Trinità Economica ... II
Trinità Economica ... II
Trinità Economica ... II
Nuova Umanit
n.
2.2. r; assioma recepito come principio fondamentale della teolo gia trinitaria
a) Le convergenze
Non occorre studiare le concordanze su questo aspetto nel loro itinerario attraverso gli autori. Basta costatare il posto speci fico che l' assioma andato occupando di fatto (e sempre pi) nella sistematica trinitaria. Situato all'inizio del discorso sul miste ro trinitario, offre una specie di concentrato di questioni che sono inevitabili in un primo approccio globale all'argomento. L'assioma permette di presentare in maniera immediata la novit del cristianesimo, secondo il quale Dio si manifesta cos com', ed esprime con chiarezza la questione del punto di parten za autentico per la teologia trinitaria. Innanzitutto, assumendo la priorit conoscitiva della Trinit economica e del comportamento di Dio nei nostri confronti. E, in secondo luogo, affermando che il primo accesso al mistero trinitario non pu venir dato al di fuo ri della fede (dalla filosofia moderna, dalle analogie con le cose create, ecc.), ma a partire dalla storia della salvezza. Ubicato in questo punto iniziale, permette di orientare lo sviluppo posteriore della teologia trinitaria, facendo ricordare che ciascuna delle sue fasi deve tener conto di una serie di acquisizio
* La prima parte stata pubblicata con il medesimo titolo, su Nuova Umanit XVIII, 1996/1, 103, pp. 99-121.
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ni e di equilibri: il ruolo di inizio e di punto di riferimento della Trinit economica e il suo radicamento nella Trinit immanente, la centralit delle missioni del Figlio e dello Spirito Santo, l'uso propriamente trinitario dei concetti di rivelazione, trascendenza, immanenza, salvezza, ecc. D'altra parte, permette di tener conto, proprio perch situa to all'inizio del discorso, della condizione originale del mistero trinitario nell'insieme della dogmatica, in quanto sorgente e cul mine di tutto il nexus mysteriorum, in quanto fondamento dell'unit interna degli enunciati della fede. Infine, si potr dire che proprio per questo status di princi pio fondamentale-formale della sistematica trinitaria, cos come per la fondazione concreta che ad essa d Rahner, si aperto uno dei capitoli pi complessi e promettenti della teologia at tuale; 1'aver messo in discussione, cio, la divisione dei trattati del De Deo Uno e del De Deo Trino e, in maniera pi radi-o cale ancora, la questione stessa della relazione fra l'unit e la tri nit di Dio.
b) Le divergenze: panorama delle critiche
Fino a questo punto, anche quando venivano proposte cor rezioni ed ampliamenti, sono prevalse le convergenze. Ma il di battito intorno all' assioma ha dato anche occasione ad un' am pia e seria discussione critica. In tal senso, si potrebbe parlare di una accettazione diffe renziata decrescente. Infatti, l'assioma riceve un'accoglienza che va molto al di l della ricezione che viene data al resto delle proposte teologiche di Rahner. Tanto che si trovano a convivere durissime critiche all'insieme del suo pensiero e finanche della sua dottrina trinitaria, con la calorosa accoglienza riservata all'as sioma. Anzi, molti criticheranno la sua sistematica trinitaria per non essere stata fedele all' assioma fondamentale. La convergenza degli autori con l'assioma importantissima per quanto riguarda il principio in s e la diagnosi della situazio ne che lo provoca. anche importante allivello dei principi ge nerali della fondazione (riscatto della peculiarit del Figlio, possi bilit di rapporti propri di ciascuna delle Persone divine con l'es
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sere umano in grazia). Essa inzia per a diminuire quando si scende alle proposte concettuali e sistematiche di Rahner: il mo do di intendere le mediazioni dell'umanit di Ges, le opzioni della sua teologia trinitaria, l'uso del concetto di auto comunica zione. Si passa poi decisamente alla critica nei confronti delle sue grandi opzioni teologiche: metodo trascendentale, svolta an tropologica, relazione tra natura e grazia i Per esporre le critiche principali all' assioma fondamenta le, suggeriamo di distinguere tre grandi correnti di ricezione del lo stesso.
A. La corrente correttiva-esplicativa
Essa caratterizza dal fatto di attribuire all'assioma una am bivalenza o ambiguit implicita nel suo viceversa. Chi la segue non nega, tuttavia, la validit generale della proposta, ma cerca di correggerla con spiegazioni, chiarimenti o alternative, perch il suo valore appaia pi chiaro e meglio definito. I rappresentanti di questa corrente sono, nella sua linea pi moderata, Congar, Kasper e la Commissione Teologica Interna zionale; Lafont si schiera invece in una linea pi critica. Le conse guenze ultime di detta ambivalenza dell'assioma sono state de nunciate paradigmaticamente da Kasper nella sua descrizione dei malintesi in cui si pu incorrere. Una prima possibilit di malinteso consiste nel fatto che l'as sioma mette in ombra la novit dell'incarnazione. Alcune inter pretazioni di esso portano a considerare la Trinit economico-sal vifica come un mero fenomeno temporale della Trinit immanen te-eterna fino a perdere la sua realt storica e la sua novit. Non si riuscirebbe pi a vedere l'incarnazione come un nuovo modo di esistere della Seconda Persona trinitaria nella storia. Diventa pro
ti e non impedisce che uno stesso teologo possa essere incluso in pi di un rag
gruppamento.
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blematico spiegare la distinzione tra la generazione intratrinitaria eterna e l'invio temporale del Verbo. La dissoluzione della Trinit immanente nella Trinit eco nomica pu dar adito ad un ulteriore malinteso. Chi si pone su questa linea critica dell'assioma, lo intende come un mezzo per comprendere la Trinit immanente quale realt che va costituen dosi nel e mediante il processo storico. La teologia della Tri nit che vi sottesa, privilegia le categorie dell' ordine dei mo di, dando la sensazione che la Trinit reale soltanto nell'eco nomia (Schoonenberg). Una terza tentazione rappresentata dalla mancanza di at tenzione riservata alla Trinit immanente. I seguaci di questa corrente prendono l'assioma come una specie di pretesto per concentrarsi nello studio della Trinit economica, eludendo la dottrina della Trinit immanente. La conseguenza che l'assioma ottiene il contrario di ci che voleva. Prescindere dalla Trinit im manente conduce, di fatto, ad una specie di svuotamento del si gnificato della Trinit economica (H. Kiing). Gli autori segnalano due cause fondamentali di questa ambi valenza di fondo dell'assioma. La prima di ordine generale e in globante, in quanto attiene a tutta la sistematica trinitaria rahne riana. Si tratta della tendenza dell'autore verso un tipo di equipa razione e identificazione, inaccettabili, fra la Trinit immanente e quella economica, in cui il primato assoluto della prima non rie sce ad essere teologicamente tematizzato. Questa critica condotta in maniera radicale da Lafont, quando afferma che ci troviamo, in pratica, di fronte ad un rap porto di identit e di reciprocit perfette della Trinit economi ca con quella immanente, difficilmente compatibile con gli orien tamenti del Concilio di Nicea e della loro tradizione interpretati va. Congar, da parte sua, mette in relazione questa tendenza con l'inclinazione rahneriana di parlare dell'economia con categorie di ordine personalista e dell'immanenza con concetti di tipo pi modale. Questo limite generale della teologia di Rahner circa la Tri nit immanente connesso con l'uso non sufficientemente diffe renziato del concetto centrale di auto comunicazione. Egli pre
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tende di esprimere con esso sia il dinamismo intratrinitario che ha la sua origine nel Padre, sia il dinamismo economico salvifico del le missioni del Figlio e dello Spirito. Nel far questo, tuttavia, non viene applicata a sufficienza l'analogia della fede e della riduplica zione del linguaggio. La seconda causa vista nell'uso di una nozione indifferen ziata della Trinit economica. Nel senso che, innanzitutto, in questa categoria Rahner ingloba realt di ordine diverso senza operare un'adeguata distinzione: la struttura umana definita dal suo essere nel mondo e dalla sua apertura all'Infinito, l'acco glienza effettiva della Parola rivelata, l'evento Ges Cristo, la Tri nit immanente in quanto si auto comunica. Tale indifferenziazio ne emerge, inoltre, da un approfondimento unilaterale delle mis sioni del Figlio e dello Spirito ricorrendo al metodo trascendenta le e alla chiave incarnatoria, mettendo in ombra, invece, la realt storico-escatologica testimoniata nella Sacra Scrittura e la chiave pasquale della rivelazione cristiana. La consistenza delle ambivalenze chiaramente dimostrata dalle conseguenze che ne derivano. In primo luogo, si corre il ri schio di confondere l'espressione della vita intratrinitaria con quella della comunicazione economica, smorzando la distinzione tra l'azione creatrice e la generazione intratrinitaria. In secondo luogo, si verifica un'attenuazione della totale li bert di Dio nella creazione; mentre viene enfatizzata sul piano della decisione (libert di esercizio), non adeguatamente affer mata nei confronti del modo o del contenuto del creato (libert di specificazione). Infine, emerge una nozione insufficiente sia della trascen denza della Trinit immanente rispetto alla sua comunicazione ad extra, sia del carattere kenotico ed escatologico della rivelazione. Per questo gli autori che seguono questa corrente propongono diversi rimedi per evitare tali conseguenze negative. Uno dei pi importanti consiste nell' apporre delle glosse esplicative. Si tratta di distinguere nell'assioma due formulazioni di va lore disuguale. L'affermazione la Trinit economica la Trinit immanente viene accettata ampiamente, con il correttivo di defi nire in maniera pi precisa, differenziata e storico-salvifica la no
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zione di Trinit economica. La seconda, invece, rappresentata dal viceversa. Riguardo a questa si impone la necessit di glos se esplicativo-correttive. Tali spiegazioni sono intese a chiarire meglio <<la differenza nell'unit tra l'atto della creazione e il di namismo intradivino delle processioni; al tempo stesso, intendo no precisare lo status kenotico ed escatologico della rivelazione della Trinit immanente, in modo da salvare la sua trascendenza e distanza rispetto a quella economica. Di un'ulteriore spiegazione stato fatto oggetto il verbo essere. Cosa significa che la Trinit economica la Trinit immanente e viceversa? La peculiarit del mistero trinitario e della sua rivelazione rendono insostenibili due estremi: intender lo in senso tautologico (come chi dice che a=a) e convertirlo in una identit in senso stretto. Ci troveremmo, piuttosto, di fronte ad una presenza, esistenza (Dasein) della Trinit imma nente in quella economica. sta ad indicare che la Trinit im manente esiste in quella economica in modo in deducibile, libero, gratuito e storico. Un ulteriore correttivo consiste in una migliore spiegazione dello statuto epistemologico dell' assioma, in maniera da evitare la tentazione deduttivista. Non sarebbe valido utilizzarlo come un punto di partenza per affermare che la Trinit immanente pu es sere dedotta a partire da quella economica; e nemmeno per stabi lire un tipo di deduzione della Trinit soteriologica a partire da una teologia astratta e previa della Trinit immanente. La comprensione del suo statuto epistemologico deve tener conto di due principi. Innanzitutto, che l'accesso alla Trinit im manente possibile soltanto grazie all' autorit della Parola di Dio e alla sua rivelazione libera e indeducibile. Inoltre, che l'assioma non deduce logicamente la Trinit immanente a partire da quella economica, ma che la presuppone gi, cercando di darne la mi gliore interpretazione possibile. TI rimedio pi radicale, per, consiste in proposte alternative di formulazione dell'assioma, che tengano conto delle menzionate critiche. Alcune di queste riformulazioni si riferiscono ad un solo aspetto, come nel caso di quella proposta da Lafont:
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Nous admettrons donc que 1'conomie du salut au sens striet nous manifeste la Trinit et nous communique l'adoption fi liale dans 1'Esprit 2 Altre sono globali, come quella di Kasper: Nell' auto comunicazione storico-salvifica 1'autocomunicazio ne intratrinitaria presente nel mondo in un modo nuovo, nelle parole, segni e opere prodotti nella storia, in definitiva nella figura dell'uomo Ges di Nazaret J ... o della Commissione Teologica Internazionale, secondo noi la pi riuscita: L'assioma fondamentale della teologia odierna si esprime correttamente nella formulazione seguente: la Trinit che si manifesta nell'economia della salvezza la Trinit immanen te; la Trinit immanente che si comunica liberamente e a titolo gratuito nell' economia della salvezza 4.
B. La eo"ente adattativa
Un secondo gruppo di autori, anche se manifesta critiche su determinati punti, si caratterizza per adottare l'assioma come un principio sistematico, valido per sviluppare i propri progetti teolo gici; il che mette in evidenza una sorta di <<versatilit dell'assioma, basata sul fatto di aver centrato un elemento emergente della situa zione teologica contemporanea. I rappresentanti di questa corrente sarebbero, in particolare, Schoonenberg, Moltmann e Jiingel s
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Schoonenberg lo utilizza come un principio epistemologico valido per la sua proposta di superamento del modello calcedo nense. Anzitutto, perch gli permette di smascherare e di com battere tutto ci che in teologia basato sulla falsa concezione della concorrenza escludente fra Dio e l'essere umano. E fon damentalmente, perch mediante 1'assioma possibile reinterpre tare tutti i concetti centrali della sistematica trinitaria sulla base delle affermazioni circa la preesistenza che mettono in ombra la pienezza umana di Ges di Nazaret. Tale uso, tuttavia, ha portato ad una radicalizzazione inter pretativa dell' assioma fondamentale, che affermerebbe un tipo di priorit assoluta, irreversibile e limitativa della Trinit econo mica, un tipo di agnosticismo nei confronti della Trinit imma nente che non rientra nelle intenzioni esplicite di Rahner nel for mulare il suo assioma. Jungel, da parte sua, lo accoglie come un principio utile all'urgente necessit di rifondazione biblica, storica, staurologica ed agapica della dottrina trinitaria ecclesiale, intendendolo come un superamento dell' alternativa teismo-ateismo. Mentre Molt mann lo considera un aiuto per l'elaborazione di una dottrina tri nitaria storica e sociale che prenda le mosse dal Crocifisso, capace cio di mettere in stretta connessione la passione e morte di Ges con la Trinit immanente. L'assioma considerato, in tale contesto, come una specie di svolta di un lungo processo storico di applicazione di categorie metafisiche generali e teistiche al fine di concettualizzare la testi monianza biblica, la novit del Vangelo e, in particolare, la storia escatologica del Crocifisso. il primo passo della reimpostazione dei rapporti fra la Trinit e la storia umana, secondo la specificit del cristianesimo. Questa maniera di recepire l'idea di Rahner, conduce ad una nuova visione globale staurocentrica della relazione Trinit eco nomica-Trinit immanente, che apre altri problemi: la questione del primato del linguaggio biblico e della narrativa nella teologia sistematica, il tema dell'Unit di Dio e della critica indiscriminata ad ogni tipo di monoteismo, l'uso di un concetto indifferenzia to di storia, la questione della Teologia naturale, ecc.
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C. La co"ente alternativa
Un posto dd tutto speciale occupa, in proposito, la teologia trinitaria di Balthasar. L'abbiamo definita di alternativa in quanto, facendo sue le sfide di fondo proposte da Rahner, realizza una impostazione globale ed originale che possiede un equilibrio tut to nuovo. Balthasar non vede il rapporto tra la Trinit economica e quella immanente partendo da un assioma o principio fonda mentale, ma da una visione globale della rivdazione cristiana nd la sua <<figura pasquale-trinitaria. Pertanto, la questione sapere quale tipo di espressione teo logica della Trinit immanente in grado di spiegare realmente l'intensit rivdativa/salvifica/escatologica delle missioni di Ges e dello Spirito testimoniate nd Nuovo Testamento. A tale scopo, egli propone un'espressione della Trinit im manente in chiave di amore e di dedizione delle Persone Di vine. Suggerisce, perci, di parlare dell'eterno dinamismo intratri nitario come di quella knosis originaria e fon tale di tutte le altre knosis della storia salvifica. Dio in s Dio <<Amore assoluto che si d intratrinitariamente. Balthasar sostiene che proprio a questo livello che bisogna cercare le carenze di talune proposte teologiche attuali riguardo alla rdazione fra Trinit economica ed immanente. Vi stato chi, per salvare la perfetta immanenza della Trinit, caduto in un formalismo teologico separato dall' economia e senza toccare la storia della salvezza. Altri, invece, per rivendicare la realt e radi calit dd compromettersi della Trinit con la storia, hanno de bilitato o diminato la teologia della Trinit immanente. Questi punti fermi della riflessione balthasariana spiegano le sue critiche all' assioma fondamentale di Rahner, in quanto esso deriva da una sistematica trinitaria scompensata. Prima di tut to, perch la riflessione rahneriana tende a concentrarsi sulla teo logia della Trinit economica a tal punto che la Trinit immanente corre il rischio di essere ridotta ad una specie di condizione pre via dell'autorivdazione e auto comunicazione di Dio. Inoltre, perch i suoi concetti di persona e di autocomunicazione non
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permettono a Rahner di parlare di un autentico dialogo nella Trinit immanente, e quindi si finisce in un dinamismo eccessiva mente formale, incapace di essere la fonte della storia salvifica di Ges e dello Spirito. Tutto questo porta, infine, ad una identificazione ambigua fra auto comunicazione economica e autocomunicazione imma nente di Dio, che d l'impressione che la Trinit immanente rag giunga la sua piena realt solo nella sua espressione ad extra.
3. CONCLUSIONI:
li nostro excursus attraverso l'assioma rahneriano e i modi in cui stato recepito, mette in evidenza tre acquisizioni teologiche fondamentali per impostare il discorso della relazione fra la Tri nit immanente e la Trinit economica; tre diverse istanze non fa cili da integrare in un discorso d'insieme.
a) Va asserita una vera identit
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assumono (ciascuno a suo modo) i dinamismi propri della realt creata e peccatrice, in una condiscendenza kenotica. Inoltre, perch la partecipazione della vita trinitaria all'uma nit con le missioni di Ges e dello Spirito, esige la trascenden za della vita intratrinitaria nei confronti della comunicazione di essa. Vi pu essere comunicazione-partecipazione soltanto nel ri spetto dell'alterit del Padre, Figlio e Spirito Santo in quanto fon te inesauribile e irraggiungibile della loro stessa rivelazione. Ci implica che la creazione redenta potr accedere piena mente a questa partecipazione unicamente nell'escatologia defini tiva. Ci vuoI dire, anche, che il mistero trinitario di Dio sar sempre per l'essere umano la sorgente inestinguibile di questa co municazione di vita.
c) necessario ricorrere a un duplice itinerario Il discorso teologico su questo argomento dovr adottare un movimento duplice. Il primo va dall' economia (missione di Ges, missione dello Spirito, paternit di Dio) alla teologia-immanenza; mentre il secondo ritorner dalla vita intratrinitaria alla storia del la salvezza. In senso ancora pi preciso, stato messo in evidenza come il movimento che dalI'economia della salvezza va alla vita intima di Dio parte integrante della proposta salvifica di Ges e dello Spirito. La salvezza un invito alla comunione con la vita intima di Dio, sia nella sua dimensione redentrice, sia nella sua dimen sione rivelativa e partecipativa. lo stesso dinamismo della fede, della speranza e della carit quello che muove il cristiano alla co munione con la res e non solo ad un vago intellectus sul l'enuntiatum. Questo duplice movimento, peraltro, dev'essere espresso in un equilibrio teologico. Per questo, un'autentica teologia della Trinit immanente richieder un attento approfondimento dell'economia salvifica di Ges e del suo Spirito; in modo che le sue categorie, le sue articolazioni concettuali e la sua impostazio ne d'insieme siano in grado di esprimere realmente la ricchezza e l'ampiezza della storia della salvezza, della cristologia, della pneu matologia e della teologia del Padre di Ges Cristo. In senso op
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posto, un'autentica teologia della storia salvifica dovr essere all' altezza della vita intratrinitaria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, rivelata e partecipata in Ges. Gli autori, invece, tendono ad accentuare l'una o l'altra di queste tre acquisizioni, tanto che si rende necessario correggere continuamente le posizioni di un autore rispetto a quelle di un al tro. A cosa dovuta una tale complessit? A nostro parere, essa un indicatore del fatto che l'assioma, e il dibattito che ne derivato, lascia intravedere la novit trinita ria. Cosa succede all'immagine di Dio, dell'essere umano, della storia e del mondo, una volta che Dio si rivelato-partecipato co me Padre, Figlio e Spirito Santo? Si pu continuare a parlare di Dio e della sua salvezza come se ne parlava prima? Come co niugare questa novit con la riscoperta dell' autonomia delle realt create? In che modo si trasformano o in quale misura rimangono validi altri discorsi su Dio e sull'essere umano? L'assioma e i modi in cui esso stato recepito rappresentano, giustamente, il tentativo di ripensare dal punto di vista della no vit trinitaria il rapporto Dio-mondo, trascendenza-immanenza, rivelazione-nascondimento, Dio-mediazioni storiche, Dio/essere umano/storia/comunit, Essere di Dio-manifestazione di Dio. Per concludere. Molti sono gli insegnamenti che si possono dedurre da questo dibattito. Il pi importante, probabilmente, che esso testimonia il "compromesso" della comunit cristiana che, messa di fronte al suo Dio e al mondo nel quale storicamente vive, ha cercato di dare una risposta, tenendo conto della profon da originalit del primo e delle grandi inquietudini dell' altro. La situazione attuale della Chiesa e del mondo non la stes sa di trent'anni fa. Tanto che non deve risultare strano leggere te sti come il seguente: Mentre ci stiamo avviando alla svolta del secondo millennio, assistiamo ad un significativo rifiorire di studi teologici in torno al tema di Dio-Trinit. L'impulso determinato dal pi grande avvenimento del ventesimo secolo, cio il Concilio Vaticano II, ha guidato la ricerca teologica dall'interesse ec
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clesiologico a quello cristologico, per approdare, successiva mente, come logica conseguenza, sulla riflessione trinitaria C ..). Alla rigogliosa produzione cristologica intorno agli anni '70-'80, ha fatto immediatamente seguito un forte interesse per la teologia trinitaria. Non poteva che essere cos: interro gandosi su Ges di Nazaret, Signore e Cristo, si doveva per forza di cose addivenire ad una speculazione pi approfon dita sulla Trinit secondo un cammino che lega insieme, in un fecondo rapporto, "oikonomia" e "theologia" C .. ). Lo sviluppo teologico presente converge sulla convinzione che il "ricupero della patria trinitaria", dopo un forzato ed oscu ro esilio, significa un ritorno al "centro" del discorso cristia no. I temi di Cristo, della Chiesa, dell'antropologia, dei sa cramenti, dell'escatologia ruotano attorno al mistero trinita rio che la teologia come sapere critico intende espletare se condo la sua funzione ecclesiale 6. Nondimeno, gli insegnamenti tratti dal nostro dibattito non perdono validit. Di fronte alle molteplici sfide della storia attuale, la comunit cristiana deve mobilitare tutte le risorse di ascolto, di comunione e di vita per rinnovare il suo radicamento nella Trinit e il suo dialogo con gli uomini e le donne di oggi. li percorso qui ri proposto lo mostra chiaramente: quanto pi la teologia si fatta trinitaria, tanto pi le sono state aperte le possibilit di dialogo; quanto pi si buttata all' ascolto delle fonti, tanto pi si fatta ar dita nel mettersi all'ascolto degli esseri umani nella loro diversit. Quattro grandi gruppi di questioni rimangono aperte per ch la teologia le prenda in considerazione con questo stesso spirito. li primo, riguarda tutta la problematica ad intra della sistematica trinitaria. Gli opposti dell' assioma fondamentale quale principio formale-metodologico e le ricchezze della chiave di lettura pasquale che abbiamo rilevato, dovranno superare la fa se riorganizzativa della dogmatica a partire dalla nuova chiave er meneutica, al fine di proporre una vera e propria sistematica. La
6 N. Cio1a, La crisi del teocentrismo trinitario nel novecento teologico. Il te ma nel contesto emblematico della secolarizzazione, Roma 1993, pp. 11-12.
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voro, questo, che include una valutazione complessiva critica de gli studi degli ultimi anni, una coniugazione pi organica e pro grammatica della prospettiva pasquale con quella trinitaria e un maggior arricchimento reciproco fra teologia trinitaria e gli altri trattati trinitariamente considerati. Ci si attende, inoltre, una in corporazione pi organica di tutti i campi aperti alla discussione intorno al concetto di Persona nella Trinit e una rinnovata consi derazione degli attributi divini. Su questa stessa linea, emerge anche la necessit di rivedere trinitariamente e in prospettiva pasquale la questione di Dio in quanto Uno, dell' essere Dio di Dio. I temi dell' essenza e della natura divina, del monoteismo, della consostanzialit numerica, hanno un tale peso nella tradizione che la mera critica dei loro presupposti filosofici non basta per poterli ritenere risolti. I con cetti di Dio uno, di Trinit come comunit, come storia e come evento, richiedono un solido discernimento della analogicit tri nitaria-cristologica ed ontologica di questi termini. Insomma, il Dio Trino deve apparire nella trascendenza radicale che la sua nuova presenza-partecipazione ha rivelato. Un nuovo dialogo con il discorso filosofico su Dio avr qui un ruolo privilegiato. TI secondo gruppo di questioni aperte comprende le sollecita zioni che la condizione post-moderna pone al discorso su Dio. Alla realt dell'assenza di Dio come chiave interpretativa dell'oggi culturale, si giustappongono adesso numerose esperienze e discorsi intorno a Dio, al divino, al sacro, al numinoso, all' extra-mondano. La convivenza in uno stesso ambito geografico di fedeli apparte nenti alle grandi religioni, il variopinto panorama della New-age, !'insorgere di nuovi movimenti religiosi e il fenomeno delle cosid dette sette, non sono altro che i punti emergenti pi significativi di un pi vasto processo, ancora difficile da valutare teologicamen te. Sar per nella originalit Trinitaria e Pasquale che questo dialo go/discernimento trover tutta la sua fecondit. TI terzo gruppo formato dalle sollecitazioni che provengo no dalla vita della Chiesa. Il tentativo di una sistematica trinitaria veramente ecumenica, l'ascolto dell' esigenza dei cristiani di una
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spiritualit trinitaria e dei carismi che in questo secolo l'hanno fatta sperimentare, la riconsiderazione delle strutture ecclesiali come ambiti di vita trinitaria e di irradiazione del Vangelo grazie ai rapporti trinitari che vengono stabiliti in esse, sono soltanto al cuni dei temi che vanno emergendo e che reclamano un impre scindibile approfondimento.
li quarto gruppo, infine, lo formano gli esseri umani, i popo li e le culture con i loro valori e con i loro drammi antichi e nuovi. Anche qui il confronto norma. li mistero del Dio Trino non po
tr non essere messo in intima relazione con la sempre pi urgen te e lacerante questione della povert e dell'ingiustizia, con la sag gezza naturale e religiosa dei popoli, con le esigenze di umanit, di comunione, di partecipazione e di riscoperta della memoria della cultura urbana, con le nuove condizioni insorte nei rapporti uomo-donna, con la nuova coscienza ecologica.
MARCELO GONzALEZ