513): lintento di ribadire, come in queste righe, che tutti possono giungere a salvezza, accogliendo il Cristo (cf. Cocchini, Introduzione Cm Rm, I, n. 88, XXIX). (7) Sul luogo e il significato di Cafarnao-campo della consolazione , Origene si era gi fermato in Cm Gv, raccogliendo la lettura di Eracleone sulla discesa di Ges nel mondo, nella parte pi bassa, regione degli ilici, presso il mare, simbolo della materia, e rovesciandone luminosamente la prospettiva: (Cafarnao) sembra essere un simbolo, come si detto allinizio di questa spiegazione, di un luogo di consolazione di grado inferiore, che forse diventato luogo di consolazione grazie alla consolazione che Ges vi ha arrecato con ci che vi ha insegnato e compiuto (Cm Gv X, XI-XII, 393-396, qui 395s., e n. 15 di Corsini, 393; cf. H. Strutwolf, Gnosis als System. Zur Rezeption der valentinianischen Gnosis bei Origenes, Gttingen 1993; Danilou, Origene, 232-242; Monaci Castagno, Origene , 107-115; E. Lupieri, Lo Gnosticismo, in Complementi
si diletta di favole circa le nature: di che natura sono sia i re di questa terra, sia i loro figli, che gli esattori di imposte, che il Salvatore non vuole scandalizzare? Se stiamo alla loro ipotesi, non sembra gente di natura lodevole, ma intanto Ges preoccupato di non scandalizzarli, evita loro uno scandalo, per non farli peccare pi gravemente o per farli giungere (posto che lo vogliano) a salvezza, nellaccogliere colui che ha risparmiato loro di essere scandalizzati (6). E certo come nel Campo della consolazione (questo significa Cafarnao) consolando ogni discepolo e <annunciando> che egli libero e figlio, gli d capacit di pescare il primo pesce , perch venuto su, Pietro abbia consolazione sia per il pesce venuto su e pescato, sia per avergli preso dalla bocca lo statere che sar reso a coloro cui appartiene, e che esigono come propria tale moneta (7). 12. CATTURATI DAL LOGOS Ecco un testo che potresti opportunamente usare nei confronti di una persona avara, che sulla bocca altro non ha che discorsi sul denaro, allorch la vedrai guarita da un certo Pietro, che le toglie non solo di bocca e dai discorsi ma anche dalle disposizioni (interiori) quello statere,
interdisciplinari di patrologia, 95-97; C. Gianotto, Gli gnostici e Marcione. La risposta di Ireneo , in La Bibbia nellantichit cristiana, I [E. Norelli], Bologna 1993, 235-273; S. Leanza, Origene , Ibid. , 377407). (8) Questo breve paragrafo un esempio di quella applicazione morale o spirituale della Scrittura che attualizza il grande ed unico mistero di Cristo... (nei) misteri della vita interiore: Riferiamo il passo in questione ad ogni anima che, nel volgersi a Dio e venire alla fede, senza dubbio sostiene battaglie... (Origene, Commento al Cantico dei cantici [Cm Ct] II [M. Simonetti], Roma 1976, 133; cf. de Lubac, Storia, 157-168). Sullattaccamento al denaro (philargyra ), con riferimento a 1 Tm 6, 10, cf. Cm Mt XI, 9 (e ivi note, I vol., 207ss.); Origene ha espresso
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Origene
simbolo di tutto il suo attaccamento al denaro (8). Una persona di questo tipo, infatti, dirai che si trovata in mare e tra le realt salate di questa vita, i flutti delle preoccupazioni e le ansie per amore al denaro, con lo statere in bocca dal momento che era senza fede e attaccata al denaro; e dirai che venuta su dal mare, catturata dallamo del Logos e beneficata (da un certo Pietro che le insegna la verit), con in bocca non pi lo statere, ma al suo posto le parole che hanno limmagine di Dio (9). 13. PER IL MAESTRO ED
IL DISCEPOLO
Ancora sulle parole: Si avvicinarono a Ges gli esattori delle tasse 18 . Dal libro dei Numeri potresti addurre (largomento) che, secondo la Legge di Dio, non viene offerto per i santi
32. sul tema alcune forti pennellate: Prima luomo desidera un po di danaro, poi... il desiderio cresce; quando poi la passione avr accecato la mente, per suggerimento e stimolo delle potenze avverse, il danaro non pi desiderato ma strappato e conquistato anche con la violenza e con spargimento di sangue umano (Princ III, 2, 2, 412; cf. Monaci Castagno, Origene, 178-188). 18 Mt 17, 24. 1 9 Nm 3, 47. (9) Per i redenti, catturati dallamo del Logos: Tutte le loro opere, le loro parole e i loro pensieri, trasformati dal Verbo Unigenito e secondo la sua somiglianza, riproducono limmagine del Dio invisibile e conducono allimmagine del Creatore (Pregh XXII, 4, 100); essi divengono dunque esperti cambiavalute di quelle monete che sono appunto le parole divine che portano impressa limmagine del Gran Re (Cm Gv XIX, VII, 575; cf. Crouzel, Thologie, 228). Il testo di Cm
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un semplice tributo, ma un tributo santo (10). Infatti sta scritto: prenderai cinque sicli a testa, secondo il tributo santo 19. Per tutti i figli dIsraele dato a testa un tributo santo. Poich dunque non possibile che il Santo di Dio abbia al tempo stesso tributi santi e tributi (per cos dire) profani (11), per questo motivo agli esattori di tributo non santo, che domandano a Pietro: Il vostro maestro non paga il tributo?, il Salvatore d ordine di consegnare lo statere trovato in bocca al primo pesce che viene su, perch lo si dia per il maestro e il discepolo.
Mt XIII, 10-13 analizzato da Bastit-Kalinowska, Origne exgte , 282288, nello schema binario che esprime realt spirituali spazializzate: mare-casa di Ges, re della terra-Signore e suo Cristo, moneta cattiva-moneta buona, schiavit-libert, fino a quella filiazione in cui lessere figli in assoluto, nel Logos di ogni analogia, esce dalla ambivalenza delle figure e si fissa nella realt divina. (10) Si noter la designazione di santi per i membri dellantico popolo. Quanto al tributo santo , Origene riprende limmagine nelle omelie, vedendo la prescrizione rituale dellAntico Testamento indicativa di una offerta da viversi gi per Israele anche nello spirito, e insieme profetica dellopera di Ges e della Chiesa: Col siclo del santuario dobbiamo acquistarci il Cristo, affinch distrugga i nostri peccati. Il siclo del santuario figura della nostra fede: infatti, se offrirai come prezzo la fede, riceverai dal Cristo ariete immacolato offerto come vittima la remissione dei peccati...; prezzo ancora
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Origene
IL BAMBINO
14. IN
In quel giorno si accostarono i discepoli a Ges, dicendo: chi dunque il pi grande nel Regno dei cieli ? 1. Matteo, a nostra istruzione, avrebbe potuto limitarsi a raccontare in che modo, essendosi avvicinati i discepoli a Ges per fare domande e imparare da lui, rispose al loro interrogativo. Invece aggiunse, stando ad alcuni manoscritti: In quellora si avvicinarono i discepoli a Ges; secondo altri: In quel giorno. Ed indispensabile non lasciare inesplorata lintenzione dellevangelista. Per cui, cercando di capire quel che precede lespressione in quel
lo zelo, le veglie per ascoltare le parole di Dio, lobbedienza (Om Lv III, 8; IV, 5, 75.87; cf. Sgherri, Chiesa, 134.208s.). (11) Tributi santi e tributi (per cos dire) profani : La precauzione oratoria testimonia della coscienza che linterprete ha della sua audacia quando crea cos un rovescio della Scrittura, un negativo delle sue immagini mediante le sue associazioni strane... (Immagine e moneta sono emblematiche) della natura della rappresentazione figurata per Origene... Limmagine letteraria... assomiglia a una moneta, in cui il diritto non pu andare senza un rovescio (Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 285s.). Nel commentare la tassa del tempio , Origene mostra di aver ben presente la diatriba religioso-politica sul tributo e di non voler fare dellepisodio evangelico una lettura tropologica sganciata dalla situazione storica Ireneo ne aveva parlato nel contesto dellossequio dovuto alle autorit disposte da Dio: Il Signore (ordina)
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giorno o in quellora, vediamo se sia possibile imboccare da quel punto una strada che ci faccia considerare come essenziale laggiunta: in quel giorno o in quellora (1). Erano dunque giunti a Cafarnao 2, Ges in compagnia dei suoi discepoli; l gli esattori delle tasse si avvicinarono a Pietro e posero la domanda: Il vostro maestro non paga le tasse? 3. Dopo che Pietro ebbe detto di s 4, Ges, per prevenire lattacco circa il pagamento dellimposta, manda Pietro a pescare con lamo un pesce 5, sulla cui bocca, disse, avrebbe trovato uno statere, che avrebbe dato per s e per Pietro 6. A mio vedere, dunque, avendo ritenuto che questo fosse il pi grande onore che a Pietro desse Ges (giudicandolo migliore di tutti gli altri discepoli), vollero mettere in chiaro ci che proprio sospettavano, col sentire dire a Ges, dietro loro domanda, se (come immaginavano) avesse giudicato Pietro superiore a loro (2). Ma al tempo stesso speravano di sapere anche il motivo per cui Pietro veniva preferito agli altri discepoli. Poich dunque Matteo intendeva indicare (penso) appunto questo, dopo le parole: Presolo (lo statere, ovviamente), consegnalo loro
di pagare le tasse agli esattori... funzionari pubblici di Dio addetti (a) tale ufficio ( Contro le eresie V, 24, 1 [E. Bellini], Milano 1981, 456) . Vedendo nella potenza imperiale il simbolo del demonio, Origene prendeva di contropiede tutta una tradizione, sia ellenico-orientale che ebraica... Bisogna vedere in questa identificazione una testimonianza impressionante delle sofferenze della Chiesa, da tanti anni messa al bando dalla societ romana, a causa della sua fedelt al Dio unico, e del suo rifiuto della idolatria imperiale (Crouzel, Thologie , 196). 1 Mt 18, 1. (1) In quel giorno o in quellora: il paragrafo appare appeso al valore di questa variante, che raccorda gli episodi precedenti della Trasfigurazione e del tributo a una discussione allinterno del collegio apostolico, emblematica di una ricerca sui rapporti ecclesiali (cf. Bendinelli, Il Commentario, 87s.; Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 28.89.206). Siamo con Mt 16, 21 - 20, 34 nella parte propriamente
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per me e per te, aggiunse: In quel giorno <o ora> si avvicinarono a Ges i discepoli e dissero: Chi dunque il pi grande nel regno dei cieli? 7. Forse gi erano perplessi circa la preferenza accordata ai tre nel contesto della Trasfigurazione, e adesso lo erano anche su chi dei tre fosse ritenuto migliore presso il Signore. Da una parte, Giovanni si era reclinato sul suo petto 8 per amore e logicamente, anche prima della cena, essi avranno assistito a molti segni di particolare stima da parte di Ges nei confronti di Giovanni (3). Dallaltra Pietro, nella sua confessione di fede, si era sentito chiamare beato, per aver detto: Tu sei il Cristo, figlio di Dio vivente 9. Ma viceversa, a motivo della parola: Va dietro a me, satana, mi sei di scandalo, perch non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini 10 erano indotti a pensare che non fosse lui il pi grande forse, ma uno dei figli di Zebedeo. E tutto ci riguardo a quellannotazione: In quel giorno o in quellora, in cui era avvenuto lepisodio dello statere.
ecclesiologica del vangelo di Matteo (ove) si tratta soprattutto della organizzazione della vita della comunit, delle sue sofferenze (16, 21 17, 22), della sua pratica nuova (19, 1 - 20, 34). Al centro della sezione si situa il discorso comunitario del cap. 18, i cui due temi principali sono lamore e il perdono (U. Luz, Lvangliste Matthieu: un Judochrtien la croise des chemins. Rflexions sur le plan narratif du premier vangile , in La mmoire et le temps. Mlanges offerts Pierre Bonnard [D. Marguerat - J. Zumstein], Genve 1991, 90). (2) Il mistero di Pietro stato ampiamente trattato da Origene in Cm Mt XII, 9-11, relativamente alla confessione di Cesarea (cf. ivi le note, I vol., 288ss.). La domanda qui posta nella cerchia degli stretti discepoli avvia rispetto al commento del dialogo a Cesarea una rilettura complementare del Pietro evangelico, ripresa al termine del libro XIII: essa sembra indicare, accanto alla dimensione pi abituale di una esegesi ascetico-mistica e strutturale-ecclesiologico generale dei titoli petrini, una possibile accentuazione della attribuzione carismatico-giuridica di tali titoli alla sola persona di
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15. ALLA
SUA SCUOLA
In seguito, le parole: Si avvicinarono a lui i discepoli 11, vanno intese nel senso di scolari che pongono dei problemi al maestro, esaminando chi il pi grande nel regno dei cieli 1 2. Da questo punto di vista i discepoli di Ges sono certo da imitare: se mai tra noi non trovassimo risposta ad un quesito, con ogni concordia circa quel quesito, avviciniamoci a Ges che presente dove due o tre sono radunati nel suo nome 13 , ed pronto con la sua presenza, a seconda delle nostre capacit (4), ad illuminare i cuori di coloro che sinceramente vogliono mettersi alla sua scuola per la comprensione dei quesiti. Non poi fuori luogo avvicinarci anche ad uno dei maestri
Pietro, con una sua preminenza di onore rispetto agli altri apostoli (cf. G.A. Galluccio, Origene LAdamanzio e il papa, Giugliano in Campania 1990, 117s.124s.; G. Sgherri, Lecclesiologia di Origene , in DSBP 8, Roma 1994, 212-228.). 8 Cf. Gv 13, 25. 9 Mt 16, 16. 10 Mt 16, 23. 11 Mt 18, 1 2 Mt 18, 1. 1. (3) Giovanni: nella lettura origeniana sono attribuite le parole pi grandi e perfette intorno a Ges a colui che ha poggiato il suo capo sul petto di Ges, anche se la persona del figlio del tuono riveste anchessa, come Pietro, un ruolo simbolico ed esemplare pi vasto: Colui che sar un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Ges, per cos dire, come Giovanni che Ges, in cui vive Cristo (Cm Gv I, IV, 123). Sembra di poter notare, nel discorso ecclesiologico che si inizia, quella globale attenzione alla Chiesa visibile, quello spostamento di interesse, esegetico ed ecclesiale insieme... dalla realt interiore a quella esteriore della Chiesa che caratterizzano il Commento a Matteo rispetto ad altre opere (cf. M. Simonetti, Origene e i mercanti nel tempio, in Recherches et tradition . Mlanges patristiques offerts Henri Crouzel [A. Dupleix], Paris 1992, 271-284). 13 Mt 18, 20. 1 4 Mt 5, 19.
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stabiliti da Dio nella Chiesa e porre a lui un domanda analoga: chi dunque il pi grande nel regno dei cieli? Dunque: che cosa, da un lato, i discepoli sapevano gi di tale questione, e, daltro lato, che cosa cercavano ancora di sapere ? Avevano gi capito che non cera uguaglianza tra quelli resi degni del regno dei cieli, e che (data la disuguaglianza), uno era il pi grande, e cos uno doveva essere il pi piccolo. Ma di che specie fosse il pi grande, che sorta di vita vivesse il pi piccolo, e di che indole fossero i mediocri, questo per loro essi era ancora oggetto di ricerca. Per essere pi esatti, si potrebbe dire: gi sapevano chi era il pi piccolo, in base alle parole: chi violer uno di questi comandamenti e insegner agli uomini a fare altrettanto, sar chiamato il pi piccolo nel regno dei cieli 14; non sapevano per chi fosse il pi grande, pur avendo inteso le parole: chiunque mette in pratica (i comandamenti) e li insegna, costui sar chiamato grande nel regno dei cieli 15. In realt, essendoci pi di uno grande, non era loro chiaro chi fosse il pi grande fra loro (a livello di esseri umani) (5). E che i grandi siano in molti, ma non tutti lo siano allo stesso grado, lo mostrer il fatto che il termine grande attribuito ad Isacco, che progredendo divenne pi grande, fino a quando non lo divenne assai assai 1 6, ma ci viene detto anche di Mos 17, di Giovanni Battista 18 e del Salvatore 19. E certo ognuno ammetter che, anche se tutti sono grandi
Mt 17, 24.
Mt 17, 24.
Mt 17, 25.
Mt 17, 27.
(4) Presenza a seconda delle capacit : il tema dei gradi della rivelazione ha illuminato Cm Mt fin dallinizio (Cm Mt X, 1 e note, vol. I, 75ss.), esprimendosi nel cammino che i discepoli fanno con Ges, nello stare e nellandare a lui, accettandone le presenze e le assenze (cf. Cm Mt XII, 16.32 e note, vol. I, 311s.341ss.). In questo scorcio la comunit
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secondo la Scrittura, il pi grande di essi per il Salvatore. Non senza rischio voler ancora stabilire se Giovanni fosse pi grande di Isacco e di Mos, non essendoci pi grandi di lui tra i nati di donna 2 0 o se egli fosse non il pi grande, ma uguale a entrambi o ad uno di loro. E poich di Isacco non detto semplicemente: facendo progressi, diventava pi grande, finch divenne grande 21, ma c la duplice aggiunta di assai, possiamo dedurne che tra i grandi si d una certa differenza: uno grande, un altro molto grande, un altro grande assai assai. Ora i discepoli, accostandosi a Ges, cercavano di sapere chi dunque fosse il pi grande nel regno dei cieli 22. E forse volevano sapere e ascoltare da lui una precisa risposta: il tale il pi grande nel regno dei cieli . Ma il discorso egli lo eleva ad un livello pi generale (6), e mostra in base a quale requisito uno sia il pi grande nel regno dei cieli. Cerchiamo di
evangelica vista come scuola del servizio divino, in cui il Verbo apre gli spazi della ricerca, che al medesimo tempo esercizio ecclesiale di questioni e conversione da uno sguardo ancora esteriore a una penetrazione pi profonda e partecipe del mistero di Dio (cf. Fdou, La Sagesse, 187-194; L. Perrone, Quaestiones et responsiones in Origene. Prospettive di unanalisi formale dellargomentazione esegetico-teologica, Cr St 15 [1994], 37; Bendinelli, Il Commentario, 143.146; Danilou, Origene, 63-76; cf. la nostra Introduzione al I vol. di Cm Mt, 25). 15 Mt 5, 19. 1 6 Gn 26, 13. 1 7 Cf. Es 2, 11; Eb 11, 24. 18 Cf. Lc 1, 15. 19 Cf. Lc 1, 32. 20 Lc 7, 28. 21 Gn 26, 13. (5) Mostrami con le Scritture dove un qualche peccatore o di piccolo merito sia chiamato grande... (Sta) a sentire chi sono quelli che sono chiamati grandi... Isacco... Mos... Giovanni Battista... e ormai Ges viene detto grande e dopo di lui nessuno pi chiamato grande... Tra i suoi fratelli dunque grande (cf. Lv 21, 10) Ges... pastore dei pastori, pontefice dei pontefici, Signore dei signori e re dei re... grande dei grandi (Om Lv XII, 2, 254s.). Una volta ribadita la grandezza unica di Ges, davvero audace fare il paragone fra...
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Origene
capirlo, secondo le nostre capacit, partendo da ci che sta scritto. 16. DIVENTATI
Ges, infatti, avendo chiamato un fanciullo, eccetera 23 . Questo da spiegare dapprima in un senso semplice. Colui che spiega in senso semplice il discorso del Salvatore, potrebbe dire: se una persona in et virile, nel mortificare le concupiscenze della virilit e nel mettere a morte mediante lo Spirito le azioni del corpo 24, portando sempre nel corpo la morte di Ges 25, arrivata a tal punto da raggiungere la condizione di un bambino che non ha mai provato sensazioni erotiche e non ha conosciuto impulsi virili, questa persona si convertita ed diventata come bambino 26. E quanto pi si avvicina alla condizione infantile riguardo a tali impulsi, tanto pi grande nel
Mt 18, 1.
santi e beati uomini, perch tutti gli uomini sono piccoli, se li paragoni alla perfezione del Verbo (Om Is VI, 1; VII, 1, 121.145s.): si dovr allora dire che c un cammino storico salvifico, in relazione alle tappe della rivelazione, che consente un pi di luce alla economia evangelica, ma questo itinerario va poi ripreso a livello personale e interiore di realizzazione (cf. Sgherri, Chiesa, 137s.153-170). 22 Mt 18, 1. 2 3 Mt 18, 2ss. 24 Rm 8, 13. 2 5 2 Cor 4, 10. (6) Innalza il discorso a un livello pi generale: Ges porta la discussione, che poteva continuare ad esprimersi in una questione di tipo rabbinico, a una misura diversa di valutazione: usa la anagogia , eleva! (cf. Cm Mt X, 14, su Lo scriba del regno dei cieli, vol. I, 115ss.). E la misura di insegnamento nuovo che Ges sta per dare la knosi
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regno dei cieli rispetto a coloro che, pur facendo ascesi, non sono ancora giunti a quel punto di continenza (7). Ci si detto dei bambini nella sfera sessuale, e si potrebbe asserire anche di tutte le altre passioni, malattie e debolezze dellanima, nelle quali per natura non possono cadere i bambini non ancora giunti al pieno uso di ragione. Mettiamo che un tale si converta e, anche se uomo adulto, in fatto di ira diventi come un pargoletto, e quanto a dolore diventi come un bambino (a volte i bambini ridono e scherzano proprio nel momento in cui morto il pap, la mamma o un fratello); cos diventer come bambino una persona che si convertita e che razionalmente (8) ha assunto una disposizione che non ammette tristezza, per cui nei confronti del dolore diventa proprio come un fanciullino; la stessa cosa potrai dire della cosiddetta
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Cf. Mt 18, 3.
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Cf. Mt 18, 4.
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Mt 18, 2.
della Incarnazione, la piccolezza assunta: (Il Salvatore nel farsi uomo) apprende dunque e in qualche modo assume la scienza non delle cose grandi bens di quelle pi manchevoli e pi piccole... Dice dunque: Non so parlare (Ger 1, 6), so cose pi grandi del parlare, so cose pi grandi di questo linguaggio umano... Ho la lingua di te, Dio, sono la parola di te, Dio (Om Ger I, 8, 38s.; sulle immagini kenotiche cf. M. Harl, Origne et la fonction rvlatrice du Verbe incarn , Paris 1958, 231s.); la condiscendenza di Dio che Israele aveva conosciuto e magnificato nella liberazione dallEgitto e nel dono della Legge trovava ora nel Verbum abbreviatum il suo punto di arrivo (F. Manns, LIsral de Dieu, Jrusalem 1996, 48s.). 26 Cf. Mt 18, 3. (7) Dal punto di vista della esegesi interessante la sequenza didattica delle componenti: il senso semplice del paragrafo 16, la ricerca del nesso logico allinizio del paragrafo 17, la spiegazione a titolo di insegnamento e di esercitazione nel paragrafo 18 (cf. Bendinelli, Il Commentario, 23); il testo sembra a Vogt complesso nel formulare il discorso sulla castit (Vogt, Der Kommentar I, n. 65, 293); ma in ogni caso lespressione ribadita significativa, perch come primo dato del
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Origene
volutt, nella quale gli uomini cattivi provano unemozione irrazionale, e da cui per sono immuni sia i bambini che quelli che si sono convertiti e sono divenuti come loro 27 . Per ci dunque che attiene allesattezza, stato dimostrato anche da altri, che nessuna delle passioni ricade sui bambini che non hanno raggiunto il pieno uso di ragione. Ma se non si d passione, ovvio che non si d neanche paura; anche se nei bambini si verifica qualcosa che somiglia alle passioni, si tratta di cosa leggera, che ben presto si rimette a posto e si cura; per cui persona cara colui che convertitosi e divenuto come bambino, giunto al punto da avere, diciamo cos, la misura minima di passioni, quanta ne hanno i bambini. Circa la paura, dunque, potrai pensarla in modo corrispondente alle spiegazioni gi date: i bambini non sono affetti dalla paura di mali, ma da un altro sentimento, considerato come paura da coloro che non hanno precisa cognizione delle passioni e dei loro nomi. cos, ad esempio, che nei bambini non si conserva ricordo del male: mentre stanno piangendo, improvvisamente
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Cf. Mt 18, 3.
Bambino nel Regno emerge una libert dai sensi che edifica la Chiesa, e della quale Origene parler in Cm Mt XV, 5: l eunucha per il Regno (esemplificata in Esdra) che risolleva le macerie di Gerusalemme (cf. H. Crouzel, Virginit et mariage selon Origne , Paris-Bruges 1963, 128s.; Id., Origene, 201). (8) Sul piano del dolore: abbiamo letto fratello con il latino, pi aderente alla realt del gruppo familiare descritto da Origene. Il greco tinos filou suggerirebbe che per il bambino la morte di un piccolo amico sia come quella di una persona di famiglia, e da questo punto di vista non manca di umana verit. Il testo stabilisce una mirabile relazione fra la libert dalle passioni del bambino non ancora giunto al pieno uso di ragione e luomo convertito che razionalmente fruisce di tale libert, con
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cambiano (umore) e si mettono a ridere e scherzare con quelli che secondo loro li hanno rattristati e atterriti, ma che in realt non lhanno fatto. in questo modo che uno si fa piccolo 2 8, come quel bambino che Ges ha chiamato 29. Infatti un bambino non preso da pensiero di grandezza, da idea di nobilt, di ricchezza o di uno dei presunti beni, che tali non sono (9). Ecco perch dato vedere bimbi che in et tenerissima, sino a tre o quattro anni, sono simili a quelli di bassa condizione, anche se li si ritiene di nobile stirpe, e ai bimbi che sembrano ricchi non vogliono comunque pi bene che a quelli poveri. Se dunque il discepolo di Ges accetta, guidato da ragione, ci che i bimbi sperimentano semplicemente in base alla loro et, vale a dire il superamento di quelle passioni tali, che esaltano quelli che sono privi di ragione, allora si abbassato come il bambino che mostr Ges, non esaltandosi per la sua gloria, non gonfiandosi per la ricchezza n per il vestito, e non sentendosi grande per i
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Mt 18, 6.
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un dono che gli viene dal Logos (in possesso della pienezza del [suo] logos, Cm Gv XX, XIII, 624), di fronte al quale egli ha fatto la sua scelta. E poich il logos umano una volta completo, cio sviluppato fino allet adulta, posto davanti alla necessit di una scelta assoluta che impegna interamente la sua persona, non ci sar pi, dopo questa opzione, una fede propriamente naturale (von Balthasar, Parola e mistero, 24.31; sulla partecipazione naturale [al Logos] per lo svilupparsi nelluomo della vita soprannaturale, cf. Cm Gv I, XXXVII, e n. 83 di Corsini, 193s.). 30 Mt 18, 5. (9) Chi chiamer in senso proprio nobilt quella che cos si suole chiamare dagli uomini, quando pensa alla nobilt dei figli di Dio? Lo spirito che ha contemplato il regno incrollabile di Cristo come potr non avere in nessun conto, in quanto indegno di considerazione, ogni regno della terra? E chi avr visto... le potenze sopracelesti, nei limiti consentiti ad uno spirito ancora legato al corpo, quando avr compreso
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Origene
suoi nobili natali. Soprattutto quei tali che il Logos ha mostrato convertiti e diventati come quel bimbo mostrato da Ges, li dobbiamo accogliere e rispettare nel nome di Ges, perch in loro soprattutto che si trova il Cristo (10), ed per questo motivo che egli dice: Chiunque accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me 30. 17. UNA MACINA DASINO Impresa laboriosa poi spiegare ci che segue, in logica connessione con quello gi detto. Qualcuno potrebbe obbiettare: com possibile che chi si convertito ed diventato come bambino sia un piccolo tra quelli che credono in Ges e suscettibile di ricevere scandalo? Tentiamo di chiarire anche questo, a fil di logica. Chiunque d la sua adesione a Ges come Figlio di Dio, secondo la vera storia che lo riguarda, ed in cammino mediante azioni conformi al Vangelo verso la vita della virt, chiunque si converte e cammina verso lo stato dinfanzia,
che pu ottenere dal Padre gli stessi onori, bench debole come unombra, non disprezzer egli i beni ammirati dagli insensati come beni oscuri e di nessuna considerazione in confronto con quelli? (Pregh XVII, 2, 87). Quando Origene scrive queste righe, il suo credo cristiano illumina leredit delle filosofie nelle loro reali aspirazioni a vivere il rovesciamento delle realt mondane, ma poi il suo discorso va oltre la cifra morale delluomo e le sue scelte, riconoscendo l onore dovuto al discepolo di Ges che si abbassato etapenosen a somiglianza del Maestro (cf. Fil 2, 8) (cf. A. Monaci Castagno, Un invito alla vita perfetta: il Peri; Eujch~ di Origene , in Il Dono, 126-134; Scognamiglio, Proaivresi, 264s.). (10) In loro si trova il Cristo ; del discepolo si dir poco dopo: in lui c Ges (Cm Mt XIII, 18), come gi in Cm Gv: Ges dice a sua madre: Ecco il tuo figlio (e non gi: Ecco, anche questo tuo figlio), ci equivale a dire: Questi Ges che tu hai partorito. Infatti chiunque perfetto non vive pi, ma in lui vive Cristo; e poich in lui vive Cristo, quando si parla di lui a Maria si dice: Ecco il tuo figlio, cio Cristo (I, IV, 123, testo che abbiamo gi richiamato in Cm Mt XIII, 14, n. 3).
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non possibile che non entri nel regno dei cieli. Orbene, molti sono in queste condizioni, ma non tutti quelli che si sono convertiti per diventare come bambini, sono giunti al punto da essersi resi simili a loro (11); lungi dal somigliare ai bambini chiunque lo sia ancora dal loro atteggiamento riguardo alle passioni di cui abbiamo parlato. Pertanto in mezzo a tutta la moltitudine dei credenti ci sono anche quelli che, diciamo, appena adesso si sono convertiti per diventare come bambini 31, e costoro proprio per il loro essersi convertiti per divenire come bambini, sono chiamati piccoli; e tra questi, coloro che si sono convertiti per diventare come bambini, ma sono ben lungi dal diventare del tutto come loro, sono suscettibili di essere scandalizzati; ognuno di costoro tanto lontano dal somigliare ai bambini, quanto lo dal loro atteggiamento di fronte alle passioni, di cui si parlato: a questi che non dobbiamo offrire motivo di scandalo. Altrimenti si dovr appendere una mola da asino al collo di colui che avr dato motivo di scandalo, e gettarlo nelle profondit del
Ricorderemo anche la bella lettura di Clemente Alessandrino sul Bambino, Fanciullo di tenera et, a immagine del quale noi siamo bambini... bimbo tenero del Padre, il Verbo fattosi uomo per noi ( Il Pedagogo I, V, in particolare 24, 1-4, 216). (11) in cammino ... La fede un porsi nella via: quanto qui detto dei discepoli-bambini, altrove riferibile ai cristiani-santi: Santi sono detti, e sono anche peccatori, quelli che si sono consacrati a Dio e hanno separato la propria vita dalla maniera di vivere della folla per servire il Signore... Come colui (che) si ritira da ogni attivit per coltivare (la) medicina (o la) filosofia... non sar subito cos perfetto, che non (sbagli) in qualcosa...e tuttavia, appena entra in scuole di tal genere, sicuramente annoverato tra i medici o tra i filosofi, cos anche dei santi da ritenersi che (appena) uno si vota agli studi della santit, si pu chiamare santo per questo proposito; ma... necessariamente cadr in molte cose... sar anche chiamato peccatore (Om Nm X, 1, 126); le tappe di Israele nel deserto sono paradigmatiche per la sequela del Cristo (cf. L. Bouyer - L. Dattrino, La spiritualit dei padri, in Storia della spiritualit 3/A, Bologna 1988, 198-220; M.I. Danieli, La teologia e la
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Origene
mare 32, e questo gli giover per guarire: In tal modo, la pena adeguata la sconter nel mare (dove c il drago, creato da Dio perch vi si diverta 33), ed una volta subito il castigo che gli toccava alla fine, il condannato ne sar affrancato grazie alle pene sofferte per essere stato portato in basso da una mola di asino (12). Ci sono infatti differenze tra le macine di mulino: luna (per cos dire) macina da uomo, laltra da asino. Macina da uomo quella di cui la Scrittura dice: due donne macineranno alla mola, luna sar presa laltra lasciata 34; quella da asino la macina che verr appesa al collo a chi avr dato scandalo 35. Qualcuno potrebbe dire non so se a ragione o a torto che la macina girata da asino il corpo delluomo cattivo, corpo pesante e portato in basso, che assumer alla risurrezione perch sprofondi nellabisso detto profondit del mare, dove si trova il drago, che Dio cre perch vi si diverta 36. Un altro ancora riferir lo scandalizzare i piccoli indicati da Ges, che credono in lui 37 , alle potenze invisibili agli uomini. da loro che vengono molti scandali a coloro che Ges indica come i piccoli. Ma se scandalizzeranno uno solo dei piccoli
spiritualit dellEsodo negli scritti di Origene e dei primi Padri monastici, in DSBP 18 [1997], 53-76). (12) Dice altrove Origene: I peccatori sono pesanti. Perci anche liniquit si mostra seduta su una massa di piombo, come dice il profeta Zaccaria... Da qui viene che gli iniqui furono sommersi nel profondo... come piombo nellacqua violentissima (Origene, Omelie sullEsodo [Om Es] VI, 4 [M.I. Danieli], Roma 1981, 115). Luso del termine scandalo , collocato sul cammino ancora incipiente dei piccoli, si sposta successivamente nella direzione dell uomo cattivo autore dello scandalo, e del suo destino: la mola di asino trasciner in un abisso profondo colui che fa inciampare il bambino ; tuttavia sembra che la pena sopportata sia ancora medicinale, in vista della liberazione. Peraltro Origene non si arresta qui. E se quella macina da asino fosse il corpo pesante delluomo cattivo? Si profila il ricordo della caverna platonica? Pensa ad uomini in una caverna sotterranea... carichi di
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indicati da Ges, che credono in lui 38, come macina da asino sar assunto il corpo corruttibile, che appesantisce lanima, appeso al collo che trasciner in basso verso le cose di quaggi, affinch per mezzo di queste venga distrutta la loro arroganza, e avendo scontata la loro pena con una macina da asino, giungano alla condizione che a loro conviene (13). 18. IL PADRE, IL SALVATORE E LO SPIRITO Ma a parte quella che stiamo dicendo in termini pi semplici, bisogna esporre unaltra spiegazione, a titolo di insegnamento e di esercitazione. Ricerchiamo chi sia il bambino che Ges chiam e pose in mezzo 39. Ora, vedi se puoi dire che quel bambino chiamato da Ges e posto nel cuore dei discepoli sia lo Spirito Santo che ha rimpicciolito se stesso 40, e vedi se Egli voglia farci allontanare da tutte le altre cose e farci volgere agli esempi che lo Spirito Santo ci mette davanti, s da diventare come i bambini, che a loro volta si convertirono e si fecero simili allo Spirito Santo. E questi
catene al collo e alle gambe (Platone, La Repubblica VII, 1 [G. Lozza], Milano 1990, 536s.; La materializzazione cos insistente della metafora non esprime forse lidentit profonda del peccato e della materia, cupa pesantezza? (Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 270s. Sul rapporto con la caverna platonica, cf. Om Gs XI, 4, 180). (13) Potenze invisibili ... Un passo ulteriore della medesima amplificazione esegetica considera le potenze come fautrici di scandalo; rispetto a testi di Cm Gv occorre chiedersi se, mentre i santi vivevano una vita affatto immateriale e incorporea, colui che chiamato dragone sia divenuto degno, per esser caduto dalla sua vita pura, di essere incatenato prima di tutti alla materia e nel corpo (Cm Gv I, XVII, 145) il passo di Cm Mt considera situazioni di castigo per lo scandalo dato ai piccoli che credono, non direttamente riferite alla creazione e suscettibili di ricupero dopo la purificazione (cf. Vogt, Der Kommentar I, n. 71, 294s.; G. Sfameni Gasparro, Restaurazione
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bambini diede Dio al Salvatore, secondo quel che detto in Isaia: Ecco, io ed i bambini che Dio mi ha dato 41. E non certo possibile entrare nel Regno dei cieli, se prima non ci si distolti dagli affari terreni e ci si fatti simili ai bambini, che hanno portato lo Spirito Santo (14). Questo Spirito Santo, disceso dalla propria perfezione verso gli uomini, Ges lo chiam e lo pose come bambino in mezzo ai suoi discepoli. Bisogna dunque allontanarsi dai desideri mondani e farsi piccoli, non semplicemente come un bambino, ma secondo quel che sta scritto: come questo bambino. Ma farsi piccoli come quel bambino vuol dire imitare lo Spirito Santo fattosi piccolo per la salvezza degli uomini. E che il Padre abbia mandato il Salvatore e lo Spirito Santo (15) per la salvezza degli uomini, dichiarato da Isaia, che parla a nome del Salvatore: Ora il Signore ha mandato me insieme con il suo Spirito 42. tuttavia da sapere che il testo pu avere due sensi: o Dio mand, e
dellimmagine del celeste e abbandono dellimmagine del terrestre nella prospettiva origeniana della doppia creazione, in Arch e Telos [U. Bianchi - H. Crouzel], Milano 1981, 231-266). (14) Quel Bambino... posto nel cuore dei discepoli: Altri scorgono nel fanciullo lo Spirito Santo che egli pone ora nei cuori dei discepoli, per mutare in umilt la loro superbia, riprender origenianamente Girolamo (Commento III, 179); in verit tutto il brano, visto come esercitazione, riguarda il rinnovamento interiore, la nascita nuova: Per esortare a questa nascita, Ges dice ai suoi intimi: Se non vi convertirete e non diventerete come i fanciulli.... Ges (vuole) che noi siamo per disposizione danimo quello che i fanciulli sono per let (Cm Gv Fr XXXV su Gv 3, 5, 844). La lettura ecclesiale del brano in
anche lo Spirito Santo mand, il Salvatore; oppure (come labbiamo inteso noi), fu il Padre a mandare entrambi, il Salvatore e lo Spirito Santo. Il pi grande nel regno dei cieli chi si fatto piccolo , pi di tutti quelli che si sono fatti piccoli ad imitazione di quel bambino; molti sono infatti quelli che vogliono farsi piccoli come quel bambino, ma chi si fatto in tutto pi vicino a quel bambino che si fatto piccolo, colui che si trover ad essere chiamato il pi grande di tutti nel regno dei cieli. Si deve perci accogliere un tale bambino in nome di Ges 43, soprattutto perch in lui c Ges. Come perci chi accoglie un tale bambino nel suo nome, accoglie Ges, cos chi non vuole accogliere uno solo di questi bambini nel nome di Ges, rifiuta e scaccia proprio Ges (16). Se c per differenza tra quelli resi degni dello Spirito Santo, ricevendo i credenti in misura pi o meno grande lo Spirito Santo, ci saranno pure alcuni di quelli che credono in Dio, i piccoli, che possono ricevere scandalo; vendicando costoro che sono stati scandalizzati, il Logos dice, a proposito di coloro che hanno provocato loro scandalo: sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare 44. Queste cose andavano dette sul testo di Matteo che stiamo esponendo. 19. IL REGNO-BAMBINO Ma vediamo i testi paralleli degli altri evangelisti. Marco dunque dice che i Dodici avevano discusso lungo la via chi fosse il pi grande tra loro 45. Per questo
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Mt 24, 41.
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Cf. Mt 18, 6.
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Ges, sedutosi, li chiama e si mette ad insegnare chi il pi grande 46, dicendo che il migliore tra i primati lavr in sorte colui che si far lultimo di tutti mediante lumilt e laffabilit, sicch colui che serve non riceve il posto di chi viene servito, bens il ruolo di chi serve, e questo non per alcuni s ed altri no, ma in maniera assolutamente generale verso tutti. Considera poi attentamente le parole: Se uno vuol essere il primo tra tutti, sia lultimo di tutti e il servo di tutti 4 7. In seguito, Marco dice che preso un bambino (Ges, naturalmente), lo pose in mezzo (ai suoi discepoli), e abbracciatolo disse loro: Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me 4 8. Quale bambino prese Ges e lo abbracci nel senso pi profondo di questo testo? Certo, Spirito Santo (17). Alcuni furono simili proprio a questo bambino; e di loro Ges disse: Se qualcuno accoglie uno di questi piccoli, accoglie me 49. Stando poi a Luca, una discussione sorse tra loro, chi
Cm Mt precisa la lettura economica che Origene fa altrove del testo di Isaia: Tutti gli uomini sono piccoli, se li paragoni alla perfezione del Verbo... Ecco, io e i miei piccoli, che Dio mi ha dato, il Salvatore (lo dice) di tutti gli uomini insieme (Om Is VII, 1, 145s.). 42 Is 48, 16. (15) Fu il Padre a mandare entrambi, il Salvatore e lo Spirito Santo: la bella portata teologica trinitaria del versetto, emerge da una scelta testuale rispetto a una espressione a doppio senso; nel contesto di una esercitazione emerge cos il discorso delluomo di fede, che sa prendere posizione rispetto a una situazione di ricerca di scuola, con le sue ipotesi e problemi insoluti. Il Commento a Matteo esprime nella riflessione del dono dello Spirito fatto ai piccoli la fede di una operazione trinitaria: C anche unattivit specifica del Padre, oltre quella per cui secondo la sua natura ha comunicato a tutti lessere. C anche un ufficio specifico del Signore Ges Cristo verso coloro ai quali secondo la sua natura ha comunicato la razionalit... C poi anche la grazia dello Spirito Santo che comunicata a chi ne
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di essi fosse il pi grande. Allora Ges, veduto il pensiero del loro cuore (siccome ha occhi in grado di vedere i pensieri dei cuori, ha visto la discussione che nasceva nel loro cuore, senza nemmeno fargli domande), secondo Luca prese un bambino e lo pose, non solo in mezzo a loro (come hanno riferito Matteo e Marco), ma se lo mise vicino e disse ai discepoli, non solo: Se qualcuno accoglier questo fanciullo, o: Se uno accoglie uno di questi fanciulli nel mio nome, accoglie me 50 ma precisa: Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me 51. Stando pertanto a Luca ognuno di noi deve accogliere quel fanciullo che Ges prese e mise vicino a s. E non so se le parole: Se uno accoglie questo bambino nel mio nome 52 qualcuno le possa esporre non in senso tropologico; infatti occorre che quel fanciullo che allora Ges prese e pose vicino a s, ognuno di noi lo accolga nel nome di Ges. Quel fanciullo vive, essendo immortale, e ognuno lo deve accogliere dallo stesso Ges, nel nome di Ges : Ges non se ne separa, per cui viene presso colui che accoglie il fanciullo, sicch in base a ci detto: Chiunque accolga questo fanciullo nel mio nome, accoglie me. Inoltre, poich il Padre inseparabile dal
degno, trasmessa da Cristo e operata dal Padre (Princ I, 3, 7, 177s.). Sul brano che stiamo commentando, cf. F. Cocchini, Lo Spirito Santo in Origene, in Atti del Convegno Study on the Holy Spirit, Gerusalemme 30 aprile-2 maggio 1998, in corso di stampa; Id., Lo Spirito Santo e le Scritture in Origene, PSV 38 (1998/2), 211-220. 43 Cf. Mt 18, 5. 44 Mt 18, 6. (16) Ad imitazione di quel bambino: Ognuno... avendo Cristo come guida del cammino intraprenda la difficile via della virt: cos, imitandolo per quanto possibile, diventiamo partecipi della natura divina... La Parola e la Sapienza, per la cui imitazione siamo detti sapienti e dotati di ragione, diventa tutto a tutti per guadagnare tutti, e
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Figlio, viene anchEgli (18) presso colui che accoglie il Figlio; ecco perch detto: E chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato 53. Ma colui il quale ha accolto il fanciullo, il Salvatore, e colui che lo ha mandato, il pi piccolo tra i discepoli di Ges, perch si fa piccolo; e pi piccolo si fa, pi grande diventa; il fatto stesso di ordinare e di farsi piccolo da s, porta ad una maggiore grandezza. Bada bene alla parola: Chi il pi piccolo tra tutti voi, questi grande. In altri manoscritti abbiamo letto: E sar grande. Stando a Luca infatti, se uno non accoglie il Regno di Dio come un fanciullo non entra in esso 54. Lespressione pu avere un doppio significato: o chi accoglie il regno di Dio divenga come un bambino, o accoglie il Regno di Dio, che per lui diventato come un bambino. E forse quaggi quelli che accolgono il regno dei
diventa debole con i deboli per guadagnare i deboli; ... crocifisso per la sua debolezza... vive per la potenza di Dio (2 Cor 13, 4) (Princ IV, 4, 4, 550s.; cf. I. Hausherr, Limitation de Jsus-Christ dans la spiritualit byzantine, in tudes de spiritualit orientale, Roma 1969, 217-245). Il testo di Cm Mt che stiamo considerando, nel cogliere il farsi piccolo dello Spirito e del Verbo, esprime in misura avanzata la knosi della Incarnazione (cf. Harl, Origne et la fonction, 232); ora labbassamento di Dio fino alla debolezza delluomo ha come fine il progressivo abituarsi delluomo a ricevere Dio, e questo si chiama Spirito Santo... Egli opera vigorosamente ma nascostamente, si rivela con Ges soprattutto nel mistero pasquale, ma non appare, agisce dallinterno (N. Ciola, La Kenosis dello Spirito e lonnipotenza debole di Dio Padre, RTE II [1998], 4, 217-231). 45 Mc 9, 34. 46 Cf. Mc 9, 34. 47 Mc 9, 35. 48 Mc 9, 3649 Mc 9, 37. 37. (17) Lo abbracci nel senso pi profondo: dellabbraccio fra il Cristo e lo Spirito, Origene cos dice altrove: Allora sette donne (le potenze, i doni dello Spirito Santo) afferrarono e veramente tennero stretto un uomo solo, il nostro Signore Ges Cristo, nel senso in cui lo si intende uomo, secondo la nascita, secondo il corpo assunto... Siamo chiamate con il tuo nome... Io, sapienza, possa essere detta
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cieli, laccolgono come se questo regno fosse un bambino, mentre nel secolo futuro non lo accolgono pi come tale, ma secondo la grandezza della perfezione che nella maturit spirituale (per cos dire) si mostra a tutti coloro che nel tempo presente avranno accolto il regno di Dio, che era come un bambino (19).
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Mt 18, 6.
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Cf. Mt 18, 6.
Ges, e intelletto, e grande consiglio, e fortezza, e scienza, e piet e timor di Dio prendano nome da Ges (Om Is III, 3, 92-94); Ges lUomo lunico che possa prestare il suo Nome, le sue propriet umane individuanti, allo Spirito,... connaturalizzando (quel Sostrato divino) con luomo. Questo processo non senza un riflesso di quello che si d a livello intratrinitario e unanticipazione o primizia di quel che si dar a livello ecclesiale (Rius-Camps, El dinamismo, 58). 50 Lc 9, 47-48. 5 1 Lc 9, 48. 52 Lc 9, 48. 5 3 Lc 9, 48. (18) Viene anchEgli : Io e il Padre verremo.... Beata la
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20. IL MONDO Guai al mondo per gli scandali! 1 . La parola mondo ( ksmos), di per s e in senso assoluto, impiegata nel testo: Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe 2. In senso relativo, invece, ed in connessione con quello che il cosmo esprime, la parola menzionata nel testo: Affinch alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna e tutto lornamento (ksmos) del cielo, tu non
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Mt 18, 2.
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Cf. Mt 18, 4.
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Is 8, 18.
larghezza di quellanima, beata la via spianata di quella mente, in cui il Padre e il Figlio, e certo anche lo Spirito Santo riposano mangiano e si trattengono (Cm Ct II, 175): rispetto a questa e a ripetute affermazioni sulla inabitazione trinitaria nellanima del credente, il testo di Cm Mt mantiene la sua peculiarit di discorso ecclesiale. Il Vangelo opera una separazione del discepolo, che lo pone in condizione di piccolezza: colui che annuncia il regno, la pace, insieme colui che ha bisogno di essere accolto. La umanizzazione della figura dei Dodici, la cristologia del Piccolo la knosi sono bene interpretate dalla lettura matteana di Origene: a immagine del Maestro... il discepolo invitato a consegnarsi al mondo garantito dalla sola presenza del suo Signore (. Cuvillier, Particularisme et universalisme chez Matthieu: quelques hypothses lpreuve du texte , in Biblica 78 [1997], 4, 496.481502). 54 Lc 18, 17.
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sia ingannato e ti prostri davanti a queste cose e le serva 3. La stessa cosa dirai che riferita nel libro di Ester, a proposito di costei, quando si dice che si sciolse di tutto il suo ornamento 4. Non infatti la stessa cosa dire il mondo in senso assoluto, e lornamento del cielo, o lornamento di Ester. Ma quello che qui stiamo cercando unaltra cosa. Io ritengo dunque che secondo le divine Scritture il mondo non sia il complesso composto dal cielo e dalla terra, ma soltanto lo spazio terreno, e questo inteso nel senso non di tutta quanta la terra, bens della nostra terra abitata. Nel mondo infatti era la luce vera, ossia in quel luogo terreno inteso nel senso della nostra terra abitata, eppure il mondo non lo riconobbe 5, cio gli uomini che sono nel luogo terreno e forse anche le potenze che appartengono a tale luogo (1): sarebbe assurdo dire che il mondo il complesso formato dai cieli e dalla terra e quanto in esso, tanto che sole, luna ed il coro degli astri, e gli angeli che si trovano in tutto questo mondo non riconobbero la luce vera 6, e pur ignorandola hanno conservato lordine costituito loro da Dio. E anche quando il Salvatore dice nella sua preghiera al Padre: E ora, Padre, glorificami presso di te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse 7
Mt 18, 7.
Gv 1, 10.
Dt 4, 19.
Est 4, 17.
Gv 1,
10. (19) Lambivalenza del Bambino raggiunge in questa bella conclusione del paragrafo il suo apice: lespressione pu riferirsi a chi accoglie il Regno e al Regno stesso: In altri termini, la dottrina concernente il regno di Dio piccola nei suoi inizi e sembra di poco valore, poich essa passa attraverso la Croce e la morte, consegnata mediante la lettera della Scrittura che ha poca apparenza, ma le parole che la esprimono crescono negli uomini in cui esse sono state seminate, al punto che tutte le potenze celesti possono riposare in
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bisogna intendere la parola mondo nel senso del nostro spazio abitato che in terra. Ma anche quando il Salvatore dice: Ed io vengo a te, e non sono pi nel mondo 8, egli parla del mondo terreno: non si deve pensare che intenda gli esseri ostili se dice: Vengo verso di te, non sono pi nel mondo eppure sono nel mondo 9 , ma pensare si riferisca a questo spazio terreno anche nel testo: Dico queste cose mentre sono ancora nel mondo 10. infatti da questo mondo che il Padre diede al Figlio degli uomini, e solo per loro prega il Salvatore, e non per tutto il mondo degli
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Fil 3, 21.
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Mt 18, 7.
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Mt 18,
coloro nei quali esse hanno fruttificato (H. Crouzel, Quand le Fils transmet le Royaume Dieu son Pre, in Les fins dernires selon Origne, XIII, Aldershot 1990, 380). 6 Gv 1, 9. 7 Gv 17, 5. 8 Gv 17, 11. 9 Gv 17, 11. 10 Gv 17, 13. 11 Cf. Gv 17, 9. (1) Un ampio brano dei Principi estende la pluralit di significati del ksmos greco, cui il termine latino di mundus corrisponde solo in parte: Mondo... ornamento... la nostra terra con i suoi abitanti... questo universo (formato) dal cielo e dalla terra... Non v dubbio che il Salvatore indica qualcosa di pi bello e splendido di questo mondo attuale, esortando ad aspirarvi coloro che credono in lui... Possiamo pensare che tutto il complesso di ci che ed esiste, realt celesti ultracelesti terrene infernali, venga genericamente definito come un solo e perfetto mondo, nel quale e dal quale sono contenuti tutti questi altri che sono in esso (Princ II, 3, 6, 256-258, con note di Simonetti); nel brano di Cm Mt che consideriamo il significato che emerge uomini e forse potenze che sono nel luogo terreno; cf. ancora: lesistenza terrena, cio... di questa terra che in molti luoghi della Scrittura vien di solito indicata come mondo (C Cel VI, 59, 552; sul rapporto fra mondo preesistente-mondo escatologico-mondo simbolico, cf. M. Harl, La prexistence des mes dans loeuvre dOrigne , in Origeniana quarta , 247s.250). 12 Gv 17, 14. 13 2 Cor 4, 18. 14 Gv 17, 21. 23. 15 Rm 16 Cf. 2 Cor 4, 18. 1, 8. (2) Mondo... gli esseri umani: In generale in Origene tutti i luoghi,
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uomini 11; questo mondo viene chiaramente significato anche nelle parole: Il mondo li ha odiati, perch essi non sono del mondo 12. In effetti quello che ci ha odiato (da quando non fissiamo pi lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili 13), a causa dellinsegnamento di Ges, non tutto il mondo composto di cielo, terra e di quanto c in essi, bens gli esseri umani che sono con noi (2). Lespressione: Non sono di questo mondo equivale a: non sono di questo luogo terreno. Anche i discepoli di Ges non sono del mondo, cos come egli stesso non era di questo mondo. Ma anche la frase: affinch il mondo creda che tu mi hai mandato (due volte ripetuta nel Vangelo di Giovanni 14) non si riferisce alle realt superiori agli uomini, bens a quegli uomini che hanno bisogno di
7. tutti i riferimenti spaziali, tendono ad essere visti come condizioni di esistenza. Esse sono continuamente mutevoli, per la capacit di progresso di ciascuno... C in ci un risvolto antignostico... Dio ha riposo come su un trono negli esseri quorum in caelis est conversatio (Phil 3, 20). Se per qualcuno degli esseri racchiusi nella condizione terrena (gli uomini) mostra di voler diventare celeste, anchesso si fa trono (E. Prinzivalli, Omelia I: La creazione , in Mos ci viene letto nella Chiesa. Lettura delle Omelie di Origene sulla Genesi [E. Dal Covolo - L. Perrone], Roma 1999, 46s.). 17 Sal 118, 165. 18 Cf. Gv 17, 14-16. 19 Cf. 1 Gv 2, 15. 20 Gv 17, 14.16. 21 Gv 17, 14. 2 2 Mt 18, 7. 23 Gal 6, 14. 24 2 Cor 5, 4. 2 5 Fil 3, 21. 26 Fil 3, 21. (3) Con la mente, lintenzione e la fede risorgiamo con Cristo dalle realt terrene per meditare sulle realt celesti e ricercare quelle future (Cm Rm V, IX, cit., I, 292); questa sapienza della croce che non teme scandalo, perch sa assumere le tribolazioni del cammino nella storia alla luce del mysterium crucis: Quando si dice che il Signore di Maest fu crocifisso, lui che era disceso dal cielo, una simile affermazione... quanto dura a credersi! Tuttavia (il discepolo) non arrossir della croce del suo Signore... La fede cristiana non
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credere che il Padre ha mandato il Figlio in questo mondo. Anche per lApostolo la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo 1 5. 21. NON SONO DI QUESTO
MONDO
Ora, se il Guai per gli scandali vale per gli uomini che sono dappertutto nel mondo, raggiunti anche dagli scandali, e se daltra parte i discepoli non sono di questo mondo, non fissando lo sguardo sulle cose visibili 16 come non lo il loro Maestro, la minaccia Guai per gli scandali non per alcun discepolo di Ges (3), giacch pace per coloro che amano la Legge di Dio e non ne hanno scandalo 17. Se poi qualcuno chiamato discepolo, ma ancora di questo mondo 18, perch ama il mondo e ci che
teme lo scandalo. Questo scandalo si tramuta in trionfo della fede, e quanto sembra stoltezza si trasforma in sapienza, una sapienza cos grande che divora tutta la sapienza... di questo mondo (de Lubac, Storia, 104). (4) Essere trovati nel mistero della risurrezione: lesito del testo molto rilevante. Origene ha parlato della prima risurrezione, battesimale, ecclesiale; ma ora si protende alla risurrezione della carne, con le parole di Fil 3, 21, quando ormai ogni scandalo avr fine e si avverer lunit finale di tutti i risuscitati in Dio, conformi al corpo glorioso del Cristo. Il testo parla della glorificazione degli autentici discepoli del Cristo, ponendosi non tanto in contraddizione con la speranza di una salvezza per tutti gli uomini, ma mostrando che lunico cammino salvifico e glorificante resta la incorporazione al Maestro, riconosciuto e accolto nella knosi del Figlio delluomo: I semi, per dir cos, raccolti dalla fatica fuggevole e leggera delle nostre tribolazioni ci prepareranno oltre misura, incommensurabilmente un peso di gloria eterna (Cm Rm VII, IV, cit., I, 368; cf. Crouzel, Thologie, 252). (5) Gli scandali... drappello del diavolo : rispetto al discorso pi generale riferibile a Mt 13, 37ss. (cf. Cm Mt X, 2 e note relative, I vol., 79s.), gli scandali sono qui personificati e designano per metonimia lesercito demoniaco che li suscita e fomenta nei cuori umani: Per
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in esso 1 9 (voglio dire che ama la vita di questo luogo terreno, il denaro, le propriet, o qualunque tipo di avere), non si addicono a lui le parole: Non sono di questo mondo 20, ma essendo in realt del mondo 21, a lui toccher linvettiva: Guai a questo mondo per gli scandali 22. Chi invece vuole sfuggire a questo guai, non resti attaccato alla vita, ma dica pure con Paolo: Il mondo per me stato crocifisso, come io per il mondo 2 3. In realt i santi che sono in questo corpo, sospirano come sotto il peso 24 del misero corpo 2 5, e fanno di tutto per essere degni di essere trovati nel mistero della risurrezione (4), quando il Dio trasfigurer il misero corpo 26 non di tutti gli uomini, ma soltanto di coloro che si saranno messi autenticamente alla scuola di Cristo per conformarlo al corpo glorioso 27 di Cristo. Allo stesso modo, infatti, che nessuno dei guai pu colpire un discepolo di Cristo, cos non potr colpirlo neppure linvettiva: Guai al mondo a causa degli scandali 28. Anche se accadessero migliaia di scandali, non toccherebbero coloro che non sono pi di questo mondo 29. Ma se qualcuno dovesse consentire ad essere scandalizzato a causa dellinstabilit della fede e lincertezza della sua adesione alla Parola di Dio, sappia costui che da parte di Ges non ancora chiamato suo discepolo. Bisogna ritenere che gli scandali che avvengono
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Mt 11, 22.
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Mt 18, 6.
questo dobbiamo operare in ogni modo (perch) non li risuscitiamo in noi (Om Nm XXVII, 8, 384). Origene dipinge al vivo come una geografia in controluce, demoniaca, costituita dai regni del mondo, e che sono il modo con cui il diavolo domina il mondo (cf. Origene, Commento al Vangelo di Luca [Om Lc] XXX, 2 [S. Aliqu - C. Failla], Roma 1969, 196); dalla corte centrale demoniaca partono ambasciatori ed emissari di morte, e sar cos fino a domani , vale a dire dopo la fine di questo mondo (cf. Om Gs XIV, 197ss.206). Emerge in Origene la
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sono cos numerosi, che il guai non giunga soltanto in alcune parti della terra, ma in tutto il mondo da essa abbracciato. 22. I GUAI necessit che avvengano gli scandali 30. Penso che questi (scandali) non si identifichino con gli uomini per opera dei quali avvengono. Gli scandali che avvengono costituiscono dunque un drappello del diavolo, sono angeli suoi: (5) coro perfido di spiriti impuri, i quali alla ricerca di organi per mezzo dei quali agire, troveranno molte volte quelli che sono completamente estranei alla piet, ma a volte ne potranno trovare anche tra quelli che si presume credano alla Parola di Dio. Il guai per costoro pi duro del guai detto verso colui che viene scandalizzato, come anche Tiro e Sidone avranno una
coscienza cristiana in ordine ai demoni, tenuti a freno dalla vittoria pasquale del Cristo; ma proprio perch luomo non fatalmente consegnato al potere demoniaco, guai a chi se ne fa in qualche modo intermediario (cf. Il demonio ed i suoi demoni, in Monaci Castagno, Origene, 156-167; Id., Il diavolo e i suoi angeli. Testi e tradizioni [secoli I-III], Firenze 1997). (6) Colui che d scandalo: notiamo almeno di passaggio la forte lettura etica e personalizzata che Origene assume dal vangelo matteano: lAlessandrino ricorda ad ogni occasione ai discepoli che essi sono responsabili dei loro fratelli nella comunit del Cristo; se il messaggio di Matteo pu anche essere letto sotto langolatura di una sana perturbazione della Chiesa, capace di tenere aperti nelle vicissitudini storiche i sentieri escatologici tracciati da Ges, lAlessandrino intende pienamente coinvolgerci in questa esegesi ecclesiale (cf. G. Strecker, La conception de lhistoire chez Matthieu, in La mmoire et le temps , 110s.). (7) Le potenze del male di una malvagit che precede tutti i peccati umani esercitano il loro influsso sugli uomini: Cerca poi di
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sorte meno dura nel giorno del giudizio 31 rispetto a quei luoghi in cui Ges oper segni e prodigi, senza essere creduto. E come si potrebbe fare un trattato, per mettere insieme sulla base delle Scritture quelli che sono detti beati e le ragioni per cui sono detti tali, allo stesso modo si potrebbero mettere a confronto i guai riferiti nelle Scritture e i motivi per cui questi guai sono stati proferiti. Inoltre, riguardo alla maggiore durezza del guai da parte di chi opera lo scandalo rispetto a colui che lo subisce, addurrai il detto: chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui , eccetera 32. Dato che il piccolo a subire il danno dello scandalo da parte di chi lo ha scandalizzato, a questi conviene che sia pesante ed insopportabile quel che riferito riguardo a colui che d scandalo (6). Ma se ci pensiamo pi attentamente, ci guarderemo bene dal peccare contro i fratelli, dal ferire la loro coscienza debole, perch non abbiamo a peccare contro Cristo 33 : spesse volte non solo per la nostra scienza 34, ma anche per altre ragioni, vanno in rovina per colpa nostra dei fratelli, per i quali Cristo morto 3 5; che non avvenga che, peccando contro Cristo 36 a loro riguardo, abbiamo a scontarne la
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1 Cor 8, 12.
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1 Cor 8, 11.
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capire se (in base allaffermazione: la nostra battaglia non contro sangue e carne, ecc.) puoi dire che ogni potenza e dominatore di questo mondo di tenebra, e spirito del male che abita nelle regioni celesti sia porta degli inferi (Cm Mt XII, 13 e ivi note, vol. I, 301s.). La malvagit delle potenze che non deriva da necessit di condizione naturale, perch non ammissibile che la... loro malizia... debba essere attribuita necessariamente al loro Creatore (Princ I, 5, 3, 191s.) contende con gli uomini gli spazi del regno di Dio: Quanto pi ci dilatiamo sulla terra, tanto pi concediamo loro spazi ampi nei cieli
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Origene
pena, quando ci si chieder conto dellanima di coloro che si perdono a causa nostra.
23. DIO
Dopo ci, resta da esaminare a fondo la parola necessit nella frase: necessit che avvengano gli scandali, e lequivalente in Luca: inevitabile (in luogo di impossibile) che avvengano gli scandali 37. E come per ci che mortale necessit che muoia e non pu sfuggire alla morte, e come chi vive nel corpo necessit che si nutra per vivere non pu evitare di mangiare , cos necessit che <avvengano gli scandali> 38 ed inevitabile che gli scandali non avvengano 39, poich vige necessit che negli esseri celesti la malizia sussista prima della virt, malizia dalla quale provengono gli scandali (7). infatti impossibile che si trovi un essere umano assolutamente senza peccato
(Om Nm VII, 6, 98; cf. Monaci Castagno, Origene, 157.165: i demoni abitano la terra e le parti basse del cielo; sul rapporto terra-cielo, cf. Pregh XXVI, 5-6, 117-119). (8) impossibile che un essere umano sia trovato impeccabile: che cosa implica nel contesto? Pu trattarsi di un richiamo alla caduta nella preesistenza o allereditario stato di peccato da Adamo? Cf. un testo coevo a Cm Mt: i nati di Adamo: sono stati generati in questo luogo di umiliazione e in questa valle di pianto o perch quelli che da lui nascono furono tutti nei lombi di Adamo e quindi insieme con lui ugualmente furono cacciati: oppure, per una qualunque altra norma ineffabile e nota a Dio solo, si vede che ciascuno sia stato cacciato dal paradiso e abbia ricevuto la condanna (Cm Rm V, IV, cit., I, 267); dato lo svolgimento del discorso, si direbbe che il passo sottolinei il peso delle potenze avverse nellistigare al peccato. Ogni peccato ha per Origene un aspetto psicologico ed un aspetto demoniaco... A seconda delle circostanze egli accentua luno o laltro (cf. Simonetti, n.18 a
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e che esso abbia assunto la virt senza peccato 40 : la malizia che nelle potenze perverse, trovandosi alla guida di quella malizia che negli uomini (8), muove guerra agli esseri umani di questo mondo per poter operare tramite alcuni agenti; ma forse le potenze perverse divengono pi aggressive se espulse dalla parola di Ges, e <si incolleriscono i demoni nutriti del sangue dei sacrifici> perch viene a scemare il loro culto, non offrendosi pi loro i soliti sacrifici, ed necessit che questo avvenga 41, ma non necessit che avvenga per una particolare ragione (9). Ecco perch linvettiva guai rivolta alluomo per colpa del quale avvengono gli scandali 4 2, in quanto ha fatto spazio allenergia malvagia con lintenzione di dare scandalo. Ma non pensare che ci siano alcuni scandali, per natura e costituzione (10) alla ricerca di uomini attraverso i quali aver luogo. Come infatti Dio non fece la morte 4 3, cos non ha creato gli scandali, ma fu il libero arbitrio a generare lo scandalo in alcuni, che non vollero
Princ III, 2, 2, 411s.); Vogt, Der Kommentar I, n. 86, 297s. discute alcune varianti del testo greco-latino. (9) Le potenze cattive sono espulse dalla parola di Ges: Mettiamo in fuga le insidie delle potenze maligne e gli assalti di demoni perversi (con i) canti della Scrittura (e) lassiduit nella parola di Dio (Om Gs XX, 1, 261); riguardo agli interventi dannosi e crudeli dei demoni, dice ancora Origene che a volte essi compiono gli scandali come pubblici esecutori, avendo ricevuto per volere divino il potere di creare tali situazioni, al fine di convertire gli uomini i quali sono incappati nel turbine del male, ovvero per mettere alla prova gli esseri razionali... Se poi i demoni siano talvolta la causa, oltre a questi, di altri malanni, poich hanno la decisa volont di crear sempre tali guai, ma non sempre vi riescono, in quanto trovano impedimento, cerchi di indagarlo chi ne ha la possibilit (C Cel VIII, 31-32, 687s.). (10) Alcuni scandali, per natura e costituzione alla ricerca di uomini : il testo presenta delle varianti segnalate e discusse anche in PG 13, 1157 per cui potrebbe intendersi: alcuni (esseri), scandali...
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Origene
24. L E MEMBRA
DEL CORPO
Sarebbe bene, dunque, che locchio e la mano fossero degni di lode, perch non possa a giusto motivo dire locchio alla mano: non ho bisogno di te 44 . Ma se nellintero corpo delle assemblee della Chiesa uno funga da mano per una certa attivit (11) e poi cambi e divenga occasione di scandalo, allora locchio dica pure a questa mano: di te non ho bisogno; e dopo averlo detto, la tagli e la getti via da s 45. E cos, bene che una testa sia beata e dei piedi siano degni della testa beata, perch la testa, pur osservando le funzioni ad essa confacenti, non possa dire ai piedi: di voi non ho bisogno 46. Se per si trovasse un piede che diventa occasione di scandalo per tutto il corpo, allora dica pure il capo ad un piede del genere: di te non ho bisogno 47, lo tagli e lo getti via da s 4 8. Giacch
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69 Es 32, 34. 70 Es 33, 15. 71 Gal 4, 1. 72 Gal 4, 1. 7 4 Rm 8, 15. 75 Rm 8, 15. 76 Rm 8, 15. Gal 4, 1. 78 Sal 33 (34), 8. 79 Sal 90 (91), 15. 80 Gn 1 Gv 4, 18.
o, come traduciamo anche secondo la edizione critica, alcuni scandali,... ; ci pare peraltro che il valore del passo resti identico, nel riproporre ancora una volta la fondamentale affermazione antignostica che per natura e sostanza nessuno immacolato o contaminato. Si chiude cos mirabilmente il paragrafo iniziato con lintenzione di scrutare a fondo quel graduarsi di necessit fisicoontologica e morale che, segnando la realt del mondo, ha le sue delimitazioni nella provvidenza divina e nella libert delle creature (cf. Princ I, 5, 5; III, 5, 5, e ivi nn. di Simonetti, 197s.457s.; Scognamiglio, Proaivresi tra scelta e fede, 248s., con esplicito riferimento a questo paragrafo; G. Dossetti, La libert del cristiano nel Nuovo Testamento e
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molto meglio che entri nella vita tutto il resto del corpo (monco del piede che stato di scandalo o della mano che ha dato scandalo) anzich, col diffondersi dello scandalo, lintero corpo venga gettato nella Geenna del fuoco 4 9, con tutti due i piedi o tutte e due le mani (12). Cos pure, cosa buona che uno, capace di diventare occhio per tutto il corpo, sia degno di Cristo e di tutto il corpo 50; e nondimeno, se questo tale dovesse mai cambiare
in alcuni autori della tradizione orientale, in La parola e il silenzio, Bologna 1997, 349-373). 44 Cf. 1 Cor 12, 21. 45 Mt 18, 8. 4 6 1 Cor 12, 21. 47 1 4 8 Mt 18, 8. 4 9 Cf. Mt 18, 9. Cor 12, 21. (11) Se io, che ti sembro la mano destra, io che mi dico presbitero e sembro predicare la parola di Dio, agir contro la disciplina della Chiesa e la regola del Vangelo, s da arrecare scandalo a te, o Chiesa, ebbene, che tutta quanta la Chiesa convergendo in unanime consenso tagli me, che sono la sua destra, e mi getti via da s. Ti conviene, infatti, o Chiesa, entrare nel regno dei cieli senza me, tua mano, che agendo male ho prodotto uno scandalo, anzich andare nella Geenna con me (Om Gs VII, 6, 128). Il significato ecclesiale del peccato mette il peccatore in posizione dialettica di fronte alla Chiesa, intesa non soltanto come la comunit pneumatica degli uomini uniti al Cristo, ma come Chiesa visibile: in questo senso Origene chiede la scomunica, della quale vede, nello Spirito, lintenzione salvifica (cf. K. Rahner, La penitenza della Chiesa, Roma
divenendo occasione di scandalo, sar bene eliminarlo e gettarlo via da tutto il corpo, e far s che tutto il resto del corpo si salvi, senza locchio, anzich (dal momento che viene danneggiato con esso tutto quanto il corpo) farlo entrare intero nella Geenna del fuoco. 25. LA
CARIT ORDINATA
possibile applicare queste parole anche alle persone a noi pi familiari, ed in certo senso nostre membra: pur se considerate membra nostre per la grande familiarit, o per la parentela, o anche per un abituale rapporto di amicizia (per cos dire), non si devono risparmiare se recano danno alla nostra anima. Dobbiamo infatti recidere da noi, come mano, piede od occhio, il padre o la madre, che vogliano farci fare cose contrarie alla piet verso Dio, e un figlio o figlia, che (per quanto sta in loro) ci allontanino dalla Chiesa di Cristo e dal suo amore 51 . Ma anche se la moglie che riposa nel tuo grembo o lamico che come te stesso 52 a diventare
1964, 760-763; von Balthasar, Parola e mistero, 59s.74). (12) Si noter che, citando tutto lapologo paolino di 1 Cor 12, 1227, Origene afferma lunit del corpo della Chiesa, ma portato a correggere 1 Cor 12, 21 alla luce di Mt 18, 8-9, reintroducendo la regola di esclusione rivolta contro gli eretici, ossia coloro che sono occasione di peccato per i piccoli... o i semplici che rischiano di essere ingannati da loro: discorso endo-ecclesiale che mostra implicitamente la eresia come penetrata o suscettibile di penetrare allinterno della Chiesa nella sua realt concreta (cf. Le Boulluec, La notion dhrsie, 493s.). Una interessante aggiunta dellantica versione latina specifica al termine del paragrafo che capo della Chiesa il Cristo, occhi i vescovi, mani i diaconi e gli altri ministri, piedi il popolo (cf. Klostermann, 246s.), cogliendo bene la figura ecclesiale, del resto gi presente nel richiamo al vescovo occhio per il corpo (stessa immagine in Om Gs VII, 6, 126: il vescovo occhio... per osservare... perlustrare... prevedere).
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occasione di scandalo, non dobbiamo averne piet, ma reciderli via da noi e gettarli fuori dalla nostra anima, non considerandoli pi familiari, ma avversari della nostra salvezza (13). Chiunque infatti non odia suo padre e sua madre, eccetera 53, quando il momento di odiarli come persone ostili ed ingannevoli, al fine di poter guadagnare il Cristo 5 4, costui non degno del Figlio di Dio. A tale proposito si pu anche dire che uno si salva da un pericolo in certo senso essendo zoppo, poich ha perduto un piede (poniamo, il fratello) ed ereditando da solo il regno di Dio; e si pu dire che uno storpio si salva, senza che si salvi suo padre o sua madre, ma se questi si perdono, egli se ne dissocia per ottenere in sorte le beatitudini. Cos, chi ha un solo occhio si salva, dopo aver cavato locchio della sua casa, cio la moglie che ha fornicato, perch non vada a finire con tutti e due gli occhi nella Geenna del fuoco. Pu darsi infatti che la mano che occasione di scandalo, o il piede che scandalizza, o locchio che motivo di scandalo sia la facolt dellanima che in modo peccaminoso <opera e> cammina (per cos dire), o la
Cor 8, 12.
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Lc 17, 1.
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Lc 17, 1.
Lc 14, 26.
Fil 3, 8.
(13) Mt 18, 8-9 viene ora applicato allamico e familiare che cerchino di portare lontano dal Signore; gli eretici sono corruttori di famiglie e case di Dio la comunit e lanima del cristiano (cf. Ignazio di Antiochia, Ephes XVI, 1, in Lettres, 72s.). Origene ama confrontare la carit ordinata e il suo opposto: () importante accennare (fra le) gradazioni damore, anche al sentimento di odio... poich anche il Signore dice: Sar nemico dei tuoi nemici...... (Vi sono passi) in cui detto: Onora tuo padre e tua madre, e poi: Chi non odia padre e madre...: (la) sovrabbondanza di amore per Dio sembra
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Origene
facolt che guarda in modo peccaminoso. Facolt che meglio gettare via (14). Meglio spogliarsene ed entrare senza queste facolt nella vita 55 come uno zoppo o storpio, o con un occhio solo, anzich possederle, e poi perdere tutta la propria anima. Parimenti per lanima cosa buona e beata esercitare la propria facolt per operare ci che meglio; se invece dobbiamo andare in rovina per una sola facolt, preferibile che ne perdiamo lesercizio, purch ci salviamo con le altre facolt. 26. PICCOLI E
TUTORI
Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli 56. A mio vedere, come tra i corpi umani si danno varie dimensioni, per cui alcuni di essi sono piccoli, altri grandi
generare sentimento contrario nei confronti di quelli che lo avversano, perch non ci pu essere accordo fra la luce e le tenebre e fra Cristo e Belial... (Cm Ct III, 207s.); Bisogna (mettere) un freno allamore stesso e concedergli una moderata libert di movimento, che glimpedisca di precipitare nellabisso (Om Lc XXV, 6, 174). (14) Dal corpo ecclesiale alla famiglia alle facolt dellanima, linterpretazione attinge il livello interiore dellessere: Vi un rapporto da immagine a modello fra le membra dell<uomo esteriore> e le facolt dell<uomo interiore> (Crouzel, Origne et la connaissance, 262.506s.): questo giungere alla perdita delle facolt dellanima per guadagnare lapice della propria appartenenza cristiana esprime bene il fuoco origeniano che , nella tensione, martirio. (Il Cristo) ha posto... la spada a separazione dell<immagine del terrestre> da quella <del celeste>, affinch con lassumere nel tempo presente la parte di divino che in noi, fatti successivamente degni di non soffrire pi separazione, ci renda interamente celesti (Mart XXXVII in Origene, Esortazione al martirio-Omelie sul Cantico dei Cantici [N. Antoniono], Milano 1985, 152). 57 Cf. Lc 2, 52. 58 Cf. Lc 2, 52. 59 Lc 2, 52. 6 0 Lc 2, 61 Ef 4, 13. 62 Rm 7, 22. 63 1 Cor 13, 11. 64 Cf. Lc 52.
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ed altri di media grandezza, e ancora come si danno differenze tra i corpi che sono o pi o meno piccoli, e cos pure tra corpi grandi e tra corpi medi, allo stesso modo tra le anime umane ce ne sono di quelle nate gi con i segni caratteristici della loro piccolezza, e di quelle nate con i segni (per cos dire) della loro grandezza, e per dirla in breve con altri segni, che in modo corrispondente alle caratteristiche fisiche, caratterizzano lo stato medio. Ma mentre nel caso dei corpi, se luno corto e piccolo, laltro grande, e laltro di media grandezza, ci dipende non dalluomo, ma da fattori ereditari (15), nel caso delle anime, invece, se una grande o piccola o si trova tra le mediocri, ci originato sia dalla nostra libera volont, sia da tali azioni che da tale senso morale. E dipende dalla nostra libera volont o il crescere in et 57 progredendo in grandezza, oppure il non progredire e restare piccoli 5 8. Ed in questo senso appunto che, in merito al Salvatore che assunse lanima umana, io intendo le parole Ges cresceva 59 ; come infatti dalla libera volont della sua anima derivava il progredire in sapienza e in grazia, cos anche il suo
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Cf. Eb 4, 15.
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Cf. Mt 18, 7.
1, 46. (15) Forse quelli che sono seme di Abramo vanno caratterizzati da certe ragioni seminali, sparse fin da principio, a mio modo di vedere, in certe anime. E pertanto come, rispetto al corpo, non tutti gli uomini sono seme di Abramo, cos... non tutti gli uomini evidentemente sono giunti alla vita umana recando in s, in misura piena, le ragioni seminali inserite nella propria anima (Cm Gv XX, II, 602s.): i motivi (o fattori) ereditari sono le ragioni seminali (spermatiko lgoi) della filosofia stoica applicate allantropologia, assunte da Filone come le manifestazioni del Logos operante nel cosmo, e da Giustino e Clemente di Alessandria come <semina virtutum>, princpi di progresso morale e spirituale immessi da Dio nel cuore delluomo... (Per Origene significano) le tendenze alla virt o al vizio che le anime recano con s
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crescere in et 6 0. Anche lApostolo dice: finch arriviamo tutti alluomo perfetto, in misura della maturit e della pienezza di Cristo 6 1. Arrivare allo stato delluomo, anzi delluomo perfetto, va riferito all uomo interiore 6 2, che ha oltrepassato quel che da bambino 63, e in genere porta alla pienezza che delluomo fatto. In tal senso da supporre lesistenza di una certa misura di maturit spirituale, cui pu giungere lanima per il fatto che magnifica (rende grande) il Signore e diventa grande 64. in questo senso, quindi, che divennero grandi coloro di cui stata riferita questa realt: Isacco, Mos, Giovanni, e al di sopra di tutti, lo stesso Salvatore (16); di lui Gabriele disse infatti: E sar grande 65 . Piccoli sono invece i bambini appena nati che bramano il latte puro spirituale 66 , che hanno bisogno di quei tutori e delle nutrici di cui il profeta Isaia, parlando della chiamata alle nazioni, dice: Porteranno i tuoi figli in seno e le tue figlie solleveranno sulle spalle; i re saranno tuoi tutori, e le loro principesse le loro nutrici 67. Cercherai perci, grazie a queste parole, di capire se nellesortazione: Non disprezzate uno solo di questi piccoli 68, i loro angeli non
nel venire alla vita di questo mondo (ibid., n. 1 di Corsini; cf. anche Vogt, Der Kommentar I, n. 90, 299s.). 65 Lc 1, 32. 6 6 1 Pt 2, 2. 67 Is 49, 22-23. 68 Mt 18, 10. (16) Riguardo a piccolezza e grandezza spirituali, lanalogia con gli aspetti corporei delluomo e le rationes seminales fisiologiche non possibile in maniera propria, perch nella creatura il libero arbitrio deve assecondare il dono dallalto: Non sai che da questo seme del Verbo di Dio che viene seminato nasce il Cristo nel cuore degli ascoltatori? Lo dice anche lApostolo: fino a che il Cristo sia formato in noi. Lanima dunque concepisce da questo seme del Verbo e forma in s il Verbo concepito (Om Lv XII, 7, 266); al Salvatore che ha assunto la natura umana si riferisce il Ges cresceva (Lc 2, 52) in sapienza, in grazia, in et : solo lanima che magnifica il Signore... diventa grande (cf. Lc 1, 46) e Quando
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siano per caso quelli che li portano in seno, se figli; oppure se non siano quelli che sollevano sulle spalle le figlie di cui si parla; e tra questi angeli, se non siano tutori i re di cui si parla, e nutrici quelle designate col nome di principesse. E siccome i piccoli indicati dal nostro Salvatore sono ammaestrati da tutori e nutrici, proprio per questo ritengo che Mos (17), pur credendo di essere gi stabilito nella terra dei grandi, abbia detto: Il mio angelo camminer davanti a voi 69, e: Se tu non camminerai con me, mi farai salire di qui 70. Se infatti colui che piccolo ed erede 7 1 in quanto bambino 72 in nessuna cosa diverso dallo schiavo 73 (dal momento che un bimbo) ed in quanto piccolo ha lo spirito di schiavit che porta alla paura 74 , chi invece non affatto pi in tali condizioni, non ha neppure lo spirito di schiavit 75 , ma ha lo spirito da figli adottivi 76 , dal momento che lamore perfetto scaccia il timore 77 , per
(avr) fatto grande limmagine dellimmagine, cio la mia anima,... lo stesso Signore () magnificato (Om Lc VIII, 2, 80). Sulla crescita, cf. M.I. Danieli, Omelie X e XVI: La sete e la fame della Parola, in Mos ci viene letto nella Chiesa, 109s. (17) Anche Mos: sulla discussione relativa alla grandezzapiccolezza di Mos abbiamo gi richiamato in Cm Mt XIII, 15, n. (5). Il tratto presente investe una tematica ecclesiale pi ampia, estendendo il confronto anche al rapporto con gli angeli: nella Chiesa alcuni perdurano in stato di piccolezza, segnando una infermit e povert nel cammino che li tiene ancora come sotto tutori e amministratori; questa custodia angelica che tutela i piccoli sul piano individuale come una misericordiosa ripresa ed estensione della economia storico-salvifica dellAntico Testamento. Propriamente, figli di Dio e della Gerusalemme celeste sono quanti, a somiglianza di Paolo, hanno conseguito quella libert piena della adozione filiale che si esprime in azioni libere, da figli adulti (cf. RiusCamps, El dinamismo, 231-233). 81 Cf. Is 49, 23. 8 2 Cf. Gal 4, 2. (18) Appena incominciamo a convertirci al culto di Dio, e riceviamo il principio della parola di Dio e della dottrina celeste, questi
te sar chiaro che in questo senso detto che langelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva 78. Ora, in base a questi testi, intenderai che se vicino ai piccoli, guidati da spirito di schiavit, ci sono angeli del Signore (poich langelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva ), presso i grandi invece c il Signore stesso, superiore agli angeli, avendo detto di ciascuno di loro: Sar con lui nella tribolazione 7 9. Fintantoch siamo imperfetti e bisognosi di colui che ci aiuta a liberarci dai mali, ci occorre un angelo, del quale Giacobbe dice: langelo che mi libera da tutti i mali 80; ma una volta giunti a perfezione, passati dalla dipendenza di tutori e nutrici 8 1 amministratori e tutori 82 , abbiamo la capacit ormai di essere ammaestrati dallo stesso Signore (18).
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Mt 18, 7.
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Sap 1, 13.
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GLI ANGELI
GUIDA
Uno potrebbe ancora chiedersi in quale momento gli angeli di cui si parla assumano la guida dei piccoli indicati dal Salvatore, se comincino ad esercitare il loro governo su di loro nel momento in cui, mediante il lavacro di rigenerazione 1 (nel quale furono generati), come bambini appena nati bramano il puro latte spirituale 2, e non sono pi soggetti allinflusso di una potenza cattiva; ovvero (comincino) sin dal momento della nascita (1), costituiti secondo la prescienza di Dio e la sua predestinazione, su questi che Dio ha da sempre conosciuti e predestinati 3 a essere conformi alla gloria di Cristo 4. E quanto al fatto
inizi dobbiamo prenderli dai principi dIsraele... gli angeli, che il Signore dice che assistono ogni pi piccolo nella Chiesa... Per non dobbiamo sempre aspettarci che gli angeli combattano per noi, piuttosto soltanto nel cominciare, cio nei nostri inizi, che veniamo aiutati dagli angeli principi. Col progredire del tempo, per, bisogna che noi stessi usciamo armati alla battaglia (Origene, Omelie sui Giudici [Om Gdc] VI, 2 [M.I. Danieli], Roma 1992, 118ss.). Innumerevoli sono i passi origeniani in tal senso, a testimonianza della unit di riflessioni che Cm Mt esprime nella scuola e le omelie nella assemblea liturgica: da essi si ricava che gli angeli custodi sono soprattutto compagni invisibili delluomo, con una certa subordinazione rispetto allo spazio che prender successivamente il culto dei santi; Agli angeli non vengono riconosciuti... quei poteri che costituiranno una
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Origene
che sin dalla nascita abbiamo degli angeli, si potrebbero citare questi testi: Colui che mi scelse dal seno di mia madre 5; Tu sei mio protettore dal seno di mia madre 6; Mi hai accolto dal seno di mia madre 7; Dal grembo di mia madre a te mi sono affidato 8, e nellepistola di Giuda: Ai chiamati, amati in Dio Padre e custoditi da Ges Cristo 9, custoditi comunque da angeli (2). 28. IL
SUO ANGELO !
In riferimento poi al momento in cui mediante il lavacro 10 siamo diventati bambini in Cristo 11 ( da dire che) non un angelo santo ad assisterci mentre siamo ancora nel vizio, ma nel tempo dellincredulit siamo soggetti agli angeli di Satana, mentre dopo la rinascita Colui che ci ha redento col suo proprio sangue ci affida ad un angelo santo che per purezza vede la faccia di Dio. Su questo punto una terza spiegazione potrebbe dire cos: come possibile che un essere umano passi
componente cos importante del santo tardo-antico (Monaci Castagno, Origene, 173-175; cf. Cm Mt XIII, 5, n. [7]). 1 Tt 3, 5. 2 1 Pt 2, 2. 3 Rm 8, 29. 4 Fil 3, 21. (1) Origene parla abitualmente di un affidamento allangelo custode per il battesimo: O angelo, vieni, accogli luomo vecchio che si convertito dal precedente errore... sostienilo e ammaestralo; ancora bambino, come se nascesse oggi questo vecchio... Conferiscigli il battesimo della seconda nascita (Tt 3, 5) (Om Ez I, 7, 41); Allorch infatti ti veniva trasmesso il mistero della fede, erano presenti le potenze celesti, le funzioni degli angeli (Om Gs IX, 4, 155); non mancano peraltro testi che esprimono lorientamento diverso: Credo si debba dire anche generalmente di tutti gli uomini (che) ciascuno ha lassistenza di due angeli, un angelo di giustizia e un angelo di iniquit; Vicino a ciascun uomo vi sono due angeli: uno cattivo che lo incita al male, uno buono che lo spinge verso il bene
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dallincredulit alla fede, dalla lussuria alla castit, ed in genere dal vizio alla virt, cos anche possibile che quellangelo al quale unanima stata affidata fin dalla nascita, agli inizi sia cattivo, ma poi in modo analogo al credente, giunga alla fede e vi progredisca al punto da diventare, questo angelo, uno di quelli che sempre vedono il volto del Padre che nei cieli 1 2, cominciando da questo momento ad associarsi a colui che stato gi conosciuto e destinato (da Dio) 13, ad arrivare alla fede proprio in quel momento: mettere insieme tutta questa armoniosa relazione di angeli ed uomini saranno probabilmente i giudizi di Dio, ineffabili ed imperscrutabili come abissi (3)! Inoltre, com possibile che, se marito e moglie sono entrambi non credenti, qualche volta il marito che giunge per primo alla fede e col tempo conduce anche la moglie alla salvezza, e qualche altra volta invece la moglie che comincia a credere, e dopo finisce col persuadere anche il marito, cos pu accadere anche nel caso degli angeli e degli uomini (4). Se un fatto del genere per alcuni angeli si verifichi e per altri no, questo un punto che indagherai per conto tuo. Ma forse non conveniente dire tale cosa di ognuno degli angeli, che secondo la parola del nostro Salvatore viene stimato a tal punto, da dire che vede sempre la faccia del Padre che nei cieli. Per, giacch in precedenza dicevamo che sono i piccoli ad avere gli angeli, mentre i grandi hanno gi superato tale livello, qualcuno ci far unobbiezione a partire dagli Atti degli Apostoli; in essi scritto che una certa fanciulla Rode, quando Pietro buss alla porta, si avvicin per sentire chi era, ed avendo riconosciuta la
(Om Lc XII, 4; XXXV, 3, 100.220); cf. Danilou, Origene , 287ss.; Monaci Castagno, Origene, 169ss.; Anges (J. Duhr) in DS I, 586-598.
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Origene
voce di Pietro, corse ad annunciare che Pietro era davanti alla porta 14; ma quelli che erano radunati nella casa, meravigliati e ritenendo quasi impossibile che veramente Pietro fosse l, dicevano: il suo angelo 1 5; difatti lobbiettore dir che quelli, appreso una volta per tutte che ogni credente ha un angelo particolare, sapevano che anche Pietro avesse un angelo. Chi invece si attiene a quello che abbiamo detto in precedenza, replicher che la parola di Rode non dogma essenziale, anche perch quelli non si erano forse fatti unidea esatta di quando uno, ancora piccolo e col timore di Dio, viene guidato da angeli, e di quando invece guidato ormai da Dio stesso (5). Dopo queste spiegazioni per, a riprova che per piccolo si intende quello che abbiamo esposto, si dovr dire che mentre non abbiamo bisogno di alcun comandamento per non disprezzare i grandi, ce ne occorre invece uno in merito ai piccoli. Ecco perch non detto semplicemente: Non disprezzate uno di questi , indicando tutti i discepoli, ma uno solo di questi piccoli , indicati da Colui che vede e la piccolezza e la grandezza di unanima. 29. LANGELO DIO
(2) Come la Legge stata promulgata per mezzo degli angeli, e la parola promulgata per mezzo di angeli si dimostrata ferma, sebbene sia evidente che essa stata pronunziata da Dio, cos possibile dire che Dio forma nel seno per mezzo di angeli addetti alla generazione (Cm Gv XIII, L, 533): lassistenza dalla nascita vorrebbe dire, secondo il testo ora citato, che gli angeli cominciano nel tempo stabilito a compiere leconomia relativa a ciascuno... portando a compimento pieno lessere che prima hanno plasmato (ibid.). Questi richiami mostrano che la problematizzazione del testo di Matteo laffidamento allangelo custode avviene al momento del battesimo o al momento della nascita? risponde in Origene a interrogativi di base (cf.
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Ma un altro potrebbe anche dire che in questo contesto piccolo detto il perfetto (6), valendosi del detto: Poich chi il pi piccolo tra tutti voi, questi grande 16, e dir che chi umilia se stesso e si fatto come un bimbo in mezzo a tutti i credenti (sia pure apostolo o vescovo) ed diventato come una madre che nutre ed ha cura dei propri figli 17, costui quegli che Ges indica come piccolo e merita proprio di avere un angelo che vede la faccia di Dio. In realt, il chiamare qui piccoli i perfetti, secondo la parola: chi il pi piccolo tra tutti voi, questi il pi grande 18 e secondo lespressione di Paolo: A me che sono il pi
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Cf. Ef 1, 22.
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Cf. Rm 8, 55.
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Bendinelli, Il Commentario, 180.205). 12 Mt 18, 10. 1 3 Cf. Rm 8, 29. (3) Questa terza interpretazione ancor pi proposta come indagine: da un lato langelo costituisce un tuttuno con colui che assiste (Princ II, 10, 7, 342), dallaltro la condizione di entrambi creature viene considerata come soggetta alla mutevolezza con possibili variazioni, crescita, decadimento: (Se una natura santa), essa viene santificata per assunzione e ispirazione dello Spirito Santo e possiede la santit non per natura ma in modo accidentale, s che ci che presente in modo accidentale pu anche venir meno (Princ I, 8, 3, 225; cf. anche n. 16 di Simonetti a Princ III, 3, 3, 429; Crouzel, Origene , 285s.). da notare che lipotesi in esercizio si chiude prospettando gli abissi imperscrutabili dei giudizi divini, altrove richiamati per simili intrecci di angelologia come misteri ineffabili (Om Gs XXIII, 3, 291); significativo il richiamo almeno implicito a Rm 11, 33, con cui Paolo sigilla lardua considerazione su Israele. (4) Lipotesi che fra uomo e angelo custode si possano verificare scambi e influssi di conversione come fra gli sposi per quel che riguarda la fede (cf. 1 Cor 7, 16) sembra invertire il tradizionale rapporto tra gli ordini angelico e umano (cf. Bendinelli, Il Commentario, 206; Vogt, Der Kommentar I, n. 99, 301); il discorso va lasciato nei termini di ricerca in cui si iniziato, fino allorizzonte escatologico: Ogni angelo, alla fine del mondo, si presenter al giudizio portando con s quelli ai quali stato preposto, che ha aiutato, che ha istruito,
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Testatina
piccolo tra tutti i santi, stata data questa grazia 19 sembrer non concordare con la frase: Chiunque scandalizzer uno solo di questi piccoli 20 e con la parola: Cos il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli 21. Chi dunque piccolo nel senso appena ora spiegato, non potrebbe n scandalizzarsi n perdersi. Infatti grande pace per quelli che amano il nome di Dio e non trovano scandalo 22, e non si potrebbe perdere neanche il pi piccolo tra tutti i discepoli di Cristo, divenuto grande proprio per questo. E dato che non si potrebbe perdere, dir: Chi ci separer dallamore...? eccetera 23. Ma chi intende mantenere questultima spiegazione, dir che anche lanima del giusto soggetta a caduta, come testimonia Ezechiele quando dice che il giusto pu allontanarsi dai comandamenti di Dio, per cui non si tiene conto della sua giustizia di prima 24. Ecco perch detto: Chiunque scandalizzer uno solo di questi piccoli, e: Il
per i quali sempre vede la faccia del Padre che nei cieli; e penso anche che l ci sar una inchiesta: se langelo ha mancato nellaver cura degli uomini o se la pigrizia umana non ha risposto degnamente al lavoro angelico (Om Nm XI, 4, 141); la realt creata suscettibile di sempre nuovi rivolgimenti in relazione agli impulsi sempre liberi delle creature razionali (G. Bendinelli, Lescatologia origeniana , in Sacra Doctrina 43 [1998] 1, 17). (5) La dinamica, il progresso, il passaggio fra gli stati non avr termine nella beatitudine; sar tolto lassillo, non la crescita: Alla fine e alla restaurazione del mondo... (per i beati) dopo i tutori e i procuratori, Cristo stesso, che re universale, prender il regno: cio, dopo listruzione impartita dalle potenze beate, egli stesso istruir quelli che lo possono comprendere in quanto sapienza, e regner su loro finch li sottometter anche al Padre (Princ III, 6, 9, 479; cf. Cm Mt XIII, 26, nn. [17], [18]; Bendinelli, Lescatologia , 24s.). 16 Lc 9, 48. 17 1 Ts 2, 7. 18 Lc 4, 48. 1 9 Ef 3, 8. 20 Mt 18, 6.
Padre mio celeste non vuole che si perda uno solo di questi piccoli. Quel che concerne poi le cento pecore, lo leggi nelle mie Omelie su Luca (7).
LA CORREZIONE ECCLESIALE
30. CONVERTIRSI
LOGOS
Se il tuo fratello commette una colpa, va e ammoniscilo tra te e lui solo 1. Colui che fa leva sulla lettera e considera leccelsa filantropia di Ges, dir che siccome le parole non suppongono una differenza di peccati, compiono qualcosa di superfluo e contrario alla bont di Ges coloro i quali intendono che queste cose non abbiano luogo che in caso di peccati meno gravi. Un altro invece, pur basandosi a sua volta sulla lettera e rifiutando di ammettere alcun argomento esterno, obbietter che questo non si riferisce ad ogni colpa, perch chi commette grandi colpe, non fratello se non di nome, come afferma lApostolo: non mescolatevi con chi si dice fratello, ed impudico o avaro o idolatra, eccetera 2. Nessun fratello infatti idolatra, impudico, avaro. Se ha qualcuno di questi vizi, non porta che in apparenza il nome di Cristo, dicendosi fratello, ma di diritto non si dovrebbe chiamare cos. Come dunque colui che illudendosi di esaltare la bont di Cristo non fornirebbe che motivi di offenderla, se affermasse che tali parole sono state dette per ogni colpa, pur trattandosi di peccato di assassinio, avvelenamento, pederastia o qualcosa del genere, cos viceversa chi stabilisse una netta distinzione tra il fratello e
il cosiddetto fratello, dovrebbe far capire che chi commette anche i pi piccoli peccati umani e non si ravvede dopo la correzione considerato come un pagano o pubblicano 3 , pur trattandosi di peccati che non conducono alla morte 4 , o (come li chiama la Legge nel libro dei Numeri 5) di peccati che non portano la morte; ma questo sembrerebbe essere troppo duro. Non penso infatti che si trovi tanto presto chi non sia stato corretto gi tre volte a motivo della stessa specie di peccato: mettiamo, per un oltraggio (per cui gli oltraggiatori dicono male dei vicini), un gesto di arroganza, un bere eccessivo, oppure una parola falsa ed oziosa, o una delle colpe commesse dalla maggior parte degli uomini. Indagherai dunque se per caso sia sfuggita, in questo passo, unosservazione a coloro che col pretesto della bont del Logos accordano possibilit dindulgenza anche a coloro che hanno commesso i peccati pi gravi, come pure a coloro che insegnano che anche per i peccati pi lievi si debba considerare come pagano e pubblicano chi dopo due o tre correzioni ha peccato ancora alla leggera, e lo mettono fuori della chiesa (1). Quello per che sfuggito sia agli uni che agli altri mi pare sia tale punto: il Logos colloc la frase Hai guadagnato tuo fratello 6 solo dopo colui che ha dato ascolto, non la mise pi dopo colui che caduto ed stato ammonito per la seconda o la terza volta; ma ci che corrispondeva ad Hai guadagnato tuo fratello, da dire sul conto di chi fu corretto per la seconda e la terza volta, la lasci come sospesa in aria. Non dunque n del tutto guadagnato, n completamente perduto o vulnerato. E fa bene attenzione al primo passo
(6) Una domanda ulteriore: il piccolo, il cui angelo vede la faccia del Padre, il discepolo perfetto o il credente in quanto tale, soggetto
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che dice: se ti ascolter, avrai guadagnato il tuo fratello; e al secondo passo che dice alla lettera: se non ti ascolter, prendi con te una o due persone, affinch ogni cosa sia risolta sulla parola di uno o due testimoni 7. Ma che cosa sia stabilito che avvenga a colui che ammonito per la seconda volta, dopo che ogni cosa sia stata risolta sulla parola di due o tre testimoni, questo lasciato alla nostra comprensione. E ancora: Se poi non ascolter neppure costoro (ovviamente i testimoni assunti), dillo allassemblea 8. Non disse che pena subir, se non avr ascoltato neppure lassemblea 9; ma insegn che questi, per chi lo ha ammonito tre volte senza trovare ascolto, dora in poi devessere come il pagano ed il pubblicano. Non dunque del tutto guadagnato, ma neanche del tutto perduto; per ci che dovr un giorno subire chi prima non ascolt ed ebbe bisogno di testimoni, oppure chi non diede ascolto neanche a loro e fu condotto allassemblea, questo lo sapr
anche alla tentazione e alla caduta? Per la trattazione, cf. Cm Mt XIII, 16.17.18 e nn. (9), (11), (16). Quanto Origene ha esaminato inizialmente nel rapporto ecclesiale come ci si commisura al Bambino, cio al Logos che <svuot se stesso> perch attraverso il suo vuoto fosse riempito il mondo (Om Ger VIII, 8, 111) si esteso successivamente alla considerazione delle cerchie ecclesiali, angeliche e umane insieme. Secondo una delle prime riflessioni della Chiesa, nessuno si inganni: anche gli esseri celesti e la gloria degli angeli e i principati visibili e invisibli, se non credono nel sangue di Cristo, anche per essi vi il giudizio (Ignazio, Smyrn. VI, 1, 136s.); nelle due Chiese chiamate a cooperare per il bene, quella degli uomini e quella degli angeli (Om Lc XXIII, 8, 167), giova totalmente lassenso pieno ai cammini del Verbo. 21 Mt 18, 14. 22 Sal 118, 165. 23 Rm 8, 38. 2 4 Ez 33, 13. (7) Non possediamo lomelia su Lc 15, 4-7, cui Origene rinvia esplicitamente in questo passo, ma possiamo riprendere da altri testi lesegesi da lui fornita: In alcune parabole si narra che il pastore ha
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Iddio (2). Noi non ci pronunciamo, stando al monito: Non giudicate e non sarete giudicati 10 e: Non vogliate giudicare nulla prima del tempo, finch venga il Signore. Egli metter in luce i segreti delle tenebre e manifester le intenzioni dei cuori 11. Riguardo poi al fatto che questo sembra essere troppo duro per quelli che hanno peccato lievemente, qualcuno potrebbe chiedersi: non possibile che uno per due volte di seguito non abbia ascoltato, ma alla terza ascolti, per cui non pi come pagano e pubblicano, e non ha pi bisogno della correzione di tutta lassemblea? Dobbiamo ricordare infatti: cos il Padre vostro celeste non vuole che si perda uno solo di questi piccoli 12 . Se in realt tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute nel corpo, sia in bene che in male 1 3, ognuno deve con tutta la sua forza fare il possibile per non ricevere la ricompensa di pi opere
affrontato la discesa per (le pecore), lasciando sulle montagne le pecore che non serano sperdute (C Cel IV, 17, 311); <Uno aveva cento pecore, e una di queste si perse, e, lasciate le novantanove sui monti, discese a cercare quella che si era perduta, e, trovatala, la riport sulle sue spalle>... Questo cento, numero di una creatura tutta spirituale, poich non sussiste da se stesso, ma procede dalla Trinit, e ha ricevuto la lunghezza della vita, cio la grazia della immortalit, dal Padre, per il Figlio e lo Spirito Santo, per questo viene stabilito triplicato, in quanto cresce fino alla perfezione per la grazia della Trinit, e ristabilisce in trecento, mediante la conoscenza della Trinit, colui che per ignoranza era caduto dai cento (Om Gn II, 5, 74s.: la creatura salvata per la fede ha triplicato il valore originario di prima del peccato!). Il rinvio alla parabola, a questo punto di Cm Mt, conciso nel testo greco, pi effuso nella antica traduzione latina, un richiamo suggestivo ed afficace alla discesa del Salvatore Ges nel mondo e alla sua opera di perdono e ricreazione, che ha rialzato luomo dalla caduta primordiale, e sempre interviene a sanare le malattie e gli sviamenti dei piccoli (cf. Vogt, Der Kommentar I, n.102, 301ss.; Bastit-Kalinowska, Conception , 685s.).
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Origene
cattive compiute mediante il corpo, pur dovendo meritare pene ancora pi gravi per tutto quello che ha fatto, giacch con la stessa misura con cui misuriamo, saremo misurati anche noi 14, e secondo le opere delle nostre mani avverr 1 5 anche a noi. E non in misura indeterminata, bens o due o sette volte, tanto i peccatori riceveranno dalla mano di Dio la ricompensa dei loro peccati, quando non secondo le opere delle sue mani uno sar ripagato, ma in misura maggiore rispetto a ci che commise. Gerusalemme infatti, come insegn Isaia, ricevette dalla mano del Signore doppio castigo per i suoi peccati 16; mentre i vicini di Israele (quali che siano), riceveranno il
Mt 18, 17.
1 Gv 5, 16.
Nm 18, 22.
Mt 18, 15.
(1) Questa pagina, meritatamente studiata nellambito della teologia della penitenza (cf. Rahner, La penitenza, 693ss., 764ss., 809), esprime uno dei problemi pi dibattuti nella Chiesa dei primi secoli: la remissione delle colpe gravi avvenute dopo il battesimo; la progressione dialettica del testo procede in un movimento ascensionale la posizione moderata, la posizione rigorista e sembra evolvere dalla quaestio iniziale alla soluzione preferibile, anche se non rigorosamente data per assoluta (cf. Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 204-206); Origene si rende conto della debolezza di entrambe le posizioni: luna rischia di recare oltraggio allinfinita bont di Ges, laltra di apparire esageratamente odiosa nella misura in cui commina la condanna anche per colpe lievi (Bendinelli, Il Commentario, 209). 7 Mt 18, 16. 8 Mt 18, 17. 9 Mt 18, 17. (2) Origene coglie nella frase di Ges come sospesa in aria linvito a cercare soluzioni adeguate ai casi che si presentano: colui che non ascolt lammonimento, ebbe bisogno di testimoni,... fu condotto allassemblea, affidato al giudizio di Dio e allagire medicinale della Chiesa; rispetto ai dati acquisiti dalla tradizione ecclesiastica, lAlessandrino sottolinea come esigenze complementari la severit nella misericordia e la carit nel giudizio: Che razza di bont, che razza di misericordia questa: risparmiare uno solo e mettere tutti in pericolo? Tutto il popolo, infatti, viene contaminato a
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settuplo, secondo ci che detto nei Salmi: Rendi sette volte ai nostri vicini, nel loro seno, laffronto con cui ti hanno insultato, o Signore 17. Altri modi della ricompensa si potrebbero trovare: se li comprendiamo, sapremo che giova convertirsi anche dopo i peccati, per grandi che siano, affinch, oltre a non essere puniti per pi peccati, ci venga lasciata una certa speranza (3) per le opere buone compiute in seguito, anche se prima si sbagliato in mille modi: assurdo pensare che ad uno il male venga accreditato, ma non gli giovi il bene compiuto dopo il male. E questo possono apprenderlo anche da Ezechiele quelli che considerano attentamente le parole dette su tale argomento 18.
31. LEGARE
E SCIOGLIERE
causa di un solo peccatore. Come da una sola pecora malata viene infettato tutto quanto il gregge, cos pure da uno che commette fornicazione o qualunque altro tipo di colpa, tutto quanto il popolo viene ad essere contaminato... Sei pastore, vedi le pecorelle del Signore... sui precipizi... sui dirupi... Non le trattieni, almeno con la voce, non cerchi di allontanarle gridando il tuo richiamo? (Om Gs VII, 6, 126s.; cf. Rahner, La penitenza, 758ss.). 10 Mt 7, 1. 11 1 Cor 4, 5. 12 Mt 18, 14. 13 2 Cor 5, 10. 14 Mt 7, 2. 15 Is 3, 11. 16 Is 40, 2. 1 7 Sal 79, 12. 18 Cf. Ez 33. 19 Mt 18, 18. 20 Prv 5, 22. (3) Ci venga lasciata una certa speranza: al peccato delluomo risponde incessantemente tutta lopera origeniana lo ribadisce in mirabile e crescente unit il disegno riabilitante di Dio, fondato sulla unilateralit del suo patto di amore. Dio dunque benevolo, Dio clemente; veramente <fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi> e certamente <fa piovere sui giusti e sugli ingiusti>; non solo il sole che
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Origene
tre ammonizioni fu condannato ad essere come pagano e pubblicano, laffermazione: In verit, in verit dico a voi (chiaramente a quelli che hanno giudicato uno ad essere come il pagano ed il pubblicano) tutto quello che legherete sulla terra, eccetera 19. A buon diritto infatti chi lammon tre volte senza trovare ascolto, leg quello condannato ad essere come pagano e pubblicano. Perci, cos legato e condannato da questo tale, quello resta legato, nessuno nei cieli pu sciogliere il giudizio di colui che lha legato. Cos chi ebbe una sola ammonizione e ag in modo da meritare di essere guadagnato, fu sciolto grazie allammonizione di colui che lo guadagn, non pi legato dalle catene dei suoi peccati 20 circa i quali era stato ammonito, sar giudicato sciolto da quelli che sono nei cieli (4). Senonch, quei poteri precedentemente conferiti al solo Pietro, sembrano dati apertamente a tutti coloro che rivolgono le tre ammonizioni
vediamo con gli occhi, ma anche quel sole che scorgiamo con gli occhi spirituali. Io ero malvagio ed spuntato per me <il sole di giustizia>; io ero cattivo e su di me caduta la pioggia di giustizia. La bont di Dio consiste anche in quelle cose che si ritengono amare; Se dopo la rigenerazione del battesimo, se dopo lascolto della parola di Dio di nuovo peccheremo, ecco che nel giorno in cui nasciamo veniamo gettati... Ma contempla la misericordia di Dio... <Io passai accanto a te>. <Sei stata gettata>, io per son nuovamente venuto da te e non ti mancata la mia visita dopo la tua rovina (Om Ez I, 2; VI, 7, 30.120s.; cf. Perrone, La passione della carit, 226-230). (4) Ascolta (quante) siano le remissioni dei peccati nei Vangeli... quando siamo battezzati... nella sofferenza del martirio... grazie allelemosina... quando anche noi rimettiamo le offese ai nostri fratelli... quando <si converte un peccatore...>... per labbondanza della carit... mediante la penitenza... (Om Lv II, 4, 53s.); Colui su cui Ges alit il suo soffio, come sugli apostoli, e dai cui frutti si pu ben riconoscere che ha ricevuto lo Spirito Santo e che divenuto spirituale... rimette quello che Dio rimette e ritiene i peccati inguaribili... (Gli apostoli) e quelli simili a loro... hanno ricevuto la scienza della terapeutica divina,
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a tutti i peccatori, per legare sulla terra, se non li avr ascoltati, chi stato condannato ad esser come pagano e pubblicano, s che questo tale resti legato anche nel cielo . Ma poich, anche se dichiarato un potere comune a Pietro (5) ed a quelli che rivolgono tre ammonizioni ai fratelli, Pietro ne doveva pure avere uno speciale rispetto a quelli che ammoniscono tre volte: per questo motivo per Pietro, in particolare la parola: A te dar le chiavi, stata premessa allespressione: Tutto ci che legherete sulla terra..., eccetera 2 1. Se, peraltro, facciamo diligentemente attenzione ai testi del Vangelo, anche in ci che pare comune in riferimento a Pietro e a coloro che ammonirono tre volte i fratelli vi troveremo una grande differenza, ed una
istruiti dallo Spirito di Dio, e sanno per quali peccati bisogna offrire il sacrificio, e anche il tempo e il modo, e sanno del pari per quali peccati non bisogna offrirlo (Pregh XXVIII, 8-9, 141ss.): testi come questi lasciano trasparire il valore e il segno della penitenza come guarigione operata dal Verbo e insieme come sacramento ecclesiale : riguardo a questa, Origene appare come un testimone prezioso della fede della Chiesa, insistendo daltra parte sulle disposizioni del soggetto e sulla virt della penitenza (cf. Danilou, Origene, 95-100; Rahner, La penitenza, 859-868). (5) Per Pietro: un potere comune... un potere speciale : abbiamo qui una ripresa importante del tema svolto in Cm Mt XII, 14 con una esegesi strutturale-ecclesiologica generale (cf. I vol., 303-307); nel brano presente si direbbe che vi sia una rilettura del primato di Pietro in senso strutturale-ecclesiologico individuale che accentua lattribuzione carismatico-giuridica dei titoli di Clavigero/Ostiario alla persona di Pietro; al solo Pietro stato concesso un peculiare aliquid in rapporto alle chiavi, giuridico e pneumatico... fortissimo ed eccellente, poich egli solo ha ricevuto il potere... di legare e sciogliere ogni realt, oppure di aprire o chiudere tutte le porte dei cieli e in tutti i cieli, che simboleggiano le menti immacolate create o le virt dove le anime abitano (cf. Galluccio, Origene , 124ss.132). Questo non attenua la trattazione di Cm Mt XII, 14 e soprattutto la reale distinzione origeniana fra gerarchia esteriore e gerarchia interiore nella Chiesa, la cui identit si vorrebbe non come sogno ideale ma come esigenza
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superiorit di quello che detto a Pietro rispetto ai secondi. Non poca infatti la differenza tra il fatto che Pietro abbia ricevuto le chiavi non di uno, bens di pi cieli, perch tutto quello che legher sulla terra, sia legato anche in tutti i cieli, rispetto ai molti che legano sulla terra e sciolgono sulla terra, cos che ci sia legato e sciolto non nei cieli, come nel caso di Pietro, ma in un solo cielo. Non vanno infatti oltre, quanto a potenza, come Pietro, per sciogliere o legare in tutti i cieli. Quanto migliore dunque colui che lega, tanto pi beato colui che sciolto, siccome il suo essere sciolto si compie in ogni parte del cielo.
rigorosa: la legge fondamentale del simbolo di Origene ogni riflessione interiore deve completarsi e nutrirsi dellazione esteriore, e questa, a sua volta, interiorizzarsi in riflessione d alla Chiesa, il cui interno divino, forma di sacramento (von Balthasar, Parola e mistero, 60ss.65; il passo origeniano commentato in H.J. Vogt, Das Kirchenverstndnis des Origenes , Kln-Wien 1974, 151ss.; un recente saggio di W. Pannenberg, Il ministero petrino a servizio dellunit , in Il Regno 821 [1998], 562-568, riprende la distinzione fra auctoritas e potestas). 1 Mt 18, 19. 2 Lc 15, 25. 3 Cf. Lc 15, 25. 4 Cf. Lc 15, 5 Gn 31, 27. 6 2 Sam 6, 4-5. 25. 7 1 Cor 7, 5. 8 Prv 19, 14 (LXX). 9 1 Cor 7, 5. 10 Mt 18, 19. (1) Musica spirituale e divina: lespressione ritorner verso la fine
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Libro XIV
del paragrafo. Abbiamo richiamato lattenzione su questo passaggio capitale nella Introduzione a Cm Mt I vol., 10s. La Chiesa deve giungere ad esprimere nella sua armonia la musica divina, e lo strumento privilegiato con il quale si stabilisce questo flusso di vita la Scrittura animata dal soffio dello Spirito unificante: Origene ne parler nei testi che seguono. Va qui ricordata la luminosa presentazione delle nuove armonie del cosmo, fondate e rinnovate dal Logos, con la quale Clemente Alessandrino aveva introdotto il significato del biblico David nellorizzonte delle attese stoiche: Il Verbo divino... suona a Dio per mezzo di questo strumento dalle molte voci e canta con lo strumento che luomo... cetra per larmonia, flauto per lo Spirito, tempio per il Verbo... Il re David, il citarista, allontanava (i demoni) con la sua musica di verit... Che vuole dunque questo strumento, il Verbo di Dio, il Signore, il Canto nuovo? Schiudere occhi di ciechi e aprire orecchi di sordi e condurre per mano verso la giustizia gli zoppi e gli erranti... Ama gli uomini questo strumento di Dio... Il mio canto salvatore... era prima della stella mattutina
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Origene
(Clemente Alessandrino, Il Protrettico I, 5, 3-6, 3 [M.G. Bianco], Torino 1971, 74s.). 11 Mt 18, 20. 1 2 Mt 7, 14. 1 3 Cf. Mt 17, 1 par. 14 Cf. 1 Cor 15 Cf. 2 Cor 1, 1. 16 Cf. 1 Ts 1, 1. 1, 1. (2) Origene celebra in molti testi la vittoria della preghiera in unit: Mi pare che questo giubilare stia a designare un affetto che si esprime nella concordia e nellunanimit. Se questo affetto si verifica tra due o tre discepoli di Cristo, qualunque cosa questi chiedano nel nome del Salvatore, il Padre celeste glielo concede. Ma se c una beatitudine cos grande, per cui tutto un popolo rimane concorde e unanime, s che tutti dicono le stesse cose, rimanendo in perfetta unione di pensieri e di intenti, allorch questo popolo elever allunisono il suo grido, avverr ci che sta scritto negli Atti degli Apostoli: vi fu un gran terremoto... Sar distrutto e precipiter tutto quello che terreno... (Se) queste cose dentro di te si compongono ormai in concorde armonia,... il mondo per te gi distrutto, abbattuto (Om Gs VII, 2, 118-120; sul senso del passo, cf. J. Danilou, Sacramentum futuri, Paris 1950, 246256). La Trasfigurazione stessa, ricorda lAlessandrino, rivela la gloria del Logos di Dio a Pietro, Giacomo e Giovanni, uniti nella carit (cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 439). 17 Sal 41 (42), 1. 18 Cf. Es 6, 24. 1 9 Sal 41 (42), 2. 20 Sal 43 (44), 2.
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LA CHIESA-SINFONIA
1. LA
MUSICA DIVINA
Vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno qualunque cosa domanderanno, gli sar data 1. II termine sinfonia (consonanza) si usa propriamente in musica ad indicare gli accordi tra le voci; e certo per i musici ci sono suoni che tra loro si accordano, altri che non
(3) Lo sviluppo su una titolazione di salmi Per la fine. Al consenso dei figli di Core riprende, con ampliamento ermeneutico sulla base di Sal 41 (42), 1 ed Es 6, 24, una tradizione ebraica, della quale il contemporaneo Commento ai Romani indica le fonti: alcuni padri... da Ebrei... pervenuti alla fede in Cristo, dicevano che quei tre figli si dissociarono dalla scellerata riunione (di Core, Datan e Abiron e) unanimente rivolsero a Dio una preghiera di penitenza ed esauditi... meritarono non solo il condono della pena, ma anche la grazia della profezia; e... fu loro perfino concesso... di non dover profetare qualcosa di triste o funesto: e perci (i) salmi che si tramandano con i loro nomi non contengono niente di triste o di severo contro i peccatori (Cm Rm X, VII, cit., II, 171, con note di Cocchini); la prospettiva sapienzialerabbinica diventa una luce sul consenso ecclesiale nello Spirito Santo.
si accordano. Anche la Scrittura, nei vangeli, conosce questo termine usato in senso musicale, l dove dice: Ud accordi e danze 2. Si addiceva infatti allarmonia dovuta al ritorno del figlio perduto e ritrovato 3 al padre, ascoltare una sinfonia 4 per la gioia della famiglia. Non conosce invece il termine sinfonia il perfido Labano quando parla a Giacobbe: Se tu me lavessi annunciato, ti avrei congedato con festa e con canti, con musiche, timpani e cetra 5. Molto affine a tale sinfonia quello che sta scritto nel Secondo libro dei Regni, quando i fratelli di Aminadb precedevano larca, e Davide e i figli dIsraele facevano festa davanti al Signore con strumenti accordati, con tutta la forza e con canti 6. In effetti gli strumenti accordati con forza e con canti avevano in s la sinfonia musicale, la quale pu giungere a tal punto, che se solo due, in accordo con la musica spirituale e divina (1), presentano domanda su qualsiasi cosa al Padre celeste, il Padre concede quanto richiesto a quelli che hanno pregato unanimi sulla terra (cosa assai rara), per aver loro fatto unanimemente riecheggiare nella suddetta sinfonia ci per cui avranno pregato. in questo senso anche che intendo la parole dellApostolo: Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla
(4) Con una ricchezza di esempi che indica una certa tensione verso lesaustivit, unita a una percezione sincronica e tematica del testo (Bastit-Kalinowska, Origne exgte , 168), lesegeta ritorna al tema fondamentale della unit delle Scritture, che hanno espresso gi nelle parole antiche il loro valore cristologico e pneumatico di profezie sinfoniche, mosse da un solo Spirito, una sola voce, una sola anima. La profezia ha la sua sede sotto la palma, giacch il giusto... fiorir come palma... La profezia lo conduce... alla palma della chiamata
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preghiera 7. Dacch infatti il termine sinfonia impiegato per coloro che si uniscono in matrimonio secondo Dio, ed usato in tal senso nel detto dei Proverbi: Casa e patrimonio i padri li distribuiscono ai figli, ma dono di Dio una moglie che si accorda col marito 8, dallaccordo che viene da Dio ne consegue il poter beneficiare del nome e delleffetto della sinfonia, in vista di una preghiera, come dimostra lespressione: se non di comune accordo 9. In seguito il Logos, spiegando che le parole: se due si accordano sulla terra 10, equivalgono ad essere in accordo col Cristo, aggiunge: dove infatti due o tre sono uniti nel mio nome 11. Due o tre riuniti, uniti nel nome di Cristo, sono pertanto coloro che si accordano sulla terra: non solo in due, ma a volte anche in tre (2). Chi pu, cerchi di capire se questa sinfonia, o unione, in mezzo alla quale presente il Cristo, la si possa trovare anche presso pi persone, dal momento che stretta ed angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano 1 2. Ma neanche in pochi, forse, realizzano tale sinfonia; ma saranno appena due o tre, come Pietro, Giacomo e Giovanni, ai quali il Logos di Dio mostr la sua gloria 1 3, perch erano concordi. Concordi in due furono altres Paolo e Sostene, nello scrivere la Prima
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Cf. Mt 18, 9.
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Mt 18, 10.
celeste di Dio, in Cristo Ges nostro Signore (Om Gdc V, 3, 107, con riferimento a Sal 91 [92], 13 e Fil 3, 14; cf. Sgherri, Chiesa, 178; F. Cocchini, La lettera, il velo e lombra: presupposti scritturistici della polemica antigiudaica di Origene, in ASE 14/1 [1997], 118s.). 21 1 Cor 1, 10. 2 2 At 4, 32. 23 1 Cor 1, 12. 24 Cf. 1 Cor 25 Cf. 1 Cor 5, 4. 26 Gal 5, 15. 1, 10. (5) Laccordo fa spazio al Figlio di Dio; nello stesso senso si esprime un altro grande cantore della musica di Dio, Ignazio di Antiochia. Se agli Efesini scrive: Nella vostra concordia e
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Origene
Epistola ai Corinzi 14 ed in seguito Paolo e Timoteo, nellinviare la Seconda Epistola agli stessi 15; e concordi in tre erano Paolo, Silvano e Timoteo 16 nellinviare istruzioni ai Tessalonicesi mediante una epistola. Ma se, partendo dalle Antiche Scritture, ci sar da presentare tre che si siano messi daccordo sulla terra, s da essere il Logos in mezzo a loro per unirli, rifletti sui titoli dei Salmi (3). Ecco che cosa dice il titolo del quarantunesimo: Per la fine. Al consenso dei figli di Core 17. I figli di Core erano tre, ed i loro nomi li abbiamo trovati nel libro dellEsodo 18: Assir (che vuol dire istruzione), Elkana, che si traduce possesso di Dio, ed Abiasaf, che in greco potrebbe tradursi assemblea del Padre: profezie non divise, bens pronunciate e messe per iscritto come da un solo spirito, una sola voce, una sola anima, realmente operante nellaccordo (4). Tutti e tre parlano come fossero una sola persona, e dicono: Come una cerva anela alle fonti delle acque, cos lanima mia anela a te, o Dio 19. Ma si esprimono anche al plurale nel salmo quarantatreesimo: O Dio, coi nostri orecchi abbiamo sentito 20. Se poi vuoi contemplare pi persone concordi sulla terra, considera coloro che ascoltarono (le parole): siate in perfetta unione di pensiero e dintenti 21 , impegnati con
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Gal 1, 15.
Sal 70 (71), 6.
consonante amore, Ges Cristo cantato. E voi, ciascuno per la sua parte, diventate coro, affinch consoni in concordia, prendendo il tono di Dio in unit, cantiate in ununica voce per mezzo di Ges Cristo al Padre, precisa ai Filadelfesi: Molti lupi, infatti, come degni di fede, con cattivo piacere fanno schiavi quelli che corrono secondo Dio; ma nella vostra unit non troveranno spazio (Ephes IV, 1-2, 60s.; Philad II, 2, 120ss.). Il dissenso e la divisione sembrano dunque caratterizzare la eresia e gli eretici; su quanto le rappresentazioni eresiologiche di Origene traducano di imbarazzo davanti allesistenza nel cristianesimo di divergenze abbastanza grandi
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zelo a realizzare queste parole: I credenti avevano un cuor solo ed unanima sola 22, diventando una sola cosa, nella misura certo del possibile, il pi delle volte in modo da non far nascere tra loro il minimo disaccordo, cos come non si d dissonanza tra le corde del salterio a dieci corde. Concordi sulla terra non erano invece coloro che dicevano: Io sono di Paolo, io di Apollo, io di Cefa, ed io di Cristo 23, producendo scismi 24 tra loro: se li avessero eliminati, si sarebbero trovati insieme, loro e lo spirito di Paolo, con il potere del Signore Ges Cristo 25, per non mordersi e divorarsi pi a vicenda, s da distruggersi gli uni gli altri 26. Infatti il disaccordo disgrega, mentre laccordo aggrega e fa spazio al Figlio di Dio (5), che non viene se
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Gd 1.
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Tt 3, 5.
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Cf. 1 Cor 3, 1.
perch il concetto di eresia, appesantito da un virulento passato polemico, sia ad esse applicato, cf. Le Boulluec, La notion, 505s. 27 1 Cor 1, 10. 2 8 Cf. 1 Cor 1, 10. 2 9 Mt 18, 19. 30 1 Cor 3 1 1 Cor 12, 25. 32 1 Cor 12, 26. 12, 18. (6) Dobbiamo dunque imparare con ogni sforzo la scienza dellarmonia; poich come nella musica, se larmonia delle corde adattata con consonanza, produce il suono soave di un canto modulato; se invece c nelle corde una qualche dissonanza, si produce un suono sgradevolissimo e viene guastata la dolcezza del canto; cos anche per i soldati di Dio, se hanno dissensi e discordie fra loro, tutte le cose saranno sgradite e nulla apparir accetto a Dio, anche se combattono molte guerre, anche se riportano molte spoglie e presentano molte offerte a Dio (Om Nm XXVI, 2, 355; cf. de Lubac, Cattolicesimo, 53-55). Su tutto il tratto di Cm Mt XIV, 1 abbiamo richiamato lattenzione nella Introduzione generale al I vol., 10s., n. (13), con richiamo a Vogt, Das Kirchenverstndnis, 290ss., ove viene sviluppato il senso dellattesa origeniana in ordine alla Chiesa, che innanzitutto speranza di concordia, coincidenza, armonia, sinfonia, nei dogmi e nella vita, nella teoria e nella prassi, sulla base del pensiero nos che pu riconoscere e comprendere le verit credute e dellintento gnme chiamato ad attuarle nella vita . 33 Mt 18, 19. 34 Cf. 1 Cor 7, 5.
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Origene
non tra coloro che vivono in accordo. Certo, laccordo non si realizza propriamente che a due fondamentali condizioni: essere perfettamente uniti (come dice lApostolo) nel pensiero 27 nellavere intenti secondo le medesime verit di fede; e vivere in conformit con lo stesso intento 28. Considera le parole: se due di voi sulla terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, gli sar data 29 dal Padre di Ges che nei cieli. Dove non viene accordata dal Padre che nei cieli qualunque cosa sia stata chiesta, chiaro che l non c stato neppure accordo di due sulla terra. Ecco il motivo per cui non siamo esauditi nella preghiera: non siamo concordi gli uni con gli altri sulla terra (6) n nelle verit che crediamo n nella vita che viviamo. Inoltre, se proprio siamo corpo di Cristo e se Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo 30 affinch le membra abbiano la stessa cura le une delle altre 31 e si trovino concordi tra loro, e se un membro soffre, tutte le membra soffrano insieme, e se un membro onorato, tutte le membra gioiscano 32 con il membro glorificato, allora dobbiamo esercitarci in questa sinfonia derivante dalla
(7) Si pu rilevare il rapporto fra questo radunarsi nel nome del Cristo e riscoprire al centro il Logos , la Sapienza, la Dynamis che il Cristo ; in altri testi il rapporto rovesciato: Quando voi riuscirete a rivolgere lo sguardo (del cuore) verso (la) Sapienza, (la) Verit, (il) Figlio unico di Dio, allora i vostri occhi vedranno Ges (Om Lc XXXII, 6, 207), ma nellun caso e nellaltro il riferimento alle epnoiai , le denominazioni del Cristo, passa per il Ges storico, il Cristo del Vangelo, ne esprime il mistero e a lui ritorna (cf. F. Bertrand, Mystique de Jsus chez Origne, Paris 1951, 144-146; J. Wolinski, Le recours aux ejpivnoiai du Christ dans le Commentaire sur Jean dOrigne, in Origeniana Sexta , 465492). (8) Uno dei nostri predecessori: Origene fa seguire allo sviluppo del primo paragrafo un ventaglio di affermazioni dialettiche; il rinvio, diretto o indiretto, a Taziano, citato da Clemente Alessandrino per un
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musica divina, affinch, mentre ci raduniamo nel nome di Ges Cristo (7), sia presente in mezzo a noi il Logos di Dio, la Sapienza di Dio e la sua Potenza. 2. PREGHIERA
E NOZZE
Ci, dunque, quanto al comune modo di intendere i due o tre che il Logos invita ad accordarsi. Ma tempo di trattare di unaltra spiegazione, esposta da uno dei nostri predecessori, che esorta le persone sposate a vivere in castit e purezza (8). Si devono cio intendere (diceva) i due che il Logos vuole si accordino sulla terra 3 3, marito e moglie, che in base ad un loro accordo 34 si astengono dai reciproci rapporti coniugali, per dedicarsi alla preghiera, dal momento che pregando riceveranno qualunque cosa avranno chiesto, concessa loro, grazie a tale accordo, dal Padre di Ges Cristo che nei cieli 3 5. A mio parere, questa spiegazione non da intendere nel senso che sciolga il legame coniugale, ma come
commentario del testo paolino di 1 Cor 7, 5, sulla separazione temporanea dei coniugi in vista della preghiera: Clemente riporta che, ne La perfezione secondo il Salvatore, Taziano siro elude la verit con sofismi, confermando il falso con il vero (Stromati III, 12: PG 8, 1181; di Clemente cf. anche Il Pedagogo II, X, cit., 349ss.; su Taziano, cf. G. Bosio - E. Dal Covolo - M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa I, Torino 1993, 184-186); Origene, che non nomina la fonte evidentemente sospetta di eterodossia encratita, non disapprova la lettura, ma la relativizza, ponendola accanto alle virtualit del testo che svilupper in seguito (cf. Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 110s.). 35 Mt 18, 19. 36 Cf. Mt 18, 19. 37 Rm 6, 12. (9) La posizione di Origene si pu cogliere nellinterrogativo di sapere se sia santo e puro rivolgersi a Dio nella preghiera nella stanza dove si compie lopera della carne, non quella contraria alle leggi (Pregh XXXI, 4, 167); il rapporto castit-preghiera non pone certo in
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Origene
sollecitazione allaccordo (9). Per cui, poniamo che uno dei coniugi voglia vivere castamente, e laltro non voglia (o non possa), e poniamo che per questo motivo il coniuge che vuole e pu realizzare ci che meglio accondiscenda allaltro che non vuole o non pu, in tal caso allora non varr per entrambi la promessa, secondo cui il Padre di Ges Cristo li metter a parte nei cieli a qualunque cosa avranno domandato 36. 3. SPIRITO ,
ANIMA E CORPO
Oltre a quella dei coniugi, conosco questaltra spiegazione circa laccordo tra i due. Nei perversi, il peccato dellanima regna su questo corpo mortale, assiso come sul proprio trono, perch lanima obbedisca ai desideri di esso 37. Invece, in quelli che hanno in certo senso detronizzato dal corpo il peccato che prima vi regnava e vi fanno lotta, la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla
contrasto con le nozze, ma ricorda comunque a tutti, sposati e continenti, lassolutezza del rapporto con Dio: il discorso origeniano sulla preghiera ... su possibilit e limiti delluomo, sulla vertigine dellesistenza posta di fronte al mistero divino, ma anche sul decisivo superamento della finitudine umana in forza dellagire salvifico di Dio (L. Perrone, La preghiera come problema. Osservazioni sulla forma del PERI EUCHS di Origene in Paideia cristiana, Roma 1994, 333; Id., Il discorso protrettico di Origene sulla preghiera. Introduzione al PERI EUCHS, in Il Dono e la sua ombra. Ricerche sul PERI EUCHS di Origene [F. Cocchini], Roma 1997, 31; F. Cocchini, La Bibbia nel PERI EUCHS, ibid., 113s.). 38 Gal 5, 17. 39 Rm 8, 13. 40 Rm 8, 11. 41 Rm 10, 10. 42 1 Ts 5, 23. (10) Lo sviluppo della sinfonia assume ora unaltra spiegazione, relativa alla persona umana, che era del resto gi nella prima riflessione
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carne 38. In quelli poi che sono pervenuti alla perfezione, lo Spirito ha vinto: ha fatto morire le opere del corpo 39 , e ora comunica la sua vita al corpo, cos da attuare la promessa: dar la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo spirito che abita in voi 4 0, e da realizzare anche laccordo tra le due realt (corpo e spirito) sulla terra; se questo accordo si ben realizzato, concorde anche la preghiera (10) che si eleva da chi col cuore crede per ottenere giustizia , e con la bocca fa professione di fede per avere la salvezza 41, in modo che il cuore non sia pi lontano da Dio ed il giusto sia vicino a Lui, oltre che con il cuore, col corpo e con le labbra. Cosa ancora pi bella sarebbe, se tutte e tre queste
ecclesiale: lIncarnazione riunisce le membra delluomo divise dalla morte e dal peccato (cf. i Frammenti di Melitone, Sullanima e il corpo , riportati in I pi antichi testi pasquali della Chiesa [R. Cantalamessa], Roma 1972, 143s.); lantropologia tricotomica riceve in Origene una sintesi coerente fra le matrici greche e il disegno biblico; nelluomo si trovano in difficile equilibrio il corpo, l anima con un elemento superiore: principale cordis , e uno inferiore , lo spirito; questultimo, distinto dallo Spirito Santo, ne tuttavia come una partecipazione creata e suo luogo proprio quand presente nelluomo; il brano che stiamo commentando dei pi emblematici per esprimere il carattere dinamico, tendenziale, di questa antropologia, il cui contesto il combattimento spirituale per attingere la sinfonia (Crouzel, Origene, 131.129-136; de Lubac, Storia, 173s.). (11) Il testo esprime con potenza il risucchio del divino che opera la preghiera stessa, immergendo in Dio quella unit che ricrea: (Davide) dice: Io ho levato i miei occhi a Colui che abita nel cielo e: Io ho levato la mia anima a te, o Dio... Lanima allora (trasfusa nello spirito ) come far a non deporre la sua natura di anima, per assumere la forma spirituale? (Pregh IX, 2, 59s.); la preghiera cristiana implica questa tensione alla deificazione che sempre cristomorfa: i santi esprimono la filiazione divenuti conformi a Colui che nel corpo della gloria, essendo trasformati dalla rinnovazione dello spirito (Pregh XXII, 4, 100; cf. L. Perrone, La prire des chrtiens selon Origne , in Prires mditerranennes et dailleurs (G. Dorival - D. Pralon) [in corso di stampa]; A. Mhat, Sur deux dfinitions de la prire, in Origeniana sexta, 115-120).
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Origene
realt si unissero nel nome di Ges, in modo da realizzare laugurio: Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che vostro, lo spirito, lanima ed il corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Ges Cristo 42 . A proposito della suddetta sinfonia tra spirito e corpo, ci si chieder: possibile che siano in accordo solo queste due realt, e non lo sia anche la terza realt, voglio dire lanima? Non dovrebbe forse seguirne come conseguenza della sinfonia tra quelle due realt? Una volta che le prime due si sono unite nel nome di Cristo (11), tutte e tre le realt si trovano ormai radunate nel nome di Lui, e tra loro viene il Figlio di Dio, giacch tutto (mi riferisco alle tre realt) dedicato a Lui, e non trover pi alcuna opposizione: non solo lo spirito, ma neanche lanima e il corpo gli si oppongono!
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At 12, 13-15.
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At 12, 15.
(12) Che gioia! Nel contesto della realt ecclesiale della prima met del III sec., fra la dialettica giudeo-cristiana e le proliferazioni gnostiche, Origene ribadisce la Scrittura nella sua interezza pienamente degna di Dio, senza pi turbare la libert cristiana... Su questo tema Origene inesauribile... Era sempre lo stesso stupore che generava la stessa gioia! (de Lubac, Storia , 65.189). Dobbiamo accostarci alla Scrittura nel suo complesso (considerandola) come un unico corpo, (non spezzando) le tenacissime... connessioni che si tendono attraverso larmonia della sua composizione complessiva (Cm Gv X, XVIII, 405); allimmagine della sinfonia contribuisce la metafora del corpo vivente usata dagli Stoici per descrivere il cosmo, cos che la connessione dei sensi biblici appare quasi un equivalente della concatenazione delle cause nellordine delluniverso (cf. Introd. di Harl a Philocalie, 1-20, 72-74 e la nostra Introduzione al I vol. di Cm Mt, 43). 43 Mt 18, 19. 44 Qo 12, 11.
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4. ANTICO E NUOVO TESTAMENTO Che gioia (12) esercitare la ricerca sulla sinfonia, intendere e spiegare la sinfonia anche tra i due Testamenti: tra quello (Antico) anteriore alla venuta corporale del Salvatore, e quello Nuovo! Infatti, l dove c sinfonia tra i due Testamenti, in modo da non risultare tra loro alcuna mutua divergenza, potremo trovare preghiere tali, che qualunque cosa chiederanno, sar loro accordato dal Padre che nei cieli 43 . Se poi desideri possedere anche il terzo che mette insieme i due Testamenti, non esitare a dire che questi lo Spirito Santo (13) giacch le parole dei saggi (sia quelle dette prima della sua venuta, sia quelle dette al momento della sua venuta o dopo di essa) sono come pungoli, come chiodi piantati, che in raccolte furono date da un solo Pastore 44 . E non lasciare inosservato neanche questo dettaglio: (Ges) ha detto: Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, non gi l sar, bens l sono in mezzo a loro. Dunque non che debba ancora venire, non che tardi, ma appena si realizza la sinfonia, ecco che si trova anche lui presente in mezzo a loro.
(13) Origene traccia il ritratto del commentatore della Scrittura come facitore di pace, che stato istruito nellarte musicale di Dio, un sapiente in parole ed opere, che potrebbe, a causa di ci, portare il nome di Davide. (Egli sa) che la Sacra Scrittura tutta intera il solo
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Origene
5. IL PERDONARE FINO A
SETTE VOLTE
Allora gli si avvicin Pietro e gli disse: Signore, quante volte dovr perdonare al mio fratello che pecca contro di me? 1. Credere che queste parole Pietro le abbia dette nel senso pi semplice, in quanto era disposto a perdonare al fratello che avesse peccato fino a sette volte, ma non allottava; e (credere) che il Salvatore insegnasse che ci si debba mettere a contare i peccati del prossimo contro di noi, per perdonare fino a settantasette volte, ma non il torto
strumento musicale di Dio, perfetto ed accordato, capace di produrre... una sola melodia salutare (il testo, dal perduto Cm Mt II, riportato in Philoc 6, cit., 307-321, con commento Harl; cf. la nostra Introduzione a Cm Mt I, 29); nel passo che stiamo commentando subentra una lettura ancora pi profonda, perch il Pacificatore visto come lo Spirito Santo stesso, e quindi nellarmonia delle Scritture il mistero trinitario che alla luce della rivelazione apre le parole e lintenzione di un medesimo Dio (Om Ez I, 4, 37). 1 Mt 18, 21. 2 Gn 4, 23. (1) Origene cerca nella lettura dei Vangeli una esegesi cristica, conscio che lamicizia con Ges illumina sui misteri delle sue parole: la movenza dellinizio di Cm Gv, per cui occorre poggiare il capo sul petto di Ges per comprenderne il messaggio (I, IV, 123); se nel caso del tema che sar a lungo dibattuto in questa sezione, Origene sottolinea la impossibilit umana di parlarne a fondo, dallaltro mostra
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ricevuto alla settantottesima, questo mi pare assolutamente banale ed indegno sia del progresso compiuto da Pietro accanto a Ges, sia della sublime intelligenza divina di Ges. Queste parole avranno perci, probabilmente, un senso oscuro simile a quello di queste altre: Ascoltate la mia voce, mogli di Lamech, eccetera 2. Il loro senso vero, nel quale le avrebbe spiegate lo stesso Ges (1), uno potr saperlo se sar divenuto amico di Ges s da essere ammaestrato dal suo Spirito: questi illumina la ragione di chi progredito fino a tal punto, a seconda del suo merito. Quanto a noi, che siamo tanto lontani dalla grandezza di unamicizia verso Ges, ci contentiamo di poter dire appena qualcosa, sia pur in breve, sul senso di questo passo. Orbene, sembra che il numero sei stia l ad indicare lavoro 3 e fatica, ed il sette riposo 4. Vedi bene se puoi asserire che colui che ama il mondo 5, lavora alle opere del mondo e realizza opere materiali, pecca sei volte, mentre
come il suo approfondimento esegetico, che si svilupper in una serie di problemi, tenda ad acquisire linterpretazione spirituale del testo evangelico (Perrone, Quaestiones et responsiones, 32), enunciando via via domande e risposte come in una sorta di epectasi ermeneutica (Bastit-Kalinowska, Conception, 681). (2) La fesis , il perdono, riguarda le realt presenti; il brano che commentiamo colloca la problematica allinterno della comunit ecclesiale in costruzione, ma si pu intravedere nello sviluppo insolito delle parole evangeliche lo sguardo origeniano avvezzo ad andare oltre, a considerare la Chiesa nelle sue dimensioni transtemporale e metastorica; la dottrina della remissione e della penitenza, che ha nellinsieme dellopera origeniana linee portanti nei riguardi del singolo e della comunit viene connotata anche dalla lotta antignostica e dalla prospettiva allorizzonte della apocatastasi finale, spogliata dai suoi connotati mitici e letta come speranza universale secondo lordine divino, che infrange le barriere pur senza confonderle: Ges propiziatore non solo dei credenti, ma anche di tutto il mondo...
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Origene
per lui il numero sette rappresenta la fine del peccato: Pietro deve aver capito qualcosa del genere, col voler perdonare sette volte al fratello i peccati commessi contro di lui. Dato per che le decine e le centinaia, calcolate in unit, hanno un comune rapporto numerico con la cifra che si esprime in unit, e dato che (Ges) sapeva che un numero suscettibile di ulteriore crescita, per questo motivo credo aggiunge alla cifra sette quella di settanta, ed afferma che ci deve essere perdono per fratelli che sono quaggi ed hanno peccato in cose di quaggi. Ma se uno oltrepassasse i peccati che si commettono in questo mondo e in questo eone, anche se si trattasse di colpa lieve, non potrebbe a buon diritto aver pi il perdono dei peccati. Il perdono infatti si estende alle realt presenti (2) e riguarda i peccati commessi su questa terra, sia che la remissione arrivi presto sia che arrivi tardi. Non c perdono neppure per il fratello, se ha peccato oltre le settantasette volte. Potresti dire: una persona cos, che
Mt 18, 15.
1 Cor 5, 11.
Sebbene tutta la creazione aspetti la grazia del Redentore, tuttavia ognuno giunger alla salvezza nellordine proprio (Cm Rm III, VIII, cit., I, 161; cf. von Balthasar, Parola e mistero, 59s.; Rahner, La penitenza, 711s.). (3) Prima di inoltrarsi negli sviluppi metodologici, Origene indica il proprio della parabola: il perdono assoluto, che risponde alla gratuit di Dio, tale che non consenta al ricordo del male ricevuto, ma lo vinca nella amnesikaka , la dimenticanza delle cattiverie che si traduce in assenza di rancore. Origene anche al riguardo maestro di vita spirituale: Se nella mia mente si presenta il volto di chi mi ha fatto torto o offeso, evidente che si avvicina un pensiero di rancore... (Evagrio Monaco, Sul discernimento delle passioni e i pensieri 2); Non accada che lintelletto, oscurato dalla tenebra del rancore, decada dalla luce della conoscenza e del discernimento e sia privato della inabitazione
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pecchi contro Pietro in quanto fratello, o contro lui in quanto Pietro, sul quale le porte degli inferi non prevalgono 6, per tali peccati alla cifra del peccato pi bassa; ma per peccati ancora pi gravi, nel numero che senza remissione di peccati. 6. INTENZIONE
Per questo vi dico: il regno dei cieli fu reso simile ad un uomo, un re, il quale volle fare i conti con i suoi servi 7. Lintenzione generale della parabola quella di insegnarci ad essere indulgenti verso le colpe commesse dalle persone che ci hanno fatto torto, specialmente se dopo il torto commesso, il colpevole supplicasse loffeso, chiedendogli di perdonargli le colpe passate. La parabola intende altres darci questo insegnamento e farci capire che dovremo scontare anche le colpe che Dio ci ha gi perdonate, di cui abbiamo avuto la remissione, se dopo la remissione non avremo assolto a nostra volta le colpe di quelli che ci hanno offeso, s da non lasciare sussistere in noi il bench minimo ricordo del torto ricevuto (3). Ma
dello Spirito Santo (Cassiano, Gli otto pensieri viziosi: entrambi i testi in La Filocalia I, 108.142; altri rilievi in H.J. Vogt, Der Kommentar zum Evangelium nach Matthus II, Stuttgart 1990, n. 27, 71s.). (4) Ha inizio il commento della parabola del servo spietato, che si estender fino al paragrafo 13; lesegesi del brano viene proposta nei suoi momenti emblematici vista dellinsieme: pernoia; ricerca dei dettagli: kat lxin; spiegazione (digesis) pi elevata e mistica (cf. Harl, Introd. a Philoc, 136ss.); sottoposto a una sistematica problematizzazione, perch considerato gravido di significati reconditi in tutte le particolarit, il testo verr metodologicamente scomposto negli elementi narrativi (cf. Bendinelli, Il Commentario , 180). Lintreccio e il coinvolgimento di altre parabole dei talenti (Mt 25, 14-30), delle mine (Lc 19, 11-27), dei due debitori (Lc 7, 41-42), del fattore infedele
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con tutto il cuore, reso pi forte da assenza di rancore (non virt da poco) che dovremo perdonare a chi ci ha offeso il male commesso intenzionalmente contro uno di noi. Ma dopo (aver esposto) lintenzione generale della parabola, bisogna esaminarla nella sua totalit, a livello pi semplice, secondo il senso letterale, in modo che, avanzando diligentemente nella corretta ricerca dei singoli dettagli del testo scritto in precedenza, si tragga profitto dallindagine approfondita delle affermazioni fatte. Inoltre, com probabile, vi una spiegazione elevata, ardua da svolgersi e pi mistica, nella quale ci si potrebbe porre quesiti su ogni elemento della parabola (4), in analogia alle parabole interpretate dagli evangelisti. Ad esempio: chi il re e chi i servitori? Quando ha inizio la resa dei conti 8? Chi il debitore di molti talenti, chi sono la moglie ed i figli, e quali sono le cose riferite, oltre queste, che il re diede ordine di vendere per saldare il debito in base ai suoi averi 9? Cosa vuol dire luscire di colui a cui sono stati condonati i molti talenti? E chi quel servo che egli trova, in debito non con il padrone, ma con lui che ha
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Mt 16, 19.
(Lc 16, 1-8) allargher la trattazione del perdono a tutti i discepoli nella prospettiva di ricevere la misericordiosa ed escatologica accoglienza di Dio (S. Grasso, La parabola del re buono e del servo spietato [Mt 18, 21-35]. Analisi narratologica, in RivBiblIt XLVI [1998], 19-41). 9 Cf. Mt 18, 25. 1 0 Cf. Mt 18, 28. 11 Mt 18, 30. 12 Cf. 1 3 Cf. Mt 18, 34. 1 4 Cf. Mt 18, 34. 1 5 Cf. Gal 1, Mt 18, 31. 11. (5) Il discorso teorico sembra come sostare nella ricerca di una intima illuminazione per lesegesi, dalla quale resta distinto: non a caso si trova solo nelloriginale greco e non nella Vetus interpretatio; la teorizzazione riprende i punti evangelici nel complesso delle
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ricevuto il condono? Che cosa indica il numero di cento denari ed il fatto che lo strozzava, dicendo: Rendimi quel che devi 10? Qual il carcere, nel quale and e lo fece gettare 11 lui a cui erano stati condonati tutti i talenti? Chi sono i compagni che furono rattristati e andarono a riferire al signore tutto laccaduto 12? Chi sono gli aguzzini a cui fu consegnato colui che aveva gettato in carcere il suo compagno 1 3, e come gli fu possibile, una volta consegnato agli aguzzini, restituire tutto il debito, in modo da non dover pi nulla 1 4? Ma probabile che un ricercatore pi attento possa aggiungere altri elementi alla considerazione, elementi superiori, credo, alla spiegazione e allinterpretazione che secondo luomo 1 5, per i quali occorre lo Spirito di Cristo che ha detto queste cose, in maniera da intenderle cos come le disse il Cristo (5). Come infatti nessun uomo pu conoscere i segreti delluomo se non lo spirito delluomo che in lui, e nessuno pu conoscere i segreti di Dio se non lo Spirito di Dio 16, cos nessuno pu conoscere (dopo Dio) gli insegnamenti che Cristo ha detto in proverbi e parabole 17, se non lo Spirito di Cristo. Chi ne
Cf. Gn 1, 3-31.
Cf. Gn 2, 2.
1 Gv 2, 15.
corrispondenze scritturistiche e in riferimento alla conoscenza piena che levangelista poteva avere delle realt operate e dette da Ges stesso (cf. Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 181-189): in questo al di l del testo , il Cristo il principio interiore che comunica lintelligenza spirituale della Scrittura, vale a dire la conoscenza del suo contenuto pi reale... Ma, daltra parte, il Cristo anche loggetto di questa intelligenza spirituale, perch nella Scrittura non si parla che di Lui (Danilou, Origene, 198). 16 1 Cor 2, 11. 17 Cf. Mt 13, 34-35; Mc 4, 33-34. 18 Cf. 1 19 Mt 18, 23ss. Cor 12, 8.
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partecipe, non solo in quanto Spirito di Cristo, ma Spirito di Cristo come Sapienza e Logos, potr ben contemplare ci che gli si viene rivelando in questo passo. Riguardo poi alla spiegazione pi sublime non vogliamo certo far promesse, ma nemmeno abbandonare la speranza (6) di cogliere le realt indicate nella parabola, con laiuto di Cristo, che Sapienza di Dio. Avvenga o no che ci vengano dettate cose simili su questo passo, ci suggerisca Dio, in Cristo, di fare ci che gli gradito, purch ci sia largita a tal fine la parola di sapienza data da Dio per mezzo dello Spirito e la parola di conoscenza concessa secondo lo Spirito 18 . 7. IL REGNO -IN-S
Mt 16, 18.
Mt 18, 23.
(6) Non vogliamo abbandonare la speranza : Il riconoscere che la conoscenza di queste cose eccede le nostre forze, mi pare indice di esperienza non irrilevante... Dunque non abbandoniamoci per disperazione al silenzio, che certo non edifica la Chiesa di Dio (Om Es I, 1; IV, 5, 40.87); Nel dedicarti (alla) lettura dei testi sacri con fede... bussa a quanto in essi racchiuso... indaga con rettitudine... (Per comprendere) indispensabile soprattutto la preghiera (Origene, Lettera a Gregorio il Taumaturgo 4, in Gregorio il Taumaturgo, Discorso a Origene, 102s.; il testo, cui si accenna di frequente in Origene, Mt 7, 78). Il brano di Cm Mt XIV, 6 che stiamo esaminando esemplare della mistica dellesegesi origeniana: che unisce riserve, coscienza della debolezza delle forze umane a una ricerca inesauribile di sapienza, che deve e pu placarsi nellattesa della interpretazione da parte del Verbo rivelatore e della Sapienza nascosta in mistero (Philoc 1, 29, 214; cf. Harl, Introd. a Philoc , 147s.). 20 Mt 5, 3. 21 Cf. Rm 6, 12. 22 Cf. 1 Cor 15, 49. 23 Ef 1, 24 Cf. Rm 8, 3. 21. (7) Il Cristo Autobasilea, il Regno in s; Cm Mt si sofferma sul
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Il regno di Dio dice stato assimilato, eccetera 19 . Se fu assimilato ad un re che ha tali qualit ed ha compiuto tali cose, di chi deve trattarsi se non del Figlio di Dio? Lui infatti il re dei cieli: e come lui la Sapienza-ins, la Giustizia-in-s e la Verit-in-s, cos sar anche lui il Regno-in-s; regno non gi di una realt di quaggi, n di una parte delle cose di lass, bens di tutte le realt di lass chiamate cieli. Se ti poni la domanda in che senso a loro appartiene il regno dei cieli 20, puoi rispondere che a loro appartiene il Cristo, in quanto il Regno-in-s (7), che regna secondo ciascuno dei suoi aspetti su colui che non si trova ancora sotto il dominio del peccato, dato che il peccato regna nel corpo mortale 21 di coloro che vi si sono sottomessi. E dicendo che regna secondo ciascuno dei suoi aspetti, intendo dire questo: in quanto giustizia, in quanto sapienza, in quanto verit e tutte le altre virt, regna su colui che, portando limmagine delluomo celeste 22, divenuto cielo, e regna su ogni potenza, sia su quelle
Mt 18, 23.
senso di questa regalit misteriosa: Sono (le Scritture) il regno dei cieli, oppure lo stesso Cristo, re dei secoli, il regno dei cieli paragonato a un tesoro nascosto nel campo (Cm Mt X, 5; cf. XII, 14, I vol., 87.304); Ges, il Regno, le Scritture sono solidali e i rapporti sono da vedere in chiave cristologica. Le epnoiai hanno rapporto con il ruolo salvatore e mediatore del Cristo (cf. Crouzel, Origene, 258) e ne imprimono il sigillo regale sulla realt umana; la meditazione cristiana lo aveva gi profilato: (Dio) prima ci convinse dellimpotenza della nostra natura... ora ci mostra il Salvatore capace di salvare anche limpossibile... Ha voluto che ci fidiamo della sua bont e lo consideriamo... sostentatore, padre, maestro, consigliere, medico, mente, luce, onore, gloria, forza, vita (A Diogneto IX, 6, in I Padri apostolici [A. Quacquarelli], Roma 1986, 360s.; cf. Cm Mt XIV, 1, n. [7]; e note di Vogt, Der Kommentar I, 145s.233-236).
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angeliche che sulle altre potenze, che non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro 2 3 e sono chiamate sante e degne di tale regno. Orbene, quando questo regno dei cieli venne in una carne simile a quella del peccato, in vista del peccato, per condannare il peccato 24; quando colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo tratt da peccato in favore di noi 25 che portavamo il nostro corpo di peccato 26, fu allora che si rese simile ad un uomo, un re, inteso come Ges (8): il Regno si un a lui che ci teneva di pi (se si deve avere laudacia di dir cos) ad unirsi e diventare una sola cosa, in tutto, con il Primogenito di tutta la creazione 27, dato che colui che aderisce al Signore forma con lui un solo spirito 28. Di questo stesso regno dei cieli inteso nel senso del Salvatore ed a lui unito, stato detto prima che volle fare i conti con i suoi servi 29. <Non li ha ancora fatti>, sta per farli con loro affinch si veda in che modo ciascuno fece uso delle autentiche monete dargento del padrone di casa e delle monete razionali (9). Ma ci che la parabola vuol dire in questi tratti lo capiremo pi precisamente se applicheremo la nostra mente a quel che avviene con i servi che amministrano denaro del padrone e dai quali si esige il rendiconto 30. In realt ciascuno di loro, ricevendo in varia misura il denaro del padrone, o lo utilizza a dovere, s da incrementare il capitale del padrone, oppure lo consuma sregolatamente per fini indebiti, dissipando senza giudizio e senza rispetto i beni affidati alle sue mani. Ora, ci sono di quelli che, pur avendo saggiamente amministrato tali e tanti beni, hanno
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per perduto altri beni, e quando se ne d ragione al padrone che fa i conti con loro, allora si stabilisce quanto deficit ha prodotto ciascuno, si calcola quanto guadagno ha apportato e, a seconda della sua abilit nellamministrazione, riceve onore o castigo, oppure in certi casi gli si condona, in certi altri gli si toglie (ci che deve). Orbene, in base a queste affermazioni, dobbiamo considerare in primo luogo le monete razionalie quelle autentiche, di argento, appartenenti al padrone. C chi ne riceve di pi, chi di meno. A seconda delle loro rispettive capacit (10), ad uno sono dati cinque talenti 31, in quanto capace di amministrarne tanti, ad un altro due, non avendo la stessa capacit del precedente; ad un altro infine un solo talento, essendo inferiore anche al secondo 32 . Ma sono solo queste le differenze, oppure sono limitate ad alcune persone designate nel seguito del vangelo? Ce ne sono altre, oltre a queste? Anche in altre parabole
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(8) Nel testo che esaminiamo vibra laudacia di altre pagine origeniane: Io ritengo che lappellativo di re si riferisca alla natura principale del primogenito di ogni creatura... quello di figlio di re va riferito invece all uomo assunto dalla natura divina (Cm Gv I, XXVIII, 171s.); degno di Dio ci ch stato predetto dai profeti, che cio un certo splendore ed una immagine (Sap 7, 26; Eb 1, 3) della natura divina sarebbe giunta a dimorare nella umana esistenza insieme allanima santa di Ges rivestentesi di umane spoglie (C Cel VII, 17, 596); (Lanima di Cristo)... con la carne che ha assunto chiamata Figlio di Dio... Se una massa di ferro sta sempre sul fuoco... diventa tutta fuoco... In questa anima (=di Cristo) ha preso dimora in modo sostanziale proprio il fuoco divino (Princ II, 6, 3.6, 287.291s.): in simili testi Origene cerca di esprimere il mistero della comunione divinoumana manifestatasi per lIncarnazione (cf. Fdou, La Sagesse, 125163).
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riscontriamo delle differenze: ci sono due debitori, di cui luno deve cinquecento, laltro cinquanta denari 33, o perch lamministrazione stata loro affidata e lhanno gestita male (inferiori per capacit a colui cui era stato affidato un talento), o <perch hanno preso a prestito con interesse> (11); che costoro abbiano ricevuto, non lo sappiamo; che debbano tanto, ci pare sia la parabola stessa a farcelo capire. Inoltre si trovano dieci servi, cui vengono affidate dieci mine, una per ciascuno 34. E, certo, se uno consideri la variet dellanima umana, le sue capacit e incapacit naturali verso pi o meno virt, verso tali o tali altre virt, capir forse come mai ciascuna anima sia giunta < in questo mondo> con alcune monete del padrone, monete emergenti con luso completo della ragione, e con il suo diligente esercizio a seguito del pieno raggiungimento di essa, esercizio che si esplica in azioni doverose, oppure col diligente uso orientato ad altre azioni, le quali o sono giovevoli (come gli affari), oppure sono per alcuni versi utili, e per altri inutili (com il caso degli insegnamenti: n del tutto veritieri, n completamente falsi).
8. LA
(9) Autentiche monete dargento...monete razionali: abbiamo gi ricordato lampliamento della parabola alle pagine evangeliche in cui si parla di monete distribuite da parte del padrone; c una variet delle anime razionali e delle loro diverse attitudini nei confronti dei doni divini (cf. Bendinelli, Il Commentario, 185). Gli sviluppi allegorici possono essere traslati e spiegati: Quando sotto... una realt sensibile (Origene) cerca un fatto spirituale, non si tratta affatto di sostituire... al senso naturale unaccomodazione arbitraria. Si tratta... di scoprire il
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Ti chiederai, nel contesto, se tutti gli esseri umani si possano considerare servi di questo padrone, oppure se alcuni siano quei servi che egli ha da sempre conosciuto e predestinato 35, e altri siano non servi, ma cosiddetti banchieri in rapporti daffari con i servi. Cos pure ti chiederai se, al di fuori dei servi, ci sia altra gente, da cui il padrone si ripromette di ritirare il suo con interesse 36 , gente non solo estranea alla religione, ma presente altres tra alcuni dei credenti. Servi, per, sono soltanto gli amministratori della Parola (12). Nel fare i conti con i servi, il padrone esige anche da coloro che hanno preso prestiti dai suoi servi, si tratti delle cento misure di grano , dei cento barili dolio 37, o di qualunque altra cosa ricevuta da quanti non fanno parte della cerchia domestica. Stando alla parabola infatti, non si trova un collega dellamministratore disonesto 38, a dover le cento misure di grano ed i cento barili dolio, come risulta evidente dalle parole: Quanto devi al mio padrone? 3 9. < Non disse: al nostro padrone>. Ora, per me devi intendere che ogni azione buona e conveniente somiglia ad un guadagno con aumento, ed
significato di tale fatto..., la realt ultima di cui tale cosa il simbolo anticipato (de Lubac, Storia , 391; cf. C. Potworowski, Origens Hermeneutics in Light of Paul Ricoeur, in Origeniana quinta , 161-166; P.C. Miller, Poetics Words, Abysmal Words: Reflections on Origens Hermeneutics, in Origen of Alexandria, his world and his legacy [Ch. Kannengiesser - W.L. Petersen], Notre Dame, Indiana 1988, 165-178). (10) A seconda delle capacit: le anime, uguali nella essenza lAlessandrino impugna la tesi valentiniana delle tre specie umane , differiscono nella virt ; alcune sono di maggior valore e capacit di altre; i doni divini si manifesteranno con il raggiungimento pieno della ragione, e anche allora non varranno direttamente attitudini o inettitudini, virt in grado maggiore o minore, per avviare allultimo rendiconto, ma sar la mediazione esistenziale nellesercizio di esse nel compimento del proprio dovere, negli studi, nel lavoro a dire la
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ogni azione cattiva ad un deficit. E come c un guadagno di pi, un altro di meno di monete dargento, e come variamente si realizza il guadagno di pi o di meno (monete dargento), allo stesso modo per le azioni buone avviene una specie di bilancio relativo ai maggiori e ai minori guadagni da parte di Colui che solo sa vagliarne lentit (simili realt Egli le considera dal punto di vista delle disposizioni interiori, della parola, dellazione, e dalle nostre libere decisioni che concorrono con realt che non dipendono dalla nostra libert) e sa valutare quale opera rappresenti un guadagno grande, quale uno meno grande, e quale un guadagno minimo; e cos nel caso contrario, nel fare i conti coi servi, si trova quale peccato sia un deficit grave, quale uno pi grave, e quale (se si deve dire cos) sia un deficit da ultimo spicciolo 4 0 o ultimo centesimo 41. Ebbene, colui che chiamiamo Regno dei cieli (simile ad un uomo, un re) chiede ragione di tutta quanta la nostra vita (13), dal momento che tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa
risposta al dono preveniente di Dio, che pu concedere la capacit prima che se ne diventi degni (Cm Gv VI, XXXVI, 342s.; sul passo, i legami con dottrine stoiche, il rapporto con Clemente Alessandrino, cf. A. Orbe, Parbolas evanglicas en san Ireneo, II, Madrid 1972, 35ss.). 32 Cf. Mt 25, 15. 33 Cf. Lc 7, 41. 34 Cf. Lc 19, 13. (11) Linteresse del periodo <> ricostruzione del testo molto corrotto suggerita dal Klostermann: il debito pu risultare o da cattiva amministrazione o da somma ricevuta in prestito, gravata da interesse e non ancora restituita. 35 Rm 8, 29. 36 Cf. Mt 25, 27. 3 7 Cf. Lc 16, 6.7. 38 Lc 39 Lc 16, 5.7. 16, 8. (12) Servi: gli amministratori della Parola ! Poich il re il Figlio di Dio, i personaggi sono chiamati da lui e davanti a lui nella risposta della loro libert alle vie divine; lintreccio segue le tematiche del
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delle opere compiute finch era nel corpo sia in bene che in male 42; ed allora, nel fare i conti, sar presentata al loro rendiconto ogni parola oziosa 43 detta dagli uomini, ed anche un solo bicchiere dacqua fresca dato da bere ad uno perch mio discepolo 44. 9. IN UN ISTANTE Questo avverr quando si verificher ci che sta scritto in Daniele: i libri furono aperti e la corte si sedette 45 . Ci sar infatti una specie di rassegna di tutte le parole dette, di tutte le azioni compiute e di tutte le cose pensate, e per potenza divina tutto ci che a noi nascosto sar portato alla luce e quanto celato sar rivelato 46 (14), affinch se si trover uno che non avr procurato di accordarsi col suo avversario 4 7, per mano del magistrato, del giudice e dellesecutore andr in prigione, finch non avr pagato fino allultimo spicciolo 48 ; se invece ci sar uno che avr procurato di accordarsi con lui e non avr
cuore dei singoli nei piani della salvezza storica, e quindi attinge tutti gli uomini, ma propriamente solo i dispensatores Verbi sono visti nella relazione stretta che, da Israele alla Chiesa, posta per i chiamati a un servizio diretto del Signore. Anche laccenno di questo paragrafo testimonia la convinzione che Origene aveva dellunit del genere umano e della dignit di ogni uomo... (I membri dellumanit) uniti nella loro origine, lo erano ancora nel loro destino,... caduta,... riscatto..., lo sarebbero infine nella loro risurrezione e nel ristabilimento escatologico della Gerusalemme celeste (J. Chnevert, Lglise dans le Commentaire dOrigne sur le Cantique des Cantiques, Bruxelles-Paris-Montral 1969, 122). 40 Cf. Lc 12, 59. 41 Mt 5, 26. 42 2 Cor 5, 10. 43 Mt 12, 44 Mt 10, 42. 36. (13) Il Regno chiede ragione della nostra vita: Entrer nel Regno chi avr la qualit dellanima accordata allo stato che esso suppone, stato che non si acquista con la parola, ma con lazione (Cm Mt Fr 148, su Mt 7, 21, in Die Matthuserklrung 3, Fragmente
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alcun debito con nessuno 49, avr decuplicato o quintuplicato la mina 50, o avr raddoppiato i cinque talenti, o da due talenti ne avr prodotti quattro 51, otterr in sorte la debita ricompensa, entrando nella gioia del Signore 52, sar costituito su tutti i suoi averi 53, oppure si sentir dire: Ricevi il potere su dieci citt 54, o: Ricevi il potere su cinque citt 5 5. Ma non dobbiamo pensare che questo sia detto nel senso che occorra molto tempo per fare i conti per tutta la durata della vita presente, s da immaginare che, facendo il re i conti ad uno ad uno con tanti servi, alloperazione occorra altrettanto tempo, fino a che giungano a termine le realt dallinizio del mondo fino alla consumazione delleone, non gi di uno, ma di molti eoni. Le cose in realt non stanno cos. Infatti, volendo ravvivare nelle memorie di tutti noi gli eventi avvenuti nellintero corso del tempo (al fine che ciascuno possa prendere coscienza del bene o del male compiuto), Dio realizzer ci in un solo istante, con ineffabile potenza (15). Noi, quando vogliamo richiamare qualcosa alla memoria, abbiamo bisogno di lungo tempo per ripercorrere interamente le cose che
[E. Klostermann - L. Frchtel], GCS [XII, 1], Berlin 1941, 74); regno del Cristo-regno di Dio-regno dei cieli: nella terminologia ora distinta ora polivalente si pu comunque esprimere la differenza fra regno in stato di formazione e regno formato; come la redenzione operata dal Cristo non ha effetto su di noi se non la facciamo personalmente nostra tale il senso del tema mistico della nascita e della crescita del Cristo nellanima , cos, poich il Cristo a stabilire il Regno fra gli uomini, la missione del Figlio consiste in qualche modo nel modellare il mondo terrestre in cui stato inviato a somiglianza della Gerusalemme celeste (cf. Crouzel, Quand le Fils transmet le Royaume Dieu son Pre, in Les fins dernires..., 366). (14) Quando (la mente o la coscienza) vedr spiegata davanti agli occhi quasi la storia dei suoi delitti, allora sar agitata e punta dai
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andiamo dicendo, che portano al ricordo ci che vogliamo evocare; non cos che far Dio, volendo farci ricordare di ci che abbiamo fatto nel corso di questa vita, affinch col prendere coscienza delle azioni compiute, possiamo capire le cose per cui siamo puniti o premiati. Ma se uno non crede alla celerit della potenza di Dio per queste realt, costui non ha ancora capito che Dio, creatore di tutte le cose, non ebbe bisogno di tempi nel realizzare una creazione cos grande del cielo, della terra 56 e di quanto c in essi (16). Anche se sembra che labbia fatto in sei giorni, occorre intelligenza per capire in che senso sia detta lespressione in sei giorniin vista di questa frase: Questa lorigine del cielo e della terra, eccetera 5 7. Si deve dunque aver lardire ed affermare che il momento del giudizio che aspettiamo non avr bisogno di durata, ma come detto della risurrezione che avverr in un istante, in un batter docchi 58, cos (penso) sar del giudizio.
propri stimoli e diventer accusatrice e testimone contro se stessa, mentre ad ognuno che ha sar dato e aggiunto, s che sappiamo che a coloro che gi in questa vita hanno un abbozzo di verit e di conoscenza sar aggiunta nella vita futura la bellezza della perfetta immagine (Princ II, 10, 4; II, 11, 4, 337.350; cf. ivi Introd. di Simonetti, 82-84); quello che veramente implica la parusia la manifestazione di Cristo e della sua divinit a tutti gli uomini, buoni e cattivi, che risulter dalla rivelazione del loro vero carattere. Il Salvatore... si far conoscere dappertutto; gli uomini si presenteranno dinanzi al suo trono... si vedranno cos come sono (J.N.D. Kelly, Il pensiero cristiano delle origini, Bologna 1992, 574; cf. Bendinelli, Lescatologia origeniana , 727; G. Filoramo, Lescatologia e la retribuzione negli scritti dei Padri, in DSBP 16, Roma 1997, 243-252). 56 Cf. Gn 2, 4. (15) Il brano di grande efficacia nella contrapposizione del ricordo improvviso e miracoloso che Dio susciter in noi nel giorno del
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10. IL DEBITORE
DI MOLTI TALENTI
Dopo questo, dobbiamo parlare del testo: Avendo egli incominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di molti talenti 59. Ecco il senso che a mio parere ha questa frase: il momento in cui inizia il giudizio quello che incomincia dalla casa di Dio 60. Il quale ordina (come scritto in Ezechiele) agli <angeli> incaricati di infliggere le pene: Cominciate dai miei santi 61, e questo avverr come in un batter docchio 62. Ma il tempo del rendiconto prende inizio (inizio va inteso come modo di pensare (17); non perdiamo di vista ci che abbiamo detto in precedenza) da coloro che devono di pi; ecco perch non sta scritto: avendo egli fatto i conti, ma avendo egli incominciato a fare i conti, gli fu presentato (allinizio del suo fare i conti) uno che gli era debitore di molti talenti 63. Egli ne aveva perduti migliaia e migliaia, e pur essendogli consegnate somme ingenti ed affidati beni numerosi, nessun guadagno ha apportato al padrone, bens tante perdite, s da essere debitore di molti talenti; e pu darsi che proprio per questo motivo dovesse molti talenti, per
giudizio al faticoso compito della memorizzazione propria alluomo in questo stato di vita (cf. Bendinelli, Il Commentario , 113); la conoscenza delle metodiche necessarie per gli apprendimenti mnemonici, ben nota allOrigene maestro, sfocia nella meraviglia per questa subitanea riaccensione degli eventi della vita di ognuno da parte di Dio. (16) Quale persona assennata creder che ci siano stati un primo secondo e terzo giorno, di sera e di mattina, senza sole, luna e astri? e il primo giorno anche senza cielo? (Princ IV, 3, 1, 513s.). Lordito narrativo del racconto protologico della Genesi appare a noi moderni... di unefficacia espressiva insuperabile: invece esso lasciava perplessi e critici gli intellettuali greci per lantropomorfismo della rappresentazione di Dio e per le incongruenze della narrazione...
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aver molte volte seguito la donna seduta sul talento di piombo, chiamata Empiet 64. Ma, a questo punto, considera che ogni peccato gravissimo che si commette una perdita di talenti appartenenti al padrone di casa. Tali sono i peccati che commettono fornicatori, adulteri, sodomiti, effeminati, idolatri 65, assassini. Non un lieve peccato, dunque, ma tutti peccati grandi e gravi deve aver commesso quello presentato al re, debitore di molti talenti 6 6. E se tu ricercassi costui in mezzo agli uomini, scopriresti che egli luomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e si innalza sopra ogni essere , (detto) dio o oggetto di culto 6 7. Ma se lo cerchi non tra gli uomini, chi altri potrebbe essere costui, se non il diavolo (18)? lui che ha prodotto un deficit di altrettanti talenti, quanti sono gli esseri umani che lo hanno accolto. lui che opera il peccato! Grande cosa infatti un uomo, e cosa preziosa un uomo misericordioso 6 8, preziosa quanto il costo di un talento (19), sia esso di oro (come la lampada doro fatta
(Rispetto al pagano Celso, Origene) sorretto dalla fede che ogni incongruenza sia voluta da Dio per facilitare il passaggio allo spirito (Prinzivalli, Omelia I: La creazione, in Mos ci viene letto nella Chiesa, 50s.). E insieme c il mistero della risurrezione del Corpo del Cristo: Allora le molte membra saranno un unico corpo... Ma spetta soltanto a Dio distinguere... da una parte la testa e dallaltra i piedi e le altre membra, quelle pi deboli, pi umili, meno decorose e pi decorose: egli comporr insieme il corpo (Cm Gv XX, XXVII, 434s.). (17) Modo di pensare/epinoia: sottolineiamo il passaggio, perch fa uso di epinoia nel senso etimologico di punto di vista dello spirito umano, con una indicazione dellaspetto artificiale che questo comporta; il termine pu anche significare uno sforzo umano di afferrare la realt, e un cogliere, separandoli, aspetti reali di un essere che di fatto non esiste se non unito: cos accade per gli attributi divini, cos per le denominazioni del Cristo, uno per la sostanza, molteplice per le epnoiai (cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 389-391; Wolinski, Le recours aux ejpivnoiai, 465s.).
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con un talento 69) o di argento, o di qualunque altro tipo di materiale si possa prendere in senso intelligibile, i cui simboli sono descritti nei Discorsi dei giorni , quando Davide si arricch di molti talenti; la loro cifra viene anche indicata: tanti talenti doro e tanti dargento e di altro tipo di metallo menzionato, col quale si edific il tempio di Dio 70. 11. IL
Pur non avendo i talenti che doveva restituire (li aveva infatti perduti), aveva per la moglie, i figli e le altre cose di cui scritto: tutto quanto possedeva 71 . Non solo pu darsi che avesse la fortuna, vendendosi con le sue cose, che il suo compratore avesse saldato tutto il debito con il prezzo di lui e delle sue propriet; ma anche possibile che, non pi schiavo del re, finisse col diventarlo del suo compratore. E vuole ottenere appunto di non
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Dn 7, 10 (LXX).
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Lc 12, 58.
essere venduto con i suoi beni e rimanere nella casa del re. Per questo, gettatosi a terra, lo adora (sa che il re Dio) (20) e gli dice: Abbi pazienza con me e ti restituir ogni cosa 72 . Era (probabilmente) un uomo intraprendente e vedeva che con seconde attivit avrebbe coperto tutto lammanco risultato precedentemente dalla perdita dei molti talenti. E questo re, davvero buono, ebbe piet del debitore di molti talenti, e lo lasci andare 73 , condonandogli di pi di quanto avesse richiesto la preghiera. Il debitore aveva promesso di restituire tutti i debiti al padrone se avesse avuto pazienza con lui 74, ma il signore si impietos di lui (non perch volesse recuperare col suo essere longanime) e non solo lo perdon, ma lo lasci del tutto libero e gli condon tutto il debito 7 5. Ma questo servo cattivo, che pure aveva implorato longanimit dal padrone per i molti talenti, si comport senza piet. Trovato infatti un altro servo come lui, che gli doveva cento denari, afferratolo lo soffocava e diceva: paga quel che devi 7 6. Non mostr un eccesso di cattiveria, se per cento denari afferr quel servo come lui, soffocandolo e privandolo anche della libert del suo respiro? Proprio lui, che per tanti talenti non era stato n
(18) significativo che il passaggio dal debitore-uomo alla potenza che al massimo debitrice il diavolo sia enunciato sulla falsariga dello sperpero dei talenti, opportunamente evocato nel contesto di una elencazione di peccati che ha al suo centro quella idolatria cui sospinge la pleonexa , la insaziabile brama di avere di pi, come afferma Col 3, 5-6, parlando del dare la morte alla parte (di noi) che appartiene alla terra; essere idolatra vuol dire erigere un oggetto o un valore creato e metterlo al posto di Dio ... tributare a quel valore creato unadorazione che spetta solo a Dio (cf. S. Schirone - R. Scognamiglio, Ricchi per ogni generosit. Economia e uso dei beni nel Nuovo Testamento, Roma 1998, 248-253; Monaci Castagno, Origene, 178-188). La prospettiva escatologica intreccia, senza confonderli, i rapporti con Dio e con il prossimo, in un riferimento teocentrico che porta a considerare i legami stessi fra gli uomini con riguardo alla
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afferrato n soffocato, ma nonostante lordine precedente di venderlo insieme a moglie, figli e quanto aveva 77, in seguito, essendosi il signore impietosito di lui (dopo che lebbe adorato) era stato lasciato andare libero e assolto di tutto il debito 7 8! cosa davvero ardua dire, in base alla intenzione di Ges, chi sia il compagno incontrato, in debito di appena cento denari non gi col suo padrone, bens col suo compagno, a sua volta debitore di molti talenti, e dire chi siano quei servi loro compagni, che nel vedere luno che soffocava e laltro soffocato, assai rattristati andarono a riferire apertamente tutto laccaduto al loro signore 79. Quale dunque sia il vero senso di questi fatti, riconosco che nessuno potrebbe spiegarlo, se Ges, che in privato, ai suoi discepoli spiega ogni cosa 8 0, non prende dimora nella loro mente, dischiude tutti i tesori oscuri, nascosti 81 e invisibili delle parabole ed offre certezza, con chiare indicazioni, a chi vuole illuminare con la luce della
sociologia degli invisibili (cf. G. Dossetti, Per la vita della citt, in La parola e il silenzio , 158s.). (19) Il diavolo per eccellenza lo sperperatore di talenti preziosi: gli uomini (Princ III, 2, 406ss.). Con questa ipotesi ardita, Origene ha spinto la sua indagine a molti elementi elencati allinizio della parabola del servo spietato; ora prender le distanze dagli interrogativi formulati, sciogliendo alcuni elementi ed omettendone altri: il silenzio pu essere il segno di una discussione di scuola della quale non opportuno consegnare a una edizione futura tutti gli elementi e insieme pu esprimere linvito fatto ai pi diligenti e amanti della sapienza (Princ, Prefazione 3, 121) di una ricerca personale di fronte alla inesauribilit del testo evangelico (cf. Bendinelli, Il Commentario, 78.145s.186s.; Bastit-Kalinowska, Origne exgte , 295). (20) Origene fa notare latteggiamento di adorazione del servo: Sa che il re Dio. La lettura odierna in chiave narratologica coglie a sua volta i gesti e le parole del grande debitore che vuole continuare a restare nella casa del re e la decisione regale a suo riguardo, che non pone condizioni o limiti al condono: la piet del Signore manifesta
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conoscenza di questa parabola, per fargli capire al tempo stesso chi sia il servo condotto dal re, debitore di molti talenti, eccetera 8 2, e chi sia laltro, debitore di cento denari 83, con tutto il resto, sia che quello riferito in precedenza possa essere o luomo iniquo 84 , o il diavolo, o nessuno dei due, bens qualcun altro, o essere umano o uno tra gli esseri sottomessi al diavolo. infatti iniziativa della sapienza di Dio (21) esporre quel che stato profetizzato in qualsivoglia modo e scritto dallo Spirito divino riguardo alle singole qualit e agli atti compiuti a seconda di queste (sia tra potenze invisibili che tra esseri umani). Ma siccome non abbiamo ancora ricevuto una mente idonea, capace di impregnarsi del pensiero di Cristo 8 5, di penetrare cos grandi realt, e con
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Rm 13, 8.
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Cf. Mt
veramente la sua capacit di concedere oltre il richiesto; peraltro il servo appena graziato esce dalla presenza del re e non sa agire con il conservo e il suo piccolo debito secondo la misericordia appena ricevuta: il cambiamento di luogo fra le due scene, descritte come temporalmente susseguentisi, denota unuscita ben pi sostanziale dallo spazio della misericordia personalmente sperimentata. Si pu rilevare che gli esiti della esegesi origeniana e lanalisi narratologica attuale confluiscono nella rilettura drammatica di questa grazia concessa o negata (cf. Grasso, La parabola del re buono, 22-28). 85 1 Cor 2, 16. 86 1 Cor 2, 10. 87 Mt 18, 23. (21) In base alla intenzione di Ges, fondersi con il pensiero di Cristo, insieme allo Spirito : le annotazioni sono quelle pi consuete per Origene, mosse da una coscienza esegetica che non si arresta a soluzioni date ma fa appello e si propaga alle cerchie dei destinatari ecclesiali sulla base dellunica Sapienza che si pu rivelare alle singole ricerche analitiche, anche le pi minute, in ordine al testo evangelico; Io credo che ogni lettera grmma mirabile scritta negli oracoli di Dio compie la sua opera... per chiunque sa usare della potenza dy namis delle lettere (Philoc 10, 1, 368s.) e proprio per questo: (I misteri) sono tali che non tanto hanno bisogno delleloquenza dellingegno umano, quanto piuttosto richiedono lispirazione della
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Origene
lo Spirito scrutare ogni cosa, anche le profondit di Dio 86, crediamo che sul senso di questo passo ci possiamo fare appena una vaga idea (22): il servo malvagio, di cui parla la parabola qui presentato per il debito di parecchi talenti, si riferisce ad un solo essere. 12. IL RE
RITORNO DEL
Varrebbe la pena prendere in considerazione in quale momento il re, un uomo (nella parabola) volle fare i conti con i propri servi 87, ed a quale preciso istante siano da attribuire queste realt di cui stiamo parlando. Se, infatti, quel momento al quale si riferiscono viene dopo, o quello della fine del mondo (corrispondente al momento del giudizio atteso), come si possono ancora sostenere le affermazioni fatte a proposito del (servo) che doveva cento denari e veniva soffocato dal servo cui erano stati condonati i molti talenti? Se invece (quel momento )
grazia divina (Om Gdc V, 1, 104; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 119-124). (22) Una vaga idea , in greco fantasa : il termine designa una esegesi personale, una dinamica interpretativa orientata verso quella spiegazione pi sublime di cui parlava al paragrafo 6 linizio della interpretazione della parabola; Origene ritorna ancora sulla ipotesi avanzata in precedenza: nel servo malvagio balena la figura della potenza demoniaca. 88 Mc 4, 34. 89 Gv 21, 25. 9 0 2 Cor 3, 3. (23) Il cuore puro pu contenere la spiegazione dello Spirito, ne capace, in senso etimologico, perch lintelligenza delle Scritture al medesimo tempo conversione al dono di cui esse sono portatrici (cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 393; von Balthasar, Spirito e fuoco in Origene: Il mondo, Cristo e la Chiesa, 172.174; de Lubac, Storia , 357-363; abbiamo accennato al testo nella Introduzione al I vol.
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anteriore al giudizio, come si potr mostrare che il re fa i conti col suo servo gi prima che esso giunga? Ma cos bisogna pensare generalmente di qualsiasi parabola, la cui interpretazione non stata riportata dagli evangelisti, che Ges spiegava ogni cosa ai propri discepoli in disparte 88 , e i redattori dei vangeli tennero nascosta la chiara spiegazione delle parabole per questa ragione, perch le cose significate da esse superavano la natura delle parole, e ciascuna spiegazione e chiarificazione di tali parabole era tale che neppure il mondo avrebbe potuto contenere i libri scritti 89 riguardo a queste parabole. Ma si potrebbe anche trovare un cuore idoneo e capace, per la sua purezza (23),
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Mt 25, 14.
(24) Abbiamo riportato questo testo nella Introduzione al I vol. di Cm Mt, 39. Proprio perch la ricerca inesauribile ed affidata alla preghiera e allilluminazione dello Spirito, le note della discussione di scuola dovranno essere a lungo vagliate prima di essere consegnate allo scritto, in vista di un pubblico ecclesiale vasto; fra una esegesi di scuola e una esegesi nella Chiesa non c per Origene tensione ma complementarit, possibile una continuit nelle attese e negli
dellintelligenza letterale della spiegazione delle parabole, in modo che venga scritta in essa nello Spirito di Dio vivente 90 . Qualcuno obbietter: potremo commettere unempiet se (a motivo del carattere segreto e misterioso di alcune realt) intendiamo che questo testo indichi cose superiori al senso letterale, e poi ci proviamo a spiegarlo, anche se, per ipotesi, ci sembrasse di averne esattamente conosciuto lintenzione. Allobbiezione da rispondere: coloro che hanno ricevuto la capacit di capire esattamente ci, sanno che cosa fare; quanto a noi, riconosciamo di essere ben lungi dal potere giungere al senso profondo di questi testi, anche se, in certa misura, otteniamo una conoscenza globale pi modesta del senso di questo passo; asseriremo che, alcune di quelle cose che, a mezzo di molta indagine e ricerca ci sembra di scoprire, sia per grazia di Dio sia per virt del nostro intelletto, non osiamo consegnarle allo scritto; mentre altre le proporremo in qualche misura, per esercitazione nostra e dei nostri lettori. E ci sia detto a nostra giustificazione, a motivo della profondit della parabola (24). Al quesito poi in quale momento il re, luomo della parabola, volle fare i conti con i suoi servi 9 1, risponderemo che probabilmente ci avviene intorno al momento annunciato per il giudizio. Questo lo dimostra una parabola verso la fine del presente vangelo ed una parabola del vangelo di Luca. Per non dilungarci nellesporne il testo chi vuole potr da
interrogativi delluomo che da ricercatore sa farsi discepolo (cf. BastitKalinowska, Conception, 676-681; Bendinelli, Il Commentario, 18.32.75-78; sulla prospettiva che attribuiamo ante litteram allAlessandrino di una esegesi alla Sorbona che sappia colloquiare con lesegesi nella Chiesa, cf. Refoul-Dreyfus, Quale esegesi oggi
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s prendere il testo dalla stessa Scrittura baster dire che la parabola del vangelo di Matteo quella che afferma che un uomo, partendo per un viaggio, chiam i suoi servi e consegn loro i suoi beni 92; ad uno diede cinque talenti, ad un altro due, ad un altro ancora un solo talento 93. In seguito, quelli hanno lavorato per i beni loro affidati 94. E dopo molto tempo viene il padrone di quei servi 95 ; nello stesso testo scritto: e regola i conti con loro 96. <Osserva dunque che cosa dice: e regola i conti con loro>; confronta ci con il testo: e avendo cominciato a fare i conti 97, e nota che defin partenza del padrone (25) quella durata di tempo in cui dimorando nel corpo, siamo in esilio lontano dal Signore 98, mentre ne definisce venuta quando, dopo molto tempo, viene il padrone di quei servi , il momento della fine del mondo nel giudizio. Infatti dopo molto tempo viene il padrone di quei servi e regola i conti con loro 9 9, e avviene ci che segue. La parabola lucana presenta pi chiaramente un uomo di nobile stirpe che part per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare 100. Al momento di partire, chiam dieci servi e consegn loro dieci mine dicendo: Impiegatele fino a quando venga 101. Ma questo uomo di
nella Chiesa?, cit.: cf. Cm Mt XIII, 11, n. [4]). 93 Cf. Mt 25, 15. 9 4 Cf. Mt 25, 16-18. 96 Mt 25, 19. 97 Mt 18, 24. 98 2 Cor 5, 6. 100 Lc 19, 12. 101 Lc 19, 13. 102 Lc 19, 14.
95 Mt 99 Mt
(25) Lesegesi sinottica della parabola pone in relazione testi che parlano di un lungo tempo di assenza del Signore, nel quale si esercita la vigilanza e responsabilit dei credenti protesi al ritorno di Lui; in prospettiva ulteriore, sono gli uomini, viventi nel corpo, ad essere esuli lontano dal Signore, e quando essi accolgono nella fede le venute intermedie del Cristo, egli assente secondo il faccia a faccia, ma presente come in uno specchio e in maniera confusa (Cm Mt Fr 503, cit., 206, con ripresa di 1 Cor 13, 12); anche il paragrafo che stiamo
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nobile stirpe era odiato dai propri cittadini e costoro gli mandarono dietro unambasceria 102, non volendo che regnasse sopra di loro. Fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re e fece chiamare a lui i servi a cui aveva affidato il denaro per vedere che cosa avevano trafficato 103. Avendo visto che cosa ne avevano fatto, tesse lelogio di colui che da una mina ne aveva prodotte dieci, dicendo: Bene, bravo servitore, poich sei stato fedele nel poco 104, e gli conferisce potere su dieci citt sottoposte al proprio regno 105; ad un altro che ha quintuplicato la mina 106, non rende lo stesso elogio enunciato per il primo, e non proferisce neppure il nome del potere stabilito per il precedente, ma gli dice appena: Anche tu sarai a capo di cinque citt 107. A colui infine che aveva legato la mina in un fazzoletto disse: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! 108 E disse ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci 109. Chi dunque, riferendosi a questa parabola, non dir
esaminando dir verso la fine che il Cristo solo in certo senso si allontana, perch il Logos-Dio perennemente presente tra i suoi (cf. R. Scognamiglio, Anthropos apodemn [Mt 25,14]: problema e stimoli per la cristologia di Origene, in Origeniana quarta , 194-200; Id., Grazia o profitto? La parabola dei talenti [Mt 25,14-30] nellesegesi di Origene, in Nicolaus 21 [1994], 239-261). 103 Lc 19, 15. 104 Lc 19, 17. 105 Cf. Lc 19, 17. 106 Cf. Lc 107 Lc 19, 19. 108 Lc 19, 22. 109 Lc 19, 24. 19, 19. 110 Lc 19, 12. (26) Il Cristo /gli amministratori della Parola /i cittadini Israele, le nazioni : con lincarnazione il Cristo diventato cittadino del mondo! LAlessandrino ben consapevole che il destino stesso del Verbo divino prosegue in certo modo nella durata della storia... Ora questo disegno non si realizza contro la volont delle creature che possono ora consentire e ora opporsi alloperazione del Logos (Fdou, La Sagesse, 333s.); rispetto ai cittadini che non accolgono il Regno, appare tutta la responsabilit della comunit cristiana, che raggiunta dal
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che luomo di nobile stirpe partito per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare 110 il Cristo, il quale in certo senso si allontana per assumere il regno sul mondo e su quanto in esso, e quelli che hanno ricevuto le dieci mine sono quelli incaricati di amministrare la Parola loro affidata (26), mentre i cittadini (con lincarnazione egli diventato cittadino del mondo) che hanno rifiutato il suo regno, rappresentano forse lIsraele che non ha creduto in lui, ma probabilmente sono anche le nazioni che non hanno creduto in lui? 13. CONCLUSIONE Questo, comunque, lho detto in riferimento al suo ritorno, quando viene col suo regno alla fine del mondo, quando fece chiamare i suoi servi ai quali aveva consegnato il denaro per vedere quanto ciascuno avesse
Verbo, deve testimoniarlo lungo la durata della storia, dal momento che la Chiesa destinata in profezia ad essere la luce del mondo, anche di tutto il rimanente genere umano e degli infedeli (Cm Gv VI, LIX, 376; cf. D. Pacelli, La Chiesa pu dirsi unEcumne? Intorno a un suggerimento di Origene , in Universalit del Cristianesimo [M. Farrugia], Cinisello Balsamo 1996, 167-174; L. Perrone, La via e le vie: il cristianesimo antico di fronte al pluralismo religioso, in Il pluralismo religioso [A. Fabris - M. Gronchi], Cinisello Balsamo 1998, 39-54). 111 Lc 19, 15. 112 Lc 19, 12. 113 Mt 18, 23-24. (27) Si riferisce alla fine. La lettura dei livelli della parabola intreccia la storia dellannuncio evangelico alla scadenza transtemporale e metastorica della fine, cos che la ipotesi degli angeli ministri e dei sudditi come potenze nemiche diviene la punta di attenzione nellambito delle realt spirituali t noet ; la simbologia della Scrittura rivela i misteri, ci che vero t aleths , sotto il velo di immagini, come abituale per la riflessione origeniana: Colui che
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guadagnato 111; e lho detto altres perch volevo mostrare, a partire da ci e dalla parabola dei talenti, che lespressione volle fare i conti con i propri servi si riferisce alla fine (27), quando ormai re e riceve il titolo regale, in vista del quale (stando allaltra parabola) part per un paese lontano per prendere un regno e poi tornare 112. Una volta tornato, dunque, e ricevuto il titolo regale, volle fare i conti con i suoi servi e, incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitori di molti talenti 113. A lui, in quanto re, fu presentato da parte di servitori suoi sudditi: degli angeli, penso. Tra i sudditi del suo regno, ce ne sar forse uno cui affidata una grossa amministrazione che non ha gestito
con la partecipazione al pane sostanziale corrobora il suo cuore, diventa figlio di Dio. Colui invece che comunica col dragone non altro che letiope inteso spiritualmente e coi lacci del dragone tramuta se stesso in serpente (Pregh XXVII, 12, 129s.; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 31-35.41-43). 114 Ap 21, 2. (28) Noi cristiani, da Israele e dalle genti, abbiamo il cuore nella Gerusalemme dellalto, anzi la nostra stessa anima, che prima era Gebus, ad essere stata cambiata, divenendo Gerusalemme, visione di pace (Om Ger V, 13; XIII, 2, 83.163). La simbologia della Gerusalemme dellalto, madre e sposa, unita al Cristo, insieme Chiesa e anima, pur prevalente in ordine al tema della citt santa biblica, non fa perdere ad Origene il rapporto con la concretezza storico-salvifica di spazi e tempi della economia divina riguardo ad Israele (cf. Sgherri, Chiesa, 410s.; L. Perrone, Sacramentum Iudeae. [Gerolamo, Ep. 46]: Gerusalemme e la Terra Santa nel pensiero cristiano dei primi secoli. Continuit e trasformazioni, in Cristianesimo nella storia . Saggi in onore di G. Alberigo [A. Melloni - D. Menozzi - G. Ruggieri - M. Toschi], Bologna 1996, 445-478; A. Quacquarelli, Luomo e la sua appartenenza alle due citt nellesegesi biblica di Gerolamo, in VetChr 33 [1996], 2, 275-288; M.I. Danieli, Il mistero dIsraele nella lettura origeniana di Rm 9-11 , in Gerin 15 [Madrid], 1997, 205-222). 115 Mt 18, 27. 116 Cf. Lc 19, 12. 117 Cf. Mt 18, 27-28.
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bene, ma ha sperperato i beni a lui affidati, s da risultare in debito di molti talenti che ha perduto. Non avendo forse costui di che restituire, il re d ordine di venderlo con la moglie, grazie alla cui unione divenuto padre di alcuni figli. Ma non impresa di poco conto vedere chi sono il padre, la madre e i figli sul piano delle realt spirituali. Per ci che attiene dunque alla realt, Dio ben sapr limpresa che vuole. Se poi a noi che labbia data o no, lo giudichi chi ne capace. Ad ogni modo, su questo punto noi proponiamo tale ipotesi: come Gerusalemme di lass madre di Paolo e dei suoi simili, cos ci potrebbe essere anche la madre di altri, in analogia a Gerusalemme madre; ci potrebbe essere, poniamo, Soene (o Memfi) in Egitto, oppure Sidone, o tante altre citt menzionate nelle Scritture. Come poi Gerusalemme sposa adornata per il suo Sposo 114, cio Cristo, cos quelle madri potrebbero essere mogli o spose di alcune potenze toccate loro in sorte (28). E come ci sono figli che hanno Gerusalemme per madre e Cristo per padre, cos ci potrebbero essere pure figli di Soene, o di Memfi, oppure di Tiro e Sidone e dei prncipi costituiti su di loro. Potrebbe anche darsi, perci, che costui che viene presentato alluomo-re, in debito di molti talenti (nel senso che abbiamo spiegato), abbia moglie e figli, ed il re abbia ordinato in un primo momento di venderli insieme a tutti i suoi averi, e in un secondo momento, preso da compassione, lo lasci andare e gli condon tutto il debito 115, non perch ignorasse ci che sarebbe avvenuto;
(29) Se non fosse uscito ... Cf. per luscita di Giuda dal cenacolo: Egli usc veramente, (non semplicemente) dalla casa, in cui era stata fatta la cena, ma usc anche completamente da Ges (Cm Gv XXXII, XXIV, 791); abbiamo gi richiamato in Cm Mt XIV, 11, n. (19), Grasso, La parabola del re buono. Origene fa ulteriormente notare la forza
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cos sta scritto che si comport, per farci sapere quel che avvenuto. Ognuno dunque di coloro che (come abbiamo spiegato) hanno moglie e figli, render conto quando verr il re a fare i conti, una volta che, ricevuto il titolo regale 116, ha fatto ritorno. Ed ognuno di costoro ha dei debitori, essendo principe di una Soene, o Memfi, oppure di una Tiro e Sidone, o di una realt simile. Questi, pertanto, dopo che fu lasciato andare e gli venne condonato tutto il debito, appena uscito dal re, trov un altro servo come lui 117. Lo soffocava (penso) proprio
25, 20.22.
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Lc 19,
narratologica delle due scene simmetriche, con i comportamenti antitetici dei conservi, la presenza esplicativa (Vetus interpretatio: enarraverunt ) dei colleghi testimoni, lepiteto conclusivo di malvagio detto dal re a motivo non del denaro sprecato ma del compagno; la cerchia dei destinatari si dilata cos a tutti i discepoli di Ges che non devono uscire dalla misericordia del Padre: lettori impliciti della parabola sono di fatto i Fratelli nella comunit cristiana. 118 Mt 18, 27. 119 Cf. Mt 18, 29. 120 Mt 18, 31. 121 Mt 18, 122 Mt 18, 34. 32. (30) Gli eretici: sono gli Gnostici che si scandalizzano dei testi ove Dio detto infliggere delle pene (cf. Danilou, Origene , 329; Vogt, Der Kommentar II, n. 47, 78); a Origene preme sottolineare la lezione della parabola, fermo restando il carattere medicinale dei castighi: Questi metodi terapeutici producono pi o meno sofferenze e tormenti a coloro che subiscono il trattamento... Tutta la Scrittura divinamente ispirata piena di testimonianze su ciascuno di questi casi... Il Dio artefice conosce le disposizioni di ciascuno e, poich questo compete a lui solo, pu condurre il trattamento con sapienza (Philoc 27, 4, in Philocalie 21/27 , 280-283); Tutti gli interventi di Dio che hanno apparenza damarezza, giovano alla nostra istruzione e tornano a rimedio. Dio medico, Dio padre... (Om Ez I, 2, 29). Non scompare mai dallorizzonte origeniano il rinvio a quella infinita pazienza e longanimit di Dio (che) stancheranno infine linfedelt delle anime (Danilou, Origene, 337; cf. la gi cit. tesi di Fernndez, Cristo mdico, 179ss.204ss.). 1 Mt 19, 1ss.
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per questo motivo, perch era uscito dal re: se non fosse uscito, non avrebbe soffocato il compagno servo (29). Osserva inoltre la sottigliezza della Scrittura: il primo gettatosi a terra, lo adorava 118; il secondo, pur gettatosi a terra, non lo adorava, ma lo pregava 119 . Il re, impietositosi, lasci andare e condon tutto il debito; il servo invece non volle neanche aver piet del suo compagno. Il re, prima del condono, aveva dato ordine di vendere lui e le sue cose; quello invece che a sua volta era stato perdonato, lo fece gettare in carcere. Inoltre fa ben attenzione: gli altri colleghi non accusavano, n parlarono, ma spiegarono 120. Lepiteto malvagio (il re) non lo disse allinizio a motivo del denaro, ma lo riserv per dopo, a motivo del suo compagno. Considera anche la modestia del re: non dice mi hai adorato, ma mi hai pregato 121; non diede pi ordine di vendere lui e i suoi averi, ma lo diede in mano agli aguzzini 122, dovendo soffrire pi grave castigo a causa della sua malvagit. E chi saranno mai stati questi aguzzini? Certo, quelli stabiliti per il castigo. Nello stesso tempo, a motivo degli eretici (30) che si avvalgono di questa parabola, bada bene: visto che accusano il Creatore di essere iracondo a motivo delle parole che mettono in luce lira di Dio, avrebbero dovuto
17.
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Lc 19, 20.
(1) Ges adempie perfettamente la funzione del didskalos, il maestro in grado di rispondere a tutte le questioni sollevate; ma lesegesi origeniana trapassa dallorizzonte scolastico al livello pi profondo: Il discorso figurato della Legge, e quello allusivo dei profeti, sono per natura loro incompiuti, e lasciano spazio al chiarimento definitivo e alla conclusione che si realizzano solo per bocca e per opera di Ges. A quel punto, per, n dalla Legge n dai profeti pu pi attendersi qualcosa di
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condannare anche questo re che sdegnato 123 consegn il debitore in mano agli aguzzini. A coloro poi che si rifiutano di ammettere che Ges consegni qualcuno agli aguzzini, occorre ribattere: e allora spiegateci voialtri chi il re che consegna il servo malvagio agli aguzzini! Ma considerino attentamente anche che detto: Cos anche il mio Padre celeste far a voi 124. Alla stessa gente ancora si dovrebbe ricordare piuttosto il contenuto della parabola delle dieci mine: che cio il figlio del Dio buono disse: Quei miei nemici, che non mi volevano ... eccetera 125. La conclusione della parabola certo adatta ai pi semplici. A tutti noi insegnato che se, pur avendo ricevuto il perdono dei nostri peccati, non perdoniamo ai nostri fratelli, avremo da soffrire gli stessi castighi di quel servo che fu perdonato, ma non perdon al suo compagno.
nuovo, o una qualche ripresa e riviviscenza: tetlestai tutto compiuto (Gv 19, 30) (U. Neri, Origene: Testi ermeneutici, Bologna 1996, 176s.; cf. Bendinelli, Il Commentario, 145). Al centro di questa parte di Cm Mt la costruzione della comunit cristiana, ma resta sempre aperto ed attuale per lAlessandrino il mistero dIsraele, il popolo che ha ricevuto la Parola attardandosi sulla lettera e non attingendone il fine. 2 Cf. 5, 21.27.33.38.43. 3 Mc 14, 29. 4 Cf. 1 Cor 2, 13. 5 Cf. Sap 14, 15. (2) Largomentazione origeniana ha un aspetto generale: nelle Scritture c una dialettica nascosto-manifesto, interiorit-esteriorit, profezia-evento; occorre passare dallattesa al Cristo, dalla Legge al Vangelo, dal senso letterale al senso spirituale delle Parole che il primo
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14. IL
COMPIMENTO
Ed avvenne, quando ebbe terminato questi discorsi 1 . Colui che avr compiutamente trattato ogni presente problema, s da non lasciarne alcuno insoluto, costui ha terminato i suoi discorsi. Ma con maggiore ardire esprimer il suo pensiero chi a sua volta pi diligentemente avr atteso a tutta quanta la lettura dellAntico e Nuovo Testamento. Dal momento infatti che
popolo legge e il Cristo spiega; peraltro occorre anche considerare nei singoli libri dellAT il grado di luce cristica attinto dalle profezie rispetto ad altri testi, storici, legali: per cui la comprensione giudaica letterale della Legge pu ritenersi erronea ma legittima prima di Cristo, mentre una comprensione giudaica letterale delle profezie sembra risultare erronea e colpevole anche prima di Cristo (cf. F. Cocchini, La lettera, il velo e lombra , cit., 101-119). (3) Avendo iniziato ai misteri. I termini intendono programmaticamente configurare lazione di svelamento della conoscenza da parte del Logos divino in termini di iniziazione delluomo ad una realt sacra (G. Sfameni Gasparro, La terminologia misterica nel linguaggio della rivelazione in Origene, in Origene e la tradizione origeniana in Occidente , Roma 1998, 227). In tale linguaggio misterico si esprime un reale approfondimento della vita evangelica e sacramentale nella Chiesa: Chi capace di dire: (Noi) siamo risuscitati con il Cristo... si trova sempre nei giorni della Pentecoste, soprattutto nei momenti in cui, salito nella stanza superiore, come gli apostoli di Ges, si dedica alla supplica e alla preghiera, per divenire
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Origene
in nessun altro caso, n di Mos n di alcuno dei Profeti, ma solo di Ges si asserisce: Ebbe terminato questi discorsi, allora si potr ben ardire nellaffermare che i discorsi li ha terminatisolo Ges, lui che venuto a porre termine e a dare compimento a ci che nella Legge era ancora incompleto (1) affermando: Fu detto agli antichi, eccetera 2; e ancora: Perch si adempisse ci che fu detto per mezzo dei profeti 3. Ma se ci sta scritto in qualche passo anche nei profeti, allora si potr fare un confronto tra i discorsi terminati dai profeti e quelli terminatidal Salvatore, per scoprire quale differenza ci sia tra loro. Anche l, comunque, si porr il quesito, se il verbo terminstia per le cose che si dicono in oracolo, o per le
degno del vento impetuoso che soffia... di partecipare alla lingua di fuoco mandata da Dio (C Cel VIII, 22, 678): un testo simile, che citiamo come esemplare rivisitazione delle solennit liturgiche, non distoglie dalla reale pratica di esse nella Chiesa, ma sottolinea che essenziale orientarle verso il significato veramente disposto da Dio per esse (cf. Danilou, Origene, 50-63; J. Laporte, Modles eucharistiques philoniens dans lEucharistie dOrigne , in Thologie liturgique de Philon dAlexandrie et dOrigne, Paris 1995, 11-48; n. 52 di Vogt, Der Kommentar II, 78-80, con richiami al Contro Celso; Danieli, Omelie X e XVI, 116). (4) Nella predicazione del Vangelo si manifesta la forza del Verbo, che senza laiuto di maestri avvince i credenti con la persuasione che nasce dalla potenza divina (C Cel I, 62, 114s.). La divina potenza che trasform gli Apostoli e agiva attraverso la loro parola rendendola efficace... operava nello stesso tempo in coloro che erano raggiunti dallannuncio evangelico e continua a operare tuttora... La fede dei nuovi cristiani suscitata dalla potenza di Dio e si fonda su di essa (Mosetto, I miracoli evangelici, 150). 10 Mt 7, 28. 11 Mt 18, 23. 12 Mt 19, 1. 1 3 Mt 19, 2. (5) Abbiamo gi considerato il senso di questa pienezza riscontrata nelle parole dette dal Cristo; sono rilievi che si potrebbero estendere ad altri aspetti della esegesi origeniana: Dove (si) tratta della nascita di un giusto, detto che i giorni si compiono... La nascita del giusto ha la sua pienezza (Om Lc IX, 3, 86: il testo si riferisce alla
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affermazioni di Mos o uno dei profeti, oppure per entrambi i casi (2). Infatti laccurata osservazione dovrebbe suggerire pensieri assai elevati a coloro che sanno comparare cose spirituali con cose spirituali e perci parlano di queste cose, non con linguaggio suggerito da sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito 4. Ma un altro potrebbe intendere pi sottilmente il verbo termin posto l in riferimento a realt pi misteriose (stando al detto: uno consegn ai dipendenti misteri e riti 5 , non in maniera lodevole: i misteri di Dio uno li consegna a quelli che ne sono degni, e cos i riti, al pari dei misteri), e potrebbe dire che (Ges) termin un rito, dopo aver iniziato costoro (3): in forza di quel rito, i discorsi si rivelarono potenti, s che il vangelo 6 di Ges fosse annunciato nel mondo intero 7, e grazie al rito divino imperasse su ogni anima che il Padre attira verso il Figlio, secondo la parola del Salvatore: nessuno viene a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato 8. Perci anche la parola di coloro che per grazia di Dio sono ambasciatori del vangelo, e la loro predicazione non si bas su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello
nascita del Battista); Osserva pure tu, o uditore, se in tutta la Scrittura possa trovare da qualche parte che questo appellativo anziano e pieno di giorni venga attribuito ad un peccatore (Om Gs XVI, 1, 227: il brano riguarda Ges di Nave, figura di Ges Salvatore). A questo punto del racconto di Matteo, si verifica non a caso una svolta: i discepoli hanno ricevuto i dati distesi, ecclesiologici, degli addensati misterici precedenti come la confessione cristologica di Cesarea e la luce della Trasfigurazione ; Mt 19,1 segna un inizio, con il viaggio verso la Giudea e Gerusalemme (cf. N. Casalini, Il Vangelo di Matteo come racconto teologico, Jerusalem 1990, 52-55.91ss.). 14 Cf. Mt 19, 27. 15 Mt 9, 9. 16 Mt 19, 28. (6) Lo seguono... avevano lasciato tutto ... si alz: In questa fase nuova del racconto evangelico, Origene riprende il tema della sequela,
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Spirito e della sua potenza 9, manifestazione e potenza per mezzo delle quali furono terminati i discorsi dellinsegnamento di Ges (4). Anche tu, dunque, osserverai quante volte e in riferimento a quali persone detto il verbo termin. Come esempio prenderai quanto fu detto nel caso delle beatitudini e di tutto linsegnamento, cui segue laggiunta: Ed avvenne, quando Ges ebbe terminato questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento 10 . Anche in questo testo, la frase: Ges termin questi discorsi si riferisce al contesto immediato, alla parabola ricolma di senso mistico, nella quale il regno dei cieli simile ad un re che volle fare i conti con propri servi 11, ma ancor prima di essa, (lespressione si riferisce) a ci che scritto antecedentemente alla parabola. 15. LA
SEQUELA
Ad ogni modo Ges, terminato che ebbe questi discorsi (5), pronunciati in Galilea nei dintorni di Cafarnao, part di l e and nei confini della Giudea 12, territorio ben distinto dalla Galilea. Venne dunque ai confini della
che ora assume tutta la pregnanza della salita a Gerusalemme, nella gradualit degli approcci alla Persona e al mistero di Ges, delineati fin dagli inizi del libro X e che proseguiranno nellattenzione di tutto il Commentario (cf. Introduzione di R. Girod a Origne, Commentaire sur lvangile selon Matthieu I [Livres X-XI], SC 162, Paris 1970, 68-72 e la nostra Introduzione a Cm Mt, vol. I, al paragrafo su I discepoli , 20ss.). 1 Mt 19, 3ss. 2 Mc 10, 2. (1) La Vetus interpretatio intende gli insegnamenti che seguiranno, rivolti dal Salvatore a coloro che lo mettono alla prova: dogmata pietatis (cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 54, 80). 3 Mt 18, 3. 4 Mt 19, 4. 5 1 Pt 3, 7. 6 Gal 6, 2.
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Giudea: non proprio dentro, ma per cos dire ai margini. E lo segu molta folla 13, che egli guar ai confini della Giudea, oltre il Giordano, in cui veniva amministrato il battesimo. Ma osserverai la differenza tra la folla, che adesso si limita a seguirlo, e Pietro e gli altri che per seguirlo avevano lasciato tutto 14, e Matteo che si alz e lo segu 15. Non lo segu semplicemente, ma si alz. Di grande significato questa aggiunta : si alz (6). Dunque, sono sempre molti (come le folle) quelli che seguono, senza n alzarsi per seguire, n lasciare le cose del passato. Pochi sono invece quelli che si alzano e (lasciando tutto) lo seguono. Nella nuova creazione essi sederanno sui dodici troni 16. Se uno vuole essere guarito, non gli resta che seguire Ges.
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57 Gn 2, 4. Ez 9, 6 (LXX).
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Mt 18, 24.
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Pt 4, 17.
(2) Sciogliere: quale senso dare al termine? Sembra che in certo modo il matrimonio sia sciolto dalladulterio che ne esso stesso una rottura, ossia che non sia pi possibile la comunanza di vita... Ma dal momento che la Chiesa, sulla scorta di Paolo, proclama: La donna legata al marito fino a che egli vive, essa suppone necessariamente che il marito legato alla moglie fino a che essa vive, e che egli non pu di conseguenza unirsi ad unaltra donna, vivente sua moglie (H. Crouzel, Lglise primitive face au divorce, Paris 1971, 76s.). Il discorso complesso che segue sviluppa il rinvio di Ges alla creazione e rientra
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LA CHIESA-SPOSA
16. LA
nel richiamo origeniano alla santit della Chiesa: anche in ordine al matrimonio, lAlessandrino consegna allidentit cristiana una insopprimibile esigenza di dedizione a Dio (cf. Danilou, Origene, 6376). 7 Mt 19, 4; Gn 1, 27. 8 Mt 19, 6. 9 Mt 19, 6. 10 Mt 19, 11 Gn 1, 26. 12 Cf. Gn 2, 7. 1 3 Cf. Gn 2, 21-22. 14 Gn 6. 15 Gn 2, 24. 1, 27. (3) Il tema della doppia creazione espresso con chiarezza: in Gn 1, 26-27 si parla di maschio e femmina creati secondo limmagine di Dio lanima preesistente unita al Verbo e la sua Sposa, la Chiesa delle intelligenze preesistenti , in Gn 2, 21-27 delluomo plasmato dalla polvere della terra e della donna tratta dal suo fianco, ossia della creazione dei corpi consecutiva alla caduta precosmica di questi ultimi detto che sono una sola carne ; altrove Origene richiama, a proposito delle due creazioni, luomo interiore e luomo esteriore, che san Paolo distingue in ogni individuo (cf. Crouzel, Thologie, 150.148153; Id., Lglise, 77). Al di l della distinzione fisica in maschiofemmina, la facolt distintiva dellessere umano consiste nellimmagine del Logos... immagine diretta del Padre attribuibile alla donna in quanto essere umano allo stesso titolo del maschio (G. Sfameni Gasparro, La donna nellesegesi patristica di Gen 1-3, in La donna nel pensiero cristiano antico [U. Mattioli], Genova 1992, 31). 16 Gn 2, 7. 17 Gn 2, 22. (4) La etimologia si trova ancora in Origene, La Lettre Africanus sur lhistoire de Suzanne (N. De Lange), SC 302, Paris 1983, 561.575s. Nella ripresa in due tempi (Gn 1, 27 e 2, 22) del
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In seguito sta scritto: Gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova, chiedendo: lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? 1 (Lequivalente riferito anche da Marco 2). Dunque, tra coloro che si avvicinavano e facevano domande a Ges, cerano di quelli che lo interrogavano allo scopo di metterlo alla prova. Se il nostro Salvatore, pur essendo cos grande, si fa mettere alla prova, quale dei suoi discepoli, stabilito per esercitare un insegnamento, si urterebbe di essere messo alla prova da taluni che fanno domande, non per desiderio di sapere, bens con proposito di mettere in difficolt? Raccogliendo dei testi su questo argomento, ne potresti trovare molti nei quali oltre ai Farisei, anche altri (come un dottore della Legge, e forse degli scribi) misero alla prova il nostro Ges, per cui, se metti insieme quel che riguarda coloro che lo tentano, dallindagine potresti ricavare qualche utilit per la comprensione di queste parole. Tuttavia, a coloro che lo mettono alla prova, il Salvatore replica con insegnamenti (1). Quelli domandavano: lecito ad un uomo rimandare la propria
mistero del Logos e della creatura razionale pu forse scorgersi la trasformazione da parte della tradizione ortodossa alessandrina di una suggestione valentiniana (E. Prinzivalli, Origene, in Donna e matrimonio alle origini della Chiesa [E. Dal Covolo], Roma 1996, 76); I Valentiniani dicono che con le parole: Li fece a immagine di Dio, li fece maschio e femmina [Gn 1, 27], indicata la migliore emissione di Sophia, della quale gli elementi maschili costituiscono lelezione e i femminili la chiamata... Riguardo ad Adamo, lelemento maschile rimase in lui, ma tutto il seme femminile portato via da lui divent Eva [Gn 2, 22]); la separazione di Adamo da Eva simboleggia la separazione di Sophia dal Logos ( Estratti da Teodoto 21, 1-2, in Testi gnostici in lingua greca e latina [M. Simonetti], Milano 1993, 358s.506; cf. Strutwolf, Gnosis, 303ss.). 18 Gn 3, 16. 1 9 Cf. 1 Cor 6, 17. 20 Mt 19, 6. 21 Cf. Prv 19, 11.
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moglie per qualunque motivo? 3. Ed egli: Non avete letto che il Creatore dal principio li cre maschio e femmina? eccetera 4. Ritengo che questo quesito i farisei glielo ponessero, per coglierlo in fallo, qualunque fosse la sua risposta. Se infatti avesse detto: lecito, lo avrebbero accusato di dissolvere i legami coniugali per ogni minimo motivo; se invece avesse risposto: non lecito, lo avrebbero accusato di consentire ad un uomo di convivere con una donna anche in stato di peccato. Come quando si era trattato del tributo: se avesse risposto di pagarlo, lo avrebbero accusato di voler sottomettere il popolo ai Romani, e non alla legge di Dio; se invece avesse detto di non pagarlo, lo avrebbero accusato come sobillatore di guerra e di sommossa, per eccitare alla ribellione gente che non poteva mettersi contro un esercito tanto forte. Ma non prevedevano la risposta irreprensibile e saggia che avrebbe dato loro: in primo luogo, non ammettendo di rimandare la propria moglie per qualsiasi motivo; e in secondo luogo, contestando le obbiezioni sul libello del
(5) Poich di tutte le cose fatte da Dio si dice che sono congiunte e unite, come cielo e terra, sole e luna; cos dunque, per mostrare come anche luomo sia opera di Dio, e sia stato creato con armonia e unione adeguata, dice, prevenendo: Maschio e femmina li fece; al passo ora citato segue lo sviluppo allegorico per cui luomo interiore consta di spirito (maschio) e anima (femmina) che devono avere fra s mutua concordia e consenso (Om Gn I, 14.15, 57; cf. Prinzivalli, Omelia I: La creazione , in Mos..., 49): come per l uomo interiore possibile laccordo fra lo spirito e lanima, cos possibile la sinfonia e larmonia fra gli sposi: Se non ci fosse fra uomo e donna questa armonia reciproca, non si potrebbe parlare cos (Eph Fr XXIX , 566). (6) Carisma il casto celibato e lunione matrimoniale: attraverso vie di ricerca molteplici e interrogativi non facili, lo sguardo di fede e lesigenza di una coscienza ecclesiale riguardo alle nozze portano Origene a cogliere e a parlare del matrimonio ben al di l di qualunque
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ripudio. Osservava infatti che non qualsiasi motivo buono per sciogliere (2) un matrimonio e che il marito deve vivere con la moglie, trattandola con rispetto come un essere pi debole 5 e portandone i pesi 6 anche in caso di peccato. E i Farisei, che si gloriano degli scritti di Mos, li confonde citando le parole scritte proprio nel libro del Genesi: Non avete letto che il Creatore da principio li cre maschio e femmina, eccetera 7? E vi aggiunge, con le parole: E i due saranno una sola carne 8, linsegnamento connesso con lespressione una sola carne, vale a dire: Cos che non sono pi due, ma una carne sola 9. Ma onde scongiurare (il rischio) che si rimandi la propria moglie per qualsiasi motivo, ecco laffermazione: Quello che Dio ha congiunto, luomo non separi 10.
riserva o settarismo: il tema ritorner ampiamente in Cm Mt XV,4, nel confronto fra la castit cristiana, generata dalla spada del Logos, dalla parola di Dio, e lencratismo eterodosso, avente varie origini riconducibili comunque a teorizzazioni umane. Il brano che stiamo esaminando si muove nella dinamica esegetica che va da Gn 1, 27/2, 24 fino a Ef 5, 22-23: lintrecciarsi della realt antropologica con il livello simbolico che punta al mistero nuziale di Cristo e della Chiesa come primale conduce a riconoscere nel matrimonio pi ancora che una dignit: un carisma (cf. Crouzel, Origene, 201ss.; Id., Virginit et mariage , 134). 22 1 Cor 7, 7. 23 Ef 5, 25. 24 1 Tm 4, 1. 25 1 Tm 4, 2. 26 Cf. 1 Tm 4, 3. 27 Cf. Ef 5, 31.32. 28 Lc 23, 18. 29 Lc 23, 21. (7) Il tema della Sinagoga non credente in Cristo che si allontana dallo Sposo va visto nel complesso del mistero dIsraele: Poich hanno ricevuto il libello di ripudio, per questo sono stati completamente abbandonati. Dove infatti ci sono ancora profeti presso di loro? Dove ancora segni...? Dove una manifestazione di Dio? Dove il culto, il tempio, i sacrifici? Sono stati eliminati dal proprio luogo; tuttavia in questo stesso testo Origene enuncia il mistero della ripudiata Dalla loro caduta la salvezza per le genti, cos da provocare la loro emulazione (Rm 11, 11) : Donde infatti viene a me, nato non importa dove,... di parlare ora delle promesse di Dio e di
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Da osservare, peraltro, nella citazione evangelica delle parole del Genesi: esse non sono riferite nello stesso ordine in cui furono scritte. A mio parere non si tratta delle stesse realt, delluomo creato secondo limmagine di Dio 11 e di quello tratto dal fango della terra 12 e (della donna tratta) da una costola di Adamo 13. Infatti il passo in cui detto: maschio e femmina li cre 14, relativo alluomo secondo limmagine; quello invece in cui detto: per questo luomo abbandoner suo padre e sua madre , eccetera 15, non relativo alluomo creato secondo limmagine (3). In un momento successivo, Dio plasm luomo, prendendo del fango della terra 16 e plasm laiuto dalla sua costola 17. Intanto considera attentamente: nel caso della creazione secondo limmagine, non stato detto uomo e donna, bens maschio e femmina. Questo dettaglio labbiamo osservato anche nel testo ebraico: uomo designato col termine IS, maschio col termine ZACHAR; e ancora donna designata con il termine ISSA, femmina con UNCKEBA. Non donna, e neanche uomo, in alcun caso, ad immagine, ma quelli che sono superiori (sono detti) maschio, e quelli
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Mt 18, 24.
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Cf. 1 Cor 6, 9.
credere nel Dio dei patriarchi... e di ricevere per grazia... Ges Cristo, il preannunciato dai profeti? (Om Ger IV, 2, 60; cf. Sgherri, Chiesa, 122127; Danieli, Il mistero dIsraele , 217s.). Dal momento che lo sviluppo esegetico origeniano ha di mira il rapporto del Cristo con lunica Sposa la Sinagoga non credente che si allontanata dal marito e la Chiesa venuta alla fede da Israele e dalle genti non se ne pu dedurre alcuna conclusione concernente la possibilit di ripudio e nuove nozze per quel che concerne la istituzione matrimoniale nel NT (Crouzel, Lglise primitive, 78s.). (8) Ho abbandonato la mia casa, ho lasciato la mia eredit... Guardami colui che essendo in forma di Dio nei cieli... Dio la sua casa... Viene nel luogo terrestre (Om Ger X, 7, 130): quando il Cristo lascia la casa di Dio non abbandona la sua identit divina, anzi la knosi rivela il suo essere Figlio nel volto vero della compassione del
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inferiori femmina. Ma anche se luomo abbandona suo padre e sua madre, si unisce non alla femmina bens alla sua donna, ed i due diventano (essendo, nella carne, uomo e donna) una carne sola (4). In seguito il Salvatore, descrivendo ci che deve esserci tra i due, congiunti da Dio in maniera degna dellunione realizzata da Lui, aggiunge: Cos che non sono pi due. E appunto, l dove c concordia, accordo e armonia delluomo con la donna e della donna con luomo, luno che comanda e laltra che obbedisce, secondo la parole: egli ti dominer 18, veramente si pu dire, di tali persone, che non sono pi due (5). In seguito, dovendo riservarsi a colui che aderisce al Signore lespressione: diventato con Lui un solo spirito 19 , nel caso di due persone unite da Dio, si aggiunge a non sono pi due, ma una carne sola 20. stato Dio a congiungere i due in una sola realt, perch non siano gi due, l dove una donna resa adatta alluomo da parte di Dio 21. E poich Dio che li ha congiunti, per questo motivo in quelli che sono stati congiunti da Dio c un carisma (6). Questo, Paolo lha ben capito, per cui afferma in termini paritari che come carisma il casto celibato, cos lo anche lunione matrimoniale secondo la parola di Dio,
Padre (cf. Fdou, La Sagesse, 319-321). Lo sviluppo sulla Incarnazione, con il richiamo alla unione del Cristo e della Chiesa nella preesistenza, fonde in unit la vita storica di Cristo nella sua carne e la vita mistica nella sua Chiesa, limmagine del corpo di cui Cristo il capo e i cristiani le membra, e quella dellunione tra Cristo e la sua Chiesa (de Lubac, Storia, 390s.; cf. von Balthasar, Parola e mistero, 41; Rius-Camps, El dinamismo trinitario, 170-172.313; G. Bardy, La thologie de lglise de saint Irne au concile de Nice , Paris 1947, 152). Ancora con san Paolo: Questa Chiesa amata dal Cristo... sono i cristiani nel concreto della loro vita religiosa amati dal Cristo e che ne ricevono la vita... e sono tuttavia i cristiani in quanto appartengono alla
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quando dice: Vorrei che tutti fossero come me, ma ognuno ha il suo proprio carisma da Dio, chi in un modo, chi in un altro 2 2. I coniugi uniti da Dio, poi, pensano e vivono le parole: Mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ama la Chiesa 23. Dunque, il Salvatore diede ordine che luomo non separi ci che Dio ha congiunto, luomo invece vuole separare ci che Dio ha congiunto, quando si allontana dalla sana fede 24, e d retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotto dallipocrisia di impostori gi bollati a fuoco dalla propria coscienza 25, che vietano non solo di fornicare ma addirittura di sposarsi 26 , e separa i coniugi uniti per opera della provvidenza di Dio. Ci dunque sia detto, osservando le parole riguardo a maschio e femmina, uomo e donna, come insegn il Salvatore nella risposta data ai Farisei.
Chiesa celeste, mentre compiono la loro edificazione nel Cristo e la costruzione del corpo celeste (L. Cerfaux, La Thologie de lglise suivant saint Paul, Paris 1965, 304.271-304). (9) Abbiamo richiamato il passaggio nella Introduzione a Cm Mt, vol. I, 7; la presenza del Logos incarnato, che anima le membra ecclesiali, risveglia in esse, in risposta, un amore verso Dio che rimane per sempre (cf. Vogt, Das Kirchenverstndnis, 344-346). 39 Dt 24, 1-4. 40 Mt 19, 8. 41 Rm 7, 14. 4 2 1 Cor 7, 3940. (10) Il senso spirituale (t pneumatikn); il passaggio fondamentale elevarsi al Vangelo che fa comprendere la Legge nel suo vero senso: Chi (ha) in s lo Spirito di Dio, costui sa che la Legge spirituale: cosa che logico venga detta della Legge di Mos. questa infatti ad essere Legge spirituale e spirito vivificante per colui che la comprende in modo spirituale; a chi invece la comprende in modo carnale si ricorda che Legge della lettera e lettera che uccide (Cm Rm VI, IX, cit., I, 338s.; cf. de Lubac, Storia , 300; Crouzel, Origne et la connaissance, 44; Id., Lglise primitive, 80: I precetti delle
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17. IL CRISTO E
LA
CHIESA
Ma giacch lApostolo applica le parole: e i due saranno una sola carne al Cristo e alla Chiesa 27 , dobbiamo dire che Cristo non per altra ragione ha rimandato la prima moglie, la Sinagoga del passato (chiamiamola cos) attenendosi alle parole: luomo non separi ci che Dio ha congiunto , se non (per quella di) quando la prima moglie si mise a fornicare, indotta in adulterio dal Maligno e assieme a lui ord trame contro il marito e lo fece mettere a morte nel dire: Togli tale uomo dalla terra 2 8 e Crocifiggilo, crocifiggilo! 29. Fu dunque lei ad allontanarsi, pi che il marito a mandarla via e ripudiarla (7). Ecco perch, nel biasimarla per essersi allontanata da lui, dice nel libro di Isaia: Qual il libello di ripudio di vostra madre, con cui lho ripudiata? 30. Colui che in principio (essendo di condizione divina 31) cre colui che ad immagine, e fece lui maschio e la Chiesa femmina, ad entrambi fece dono dellunit secondo limmagine. Per amore della Chiesa luomo, cio il Signore, lasci il Padre
Scritture antiche sono realizzati spiritualmente nel Cristo, mentre sono per la maggior parte i comandamenti di ordine giuridico e di cerimoniale diventati caduchi secondo la lettera nella Nuova Alleanza). 43 Cf. Dt 24, 1. (11) Delle leggi secondo Mos, alcune sono di Dio, altre di Mos e il Signore sapeva la differenza tra le leggi di Dio e quelle di Mos; ora Mos, ministrando a Dio diede leggi seconde a quelle di Dio, e cos Paolo ministrando al Vangelo diede leggi seconde a quelle ecclesiastiche, oltre a quelle che venivano da Dio mediante Ges Cristo (Fr Cor XXXV in [Origen on] I Corinthians Fr. [C. Jenkins], in JThS IX [1908], 505; trad. Sgherri, Chiesa, 174): la economia pedagogica che Mos rappresenta va compiuta e insieme trascesa nel Cristo, ma resta daltra parte la santit paradigmatica di
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(presso cui si trovava essendo di condizione divina 32) e lasci anche la Madre, essendo egli stesso figlio della Gerusalemme di lass, e si un a sua moglie, precipitata quaggi, e i due sono diventati quaggi una carne sola (8). Per amore di lei, anchegli divenne carne, allorch il Verbo si incarn ed abit in mezzo a noi 33. E non sono certo pi due, ma ora sono una sola carne, giacch alla donna <chiesa> vien detto: voi poi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per sua parte 34; in effetti il corpo di Cristo non realt a parte, diversa dalla Chiesa, essendo questa suo corpo e sue membra, ciascuno per sua parte 35 ; e fu proprio Dio a congiungere questi che non sono pi due, ma sono diventati una sola carne, ordinando che luomo non separi la chiesa dal Signore. E colui che ha proprio cura di s, s da non essere separato <da Cristo>, ha certezza che non ne sar separato (9) e pu ben dire: Chi ci separer dalla carit di Cristo? 36. In questo passo dunque sta scritta la parola detta ai Farisei: Ci che Dio congiunse, luomo non separi . Ma a coloro che sono superiori ai Farisei si potrebbe dire: Che niente separi quel che Dio congiunse, n principato, n potest 37. Infatti Dio che li ha congiunti pi forte di tutti gli esseri che si possano nominare, avendoli conosciuti.
quel suo essere ministro di Dio che accetta le disposizioni nella loro stessa transitoriet. Si ricorder quanto nota Gregorio di Nissa sul vertice della vita mistica di Mos servo del Signore: Dopo esser passato per tanti successi, allora ritenuto degno di questo appellativo sublime, in modo da esser chiamato servo di Dio, che equivale a dire che egli fu superiore a tutto. Infatti, uno non pu servire Dio se non diventa superiore a tutto quello che c nel mondo (Gregorio di Nissa, La vita di Mos II, 314 [M. Simonetti], Milano 1984, 246ss.). (12) Il testo complesso e articolato intreccia varie figurazioni sulla Sinagoga madre del popolo la parte di Sion infedele dellAT e quella non credente del tempo di Cristo : si allontanata da s dal marito , la
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18. IL LIBELLO
DEL DIVORZIO
Dopo ci, esaminiamo la domanda che i Farisei rivolsero a Ges: Perch allora Mos ha ordinato di darle il libello del ripudio, e di mandarla via? 38. A buon motivo si cita il testo del Deuteronomio circa il libello del ripudio, che dice cos: Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perch ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, eccetera, fino a: non contaminerete la terra che il Signore vostro Dio vi ha dato in eredit 39 . Ora io mi pongo il quesito inerente al senso di questa legge: non si deve cercare nella Legge nulla al di l del testo (giacch non fu Dio a darla), oppure fu necessario dire ai Farisei (che si erano valsi dellargomento: Mos ha comandato di dare il libello del ripudio e di mandarla via): Per la durezza dei vostri cuori Mos vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu cos 4 0?
prima moglie cui viene consegnato il libello del ripudio; ci sono sviluppi successivi nella vicenda di infedelt della Sinagoga antica che si estranea dalla Legge nella quale il Verbo divino suo Sposo e che culminano nella cosa vergognosa, la consegna alla morte dello Sposo stesso; daltra parte a questo non trovare pi grazia della Sinagoga, corrisponde la chiamata dei gentili: Allo stesso modo in cui un tempo il popolo ebreo, senza speranza in mezzo agli uomini e reietto, ottenne misericordia da parte di Dio, cos dunque anche ora il popolo dei gentili, che era disprezzato e considerato come perduto da coloro che si gloriano nella circoncisione, ha ottenuto misericordia (Cm Rm VII, XVIII, cit., II, 23). Origene considera qui la contemporaneit nellordine storico-salvifico, non la successione strettamente cronologica degli eventi commentati. (13) Chi colui che dice: A causa mia stata completamente distrutta tutta la terra? Dice cos il Cristo, prima del cui ingresso nel mondo cerano stati s molti peccati nel popolo ma non tali che dovessero essere completamente abbandonati e consegnati a una cattivit lunghissima (Om Ger XI, 1, 133); si noter che il testo di Cm
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Origene
Ma se ci si elevasse al vangelo di Ges Cristo, che insegna che la Legge spirituale 41, si cercherebbe il senso spirituale (10) anche di questa legge. Chi poi vuole interpretare in senso allegorico, dir anche questo: come Paolo, confidando nella grazia divina che possedeva, ha detto: La moglie vincolata al marito per tutto il tempo che vive; ma se il marito muore, libera di sposarsi con chi vuole: purch ci avvenga nel Signore. Ma se rimane cos, a mio parere meglio: credo infatti di avere anchio lo Spirito di Dio 4 2 (in questo contesto infatti ha fatto bene ad aggiungere: credo di avere anchio lo Spirito di Dio, dopo aver detto: a mio parere, affinch non lo si disprezzasse come privo di Spirito di Dio), allo stesso modo Mos, in virt del potere di legiferare a lui conferito (11) faceva alcune concessioni alla durezza di cuore del popolo, tra cui quella di ripudiare le proprie mogli , sarebbe stato obbedito in ci che stabiliva, sia seguendo il suo parere sia attenendosi alla legislazione in merito, avvenuta con lo Spirito di Dio. Si dir: se dunque una legge spirituale ed unaltra no, anche questa legge, anche questa spirituale, ed occorre cercarne il senso spirituale. 19. CRISTO E ISRAELE Memori di quanto detto sopra circa il testo di Isaia sul libello del ripudio, diremo che la madre del popolo si allontanata da s dal marito, cio dal Cristo, ma senza
Mt prima ha detto della madre del popolo che si allontanata, poi dice che il Cristo si allontan da lei: Dicendo: La vostra casa vi sar lasciata deserta, d seguito a questo uscendo dal tempio e andandosene, mostrando anche mediante ci lallontanarsi della grazia divina dal popolo dei Giudei (Cm Mt Fr 465, cit., 192; cf. M. Marin, Gerusalemme e la casa deserta [Mt 23, 37-39, Lc 13, 34-35]
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riceverne il libello del ripudio. In seguito per, quando si trov in lei una cosa vergognosa, e non trov grazia davanti a lui 43, le fu scritto il libello del ripudio. In forza di ci, la Nuova Alleanza, nel chiamare i gentili alla casa di colui che aveva mandato via la moglie di prima, consegn il libello del ripudio alla prima moglie, allontanatasi da suo marito, dalla Legge e dal Verbo (12). Per questo, anchEgli si allontan da lei e ne spos (per cos dire) unaltra, avendo consegnato nelle mani della prima il libello del ripudio. Segno che lei ha ricevuto il libello del ripudio il fatto che Gerusalemme stata distrutta, insieme a quello che loro chiamavano santuario e a tutti gli altri presunti riti religiosi ivi celebrati, con laltare degli olocausti e tutto quanto il culto celebrato presso di esso. Segno del libello di ripudio il fatto che non possano pi celebrare le loro feste (13) neanche secondo la lettera, anche se la volont della legge ordina di celebrare nel luogo che il Signore avr scelto 44. Ma segno del libello del ripudio anche il fatto che tutta la Sinagoga sia nellimpossibilit di lapidare coloro che hanno commesso questi o quei peccati, e di mettere in pratica migliaia di prescrizioni, e che non c pi un profeta 45, e dicono: non
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Mt 18, 24.
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2 Ts 2, 3-4.
nellesegesi origeniana in Origeniana secunda, 215-227; Sgherri, Chiesa, 124-126). 44 Dt 14, 22; 16, 1. 45 Sal 73, 9. 46 Ibid. 47 Is 3, 1-3. 48 Dt 24, 1. 49 Lc 23, 21.18. 50 Mt 27, 25. 51 Lc 21, 20. 52 Ibid. (14) Tutto il popolo grid che (Pilato) rilasciasse Barabba e consegnasse Ges alla morte. Ecco: hai il capro che stato mandato vivo nel deserto portando con s i peccati del popolo che grida e dice: Crocifiggilo, crocifiggilo!. Questi dunque il capro vivo mandato nel deserto, e laltro il capro che stato offerto come vittima al Signore per espiare i peccati e ha compiuto in s la vera propiziazione per i
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Origene
vediamo pi le nostre insegne 46. Ancora (dice la Scrittura): II Signore infatti ha tolto dalla Giudea e da Gerusalemme stando alle parole di Isaia luomo e la donna forte, il gigante ed il prode, eccetera, fino a lintelligente ascoltatore 47. Ma pu darsi che il Cristo, in un primo momento, si sia preso in moglie la Sinagoga e sia vissuto con lei; e che successivamente questa non abbia trovato grazia davanti a lui. E la ragione per cui non trov grazia davanti a lui fu che si trov in lei qualche cosa di vergognoso 48. Che cosa, effettivamente, ci fu di pi vergognoso quando si tratt di liberare uno durante la festa del loro aver preferito liberare Barabba, il ladrone, e condannare Ges (14)? Che cosa c di pi vergognoso del dire tutti contro lui: Crocifiggilo, crocifiggilo? e: Togli costui dalla terra 49? Come non sar cosa vergognosa anche quel grido: Il sangue di lui ricada su noi e i nostri figli 50? Ecco perch egli si vendic. Gerusalemme fu circondata da eserciti 5 1, sovrastata dalla sua
popoli che credono in lui (Om Lv X, 2, 236): questo resta uno dei testi figurativi pi rilevanti in cui Origene abbia visto balenare il mistero della Passione redentrice (cf. anche C Cel VIII, 42-43, 698s., ove si accenna al senso della distruzione di Gerusalemme). 53 Mt 23, 38. 5 4 Is 1, 8. 55 Cf. Col 2, 14. 56 Cf. Dt 24, 57 Cf. Dt 24, 2. 1. (15) Laccenno al documento scritto dice che a Origene sempre presente che solo la potenza di Dio pu far sorgere dei figli di Abramo da quelle pietre che sono i pagani (Cm Gv VI, XXII, 325) la Chiesa fatta dei salvati (Cerfaux, La Thologie, 284) . (16) Sar la disposizione, leconomia di Dio a non lasciare la Sinagoga assoggettata al brigante Barabba, alla potenza malvagia; la fede di Origene che, sulla base di san Paolo, legge gli eventi entro la durata della settimana del mondo, come in questaltra riflessione sul ripudio desunta dalla immagine del levirato: Il Signore disse a Mos:
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desolazione 52 , la loro casa lasciata deserta 53 e la figlia di Sion abbandonata, come capanna in una vigna, come casotto in un campo di cocomeri, come citt assediata 54 . Fu a questo punto (penso) che il marito scrisse per la moglie di prima il libello del ripudio e lo consegn nelle sue mani, la mand via dalla casa di lui, ma stato cancellato il documento scritto (15) di colei che viene dalle nazioni, documento di cui parla lApostolo: Avendo cancellato il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli, lo tolse di mezzo inchiodandolo sulla croce 55. Sia Paolo, infatti, < che altri appartenenti alla chiesa> che viene dai pagani, divennero proseliti dIsraele. Orbene, la prima moglie, quella che non aveva trovato grazia davanti al marito , per essersi trovata in lei qualche cosa vergognosa 56, usc dalla casa del marito ed essendo andata via, diventata moglie di un altro marito 57 , al quale si sottomessa, che si debba vedere in quel marito (che in senso figurato il diavolo) il brigante
Se suo padre le avesse sputato in faccia, non ne porterebbe la vergogna per sette giorni?... Maria (= sorella di Mos) rappresenta la Sinagoga... Nella Legge, a proposito dellobbligo che il parente pi prossimo ha di sposare la vedova del parente, sta scritto che (se) vuole rifiutare le nozze, si scalzi e gli si sputi in faccia: questo dato come segno del ripudio... Maria sta separata fuori del campo per sette giorni... la settimana di questo mondo... fino a che () mondata dalla sua lebbra... Una volta giunta la fine e il compimento di tutto quello che deve realizzarsi per quel popolo, esso si sposta e giunge al Verbo fatto carne in cui prima non aveva creduto (Om Nm VII, 4-5, 92-94; cf. Sgherri, Chiesa, 126s.; Manns, LIsral , 247-249). 64 Cf. Lv 21, 14. 65 Os 1, 2. 66 Mt 12, 15. (17) Origene attento a non omettere il dato relativo alla salvezza finale dIsraele proposto in Rm 11, 26, mentre sia gli autori ecclesiastici a lui precedenti sia quelli successivi lo ignorano o al pi lo relativizzano (Cocchini, La lettera, il velo, 104); nel movimento di ricreazione che coinvolge ogni anima e la umanit intera, il Cristo
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Origene
Barabba, ovvero qualche potenza malvagia. E mentre per alcuni membri di quella Sinagoga si verificata la prima parte di ci che sta scritto nella Legge, per altri si verificata la seconda. Infatti lultimo uomo prese ad odiare la moglie, ed alla fine di tutte le cose, sar lui a scriverle il libello di ripudio (e ci per disposizione di Dio) (16), le metter in mano il libello del ripudio, la mander via dalla propria casa 58. Come infatti Dio porr inimicizia tra il serpente e la donna, tra il seme di lui ed il seme di lei 59, cos disporr che luomo venuto per ultimo la prenda in odio 60 . 20. CRISTO E
LE NAZIONI
Ci sono poi quelli, per i quali avvenuto che il marito abbia coabitato con loro, senza prenderli in odio, per
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106 Mt 7, 7. 107 Mc 11, 25.24. 108 Cf. 1 Cor 14, 15. 110 Lc 18, 1-2. 111 Mt 7, 8. 1 Ts 5, 17.
reintegrer la sposa adultera. Cos avviene riguardo alla prospettiva antropologica, che aspira a restaurare limmagine e tende alla somiglianza con Dio: Il Figlio di Dio il pittore di questa immagine: e poich tale e cos grande il pittore, la sua immagine pu essere oscurata dallincuria, ma non pu essere cancellata per la malvagit (Om Gn XIII, 4, 207; cf. S. Raponi, Il tema dellimmagine-somiglianza nellantropologia dei Padri, in Temi di antropologia teologica [E. Ancilli], Roma 1981, 241-341); e allo stesso modo, in prospettiva storicosalvifica, il Cristo reintegrer la ripudiata nell unica Sposa, la Chiesa. (18) C poi unaltra prostituta, quella che nel libro di Osea il profeta riceve lordine di prendere (in moglie), figura indubbiamente di colei che stata radunata dalle nazioni: il contesto il ciclo omiletico su Giosu, e si parla di Raab, una volta meretrice... ora ripiena di Spirito Santo (Om Gs III, 4, 78; cf. anche Cm Mt XII, 4, I vol., 276s.). Il Signore Ges opera questa creazione, sposando la donna di fornicazioni, dalle genti: e dona ad essa una via nuova e un cuore
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essere restati nella casa dellultimo uomo, colui che aveva preso in moglie la loro Sinagoga. Ma anche per loro muore lultimo uomo: forse quando lultimo nemico che sar annientato sar la morte 61. Qualunque cosa accada alla donna, sia la prima che la seconda delle possibilit, la Scrittura dice: il primo marito che laveva rinviata, non potr riprenderla per moglie, dopo che stata contaminata: sarebbe abominio (dice) agli occhi del Signore tuo Dio 6 2. Ma questo parr non essere in accordo con le parole: Quando tutte le nazioni saranno entrate, allora tutto Israele sar salvato 6 3. Considera se in proposito si possa asserire che, se si salver, si salver
nuovo: il momento di un ordine migliore, della correzione; quel giorno cos linizio della salvezza per grazia che conferisce alla Chiesa il termine della fornicazione e il realizzarsi della sua conversione (Sgherri, Chiesa, 334, e 326-336). Cirillo Alessandrino dir che nella vicenda del beato Osea... mirabilmente mostrato a quale prezzo il Verbo divino abbia elargito la sua comunione spirituale a noi ancora scellerati e immondi (In Oseam I, III: PG 71, 33). 67 Lv 21, 14. 68 Os 1, 2. 69 Mt 12, 8 (e parall.). 70 Eb 71 Cf. Ger 32, 39ss. 72 Is 49, 8. 73 Gn 3, 9, 10; cf At 6, 14. 16. (19) Allalternarsi del tema nuziale nel rapporto Cristo-Chiesa e Verbo-anima, si unisce lintreccio fra Sinagoga-genti: la dinamica abituale della riflessione origeniana, che in maniera consimile esamina altrove le nozze del gran sacerdote, il Cristo, con la Chiesa-anima resa casta dalla fede (cf. Om Lv XII, 5.7, 261ss.264ss.; Vogt, Der Kommentar II, n. 78, 87). Il passo che stiamo esaminando, peraltro, passa a una lettura ulteriore figurata pi inconsueta, secondo la quale lanima vista sposata al suo angelo: una esegesi dal sapore valentiniano (Crouzel, Lglise, 81), che rientra in quei filoni della
soprattutto perch il suo primo marito ritorner e la riprender perch diventi sua moglie, pur essendosi disonorata (17). Pertanto il sacerdote non prender certo in moglie n una prostituta n una divorziata 64, ma ad un altro (in quanto inferiore al sacerdote) non viene proibito di contrarre una simile unione. Tuttavia, se cercassi il termine prostituta riguardo alla chiamata delle nazioni, potresti riferirti al testo: Prenditi in moglie una prostituta e abbi con lei figli di prostituzione, eccetera 65. Come infatti i sacerdoti nel tempio infrangono il Sabato, eppure sono senza colpa 66 , cos senza colpa colui che avendo rimandato la moglie di prima, al momento opportuno prende in moglie una prostituta (18), avendo compiuto ci secondo lordine di Colui il quale (quando fu necessario e finch ce ne fu bisogno) disse: Non prenda in moglie una prostituta 67, ma poi (quando ci fu opportuno) disse: Prenditi in moglie una prostituta 68. Come infatti il Figlio delluomo signore del sabato 69 e non schiavo del sabato come il popolo, cos colui che ha dato la Legge padrone fino al momento di un ordine migliore 70 di dare una legge e poi di cambiarla, quando presente il momento di un ordine migliore, e dopo la via di prima ed il cuore di prima, di dare una via nuova ed un cuore nuovo 71 in un tempo accettevole e in giorno della salvezza 72. E ci sia detto a titolo di una (prima) spiegazione sulla legge del libello del ripudio. 21. LANGELO
E LANIMA
Ma qualcuno si porr il quesito: si pu dire, in senso figurato, che la moglie lanima umana ed il marito langelo che la custodisce e la regge (verso cui si volge il desiderio di essa, mentre lui la domina 73) s che, in base a
ci, ciascuno (angelo) convive regolarmente con lanima degna della protezione di un angelo divino? (19). Ma dopo questo lungo soggiorno e convivenza, potrebbe talvolta esserci nellanima un motivo, per cui non trova pi grazia agli occhi dellangelo che la custodisce e regge: si trova in essa qualche cosa di vergognoso 74; e come si scrivono i documenti di condanna, si potrebbe redigere un libello di ripudio, consegnandolo nelle mani della ripudiata, sicch, mandata via dalla casa, lei non sia pi compagna domestica del primo custode. Potrebbe accadere allora che, andata via dalla casa di prima, diventi moglie di un altro e le vada male, non soltanto perch, come nel caso del marito precedente, non trova grazia ai suoi occhi trovandosi in lei qualche cosa di vergognoso 75 , ma anche perch viene presa in odio da lui. Ed anche da parte di questo secondo marito potrebbe essere redatto un libello di ripudio, ed essere consegnato nelle sue mani dallultimo marito che lha mandata via da casa 76 . Se poi possa darsi un cambiamento nella vita degli angeli con gli uomini, s da essere tale (per quanto riguarda il rapporto con noi) anche la loro morte, questo un quesito ardito, ma lo si pu porre (20). Comunque ci avvenga, colei che stata abbandonata dal primo marito non ritorna pi da lui. Infatti il primo marito che laveva rinviata, non potr riprenderla per essere sua moglie, dopo che stata contaminata 77. E se si deve ardire di dare ratifica ad un tale punto da parte di unopera scritta che si tramanda nelle chiese, ma non da tutti riconosciuta come ispirata da Dio, si prenda ci che riferito dal Pastore (21) circa alcune persone che col diventare credenti, si sono nel medesimo tempo sottoposte a Michele, ma che per amore al piacere sono cadute allontanandosi da lui e si sono sottoposte allangelo della mollezza, in seguito a quello del castigo e dopo a
quello della penitenza. Infatti lo vedi: la donna o anima, una volta che si data alle mollezze, non fa pi ritorno al primo angelo che la reggeva, ma anche dopo il castigo viene sottomessa ad un angelo di rango inferiore a Michele. Langelo della penitenza infatti inferiore (a lui) (22). Dobbiamo pertanto fare attenzione a che non si trovi in noi una cosa vergognosa 78 , e non troviamo grazia agli occhi del marito, cio del Cristo, ovvero dellangelo stabilito su di noi. Se infatti non facciamo attenzione, forse anche noi riceveremo il libello del ripudio, e allora o saremo privi del nostro protettore, oppure andremo da un altro marito ma questo non lo ritengo auspicabile (per cos dire) per accogliere le nozze di un angelo con lanima nostra. 22. MONOGAMIA SPIRITUALE ? Giunto a questo punto, direi che potremo, ormai, intendere forse ed esporre con chiarezza una questione, in base alla legislazione dellApostolo circa le realt ecclesiastiche (tema che riesce difficile da capire e considerare) (23). Nessuna delle persone della chiesa che abbia raggiunto una certa superiorit rispetto alla moltitudine come avviene nei sacramenti, deve, secondo il volere di Paolo, aver fatto esperienza di un secondo matrimonio. Dando infatti disposizioni riguardo ai vescovi, afferma nella Prima Epistola a Timoteo : Chi aspira al compito di vescovo, desidera un nobile ufficio. Cos, occorre che il vescovo sia irreprensibile, marito sposato una sola volta, sobrio, prudente, eccetera 79. Riguardo ai diaconi dice: I diaconi siano sposati una sola volta, che guidino bene i
loro figli e la propria famiglia, eccetera 80. Nellistituire le vedove dice: La vedova non abbia meno di sessanta anni, sposata una sola volta 81 . Dopo ci, dice le cose che aggiunge in secondo e terzo luogo. Nella Epistola a Tito poi dice: A Creta ti lasciai per questo scopo: perch tu dia lultima mano a ci che resta da fare, cio che in ogni citt ci sia qualche presbitero secondo quanto ti ho ordinato, cio qualcuno che sia irreprensibile, che abbia sposato una sola donna, che abbia figli credenti, eccetera 8 2. Ma nel vedere che alcune persone sposate due volte potevano essere molto migliori di altre sposate una volta sola, ci chiedevamo appunto, con perplessit: come mai Paolo non permette a persone sposate due volte di essere costituite autorit ecclesiastiche? In effetti, tale argomento mi sembrava meritevole di indagine, perch poteva accadere che uno, cui siano andate male due unioni matrimoniali, pur essendo ancora giovane, abbia rimandato la seconda moglie e vissuto in estrema continenza e castit per tutto il resto del tempo, sino alla vecchiaia (24). Orbene, chi non si porr ragionevolmente un problema: perch mai, quando si cerca unautorit della chiesa, noi a motivo delle parole sul matrimonio non costituiamo in tale ufficio uno sposato due volte, mentre manteniamo in autorit chi si sposato una sola volta, e
apocalittica giudaica e giudeo-cristiana che il cristianesimo ellenistico riceve dalla comunit primitiva (cf. J. Danilou, Messaggio evangelico e cultura ellenistica, Bologna 1975, 541-582; Id., Origene, 232-242.265294; Stroumsa, Clement, Origen, and Jewish Esoteric Traditions, cit.). 74 Dt 24, 1. 75 Cf. Dt 24, 1. 76 Cf. Dt 24, 2-3. (20) Ognuno dei fedeli, anche il pi piccolo nella Chiesa, assistito da un angelo che... costituisce un tuttuno con colui che assiste: se costui per disubbidienza diventer indegno, sar tolto da lui langelo di Dio, e allora la sua parte, cio la parte della natura umana, staccata dalla parte di Dio sar messa in comune con gli
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Origene
semmai vive con la moglie sino alla vecchiaia e anzi talvolta non vissuto asceticamente in castit e continenza? Proprio in base appunto a quanto detto sulla legge del libello del ripudio, mi pongo la questione se dato che il vescovo, il presbitero ed il diacono sono simbolo di realt vere corrispondenti a questi nomi (25) (questa legge) non li intenda costituire monogami in senso simbolico, affinch chi pu capire le realt, trovi che, secondo la legge spirituale, non sia meritevole di avere unautorit ecclesiastica colui la cui anima non ha trovato grazia agli occhi del marito perch qualche cosa di vergognoso si trov in essa ed divenuta rea del libello di ripudio. Infatti, dopo aver coabitato col secondo marito ed essere stata presa in odio da costui, tale anima, dopo il secondo libello del ripudio 83 , non pu pi far ritorno al primo marito. dunque probabile che da parte di alcuni di gran lunga pi saggi di noi e capaci di meglio considerare queste cose tanto importanti, saranno trovati altri motivi a
infedeli (Princ II, 10, 7, 342; Origene pi volte rileva la strettissima unit che collega langelo alluomo da lui assistito, s che i progressi delluno fanno sentire il loro effetto sullaltro [per Origene non solo luomo ma anche langelo si trova in posizione instabile]: n. 43 di Simonetti, ibid.); Verranno (anche) gli angeli al giudizio con noi e staranno per noi davanti al Sole di giustizia: che non ci sia stata anche una qualche causa da parte loro nelle nostre cadute... perch appaia se per la mia disobbedienza o per la sua negligenza che io ho commesso quei peccati (Om Nm XX, 4, 290s.; su questa limitatezza del mondo angelico, cf. Monaci, Origene , 168-175). 77 Dt 24, 3. (21) Salutate Asincreto ... Erma e i fratelli che sono con loro ... (cf. Rm 16, 14). Io penso che questo Erma sia lautore di quel piccolo libro che intitolato Il Pastore, uno scritto che a me sembra assai utile e, come penso, divinamente ispirato... Sembra che Erma, come dichiara quello scritto, si sia volto a pentimento dopo molti peccati e appunto per ci
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chiarire sia la legge del libello del ripudio, sia le parole dellApostolo che fanno divieto ai bigami di governare la chiesa o di occupare in essa un posto di rilievo come persone oggetto di preferenza. Quanto a noi, abbiamo esposto quello che ci venuto in mente su questi passi, in attesa che si trovino argomenti pi validi e capaci di mettere in ombra le nostre affermazioni con luce di conoscenza molto superiore. 23. PER LA
DUREZZA DEL VOSTRO CUORE...
Anche se ci sembr di aver toccato, nella spiegazione di questi passi, realt pi profonde delle nostre capacit, nondimeno rimane ancora da dire questo, a motivo del senso letterale, che alcune di queste leggi furono scritte non perch fossero eccellenti, ma perch si adeguavano alla debolezza dei destinatari della legislazione (26). Qualcosa di simile infatti viene dichiarato nella frase: Per la durezza del vostro cuore Mos vi permise di rimandare le vostre mogli 84. Quello che invece era anteriore e superiore alla legge scritta a motivo della durezza dei cuori
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1 Cr 22, 14.
Paolo non ha rivolto per lui neppure un qualche rimprovero (perch si sta convertendo dal peccato), n gli tributa alcuna lode perch quello stava ancora sotto langelo della penitenza, dal quale a tempo opportuno avrebbe dovuto essere offerto di nuovo a Cristo (Cm Rm X, XXXI, cit., II, 199); delle opere giudeo-cristiane quella che Origene utilizza di pi... il Pastore di Erma : cf. Danilou, Messaggio evangelico, 576. (22) Cf. Il Pastore dErma: Mi dice: Vedi il pastore?. Lo vedo, signore. Questo langelo della dissolutezza e della volutt. Egli guasta le anime dei servi di Dio che sono vuoti e li devia dalla verit; Dico al pastore che parlava con me: Signore, chi quel pastore implacabile e duro che non ha nessuna piet di queste pecore?. Mi
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Origene
viene indicato nella frase: Allinizio per non fu cos 8 5. Ma anche nel Nuovo Testamento ci sono norme legiferate in modo analogo alle parole: Per la durezza del vostro cuore Mos vi permise di rimandare le vostre mogli. Ad esempio, per la durezza dei nostri cuori che sta scritto (a motivo dellinfermit): cosa buona per luomo non toccare donna; tuttavia per il pericolo dellincontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito 86. Inoltre: Il marito renda il suo debito alla moglie; ugualmente, anche la moglie al marito 87. Al che, quindi, si aggiunge: Questo lo dico a mo di concessione, non per comando 88. Ma anche lindicazione: La moglie vincolata per tutto il tempo in cui
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Mt 18, 25.
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Mt 18, 26.
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Mt 18, 27.
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Cf. Mt 18,
risponde che langelo del castigo; uno degli angeli giusti assegnato al castigo; Dopo che io scrissi i precetti e le similitudini del pastore, angelo della penitenza, egli viene da me e mi dice: Voglio mostrarti quanto ti mostr lo Spirito Santo nella figura della Chiesa (Si. 6, LXII [2], 1; LXIII [3], 2; 9, LXXVIII [1], 1, in I Padri apostolici, 302.303.316). Va tenuto presente che il giudeo-cristianesimo non una grandezza omogenea... ma si esprime... in forme e realt... diversificate, tali (da) permettere di individuare una prospettiva... alternativa a quella che avrebbe portato a Nicea e a Calcedonia; cos nel Pastore appare anche la... concezione del Cristo come Angelo, abbandonata... per il rischio che sulloriginario valore funzionale... prevalesse quello ontologico sostanziale (G. Vison, La prima teologia cristiana: dal Nuovo Testamento ai Padri apostolici, in Storia della Teologia I [Dal Covolo], 29.39). (23) Con modestia interpretativa, che individua i problemi pi che tentarne soluzioni definitive (cf. L. Perrone, Perspectives sur Origne et la littrature patristique des Quaestiones et responsiones, in Origeniana sexta , 160), Origene affronta il tema difficile delle realt ecclesiastiche, alle quali sottende il mistero della santit di quella che propriamente Chiesa (Pregh XX, 1, 93s.; cf. Sgherri in Lecclesiologia, 225s.): lo sguardo ad essa senza macchia n ruga si volge insieme al suo farsi, nel cammino di membra deboli e peccatrici: (Ges) vi
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vive il marito; ma se il marito muore, libera di sposarsi chi vuole, purch ci avvenga nel Signore 89, Paolo lha data, per la nostra durezza di cuore o infermit, a coloro che non vogliono aspirare a carismi pi grandi 90 e diventare maggiormente beati. Ma gi, malgrado quel che stato scritto, alcuni tra i capi della chiesa permisero le seconde nozze ad una donna, il cui marito era ancora in vita, agendo contrariamente al testo della Scrittura (27). Nel quale detto: La donna vincolata al suo marito finch egli muore 91, e ancora: Sar dunque considerata adultera quella che passa ad un altro uomo, mentre vive il marito 9 2. Non hanno avuto del tutto torto nel fare cos; probabile infatti che questo comportamento sia stato permesso, nonostante quanto era stato legiferato e scritto dal principio a confronto di mali peggiori.
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riunisce nella Chiesa (terrestre); ma... vi riunir nella Chiesa dei primogeniti, i cui nomi sono scritti nei cieli (Om Lc VII, 8, 78). 79 1 Tm 3, 1-2. 80 1 Tm 3, 12. 8 1 1 Tm 5, 9. 82 Tt 1, 5.6. (24) Origene risolver lapparente paradosso, lasciando da parte gli aspetti disciplinari in senso stretto, e sviscerando piuttosto uninterpretazione spirituale su questo aver sposato una sola donna (L. Perrone, Questioni paoline nellepistolario di Gerolamo, in Motivi letterari ed esegetici in Gerolamo [C. Moreschini - G. Menestrina], Brescia 1997, 99: con rinvio a Om Lc XVII, 10 e Om Ger XX, 4); sulla dottrina monogamica nella Chiesa antica, cf. V. Grossi - A. Di Berardino, La Chiesa antica: ecclesiologia e istituzioni , Roma 1984, 236; sul celibato ecclesiastico: ibid ., 114-117; cf. Crouzel, Origene, 205. 83 Cf. Dt 24, 1ss.
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Origene
24. MOTIVI
DI RIPUDIO
Probabilmente per, tra quelli che ardiscono opporsi allinsegnamento del nostro Salvatore, un marito giudeo obbietter che anche Ges, dicendo: Chiunque rimanda la propria moglie, eccetto il caso di fornicazione, la espone alladulterio 93 , permise di rimandare la propria moglie allo stesso modo di Mos, pur se aveva detto che quella legge laveva stabilita a motivo della durezza di cuore del popolo; e affermer che il caso di fornicazione, per cui a ragione la donna sarebbe cacciata via dalluomo, ha il medesimo valore delle parole: poich trov in essa qualche cosa di vergognoso 94 . A costui da rispondere che se, stando appunto alla legge (28), ladultera dovr essere lapidata 95, chiaro che lespressione qualche cosa di vergognoso non vada intesa in questo senso; non per ladulterio infatti, o per una vergogna cos grave, che si deve scrivere il libello del ripudio, e consegnarlo nelle mani 96 della moglie. Forse, infatti, Mos qualsiasi peccato della moglie chiam cosa vergognosa, e se appunto luomo trova tale cosa nella donna che non gode pi favore agli occhi di lui, si redige il libello del ripudio e la donna viene cacciata via dalla casa del marito 97 . Ma allinizio non stato cos 98. Dopo ci, il nostro
(25) Il vescovo, il presbitero ed il diacono sono simbolo di realt vere: La Chiesa terrestre... gerarchica... lungi dallesaurire la concezione dOrigene... La Chiesa di quaggi non (pu) essere che lombra e limmagine della Chiesa celeste... Il Corpo (del Verbo)... potr arrestarsi solo ai limiti della natura umana o piuttosto, poich per Origene luomo e langelo non differiscono essenzialmente ai limiti della natura razionale Cristo di cui tutto il genere umano, anzi forse la totalit della creazione, corpo e noi sue membra (Om Sal XXXVI, II, I, 76s. e nn. 60-61, 418) , cit. da Bardy, La thologie de lglise, 144s.; cf. n. 84 di Vogt, Der Kommentar II, 88s.; Crouzel, Origne et la connaissance, 36.227.242. Si ricorder che la gerarchia
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Salvatore, non permettendo assolutamente lo scioglimento di matrimoni per altro motivo che non sia la fornicazione trovata nella donna, dice: Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di fornicazione, la espone ad adulterio 99. Ma si potrebbe porre il quesito: se per questo d ordine di ripudiare la propria moglie, che cosa fare se lei sar colta in flagrante delitto non di fornicazione, ma per esempio di avvelenamento o di infanticidio in assenza del marito o di qualsiasi altro assassinio ? Se sorpresa a rubare, a sperperare, o a devastare la casa del marito, anche senza fornicare, qualcuno porrebbe la questione se sia giusto ripudiare una donna in queste condizioni, visto che il Salvatore proibisce di rimandare la propria moglie, eccetto il caso di fornicazione. In entrambi i casi si presenta qualcosa di assurdo: e quale lo sia veramente, non so. Da una parte, infatti, parr cosa irragionevole sopportare cos gravi peccati, probabilmente peggiori
celeste un dato misterico come lo esprime Ignazio di Antiochia: Seguite tutti il vescovo, come Ges Cristo il Padre, e il presbiterio come gli apostoli; quanto ai diaconi, rispettateli come la legge di Dio (Smyrn VIII, 1, 138; e testi cit. da Camelot, 37s.; per una sintesi del realismo dei padri antiocheni con la tradizione alessandrina sul sacerdozio regale , cf. E. Dal Covolo, Sacerdoti come i nostri padri. I Padri della Chiesa maestri di formazione sacerdotale, Roma 1998). (26) Si adeguavano alla debolezza... e verso la fine: questo comportamento : viene usato un termine analogo (sumperifermenoi/ sumperiforn); la condiscendenza divina agisce lungo un percorso che va dallAT al NT alla prassi ecclesiale: nel campo della sessualit c un orientamento per il Regno che tiene conto dei carismi divini, della preghiera che li impetra e li custodisce, e della fragilit della condizione umana, per cui Origene considera il passaggio dalla verginit alla monogamia totale alla continenza passeggera alle seconde nozze e poco pi oltre si dir di un caso ulteriore . Lumanit stata risollevata dal suo peccato, e il Cristo, restaurando lo stato primitivo, ne divenuto lo Sposo, lui le cui nozze sono ormai il tipo e il modello di ogni unione coniugale come anche... della verginit consacrata da ununione pi
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Origene
delladulterio e della fornicazione; dallaltra, ancora, lagire contro lintenzione dellinsegnamento del Salvatore, chiunque ammetterebbe che cosa empia (29). Cerco pertanto di capire per quale motivo non abbia detto: Nessuno ripudi la propria moglie eccetto il caso di fornicazione, ma: Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di fornicazione, la espone ad adulterio. Espone infatti la moglie ad adulterio, chiaramente (per quanto dipende da lui) colui che ripudia lei che non ha fornicato. Dato infatti che chiamata adultera se, mentre vive il marito, passa ad un altro uomo 100, colui che lha rimandata le fornisce loccasione di contrarre seconde nozze: chiaro che cos ne fa unadultera. Ti potrai chiedere se possa essere scusato, o no, colui che ha fatto lo stesso con la moglie che avvelena o uccide, colta in flagrante. Anche per altri motivi, infatti, diversi dal ripudio, luomo pu esporre la moglie alladulterio: ad esempio se le permette di fare quello che vuole, oltre il conveniente,
intima con lui (cf. Crouzel, Lglise, 82, con rinvio a O. Rousseau): quindi, in qualunque chiamata, possibile ai cristiani salire, non dimorare sulla terra... nelle valli... in luoghi sprofondati e bassi (Om Nm III, 3, 57s., cui rinvia Vogt, Der Kommentar II, n. 86, 89). 84 Mt 19, 8. 8 5 Mt 19, 8. 8 6 1 Cor 7, 1-2. 87 1 Cor 7, 3. 88 1 Cor 7, 6. 89 1 Cor 7, 39. 90 1 Cor 12, 31. 91 1 Cor 7, 39. (27) Agendo contrariamente al testo della Scrittura: Teoricamente i Padri hanno sempre difeso la pi rigida indissolubilit (del matrimonio), ma non conosciamo bene lapplicazione del principio nella pratica quotidiana (Grossi - Di Berardino, La Chiesa antica, 235); per Origene il biasimo nei confronti di questo comportamento netto, dal momento che la Scrittura la norma suprema dellagire, anche se vengono concesse ai vescovi delle circostanze attenuanti per avere essi agito a confronto di mali peggiori (cf. Crouzel, Lglise, 82-84). 92 Rm 7, 3. 93 Mt 19, 9; 5, 32. 94 Dt 24, 1. 9 5 Cf. Dt 22, 21.
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e di accondiscendere allamicizia con uomini che vuole; molte volte infatti tali cadute avvengono tra le donne per lingenuit dei mariti (30). Ma tu stesso, dopo attenta riflessione, se ci sia o no ragione di scusare mariti del genere responsabili di questi mali, esprimerai il tuo parere sulle questioni che ci siamo posti su questo passo. Anche chi si astiene da sua moglie molte volte la espone ad adulterio, non soddisfacendo i suoi desideri, bench faccia questo immaginandosi di realizzare una maggiore santit e castit. E forse pi da biasimare costui che (per quanto dipende da lui) espone lei alladulterio, non soddisfacendo i suoi appetiti, anzich colui che lha ripudiata, non certo in caso di fornicazione, ma per avvelenamento, assassinio o qualche altra gravissima colpa (31). Come per adultera una donna, pur essendo in apparenza sposata con un uomo, mentre in vita ancora il suo primo marito 101, cos un marito che sembra sposare una ripudiata, in realt non la sposa (come ha decretato il nostro Salvatore), ma commette
(28) Al tempo di Ges cerano due diverse interpretazioni della legge deuteronomista, che permetteva alluomo di ripudiare la moglie, se scopriva in lei qualcosa di brutto. La scuola di Rabbi Shammai, pi rigorosa, riteneva che i soli motivi accettabili per il divorzio fossero ladulterio ed una condotta immorale; mentre la scuola di Rabbi Hillel accettava tutte le ragioni possibili, anche le pi banali, come motivi sufficienti per un divorzio legale... Il Signore sorvol le opinioni delle due scuole, rifacendosi direttamente alla grande carta matrimoniale della Genesi... Lindissolubilit del matrimonio affondava le sue radici nellessenza umana del matrimonio stesso; ora i due testi di Mt 5, 32 e 19, 9 eccetto il caso di fornicazione che cosa affermano? Laccezione e la pratica del periodo ante-niceno furono che il marito doveva ripudiare la moglie che aveva commesso adulterio e persisteva in esso, ma non gli era consentito di risposarsi... La stessa legge era
Origene
25. PREGHIERA
E CASTIT
Ma dopo, avendo capito quanti mali possano verificarsi nei matrimoni, mali che il marito deve sopportare, per cui o abbandona le maniere pi dure, oppure, se non li sopporta, trasgredisce le parole di Cristo, i discepoli di Cristo cercano rifugio nel celibato, ritenendolo cosa pi facile e conveniente come sembra del matrimonio, e gli dicono: Se questa la condizione delluomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi 102 . Al che il Salvatore, per farci capire che la perfetta continenza dono largito da Dio, che non si realizza solo con ascesi, ma lo si ottiene da Dio tramite preghiere (33), rispose: Non tutti possono capire questo discorso, ma solo coloro ai quali stato concesso 103. E poi, giacch alcuni criticano ingiustamente questa clausola: coloro ai quali stato concesso , quasi che giustifichi coloro che vollero, s, vivere castamente nel celibato, ma che poi furono
valida per la moglie come per il marito (E. Schillebeeckx, Il matrimonio. Realt terrena e mistero di salvezza, Roma 1971, 194ss.). 96 Cf. Dt 24, 1. 97 Dt 24, 1. 98 Mt 19, 8. 99 Mt 19, 9; 5, 32. (29) Origene non si occupa nel passo di seconde nozze, ma di separazione... (Si pu) pensare che, se non parla di seconde nozze, perch ritiene il punto sufficientemente stabilito nella tradizione cristiana dallaccordo dei suoi predecessori, Erma cita il Pastore al cap. 21 e Clemente: ha gi rifiutato con sufficiente chiarezza... ogni matrimonio se ancora vivente il coniuge, per doverlo ora precisare (Crouzel, Lglise, 87). (30) Letica familiare guida uomini e donne a unuguale disciplina
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sopraffatti dalle loro voglie, da replicare: se crediamo davvero alle Scritture, perch mai attenerci alla clausola: ma solo a coloro ai quali stato concesso , e non considerare attentamente anche le parole: chiedete, e vi sar dato 104, e a quelle dette in aggiunta: infatti, chiunque chiede riceve 105? Se infatti il discorso sul vivere in perfetta castit lo possono capire coloro ai quali stato concesso, chi vuole preghi (34), obbedendo e credendo a Colui che dice: Chiedete, e vi sar dato 106, e non dubitando delle parole: chiunque chiede riceve. Ma proprio a questo punto, ti chiederai chi colui che chiede. Tra quelli che non ricevono, nessuno chiese , anche se dava limpressione di averlo fatto. Non lecito asserire non essere vera la parola: chiunque chiede riceve. Chi dunque colui che chiede, se non chi ha obbedito a Ges che dice: Se vi mettete a pregare, abbiate fede di riceverlo e lo riceverete 107? Occorre poi che chi prega (35), faccia tutto quello che dipende da lui, per pregare con lo spirito, ma anche con
orientata dal Logos: In casa dunque bisogna aver riguardo dei genitori e dei servi, per le strade dei passanti, nei bagni delle donne, nella solitudine di se stessi, dovunque del Logos che dovunque e senza di Lui nulla fu creato. Solo cos uno pu perseverare senza cadere, se terr in mente che sempre gli vicino Dio (Clemente Alessandrino, Il Pedagogo III, V, 411). Cf. per vari risvolti dei consigli pratici per una vita matrimoniale cristiana, S. Isetta, Tematiche patristiche de cultu feminarum, in La donna nel pensiero cristiano antico, 247-277. 101 Cf. Rm 7, 3. (31) Si noter lequilibrio spirituale cui giunge letica origeniana, veramente debitrice alla Scrittura delle sue formulazioni: c una considerazione del rispetto reciproco della sessualit nel vincolo matrimoniale; e questa affermazione che ricorre in altre pagine dellAlessandrino, ove egli mette in guardia da una castit che non tenga conto della carit verso laltro: preferibile che i due siano salvati dalle opere del matrimonio piuttosto che vedere a causa di uno
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lintelligenza 108 , ed essere memore della parola: Pregate senza interruzione 109, e di questa: Disse loro una parabola sulla necessit di pregare sempre, senza stancarsi, dicendo: Cera in una citt un giudice, eccetera 110. Per sapere che cosa sia il chiedere e cosa il ricevere, e che cosa (significhi): Chiunque chiede riceve 111, giovano queste parole: Io vi dico che, se anche non si alzer a darglieli per amicizia, si alzer a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza 112. E quindi laggiunta: Ebbene io vi dico: chiedete e vi sar dato, eccetera 113 . Ma poich detto : Non tutti possono capire il discorso, ma solo coloro ai quali stato concesso 114, valgano, come ulteriore esortazione ad un chiedere che meriti ricevere, anche le parole: Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli dar al posto del pesce un serpe? eccetera 115. Il buon dono (36) dunque, cio lassoluta purezza nel vivere il celibato e la castit, Dio lo dar a quelli che con
laltro cadere dalla speranza che ha nel Cristo. Come il marito sar salvo essendo responsabile della morte della sua donna?... Il termine - s espresso a due riprese, d ad intendere che il parimenti omoo marito non deve credersi superiore alla moglie nelle realt coniugali: c similitudine e uguaglianza fra i coniugi nelle loro relazioni reciproche (Fr Cor XXXIII, 501; cf. commento in Crouzel, Origene , 205-207; Id., Lglise, 88s.). (32) Ripresa discreta ma chiara del tema del paragrafo 23 e del caso l contemplato verso la fine. 102 Mt 19, 10. 103 Mt 19, 11. 104 Mt 7, 7. 105 Mt 7, 8. (33) La perfetta continenza dono ; la conclusione del libro XIV rinvia agli orizzonti biblici e cristologici: differenziazione e unione dei sessi, matrimonio e verginit non possono ritrovarsi se non risalendo al Dio della rivelazione , non solitario ma di relazione trinitaria, e alla vita nuova, nello Spirito, donata dal Cristo (cf. numerosi rinvii in M. Adinolfi, Il femminismo della Bibbia , Roma 1990, 38). La parola origeniana
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tutta lanima 116, con fede e incessantemente avranno chiesto con preghiere.
glielo
riecheggia ancora quella di Ignazio: Se qualcuno pu rimanere in castit a onore della carne del Signore, vi resti senza vantarsene... Il matrimonio sia secondo il Signore e non secondo la passione. Tutto si faccia a onore di Dio (Polyc V, 2, 150). Nei paragrafi considerati si sono intrecciati caso evangelico presentato a Ges e dramma storicosalvifico del rapporto Cristo-Sinagoga-genti: si pu dire che, per il mistero dellIncarnazione, elezione e infedelt del singolo e della Chiesa diventano comunque fatti che appartengono alla storia della salvezza, all economia stessa (cf. Chnevert, Lglise dans le Commentaire dOrigne, 123). (34) Chi vuole preghi: ricorderemo in Origene la grande teorizzazione del combattimento spirituale: Pure io, anche se potr vincere il diavolo, anche se riuscir a respingere... i pensieri impuri e cattivi,... anche se potr calpestare il capo del drago, tuttavia, necessariamente mi sono contaminato e insozzato per il fatto stesso
che mi sono sforzato di calpestare lui (Om Nm XXV, 6, 350; cf. Crouzel, Virginit et mariage, 64ss.); ma questa lotta punta sulla preghiera prima che sulla ascesi (cf. H. Crouzel, Origne, prcurseur du monachisme, in Thologie de la vie monastique [AA.VV.] , Paris 1961, 15-38; Danieli, La teologia e la spiritualit dellesodo, cit.). (35) Chi prega: lorante cristiano deve vivere un rapporto incessante fra la preghiera e la vita: Solamente cos possiamo comprendere come possibile lordine di pregare incessantemente, se cio definiamo la vita del santo come una sola continua preghiera (Pregh XII, 2, 68; la raccomandazione di 1 Ts 5, 17 ripresa da Origene alla luce del Padre nostro, trovandovi un antidoto prezioso contro linsidia di un certo quietismo... Abbiamo qui un nuovo indizio di quanto lo spiritualismo origeniano sia assai pi complesso della vulgata che si suole attribuirgli: cf. Perrone, Il discorso protrettico di Origene, 30s.).
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Libro XV
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Mt 18, 28. 8.
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Mt
Mt 19, 11.
11, 11.
(36) Il buon dono: il richiamo al Padre delle luci, da cui discende ogni carisma (Gc 1, 17): Oratio castitatem impetrat (l Enchiridion asceticum [M.J. Rout de Journel - J. Dutilleul], Friburgo di Bresgovia 1947, 68, segnala appunto questo passo origeniano); la forte esortazione alla preghiera si ancora per laspetto positivo alla gratuit dellopera redentiva, che Origene contempla nel Cristo in croce: Secondo la tua volont, Padre, tu mi hai abbandonato:... il popolo un tempo in onore presso di te (si) trova posto nelle tenebre... Tuttavia anche per la salvezza delle nazioni che tu mi hai abbandonato... Ma quelli (che) cosa hanno fatto di bene perch io versi in loro favore sulla terra il mio sangue prezioso? (Mt Ser 135: PG 13, 1786; cf. Fdou, La Sagesse, 201ss.; Sgherri, Chiesa, 296s.); daltra parte il ricorso alla preghiera smentisce una castit che per usare unespressione piuttosto ardita, (sarebbe)... una specie di castit nel diavolo, cio un laccio per lanima umana (per) farla sua e irretirla con falsi discorsi: Om Ez VII, 3, 131 (cf. C. Vagaggini, Maria nelle opere di Origene, Roma 1942, 123). Se la knosi salvifica del Cristo invita alla speranza nei carismi pi ardui, che trapassano dallascesi matrimoniale alla castit desiderata, essa va sostenuta dalla preghiera per essere assoluta purezza. 1 Mt 19, 10-12. (1) Errate letture ... la vera interpretazione : il commento di Mt 19,
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Origene
12 trova in Origene un taglio esegetico netto, inabituale alla sua esegesi aperta; nel caso il letteralismo ad oltranza introduce alleresia (cf. Le Boulluec, La notion dhrsie, 467). Dobbiamo sentire nellampia trattazione lautobiografia origeniana? Comp un gesto che prova grandissima di un cuore inesperto e giovanile, ma anche di fede e di temperanza (Eusebio, Historia Ecclesiastica VI, VIII, 1 [G. Bardy], SC 41, Paris 1955, 95; cf. P. Nautin, Origne. Sa vie et son oeuvre, Paris 1977, 45s.; Crouzel, Origene, 27ss.: Origene abbastanza umile [per] biasimare nella sua vecchiaia un atto [compiuto] da giovane). 2 Cf. Mt 19, 12. (2) Si sono esposti allo scherno presso quelli che sono estranei alla fede : nota la recezione difficile del cristianesimo fra gli intellettuali
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1. INTERPRETAZIONI
ERRATE
Vi sono infatti eunuchi che sono nati cos dal ventre della madre... sino a: Chi pu capire, capisca 1. Prima di proporre quella che a noi sembra la vera interpretazione del testo, esporremo due possibili letture errate di questo passo (1), e secondo le nostre capacit, le confuteremo affinch, messi in guardia contro qualsiasi errore quanto alle cose che si stanno per dire, possiamo mettere in pratica ci che meglio. Veniamo cos al testo che ci sta davanti. Alcuni ritennero, in linea con gli effetti avuti dalle prime due evirazioni considerate in senso carnale, che anche la terza fosse di ordine corporeo e commisero il
18, 31.
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Mc 4, 34.
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Cf. Col 2, 3.
82
Mt 18, 24.
greco-romani dei primi due secoli della nostra era, pronti ad accusare i cristiani dirrazionalit nel seguire la follia della croce; Origene, nel quale troviamo leco pi profonda della difesa paolina della sapienza nuova del Crocifisso, avvalorata anche da una replica scientifica di qualit altissima, vuole che non si diano motivi veri di biasimo (cf. F. Vouga, Lattrait du christianisme primitif dans le monde antique, RThP 130 [1998], 257-268; G.C. Stroumsa, Celsus, Origen and the nature of religion, in Discorsi di verit . Paganesimo, Giudaismo e Cristianesimo a confronto nel Contro Celso di Origene [L. Perrone], Roma 1998, 81-94; M. Simonetti, La Sacra Scrittura nel Contro Celso, ibid., 97-114).
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gesto ardito, certo per timore di Dio, ma con imperizia, di sottoporsi ad una evirazione dello stesso tipo delle prime due: si sono esposti allo scherno, e magari alla vergogna, non solo presso quelli che sono estranei alla fede (2), ma anche presso quanti mostrano comprensione per altri gesti umani, ma non per ci che (per presunto timore di Dio ed eccessivo amore alla castit) produce dolori, mutilazione fisica o qualsiasi altro effetto che deve subire chi si sottopone a operazioni del genere. Altri invece, e sono la maggior parte, non avendo esaminato a fondo la connessione tra i discorsi, li hanno intesi cos: hanno ammesso che il Salvatore parlasse delle prime due categorie di eunuchi in senso ovvio e fisico, non indicando altro che le realt sensibili; riguardo invece la terza categoria hanno creduto che Egli non parlasse pi secondo il senso letterale, ma che il terzo tipo stesse a significare una categoria di eunuchi (mossa)
(3) Il testo di Mt 19, 12 ha interpellato la coscienza cristiana: si riferisce al passaggio dalla indissolubilit del matrimonio difficile allo stato verginale impervio in vista del regno di Dio? (cf. Schillebeeckx, Il matrimonio, 168ss.183); oppure riguarda, ancora in maniera esemplificativa, pratiche ascetiche giudaiche, come quelle in uso per es. a Qumran? (P. Bonnard, Lvangile selon Matthieu, Neuchtel 1970, 284). Gi Clemente Alessandrino vede la parola sul celibato per il regno dei cieli in continuit con il monito sulla indissolubilit del matrimonio: Dio, per mezzo del Figlio, con coloro che si comportano onestamente nel matrimonio... anche con colui che si mantiene volontariamente casto (Stromati III, 10. 68,4, cit. in G. Bosio - E. Dal Covolo - M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa II, Torino 1994, 281; sulla verginit , affermazione prolettica dei figli della risurrezione e segno escatologico per la Chiesa, cf. Grossi - Di Berardino, La Chiesa antica, 231). (4) Amici della lettera... anche del Nuovo Testamento: la lettera uccide; negli amici litterae , che particolarmente nelle opere della stagione di Cesarea indicano lopposizione allesegesi spirituale, si possono individuare varie categorie: minoranze giudeo-cristiane,
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dal Logos, dal momento che essi, in vista del regno dei cieli 2, hanno reciso dellanima per opera dellacutissimo Logos la concupiscenza verso tali cose, ed hanno disdegnato gli impulsi del corpo, che non possono pi portare alcuna vittoria su di unanima che in virt del Logos ha reciso da s ogni brama (3). Ora occorre sapere che i primi, essendo amici della lettera del vangelo ma non avendo inteso che anche di questo Ges parl in parabole 3 e che anche questo stato detto nello Spirito 4, hanno inteso il senso di questo passo in modo pi consequenziale di quelli che ammettono che i primi due tipi di evirazione siano stati detti in senso fisico, e di conseguenza hanno messo sullo stesso piano il terzo tipo di eunuchi e i primi due: da una parte non sbagliano dal punto di vista della connessione logica tra le tre categorie; dallaltra, per, sono caduti inevitabilmente in errore per non aver ben visto il punto principale del passo. Infatti se delle prime due categorie si parlato in senso fisico, ne segue che anche la terza corporale.
massa dei simplices ai quali poteva riuscire difficile cogliere lanalogia fra i diversi elementi del testo (biblico) ed il loro sostituto simbolico proposto ed individuato dallesegeta , sedicenti maestri oppositori dellinterpretazione spirituale (Monaci Castagno, Origene, 103s.). Viene puntualizzata la teorizzazione esegetica: il Vangelo sensibile dei detti di Ges trasferito alla sua significazione spirituale (M. Simonetti, Lettera e/o allegoria , Roma 1985, 94; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 336-339); questa deve restare trasformazione incessante, mai irrigidita in un certo numero di risultati acquisiti... suscettibili di essere iscritti in una sorta di canone ma colta, per cos dire, come il respiro della riflessione cristiana (de Lubac, Storia , 231s.). (5) Non solo nellAntico Testamento che si coglie la lettera che uccide ; c anche nel Nuovo Testamento una lettera che uccide colui il quale non intenda spiritualmente le cose dette... Perci accogli spiritualmente le cose che vengono dette sia nella Legge che nei
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I secondi, invece, hanno correttamente attribuito alla terza categoria di eunuchi la mutilazione, ritenendola indicata dal Logos, (mutilazione che elimina) la passionalit dallanima. Ma non hanno considerato che in base a siffatta interpretazione, conviene leggere in senso allegorico le prime categorie di eunuchi al pari della terza, ossia mettere sullo stesso piano tanto le prime due quanto la terza categoria. Se, pertanto, per altri testi non solo dellAntico, ma anche del Nuovo Testamento si addice asserire: la lettera uccide, lo Spirito d la vita 5, ci va applicato altres al presente brano (4). Cio, una volta che si mantiene linterpretazione letterale per le prime due categorie di eunuchi, si dir che essa ha ucciso coloro che hanno inteso la terza categoria alla stregua delle prime due ed hanno ardito dire (quasi che fossero capaci di capire 6, stando alla parola del Signore) di essersi fatti eunuchi in vista del regno dei cieli 7 allo stesso modo della mutilazione
Vangeli (Om Lv VII, 5, 167); la frase paolina, colta particolarmente nella sua accezione negativa (la lettera uccide), soprattutto rapportata dallAlessandrino ad un modo specifico di interpretare la Scrittura, quel modo, cio, che non permette di intendervi... il senso di Cristo e che va pertanto totalmente rigettato; quanto alla parte positiva della espressione lo Spirito d la vita , Origene spiega che lazione che lApostolo attribuisce allo Spirito non rivolta alla vita cosiddetta media delluomo, ma alla sua vita divina (cf. F. Cocchini, Il Paolo di Origene. Contributo alla storia della recezione delle epistole paoline nel III secolo, Roma 1992, 135s.; lultimo accenno origeniano da Cm Gv XIII, XXIII, 489). (6) Questo letteralismo disumano, invece di attrarre alla parola di Dio, giunge a farla prendere in odio , con una esegesi svuotata del suo senso vivificante: La lettera uccide e produce morte non nel senso della separazione dellanima dal corpo, ma della separazione dellanima da Dio, dal suo Signore, dallo Spirito Santo ( ancora il testo di Cm Gv XIII, XXIII, 489). Occorre cercare nel Vangelo i misteri che Ges esprime, poich niente privo di mistero presso il Cristo
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2. LA
LETTERA UCCIDE
Ma se uno cerca altri esempi per mostrare che nel Nuovo Testamento c la lettera che uccide (5), ascolti pure in che termini il Salvatore parlava agli Apostoli: Quando vi ho mandato senza borsa n bisaccia, n sandali, vi forse mancato qualcosa? 8. E poi laggiunta: Essi risposero: Nulla. E Ges soggiunse: Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e con lui una bisaccia; e chi non ha una spada, venda il suo mantello e compri una spada 9. Se infatti, (sol) perch Ges ha detto questo, uno non considera lintenzione delle sue parole, ma magari vende il suo mantello di stoffa e compra una spada di morte 10, impugnando una tale spada, e agendo contro la volont di Ges fraintendendone la parola, costui perir e magari perir di spada 11. Di che specie per sar la spada, non questo il momento di spiegarlo. Ma se qualcuno, senza indagare che cosa intendesse dire Ges quando ordin: Non salutate nessuno per strada 12 e, quasi
mystice dicit Jesus (Mt Ser 78.79: PG 13, 1726.1729); cos questa ricerca del senso al di l della lettera va di pari... con un rispetto totale della lettera... Se la lettera uccide... come i Giudei hanno ucciso Ges perch non hanno oltrepassato la lettera delle profezie (cf. Cm Mt XVI, 3), resta tuttavia che in essa sono i... tipi dei beni futuri... Anche la lettera... impossibile [] un segno [per] cercare altrove, nellaccostamento con altri testi (Harl, Introd. Philoc., 123). 14 Cf. Mt 5, 29. 15 Cf. Mt 5, 30. 1 6 Cf. Mt, 19, 12. 17 Cf. 2 Cor 5, 16. (7) Il testo di Eusebio gi ricordato nella nota iniziale a Cm Mt XV potrebbe riecheggiare lespressione origeniana qui usata: Le parole:
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per zelo per la vita apostolica, non saluta alcuno per strada 13, questi potrebbe apparire disumano a quelli che considerano un uomo tale. I quali, nel far risalire la colpa di chi cos ha capito, alla parola per la quale crede bene di agire cos, saranno indotti a prendere in odio la parola di Dio (6) in quanto essa, di coloro che ne vivono, fa gente selvaggia e disumana. Responsabile di ci, colui che non saluta alcuno per strada subir la morte a motivo della lettera, perch la lettera che lo ha ucciso. E se ad un altro avvenga che si cavi locchio destro , in quanto colpevole dello sguardo malvagio 14, o che tagli la mano destra del corpo o il piede destro 15 fisico, subir la stessa pena di quelli uccisi dalla lettera: ch anchegli si attenuto alla lettera, mentre avrebbe dovuto elevarsi allo spirito delle parole dette. Altri dunque prima di noi, nei propri scritti, non esitarono a fornire ad alcuni delle motivazioni per osare, col presunto motivo del regno dei cieli 16, di sottoporsi al
Vi sono eunuchi che si sono fatti eunuchi da se stessi per il regno dei cieli (Origene) le intese in maniera tutta semplice e giovanile: sia pensando di compiere la parola del Salvatore... sia per togliere agli infedeli ogni pretesto di vergognosa calunnia, fu spinto a compiere realmente la parola del Salvatore ( Hist Eccl VI, VIII, 2, cit., 95-96); peraltro lallusione a gente che ha avuto il coraggio di evirarsi inclusiva o meno del caso Origene potrebbe riguardare le sette di eunuchi delle quali parlano gli autori antichi: uomini postisi al di fuori della Chiesa non comprendendo come la verginit, che si libra su ala leggera, si difenda con la battaglia del cuore (Epifanio, Panarion 58.61; cf. G. Bosio - E. Dal Covolo - M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa III, Torino 1993, 381s.); adepti di tali sette si sarebbero trovati in Palestina nella prima met del III sec., e Origene avrebbe potuto incontrarli nei suoi spostamenti (Bastit-Kalinowska, Origne exgte, 137s.). (8) Gli autori sono citati in maniera esplicita, con il rinvio alle opere e un accenno alla recezione di esse; Sesto Pitagorico si colloca tra il I e il II sec. d.C. (G. Reale, Storia della Filosofia antica V, Milano 1989, 537s.): le sue Massime etiche, di origine neo/pitagorica-stoicaplatonica, rielaborate in senso cristiano, sono richiamate con elogio da
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terzo tipo di mutilazione, alla maniera degli altri due tipi di eunuchi. 3. LA
MUTILAZIONE
Quanto a noi, anche se un tempo comprendevamo il Cristo (il Logos di Dio) secondo la carne e secondo la lettera, adesso non lo conosciamo pi cos 17, e perci non approviamo come plausibile il modo di vedere di coloro che col presunto motivo del Regno dei cieli si procurano il terzo tipo di evirazione. E non avremmo impiegato altro tempo a confutare chi volesse interpretare in senso fisico il terzo modo di essere eunuchi alla stregua dei primi due, se non avessimo visto gente che ne ha avuto lardire (7) e non ci fosse capitato di leggere autori capaci di indurre unanima pi zelante
Origene anche in C Cel VIII, 30; quanto a Filone, viene citato con ammirazione e insieme prendendone le distanze, perch il maestro della lettura allegorica nel caso ha peccato di letteralismo; subito dopo Origene commenter che questi autori non hanno colto lintenzione bolema delle Scritture (cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 8, 142; D.T. Runia, Filone e i primi teologi cristiani , in ASE 14/2 [1997], 355-380, con rinvio al passo che stiamo considerando: 369). 18 Cf. Gal 5, 22. 19 Lv 19, 27 (LXX). 20 Rm 10, 2. 21 Dt 25, 11-12 (LXX). 22 Dt 23, 2. 9) Occorre riprendere laspetto autobiografico del brano, che riguarda la ordinazione presbiterale di Origene, i turbamenti da essa provocati, le decisioni prese dai capi delle chiese (Eusebio, Hist Eccl VI, XXIII, 4, 124): Linsegnamento di Origene ad Alessandria termin nel 230 a causa di un incidente che una delle parti oscure della sua storia... Nel corso di un viaggio in Palestina, Origene viene ordinato prete dai vescovi del paese. Questa ordinazione (era) viziata da una doppia irregolarit. Origene aveva ricevuto il sacerdozio senza lautorizzazione del suo vescovo e malgrado limpedimento contratto
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Origene
(dotata di fede, ma non di buon senso), a compiere un atto cos ardito. Dice infatti Sesto nelle sue Sentenze, un libro da molti ritenuto degno di approvazione: qualunque parte del corpo ti induca a non vivere con temperanza, gettala via; meglio vivere in continenza senza quella parte, che vivere rovinosamente, con essa. Ed ancora, pi avanti nello stesso libro, d spunto ad unidea del genere col dire: potrai vedere persone in buona salute per tutto il resto del corpo, che si recidono e gettano via delle parti: quanto di meglio per una vita continente. Ma anche Filone, tra molti dei suoi scritti sulla Legge di Mos, in buona stima presso gente di senno, in unopera da lui intitolata: Il peggio solito attaccare il meglio, scrive: Meglio vivere da eunuchi che smaniare per unioni illegittime (8). Ma a costoro non si deve dar credito, perch non hanno capito lintenzione delle Sacre Scritture. Se infatti tra i frutti dello Spirito, insieme ad amore, gioia, pazienza, ed altri frutti, annoverato anche il dominio di s , si deve far fruttificare il dominio di s 18 e custodire la virilit dono
con la sua mutilazione volontaria. Demetrio (vescovo di Alessandria) riunisce un sinodo che non invalida lordinazione, ma che dichiara Origene indegno della catechesi, e lo scaccia dalla Chiesa di Alessandria. Egli si reca allora a Cesarea (Danilou, Origene , 44s., con rinvio a R. Cadiou, La jeunesse dOrigne, Paris 1935; Crouzel, Origene, 39-48; Nautin, Origne, 60s.366ss.). 23 Mt 19, 12. 10) Dopo avere accennato alle conseguenze della castrazione sul piano socio-ecclesiale, Origene avvalora il suo discorso con elementi medici, tratti dal patrimonio della scienza biologica del tempo, e si estende sulle conseguenze prodotte dalla mancanza di sperma su un carattere sessuale secondario come la crescita della barba (cf. Bendinelli, Il Commentario, 131s., nellambito di un capitolo dedicato alla explanatio rerum, cio agli approfondimenti storico-scientifici che arricchiscono il lavoro filologico origeniano). (11) Si noter che laccenno a Marcione intende dare il colpo di grazia al discorso letteralista, accusato di affinit con leresia (Bastit-
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di Dio, anzich ardire di compiere un altro gesto, per trasgredire ci che di proficuo (la Scrittura) dice anche nel suo tenore letterale: Non deturperai laspetto della barba 19. Per distogliere persone piene di fervore, ma immature nella fede, alle quali va riconosciuto il merito di aver un vivo desiderio di castit, bench non secondo retta conoscenza 2 0, risulter utile la prescrizione: Se alcuni uomini vengano a contesa tra loro, un uomo con suo fratello, con ci che segue, sino a locchio tuo non abbia compassione di lei 21. Se si recide una mano che ha afferrato i genitali di un uomo, come non si recider colui che si esposto a tale rischio per ignoranza della via che
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Mt 18, 28.
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1 Ts 2, 4.
Kalinowska, Origne exgte , 139; Le Boulluec, La notion, 511-513; Gianotto, Gli gnostici e Marcione, cit., 260-265; de Lubac, Storia, 65). Circa la castit ammonisce Origene non si deve essere sapienti pi di quanto si deve (Cm Rm IX, II, cit. II, 100). 24 Mt 19, 19. 25 1 Tm 4, 3. 26 Mt 19, 20. (12) Vi sono poi anche altre dottrine oltre alla dottrina della verit, oltre alla dottrina della Chiesa: i filosofi sono circoncisi nei costumi e nel cuore, praticano cio la sobriet; gli eretici sono sobri e hanno una circoncisione, circoncisione s ma non per Dio : presso di loro la circoncisione avviene sulla base di una dottrina menzognera (Om Ger V, 14, 85s.); il legame tra filosofia ed eresia non inevitabile, ma
conduce alla continenza? Perci, chi ha in mente di rischiare unazione del genere, badi bene a che cosa subir da parte di coloro che lo biasimeranno, citando il passo: Non entrer nellassemblea del Signore chi ha il membro contuso o mutilato 22, ed annovereranno un uomo del genere tra le persone menomate (9). Senza parlare dei danni che uno subir, con landar del tempo, dal fatto che larresto (come dicono i medici) di quei semi che dal capo defluiscono nei genitali, e che nel passare attraverso le vene delle guance, con la loro temperatura naturale producono peli che agli uomini fanno crescere la barba; anche questi peli vengono a mancare a coloro che pensano doversi evirare fisicamente per il Regno dei cieli 2 3. Ma che cosa dovranno ancora soffrire? Pesantezze di testa o vertigini, che talvolta attingono lintelletto, turbano la fantasia, e le fanno immaginare cose alterate rispetto a quelle di questa natura! (10). Prima di venire alla spiegazione di questo passo, devo dire che se Marcione avesse avuto un po di coerenza nel dire di no allintepretazione allegorica della Scrittura, avrebbe respinto anche questi passi come non detti dal Salvatore; e avrebbe pensato o di dover
pu ingenerarsi: Raramente dato trovare persona che, dopo avere preso dallEgitto ci che utile, abbandonato, poi, questo paese, abbia fabbricato gli arredi indispensabili alla religione. Numerosi, invece, sono... coloro che movendo da una certa perizia delle dottrine greche generarono opinioni eretiche (Lettera a Gregorio il Taumaturgo 3, 102; cf. Le Boulluec, La notion, 469-471). 27 Cf. Eb 4, 12. 28 Cf. Ef 6, 17. 29 Cf. Mt 19, 12. 30 Mt 19, 31 Mt 19, 11. 32 Mt 19, 12. 12. (13) Lo faccia per aver capito il regno dei cieli: lEnchiridion asceticum riporta il paragrafo che stiamo commentando sotto il titolo di Mortificatio (cit., 68); Origene assentirebbe: Dunque dobbiamo
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ammettere (dicendo che il Salvatore aveva affermato ci) che chi divenuto credente obbedisca nellarrendersi a fare gesti cos arditi; oppure, se uno a buon motivo non ard compiere gesti talmente gravi, che sarebbero di discredito al Logos, di non dovere neppure credere che quei discorsi appartengano al Salvatore, a meno che non li si interpreti allegoricamente (11). 4. LA SPADA DELLO SPIRITO Noi invece, che vogliamo mantenere la consequenzialit tra le tre categorie di eunuchi e approviamo linterpretazione tropologica della terza, diremo quanto segue in merito alle prime due. Dunque, eunuchi in senso figurato potrebbero per questo chiamarsi coloro che si astengono dai piaceri sessuali e non si lasciano perci andare alle incontinenze, impurit e cose simili. Tre sono le specie (penso) di coloro che sono continenti a riguardo di questi piaceri: gli uni sono tali per natura, e di loro si potrebbe dire: ci sono eunuchi i quali nacquero cos dal seno della madre 24; gli altri fanno ascesi in base a ragioni <umane> e si sono imposti lastensione dai piaceri erotici e da ogni impurit in questo campo; ma non stata la Parola di Dio a generare in loro questa intenzione e ascesi, questa (chiamiamola cos) impresa virtuosa, bens le parole umane (12) sia di coloro che
considerare tribolazioni dei giusti non solo quelle provenienti dallesterno... dalle privazioni, malattie o qualsivoglia sofferenza del corpo; ma anche quelle che essi sopportano per il fatto che, pur trovandosi in una condizione di tranquillit, mortificano se stessi e si maltrattano facendo resistenza ai propri desideri, frenando la libidine, reprimendo ogni eccesso e annientando tutte quelle cose che influiscono sulla virt della continenza, ma queste considerazioni si immettono nella portata escatologica dellamore: Se c uno Spirito
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Origene
seguono la filosofia greca, sia degli eretici che ordinano di non sposarsi e di astenersi dal mangiare 2 5. Questi appunto mi sembrano indicati dalle parole: ci sono eunuchi che furono resi tali dagli uomini 26 . Ma ci che merita plauso che uno impugni la parola, quella viva ed efficace, pi tagliente di qualunque spada a doppio taglio 27 e (come la chiama lApostolo) la spada dello spirito 28, e recida la parte passionale dellanima, senza toccare il corpo, e questo lo faccia per aver capito il regno dei cieli 29 , e per aver capito che recidere la passionalit dellanima di grandissimo aiuto per ereditare
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Mt 18, 35.
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Mt 18, 35.
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Lc 19, 27.
di amore e un Figlio dellamore e se Dio amore,... dalla sua abbondanza infusa labbondanza dellamore anche nei cuori dei santi, perch ricevano la partecipazione alla natura divina (Cm Rm IV, IX, cit. I, 221.223; cf. Crouzel, Virginit et mariage, 71). 33 Cf. Gn 40, 2ss. 34 2 Esd 11, 11; 12, 1 (LXX). 3 5 2 Esd 36 Is 39, 7. 12, 6 (LXX). (14) Il testo di 2 Esdra 11, 11 secondo il greco corrisponde allebraico Neemia 1, 11: Io allora ero coppiere-oinochos del re; il termine greco si trova peraltro espresso anche con la variante eunucoeunochos di cui si avvale Origene. Il coppiere del re era un personaggio importante... Il costume esigeva che i funzionari regali fossero degli eunuchi... Neemia lo era? Nulla lo dice esplicitamente. Il greco porta, secondo i manoscritti: oinochos o eunochos. La similitudine delle parole e il costume antico hanno potuto far passare dalluno allaltro (Les livres des Chroniques, dEsdras et de Nhmie [F. Michaeli], Neuchtel 1967, 308; cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 13, 143). Origene ha anticipato che nellesempio che adduce si fondono significati storici e lettura anagogica: l eunucha del giudeo che da Babilonia parte per riedificare Gerusalemme il simbolo di una libert totale per il servizio del Verbo, per le cose sante del Signore, per la edificazione della Chiesa (Crouzel, Virginit et mariage , 128ss.; cf. Cm Mt XIII, 16, n. 7). 37 Is 56, 3-5. 38 Cf. Mt 19, 12. 3 9 Cf. Gal 5, 25.
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il regno dei cieli (13). Ecco il genere di persone alle quali si adatteranno bene, e non secondo lopinione di coloro hanno preso questo testo in senso corporeo, le parole ci sono eunuchi che si sono fatti tali per il regno dei cieli 3 0. 5. MEGLIO
DI FIGLI E FIGLIE
Grande forza capire come rendere eunuco lanimo con la Parola. Cosa che non tutti capiscono, ma solo quelli a cui stato dato 31. E ci stato dato a tutti quelli che avranno chiesto a Dio una spada razionale, e lavranno usata come conviene, per fare di s degli eunuchi per il Regno dei cieli 32. Ma se ci dobbiamo occupare anche di fatti storici presenti nelle Scritture, insieme alla lettura anagogica che scorgiamo in esse, diremo che ci sono alcuni eunuchi del Faraone, che non producono alcun bene, evirati soltanto per mescergli vino e porgere vivande 33; e ci sono uomini di Dio, divenuti eunuchi per ricostruire Gerusalemme dopo la caduta 34. Riguardo ai primi la Scrittura riferisce nel libro della Genesi; dei secondi la Scrittura ci d un esempio nel libro di Esdra. Costui disse: Anchio ero eunuco del re. Ed avvenne nel mese di Nisan, dellanno ventesimo di
(15) Questa generazione nello Spirito Santo uno dei grandi temi origeniani, orchestrati sulla Parola: Le anime sante e immacolate, che si sono dedicate a Dio con tutto il sentimento e completa purezza, che si son conservate estranee ad ogni contatto coi demoni e con grande continenza si sono purificate, e che si sono iniziate alle discipline della piet e della religione, per questo ottengono di partecipare della divinit e meritano la grazia della profezia e degli altri doni divini (Princ III, 3, 3, 430s.). Si noter come il brano sia percorso da una forte, contenuta, sobria esaltazione del valore della verginit nella coscienza dellolocausto chessa rappresenta e della fecondit chessa consente:
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Artaserse, eccetera, fino a: Ho trovato grazie davanti al re e mi ha inviato 35 . Se leggi il secondo libro di Esdra, troverai tutto quel che concerne tale passo (14), e capirai per quale ragione un eunuco divenuto capo della ricostruzione del Tempio di Dio. I figli degli Ebrei infatti affermano che Daniele ed i suoi tre compagni (Anania, Azaria, Misaele) a Babilonia li resero eunuchi, realizzandosi cos la profezia pronunciata da Isaia contro Ezechia: Dal tuo seme saranno presi e se ne faranno eunuchi nella reggia di Babilonia 36 . Dicono poi che su di loro Isaia abbia profetato col dire: Non dica lo
Ogni anima vergine e incorrotta, che ha concepito da Spirito Santo per generare la Volont del Padre, madre di Ges (Cm Mt Fr 281, su Mt 12, 46-50, cit., 126). 1 Cf. Mt 19, 13-15. 2 Mt 19, 13. 3 Eb 2, 13. (1) Bambini nellanima: si ricorder lampio sviluppo ecclesiologico dato in Cm Mt XIII, 14-19 al tema de Il Bambino, con lesegesi di Mt 18, 1-6 nella prospettiva dello Spirito Santo fattosi piccolo per la salvezza degli uomini e posto da Ges nel cuore dei discepoli : Ne deriva che linvito a farsi piccoli come questo bambino significa farsi simili allo Spirito Santo cos da consentire al Salvatore di pronunciare...: Ecco io e i bambini che Dio mi ha dato; questi bambini... sono coloro che si sono convertiti dagli affari terreni e sono diventati portatori dello Spirito Santo (cf. Cm Mt XIII, 18 e, ivi, alla n. 15, il rinvio a Cocchini, Lo Spirito Santo in Origene, in Atti del Convegno Study on the Holy Spirit; Id., Lo Spirito Santo e le Scritture in Origene, cit.). 2) Bambini -infanti -lattanti: commentando il Sal 8, 3, Origene lo collega a Mt 21 sullingresso di Ges a Gerusalemme, e nota che l dove scritto che i ragazzi gridavano, Ges risponde a sommi sacerdoti e scribi: Non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ...; Quelle medesime folle Matteo le chiama ragazzi, mentre il Salvatore... bambini e lattanti , e cos ci fa capire attraverso le stesse parole del salmo che egli non solo spiegava i fatti con unallegoria, ma che dava un senso allegorico al salmo (Origene, Selecta in Psalmos 8, 3: PG 12, 1184). Sono cos stabiliti due livelli di comprensione: quello dellEvangelista che vede solo ragazzi o fanciulli osannanti, e quello di Ges che va oltre e dice che quelli che dicono la lode di Dio
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straniero, che ha aderito al Signore: Certo mi escluder il Signore dal suo popolo, eccetera, sino a: migliore di figli e figlie 37 . dunque cosa buona, stando al senso mistico di questo passo, non generare figli in Babilonia, ma restare privi di posterit quanto a Babilonia, come Daniele, perch non concepiamo e generiamo dalla Parola di Dio (come lui ed i suoi compagni) se non visioni e profezie (15). Ma si sappia che non troverebbe pochi argomenti per provare che le tre categorie di eunuchi vanno intese in senso corporeo, chi intendesse dimostrare ci con la ragione e farlo trovare in accordo con quegli (autori) menzionati in precedenza, che esposero questo insegnamento attraverso i loro scritti. Ma non volemmo esporli, questi argomenti, onde evitare che, avendoli proposti a titolo di semplici esercitazioni, ed esponendone
sono infanti e lattanti... Il salmo annuncia la realt,... la realt d un senso pi profondo al salmo stesso (R. Scognamiglio, Il Salmo 8 nella Teologia dei Padri, Atene/Bari 1996, [ pro-manuscripto ], 25: il testo stato edito in greco, Atene 1998). (3) Quanto alle donne , ai fanciulli e ai proseliti ... se li comprendiamo separatamente e pensiamo che anchessi formino un certo seguito della Chiesa... allora diciamo: il cibo solido viene dato agli uomini forti... tra cui Ges si prepara una Chiesa senza macchia... (Donne -fanciulli -proseliti) dobbiamo ritenere che siano quelli che hanno ancora bisogno di latte ... Fanciulli , non vi fate bambini nei giudizi... passiamo alla perfezione (Om Gs IX, 9, 163s.). Come Origene sottolinea la lode proclamata dagli infanti, cos ammonisce ad uscire dagli esordi del cammino della fede per progredire e crescere fino alla maturit cristiana: a questa lettura spirituale della comunit evangelica pu non risultare estraneo uno sguardo alle dinamiche e strutture di essa, nel disciplinarsi di funzioni e coesioni che si vorrebbero trasparenti a quella disposizione sui piccoli che Ges ha voluto discepoli e fratelli a monte di ogni successiva specificazione (cf. Scheuermann, Gemeinde im Umbruch. Eine sozialgeschichtliche Studie zum Matthusevangelium , Wrzburg 1996). 7 Eb 5, 12. 8 Cf. 1 Ts 2, 7. 9 1 Cor 3, 2. 1 0 Mt 19, 13. 11 Mc 10, 13. 12 Lc 18, 5. 13 Cf. Rm 11, 33; Col 2, 3. 14 Cf. Mt 4,
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singolarmente le ragioni e la soluzione, finissimo col dare a coloro che non capiscono nel senso inteso da Ges il discorso sullevirazione, il pretesto di capirlo in senso differente da quello che si deve intendere 38 e di pensarla in modo corporeo, mentre chi vive nello Spirito e cammina nello Spirito 39 dovrebbe essere persuaso che tutti e tre i modi di essere eunuchi sono detti in senso spirituale. LA BENEDIZIONE DEI BAMBINI
6. I BAMBINI A GES Allora gli presentarono dei bambini, eccetera, sino a: imposte loro le mani, and via di l 1. Allora avvenne la storia descritta: dei fanciulli furono
Mt 24, 14.
Gv 6, 44.
Cf. 1 Cor
2, 4. 11. (4) I bambini di questo passaggio di Cm Mt sono ancora sotto pedagoghi e tutori... Se patriarchi e profeti sono quasi uomini del Nuovo Testamento, essi appartengono in certo modo allAntico poich non sono illuminati dal Sole di Giustizia, ma dalla luce delle lampade: posseggono tuttavia le caparre dello Spirito (Crouzel, Origne et la connaissance, 479, con numerosi rinvii); peraltro questo stato di principianti dovuto che sia a debolezza o anche a negligenza potr essere colmato negli spazi escatologici della misericordia di Dio: Nel regno di Dio non ci sar pi nessun inesperto, nessun ignorante,
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presentati a Ges, e quelli che glieli presentarono volevano che imponesse loro le mani e pregasse 2. Ma lo si sappia non c un tempo in cui non si presentino a Ges bambini nellanima (1), in riferimento ai quali egli potrebbe dire (accogliendoli come creature che Dio gli affida): Ecco, sono qui, io ed i bambini che Dio mi ha dato 3. Di questi bambini, alcuni si potranno chiamare infanti, altri lattanti (2), in quanto inferiori agli infanti; dalla bocca di entrambi nostro Signore ha tratto lode perfetta 4, perch, avendo sentito parlare di tale beneficio accordato ai fanciulli, noi proclamiamo: Dalla bocca degli infanti e dei lattanti hai resa perfetta la tua lode 5. Fanciulli possono definirsi coloro che sono carnali e infanti in Cristo. LApostolo Paolo, sapendo che tali erano alcuni Corinzi, diceva: Ed io non potei parlare a voi come uomini spirituali, ma come ad uomini carnali e infanti in Cristo 6. Fanciulli di questo genere furono dunque presentati
nessuno estraneo alla vera scienza... Se uno su questa terra in grado di ricevere uneducazione nelle conoscenze che ha potuto raggiungere nei limiti della condizione carnale, l sar illuminato nella perfetta scienza... Colui che nellesistenza attuale ancora fermo ai primi rudimenti e ancora parla da bambino e pensa da bambino, anche l riceve unistruzione da bambino affinch, diventato finalmente un uomo, deponga, grazie ai progressi nella sapienza, ci che da bambino (Om Sal XXXVI, V, I, 214-217; nn. di Prinzivalli, 441s.). (5) Questo bellissimo forse che esprime lo stupore di una esegesi non apodittica, ma aperta al mistero (Bendinelli, Il Commentario , 62), si apre alla dy namis del Cristo nella sua misteriosa signoria (cf. Introduz . a Cm Mt I vol., 23; de Lubac, Storia, 351s.). 18 Mt 19, 14. 19 Cf. 1 Tm 3, 16. 20 Ef 1, 21. (6) Che esistano poi molte e diverse potenze non solo attorno a noi, ma anche dentro di noi, ce lo indica il profeta quando dice nei salmi:... Quanto in me benedica il suo nome. Quanto in me, cio tutti gli esseri che sono dentro di me... Dentro di noi ci sono molte
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Origene
a Ges allora; ma anche adesso gli si presentano tali bambini, sempre (3). Segno di questa presentazione sono i molti, appartenenti alla Chiesa, ancora infanti e lattanti in Cristo, bisognosi ancora di latte e non di cibo solido 7. Alimentandoli come madre che nutre i suoi figli 8 (Paolo) potrebbe dire loro: vi ho dato da bere del latte, non cibo, perch non ne eravate ancora capaci 9 . Gli evangelisti, ricordando il fatto menzionato in questo passo, hanno scritto (stando a Matteo): dei bambini furono presentati a Ges 10 o (come dice Marco), glieli presentavano oppure (come dice Luca): gli presentavano 11 anche bambini 12, ma nessuno dei tre ha precisato da chi furono presentati o chi li presentava, lasciando a noi la cura di indagare su ci che omesso. Vale pertanto la pena considerare, se tutti e tre abbiano per puro caso omesso una precisazione del genere (pur potendo riferire: dai genitori e dalle mamme furono presentati; o: le loro madri presentavano a lui bimbi e fanciulli), oppure labbiano fatto per un pensiero di conoscenza e di sapienza 13 , a dimostrare che gli angeli che si avvicinarono a Ges per servirlo 14, gli stessi, vedendo per pi elevata
potenze alle quali stata affidata la cura delle nostre anime o dei nostri corpi; se sono sante, provano certamente piacere quando leggiamo le Scritture...; cos al contrario, mettiamo in fuga le insidie delle potenze maligne e gli assalti di demoni perversi, appunto con le letture di tali parole e nomi (Om Gs XX, 1, 259ss.). Il tocco delle parole della Scrittura prolunga il contatto salvifico con la persona di Ges di cui parla il brano di Cm Mt, con quei fatti e gesti portatori di un significato che va al di l della semplice lettera del Vangelo (cf. Fdou, La Sagesse , 182s.). (7) Sugli esseri razionali nominati in questo secolo e quelli neppure nominati in questo secolo (ma) in quello a venire, Origene torna pi volte, accennando ai misteri divini che solo i beati potranno conoscere (cf. Princ I, 5, 1, 188; Poich la condizione (degli esseri razionali ) conseguenza delluso... fatto del libero arbitrio, allinfinita variet dei loro movimenti (corrisponde) infinita variet di condizioni,
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conoscenza divina le differenze tra i fanciulli ed i bimbi, sanno quali fanciulli presentare a Ges, perch portati a lui imponga loro le mani, e sanno quando farlo. Sanno pure quali bambini non debbano portare e in che tempo non presentarli. Non penso, infatti, che tali bambini si accostino a Ges senza lassistenza degli angeli (4). Lintenzione di coloro che glieli presentano , stando a Matteo, che Ges imponga loro le mani e preghi; invece, stando a Marco, che li tocchi 15, e stando a Luca che parla di bimbi, che li toccasse 16. Ai fanciulli ed ai bambini incapaci di intendere quel che ascoltano persone gi spirituali pu bastare che Ges preghi per loro e li tocchi, per un aiuto e unutilit che essi comprendono. infatti la potenza di Ges a toccarli: basta che ponga su di loro le mani del suo sguardo, e nessun altro male li toccher pi. E forse (5) (in ci che attiene al testo) proprio questa era lintenzione di coloro che gli presentavano bimbi e fanciulli, avendo essi intuito che se Ges li avesse toccati, ed avesse lasciato penetrare in loro una forza grazie al suo contatto, ci che Ges aveva raggiunto col suo contatto
ibid., n. 3 di Simonetti). 21 Cf. Mt 19, 13. 24 1 Cor 1, 27-28. 14.
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Rm 1,
(8) Quando lAlessandrino parla del dare la carne solida dopo il latte dei neonati , non intende parlare dei bambini come degli umili e semplici secondo il mondo, ma appunto di quegli infanti che Paolo dice ancora carnali : Noi difatti, per quanto possibile, facciamo di tutto perch la nostra comunit sia costituita di uomini avveduti, ed osiamo portare in pubblico nei nostri dialoghi con la comunit le nostre idee belle, e divine al massimo grado, soltanto allora, quando possiamo disporre di uditori intelligenti... Noi riconosciamo il nostro desiderio di educare tutti gli uomini con il Verbo di Dio... a tal punto da impartire ai giovinetti la esortazione loro conveniente, ed indicare agli schiavi in che modo essi possano acquisire spirito di libert e venire nobilitati dal Verbo (C Cel III, 52.54, 267s.; cf. de Lubac, Storia, 100s.: Non ci sono
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A mio parere, giacch molte potenze maligne si occupano dellanima umana sin dallinizio insidiandola in vari modi, per questo motivo quelli che presentavano i bambini al Salvatore, conoscendo gi da prima la sua potenza, facevano ci perch limposizione delle sue mani, la preghiera ed il contatto coi bambini ne allontanassero gli spiriti cattivi e vi stabilissero una forza superiore e bastevole, anche in futuro, ad impedire il contatto di forze avverse (6). E quindi il Salvatore, sapendo che tale gesto non era qualcosa di banale ed ozioso, ma realt di salvezza per coloro che egli toccava e che ricevevano limposizione delle mani, ai discepoli che li sgridavano e coi loro rimproveri impedivano ai bambini di essere portati da lui, replic: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite 18. Orbene, se sono ragionevoli le spiegazioni date
dunque due categorie di cristiani separati dal vigore della loro intelligenza). 25 1 Cor 1, 28. 2 6 Cf. Mt 19, 13. 27 Mc 10, 14. 28 Cf. 29 Mt 19, 15. 30 Fil 2, 6. 1 Cor 9, 19-20. (9) Si facciano bambini... per guadagnare i bambini... Egli stesso si fece bambino: abbiamo ricordato il significato di simili testi nella Introduzione al I vol. di Cm Mt, n. 38, 21; Dice il Vangelo che (Ges) cresceva. Si era infatti umiliato assumendo la natura del servo, e con la stessa potenza con la quale si era umiliato cresce (Om Lc XIX, 2, 142). Origene si posto con ammirato stupore di fronte al mistero dellIncarnazione: La fragilit dellintelletto mortale non riesce a comprendere come tanta potenza della divina maest, la stessa Parola e Sapienza di Dio Padre, nella quale sono state create tutte le cose visibili ed invisibili... si sia delimitata nelluomo che apparso in Giudea, e la Sapienza di Dio sia entrata in un ventre di donna e ne sia nata
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su chi present i fanciulli e chi li portava, ne consegue che alcuni discepoli di Ges potrebbero essere intesi come egregie potenze sante, istruite dal Figlio di Dio. Infatti a giusto titolo il nome discepoli di Ges si estende a simili potenze, perch non solo gli uomini, ma anche gli angeli cui apparve 1 9 (7) siano ammaestrati da lui, con qualunque essere gli vuole credere, da ogni nome che non soltanto nel mondo presente, ma anche nel mondo futuro 2 0. Certo, se uno ritenesse forzata uninterpretazione del genere e sostenesse che il termine discepoli non si applichi che ad esseri umani che rimproverano quelli che presentano a Ges i bambini e i fanciulli 21, allora coloro che presentano i bambini ed i fanciulli a Ges sarebbero i pi semplici tra coloro che pongono mano ad insegnare la Parola, avendo la parola da bambini, simile a latte che alimenta gli ancora bisognosi di latte 22. Non possono infatti convincere con una parola spirituale superiore alla situazione di questi bambini, come colui che pu dire: Sono creditore ai Greci ed ai barbari, ai saggi ed agli stolti 23. Ma mentre costoro portano tali bambini e fanciulli a Ges, bambini nella fede cio e meno istruiti, ecco che quelli ritenuti pi dotati di ragione
come bambino ed abbia emesso vagiti a somiglianza degli infanti (Princ II, 6, 2, 284s.; Il ritmo delle frasi e il fremito dello stile lasciano apparire, al di l dellabituale sobriet dellautore, lemozione del cristiano interamente afferrato dalloggetto della sua fede: Fdou, La Sagesse, 316; cf. Crouzel, Thologie, 260). 31 Mt 2, 8. 32 Mt 2, 9. 3 3 Mt 2, 11. 34 Mt 2, 13. 35 Mt 2, 36 Mt 11, 29. 37 Mt 19, 14. 38 1 Ts 2, 6. 20. (10) Tanto grande la dottrina sullumilt, che non abbiamo un qualunque maestro ad insegnarcela, ma lo stesso grande Salvatore nostro, il quale afferma: Imparate da me... (C Cel VI, 15, 501); la meditazione sulla knosi del Cristo al centro della cristologia origeniana: Lui che era di condizione divina, si degna di essere della condizione dello schiavo; lui che immortale, muore; impassibile
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Origene
rispetto a coloro che insegnano ai pi semplici e che per questo sono chiamati discepoli di Ges, prima di imparare a conoscere i fanciulli ed i bambini, si mettono a rimproverare coloro che insegnano in maniera pi semplice e presentano questi fanciulli e bambini a Ges (8). Questo lo capirai chiaramente se intenderai le parole: Considerate la vostra vocazione fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ci che nel mondo stolto, debole, e ignobile, e ci che nulla, per ridurre a nulla le cose che sono 24. Poniamo dunque il caso che uno di quelli che esercitano per professione catechesi e insegnamento ecclesiastico veda presentare a Ges ci che nel mondo stolto, ci che nulla, che ignobile 25, e che per questo si potrebbe definire puerile; e mettiamo che egli, nel vedere ci, riprenda colui che presenta tanti bambini e fanciulli al Salvatore e Maestro (come se agisse senza giudizio). Rifletti attentamente se le cose che ora stiamo esaminando non convenga riferirle a tale situazione: mentre gli uni presentano dei bambini, perch Ges imponga loro le mani e preghi, i discepoli li rimproverano 2 6. Il Maestro, Salvatore e Signore, rivolto a coloro che si sdegnano per i bambini presentati, potrebbe
patisce e invisibile viene visto e,... poich ha portato i nostri peccati, offr come vittima a Dio... la sua carne incontaminata (Om Lv III, 1, 59s.; cf. Bostock, Origens exegesis of the Kenosis Hymn, 546). 39 Cf. 1 Ts 2, 7. 40 Mt 19, 14. 41 Cf. Mt 23, 12; Lc 18, 14. (11) Lamore di Paolo tenero come di madre (cf. 1 Ts 2, 7) riecheggiato in questi ultimi tratti, come gi in Cm Mt XIII, 29; non a caso Origene ammira lo spirito di Paolo che con linguaggio semplice esprime dei concetti grandi (C Cel III, 20, 233; sullamore di condivisione con i piccoli, cf. H. Pietras, Lamore in Origene, Roma
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ben dire: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite 27. Poi, esortando i discepoli ormai in et virile ad accondiscendere allutilit dei bambini (che si facciano bambini con loro, per guadagnare i bambini 28 ) (9), pu darsi che il Salvatore dica: Perch di essi il regno dei cieli 29. Egli stesso, infatti, pur essendo di natura divina, non ritenne tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio 30 , ma si fece bambino, tanto che Erode disse ai magi a suo riguardo: Andate e informatevi accuratamente del bambino 31, e Matteo racconta: La stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva finch giunse e si ferm sopra il luogo dove si trovava il bambino 32. Dopo poco dice: Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre 33. Anche langelo apparso a Giuseppe chiam bambino un cos grande nostro Salvatore: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto 34 . E dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve di nuovo in sogno a Giuseppe in Egitto, e disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre 35 . Ges dunque non solo si abbassato in senso storico, ma si fatto umile come un bambino anche in senso anagogico, tanto che come diceva: Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore 36, cos avrebbe potuto dire: Imparate da me, che sono diventato come un bambino (10); imparate
1988, 145-158; sul rapporto Paolo-Origene, cf. Cocchini, Il Paolo di Origene, cit.; sul motivo dei discorsi da bambini, abbiamo ripreso in Cm Mt XIII, 15, n. 6, lo splendido tratto di Om Ger I, 8 sul: Non so parlare del Verbo incarnato). (12) Immaginandoci di avere la sapienza per una fantasia, come si esprime il testo originale; con la presunzione di una sapienza pi eccellente e di un progresso pi spirituale , come parafrasa amplificando la Vetus interpretatio : lattenzione ai piccoli nella Chiesa al cuore della grande didaskala origeniana; lo abbiamo ricordato nella Introduzione al I vol. di Cm Mt, n. 52, 28, per quanto riguarda la
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Origene
in che senso dico: a quelli che sono tali appartiene il regno dei cieli 37; questi uomini, proprio come bambini, sono tali che ai discepoli non consentito riprendere quelli che li presentano. Anche Paolo, che aveva ben compreso le parole: a costoro infatti appartiene il regno dei cieli, pur potendo come Apostolo di Cristo far valere la propria autorit 38, si fece tenero, simile a una madre che nutre 39 il proprio bambino e per suo amore gli fa dei discorsi da bambini (11). 8. UNA FORZA
DENTRO I BAMBINI
personalit stessa dellAlessandrino; nel passo che stiamo commentando emerge la ricchezza metodologica di un discorso globale che sa parlare con finezza ai semplici e risponde con amore alle esigenze dei dotti, e che va preso tutto insieme per rivelare luomo nella sua interezza (W. Jaeger, Cristianesimo primitivo e Paideia greca, Firenze 1991, 68). 42 Lc 14, 11. 43 Mt 18, 4. 44 Mt 19, 15. 45 Sal 11 (12), 7. (13) Ges lascia una forza dentro i bambini che non possono ancora seguirlo; la comunit cristiana lo spazio salvifico al quale tutti sono invitati: Ognuno secondo le proprie forze colga gli oracoli di Dio che pu, e se idoneo per un cibo solido, riceva quegli oracoli di Dio che sono la sapienza di cui lapostolo parla tra i perfetti... Chi non pu (riceva) gli oracoli di Dio in modo da servirsi di latte e non di cibo solido. Se poi ancora debole nella fede, prenda gli oracoli di Dio negli ortaggi. sufficiente che tutti ugualmente sappiamo che gli oracoli di Dio sono oracoli casti e argento provato con il fuoco, puro della terra, purificato sette volte: cio che conserviamo gli oracoli divini nella castit e nella santit del cuore e del corpo (Cm Rm II, XIV, cit., I, 113s.). significativo il ricorrere in Cm Rm del Sal 11(12), 7: la forza dentro i bambini si pu interpretare origenianamente come la stessa parola di Ges, anche non compresa nei suoi strati totali (cf. L. Cignelli, Il tema namis in Origene, in Liber Annuus 34 [Gerusalemme 1984], Logos-Dy 239-272; sulla sequela di Ges nelle sue gradualit, cf. Bertrand, Mystique de Jsus, 106ss.; F. Cocchini, Il progresso spirituale in Origene, in Spiritual Progress [J. Driscoll - M. Sheridan], Roma 1994,
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A questi discorsi dobbiamo per dare diligente ascolto, onde evitare che immaginandoci di aver la sapienza e di esservi progrediti, ci facciamo grandi e disprezziamo i piccoli e i fanciulli nella chiesa (12). Ma sapendo che stato detto: a costoro appartiene il regno dei cieli 40, dobbiamo anche noi farci bambini, perch questi si salvino grazie a noi. La volont del Salvatore la realizziamo non solo lasciando che portino i fanciulli a Ges, e non solo non impedendo che gli vengano presentati, ma facendoci a nostra volta bambini con i bambini, affinch col salvarsi loro grazie a noi che siamo divenuti tali siamo esaltati da Dio, essendoci noi umiliati 41. Ad una simile realt si pu pensare nel sentire la parola: Chi si umilia sar esaltato 42, specie perch nel brano precedente sta scritto: Chi dunque si umilier come questo bambino, sar il pi grande nel regno dei cieli 43. E
29-45).
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Mt 19, 13.
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Mt 19, 14.
(14) Quanti sono superiori ai bambini sono capaci di fare spazio ~n indica insieme contenere a preghiera e imposizione delle mani: chore e comprendere, con una sfumatura realistica che esalta appunto la nozione di fare spazio Coloro a cui la Parola di Ges rivolta sembrano non essere in grado di contenerla, non potendo abbracciarla a causa delleccessiva sua grandezza che li trascende (Cm Gv XX, VI, 610; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 392-395) ; questa impositio manuum appare come linsieme dei doni riservati ai piccoli senza perdersi in una teurgia mai presupposta e quanto meno invocata (cf. Bendinelli, Il Peri; Eujch~ di Origene , 41-47.51s. e la messa a punto valevole anche per Cm Mt di A. Le Boulluec, Miracles et magie, in Vingt ans de recherches sur le Contre Celse: tat des lieux , in Discorsi di verit , cit., Roma 1998, 19-21; sul tema dei simpliciores , imperitiores, moltitudine (che) nasconde una grande variet di condizioni, cf. Monaci Castagno, Origene, 90-93). (15) Non mettersi al di sopra... non disprezzare: lesegesi
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Origene
ci sia utile a riguardo dei discepoli che rimproverano quelli che presentano bambini perch li si porti a Ges. Ma sappi che, anche se non possono seguire (in quanto bambini) tutte le cose dette, Ges impose le mani ai bambini. E imposte loro le mani, and via di l 44. Toccandoli, ha lasciato una forza dentro i bambini; ma dopo si allontana da loro, perch non hanno avuto la capacit di seguirlo al pari dei discepoli (13). Dal momento per che le parole del Signore, e le parole evangeliche, sono parole pure, argento provato col fuoco, argento esaminato, mandato sulla terra, diligentemente vagliato, purificato sette volte 45, ci deve pur essere un giusto motivo per cui, nellesporre questo passo, Matteo ha enunciato due scopi per cui i bambini erano presentati a Ges, ma questi due scopi non li estende poi al seguito del racconto. Infatti i bambini non vennero presentati perch Ges imponesse loro le mani soltanto, ma anche perch pregasse 4 6.
sinottica svolta nel tratto intende avvalorare il dibattito interno fra ragione e fede che, negli anni di Cm Mt, Origene porta avanti con altre opere di riflessione e con la predicazione. Se fosse possibile ad ognuno abbandonare le faccende terrene per dedicarsi alla filosofia, nessuno certo dovrebbe imboccare una strada diversa da questa... Anche nel cristianesimo non si trover una investigazione meno profonda... dei concetti della fede, ed una esegesi delle espressioni oscure che si trovano nei profeti, delle parabole che si leggono negli evangeli... Se per questo riesce impossibile, tanto a causa delle necessit della vita, quanto per la stessa debolezza degli uomini , e ben pochi si dedicano alla investigazione razionale, quale altra via pi adatta potrebbe escogitarsi per aiutare la moltitudine, se non quella che ha offerto Ges ai popoli? (C Cel I, 9, 51; cf. lampio commento di L. Perrone, Proposta per un commento: unesemplificazione su Contro Celso I, 9-13, in Discorsi di verit , 225-256). 1 Mt 19, 16-30. 2 Sal 33 (34), 13ss. (LXX). 3 Mt 19, 17.
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9. IMPOSIZIONE DELLE
MANI
E invece sta scritto: Egli impose loro le mani, e and via di l. (Levangelista) non aggiunge dopo aver pregato; (avrebbe potuto anche dire: impose loro le mani, preg e and via di l). Considera, pertanto, se la preghiera di Ges tu possa riservarla a coloro che sono superiori ai bambini, capaci di fare spazio sia allimposizione delle mani su di loro, sia alla preghiera al Padre per loro, ma considera anche se puoi dire che per i bambini pi piccoli basta limposizione delle mani (14). A conferma per della spiegazione data nel testo: perch di essi il regno dei cieli 47 , e per esortare il pi sapiente a non mettersi al di sopra di quelli che nella chiesa sono piccoli, e a non disprezzare i bambini e gli infanti in Cristo (15), giover prendere dal vangelo di Luca il passo che dice: In verit vi dico, se uno non riceve il regno di Dio come un bambino 48 : pur non essendo pi bambino, ma uomo, avendo abbandonato ci che era da bambino 4 9, costui si fa bambino coi bambini, e dice loro: Non ho potuto parlare a voi come ad uomini spirituali, ma come ad esseri carnali; come a bambini in Cristo, vi ho
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Is 50, 1.
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Fil 2, 6.
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Fil 2, 6.
(1) Il termine buono solo a Dio : Quanto grande la benevolenza benignitas di Dio verso ciascunanima... Se davvero consideri le anime sante, le buone opere, allora davvero scoprirai la tunica di vari colori che la visita di Dio dispensa a quanti sono stati chiamati per la salvezza. Comprendo la Legge, intendo i profeti, conosco i Vangeli, mi chiaro lApostolo, sono prudente, son giusto, pietoso... (Om Ez VI, 9, 123s.); nelle omelie pronunciate negli anni contemporanei a Cm Mt, Origene ripercorre la trama della misericordia e bont divine attraverso le vicende della elezione dIsraele, segno e preparazione di unepoca
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Origene
dato da bere latte, e non cibo solido 50 . Il testo completo, dunque, nel Vangelo secondo Luca, dice cos: Gli portarono anche i bambini perch li accarezzasse, eccetera 51, sino al punto: Chi non accoglier il regno di Dio come un bambino, non entrer in esso 52. Marco ha riportato il testo quasi con le stesse parole, anzi la fine lha riferita negli stessi termini.
damore che si aprir nellAlleanza Nuova: lEvangelo a consegnarci questo mistero damore (cf. de Lubac, Storia, 263s.). 4 Cf. Lc 6, 45. 5 Mt 19, 16. 6 Mt 19, 17. 7 Mc 10, 18; Lc 8 Lc 6, 45. 9 Col 1, 15. 10 Cf. Sap 7, 26. 11 Sap 18, 19. 7, 26. (2) Non si deve vedere una specie di bestemmia nellespressione: Nessuno buono se non il solo Dio Padre (Mc 10, 18), s da credere che con ci venga negata la bont del Figlio e dello Spirito Santo:... si deve intendere la bont originaria ed assoluta in Dio Padre: da questo il Figlio nascendo e lo Spirito Santo procedendo
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RICCHEZZA E POVERT
10. CHI
BUONO?
Ed ecco un tale si avvicin e gli disse: Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? eccetera, sino a: Molti primi saranno gli ultimi, e gli ultimi
senza dubbio riproducono in s la natura di quella bont, che nella fonte da cui nato il Figlio e procede lo Spirito Santo (Princ I, 2, 13, 162s. Ibid., cf. n. 82 di Simonetti sul termine Bont-in-s per il Padre; riguardo alla coniazione di questi termini per il Cristo, citiamo un passo significativo: Tutto ci che in Dio tale, il Cristo: sapienza di Dio: lui; potenza di Dio : lui; giustizia di Dio: lui; santificazione : lui; redenzione: lui... (Om Ger VIII, 2, 104s.; non si tratta della partecipazione statica a un modello, ma di una partecipazione dinamica a Dio che agisce: cf. Vogt, Der Kommentar I, n. 140, 233-236). (3) Limportanza del passaggio viene rilevata dagli studiosi anche nel confronto con testi allapparenza opposti: Il Salvatore (rifiuta) di accettare, in senso proprio, vero e pieno, lappellativo di buono che gli dato, per riferirlo pieno di gratitudine al Padre... Noi, quindi, affermiamo che il Salvatore e lo Spirito Santo non sono da una parte neppur paragonabili con tutti gli esseri che sono stati fatti, ma li superano con una sovreminenza e una trascendenza infinita; essi per sono a loro volta superati dal Padre (Cm Gv XIII, XXV, 492); anche Cm Gv esprime la parola del Cristo durante la sua vita terrestre, del Salvatore che, pur partecipando pienamente della Bont divina, si radicalmente annientato davanti alla Sorgente di ogni bont; cos compresa, la formula stessa di Cm Gv pi che esprimere subordinazionismo, dice audacemente la knosi del Cristo (cf. Fdou, La Sagesse, 290-310; Danilou, Origene, 302-313; Vogt, Der Kommentar II, n. 25, 145); non diversamente il brano di Cm Mt
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Origene
primi 1. In base alla supposizione che luomo sia capace di operare il bene, nei Salmi sta scritto: Chi vuole la vita, ama vedere giorni buoni? Trattieni la lingua dal male, e le labbra dal pronunziare inganno. Allontanati dal male e fa il bene 2. Qui invece, a colui che gli chiede: Che cosa devo fare di buono per ereditare la vita eterna?, dato che il vero bene non si pu riferire a nessun altro se non a Dio, il Salvatore dice: Perch mi interroghi su ci che buono? Uno solo buono 3. Ora occorre tenere conto che propriamente in questo passo il termine buono applicato solo a Dio (1); per le altre realt, si tratti delle azioni buone, delluomo buono 4, come dellalbero buono, esso riferito impropriamente. Anche tu potresti trovare il termine buono impiegato in parecchi casi. Ma non si deve
considera la superiorit uperoch del Figlio dellamore del Padre (cf. Col 1, 13 in C Cel V, 11), nella cui economia salvifica si attua la passione della carit (cf. Crouzel, Thologie , 95s.; Om Ez VI, 6, 119, e Cm Mt XIII, 8, n. 3). 14 Lc 17, 10. 15 Sal 33 (34), 15. 16 Sal 142, 2. 17 Mt 19, 17. (4) In senso improprio: azioni e realt umane possono dirsi buone abusive, come rende la Vetus interpretatio. La bont risulta per luomo il cammino, il progresso verso il Bene che Dio stesso: la natura creata immagine di Dio. Ma la sua differenza radicale con Dio che i beni che Dio possiede per natura, (luomo) li possiede per grazia... Se cessa di restare aperto alla grazia... o se per stanchezza o timore dello sforzo si arresta e smette di aprirsi a dei nuovi beni, luomo diventa preda del male che questo stesso arrestarsi (Danilou, Origene, 256). 18 Mt 19, 17. 19 Dt 6, 4. (5) Siamo convinti (che) le cose visibili e invisibili, temporali ed eterne, vengono dal Dio creatore, che uno solo e il medesimo in tutto con il Padre del nostro Signore e Salvatore, Dio buono, giusto e
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pensare che la domanda: Che cosa devo fare di buono? 5 sia in contrasto con la replica: Perch mi interroghi su ci che buono? Uno solo buono 6, rivolta a colui che aveva posto la domanda: Maestro, cosa devo fare di buono? Matteo, dunque, con le parole: cosa devo fare di buono? ha riferito una domanda rivolta al Salvatore circa unazione buona da fare. Marco e Luca, invece, asseriscono che il Salvatore abbia detto: Perch mi chiami buono? Nessuno buono, se non Dio solo 7, in quanto il termine buono, che applicato a Dio, non si potr riferire ad alcun altro essere: non si potr dire: Dio buono allo stesso modo di come si dice buonochi trae fuori il bene dal tesoro del suo cuore 8 . Ma lo stesso Salvatore, come immagine di Dio invisibile 9, cos immagine della sua bont 1 0; e in rapporto a qualunque bene inferiore, cui si applichi il termine buono, quello che si dice di Lui ha tuttaltro senso, dal momento che in rapporto al Padre (Egli) immagine della (sua) bont 11, mentre in rapporto a tutti gli altri esseri Egli ci che la bont del Padre riguardo a Lui. Oppure si pu vedere tra la bont di Dio ed il Salvatore, che limmagine della sua bont, unanalogia
sapiente. verso questo scopo che noi ci sforziamo di condurre la Scrittura: mostrare che tutto appartiene al Dio buono, giusto e sapiente...; per quel che riguarda accordare o meno i testi alla bont, giustizia e sapienza di Dio, abbiamo bisogno del Dio salvatore (Philoc 27, 3, cit., 278s.); il Dio dellAntico Testamento Dio con e per luomo, e il Nuovo Testamento lo riveler illuminandoci attraverso la concentrazione cristologica la Delimitazione del Padre che il Figlio : possiamo vivere nel regno di Dio onnipotente, cio nel regno della sapienza, della pace, della giustizia e della verit, cose tutte che sono riunite nel Figlio unico di Dio (Om Lc XXXVI, 3, 231; cf. Princ II, 9, 1, 316; Wolinski, Le recours aux epivnoiai du Christ, 477s.485s.; B. Studer, Das Christusbild des Origenes und des Ambrosius, in Origeniana septima, 571-590).
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pi stretta di quella che c tra il Salvatore e un uomo buono, unazione buona ed un albero buono (2). Ed infatti, la superiorit rispetto ai beni inferiori che nel Salvatore in quanto immagine della bont dello stesso Dio, maggiore di quanto lo sia la superiorit di Dio, che buono, rispetto al Salvatore che ha detto: Il Padre che mi ha mandato pi grande di me 12, e che immagine della bont di Dio relativamente agli altri (beni) (3). Ma forse da ci che detto in risposta alla domanda: Che cosa devo fare di buono? (la replica stata: Perch mi interroghi su ci che buono? Uno solo buono ) dipende pure il senso inteso dalle parole: Quando avrete fatto tutto quello che vi stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare 13. Cio: neanche nel caso che avremo compiuto tutto quanto ci stato ordinato (stando alle parole di questo passo) avremo fatto qualcosa di buono. Se fossero buone le azioni compiute, Ges non ci avrebbe detto di dover dire, per aver fatto quanto ordinato: Siamo servi inutili 14 . per possibile asserire, in senso improprio (4), che ci buono, al pari delle parole: Allontanati dal male e fa
(6) Calunniano il Dio della Legge . Una esemplificazione moderata della scuola gnostica recita al riguardo: Ci resta da dire chi mai sia questo dio che ha promulgato la Legge... Gli possiamo attribuire il nome della Regione intermedia. E se il Dio perfetto buono per sua natura, come (infatti il nostro Salvatore ha rivelato che uno solo il Dio buono, suo Padre, che egli ha rivelato), e invece lavversario cattivo e malvagio per natura, caratterizzato dallingiustizia, questi che intermedio fra loro e non n buono n cattivo e ingiusto, propriamente pu essere definito giusto... pi imperfetto rispetto al Dio perfetto... maggiore e pi potente rispetto allavversario (da Tolomeo, Lettera a Flora 33, 7, in Letteratura cristiana antica [M. Simonetti - E. Prinzivalli], I, Casale Monferrato 1996, 201-203; cf. Fernndez, Cristo mdico, 196ss.). 20 Dt 32, 39. 21 Gb 5, 18. 22 Gb 5, 18. 23 Gb 5, 18 24 Eb 12, 7. 25 Eb 12, 11. 26 Cf. Dt 32, 39. 27 Gb (LXX).
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il bene 1 5. Ritengo che chi mette in pratica ci che prescritto nelle parole: Allontanati dal male e fa il bene , faccia il bene rispetto alle azioni compiute dagli altri uomini, ma non rispetto a ci che veramente buono. Ma come nessun vivente davanti a Dio giusto 16 , perch qualunque giustizia umana si scopre come non-giustizia se si considera quella di Dio, cos non si dovr chiamare buono davanti a Dio buono neanche chi si potrebbe definire tale in confronto agli esseri inferiori. 11. SALVATORE -SIGNORE -BUONO Ma ecco che qualcuno potrebbe dire: il Salvatore conosceva che la disposizione e lintenzione di colui che poneva la domanda erano ben lungi dal fare il bene raggiungibile da esseri umani, e perci a lui (che chiedeva: Che cosa devo fare di buono?) replic: Perch mi interroghi su ci che buono? 17 come per dire: chiedi che cosa debba fare di buono per ereditare la vita eterna, ma non sei disposto verso ci che ti verr detto su ci che buono. In seguito fa capire che uno solo veramente
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5, 18 (LXX).
Cf. Rm 1, 18 e passim.
(7) Medico... Padre: Respingendo con energia (le contrapposizioni gnostiche), Origene si sforza di sviluppare un pensiero che dimostri come Dio, il Padre del Verbo e di tutte le creature, sia a un tempo giusto e buono, interessato al mondo e partecipe della sua sorte. Daltra parte... difende lidea cristiana delluomo come essere dotato di libero arbitrio e perci responsabile della propria sorte, sia pure entro un itinerario di redenzione in cui Dio non labbandona mai a se stesso ma laccompagna costantemente con il suo aiuto fedele (Perrone, La passione della carit, 227). (8) Noi, quando leggiamo dellira di Dio sia nellAntico che nel Nuovo Testamento, non interpretiamo il testo secondo la lettera, ma vi
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buono 18: Colui del quale anche la Legge dice: Ascolta Israele, il Signore nostro Dio, un solo Signore 19. E infatti, Salvatore in senso proprio; Signore in senso proprio, e Buono in senso proprio soltanto Costui: di lui solo ho la certezza che realizza tutto in quanto buono (5). Ti chiederai come possano esprimere la sua bont le parole non comprese da coloro che, per quanto in loro potere, calunniano il Dio della Legge e gli lanciano accuse che non sarebbe forse facile fare neanche a riguardo di un uomo (6). Ne sono infatti persuaso: la parola Sono io che do la morte, ne esprime la bont non meno che: io faccio vivere; io percuoter, non meno che: io guarir 20 . Se fa soffrire 21, si tenga conto che molte volte anche un medico fa soffrire; ma Dio, dopo che ha fatto soffrire, di nuovo ristabilisce 22. Cos, quelli che percosse, per bont che li ha percossi 23. In effetti Dio ci tratta come figli che vuole educare (7). Qual il figlio che non corretto dal padre? 24. Pure, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo per arreca un frutto di pace e
ricerchiamo il significato spirituale, cos da intenderlo come degno di Dio (Princ II, 4, 4, 271); Dio ha nascosto la sua bont perch non ci si prenda gioco di essa: Tutto quel che si potrebbe dire su questo argomento non pu essere esposto a tutti, e cade fuori del nostro compito presente; daltra parte non neanche senza pericoli affidare alla Scrittura la spiegazione di questa materia, dal momento che il gran pubblico non ha bisogno di una istruzione pi approfondita... Non reca alcun vantaggio (oltrepassarne) i limiti... poich vi son di quelli che a stento il timore delleterno castigo trattiene in qualche modo lontano dal vortice del male (C Cel VI, 26, 513); Il Dio della Legge e dei profeti nasconde la ricchezza della sua bont non a coloro che lo amano, ma a coloro che lo temono. Sono infatti ancora bambini e non possono con proprio vantaggio comprendere perch siano amati dal Padre (Om Ez I, 3, 33): Ci si ingannerebbe per profondamente se si volesse far dire ad Origene che i perfetti possono sapere che tutto andr bene, mentre i cristiani comuni dovrebbero invece conservare il timore dellinferno... Purificati, bruciati, bisogna esserlo... Dio non divora la propria creatura ma... la paglia messavi sopra (Om Ger XVI, 6) (cf. H.U. von Balthasar,
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di giustizia a tutti quelli che per mezzo suo sono addestrati 25. Ecco perch Dio, come ha percosso, cos guarisce 26; la verit che se ferisce, le sue mani risanano 27. Sembrer paradossale quello che sto per dire, ma lo dir ugualmente: persino quello che chiamiamo furore appartiene al Dio buono, ed ha una funzione salutare nel punire, e quella che chiamiamo la sua ira 28 (in quanto ira del Dio buono), altro non fa che educare (8). Si potrebbero dire molte cose a quelli capaci di non lasciarsi trarre in inganno circa la benignit di Dio e la ricchezza della sua bont 29. Questa bont a ragione lha nascosta a quelli che lo temono 30, onde evitare che si prendano gioco della ricchezza della sua bont, della sua tolleranza e della sua longanimit 31, e secondo la loro durezza ed il cuore impenitente , accumulino su loro stessi unira 32 pi grave, che non avrebbero accumulato se fosse rimasta nascosta loro la ricchezza della benignit di Dio. Quanto dunque alla domanda: Chi il buono? e alla spiegazione della parola: Che cosa devo fare di buono? , andava detto quanto siamo stati capaci di vedere in questo brano.
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Cf. 1 Cor 1, 5.
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Sperare per tutti, ed. it. Milano 1989, 126.128). 34 Gv 11, 25; 14, 6. 35 Lam 4, 20. 38 Col 3, 3-4. 4, 16.
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Mt
(9) Nellopera origeniana troviamo testi a conferma nei due sensi: Se noi comprendiamo a fondo la vita che stata fatta nel Logos, il quale ha detto: Io sono la vita, diremo che nessuno di quelli che sono fuori della fede di Cristo vive (Cm Gv II, XVI, 235): in rapporto allattesa dellAntico Testamento e di quanti sono al di fuori del Cristo, leconomia dellIncarnazione la verit ; daltra parte leggendo Lam 4, 20 ed Eb 10, 1 in riferimento alla vita sulla terra come ombra, si possono considerare i passaggi: umbra (AT) imago (NT) veritas (fino
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12. ENTRARE
NELLA VITA
Andiamo avanti. Resta da considerare in che senso siano state dette le parole: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti 33 . A tal proposito, fa attenzione al fatto che Ges, a colui che lo interroga su ci che buono, dice come ad uno che si trova ancora fuori della vita: Se tu vuoi entrare nella vita. Qui mi chiedo in quanti modi si debbano intendere rispettivamente lessere fuori e lentrare nella vita. Pu darsi, da una parte, che sia fuori della vita chi separato
allschaton) dal momento che nel tempo della Chiesa le realt divine si vivono sotto il velo dellimmagine: Se la Legge sulla terra ombra e tutta la nostra vita sulla terra ombra e allombra di Cristo vivremo fra le genti, bisogna vedere se la realt di tutte queste ombre non sar conosciuta nella rivelazione che avverr, allorch non pi come attraverso uno specchio e approssimativamente, ma faccia a faccia i beati meriteranno di contemplare la gloria di Dio e le cause e la verit delle cose (Princ II, 6, 7, 294s.; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 217-220). 39 Mt 19, 17. 40 Mt 9, 38. 41 Cf. Eb 9, 14. 42 Cf. Eb 4, 43 Cf. Gv 6, 68. 44 Mt 19, 17. 12. (10) Si ricorder il tratto di Cm Mt XII, 33 su Il pane vivo e il pane morto (vol. I, 344-346); la simmetria bipolare che segna inizialmente un dittico fra campi opposti (vita-morte; salvezza-perdizione) non sembra perdurare fino alle ultime conseguenze: se il procedimento analitico sul testo evangelico consente allesegeta di raggruppare atti temporali ed eterni nella loro proiezione mietitura, opere di vita, parole viventi gli esiti di valutazione si fermano al di qua della soglia: entreremo nella vita... nel grado pi beatificante ... in quello medio... o in qualunque altro grado. Le cose ultime sono e restano velate... Ci che a noi rimane non un sapere, ma la speranza cristiana (cf. von Balthasar, Sperare, 133; Danilou, Origene , 327ss.; Bendinelli, Lescatologia origeniana, cit.). 45 Mt 19, 18. 46 Mt 19, 18. 47 Cf. 1 Cor 6, 9-10. 48 Cf. 2 Tm 2, 4.
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da colui che disse: Io sono la vita 34 , e non gli appartiene; dallaltra, pu darsi che chiunque sulla terra (fosse anche giustissimo) si trovi allombra della vita (9) e dica: Respiro del nostro volto Cristo Signore: alla sua ombra, dicemmo, vivremo tra le nazioni 35; non che ci avvenga in questa vita, dal momento che egli ancora circondato da corpo mortale e dice: Chi mi liberer da questo corpo votato alla morte? 3 6, e: Dimorando in paese e ombra di morte 37, non essendo ancora giunto nella terra dei viventi. Ma nascosta in Dio era non solo la vita dei perversi, bens anche quella di Paolo e degli apostoli mentre erano ancora sulla terra. Perci (Paolo) dice: La vostra vita nascosta con Cristo in Dio. Quando si manifester il Cristo, vostra vita, allora anche voi sarete con lui manifestati nella gloria 3 8. Osserverai inoltre tutto ci che riguarda il dentro e il fuori, per scegliere quel che adatto alle parole: Se vuoi entrare nella vita 39. Ad esempio: Pregate il padrone della messe che mandi operai dentro la sua messe 40 . Ti porrai il quesito: che mandi, da dove? E dal momento che gli operai mandati nella messe del padrone sono in questo posto, vuol dire che sono fuori del luogo dal quale sono stati inviati. E dopo aver compiuto bene i lavori della mietitura, entreranno nella vita, purificati dalle opere morte 41, e compiendo le opere opposte a quelle, le opere vive, senza proferire pi parole di morte, ma parlando in conformit alla viva ed efficace parola di Dio 42 . Cos, in analogia alle parole di vita eterna 43, ci saranno pure parole contrarie ai ragionamenti che accusano, allorch, nel giorno del giudizio, mentre i ragionamenti ora accusano ora difendono, chi sar difeso dai suoi ragionamenti si
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Gv 1, 14.
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35
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Rm
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Origene
salver, e chi sar accusato dai suoi ragionamenti si perder. Se pertanto anche noi vogliamo entrare nella vita, diamo ascolto a Ges che dice: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti 4 4; e nella misura in cui li avremo osservati, entreremo anche noi nella vita e ne saremo partecipi (10): o nel grado pi intimo e beatificante, oppure in quello medio, o in qualunque altro grado della vita ci conduca mai losservanza dei pi piccoli e insignificanti comandamenti. 13. O SSERVA I COMANDAMENTI Quegli, nel sentirsi dire: Osserva i comandamenti, risponde: Quali? 45, perch apprendiamo quali siano soprattutto i comandamenti che Ges vuole che osserviamo. Alla domanda: Quali? (Ges ) rispose: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, e ama il prossimo tuo come te stesso 46. E forse basta questo perch uno entri nellinizio (chiamiamolo cos) della vita;
(11) Gente non indenne da furto : per la lettura evangelica origeniana, la rinuncia alle ricchezze condizione fondamentale per la sequela Christi : Se c qualcuno che si prepara a partire dallEgitto, se c qualcuno che desidera abbandonare le azioni oscure di questo mondo e le tenebre dellerrore, per prima cosa deve partire da Ramesse. Ramesse significa erosione della ruggine... Non farti tesori l dove fa strage la ruggine... Lo dice apertamente il Signore nei Vangeli: Se vuoi essere perfetto, vendi tutti i tuoi beni e dalli ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi (Om Es V, 2, 99s.; cf. lampio commento di E. Dal Covolo, Lepisodio del giovane ricco in Clemente e Origene, in AA.VV., Per foramen acus, Milano 1986, 79108; M.G. Mara, Ricchezza e povert nel cristianesimo primitivo, Roma 1980; Schirone - Scognamiglio, Ricchi per ogni generosit , 140: Se vuoi essere perfetto ... nella teologia [di Matteo] indica semplicemente lessere cristiani).
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ma queste ed altre simili condizioni non bastano a fare entrare uno nella perfezione della vita, per cui chi colpevole contro uno solo di questi comandamenti non pu accedere neanche allinizio della vita. Chiunque perci voglia giungere sia pure allinizio della vita, dovr essere puro (di peccato) di adulterio, di omicidio e di furto qualunque; come infatti non potr entrare nella vita un adultero ed un assassino, cos non potr accedervi neppure uno che commetta furto 47. E ri di furto sono molti (11) che si dicono credenti in Cristo, ma poi vengono smentiti dagli affari della vita comune 4 8, dalle gestioni economiche loro affidate, e dalle arti mediocri che mettono in atto come gente non indenne da furto. Ma nella vita non entrer non solo il ladro, ma anche chi se ne fa socio e complice. In Isaia sta scritto: complici di ladri (sono) quelli che bramano regali 49; ed il Salmo quarantanovesimo dice che non narrino i decreti di Dio i compagni dei ladri, cui piacciono i regali, e che non abbia sulle labbra la sua alleanza colui che viene accusato cos: Se vedevi un ladro correvi con lui ( ecco il primo capo di accusa) e con gli
49 50 Sal 49 (50), 16.18 (LXX). Is 1, 23. 5 3 Mt 19, 19. Mt 19, 19; Es 20, 12. 51
16.
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(12) Ges muove dalla Legge giudaica concentrata nel decalogo e non mette in discussione la Tor, ma la oltrepassa... Ges vede il potere seducente, demoniaco, della ricchezza... interpella luomo (in) profondit, nel senso che d alla sua esistenza: la sua intera vita ottiene un significato se egli la vive con lo sguardo rivolto a Dio, che un giorno gliene chieder conto e che solo pu conferire ad essa la vera pienezza (R. Schnackenburg, Il messaggio morale del Nuovo Testamento , I, Brescia 1989, 81.175). La parola evangelica trova in Origene una risonanza personale della quale Eusebio ci documenta lobbedienza radicale: Pensava che al di sopra di tutto dovevano essere osservate le parole del Salvatore nel Vangelo: Non possedere due tuniche, non fare uso di sandali,... (non) preoccuparsi per lavvenire (Hist Eccl VI, III, 10, 89; cf. R. Scognamiglio, Povert-
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Origene
adulteri ponevi la tua parte 5 0. E <bada che> dice che questi non n il ladro n ladultero, ma colui che corre con un ladro e pone la sua parte con gli adulteri. Occorre poi che chi entrer nella vita non testimoni il falso 51, e che dalla vita venga escluso chi non osserva il comandamento: Onora il padre e la madre 52. Ma forse non proprio difficile osservare questi comandamenti, mentre impresa pi ardua e di maggiore utilit, per quelli indotti ad esso dai precedenti (comandamenti), praticare questo: amerai il prossimo tuo come te stesso 53. Giacch anche secondo lApostolo il precetto: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, e qualsiasi altro comandamento si riassume in queste parole: Ama il prossimo tuo come te stesso 54. Ma
8, 35.
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38
Mt 19, 7.
Ricchezza, in Dizionario origeniano [A. Monaci Castagno], in preparazione). 55 Mt 19, 21. (13) Malgrado la forma condizionale di Matteo 19, 21 se vuoi essere perfetto lesigenza categorica e la sua osservanza non affatto facoltativa (Schirone - Scognamiglio, Ricchi per ogni generosit , 141). Limportanza del commento sta proprio nellunire la parola: amerai il prossimo tuo come te stesso allinvito ulteriore: se vuoi essere perfetto ; gli sviluppi esegetici partono da un orizzonte ermeneutico preciso: La domanda fondamentale che (Origene) si pone riguarda la relazione tra ladempimento professato dal ricco come gi avvvenuto del precetto dellamore e linvito del Maestro ad una povert radicale come ulteriore cammino di perfezione: ed chiaro fin dallinizio che Origene sembra propendere per la non conciliabilit di un concreto amore del prossimo, regola della perfezione, con il possesso della ricchezza (Dal Covolo, Lepisodio del giovane ricco, 102s.). 56 Mc 10, 21. 57 Lc 18, 22. 58 Rm 13, 9. 59 Mc 10, 21. 60 Mt 19, 21. (14) In questo paragrafo famoso, meritatamente ripreso, si
(se) perfetto colui che ha messo in pratica ogni comandamento (12), chiaro che dovrebbe esserlo anche colui che ha realizzato il comandamento: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 14. PERFEZIONE
Se questi perfetto, ci si potrebbe chiedere come mai, avendo il giovane detto: Tutte queste cose le ho osservate dalla mia giovinezza; che cosa mi manca ancora?, il Salvatore consideri non ancora perfetto colui che aveva fatto quelle cose, pur assentendo alle sue parole: tutte queste cose le ho fatte, e gli replica: Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutti i tuoi averi, e dalli ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi 55 . Fa dunque bene attenzione, se al presente quesito per un verso possiamo rispondere cos: pensare che magari amerai il prossimo tuo come te stesso non stato il Salvatore a inserirlo a questo punto, ma qualcuno lha aggiunto, non avendo inteso il senso esatto delle parole (13). Lipotesi che le parole amerai il prossimo come te stesso siano state aggiunte convalidata dal racconto del passo parallelo in
esprimono la istanza critica e la sensibilit filologica di Origene, mutuate dalla filologia pagana e dallascesi scritturistica giudaica, per giungere alla versione pi autentica e sicura dei testi in esame: il confronto e la correzione degli esemplari biblici, in et in cui le opere venivano diffuse tramite le copiature a mano, assumono un valore storico e spirituale esemplare (cf. Bendinelli, Il Commentario, 79s.). (15) Mancanza di attenzione... nefasto ardire... hanno aggiunto o tolto ; notiamo accenti simili nelle omelie, come in questo tratto su Is 7: Gli esemplari (di) questo profeta dicono: Chiamerai; peraltro in Matteo... si legge: E chiameranno il suo nome Emmanuele... Come mai il Vangelo presenta questo testo? Dipende forse da qualcuno che non ha capito e ha fatto ricorso a unespressione pi facile, oppure il Vangelo si espresso cos fin dal principio?... Un tale... leggendo nel
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Origene
Marco e Luca: nessuno dei due ha aggiunto le parole amerai il prossimo tuo come te stesso ai comandamenti riferiti in questo passo da Ges. Certo, colui che vorr sostenere lipotesi dellaggiunta fuori luogo delle parole amerai il prossimo tuo come te stesso, dir che, dal momento che nei tre evangelisti sono riferiti gli stessi concetti in termini diversi, Ges non avrebbe detto: Una cosa sola ti manca 56, oppure: Una cosa ancora ti manca 57, a colui che aveva dichiarato di aver realizzato il comandamento: amerai il prossimo tuo come te stesso, soprattutto se, stando allApostolo, i comandamenti: non ucciderai, ecc. e qualsiasi altro comandamento si riassumono in queste parole: amerai il prossimo tuo come te stesso 58. Ma poich in Marco Ges, avendo fissato questo ricco (che aveva risposto: tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza), lo am 59, pare che abbia accettata la sua dichiarazione di aver gi compiuto tutto ci. Lo scrut infatti interiormente, e vide un uomo che in buona coscienza professava di aver messo in pratica i presenti comandamenti; se Ges, oltre agli altri comandamenti,
58 59 Cf. Gn 3, 15. 60 Cf. Dt 24, 3. Dt 24, 3. 62 Dt 24, 3. 63 Rm 11, 25.26. 61
1 Cor
15, 26.
principio delle scritture evangeliche: E chiamerai il suo nome Emmanuele, disse fra s:...Chi chiamer? Acaz?... dopo molte generazioni? E cos, al posto del testo: chiamerai, scrisse: chiameranno (Om Is II, 1, 77s.). (16) Nellultima frase la eco di critiche rivolte a Origene per limpiego di un testo della Bibbia della LXX revisionata in base ad altre traduzioni dallebraico; il passo attesta uno degli scopi fondamentali delle Esaple origeniane, un Antico Testamento in colonne che presentava in maniera sinottica lebraico translitterato in caratteri greci e quattro versioni greche, alle quali Origene aggiunse in seguito una quinta e una sesta versione (cf. Nautin, Origne, 303.303-361; O. Munnich, Les Hexaples dOrigne la lumire de la tradition manuscrite de la Bible grecque, in Origeniana sexta , 167-185; G.J.
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avesse aggiunto: amerai il prossimo tuo come te stesso, Marco e Luca non avrebbero omesso il comandamento pi capitale ed eccellente; a meno che non si dica che questi passi sono s paralleli, ma non trattano dello stesso argomento (14). Ma allora in che senso, ad uno che oltre a tutti gli altri comandamenti, aveva osservato anche questo: amerai il prossimo tuo come te stesso, Ges avrebbe detto, quasi che non fosse ancora perfetto: se tu vuoi essere perfetto, va, vendi tutti i tuoi averi e dalli ai poveri , eccetera 60?. E se non ci fosse divergenza in molti altri punti tra gli esemplari, per cui non tutte le edizioni del Vangelo di Matteo concordano sempre tra loro, e cos anche gli altri vangeli, potrebbe dare limpressione di empiet uno che sospettasse che a questo punto stato aggiunto il comandamento amerai il prossimo tuo come te stesso , pur non avendolo detto il Salvatore al ricco. Ma in questo caso evidente che si prodotta una grossa divergenza tra gli esemplari, sia per disattenzione da parte di copisti, sia per nefasto ardire da parte di alcuni nellapportare una correzione al testo delle Scritture, sia per il fatto che nella
Norton, The Fragments of the Hexapla of the Psalter and the preparation of a critical edition of the Hebrew Psalter, ibid., 187-201; P. Jay, Jrme et la Septante orignienne, ibid., 203-214; J.-N. Guinot, La fortune des Hexaples dOrigne aux IV et V sicles en milieu antiochien , ibid., 215-225; I. Schaper, The Origin and Purpose of the Fifth Column of the Hexapla, in Origens Hexapla and Fragments [A. Salvesen], Tbingen 1998, 3-15. Il passo di Cm Mt trova conferma diretta nella contemporanea Lettera di Origene ad Africano, che ne approfondice lorizzonte (cf. La Lettre Africanus sur lhistoire de Suzanne 9, 534s.). (17) Orbene ergo : questa conclusione preceduta nella Vetus interpretatio da un lungo testo che sviluppa i ragionamenti precedenti convalidandoli con parole attribuite a Ges dal Vangelo degli Ebrei: se il ricco ha molti beni e i suoi fratelli, figli di Abramo, muoiono di fame,
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correzione alcuni hanno aggiunto o tolto a loro piacimento (15). Quanto dunque alle divergenze tra gli esemplari dellAntico Testamento, con laiuto di Dio abbiamo trovato rimedio, utilizzando come criterio le altre edizioni; quando risultava esservi incertezza presso i Settanta per mancanza di accordo tra gli esemplari, abbiamo giudicato a partire dalle altre edizioni, ed abbiamo conservato le lezioni in accordo con quelle; alcune lezioni le abbiamo segnate con lobelos, in quanto non presenti nel testo ebraico (non osando eliminarle del tutto), altre le abbiamo invece segnate con lasterisco, perch risultasse chiaro che, pur non essendo presenti nei Settanta, le avevamo aggiunte a partire dalle altre edizioni in accordo con il testo ebraico. Chi vuole, pu accogliere queste lezioni; a chi invece ci risulta di inciampo, pu fare (quanto allaccettazione o meno) quello che vuole (16). Orbene (17), chi del parere che il comandamento:
pu egli dire di avere adempiuto in verit la Legge e i profeti? Lampliamento rimane in ogni caso significativo, in quanto chiarisce autorevolmente il punto di vista di Origene (Dal Covolo, Lepisodio del giovane ricco, 103; A. Van den HoeK, Clement and Origen as Sources on Noncanonical Scriptural Traditions during the late second and earlier third centuries, in Origeniana sexta , 103s.; Vogt, Der Kommentar II, n. 30, 146). 61 Cf 1 Cor 7, 31. (18) Il senso letterale... lallegoria: nello spirito di Origene, ci si guarder particolarmente dalla tendenza a trascurare la lettera di certi precetti per elevarsi subito allallegoria o sfuggire con la tropologia; un simile spiritualismo non di buona qualit, e la pi raffinata perfezione di cui si vanta rischia di far mancare ai doveri elementari del cristiano (de Lubac, Storia, 113s.). (19) Origene ricorda anche altrove questo discepolo di Diogene e massimo fra gli esponenti del movimento cinico, che ha lasciato il ricordo non solo di una filosofia dell oscurit e della povert, ma in pi di calda umanit e filantropia; egli pu ben fare parte di quegli uomini
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Amerai il Signore Dio tuo sia stato non inserito qui in seguito, ma detto realmente in quel tempo dal Signore, dopo aver enumerato i precedenti (precetti) dir che, volendo il Salvatore pacatamente e senza odio rimproverare a quel ricco di non aver detto la verit, che aveva osservato anche il comandamento Amerai il prossimo tuo come te stesso , gli disse: Se vuoi essere perfetto, va, vendi i tuoi beni e dalli ai poveri. Solo cos si vedr che dici la verit, di aver osservato il precetto Amerai il prossimo tuo come te stesso. 15. ESEMPI CLASSICI E CRISTIANI Ma se considerando linfermit umana e la difficolt di realizzare una scelta simile in vista della perfezione in Dio, uno disprezzasse il senso letterale e si volgesse allallegoria (18), avrebbe da arrossire di fronte ad alcuni racconti greci, i cui personaggi in vista della saggezza dei Greci hanno messo in pratica ci che il Salvatore ha
che in ogni tempo Dio manda (per) raddrizzare lumanit; difatti proprio per concessione di Dio esistono fra gli uomini le dottrine che invitano alla vita migliore (C Cel II, 41; IV, 4, 173.299; cf. G. Reale, Storia della Filosofia antica III, Milano 1989, 40-46; Sgherri, Chiesa, 159; A. Van den HoeK, Origen and the Intellectual Heritage of Alexandria. Continuity or Disjunction? , in Origeniana quinta , 40-50). Abbiamo ricordato il valore di questa esemplificazione nella Introduzione a Cm Mt, vol. I, 37. 62 At 2, 44-47. 63 At 4, 32-35. 64 At 5, 1-2. (20) Credere e praticare perfettamente : la ripresa dei testi di At 2, 44-47 e 4, 32-35 ci pare sottolineare il senso della povert per la sequela Christi come chiamata alla perfezione di Cristo donata a tutta la Chiesa nella nuova economia: Origene ha ben presente che nel popolo di Dio ci sono i deboli e i forti, i combattenti e i sommi combattenti che aiutano gli altri con la loro fede pi salda e la loro virt pi avanzata (cf. Om Nm XXVI, 1-2, 352ss.); ma la perfezione individuale di alcuni solo un paradigma e un incoraggiamento alla evangelicit totale della comunit cristiana (cf. P.C. Bori, Chiesa
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Origene
chiesto al ricco in questo passo. Di Cratete di Tebe, che per amore di libert scelse lesempio di una vita modesta, e volle (come pensava) mostrarsi beato ai Greci e non bisognoso di nessuna cosa (di questo mondo 6 1) si dice abbia venduto le sue sostanze e le abbia donate al popolo di Tebe dicendo: Oggi Cratete concede la libert a Cratete (19). Ma se costui ha compiuto un gesto simile in virt della saggezza greca e di opinioni liberanti per lanimo delluomo, come non sar maggiormente possibile che si comporti cos uno che desidera accogliere in s la perfezione di Cristo? Se per a partire dalla divina Scrittura che ci si vuole convincere della possibilit di una simile scelta, si ascolti ci che Luca racconta negli Atti degli Apostoli circa quelli esortati dalla potenza presente negli apostoli a credere e a praticare perfettamente secondo la parola di Ges (20). Il testo dice: Tutti quelli che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune, eccetera, fino a: lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo 62. E poco pi avanti scritto, nello stesso libro: La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva
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Dt 24, 1.
primitiva, Brescia 1974, 54-57). (21) Castigo inflitto con la morte comune : la subitanea condanna che sottrae Anania e Saffira alla vita (sulle varie specie di morti , cf. Cm Mt XIII, 9, n. 5) spiegata nel suo valore medicinale anche in altro testo: Pietro... non si soltanto preoccupato della edificazione degli uomini che, alla vista di questi eventi, sarebbero divenuti pi saldi nella fede nel Cristo, ma anche di quelli che erano morti: ha voluto che si separassero dal loro corpo, purificati da questa morte improvvisa e inattesa, avendo anche qualcosa che li giustificava, poich avevano dato la met dei loro beni per le necessit dei bisognosi ( Philoc 27, 8, cit., 294s.; nota Junod: Questa morte adempie alla funzione del fuoco eterno che deve
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un cuor solo e unanima sola, eccetera, fino a: portava limporto e lo deponeva presso gli apostoli 63. In seguito, aggiunto lepisodio di Anania e Saffira. Questi avevano venduto un loro podere, ma sottrassero una parte dellimporto, e non tutto, ma solo una parte deposero ai piedi degli apostoli 64 ; per questo motivo subirono il castigo raccontato. Meritavano infatti di ricevere, per intervento divino, la punizione per il loro peccato di frode, perch fossero pi puri nel lasciare questa vita, purificati dal castigo inflitto loro con la morte comune, giacch erano pur sempre credenti e avevano deposto una parte ai piedi degli apostoli (21). A mio parere Anania, alludire queste parole, per questo cadde a terra e spir 6 5, perch non resse al rimprovero di Pietro, ma sentendosi tormentato sub tale condanna da spirare, raggiunta che fu la sua anima dalle parole di Pietro. Non dobbiamo pensare che fu Pietro, in questa circostanza, a far morire Anania, ma che fu Anania a non reggere alla violenza delle parole di Pietro: Perch mai satana si impossessato del tuo cuore, eccetera, sino
consumare i peccati. Essa diviene un giudizio salutare anticipato, salutare non solo nel senso che essa si iscrive in una economia di salvezza, ma in quanto essa assicura gi la salvezza. Faraone, Gioab, Anania, Saffira muoiono per la espiazione del loro peccato e per la loro salvezza; per attestazione dello stesso Origene, egli ha appreso questa dottrina dalle tradizioni giudaiche: ibid., 116s.; Sgherri, Chiesa, 47s.). (22) Uno dei compiti fondamentali dei vescovi quello di ripresentare ai fedeli il modello della primitiva comunit gerosolimitana: si tratta di una chiave ecclesiologica proponibile a tutti i credenti o di un orientamento gi monastico nelle prospettiva prima ancora che negli esiti? Limmagine della sinfonia invita a vedere in questo letteralismo evangelico il volto di una Chiesa che perennemente un camminare, un esodo : per cui la lettura prospettica che aspira alla santit personale non mai riduzione solipsistica a moduli di perfezione avulsi dalla ricerca comunitaria; al limite rester profezia che si rimette ai tempi del
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a: Un grande timore si diffuse... in quanti vennero a sapere queste cose 66. La spiegazione su Anania, a difesa di Pietro, urter probabilmente con alcuni punti a motivo di Saffira, giacch costei entr, ignara dellaccaduto. E Pietro le chiese: Dimmi, avete venduto il campo a tal prezzo? Ed essa: S, a tanto. Allora Pietro le disse: Perch vi siete accordati per tentare lo spirito del Signore? Ecco alla porta qui i piedi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te. Difatti dimprovviso cadde ai piedi di lui e spir 67 . Tuttavia si potr dire che lei, con lanimo agitato e oppresso (da una parte per il rimprovero, la disgrazia del marito e il dolore per lui, e dallaltra per il dolore che
beneplacito divino capace di riedificare le brecce della comunit incarnata nella storia (cf. de Lubac, Storia, 218s.; Danilou, Origene, 68; discussione in Bori, Chiesa primitiva, 60s.). 69 Cf. Mt 19, 21. (23) Nella pagina risuonano modulazioni dell etica stoica: gli Stoici mostrarono un interesse accentuatissimo per la fenomenologia delle manifestazioni empiriche (delle passioni). Distinsero quattro specie di passioni fondamentali: desiderio, paura, dolore e piacere, e una serie di sottospecie di passioni subordinabili a queste quattro... Siccome le passioni provengono direttamente dal logos, perch sono errori del logos... il saggio, curando il suo logos, e facendolo essere il pi possibile retto, non lascer neppure nascere nel suo cuore le passioni, o le annienter nel loro stesso nascere. questa la celebre apatia stoica (Reale, Storia della Filosofia antica III, 426ss.; cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 37, 147ss.). (24) Si noter la forza del quesito che investe in particolare lesegesi delle Scritture: Solo chi sapiente veramente in Cristo pu spiegare completamente tutta la connessione dei passi profetici, che hanno un senso nascosto (C Cel VII, 11, 591; cf. Simonetti, La Sacra Scrittura nel Contro Celso, in Discorsi di verit , cit., 103.110). Se diventare saggio una partecipazione alla Sapienza di Dio, cos come ogni virt lo alla virt del Cristo (Crouzel, Origne et la connaissance, 455), la rinuncia ai beni implica gi una introduzione a
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secondo Dio 6 8) spir, avendo Pietro previsto nello Spirito ci che le sarebbe toccato. Tutto ci labbiamo detto, allo scopo di mostrare che ben possibile che uno voglia diventare perfetto e per questo obbedisca a Ges che dice: Va, vendi i tuoi beni e dalli ai poveri. Ma ritengo che a persone nobili, con tutte le doti che caratterizzano il vescovo, spetta il compito di esortare quanti sono capaci e ossequienti alla loro esortazione, ad invogliare altri a fare questa scelta, elargendo loro risorse erogate da una cassa comune: ne risulterebbe limmagine di quella sinfonia che distingueva la vita dei credenti in ra apostolica (22).
100
Rm 7, 3.
quella stoltezza di Dio (pi) sapiente ... degli stessi uomini sapienti (Om Ger VIII, 8, 112), a quella Sapienza che interamente spossessamento di s, che permette al mondo di esistere, viene a soggiornare fra gli uomini, si umilia fino a presentarsi come il suo proprio contrario, la follia della Croce (Fdou, La Sagesse, 331). 70 1 Cor 7, 10. (25) Il perfectus et peccator da leggersi come un lontano antecedente del simul justus et peccator della teologia luterana? (cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 39, 149); gli sviluppi ulteriori chiariranno il discorso origeniano. intanto da notarsi che il passaggio postula quella conversione fondamentale delletica, gi avvenuta in Filone, per cui il rapporto di fede con il Dio della rivelazione diviene la sorgente dellagire morale in obbedienza alla Parola divina: Questo fine, celebrato presso i filosofi di dottrina eminente vivere conforme alla natura (si) realizza quando lintelletto, entrato nel sentiero della virt, cammina sulle tracce della retta ragione e segue il suo Dio... (Abramo) se ne and, come gli aveva detto il Signore... Come Dio
Origene
QUESTIONE LABORIOSA
Ci si porr allora la domanda, di come possa diventare perfetto colui che vende tutti i suoi beni e li d ai poveri, dal momento che perfetto chi possiede tutte le virt e non agisce pi mosso da malizia. Ammettiamo pure che uno abbia compiuto tale gesto, come diventer simultaneamente privo di iracondia, se egli facile allira? Come potr simultaneamente essere anche libero di affanni e superiore a qualunque cosa possa accadere e provocargli sofferenza? Come sar anche assolutamente privo di paura verso sofferenze o morte, e tutte quante le realt che possono incutere paura allanima ancora imperfetta? Ed in che modo colui che ha venduto i suoi beni e li ha dati ai poveri 69 sar libero di ogni concupiscenza? Qualcuno potrebbe anzi affermare che
49 Dt 28, 66. 50 Dt 28, 66. 53 Mt 6, 2. 54 Gv 5, 44. 41. 56 Gv 17, 5. 57 Gv 1, 14. 5 1 Mt 19, 28. 55 Mt 19, 28; 52 Cf. Gv 5, cf. Mt 25, 31.
parla e parla perfettamente senza nulla di biasimevole cos luomo zelante esegue ogni cosa dirigendo in maniera irreprensibile il sentiero della sua vita, di modo che le opere del sapiente non si distinguono dalle parole divine (Philon dAlexandrie, La migration dAbraham 128-129 [R. Cadiou], Paris 1957, 58s.). Sul passaggio dal camminare secondo ragione al vivere secondo il Logos, cf. Scognamiglio, Proaivresi tra scelta e fede, gi citato, al riguardo, in Cm Mt XIII, 5, n. (8); sul compito globale della ricerca, cf. Perrone, Quaestiones, 36. 71 2 Cor 8, 14. 72 Cf. Mt 19, 21. (26) Questa luminosa parola cristiana pu echeggiare un testo caro a Origene: Il ricco che solleva il povero e gli somministra il necessario, crede che, se si adopera per il povero, potr trarne la ricompensa presso Dio. Il povero ricco nella sua preghiera e nella confessione e la sua preghiera ha grande forza presso Dio... Il povero aiutato dal ricco prega Dio per lui e lo ringrazia per lui che lha beneficato. E laltro si preoccupa
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possibile che chi subisce un danno umano, per la povert dovuta al fatto stesso di aver venduto tutti gli averi, abbia a pentirsi dellazione che os compiere e desideri le propriet del prossimo. Se poi il cosiddetto piacere, essendo un irrazionale movimento dellanima, una passione, come pu uno, non appena ha venduto tutti i suoi averi e li ha dati ai poveri, essere immediatamente indenne da questo movimento irrazionale? (23). Al problema si potrebbe aggiungere un altro quesito, di come pu uno, col vendere i beni e darli ai poveri, diventare saggio, e ricevere la sapienza di Dio, in modo da dare spiegazioni a chiunque gli ponga una domanda sulla sua fede, su ogni punto della sua fede e di ogni affermazione celata nelle Sacre Scritture? (24). Bada che la questione molto ampia, laboriosa e di non facile soluzione. Infatti, se dicessimo che una persona diventa perfetta soltanto per questo fatto, pur non ricevendo le suddette virt, cadremmo nellassurdit di asserire che uno nel contempo perfetto e peccatore (25). ( infatti peccatore liracondo e chi si rattrista della tristezza del mondo 70, chi teme le sofferenze o la morte, e
ancora del povero perch non sia abbandonato nella vita. Sa che la preghiera del povero accetta e feconda presso il Signore (Il Pastore di Erma Si. 2, LI, 5-6, in I Padri apostolici, cit., 293); a questa dimensione, e alle riprese del Quis dives salvetur di Clemente Alessandrino, rimanda Dal Covolo, Lepisodio del giovane ricco , 93s.105. Cf. Clemente Alessandrino, Quale ricco si salver?, 33, 1-3 [M.G. Bianco], Roma 1999, 58s. 73 Cf. Gn 26, 13. 74 Cf. Ap 14, 13. (27) Lintervento divino comincer a condurlo: abbiamo gi ricordato riguardo a Cm Mt XIII, 17, n. (11), un suggestivo testo di Om Nm sul senso della vita in Cristo come cammino, che ben si adatta al brano che commentiamo: Santi sono detti, e sono anche peccatori, quelli che si sono consacrati a Dio... (Om Nm X, 1, 126). Quanto al tema privilegiato in Origene della crescita di Isacco, cf. Cm Mt XII, 31, I vol., 339s. e Om Gn, ove Isacco che cresce visto anche come figura
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Origene
chi desidera ci che gli manca e chi nellanimo subisce un movimento irrazionale per cose non buone, come se lo fossero); oppure asseriamo che uno, non appena vende il suo patrimonio e lo distribuisce ai poveri, divenuto in certo senso uomo di Dio, ha ricevuto tutte le virt e si spogliato di ogni vizio: questo lo diremo secondo la fede (per dirla in maniera pi comune), ma non so se lo potremo dire secondo verit. E magari quelli che udiranno tale soluzione ci derideranno come gente che non dice cose assennate. 17. CON L AIUTO DELLA PREGHIERA DEI POVERI A qualcuno perci sembrer cosa pi saggia mantenere la spiegazione letterale e non interpretarne assolutamente il contenuto in senso tropologico: cos si presenter certo come interprete fedele, ma tu stesso giudicherai se intenda le cose che dice in maniera adeguata o no al contenuto di questo passo.
del Verbo che si dilata nella storia salvifica e nellaccoglienza dei credenti: piccolo nella Legge... grande nei profeti,... tolto anche il velo, allora sar grandissimo... il nostro Signore, lIsacco dei Vangeli (Om Gn XII, 5, 194.193; cf. Danieli, Omelie X e XVI , 109s.). I paragrafi 16-17 di (Cm Mt XV) sono menzionati con il titolo: Quomodo perfectio habeatur in renuntiatione bonorum , in Enchiridion asceticum , 69-71. 75 Prv 13, 8. 76 Cf. Os 4, 12; 5, 4. (28) Tra i beni c una sostanza buona ed una contraria: il senso morale del brano esige di scavare il termine beni, sostanze. In senso figurato, tropologico, le passioni che si accumulano nellanima sono ricchezze cattive, che vanno vendute, gettate via, perch prendano vigore e possano espandersi quelle ricchezze buone che in qualche misura possono coesistere con le altre: e perch non intendere anche a questo livello linvito del Salvatore al giovane ricco? Il testo origeniano riprende in misura larga sviluppi e motivazioni gi di Clemente Alesssandrino, confluenti nella via dellascesi distacco interiore dalla ricchezza e nella via della beneficenza e condivisione con il prossimo ispirata al precetto evangelico dellamore (cf. Dal Covolo, Lepisodio del
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Dir dunque: se vero che colui che d ai poveri viene soccorso dalla loro preghiera in ordine alla sua salvezza, ricevendo labbondanza spirituale degli indigenti sul piano materiale per supplire alla sua indigenza sul piano spirituale (come diede a capire lApostolo nella Seconda Epistola ai Corinzi 71 ), a chi altri potr avvenire questo ed essere soccorso con grande aiuto, esaudendo Dio le preghiere di tanti poveri sollevati, tra i quali ci saranno forse alcuni simili agli apostoli o di poco inferiori ad essi, poveri come loro di cose materiali, ma ricchi di realt spirituali? (26). Ma (ci avverr) appunto a costui, che ha sostituito la ricchezza con la povert per essere perfetto (in ossequio alle parole di Ges 72): sar aiutato di colpo a divenire sapiente in Cristo,
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2 Cor 3, 6.
giovane ricco, 87s.; Van den Hoek, Origen and the Intellectual Heritage of Alexandria, cit.). 77 Cf. Lc 10, 5-6. 78 Mt 19, 21. (29) Il peccatore pieno di spiriti: il ricordo dei dialoghi platonici, poco dopo direttamente richiamati nel Tifone di Fedro 230, serve efficacemente ad attualizzare quella forza immaginifica dei miti con cui Platone aveva insegnato a leggere le profondit dellanima umana, contesa fra le mostruosit del peccato e laspirazione a ritrovare la sua essenza divina; biblicamente si pu approfondire: Siamo noi che, invece di indossare limmagine del Salvatore, ci rivestiamo di altre immagini; al posto dellimmagine del Verbo, della sapienza, della giustizia e di tutte le altre virt, assumiamo laspetto del diavolo, tanto che possiamo essere chiamati serpenti, generazione di vipere. Indossiamo anche la maschera del leone, del drago e delle volpi... del caprone (Om Lc VIII, 3, 81); sono le tinte sinistre delle passioni a sfigurare la bella immagine dipinta da Dio sovrapponendovi la immagine del terrestre che Dio non ha creato in te (Om Gn XIII, 4, 207; cf. Crouzel, Thologie, 197-206; Vogt, Der Kommentar II, n. 46, 151). (30) Si noter che Origene, pur comprendendo che la lettura allegorica del tratto evangelico pu apparire forzata, di fatto la sviluppa con grande attenzione (cf. Monaci Castagno, Origene , 185); e ora
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Origene
forte, giusto, casto, e libero da ogni passione, come gli apostoli di Cristo. Colui che porta a sua difesa con tale interpretazione, dir che non si deve per forza intendere che ci avvenga nello stesso giorno a chi ha venduto i suoi beni e li ha dati ai poveri, ma che probabilmente a partire da quel giorno lintervento divino comincer a condurlo a tali risultati, voglio dire a quellimmunit da passioni, che degna di lode, e ad ogni virt (27). Progredendo poi come Isacco, mediante laiuto di Dio in Cristo, diventer pi grande, sino a che crescendo, diventi assai, assai grande 73 in ogni virt, essendo scomparso ogni vizio dal suo animo. E chi avr proposto questa spiegazione non sar certo tenuto a dire che un uomo, pur se commette gli altri peccati, diventi ipso facto perfetto, per aver dato i suoi beni ai poveri. 18. INTERPRETAZIONE
SPIRITUALE
risale allattrazione assoluta verso il Celeste, il Cristo, che sola pu strappare dal Terrestre, il Maligno: (Gli empi) vivono in basso, immersi nella carne, e quindi sono loro precluse le cose migliori, perch non sono in grado di comprenderle e di coglierne la bellezza, perch, proni in terra come sono, non vogliono comprenderle e non si sforzano di sollevarsi (Cm Gv II, V, 214s.; cf. Crouzel, Thologie , 182-189). (31) Clemente aveva espresso una parola di fede: Pi prezioso di ogni tesoro il Logos, ricchezza... donata da Dio solo... che non pu essere tolta... che rende luomo veramente beato (Il Pedagogo III, VI, 36, 2, 414); quasi al termine del percorso esegetico sullepisodio evangelico, Origene ripropone ancora gli apostoli come i ricchi nel cielo che hanno seguito Ges. 82 1 Cor 13, 11. (32) Ci piace il desiderio: lapprodo della filosofia aveva compreso
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pienezza della fede e della presunta convinzione di essere in cammino verso la saggezza, ma non so se perch abbia anche cercato e trovato su questi passi una qualche elevatezza di concetti degni di Dio) abbandoner il senso letterale e si elever ad un senso morale, e dir che beni per ognuno sono quelli che lo seguono dopo la morte 7 4, sicch tra i beni c una sostanza positiva per i giusti, ed una negativa per i cattivi (28). In questo caso, dunque, dir che il ricco che possedeva molte propriet simbolo di chi ha acquistato molte realt cattive: tra queste pu esserci lamore della ricchezza, lamore della gloria ed altre realt terrene che gli riempiono lanima di ricchezza riprovevole. Poich dunque chi ricco in questo senso talvolta pu astenersi da alcuni vizi, come ladulterio, lomicidio, il furto, la falsa testimonianza, e con certo rispetto rendere quel che spetta ai genitori, e pu essere addirittura filantropo con il prossimo, ma non perfetto, il Salvatore comanda a costui, in senso simbolico, di vendere gli averi cattivi e
che dallanima umana dipendono il fare e il non fare e ci non sottoposto a vincolo (Albino, Didascalico XXVI, 1-2, in G. Reale, Storia della Filosofia antica IV, Milano 1989, 360) ed era giunta alla conversione platonica: (Voi dei) concedetemi di diventare bello di dentro, e che tutte le cose che ho di fuori siano in accordo con quelle che ho dentro. Che io possa considerare ricco il sapiente e che io possa avere una quantit di oro quale nessun altro potrebbe n prendersi n portar via, se non il temperante (Platone, Fedro 279 BC, in G. Reale, Saggezza antica, Milano 1995, 240). Il krygma cristiano per la economia di salvezza raccontata nelle Scritture e realizzata nel Vangelo annuncia il desiderio in ordine al Cristo: Nei vangeli leggiamo che quanti insolentemente e senza fede chiedevano al Signore... non furono ritenuti degni (di) risposta. (Invece) quando il profeta Daniele desider conoscere la volont del Signore per cui fu chiamato anche uomo dei desideri ... gli fu inviato un angelo ad istruirlo su tutti i progetti e i giudizi di Dio... Se siamo uomini di desideri... ricerchiamo con fedelt e umilt i giudizi di Dio (Cm Rm VII, XVII, cit., II, 17s.). (33) Tale infatti era nellanimo: Giovanni parla di fanciulli, di adolescenti, di giovani, anche di padri, secondo let dellanima, non del
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Origene
consegnarli in qualche modo alle potenze che li hanno prodotti, che sono povere di ogni bene e per questo motivo non sopportano la minaccia, come sta scritto: Ma il povero non sopporta minaccia 75. So bene, per, che questa spiegazione sembrer troppo forzata: essa risolve, s, egregiamente i problemi circa la perfezione, ma non risulta del tutto convincente sul come ci si spogli del vizio e della sostanza che ne deriva, e la si dia ai poveri. Essendosi gi occupato di questo passo, chi si presenta con questa opinione dir che il peccatore, in proporzione dei suoi peccati, pieno di spiriti. Ad esempio, il fornicatore sar pieno dello spirito chiamato nei Profeti spirito di fornicazione 7 6; se irascibile, sar pieno dello spirito dellira, e cos pure il maldicente dello spirito di maldicenza. Questi beni dunque uno li acquist perch era cattivo e, comunicando con spiriti perversi, si aggrovigliato pi di Tifone (29). Ma come acquist quei beni, comprandoli con la sua libert che soccombe al male, allo stesso modo potrebbe venderli e darli a quei poveri, ai quali questa parola vuole che si diano per obbedire a Ges. Come infatti la pace degli apostoli torna a loro se non c un figlio della pace che ascolti quel Pace a voi 7 7, cos la fornicazione e tutti gli altri peccati potranno ritornare ai poveri, responsabili dei peccati. Cos non ci sar da dubitare che diventi (subito) perfetto chi ha venduto in questo modo tutti i beni che abbiamo spiegato e li d ai poveri. Se poi per molto tempo che i beni si
corpo... Paolo (dice): Allorch sono diventato uomo, ho eliminato ci chera del piccolo (Cm Ct Pref, 38s.); Ges ha invitato il giovane a crescere, ad uscire verso il Buon Pastore per continuare nella
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debbano rendere e ce ne voglia molto per darli a quei poveri di cui abbiamo detto, la valutazione del tempo (in proporzione dei beni che si rendono ai poveri) non potr in nulla impedire che divenga perfetto chi compie ci. Chiaramente chi ha compiuto queste cose avr un tesoro in cielo 7 8 ed egli stesso diventa celeste. Qual infatti il terreno cio il maligno (30) tali sono anche i terreni ; e qual il celeste cio il Cristo tali sono anche i celesti 79 . Nella sua parte di cielo, pertanto, avr un tesoro chi vuole diventare perfetto, avr venduto tutti i suoi beni e dato ai poveri. Non pensare per di poter trovare un tale uomo tra i ricchi di cose temporali. Chi di loro infatti si spogliato dallattaccamento alle ricchezze e (chiamiamolo cos) dallamore del mondo? Chi depose totalmente lo spirito di
metafora del Cantico (Om Ct I, 9, 57) : Ma se tale anima avr trascurato se stessa e avr smesso di applicarsi alle realt divine, necessariamente essa si applicher alle realt mondane e alla sapienza del mondo e sar guidata dallo spirito di questo mondo per ricadere ancora nel timore (Cm Ct II [su Ct 1, 8], 155). 86 Mt 19, 24. 87 Cf. Lv 11, 4. 8 8 Cf. Gn 18, 14; Lc 1, 37. (34) La conclusione riecheggiata nella polemica con Celso: (Ges avrebbe letto Platone) e compiaciutosi della sua massima sui ricchi: impossibile ad un uomo eccezionalmente buono essere nello stesso tempo eccezionalmente ricco, (lavrebbe) volta in peggio (con) la sentenza: pi facile per un cammello passare nella cruna di un ago... Se Celso (avesse) letto i Vangeli... spinto dallamore del vero, egli avrebbe potuto soffermarsi a considerare perch mai sia stato scelto... un animale deforme... fra quelli impuri della Legge... Ancora non avrebbe tralasciato di esaminare i luoghi, dove Ges dichiara che i poveri sono beati ed i ricchi sono miseri...; questo vale per la duplice interpretazione: sia che si debba intendere per ricco semplicemente luomo attirato dalla ricchezza ed impedito, quasi dalle sue spine, di far maturare i frutti del Verbo, sia invece luomo ricco di opinioni bugiarde... (C Cel VI, 16; VII, 23, 502.603). 89 Mt 19, 23. 90 Mt 19, 25. 91 Mt 19, 26; cf. Lc 1, 37. 92 Cf. Mt 11, 27. 93 Cf. Es 27, 16.
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Origene
vanagloria, per fare spazio nel suo cielo al tesoro della gloria di Dio ed alla ricchezza che in ogni parola e sapienza di Dio 80? Chi ha deposto lo spirito della concupiscenza, del timore, del piacere e dellira? Chi vuole investigare le cose per amore di verit si contenti di asserire questo degli apostoli (31). Chi ha venduto tutto ed ha un tesoro in cielo (nel senso che abbiamo spiegato), costui anche capace di seguire Ges: infatti nessun possedimento cattivo lo distoglier dal seguire Ges. 19. SE
NE AND TRISTE
Dopo di ci sta scritto che il giovane, avendo udito quel discorso, se ne and triste; infatti aveva molti beni 81. Considererai (secondo una interpretazione anagogica) in che modo abbiamo profondamente radicato nel nostro animo il convincimento che le ricchezze o la gloria di quaggi siano qualcosa di buono. Ma siccome ci piace il
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8 Lc 22, 35. 9 Lc 22, 36. 10 Cf. Mt 26, 52; Ap 13, 10. 12 Lc 10, 4. 13 Lc 10, 4. Mt 26, 52.
(35) Queste battute finali del commento non ne attenuano per nulla lintuizione fondamentale, estremamente inquietante per il ricco: la salda congiunzione, fin dallinizio, dellinvito alla povert con il precetto dellamore ed qui, in sostanza, lapporto dottrinale di Origene sul tema fa s che tale invito del Maestro suoni indistintamente per tutti i credenti come un impegno esigente ed ineliminabile (Dal Covolo, Lepisodio del giovane ricco, 106s.); ai discepoli chiesto ancora una volta di riconoscere che la salvezza il proprio di Dio, e che essi devono, a differenza del giovane ricco, lasciarsi togliere ogni sicurezza per attendere tutto da Dio, in Ges (cf. Schirone - Scognamiglio, Ricchi per ogni generosit , 143s.). (36) Quello che adesso c da dire e da chiarire lgein e
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desiderio (32), preferiamo addirittura che ci capitino cose che desideriamo male, anzich essere affrancati dalla brama stessa; preferiamo non imbatterci in realt che immaginiamo paurose, anzich spogliarci di quella stessa paura che contraria al timore di Dio. Ma qui non si fa avanti una persona anziana, gi affermata, n un uomo che ha abbandonato ci che era da bambino 82, bens un giovane che avendo ascoltato il discorso, se ne and via triste. Tale infatti era nellanimo (33), e per questo motivo, abbandonato Ges, se ne and ( detto se ne and in senso di rimprovero). E se ne and triste, di quella tristezza del mondo che produce la morte 83 . Infatti aveva molti beni, che amava amando adirarsi e
safenzein : questo passaggio esegetico, questa sosta teoretica rivelano lanima del commentatore; il lungo percorso su ricchezza e povert non avrebbe ancora termine: resterebbero verit nascoste da chiarire, da portare dalla tenebra alla luce, poich solo il Verbo il vero Rivelatore delle Scritture grandi, piene di pensieri segreti, misteriosi e difficili da comprendere (cf. Philoc 1, 29, 214s.; ibid. Harl, 86.254; Cm Mt XIV, 6, n. [6]). Si potr ricordare un passo che riguarda il cucito spirituale e che si ispira a quellarte di ricamatore di cui parlano Es 26, 36 e 27, 16: Con le vesti degli Egiziani sono stati eseguiti gli addobbi per i quali fu necessario, come si esprime la Scrittura, un lavoro di cucitura, lopera cio di sarti che, in virt della saggezza loro ispirata da Dio, congiungessero le stoffe le une alle altre, per farne veli e cortine allinterno e allesterno del Santo dei Santi (Lettera a Gregorio il Taumaturgo 2, 101; cf. Vogt, Der Kommentar II, n. 51, 152). (37) La Vetus interpretatio aggiunge una esemplificazione in chiave storico-salvifica: lingresso delle genti i poveri nel regno dei cieli pi facile che non per i ricchi Giudei (cf. Sgherri, Chiesa, 336): laggiunta coglie comunque uno dei termini ricorrenti della riflessione origeniana, e in ogni caso si salda bene con la sospensione che chiude il paragrafo, e che non appare soltanto un appello alluditorio scolastico e alla buona volont dei lettori, ma rinvia a quel di pi sulle risorse divine
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Origene
rattristarsi , per cui se ne and triste, amando tutte le realt derivate dal vizio, che ne avevano soggiogato lanimo. Se dunque ti atterrai alla storia secondo la spiegazione data ai testi precedenti, scoprirai che questo giovane merita per alcuni versi lode, per altri biasimo. In quanto non ha commesso adulterio, non ha ucciso, non ha reso falsa testimonianza; ma essendo ancora giovane, ha anche onorato il padre e la madre, e si rattristato per le parole di Ges che proponevano la perfezione e gliela promettevano se avesse venduto i suoi averi, c in lui qualcosa di positivo. In quanto invece se ne and via da Ges rattristato a motivo delle propriet, mentre avrebbe dovuto rallegrarsi che in cambio di quelle avrebbe avuto un tesoro nel cielo, e camminare seguendo 8 4 Ges sulle orme del Figlio di Dio, si rese meritevole di biasimo. 20. PER
LA CRUNA DI UN AGO
in ordine alla salvezza finale degli uomini che uno dei lasciti origeniani pi rilevanti per il cammino della Chiesa (cf. indicazione di Klostermann per Philoc 26, 6. Sul Sal 4: Chi ci mostrer i beni? , 254-257, ripresa da Vogt, Der Kommentar II, n. 52, 152s.; Crouzel, Quand le Fils, 381; Bendinelli, Il Commentario, 69). 1 Mt 19, 27. (1) Grande offerta dei ricchi ... spiccioli della vedova: la vedova lodata per la sua intenzione, come in altro passo: (Ges) vedeva come coloro che erano ricchi per le loro possibilit e quindi in grado di contribuire in misura grande al bene comune gettavano invece nei doni di Dio soltanto una minima parte dei contributi che erano in grado di dare, traendola dal loro superfluo. Per contro, egli conosce bene anche lindigenza estrema della vedova e quale violenza ella fa a se stessa, gettando nel Tesoro del tempio quanto possedeva, offrendo cos a Dio
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Dopo che se ne fu andato, Ges disse ai suoi discepoli: In verit vi dico: difficilmente un ricco entrer nel regno dei cieli 85 . In merito, si deve notare lacutezza del discorso del Salvatore qui riferito. Infatti, non disse che il ricco non entrer nel regno dei cieli, perch se avesse detto cos, avrebbe <assolutamente> escluso il ricco dal regno dei cieli. Dice invece che un ricco difficilmente entrer , mostrando la difficolt, non limpossibilit della salvezza del ricco. Il che sembra motivato dal testo in s, in quanto i ricchi possono con difficolt opporsi alle passioni e ai peccati, cos da non esserne del tutto soggiogati (34). Se invece si intender il ricco in senso tropologico, ti chiederai come possa, sia pur difficilmente, entrare nel regno dei cieli. La difficolt di accedere <alla salvezza da parte del ricco> inteso nelluno e nellaltro modo, messa in luce dalla parabola: pi facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno
tutte le sue possibilit; stato notato peraltro come lattenzione origeniana non dedichi alla vedova grande spazio, e soprattutto, nel contesto delle risposte antignostiche, lelogio della lettera non perduri nella tropologia che conduce a vedere nella povert della vedova come in filigrana la condizione di cristiani meno impegnati nel portare al Tesoro, camminando con lintelletto... e tenendo dietro allo Spirito,... monete di valore... Voglia il cielo che tra noi non ci sia chi (come) la vedova povera che non poteva dare pi di due spiccioli n ricco da dare solo del suo superfluo (Cm Gv XIX, VIII.X, 576.578; cf. M. Simonetti, Origene e la povera vedova. Commento a Giovanni XIX, 710 (40-58) , in RSLR [1991] 3, 475-481). (2) Inseparabilmente : il termine greco aperispstos corrisponde al sine distractione di 1 Cor 7, 35, in ordine alla sequela; Seguire Ges da vicino o da lontano; molto indietro o avanzare verso di lui e al suo fianco; seguire Ges... senza avere lasciato tutto o, al contrario, avendo lasciato tutto...: siamo in presenza di una nuova rappresentazione dellitinerario spirituale di cui tracciare la curva vivente (cf. Bertrand, Mystique de
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dei cieli 86 . Il ricco paragonato in questa parabola ad un cammello, non soltanto per limpurit di questo animale, come insegn la Legge 87, ma anche per la sua totale tortuosit; il regno dei cieli invece paragonato alla cruna di un ago, ad indicare che lingresso al regno dei cieli da parte di entrambi i ricchi assai stretto ed oltremodo tribolato. Indica poi chiaramente che <come> di per s impossibile che il cammello passi per la cruna di un ago <mentre possibile riguardo a Dio>, cos anche per il ricco, per quanto dipende da lui, impossibile entrare nel regno dei cieli. Invece a Dio, per il quale sono possibili tutte le cose 88 a motivo della sua potenza ineffabile, possibile anche una cosa del genere, <o> col diminuire lo spessore del male, o col rendere la strettezza dellingresso capace di farlo passare (35). La ragione per cui prese lesempio della cruna e del cammello per mostrare come sia difficile non impossibile che il ricco entri nel regno dei cieli 89 risulta chiara dal fatto che ai suoi discepoli (che chiedevano: Chi si
Jsus , 108; Cm Mt XII, 21, vol. I, 320s.). 6 Cf. Lc 4, 38s. e par. 7 Mt 4, 19. 10 Lc 9, 59. 11 Mt 4, 20. 61.
Mt 4, 19.
Lc 9,
(3) Quasi vulnerati: Se uno osserva il grande numero di coloro che sono feriti dallamore di Dio, come la Sposa del Cantico dei cantici che dichiara: Io sono ferita damore, allorigine di questa ferita damor divino impressa nelle anime non trover se non colui che dice: Ha fatto di me una freccia scelta (Cm Gv I, XXXII, 181). Il Cristo insieme la freccia che imprime il desiderio di Dio e la spada che consente il distacco per la sequela: Se qualcuno ferito dalla nostra parola, se qualcuno ferito dal magistero della Scrittura divina... proprio questo che gli succede (Om Ct II, 8, 82; cf. H. Crouzel, Origines patristiques dun thme mystique: le trait et la blessure damour chez Origne, in Kyriakon, Mnster Westfalen 1970, 309-319). 12 Mt 19, 21. 13 Cf. Mt 19, 28. (4) La franchezza parresa di Pietro si espressa inizialmente
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potr dunque salvare? 90) abbia risposto: Questo impossibile agli uomini, ma a Dio tutto possibile 91. Orbene, possibile che il cammello passi per la cruna di un ago, non gi presso gli uomini: nello stesso senso possibile che il ricco entri nel regno di Dio. I mezzi, poi, con cui Dio render possibile questo, lui a conoscerli e il suo Cristo, e colui al quale il Figlio suo li abbia rivelati 92. Chi dunque abbia progredito in sapienza e parola, avr lardire di procedere ulteriormente nella spiegazione dellago e della cruna. Quanto a noi, ci limiteremo ad aggiungere che alcuni lavori contenuti nella Legge si compiono con larte di un ricamatore 93 che adopera lago, perch secondo la sapienza di Dio si compiano le opere del mestiere che uno ha imparato. A seconda pertanto che si intenderanno i lavori del ricamatore e a seconda che si intender quellago, si intender anche ci che detto in questo punto. Quello che adesso da dire e chiarire (36), supera forse le nostre capacit, e potrebbe magari indurre chi sa ad una lunga e inopportuna digressione. Avendo davanti due realt: il passaggio del cammello per la cruna di un ago, e lingresso del ricco nel regno dei cieli, Ges
quando, di fronte al giovane ricco che se ne andato, egli ha riconosciuto insieme il dono divino e la risposta di fede come miracoli integrantisi; nellofferta, Dio gradisce non la cosa donata, bens lintenzione: A livello di cammino di fede, la libera autodeterminazione si concretizza in una opzione di fondo, una pre-scelta... che nella vita cristiana si caratterizza... come una tensione mai sopita, tensione che nei singoli momenti trova la sua applicazione e verifica... Per il cristiano essa si misura con la Parola di Dio... con le indicazioni che attraverso le Sacre Scritture illuminano le singole scelte di vita (Scognamiglio, Proaivresi tra scelta e fede, 265). Lesempio luminoso di Antonio il Grande, al displuvio fra chiamata alla sequela per ogni cristiano e vocazione personale allinterno della prima, lo ribadir: (Antonio pensava) a come gli Apostoli lasciassero la loro casa per seguire il
dice che la prima pi facile da realizzare. E cercherai certo tra gli uomini uno che come un cammello passi attraverso la cruna di un ago, e un altro che pur essendo ricco (ci che impossibile agli uomini possibile a Dio 94 ) entri nel regno di Dio. Lo stesso vale anche per il cammello e per la cruna di un ago: qualunque persona si trovi ad essere cammello, e qualunque cruna di ago ci si immagini, egli vi passer: ch se impossibile presso gli uomini, anche questo possibile presso Dio 95 (37). Se poi tutto ci metta in luce e indichi verit misteriose che riguardano la fine, e conducano o no ad una fine per vie che sono possibili soltanto a Dio, su questo indaghi pure chi ne capace.
Salvatore... Entr in chiesa e gli accadde di ascoltare:... Se vuoi essere perfetto, va... Convinto che quel passo evangelico fosse stato letto per lui usc subito dalla chiesa e don i suoi possedimenti... (Atanasio, Vita di Antonio 2, 2ss., in Vite dei santi dal III al VI secolo [C. Mohrmann], Milano 1985, 20). 14 Mt 19, 27. 15 Mt 16, 17.16. 16 Mt 16, 18. 17 Mt 19, 18 Lc 5, 8. 21. (5) Il senso nobile si ha nellinterpretazione anagogica: sulla anagogia movimento di ascensione e levitazione del testo biblico che esprime riassuntivamente la cifra ermeneutica origeniana , cf. Cm Mt X, 14, n. (7); XII, 36, n. (36), vol. I, 117.351; XIII, 15, n. (6); il termine,
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21. IL
DONO TOTALE
In seguito, da considerare linterpretazione delle parole: Allora rispondendo Pietro gli disse: Ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo? 1. Queste espressioni qualcuno potr interpretarle in senso letterale; un altro, rifiutando il senso letterale come non dignitoso, le interpreter in senso tropologico. Colui dunque che si atterr alla lettera, dir: come nel
Sal 8, 2.
Sal 8, 2.
1 Cor 3, 1.
derivato da angein, non aveva fino allora assunto significato tecnico n in campo pagano n giudeoellenista n cristiano, e indicava semplicemente lazione di tirar su... Origene lha ritenuto idoneo ad esprimere il senso spirituale e pi autentico del testo sacro in quanto senso superiore (M. Simonetti, Sul significato di alcuni termini tecnici nella letteratura esegetica greca, in La terminologia esegetica nellantichit, QuadVetChr 20 [1987], 38). Il termine esprimer poi un modo fra altri di lettura spirituale della Scrittura, ma non ne va perduta la dimensione semantica originaria (cf. G. Dorival, Le sens de lcriture chez les Pres, in DBS XII [1992], 429). (6) Chi sei: la sequela implica un aver lasciato il male per concentrarsi nel Cristo, moltitudine di beni... lui infatti che ha ricevuto dal Padre buono di essere questi beni, affinch ciascuno, avendo attinto per mezzo di Ges quel bene o quei beni che pu contenere, si trovi a
262
Origene
caso di unofferta, Dio gradendo non loggetto offerto, bens lintenzione dellofferente, giustifica e accetta chi presenta unofferta meno importante, ma con intenzione pi elevata, rispetto a chi ha dato di pi dai suoi grandi averi, ma con intenzione pi mediocre (1) (come risulta chiaro da ci che scritto sulla grande offerta dei ricchi e i due spiccioli, che la vedova gett nel tesoro sul conto dei poveri 2); allo stesso modo anche tra coloro che per amore di Dio hanno abbandonato quanto possedevano per seguire inseparabilmente 3 (2) il Cristo di Dio, facendo tutto secondo la sua parola, certamente non sar maggiormente gradito chi avr lasciato molte cose rispetto a chi ne avr lasciate poche, specialmente se avr lasciato forse meno cose con tutta lanima, rispetto a chi avr dato limpressione di averne disprezzate parecchie. vero dunque che Pietro ha abbandonato cose ben modeste e di poco conto, insieme al fratello Andrea, allorch entrambi hanno udito linvito: Seguitemi, vi far pescatori di uomini, e immediatamente, lasciate le reti, lo seguirono 4. Tuttavia quelle cose furono ritenute piccole presso Dio: egli comprendeva che avevano fatto ci con attitudine tale, che anche se avessero avuto molte propriet e moltissimi beni, lo slancio del loro voler seguire Ges non ne sarebbe stato n trattenuto n impedito. E facendo leva credo sulla sua intenzione, pi che sulla quantit materiale delle cose lasciate, con tutta franchezza Pietro disse a Ges: Ecco,
essere nei beni (Cm Gv I, X, 134s.); questi beni sono espressi dalle epnoiai, denominazioni del Cristo che indicano la sua operazione salvifica e mediatrice in ordine alluomo e implicano la conversione delluomo a misura del Cristo (cf. Cm Mt XII, 11, vol.I, n. [20], 296; XIV, 7, n. [7]; XV, 10, n. [2]). Origene ha gi commentato le tappe della paziente iniziazione cui il Cristo ha introdotto i Dodici: in un primo momento credevano, ma non riconoscevano, poi a seguito del credere incominciarono anche a riconoscere, ma riconoscevano ancora poche cose di lui; successivamente fecero progressi nel riconoscere, s da
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noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito: che cosa dunque ne otterremo? 5. Naturalmente si deve intendere che non lasci soltanto le reti, ma anche casa e la moglie, la cui madre fu liberata dalla febbre, quando Ges si inchin su di lei 6. Qualcuno potrebbe anche supporre che abbia lasciato dei figli, e possibilmente anche una sia pur modesta propriet. Qualcosa di grande dunque significato nellatteggiamento di Pietro e di suo fratello, dal momento che, udito linvito: Venite, seguitemi, far di voi pescatori di uomini 7, senza alcun indugio, subito lasciate le reti lo seguirono 8, non imitando colui che disse: Ma prima permettimi di andare a casa mia e mi congeda da quelli che sono nella mia casa 9, e non comportandosi come quello che disse: Permettimi prima di andare a seppellire mio padre 10. Considera attentamente il fatto che essi, sconvolti considerevolmente dallordine di Ges e dalla sua promessa, avendo creduto che se avessero lasciato una modesta cattura di pesci, avrebbero pescato uomini per la salvezza, e quasi vulnerati (3) sia dal (desiderio di) servire
poter accogliere il riconoscimento da parte del Padre, che rivelava il Figlio (Cm Mt XII, 15, vol. I, 311; cf. Bertrand, Mystique de Jsus , 115ss.). 26 Mt 10, 38; cf. Lc 14, 27. 27 Mt 19, 28. 28 Cf. Ap 21, 1; 29 Cf. 1 Cor 11, 25. 30 Cf. Tt 3, 5; Ef 5, 2 Pt 3, 13; Is 65, 17. 31 Cf. Tt 3, 5. 32 Gb 14, 4ss. (LXX); 4, 17. 26. (7) La rigenerazione: questo passaggio punta direttamente allschaton la risurrezione dei morti per poi riprendere allinizio del paragrafo seguente con il lavacro di rigenerazione il battesimo che il principio e la prima tappa della vita spirituale. importante che il riferimento appaia in relazione agli apostoli nei quali ladesione al Cristo e il cammino nello Spirito sono stati senza attenuazione: Ma se dopo la remissione dei peccati e il sacramento del lavacro della
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Origene
Ges sia da quel servizio per amore degli uomini che aveva loro prospettato, cio diventare pescatori di uomini, lasciarono subito le reti e quasi dimentichi di quelli di casa, lo seguirono 11, sicch Pietro ebbe il merito di gloriarsi di quella decisione e di pronunciare le parole test riferite. Nello stesso tempo bisogna osservare che Pietro queste parole le disse per aver compreso la parola proclamata da Ges: Se vuoi essere perfetto, va, vendi i tuoi averi e dalli ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi 12 ; e per aver visto che il giovane, udite quelle parole, se ne era andato via con tristezza, preferendo i molti averi sulla terra allessere perfetto in Dio, e per aver inteso la difficolt, per il ricco, di entrare nel regno dei cieli, come se avesse fatto anchegli una scelta non facile nellaver lasciato tutto e seguito il Salvatore, disse le parole che stiamo considerando. Ecco perch, a Pietro che si esprimeva con franchezza (4), il Salvatore risponde con la grande promessa che segue, cio che Pietro sarebbe stato uno dei giudici dIsraele 13.
rigenerazione peccassimo, come noi tutti non ancora resi perfetti come gli apostoli... E che allora? (Om Ger XVI, 5, 205s.). C una relazione fra i differenti gradi della purificazione, fino a quella escatologica il fuoco come aspetti della necessit per chi deve essere unito al Dio Santo, di essere purificato da ogni impurit e trasformato in santit (Danilou, Origene, 86). 33 Sal 50 (51), 7 (LXX). 34 Cf. Gv 3, 3.5. 35 Cf. 1 Cor 13, 36 Mt 25, 31. 37 Gb 14, 4. 38 1 Cor 13, 12. 12. 39 Mt 3, 11. 40 Mt 3, 11 ; cf. At 11, 16. 41 Cf. Tt 3, 5. 42 Rm 6, 4. (8) Seguendo lopzione di Crouzel (Thologie, 250, n. 17), traduciamo senza tenere conto dellaggiunta proposta da Klostermann <ka blpei ), in quanto non aiuta a cogliere bene lopposizione correlativa tra purificazione sacramentale del battesimo e quella del fuoco escatologico. Cos diventa pi chiaro che ci sono un battesimosegno nellacqua, quello del Precursore; un battesimo-segno-e-simbolo
265
22. LA
PROMESSA A
PIETRO
Ma colui che fa poco conto del senso letterale perch non idoneo a convincere un uditore di grande ingegno in quanto anche per gli altri testi della Scrittura il senso nobile sta nellinterpretazione anagogica (5) dir che le parole Ecco noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito 14, pur avendo lasciato una piccola rete, una povera casa ed una vita di sofferenza in povert, non erano parole degne di cos grande discepolo, al quale n la carne n il sangue rivelarono che Ges il Cristo il Figlio di Dio vivo, ma il Padre suo che nei cieli 15, ed al quale fu detto: Tu sei Pietro e su questa pietra edificher la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa 16. Ma in riferimento alla
nellacqua e nello Spirito, quello della Chiesa; un battesimo-verit nello Spirito e nel fuoco che compie pienamente in noi la morte spirituale simbolizzata dal rito... Il sacramento della Chiesa dunque insieme figura e verit (von Balthasar, Parola e mistero, 68s.). Il passo di Cm Mt applica allordine sacramentale lopposizione paolina fra in uno specchio e faccia a faccia : Il battesimo una rigenerazione in speculo ... (Le) due rigenerazioni sono nella continuazione luna dellaltra; il tema del battesimo escatologico che il Signore Ges amministra in mezzo al fiume di fuoco, presso la spada fiammeggiante (Om Lc XXIV, 2, 170) d alla teologia del battesimo la sua continuazione escatologica, facendone una espressione piena della fede comune della Chiesa (Danilou, Origene, 87s.; Vogt, Der Kommentar II, n. 62, 155s.; R. Scognamiglio, Tou~ kaqarismou~ auvtw~n [Lc 2, 22]. Origene tra Cristologia ed Escatologia , in Origeniana quinta , 438-443; G. Sfameni Gasparro, Le Sordes[/Rhupos], il rapporto Genesis-Phthor e le motivazioni protologiche dellEnkrateia in Origene , in Origeniana tertia, 167-183). (9) Quanto al fuoco escatologico Dio lo apporta come benefattore di quelli che necessitano delle pene e delle fiamme (C Cel V, 15, 426); il purgatorio che conferisce alluomo macchiato dallesistenza la purificazione ultima (cf. Crouzel, Thologie , 249s.; Id.,
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Origene
presente questione potrebbero forse giovare le riflessioni esposte in precedenza per spiegare le parole: Va, vendi quel che hai, eccetera 17. In effetti Pietro aveva anche lasciato tutte le cose per cui era peccatore e per cui aveva detto: Allontanati da me o Signore, perch sono un uomo peccatore 18, ed era cosa encomiabile, per lui che confidava di non peccare pi, il dire: Abbiamo lasciato tutto; non solo abbiamo abbandonato le realt perverse, ma ti abbiamo anche seguito. Quel ti abbiamo seguito potrebbe equivalere a: avendoci il Padre rivelato chi sei (6), che sei giustizia, ti abbiamo seguito in quanto giustizia, e cos in quanto santificazione, sapienza 19, pace 20, verit e via 21 che conduce a Dio, e vita vera 22. Perci, come un atleta, che dopo la gara si informa dallorganizzatore dei giochi quali siano i premi per la gara, (Pietro) rivolge la domanda al Salvatore e con assoluta certezza per il valore del gesto compiuto, dice: Che cosa dunque ne avremo? 23. Se, anche noi, vogliamo ricevere la risposta data a Pietro quando rivolse quella domanda, lasciamo tutto, come ha fatto lui, non aderendo pi al vizio e al suo operare, e seguiamo il Logos di Dio, perch a noi e a tutti quelli che si sono messi
15
Mc 10, 15.
16
Lc 18, 15.
17
Origne et la connaissance, 30.350). Nel presente labbozzo della fede, il possesso in spirito e speranza, lanticipo del Regno, e poich diventeranno manifeste nei castighi stessi dellanima sia la giustizia che la bont di Dio: sentendo ci, il peccatore ritorni in se stesso e non pecchi pi (Om Nm VIII, 1, 103; cf. de Lubac, Storia, 246; Rius-Camps, El dinamismo trinitario, 438; Bertrand, Mystique de Jsus, 119; Introd. a Cm Mt vol. I, 35). (10) Questo orizzonte di luce escatologica la Vita in cui si crede si iscrive nella fiducia che dobbiamo intendere la distruzione dellultimo nemico come distruzione non della sostanza che stata fatta da Dio, ma dellinclinazione e della volont nemica che ha tratto origine non da Dio ma dallo stesso nemico. Perci sar distrutto non per non esistere pi ma
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al suo sguito dica le parole che seguono. Cio, Ges disse loro: In verit vi dico: voi che mi avete seguito , eccetera 24 , parole che a loro volta hanno e un significato pi semplice, esortando a lasciare i beni, e un altro pi profondo rispetto al primo. Chi dunque vuole interpretare questo passo del vangelo secondo il senso letterale dir: non a tutti la Parola disse di seguire Ges, ma chiam (a seguirlo) quelli che allora erano apostoli e quelli che come loro si misero al suo sguito; quelli venuti dopo invece li indic con le parole: ognuno che abbia lasciato fratelli o sorelle, eccetera 25. Ma qualcuno contester come forzata questa spiegazione del termine seguire, asserendo che il seguire detto di tutti nel passo: Chi non prende la sua croce e non viene dentro di me non degno di essere mio discepolo 2 6. Coloro dunque che hanno seguito il Salvatore, sederanno su dodici troni per giudicare le dodici trib dIsraele 27, e riceveranno questo potere nella risurrezione dei morti: questa la rigenerazione (7). Ci sar una nuova creazione, quando cieli nuovi e terra nuova 2 8 saranno
per non essere pi nemico e morte. Infatti nulla impossibile per lOnnipotente e nulla insanabile per il Creatore; ed egli ha fatto tutte le cose perch esistessero (cf. Sap 1, 14); e ci che stato fatto per esistere non pu non esistere (Princ III, 6, 5, 472s.; cf. ivi nota 34 di Simonetti). Il testo di Sap 1, 14 importante in tutta la discussione di Origene a proposito della sorte finale non solamente del male, ma anche del maligno ; come ogni dualismo primordiale escluso da una teologia che si voglia fedele alla parola rivelata... il male ha la sua origine non nel Creatore ma nella creatura (cos) non c dualismo escatologico, escluso (sembra) gi da Sap 14,13, poi anche da 1 Cor 15, 26... dunque essenzialmente per fedelt alla parola di Dio, come credettero di doverla comprendere, che Origene e i suoi emuli (Didimo, Evagrio) sono giunti a porsi il problema della sorte del diavolo (G. Bunge, Cr pour tre. A propos dune citation scripturaire inaperue dans le Peri Archon dOrigne [III, 6, 5] , BLE XCVIII [1997, 21-29]).
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Origene
creati ed una nuova alleanza ed il suo calice 2 9, saranno offerti a quei che si saranno rinnovati. 23. L A RIGENERAZIONE Preludio di quella rigenerazione ci che in Paolo chiamato lavacro di rigenerazione 30 e <mistero> di quella novit ci che aggiunto al lavacro di rigenerazione: rinnovamento dello spirito 31. E forse alla nascita nessuno puro da macchia, neanche se la sua vita fosse di un solo giorno 3 2 a motivo del mistero che la nostra nascita, per cui ognuno che viene alla luce potrebbe dire ci che Davide asserisce nel Salmo cinquantesimo: Nelle iniquit sono stato concepito e nei peccati mi ha partorito mia madre 33. Alla rigenerazione da lavacro puro da macchia chiunque nato dallalto, dallacqua e dallo spirito 3 4, ma, ardirei dire, puro come in uno specchio, in modo confuso 35 . Nellaltra rigenerazione, invece, quando il Figlio delluomo sieder sul trono della sua gloria 36 , chi sar pervenuto a quella rigenerazione in Cristo, sar del tutto
(11) Nel Cantico dei cantici, in cui si rivela la perfezione, non c scritto n figlio di Davide n re... Allorch il servo diventer come il padrone e il discepolo come il maestro, allora il servo non sar pi servo, perch, diventato come il padrone, e il discepolo non sar pi discepolo perch diventato come il maestro... Analoga osservazione potremo fare anche a proposito del re e di coloro sui quali egli regna, allorch ormai il regno sar consegnato a Dio Padre (Cm Ct Pref, 68s.; cf. Crouzel, Quand le Fils, 367.383s.). 58 Cf. 1 Cor 9, 19. 59 Gv 1, 2. 60 Gv 1, 1. 61 Mt 19, 28. 62 Cf. 1 Cor 6, 7. 63 Mt 19, 27. 64 Mt 19, 28. 65 1 Cor 6, 2. (12) Il Logos ristabilito ... intendendo per uomo Ges. Origene evoca il Verbo ritornato presso il Padre, il Cristo ristabilito apokatasts nel suo stato divino, come gi era accaduto nellintrodurre al mistero
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puro da macchia 37 faccia a faccia 38 , e grazie al lavacro di rigenerazione raggiunger anchegli quella rigenerazione (8). Ma se vuoi capire quel lavacro, rifletti in che senso Giovanni, che battezzava in acqua per la penitenza 39 , dicesse del Salvatore: Egli vi battezzer nello Spirito Santo e fuoco 40. Nella rigenerazione mediante il lavacro 41 noi fummo dunque sepolti col Cristo: Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti col Cristo (come dice lApostolo) 42. Nella
della Trasfigurazione (cf. Cm Mt XII, 29, vol. I, 334s.; e ibid ., Introd., 24). Lequilibrio origeniano sulla divinit-umanit del Cristo costante: Io ritengo che Marcione abbia male interpretato parole che invece sono esatte, rifiutando la nascita di Ges, secondo la sua natura divina, da Maria... Qualcosa di simile sembra accadere a coloro che negano lumanit di Ges e ne accettano soltanto la divinit e a coloro che, viceversa, ne rifiutano la divinit, affermandone soltanto luomo come santo e pi giusto di tutti gli uomini (Cm Gv X, VI, 387; cf. Cm Mt XIV, 7 e note; Vogt, Der Kommentar II, n. 33, 74s.; Fdou, La Sagesse, 141153; Harl, Origne et la fonction, 200). 66 Cf. Gn 37, 9. 67 Cf. Gn 37, 9; Ap 12, 1. (13) Il commento distingue e amplifica: il primo registro di lettura in chiave storico-salvifica e risponde alla domanda posta da Pietro riguardo alla sequela di coloro che saranno stati obbedienti alla parola di Dio e si saranno mostrati capaci gi qui di accogliere la sua sapienza e di comportarsi in conseguenza (Princ II, 3, 7, 261s.); listanza biblicocristiana si congiunge abitualmente in Origene a un approfondimento simbolico-metafisico: il Logos fatto carne stato restituito alla sua condizione originaria... e ciascuno restituito a ci che era prima di diventare carne (Cm Gv XX, XI, 620): la restaurazione degli esseri razionali logiko: Chiesa/anima al Principio primigenio, non solo nello stato di beatitudine iniziale, ma a quella perfezione nella quale lanima di Ges stata fin dal primo istante per la sua unione con il Logos (Rius-Camps, El dinamismo trinitario, 296-299). (14) Il mondo celeste origeniano integra nella prospettiva biblica speculazioni dellapocalittica giudaica, elementi di cosmologia gnostica e platonizzante: la topografia parte quasi sempre dalla considerazione delle varie ripartizioni del popolo dIsraele descritte nella Scrittura (n. di Simonetti a Princ, 262) e le differenti trib possono rappresentare la ripartizione delle anime secondo i loro meriti nel mondo futuro... La
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Origene
rigenerazione del lavacro col fuoco e con lo Spirito invece saremo resi simili al corpo glorioso 4 3 del Cristo, che siede sul trono della sua gloria, e saremo assisi sui dodici troni, se avremo lasciato tutto (in entrambi i sensi, ma di pi nel secondo), e seguito il Cristo (9). Allora, quando il Figlio delluomo sar seduto sul trono della sua gloria 44 , si realizzer la profezia: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finch io ponga tutti i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi 45. Bisogna allora che egli regni, finch non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi 46 fino a quando lultimo nemico ad essere annientato sar la morte 47. Una volta che questa sar annientata, non ci sar se non la Vita nella quale crediamo: finch la morte in presenza degli uomini, coloro che questa tiene prigionieri non credono alla Vita; ma una volta soppressa la morte, ecco che tutti credono alla Vita (10). Nella Legge per troverai sia le parole: Ho posto davanti a te la vita e la morte 48, che: La tua vita ti sar sospesa davanti agli occhi 49. Non sarete sicuri della vostra vita 50 . Il Figlio delluomo siede sul trono della sua gloria 51 quando non ci sar alcun essere privo di onore e di gloria sottoposto al suo regno in Dio. E infatti allora, tutti quelli che non avranno ricevuto gloria dagli uomini 52 e non avranno agito per essere glorificati dagli uomini 53, e non avranno cercato la gloria che da Dio 5 4, saranno sottomessi al regno di colui che star assiso sul trono della sua gloria 55 (11). Si realizzer allora il desiderio espresso nella preghiera dal Signore: Padre, glorificami con la gloria che avevo presso di te, prima che il mondo fosse 56 .
48
18, 15.
49 1 Cor 13, 11. 50 1 Cor 3, 1-2. Lc 18, 17. 52 Lc 18, 17. 53 Cf. Mc 10, 13-16. 12 Gv 14, 28. 13 Lc 17, 10.
51
Lc
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24. LA
RESTAURAZIONE
Se sei capace di pensare al Logos ristabilito nella sua condizione originaria, dopo essersi fatto carne 57 e tutto ci che divenuto per gli esseri creati, facendosi per loro quello che ognuno aveva bisogno che egli diventasse, per guadagnare tutti 58, e una volta ristabilito nella condizione
prospettiva di Origene si dispiega cos attraverso questi simboli (Danilou, Messaggio evangelico, 552s.545-564; cf. Strutwolf, Gnosis als System , 290ss.); il carattere escatologico della esegesi origeniana resta comunque intatto, perch per il mondo degli spiriti come per quello degli uomini la perfezione concepita come terminale, la salvezza in avanti, e il senso ultimo della Scrittura rimane relativo a questo stato ultimo delle cose (de Lubac, Storia, 315s.; cf. R. Scognamiglio, Note sulla trasfigurazione nel Commento a Matteo, Cm Mt vol. I, 385-393; per il tema del Giubileo remissione, restaurazione unito a quello di giudizio e dodici trib, cf. Cm Mt XI, 3, vol. I, 182s.). (15) Ammonimento protrettico : non a caso proprio nella Esortazione al martirio Origene si era espresso con simili accenti, citando il testo di Matteo che stiamo commentando: Nella prospettiva di queste promesse desidererei pur possedendo sulla terra tutto quello che tu stesso hai e di pi ancora, diventare martire per Dio in Cristo, onde ricevere molto di pi, o... cento volte di pi , il cui valore di molto superiore alle poche cose, sia pure centuplicate, che noi lasciamo se siamo chiamati al martirio. Perci, se fossi martire, vorrei lasciare dei fanciulli con campi e con case, per chiamarmi presso il Dio e Padre di nostro Signor Ges Cristo... il padre di fanciulli pi numerosi e pi santi... Col disprezzo (dei beni del mondo) accogliamo lo spirito di sapienza che non reca affanno; affrettiamoci verso quella ricchezza che senza alcuna frode e verso quei piaceri, per chiamarli cos, del paradiso di delizie (Mart XIV.XLIX, 123.168). 71 Cf. Mt 10, 22; Lc 21, 10. 72 Cf. 1 Tm 3, 2; 6, 19-20. (16) Lecclesiologia mistica origeniana si esprime con vigore: Sappiamo che il Cristo venuto, ed osserviamo pure che per suo mezzo molti sono i cristi venuti nel mondo, i quali, similmente a lui, hanno amato la giustizia ed odiato liniquit; proprio a causa di ci Dio,
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Origene
nella quale era in principio presso Dio 59, (poich il Logos era Dio 60 ) nella sua propria gloria, quale la gloria del Logos, allora lo contemplerai assiso sul trono della sua gloria 61, il Figlio delluomo non diverso da lui, intendendo per uomo Ges (12). Questi diventa una sola cosa col Logos, pi di quelli che, aderendo al Signore, diventano un solo spirito con lui 62 . Allora, quando tutto ci si sar attuato nel ristabilimento del Signore, tutti quelli che avranno lasciato ogni cosa e lo avranno seguito 63, divenuti conformi al corpo ed al trono della gloria di Cristo, sederanno sui dodici troni per giudicare le dodici trib dIsraele 64 . In realt sar tutta la vita dei giusti a giudicare le dodici trib dIsraele che non hanno creduto; gli apostoli e quelli hanno emulato la vita apostolica vivendo virtuosamente, giudicheranno quei nobili (essendo loro Israeliti) che non hanno tuttavia compiuto cose degne della loro nobilt. Forse la promessa ai Corinzi: da voi che giudicato
il Dio del Cristo, ha unto anche loro con olio di letizia... Essendo Cristo il Capo della Chiesa, in modo tale che Cristo e la Chiesa sono un sol corpo, lolio versato sulla testa sceso fino alla barba di Aronne... e fino allorlo della sua veste (Sal 44 [45], 8; 132 [133], 2; Col 1, 18) (C Cel VI, 79, 575): questi cristi , unti, non solo per semplice imitazione ma fratelli nella Chiesa perch generati da Dio, sono al centro di una prospettiva di salvezza universale, e la restaurazione dellumanit non pu essere compiuta fino a quando un solo uomo rester al di fuori del corpo che deve arrivare alla misura delluomo perfetto (Bardy, La thologie de lglise, 158s.). 73 Ef 4, 13. 74 2 Cor 11, 2. 75 Gn 15, 15 (LXX). 76 Cf Gn 17, 1-8. (17) La Chiesa celeste-terrestre racchiude nel suo seno come fratelli angeli-santi-uomini: (Non ti sembri in contrasto) se questa anima che tende a Dio chiami (gli angeli) figli di sua madre. Se infatti madre delle anime la Gerusalemme celeste e daltra parte gli angeli sono definiti celesti, non ci sar alcunch di contrastante se costoro
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il mondo 65 rivolta a quelli che vengono dalle genti; la promessa invece: sederete sui dodici troni a giudicare le dodici trib dIsraele rivolta agli apostoli e a quelli che hanno emulato la vita apostolica, i quali giudicheranno coloro che essendo Israele, sono i pi nobili di tutto il mondo (13). In queste parole devi per intendere, in senso adeguato allalto significato del Vangelo, lIsraele di nobile stirpe che ha avuto buone origini, ma poi non ha creduto. Ora per, dopo il discorso circa Israele, fare un discorso anagogico anche sulle dodici trib (s da spiegare che anche tra le anime pi nobili ci sono dodici categorie, delle quali le une superiori in eccellenza, le altre di seconda classe distribuite in undici altre categorie), questo al di sopra di noi, che non contempliamo realt cos grandi, da poter mostrare in che modo i padri delle dodici trib dIsraele siano dodici astri, come rivel il sogno profetico (se lo posso chiamare cos) di Giuseppe 66 . In certo senso ognuno degli Israeliti che verranno in giudizio, sar giudicato da un apostolo o da uno che ha vissuto la vita apostolica, che ha o lo stesso nome oppure un nome simile a quello di una stella 67 (14).
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che, come lei, sono detti celesti, siano detti figli di tale madre. Sembrer infatti del tutto logico e conveniente che coloro il cui solo Padre Dio, abbiano per sola madre Gerusalemme (Cm Ct II, su Ct 1, 6, 134); c un solo Primogenito per natura... e c una moltitudine di primogeniti per partecipazione, angeli, martiri, vergini, santi, fedeli (cf. Sgherri, Lecclesiologia , 226, con rinvio a J. Losada, La Iglesia kosmos en Orgenes, in Miscelnea Comillas 51 [1969], 33-112). (18) (La citt del sole che) in Egitto ha preso il nome dal sole che il Padre celeste fa sorgere sui buoni e sui cattivi. Invece quella citt che in Giudea diventa citt solo di santi, perch citt di Dio (Om Gs XIX, 4, 255): la Chiesa gi segno della vera koinona , quella dei
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Origene
CENTUPLO E LA VITA ETERNA
Se dunque si lasciato tutto e si seguito Ges, si otterr ci che detto a Pietro in risposta alla sua domanda. Se uno invece ha lasciato non tutto , ma solo le cose dette dopo 68, costui ricever molto di pi ed erediter la vita eterna 69. Cosa sia non il tutto, ma ci che si detto distintamente, da capire dalla frase: E chiunque abbia lasciato fratelli e sorelle, eccetera 7 0. E ognuno ammetter che questo ha un senso non spregevole, sia secondo il suo semplice tenore, sia in
cieli... orizzonte costitutivo dellumanit, ma... in termini escatologici; fra la Chiesa nel mondo e la Citt celeste nel suo riposo il rapporto sta nel difficile equilibrio tra escatologia e storia (cf. M. Rizzi, Problematiche politiche nel dibattito tra Celso e Origene, in Discorsi di verit , 199.206; Sgherri, Chiesa, 413). 84 Mt 19, 30. 85 Rm 12, 16. 86 Cf. Rm 11, 17. (19) Il testo testimonia di una evoluzione della societas religiosa, in cui pu accadere che i cristiani di tradizione considerino da meno i convertiti recenti, giungendo a farli inciampare con le loro contese... negligenze... disprezzo... arroganza (Cm Rm IX, XLI, cit., II, 150); sullevidenziarsi di queste dialettiche comunitarie fra le vecchie famiglie cristiane ed i nuovi ambienti conquistati, cf. Danilou, Origene, 66; Monaci Castagno, Origene , 83-86; V. Peri, Coram hominibus/Apud Deum. Accenti danticlericalismo evangelico in Origene, in Paradoxos politeia. Studi patristici in onore di Giuseppe Lazzati (R. Cantalamessa - L.F. Pizzolato), Milano 1979, 208-232; Introduzione a Cm Mt, vol. I, 23; la riprensione su ci che difforme dal Vangelo si unisce alla considerazione del popolo di Dio, da onorarsi i vescovi come vescovi, i presbiteri come presbiteri, i diaconi come diaconi, i fedeli come fedeli, i catecumeni come catecumeni (Om Ger XIV, 4, 169). (20) Ma perch? Siamo ancora una volta nel cuore della meditazione origeniana sul mistero dIsraele: se la prima economia sfocia nel Cristo e nella Chiesa che da Israele e dalle genti , i credenti dalle nazioni devono permanere nella radice dei padri, Legge, profezie, per rimanere primi quanto alla fede; la teologia sul popolo di Dio fondamentalmente in Origene una teologia sui due popoli: sulla
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quanto ammonimento a tenere in poco conto ogni parentela carnale ed ogni propriet (15). Se invece questo passo ammetta pure uninterpretazione anagogica, luno lo metter in dubbio, laltro vorr definirne il senso. Ora, stando al testo, chiaro che molti di quelli che credettero nel nostro Salvatore furono odiati dai parenti 71 e scelsero di lasciare loro ed ogni sostanza, per avere in eredit la vita eterna, persuasi che chiunque abbia lasciato i fratelli secondo la carne e le sorelle solo in senso fisico, genitori e figli carnali, campi e case appartenenti alla terra maledetta, e tutto questo lha abbandonato non per altro motivo se non per amore del nome di Ges, ricever molto di pi . Molto di pi e (se conviene dire cos) infinitamente pi grandi sono infatti le realt spirituali rispetto a quelle corporali e, oltre al fatto di ricevere cose molto pi grandi , uno le otterr in eredit non in questa vita temporale, ma quando sar pervenuto a quella eterna. facile difatti mostrare fratelli e sorelle molto pi numerosi di quelli lasciati per amore della Parola di Dio: gi in questo mondo sono molto pi numerosi i fratelli secondo la fede di quelli lasciati a causa dellincredulit da parte di quanti sono arrivati alla fede; cos pure uno ha per genitori, in luogo di
Sinagoga (quella antica prima di tutto, ma anche quella contemporanea) e sulla Chiesa, che , quasi esclusivamente, una Chiesa dai Gentili. Il cristiano viene cos sempre riconfrontato con la sua provenienza (idolatria ed estraneit alle promesse), dallaltra portato a riflettere sul legame dei due Testamenti (e) sul superamento dellAntico avvenuto in Ges Cristo (Sgherri, Chiesa, 326; cf. Th. Heither, Juden und Christen. Anregungen des Origenes zum Dialog, ThQ 177 [1997], 15-25; Danieli, Il mistero dIsraele , cit.). (21) I primati ... il vero primo posto ; capo e coda sono in ordine al Cristo: Colui pertanto che ha in s il Cristo, che capo di tutti, viene posto in capo; mentre quelli che hanno rinnegato Ges Cristo sono stati posti in coda (Om Gs VII,5, 125); da notare che questa affermazione di Om Gs segue alla mirabile annotazione che Raab la Chiesa dalle genti aggiunta ad Israele fino ad oggi, in una perenne attualit
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quelli lasciati, tutti i vescovi irreprensibili e i presbiteri non colpevoli 72 (16). Similmente riceve per figli tutti quelli che ne hanno let. In che modo invece si ricevano in eredit molti pi campi o case di quelli lasciati, non pi possibile spiegare allo stesso modo: a meno che uno non voglia per forza basare un simile argomento su pochi elementi (della Scrittura), il che non ragionevole. Una volta interpretati allegoricamente i campi e le case, uno sar tenuto ad interpretare in maniera conseguente anche le affermazioni precedenti. Sono dunque (penso) fratelli tra le potenze sante e beate (17), quelli pervenuti alluomo perfetto fra quanti hanno ottenuto la misura della statura del Cristo 73; e sono sorelle tutti quelli presentati a Cristo come vergine casta 74, provenendo non soltanto da uomini (credo), ma anche dalle altre potenze.
dellinnesto sulla radice dIsraele per il misterioso disegno di Dio (cf. H.U. von Balthasar, La radice di Jesse, in Sponsa Verbi, Brescia 1969, 285-294). 93 Mt 19, 30. (22) Primi rimasti primi: se la Chiesa del Nuovo Testamento soprattutto dalle genti , gli inizi della fede in Cristo sono stati nel seno dIsraele, dai Giudei, in quel piccolo gregge che ha saputo trovare la porta stretta confessando Ges Cristo (cf. Cm Mt Fr 157, su Mt 8, 11.12, cit., 78); Origene coglie la importanza teologica di questo Resto credente e ne vede daltra parte la piccolezza, che esprime nella esiguit del numero linsondabilit del mistero: (Se) la loro diminuzione stata ricchezza dei gentili, quanto pi la loro pienezza? (Rm 11, 12)... Adesso certo, fintantoch tutti i gentili giungono alla salvezza, le ricchezze di Dio vengono raccolte dalla moltitudine dei credenti; ma finch Israele persiste nellincredulit, non si potr ancora dire che sia completa la pienezza della porzione del Signore: manca infatti per la completezza il popolo dIsraele... Giungendo per ultimo completer in qualche modo la pienezza stessa delleredit e della porzione del Signore (Cm Rm VIII, IX, cit., II, 68s.; cf. H.U. von Balthasar, Il tutto nel frammento, Milano 1990, 136-140).
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Chi altri poi potrebbero essere genitori di questo tipo, se non quelli di cui stato detto ad Abramo: Tu andrai ai tuoi padri in pace, nutrito di buona vecchiaia 75? Se anchessi un giorno diverranno padri di altri (analogamente a quei padri), riceveranno anche molti pi figli, al pari di Abramo 7 6. Ed i campi e le case, molto pi abbondanti di quelli lasciati, me li devi intendere in riferimento al riposo del paradiso divino e alla citt di Dio (18), della quale sono dette cose gloriose 77 , nelle cui fortezze Dio conosciuto quando prender possesso di essa 78, cos che si possa dire a coloro che avranno in eredit le case che sono in essa: Come abbiamo udito, cos abbiamo visto nella casa del Signore degli eserciti, nella citt del nostro Dio 79. Di essa detto: Spartitevi le sue fortezze 80. dunque cosa beata ereditare la vita eterna proprio a queste condizioni, avendo in eredit tanti campi e tanti alberi coltivati da Dio e case di pietre vive 81, nelle quali riposer chi avr lasciato fratelli o sorelle
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Mt 19, 17.
(23) Ultimi che rimangono ultimi: non va trascurata la precisazione sui cattivi cristiani , che pure prendono nome dalla Chiesa: nel contesto del richiamo alla via dellIsraele non credente in Cristo, viene ancora ribadita la esigenza della santit della Chiesa (cf. Sgherri, Chiesa, 351s.). 94 Gb 38, 7. 95 1 Pt 1, 8-12. 96 1 Cor 6, 3. (24) (Dio) quando in principio cre ci che volle creare, cio le nature razionali, non ebbe altro motivo per creare se non se stesso, cio la sua bont... Ma poich le creature razionali (sono) state dotate della facolt del libero arbitrio, la libert di volere le ha spinte tutte o a progredire per imitazione di Dio o a regredire per negligenza. E questa stata (causa) di diversit per le creature razionali, originata non dalla volont e dal giudizio del creatore ma dal libero arbitrio di ciascuna (Princ II, 9, 6, 324s.); poich Dio vuole che tutte le creature razionali ritornino spontaneamente a lui, si servir dei migliori, cio degli angeli, per aiutare i meno buoni che potranno a volte sprofondare nel male e user anche i peggiori, i demoni, per esercitare gli atleti di Cristo
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26. PRIMI ED ULTIMI Dopo questo, c: Molti dei primi poi saranno gli ultimi, e gli ultimi i primi 8 3. Anche questa frase, stando al senso pi semplice, ha aspetti che, per quelli che si stanno appena avvicinando alla Parola di Dio, possono essere di sprone ad affrettarsi, mediante le disposizioni che sono date, affinch, a confronto di molti che si presumono essere diventati anziani nella fede, si elevino al di sopra di questi verso la vita e la parola, non opponendo ostacolo n il tempo a coloro che giungono tardi alla fede, n cattivi genitori a quelli che nella lotta si sono mostrati impeccabilmente impegnati. Ed lotta anche abbattere la presunzione di gente che si fa grande perch elevata nel cristianesimo dai genitori, specie se vanta padri e antenati insigniti di carica onorifica nella chiesa: trono episcopale, onore sacerdotale, o ministero diaconale a favore del popolo di Dio. Gli uni e gli altri, infatti, ammaestrati dalle parole:
nel combattimento (Om Nm XIII, 7, 186), attuando per vie medicinali la reintegrazione dellintera creazione spirituale (cf. Danilou, Origene, 266s.). 97 Gd 6 98 Sal 44, 26. 99 Cf. Fil 3, 21. 100 Rm 7, 24. 101 Gd 6 102 Lc 19, 17. 103 Lc 19, 19. 104 Cf. Gd 6. 105 Gd 6. (25) Non soltanto luomo a esser caduto da uno stato di compiutezza nellincompiutezza... (sono caduti) tutti coloro che lasciarono la propria dimora e non conservarono il loro principio: e intendo principio non come sinonimo di potere, ma come lopposto di fine e connesso quindi con ci che primo... (Ges) porta a
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molti dei primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi 84 , saranno richiamati a non inorgoglirsi perch ritenuti primi , ma neppure a deprimersi e sentirsi umiliati quasi che abbiano qualcosa in meno rispetto ai precedenti, solo perch ultimi tra quelli che hanno accolto gli insegnamenti del cristianesimo (19). A mio parere il testo pu avere anche un altro senso: anteporre noi, nel nostro insieme, a molti prima di noi chiamati primi, i quali da Israele che erano passarono ad essere ultimi, a motivo della loro incredulit e del tradimento verso Ges, ma anche a noi ultimi che possiamo ottenere i primi posti, purch perseveriamo nella fede, non aspirando a cose molto alte, ma piegandoci a quelle umili 85. Ma perch? (20). Se divenuti partecipi della radice dei patriarchi e della linfa 8 6 che viene dalla parola dei padri, saremo naturalmente innestati sulla volont della Legge spirituale e delle profezie intese in modo corrispondente a questa Legge, noi ultimi saremo i primi, ma quei primi, recisi dallolivo buono 87 a motivo della infedelt, sono divenuti gli ultimi. E infatti grazie allavvento di Cristo che venuto nel mondo per un giudizio, affinch (le nazioni), quelli che non vedono vedano e quelli che vedono
compimento lopera di Dio... Gli esseri pi beati che obbediscono al Logos non hanno bisogno di sofferenza e sono portati a compimento dal solo Logos. Altri invece che non obbediscono al Logos hanno bisogno di sofferenze per poter, dopo le sofferenze, esser fatti progredire... (Cm Gv XIII, XXXVII, 511s.). Scavando nella lettura di primi-ultimi, Origene ha esteso lo sguardo alla realt creata, dalle origini alla dispersione per la caduta nella giunzione limite tra la citt degli umani e il regno di Dio, da un lato, e le potenze negative, dallaltro (cf. Dossetti, Per la vita della citt, in La parola..., 159) fino al termine del cammino redentivo inaugurato dal Cristo. 106 Fil 3, 20. 107 Cf. Lc 10, 18. 108 Gc 1, 8. 109 Is 14, 110 Tt 3, 3. 111 Tt 3, 4. 112 Mt 10, 40. 10.
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(Israele) diventino ciechi 88, e a causa dellincredulit noi popolo forestiero , ci innalzeremo sempre pi sopra 89 e saremo primi , mentre Israele, che era prima di noi, diventato ultimo, sceso sempre pi in basso 90. Cos si possono intendere anche le parole: Se uno vuol essere il primo sia lultimo di tutti 91 , come se dicessero: poich adesso i primi posti li occupano quelli che dai gentili stanno credendo in me, pur se ritenuti ultimi in Israele, mentre da parte di Dio ultimi sono giudicati lintero popolo di quanti in Israele non credettero, pur se per ragioni di tempo 92 si presume che siano i primi. Pertanto, se uno vuole assumere il vero primo posto (21), si metta pure tra quelli ritenuti ultimi dallattuale Israele. Chi infatti volesse essere tra quelli che si presumono primi, decadr dai primi posti, che saranno stati trasferiti alle nazioni, e sar annoverato tra gli ultimi. Difatti, mentre quelli che vengono dalle nazioni grazie alla fede diventano testa, Israele incredulo a causa della infedelt diventa coda. In questo senso molti (non tutti) dei primi saranno gli ultimi, e viceversa molti degli ultimi, primi 93. Non che uno
(26) Era il primo... divenne lultimo: Occorre chiedersi se, mentre i santi vivevano una vita affatto immateriale e incorporea, colui che chiamato dragone sia divenuto degno, per esser caduto dalla sua vita pura, di essere incatenato prima di tutti alla materia e nel corpo, in modo che per questo il Signore, esprimendosi tra il turbine e le nubi, pu dire: Questo il principio della creazione materiale, fatto per esser trastullo dei suoi angeli (Gb 40, 19) (Cm Gv I, XVII, 145s.); il passo che citiamo in parallelo investe sia la causa dellorigine del mondo materiale sia la concezione origeniana intorno a Satana e alla sua caduta. Quanto allordine fisico, esso visto subordinato a quello spirituale in un processo dinamico di conquista e di assimilazione; quanto al diavolo ribadito che se caduto, era in principio presso Dio (cf. ibid ., n. 30 di Corsini, 146; D. Pazzini, Origene commenta Giobbe , PSV 34 [1996] 2, 297s.). Gli sviluppi dei Commentari portano avanti gli accenni delle
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giunto per ultimo, creda di essere annoverato tra quei pagani che giungono alla fede e dovr essere per forza calcolato tra i primi. Ci sono infatti di quei primi, rimasti primi (22), come gli Apostoli di Cristo, che si trovarono ad essere Israeliti e del seme di Abramo. E ci sono ultimi che rimangono tali: quelli che vivono in modo di gran lunga inferiore a coloro che prendono il loro nome dalla chiesa (23). 27. UOMINI ED ANGELI Dopo ci, rifletti se puoi asserire essere il genere angelico, in quanto pi riverito, primo rispetto al genere umano ritenuto ultimo. Infatti, come sta scritto nel libro di Giobbe: Quando nacquero le stelle, lodarono Dio tutti i suoi angeli 94 in quanto (esseri) pi antichi e venerati rispetto non solo alluomo, ma a tutta la creazione
Omelie, ovviamente pi impegnate riguardo agli aspetti del combattimento spirituale che ai fondamenti della demonologia (cf. Monaci Castagno, Origene , 156-167). 113 Rm 11, 25. 114 Mt 20, 12. 115 Cf. Mt 20, 8. 116 1 Cor 1, 2. (27) Origene riassume le sue esegesi, soffermatesi sullopera divina nella storia e sulla vicenda di ognuno nel suo rapporto con Dio. La parabola che segue introdurr un tema ulteriore: la chiamata, le chiamate; il maestro prega per potere esporre, esaminare, suggerire: Possa Dio inviarci il Logos stesso, che ci manifesti se stesso, s che noi diveniamo, per un dono del Padre, contemplatori della sua profondit (Cm Gv XX, I, 601; cf. Crouzel, Origne et la connaissance, 112-114). Sulla sezione che seguir, cf. ancora Sfameni Gasparro, La terminologia misterica, 220ss.; Id., Eguaglianza di natura e differenza di condizione dei Logikoiv: la soluzione origeniana nel contesto delle formule antropologiche e demonologiche greche del II e III secolo , in Origene e la tradizione, 161. 1 Mt 20, 1-16. 2 Col 2, 3. 3 Cf. 1 Cor 2, 7; Rm 16, 25.
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avvenuta dopo di loro. <E cos uno> potrebbe avere lardire di asserire che molti angeli, primi rispetto agli uomini, diventano ultimi rispetto ad alcuni di essi; e che molti uomini, per natura ultimi rispetto agli angeli, divengono primi, grazie alla vita e alla parola di Dio, rispetto ad alcuni angeli (da primi divenuti ultimi a causa di alcune colpe) (24). Se in proposito assumi dei testi dalla Prima Epistola di Pietro e dalla Prima Epistola di Paolo ai Corinzi, (questi) ti condurranno alla parola, detta rettamente. Pietro infatti dice: Ora senza vederlo (chiaramente: Ges Cristo) credendo in lui esultate, e cos via, fino a cose nelle quali gli angeli desiderarono fissare il loro sguardo 95 . E Paolo: Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto pi le
(1) Insegnamenti della sapienza nascosta nel mistero; si pu ricordare la spiegazione di unaltra parabola: il tesoro nascosto nel campo (sono) i sensi nascosti e soggiacenti a quelli apparenti, sensi della sapienza nascosta nel mistero... (Cm Mt X, 5, vol. I, 86s.). Nel paragrafo che stiamo esaminando, dopo la citazione iniziale della parabola, Origene introduce un discorso di metodo che pone preliminarmente laccento sulla ricchezza e la profondit delle realt considerate; con questa insistenza sullal-di-l del testo, lAlessandrino evoca un mondo insospettato situando la soluzione eventuale e futura delle questioni su questo sfondo indistinto di significati molteplici e inesprimibili: i passaggi dal paragrafo 28 al 37 vedranno svolgersi dallapertura iniziale delle sequenze successive in cui lesegesi cosciente dei suoi orizzonti teologici e dei suoi limiti (cf. BastitKalinowska, Origne exgte , 182-185; Rius-Camps, El dinamismo trinitario, 420s.). (2) Cercher chi potr: nella forma di una nutrita serie di domande exetseis Origene ripropone i dati emergenti di una delle parabole della economia salvifica pi rilevanti per la tradizione ecclesiastica: di questa parabola delle ore ricorderemo la sintesi di Ireneo: Molti sono gli operai secondo le loro generazioni, ma uno solo il Padrone di casa che li chiama. E c una sola vigna... una sola giustizia, e c un solo fattore... un solo Spirito di Dio che amministra tutte le cose;... una sola paga... un denaro per uno , immagine e iscrizione del Re, cio la conoscenza del Figlio di Dio, che
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cose di questa vita 96 . Considera dunque: costoro (gli angeli), fino a quando conservavano la loro dignit e non lasciavano la loro dimora 9 7, erano di gran lunga superiori agli uomini ed erano primi rispetto a loro (25). Lanima degli uomini fu prostrata nella polvere 9 8, essendo essi nel corpo dellumiliazione 99 e potendo dire talvolta, a mala pena: O me uomo misero! Chi mi liberer da questo corpo di morte? 100. Ma gli uomini, per quanto ultimi in confronto agli angeli, divengono poi primi in confronto ad alcuni di essi che non conservarono la loro dignit, ma lasciarono la loro dimora 101; <questi uomini> ricevono la dignit secondo le parole: ricevi il potere su dieci citt 102 o ricevi potere su cinque citt 103. Alcuni di quegli angeli, poi, che erano in una dimora, lhanno lasciata 104, e <primi saranno uomini> se, allannuncio del regno dei cieli, avranno compiuto le cose che ve li elevano. E infatti gli uni sono ultimi nella terra degli esseri celesti, gli altri sono i primi nel cielo degli esseri terrestri. E cos molti degli esseri celesti e dei primi diventano ultimi, trattenuti in catene, in tenebre per il
lincorruttibilit (Ireneo, Contro le eresie IV, 36, 7, cit., 393; cf. Bastit-Kalinowska, Conception, 685; A. Orbe, Parbolas evanglicas en san Ireneo I, Madrid 1972, 411ss.). 10 Mt 20, 4. 11 Cf. Mt 20, 5-7. 12 Mt 20, 4. 13 Mt 20, 1 4 Mt 20, 5. 15 Mt 20, 6. 16 Cf. Mt 20, 7. 5. (3) Il grande affresco della parabola della vigna sottolinea la economia salvifica come storia unitaria, dalle parti fortemente collegate nella quale tutti gli attori, operai duno stesso lavoro, sono misteriosamente solidali (de Lubac, Cattolicesimo, 127); la lettura origeniana lascer il tema direttamente trattato in precedenza, il rapporto cio Sinagoga-Chiesa, per riflettere sullinvio a lavorare e sulla comune mercede, e ritornando poi sulla compiutezza del disegno. 17 Mt 20, 8. 18 Mt 20, 8. 19 Cf. Mt 20, 12. 2 0 Mt 20, 12. (4) La paga: A stento mi persuado che vi possa essere una
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giudizio del gran giorno 105, mentre molti tra gli ultimi nati sulla terra, <diventano primi>, ascendendo in alto, in modo da dichiarare con estrema franchezza: la nostra cittadinanza nei cieli 106; e proprio colui che, caduto come folgore dal cielo 107, era il primo, quando camminava immacolato in tutte le sue vie 108, sino a che fu trovata liniquit in lui, allora divenne lultimo, precipitando nellAde (26), tanto che se ne stupirono quelli che lo videro e dissero: Anche tu sei stato abbattuto come noi, sei stato annoverato tra noi; disceso nellAde il tuo fasto, la tua grande baldanza! 109 Cos fu ultimo chiunque, stolto e incredulo, schiavo di ogni sorta di passioni e di piaceri
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At 5, 3.7-10.
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10. qualche opera che richieda come dovuta una ricompensa da parte di Dio, dal momento che anche il fatto stesso che possiamo compiere qualcosa o pensare o parlare ci possibile farlo per suo dono e benevolenza (Cm Rm IV, I, cit. I, 179); secondo il testo greco di Tura che commenta Rm 4, 1-8, Origene, per dimostrare che tutto ci che luomo pu ricevere da Dio per grazia , introduce il riferimento alla parabola degli operai chiamati in ore diverse a lavorare nella vigna: anche per i primi il denaro grazia, non salario (cf. ibid., n. 7 di Cocchini); il fatto che luomo sia chiamato a lavorare nella vigna di Dio, lo situa in un regime superiore alla giustizia umana, per cui non si pu ragionare in termini di lavoro e ricompensa quando lattivit stessa delluomo divina (Orbe, Parbolas evanglicas I, 423). 21 Cf. Mt 20, 12. 22 Mt 20, 10. 23 Mt 20, 11. 24 Mt 20, 25 Mt 20, 14. 13. (5) Lattenzione con cui Origene elenca e successivamente svolge gli elementi della parabola lascer una traccia profonda; significativo un confronto riconoscibile in Ilario: alla lettura iniziale delle chiamate come le tante alleanze stabilite (per) il genere umano quante sono le uscite contate sulla piazza (fino allundicesima ora della venuta del Signore) nella carne (Ilario, Commentario a Matteo XX, 6 [L. Longobardo], Roma 1988, 218), si unir, senza contraddire il dato fondamentale delle traditae expositiones, una meditazione su questa
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vivendo nella malvagit e nellinvidia, degni di odio e odiando 110. Ma poi divenuto il primo quando si sono manifestati la bont di Dio, salvatore nostro ed il suo amore per gli uomini 111 mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito, e cos ha accolto colui che ha detto: chi accoglie me accoglie colui
giornata che vede il lavoro della speranza e il salario della misericordia ad spem omne tempus est liberum et mercedem non operis sed misericordiae (In Psalmos 129, 11); nel maturo vescovo di Poitiers si sono aperti nuovi orizzonti (sulla) fede, sulla contemplazione di Dio, sulluomo e la morte. La lettura di Origene ha nutrito questo approfondimento (J. Doignon, De labsence la prsence dOrigne dans lexgse dHilaire de Poitiers: deux cas typiques , in Origeniana
ABBREVIAZIONI
ASE BLE CN Cr St DBS DPAC DS DSBP EDB EP GCS GLNT JSOTSS JThS LTP
Annali di Storia dellEsegesi. Bologna Bulletin de Littrature Ecclsiastique. Toulouse Citt Nuova. Roma Cristianesimo nella Storia. Bologna Dictionnaire de la Bible. Supplment. Paris Dizionario Patristico e di Antichit Cristiane. Casale Monferrato Dictionnaire de Spiritualit. Paris Dizionario di Spiritualit BiblicoPatristica. Roma Edizioni Dehoniane. Bologna Edizione Paoline Die Griechischen Christlichen Schriftsteller derersten drei Jahrhunderte. Leipzig Grande Lessico del NT. ed. it. del Theologisches Wrterbuch zum Neuen Testament. Brescia Journal for the Study of the Old Testament Supplement Series. Sheffield Journal of Theological Studies. Oxford Laval Thologique et Philosophique.
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NOTA
DELLE DITORE
Per gli indici scritturistico e dei nomi e delle cose notevoli si rimanda al terzo volume.
INDICE
NOTA
EDITORIALE
. . . . . . . . . . . . . . . . . pag. ORIGENE
COMMENTO AL VANGELO DI MATTEO Libro XIII IL RITORNO DI ELIA . . . . . . . . . . . . . . . . 1. Una credenza estranea . . . . . . . . . . . . 2. Venga il Figlio di Dio . . . . . . . . . . . . . IL MAL DI LUNA . . . . . . . . . . . . . 3. La discesa del Logos . . . . . . . . . 4. Malattie spirituali . . . . . . . . . . . 5. Se avessi la fede... . . . . . . . . 6. Proclamano iniquit contro lalto 7. O generazione incredula... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 11 16 24 24 25 28 30 34 37 37 41
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LA TASSA DEL TEMPIO . . . . . . . 10. Le due immagini . . . . . . 11. I figli sono liberi . . . . . . 12. Catturati dal Logos . . . . . 13. Per il Maestro ed il discepolo
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. pag. 45 . 45 . 47 . 50 . 51 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 53 55 58 62 65 67 71 71 73 75 77 79 81 83 88 88 89 92 94 94 98
IL BAMBINO . . . . . . . . . . . . . . 14. In compagnia dei suoi . . . . . . 15. Alla sua scuola . . . . . . . . . 16. Diventati come quel bimbo . . . 17. Una macina dasino . . . . . . . 18. Il Padre, il Salvatore e lo Spirito 19. Il Regno-Bambino . . . . . . . . GLI SCANDALI NECESSARI . . . . . . 20. Il mondo . . . . . . . . . . . 21. Non sono di questo mondo . 22. I guai . . . . . . . . . . . . . 23. Dio non crea gli scandali . . . 24. Le membra del corpo . . . . . 25. La carit ordinata . . . . . . . 26. Piccoli e tutori . . . . . . . . . GLI ANGELI . . . . . . . . . . . 27. I tempi della guida . . . . 28. il suo angelo! . . . . . 29. Langelo che vede la faccia . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . di Dio
LA CORREZIONE ECCLESIALE . . . . . . . . . . . . 30. Convertirsi alla bont del Logos . . . . . . 31. Legare e sciogliere . . . . . . . . . . . . . Libro XIV
Indice
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LA CHIESA-SINFONIA . . . . . . 1. La musica divina . . . . . 2. Preghiera e nozze . . . . . 3. Spirito, anima e corpo . . . 4. Antico e Nuovo Testamento
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. pag. 103 . 103 . 109 . 110 . 112 . . . . . . . . . . 114 114 116 119 123 126 128 130 133 138 143 143 146 148 148 153 155 157 161 163 166 169 171 174
LA CHIESA TRA MISERICORDIA E GIUDIZIO . 5. Il perdonare fino a sette volte . . . 6. Intenzione generale della parabola 7. Il Regno-in-s . . . . . . . . . . . 8. La resa dei conti . . . . . . . . . 9. In un istante . . . . . . . . . . . . 10. Il debitore di molti talenti . . . . . 11. Il debitore di cento denari . . . . . 12. Il ritorno del Re . . . . . . . . . . 13. Conclusione . . . . . . . . . . . .
INTERLUDIO: LE PAROLE PIENE . . . . . . . . . . 14. Il compimento . . . . . . . . . . . . . . . . 15. La sequela . . . . . . . . . . . . . . . . . LA CHIESA-SPOSA . . . . . . . . . . . . 16. La domanda dei farisei . . . . . . . 17. Il Cristo e la Chiesa . . . . . . . . . 18. Il libello del divorzio . . . . . . . . . 19. Cristo e Israele . . . . . . . . . . . 20. Cristo e le nazioni . . . . . . . . . . 21. Langelo e lanima . . . . . . . . . . 22. Monogamia spirituale? . . . . . . . 23. Per la durezza del vostro cuore... 24. Motivi di ripudio . . . . . . . . . . . 25. Preghiera e castit . . . . . . . . . Libro XV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Indice
PER IL REGNO DEI CIELI . . . 1. Interpretazioni errate . 2. La lettera uccide . . 3. La mutilazione . . . . . 4. La spada dello Spirito . 5. Meglio di figli e figlie
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. pag. 181 . 181 . 184 . 186 . 190 . 191 . . . . . . . . . . . . . . . . . 194 194 197 202 204 206 206 209 212 215 217 221 224 227 228 231 233
LA BENEDIZIONE DEI BAMBINI . . . . . . . . . 6. I bambini a Ges . . . . . . . . . . . 7. Imparate da me, diventato bambino 8. Una forza dentro i bambini . . . . . . 9. Imposizione delle mani . . . . . . . . RICCHEZZA E POVERT . . . . . . . . . . 10. Chi buono? . . . . . . . . . . . . 11. Salvatore-Signore-Buono . . . . . . 12. Entrare nella vita . . . . . . . . . 13. Osserva i comandamenti . . . . . 14. Perfezione e amore del prossimo . . 15. Esempi classici e cristiani . . . . . . 16. Una questione laboriosa . . . . . . 17. Con laiuto della preghiera dei poveri 18. Interpretazione spirituale . . . . . . 19. Se ne and triste . . . . . . . . . 20. Per la cruna di un ago . . . . . . . LA SEQUELA TRA TEMPO ED ETERNO 21. Il dono totale . . . . . . . . 22. La promessa a Pietro . . . . 23. La rigenerazione . . . . . . 24. La restaurazione . . . . . . 25. Il centuplo e la vita eterna . . 26. Primi ed ultimi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice
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27. Uomini ed angeli . . . . . . . . . . . . . . LA CHIESA-VIGNA . . . . . . . . . . . . . . . . . 28. Cose nascoste dalla fondazione del mondo 260 29. La ricompensa . . . . . . . . . . . . . . . 30. Lo Spirito... vi insegner ogni cosa . . . . 31. La giornata leone presente . . . . . . . . 32. Leconomia delle chiamate . . . . . . . . . 33. I cinque sensi . . . . . . . . . . . . . . . . 34. Il denaro della salvezza . . . . . . . . . . . 35. Preesistenza delle anime? . . . . . . . . . 36. Le et delluomo . . . . . . . . . . . . . . 37. La parabola aperta . . . . . . . . . . . . . ABBREVIAZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOTA
DELLEDITORE
260 . . 262 264 266 270 272 273 276 280 282 287 289 297
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Citt Nuova
nella collana TESTI PATRISTICI sono presenti opere di:
Ambrogio Ambrosiaster Andrea di Creta Apocrifo giudeo-cristiano Atanasio Barsanufio Basilio di Cesarea Callinico Celestino Papa Cipriano - Paolino di Nola - Uranio Cirillo di Alessandria Cirillo di Gerusalemme Cirillo di Gerusalemme Cromazio di Aquileia Diadoco Didimo il Cieco Doroteo di Gaza Egeria Epifanio Eucherio di Lione Eusebio di Cesarea Evagrio di Epifania Evagrio Pontico Fausto di Riez Fulgenzio di Ruspe Gaudenzio di Brescia Germano di Costantinopoli Giovanni Cassiano Giovanni Climaco Giovanni Crisostomo Giovanni Damasceno Giovanni di Gaza Giovanni di Gerusalemme Girolamo Giuliano Pomerio Gregorio di Nissa Gregorio il Taumaturgo Gregorio Magno Gregorio Nazianzeno Ilario di Poitiers Ildefonso di Toledo Ippolito Isacco di Ninive Leandro di Siviglia Leone Magno Massimo il Confessore Niceta di Remesiana Nilo di Ancira Origene Ottato di Milevi Palestinese anonimo Palladio Paolino di Nola Pier Crisologo Ponzio Possidio Prospero di Aquitania Pseudo-Atanasio Pseudo-Clemente Pseudo Dionigi lAreopagita Pseudo-Ferrando di Cartagine Pseudo-Ippolito Pseudo-Palladio Quodvultdeus Rufino Rufino di Concordia Salviano di Marsiglia Simone di Taibuteh Sofronio di Gerusalemme Teodoreto di Cirro Teodoto di Ancira Tertulliano Timoteo di Costantinopoli Valeriano di Cimiez Venanzio Fortunato Venerabile Beda Vittore di Vita