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Arnaud Desjardins

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Da L'audacia di vivere, cap.

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"Ci che veramente importante che vi liberiate della paura di vivere. Questa paura di vivere comporta due aspetti: da una parte la paura di tutto ci che portiamo in noi stessi, dall'altra la paura delle situazioni concrete con le conseguenze a cui possono dare origine. La paura di vivere diviene ben presto paura di soffrire: meglio vivere meno per soffrire meno. Osservate, guardate, domandatevi se questo vi riguarda o no. [...] Avete paura di vivere perch vivere significa assumersi il rischio di soffrire. Questa paura ha le sue radici nelle vostre esperienze passate perch pi avete vissuto pi siete stati infelici. [...] E molto spesso nasce questa decisione, a volte inconscia, a volte molto cosciente: Non voglio pi soffrire cos. [...] Bisogna avere chiaro che, per chi impegnato nel cammino della saggezza e vuole a poco a poco penetrare il mistero della sofferenza, indispensabile assumersi il rischio di vivere e di soffrire. [...] Questa ricchezza di vita stata abbondantemente condannata anche dagli insegnamenti spirituali che esaltano l'ascetismo, l'austerit, la rinuncia, il ritiro in un monastero o in una grotta d'eremita [...]. Quindi, vi dibattete in un senso di soffocamento per il desiderio di condurre una vita vasta, una grande vita, una vita ricca di esperienza. Il rischio che questa paura di vivere sia illusoriamente giustificata da un ideale spirituale. [...] Cerchiamo di essere innanzi tutto perfettamente naturali prima di aspirare al soprannaturale. Colui che tradisce la terra non raggiunger mai il cielo, questo famoso motto eloquente. [...] Se mi ritiro a poco a poco dal mondo, realizzer l'archetipo del saggio che ha rinunciato a tutto, immerso nella beatitudine del nirvana. Si tratta di un'immensa menzogna, frutto della negazione e della paura. [...] Cominciamo dall'inizio. Se desiderate raggiungere una spiritualit che non sia una caricatura, abbiate il coraggio di riconoscere tutta la forza vitale che esiste nel bambino e che in voi rivolta contro se stessa. [...] Sono convinto che gran parte di ci che attribuiamo all'avanzare dell'et derivi di fatto dalla repressione della forza vitale in noi, innanzi tutto da parte di chi ci educa, poi da parte dell'esistenza in generale, e infine da parte di noi stessi; e sono convinto che non si pu divenire n un asceta n uno yogi se si soffoca questa forza vitale" "Sino a quando rimarrete prigionieri del mondo delle dualit, sarete asserviti al desiderio del loro aspetto felice alla paura del loro aspetto doloroso. un vicolo cieco. [...] Il cammino consiste nella scoperta dell'energia nella sua forma non ancora divisa in polarit contrarie [...]: unicamente la potenza della vita. [...] Se non avete pi paura di voi stessi [...], se voi siete fedeli a voi stessi per quello che siete ogni giorno, potete scoprire in voi la vita non duale [...]. Non potete stabilirvi nel grande silenzio del nirvana se non avete prima messo radici a livello dell'energia fondamentale non ancora divisa in polarit contrarie. [...] La 'Manifestazione' un'espressione dell'energia, quindi noi risaliamo in noi stessi il cammino dell'energia. [...] Dovete ripercorrere all'inverso il cammino della manifestazione per tornare al nonmanifestato, dal momento che questo livello sottende tutte le peripezie della vostra attivit e vi permette di liberarvi completamente dall'identificazione con il personaggio che siete, col suo nome, la sua storia, le sue predisposizioni, il suo karma. [...] Per cominciare, accettate senza paura l'integrit di voi stessi. [...] Quando avrete potuto scoprire in voi uno stato dell'essere senza conflitto, saprete che la realt ultima al di qua della polarit [...]. Pi avete paura della ricchezza, della pienezza, della potenza della vita, pi diventate schiavi della testa e dei pensieri. La mente essenzialmente il frutto di questa paura di vivere. Vi rifugiate in un mondo di idee perch in

tale mondo soggettivo potete fare quello che volete. I pensieri corrispondono a nostre tendenze ripetitive che possiamo indefinitamente rimuginare. Pi si vive meno si pensa, pi si pensa meno si vive. E coloro che sono assillati dalle fantasie della mente, tagliati fuori dalla realt, possono intendere anche questo messaggio: l'importante non pensare, l'importante sentire. [...] Che siamo uomini o donne, meno osiamo vivere e sentire, e pi ci rifugiamo nell'aspetto maschile dell'esistenza e cerchiamo di agire, di fare qualche cosa, di fare sempre qualche cosa; il contrario della meditazione, della contemplazione, la nevrosi dell'attivismo. [...] Pi privilegiate l'aspetto maschile sull'aspetto femminile, pi vi impedite di sentire e vi condannate a pensare. Ma i valori maschili dell'attivit hanno qualcosa di rassicurante, fosse pure in maniera nevrotica. Mentre i valori femminili, detti di apertura, hanno una dimensione in qualche modo spaventosa. A che mi aprir? I valori della recettivit e dell'accoglienza sembrano pericolosi! E se mi apro a ci che si esprime in me stesso altrettanto pericoloso. [...] Vivere significa fare spazio il pi presto possibile e nel modo pi completo possibile ai valori femminili, e domandarci che senso diamo noi alla parola 'apertura'. [...] Aprirsi significa aprirsi senza imbrogliare. [...] Tutto Grazia [...]. Aprirsi significa aprirsi con tutto il proprio cuore. Sviluppare i valori femminili della ricettivit e dell'accettazione significa svilupparli in tutti i modi. Consiste nel non proteggersi pi"

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