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L'apocalisse Di Giovanni

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Pietro Archiati

LApocalisse di Giovanni
Presente e futuro dellumanit

I parte


























Seminario tenuto
a Bad Liebenzell (Germania)
dall11 al 15 novembre 2002




Trascrizione da registrazione non riveduta e corretta dallautore




Gustav Dor - "San Giovanni a Patmos"

Distribuito in Italia da: MACRO EDIZIONI
Golden Books via Savona 70 Diegaro di Cesena (FC)
Tel.0574-346290 o 346317
Fax 0547- 345091 o 345141
www.macrolibrarsi.it













































Archiati Verlag e.K. 2005, Monaco di Baviera
Stampa: KDD, Norimberga (Germania)

Archiati Verlag e.K. 2005
Sonnentaustrae 80995 Mnchen Germania
info@archiati.com www.archiati.com

per informazioni sulle nuove pubblicazioni o prossimi incontri di Pietro Archiati:
info@liberaconoscenza.it www.liberaconoscenza.it


Indice



Prefazione.......................................................................................................................................................................................7


1a Conferenza (luned 11.11.2002, sera)
versetti dal 1,1 al 1,3 Prologo dellApocalisse ..................................................................................................................9

2a Conferenza (marted 12.11.2002, mattina)
versetti dal 1,4 al 1,12 Dedica alle sette comunit dellAsia..........................................................................................23

3a Conferenza (marted 12.11.2002, pomeriggio)
versetti dal 1,12 al 2,5 Visione dei sette candelabri doro e del Figliol dellUomo;Efeso .................................43

4a Conferenza (marted 12.11.2002, sera)
versetti dal 2,6 al 2,17 Efeso,Pergamo,Smirne ......................................................................................................61

5a Conferenza (mercoled 13.11.2002, mattina)
versetti dal 2,18 al 3,6 Tiatirae Sardi.........................................................................................................................76

6a Conferenza (mercoled 13.11.2002, pomeriggio)
versetti dal 3,7 al 4,7 Filadelfia,Laodicea; La visione del trono........................................................................96

7a Conferenza (mercoled 13.11.2002, sera)
versetti dal 4,8 al 5,14 I quattro esseri viventi; Il libro sigillato...........................................................................119

8a Conferenza (gioved 14.11.2002, mattina)
versetti dal 6,1 al 6,16 Apertura dei primi sei sigilli......................................................................................................133

9a Conferenza (gioved 14.11.2002, pomeriggio)
versetti dal 7,1 al 8,13 Visione dei 144.000 segnati in fronte; Apertura del 7 sigillo, le prime 4 trombe......154

10a Conferenza (gioved 14.11.2002, sera)
versetti dal 8,13 al 9,21 La quinta e la sesta tromba.....................................................................................................177

11a Conferenza (venerd 15.11.2002, mattina)
versetti dal 12,1 al 12,18 La Donna rivestita di Sole.....................................................................................................191



Apocalisse (Testo greco interlineare)
versetti dal 1,1 al 12,18............................................................................................................................................................203


















































Traduzione dal tedesco:
Silvia Nerini

Revisione dal testo tedesco:
Mauro Vaccani

Hanno collaborato alla stesura del testo e alla
redazione ed impaginazione :
Fabio Delizia
Letizia Omodeo
Salvatore Nicastro
Prefazione



La presente pubblicazione del primo seminario sullApocalisse di Giovanni tenuto da Pietro
Archiati (Germania 2002), stata resa possibile grazie alla volont e allimpegno di alcune persone, che
si sono attivate raccogliendo i fondi per le spese di traduzione ed i lavori necessari alla stesura del testo.
Le considerazioni sullimportanza di aver tradotto in lingua italiana un testo come questo
(dove, tra laltro, sullo stesso argomento esiste solo il ciclo di conferenze di Rudolf Steiner tenuto a
Norimberga nel 1909) le lasciamo al lettore, appena avr letto queste pagine.
Purtroppo il testo non stato rivisto dallautore; la metodologia di lavoro di chi lha trascrit-
to ha comportato alcune naturali variazioni rispetto alla forma parlata, ed dunque possibile che la
trascrizione possa contenere lacune ed errori.
Questo ha messo in non poca difficolt i redattori italiani che alla fine hanno deciso, vista la
profondit dei temi trattati, ed anche in considerazione del fatto che nessuno di essi era presente al
seminario, di intervenire il meno possibile e solo in maniera molto leggera, per evitare ulteriori
rimaneggiamenti del testo. Il lettore potr trovare quindi diverse imperfezioni ed uno scritto a volte
non troppo scorrevole, a volte riportato tale e quale dalla forma tedesca.
Riteniamo valga la pena che questi contenuti siano pubblicati anche cos, ed quindi con una
grande gioia che ringraziamo tutti coloro che da semplici fruitori delle opere di Archiati hanno mosso
dei passi concreti e si sono adoperati affinch questo testo fosse disponibile anche per i lettori italiani.
Infine ringraziamo lo stesso Pietro Archiati che incessantemente dona questi tesori allumanit
ed offre chiavi interpretative assolutamente nuove e feconde, dis-sigillando, per luomo moderno un
testo sigillato ma ricco di vita come lApocalisse.

Buona lettura.


Fabio Delizia



















Nota :
Con i proventi ottenuti dalla pubblicazione di questo testo, si ha lintenzione di proseguire con
ledizione del secondo volume.



9
1a Conferenza
(luned 11.11.2002, sera)


Gentile pubblico, cari amici, vi saluto di cuore in questi giorni in cui abbiamo intenzione di
misurarci con questo testo incommensurabile: lApocalisse di Giovanni. Potete immaginarvi che chi
osa trovarsi qui a parlarne ci abbia pensato su bene. Credo che lelemento decisivo sul piatto della
bilancia che mi ha fatto prendere questa decisione siano proprio gli avvenimenti di questi tempi, i
fatti che lumanit odierna si trova a vivere. La percezione del fatto che il genere umano, e anche la
cristianit, si trova a un punto cruciale dellevoluzione, ora che la prima venuta del Cristo, quella
storica, oggettiva, valida per tutti, avvenuta da ormai quasi duemila anni. Ora lumanit si trova a
un punto in cui i frutti di questa prima venuta devono manifestarsi nel cosiddetto secondo avvento,
chiamato anche la seconda venuta del Cristo.
Da cosa ci accorgiamo che lumanit odierna non pu andare avanti senza aver almeno
creato le premesse dellesperienza del secondo avvento? Ce ne accorgiamo dal fatto che ci che a
livello esteriore e tradizionale ha portato nel cristianesimo della fede la prima venuta non pu pi
rimanere esteriore, che non funziona pi, che il compito interiorizzarlo al punto che nellindividuo
sorga la possibilit di fare lesperienza spirituale del Cristo e di viverne i misteri.
E che forse nellumanit sia presente un certo ritardo nellesperienza del secondo avvento lo
deduciamo dal fatto che lumanit odierna soffre molto. Desidero spiegare questa sofferenza della
umanit odierna sulla base del materialismo, della disumanit del picchiare una testa contro laltra, dato
che esiste solo una gara per il possesso dei beni materiali e del potere terreno; desidero spiegarla in
modo che ci mostri che forse siamo gi in ritardo in questo sforzo di fare lesperienza reale del
sovrasensibile, di sperimentare individualmente lo spirituale grazie alle forze del pensiero e dello spirito.
LApocalisse di Giovanni non altro che il secondo avvento del Cristo. La parola apocalisse
significa infatti rivelazione. Il velo della percezione terrena sensoriale viene tolto, o meglio, luomo
ha la possibilit di guardare al di l di questo velo, e che cosa gli appare? Lo spirituale. E per
luomo moderno lelemento spirituale si riassume nelle forze dellIo, come vocazione globalmente
spirituale delluomo nella sua evoluzione. E linsieme delle forze dellIo stato portato allumanit,
alla Terra, in maniera sostanzialmente spirituale e amorevole da unentit spirituale che racchiude
nel proprio amore tutte le forze spirituali e le entit del sistema solare, da unentit che da sempre i
cristiani chiamano Cristo. Naturalmente gli si possono attribuire anche altri nomi. Si tratta della
stessa entit che la Thora e i profeti dellebraismo per secoli hanno chiamato Messia e di cui ci si
aspettava che visitasse lumanit per procurarle una grande svolta, addirittura il compimento
dellevoluzione.
Le prime tre parole dellApocalisse, la rivelazione di Giovanni, dicono in greco:
(Apokalypsis Jesou Christou). Apo una preposizione che significa togliere, mentre
kalypto vuol dire nascondere, velare. Ecco allora che il velo viene rimosso ed appare Ges Cristo, la
rivelazione, la manifestazione a livello spirituale di Ges Cristo. Questa lApocalisse, lesperienza
del ritorno spirituale del Cristo.
Possiamo pensare a uno che si firma col nome Giovanni come autore dellApocalisse e
vedremo che Giovanni non un nome di persona, bens un nome che esprime un grado, una cari-
ca, un nome che rappresenta un certo grado evolutivo. Potremmo anche dire che ogni essere umano
diventa un Giovanni grazie al fatto di essere in grado di vedere e sperimentare lentit cristica a
livello spirituale. E in questo senso ognuno chiamato, nel corso della propria evoluzione, a
diventare sempre pi un Giovanni, un osservatore del Cristo, uno scopritore del Cristo, un rivelatore
del Cristo, anche per le altre creature della Terra, anche per gli altri uomini.
Questo Giovanni, questo primo Giovanni, lo possiamo forse considerare un precursore
dellevoluzione e vedrete che parto dal presupposto che questo Giovanni sia la stessa persona che
ha scritto il Vangelo di Giovanni. La persona che ha scritto entrambi i testi, il Vangelo di Giovanni
10
e lApocalisse, e anche le Lettere di Giovanni, colui il quale stato iniziato dal Cristo stesso alla
visione spirituale, colui che nel Vangelo di Giovanni viene chiamato Lazzaro.
Si potrebbe quindi anche dire che al termine della sua lunga vita ha lasciato allumanit, in
piena maturit, ci che forse ha potuto scorgere e cominciare a capire di persona allo stato embrio-
nale durante i tre giorni e mezzo in cui il suo corpo il suo corpo fisico rimasto nel sepolcro di
Betania, mentre lui stato condotto dal Cristo stesso nel mondo spirituale alla visione del sovrasen-
sibile, finch poi non stato richiamato indietro al grido di Lazzaro, vieni fuori!. Questa uscita
dalla tomba non da intendersi a livello materiale, dato che recuperando la propria fisicit ovvio
che prima o poi sarebbe uscito dal sepolcro, poich vi era stato dentro abbastanza. Adesso deve
mangiare e bere qualcosa ecc. Il messaggio non tanto Esci dal sepolcro, quanto Vieni fuori dal
mondo spirituale! Abbandona il mondo spirituale, per quanto sia bello restarci, poich qui sulla Ter-
ra hai un compito di estrema importanza per lumanit. Vieni fuori dal mondo spirituale, riprendi la
tua fisicit e compi la tua missione per la Terra, per lumanit. E la grande missione di questo
Lazzaro-Giovanni era ed di donare allumanit questi due testi come i testi pi ricchi e profondi,
far s che lumanit ne entri in possesso.
Ed essi sono cos potenti che ci accorgiamo di essere ancora agli inizi della loro comprensione
anche dopo duemila anni, che potrebbe sembrare addirittura presuntuoso accostarsi a un simile testo,
soprattutto sapendo quanti tentativi sono stati fatti per interpretare le immagini enigmatiche che
compaiono nellApocalisse.
Nellinvito ho accennato a come il motivo essenziale per cui mi sento di fornire un com-
mento, seppure iniziale, che loccuparsi della scienza dello spirito di Rudolf Steiner d non solo
dei punti di vista completamente diversi, ma anche altri strumenti di orientamento che non sono
minimamente paragonabili a quelli normalmente disponibili. Perch in Rudolf Steiner forse vengo-
no forniti strumenti per introdurre lesperienza del secondo avvento del Cristo, strumenti per potersi
orientare in questo testo almeno a livello di base. Il resto ci che ne pensate e ci che intendete
farne verr lasciato a ciascuno a di voi.
Ovviamente spero di poter suscitare linteresse che questo testo merita, proprio perch con-
tiene cos tanti elementi enigmatici e induce a meditarci sopra sempre pi profondamente e ad occu-
parcene a livello individuale.
davvero cos, che dove il nostro intelletto moderno, la nostra ragione si blocca ed
costretta a fermarsi perch, pur con tutta la buona volont, non riesce a capire certe immagini ,
quelli sono i punti in cui tu questo pensiero lho letto proprio anche oggi in Rudolf Steiner caro
uomo moderno non riesci pi ad andare avanti con la tua ragione scientifica, poich ti accorgi che si
tratta di qualcosa che non puoi capire con la tua intelligenza normale. Sei infatti arrivato al punto in
cui devi avere il coraggio di lasciar perdere il tentativo di risolvere enigmi o di usare lintelletto e
iniziare, invece, a meditare. Significa forse far agire le forze della venerazione e del raccoglimento,
aprirsi forse ad una voce superiore che nel corso del tempo, quando si arrivati a un certo punto, ci
dice che cosa vuol dire luna o laltra cosa nellApocalisse di Giovanni.

Allora, vediamo il primo verso, comincio subito con il testo, dato che tutto il resto verr fu-
ori nel corso della spiegazione.
1,1 Rivelazione di Ges Cristo o vedi la rivelazione di Ges Cristo. Ti mostro, ti do in regalo
la rivelazione di Ges Cristo. Questo inizio cos vivido vuol dire: caro uomo, il senso dellevoluzione
che tu arrivi al punto di poter vedere da solo.
C una vista che ci data dalla natura, la percezione sensibile, la capacit di vedere attra-
verso il corpo, ma esiste unaltra vista che la natura non ci pu dare perch una conquista della
libert. Lautore dellApocalisse inizia con un desiderio, con un augurio: uomo, possa tu arrivare il
pi presto possibile a vedere la rivelazione; possa rivelarsi a te lapparizione del Cristo, possa essa
diventare visibile per te. Ci per non pu avvenire finch tu non avrai i presupposti, non solo
intellettuali ma anche morali, per fare buon uso di questa vista: un buon uso per te non egoistico, ma
amorevole , e buon uso anche per gli altri.
11
Naturalmente questa Apocalisse, questa rivelazione del Cristo, stata data a questo autore
proprio perch era a un punto tale della sua evoluzione che gli consentiva di fare luso migliore di
questi contenuti sia per s che per tutti gli uomini che se ne vogliono occupare.
(Apokalypsis Jesou Christou), quindi subito una sorta di
iniziazione ai misteri del Cristo. Possiamo senzaltro accettarla come ovvia, poich allepoca in cui
ha scritto questo testo Giovanni si confrontava con le scuole iniziatiche, con i processi di iniziazione
dellumanit, tramandati nel mondo greco, nel mondo egiziano, e anche in Mesopotamia presso gli
Assiri, i Caldei ecc. Cerano iniziazioni di tutti i tipi, non solo incentrate su Ges Cristo. In effetti
in tutte le scuole iniziatiche si parlava dellEssere solare, dellEssere solare superiore, come della
entit di cui si era in attesa, e si affermava che questo Essere solare fosse in procinto di venire passo
dopo passo sulla Terra, solo che dappertutto si doveva lasciare la Terra per innalzarsi allaltezza del
Sole, per fare lesperienza spirituale di questo essere.
Lelemento nuovo e rivoluzionario, quello che annuncia fin dallinizio una svolta nellevolu-
zione, che questo Cristo, questo Messia, si incarnato in Ges di Nazareth e in quanto uomo ha
assunto su di s lesperienza umana e cosa molto particolare ha fatto lesperienza della morte. In
questa Apocalisse Giovanni vuole dire: guarda il modo in cui diventa visibile a livello spirituale
colui che, come Cristo incarnatosi in Ges, ha sperimentato tutto ci che umano in modo divino e
ha attraversato la morte.
Questa esperienza umana, questo universalmente umano ci lega tutti, ci rende divini e ci
trasfigura attraverso il Cristo, quindi Ges rappresenta noi tutti, poich riassume davvero in s la
nostra umanit. Non dimentichiamo che la prima cosa offerta da Ges al Cristo sono state le tre
tentazioni: lesperienza globale della pesantezza, del modo in cui lessere umano vive la pesantezza
della natura, ci che lo tira verso il basso. In questo Ges che ci rappresenta tutti, il Cristo ha fatto
lesperienza di ci che vivono gli uomini in modo da renderlo nello stesso tempo divino.
1,1 (Apokalypsis Jesou Christou) significa: possa tu vedere
lapparizione del modo in cui il Cristo in Ges divinizza, trasfigura, spiritualizza e rende infinito
tutto ci che umano nella sua prospettiva evolutiva. E questa apparizione, questa manifestazione
di Ges Cristo un dono; (en edoken auto o theos): la rivelazione di Ges
Cristo che Dio gli ha dato. Dio il padre, Dio Padre, e Dio Padre a chi ha dato la rivelazione? A suo
Figlio. Cio: Dio Padre ha dato a suo Figlio il dono di manifestarsi come divinizzazione delluomo,
come prospettiva evolutiva divina delluomo.
Allora possiamo tradurre letteralmente cos: guarda lapparizione di Ges Cristo, del Cristo
Ges, data da Dio da mostrare ai suoi servi, ai servi di entrambi. Dio Padre ha dato quindi al Cristo
il dono di manifestarsi a tutti i suoi servi, a tutti gli uomini. Vuol dire che la manifestazione del
Cristo il grande dono del Padre al genere umano.
Chiediamoci che dono ha da farci il Padre divino. Chiediamoci: se Lui nostro padre e noi i
suoi figli, che regalo ci fa? Il grande dono del Padre divino ai suoi figli umani la rivelazione di suo
Figlio. Lesperienza, la visione di suo Figlio, per entrare sempre di pi nellamore e nella gratitudine
per il significato che questa rivelazione pu assumere per tutti noi a livello di evoluzione individuale.
E in questa rivelazione: Vedi la rivelazione di Ges Cristo, data da Dio per mostrare ai suoi
servi le cose che devono ben presto accadere, (a dei genesthai en tachei).
Le cose che devono accadere, che devono verificarsi, (a dei genesthai en
tachei), ci che devono avvenire nel giro di poco tempo. Oppure si potrebbe anche tradurre che egli
ha dato un breve abbozzo di questa rivelazione tachys, il tachimetro appunto lo strumento che
misura la velocit . Cose che devono ben presto accadere. Perch gi allinizio troviamo scritto:
nel giro di poco tempo?
Credo che qui ci si riferisca allevoluzione, poich il tempo la dimensione dellevoluzione.
Dio Padre vive nella durata e lo vediamo di continuo, sono due dimensioni dellApocalisse , Dio
Padre vive nella durata, nelleternit, al di l del tempo e dello spazio. Il Figlio, il Cristo, presente
in tutto ci che vive nel tempo ed in evoluzione. Quindi il mondo del tempo, il mondo dellevoluzione
nel tempo.
12

Padre = durata
Cristo = tempo / evoluzione


Nella durata abbiamo tutte le cose luna accanto allaltra, perch non c niente che si sussegue;
nel tempo abbiamo un gradino del divenire dopo laltro. E una volta che sono stati tutti conclusi (ve lo
mostro alla lavagna), supponiamo che qui ci sia levoluzione nel tempovedremo che levoluzione nel
tempo si svolge sempre in settuplicit. LApocalisse strutturata in settuplicit. Allora al cinque si
ripete il tre su un piano superiore, al sei si ripete il due su un piano superiore e al sette si ripete
l uno a un piano superiore.

Figura 1, I


















Quando lumanit a uno, il due non c ancora. Allora si tratta di conquistarsi il due. Il
compimento dell uno e del due costituisce il presupposto per procurarsi il tre, e cos via. Una
volta compiuta, una settuplicit viene assorbita nelleternit, e un nuovo ciclo ha inizio. E ci che viene
vissuto in successione nel tempo, ci che luomo acquisisce, viene riunito in un possesso permanente.
Possiamo rendercene subito conto se osserviamo cosa siamo diventati in questa vita. Un
anno dopo laltro abbiamo acquisito unabilit dopo laltra. Cera un tempo in cui non sapevamo
ancora scrivere, poi abbiamo imparato. Non sapevamo ancora leggere, ma poi abbiamo imparato, e
via di seguito. E adesso che cos ognuno di noi? La somma, la giustapposizione, linsieme di tutto
ci che avvenuto in successione.
ovvio che non tutto esattamente comera nella successione; nella successione lo si vive-
va pi intensamente perch si vive una cosa alla volta, con pi intensit. Quando le cose stanno in-
sieme perch armonizzate non c pi niente in primo piano, ma tutto in armonia.
Il senso dellevoluzione nel tempo lacquisizione per leternit. Il senso della successione lo
stare insieme, la coesistenza delle forze, delle capacit, dei talenti. Non possibile conquistarli tutti in
un colpo solo, vanno conseguiti luno dopo laltro. Ma una volta ottenuti non scompaiono quando arriva
il successivo, restano per sempre in nostro possesso. Questo il senso globale dell evoluzione.
Qui, mostrare le cose che devono accadere ben presto o nel giro di poco tempo, significa
che il piano divino e anche la cristianizzazione delluomo non prevedono rinvii. A questo volevo
arrivare. La grazia divina e la natura fanno s che quando luomo deve compiere questi passi uno
dopo laltro gli vengano messe a disposizione le condizioni per farlo pu anche trattarsi di civilt,
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come quella indiana, poi quella persiana, quella egizio-caldea, quella greca, quella del nostro tempo
ecc. Se deve sorgere una civilt greca, devono esserci le condizioni perch possa nascere, dato che
non opera solo delluomo. La civilt greca non solo un prodotto della libert delluomo. La
lingua greca sto parlando in modo assolutamente concreto stata creata da un arcangelo, quindi
da uno spirito del popolo e non dagli uomini. Questo spirito del popolo, questo arcangelo, ha dovuto
entrare in azione per far nascere questa lingua, la lingua greca, che se vogliamo una lingua alta-
mente filosofica, dato che levoluzione richiede che a questo punto compaiano i primi filosofi.
Quando presente questa condizione della lingua greca, gli uomini hanno la possibilit di
compiere, ma anche di omettere di compiere, i passi evolutivi che sono stati resi possibili. Gli uomi-
ni devono sempre avere questa libert, altrimenti non sarebbero liberi.
Stiamo parlando della struttura fondamentale dellevoluzione. Essa consiste da un lato nel
fatto che la guida divina prevede degli stadi, degli stadi molto netti dove non ci possono essere
ritardi. Ecco perch ben presto. Vuol dire: per ogni stadio solo il tempo necessario, non di pi.
Allora, la grazia divina, o se preferite la natura, deve creare i presupposti perch questo non
spetta alluomo, non lui che pu creare tutte le condizioni naturali. I Greci infatti avevano bisogno
di una determinata terra, di una certa geografia, di una certa costellazione degli elementi acqua, aria,
calore e terra ecc. per poter dare origine a quella civilt. Le condizioni naturali vengono create dalla
divinit e luomo ha la libert di trarne il meglio o anche di evitare di compiere i passi evolutivi resi
possibili da questi stadi.
Supponiamo di vivere in un quinto stadio culturale, il quinto sigillo se volete, o la quinta delle
sette lettere, dei sette sigilli. Vi dimostrer come mai la nostra civilt ha il carattere del cinque. Ci
comporta che nella nostra epoca debbano esserci delle condizioni culturali ben precise, per esempio le
macchine di cui disponiamo ecc. Le condizioni climatico-geografiche ecc., lalimentazione, le energie
presenti nellalimentazione sono diverse da quelle di quattro, cinque o seimila anni fa. Ma luomo, il
singolo individuo, ha sempre la possibilit di ricavarne il meglio o anche di non sfruttare le opportunit
del pensiero, o di essere troppo pigro e troppo vigliacco per compiere i passi evolutivi.
Questa uninformazione molto importante, poich tutta lApocalisse gioca su questi due
registri. Da un lato ci che la grazia della divinit e degli esseri spirituali rende possibile nel dive-
nire graduale delluomo mediante le forze della natura e nellApocalisse si parla molto dei misteri
della natura e dallaltro ci che viene lasciato alla libert delluomo, che pu farlo o ometterlo.
LApocalisse descrive inoltre quali sono le conseguenze per luomo se realizza le potenzia-
lit dellevoluzione, se le prende in mano, e cosa succede se invece trascura di diventare ci che gli
viene offerto di diventare. La libert infatti possibile solo se la possibilit di recupero limitata.
Se luomo potesse recuperare tutto in qualsiasi momento non ci sarebbe evoluzione. Se non faccio
qualcosa al momento giusto e cerco di farla in seguito, le condizioni non sono pi quelle adeguate.
Magari mi sar data la possibilit di recuperarne una parte, ma mai in modo cos perfetto, umano,
completo e propizio come avrebbe potuto essere nel momento in cui la grazia divina mi aveva mes-
so a disposizione le condizioni appropriate per questo passo.
Per esempio, le cose che una persona deve acquisire con listruzione, diciamo a scuola, alla
scuola elementare, se non vengono apprese, se non gli viene data la possibilit di acquisire certe
energie necessarie, non possiamo pensare che a 50 anni possa compiere gli stessi passi evolutivi che
si possono fare solo fra i sette e i quattordici anni. evidente.
Nellespressione (en tachei), ben presto, rappresentato questo mistero del tem-
po, per cui occorre essere svegli per cogliere questa possibilit evolutiva unica, offerta una sola
volta, perch dopo sar troppo tardi. Levoluzione non dura in eterno, ha un inizio e una fine. E fra
linizio e la fine vi sono dei gradi, dove per ogni grado evolutivo, per ogni energia che devessere
conquistata, le condizioni sono le migliori e non ci sar una seconda volta in cui la costellazione sia
cos favorevole. Una ripetizione delle stesse cose sarebbe infatti la distruzione del tempo.
Alcuni di voi ricorderanno che verso la fine della sua vita Nietzsche ha insistito a lungo sul
pensiero delleterno ritorno di tutte le cose. Qualche mese dopo ha smesso di parlarne definitivamente,
perch lui stesso si era reso conto di aver nutrito questo pensiero come contropensiero della lettura di
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Eugen Dhring. La lettura lha talmente stimolato che scrive a margine: asino, asino, asino, per-
ch trova i pensieri cos stupidi e continua a produrne di contrari. Eugen Dhring, un matematico,
sostiene limpossibilit che una costellazione mondiale si ripeta anche solo due volte nello stesso
modo, dato che i fattori che entrano in gioco ogni volta sono infiniti. Allora Nietzsche sviluppa il
contropensiero e dice: Eh no, se devessere eterna, levoluzione costituita da un eterno ritorno di
tutte le cose.
E allora come mai dopo ha abbandonato questo pensiero? Perch si accorto che se levo-
luzione consistesse in un eterno ritorno di tutte le cose, lui avrebbe potuto scordarsi che dalluomo
potesse nascere il superuomo. Se tutte le cose ritornano in eterno, allora c sempre il solito uomo e
non il superuomo. Questultimo pu nascere, infatti, solo se nellevoluzione c una progressione,
un avanzamento per cui si forma qualcosa che prima non cera mai stato. La legge fondamentale
dellevoluzione allora : nasce sempre qualcosa di nuovo. E ci che ci si lasciati sfuggire al momen-
to giusto non lo si recuperer mai pi.
Quindi ovvio che nellApocalisse ci sia una certa seriet, perch si tratta di far notare allo
uomo che se si lascia scappare le possibilit di evolversi ci saranno delle conseguenze. Ma anche
nella vita avviene cos.
Adesso arriva la seconda parte del primo versetto: Vedi la rivelazione di Ges Cristo, data
da Dio per mostrare ai suoi servi le cose che devono ben presto accadere, ed egli lha fatta
conoscere, (esemanen), semeino vuol dire mettere in segni e in parole. Tutte due le
cose, perch: lha comunicata ed espressa con dei segni ( il carattere immaginifico dellApo-
calisse), e le parole sono il modo in cui interpretare le immagini. Vedremo che nellApocalisse i
sette sigilli sono il piano di ci che viene visto dei segni , mentre le sette trombe sono linterpre-
tazione di ci che stato visto, che viene articolato nella parola.
La grande differenza fra sigilli e trombe consiste nel fatto che i sigilli vengono visti e le
trombe sentite. Vedremo che questi sono due livelli anche nellesperienza sovrasensibile.
Nellesperienza sensibile il vedere la percezione e il sentire la formazione del concetto.
Infatti la formazione del concetto (quando chiedo: che cos quello che vedo?, e dico: un mio
amico o una persona o questo o quello), la formazione del concetto un dialogo con se stessi o un
dialogo fra luomo e ci che ha visto: Che cosa sei?; e poi si dice che cos. La formazione del
concetto sta a ci che viene visto come la parola sta allimmagine.
Bene, come nella conoscenza normale abbiamo la percezione e la formazione del concetto,
nella conoscenza sovrasensibile ci sono questi due stadi: la visione di immagini (i sigilli), e laper-
tura di questi sigilli attraverso la formazione dei concetti, che qualcosa di sentito, (si sentono le
parole, i concetti sono parole), e quindi le trombe. Le trombe rappresentano allora ci che risuona e
deve essere udito.
Vedremo poi che le coppe dellira che verranno rovesciate rappresentano una grande interiorit
che viene comunicata allesterno. Le coppe dellira sono infatti coppe che in primo luogo come
recipienti hanno qualcosa dentro, qualcosa che viene riconosciuto per il fatto di essere versato. E
vedrete, dappertutto ci sono delle invenzioni geniali, per dirla in termini umani, invenzioni geniali
dellautore dellApocalisse, che ha avuto lidea che linteriorit degli esseri divini sia amore allo stato
puro, ma che quando questo amore allo stato puro viene riversato sullumanit questultima lo vive
come collera. Sono le illusioni degli uomini a vivere lamore di Dio come ira, perch vorrebbero che
levoluzione fosse solo qualcosa di comodo.
Cio, lira di Dio la scomodit dellevoluzione. La collera di Dio la fatica della libert.
Ma una libert senza fatica non libert. Una libert senza fatica sarebbe come un uomo a cui
vengono sottratti tutti gli sforzi, a cui resta solo la natura. E luomo soggiace sempre alla tentazione
di interpretare come ira di Dio lo sforzo necessario per vivere questa meraviglia della libert, lo
sforzo di superare gli ostacoli.
Ecco allora che pensa che sarebbe meglio se il buon Dio la smettesse di essere cos adirato e
offrisse invece alluomo unevoluzione priva di ostacoli e di complicazioni. solo una sua idea,
perch quella non sarebbe unevoluzione. Evolvere in libert significa superare gli ostacoli, e
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luomo che ancora agli inizi della propria evoluzione vive questi ostacoli come collera di Dio.
Luomo che prova gratitudine e che li affronta per diventare sempre pi libero e creativo ravvisa in
questa cosiddetta collera lamore: lamore pi profondo della divinit, che fa di tutto per per-
mettere alluomo la creazione in libert.
Dio Padre ha messo in parole o in segni questa rivelazione del Cristo, lha resa nota. Lha
messa in segni e in parole e lha mandata tramite il suo angelo al suo servo Giovanni. Cosa fa
dunque Dio Padre? Mette in segni e in parole la rivelazione, la manifestazione del Cristo, e invia
questa rivelazione al suo servo Giovanni, come una missiva sovrasensibile. Che rappresentazione
reale abbiamo del fatto che questo Giovanni vive questa esperienza dellApocalisse, questa
apparizione del Cristo, come dono del Padre divino?
Dice che il Padre divino stesso ha messo in segni e in parole questa rivelazione. Con ci
intende dire che non stato lui a inventare i segni, i sigilli o le immagini, e neppure linterpretazione
letterale. In altre parole, nellApocalisse non c niente di inventato. Si tratta di unaffermazione molto
potente.
Versetto 2: (os emartyresen ton logon tou theou);
questo (os), Giovanni. Allora, questo Giovanni ha confermato la parola di Dio, ne ha dato
testimonianza. LApocalisse, il libro che abbiamo qui davanti, il modo in cui Giovanni, questo
Giovanni, conferma e testimonia ci che ha visto e sentito. Ne d testimonianza.
Questo Giovanni ha confermato la parola di Dio e anche lapparizione di Ges Cristo, che
lui ha visto. Testimonia quindi di aver sentito qualcosa: la parola di Dio,
(ton logon tou theou kai ten martyrian Jesou Christou
osa eiden) e lapparizione, anche la testimonianza di Ges Cristo, cos come lha vista.
Il terzo versetto si rivolge a noi, ad ogni uomo.
1,3 ,
(Makarios o anaginoskon kai oi akouontestous logos tes propheteias): Beato chi legge e beati
coloro che ascoltano le parole di questa profezia. Come nei Vangeli, anche qui vi sono contenute
le beatitudini, indicazioni o istruzioni su come luomo pu giungere alla realizzazione delle sue
forze animiche. Beato si riferisce allanima e la pienezza dellanima lo spirito. Qui viene detto
che come luomo riempie la propria anima con lesperienza dello spirito diventa beato, cio riempie
la sua anima, la porta a compimento attraverso lesperienza dellApocalisse.
LApocalisse quindi come via per la beatitudine delluomo, come indicazione del modo in
cui lanima pu diventare felice grazie allesperienza spirituale. E lApocalisse proprio questo,
nonostante, come gi detto, oggi gli uomini siano solo agli inizi della possibilit di provare questa
felicit.
Beato chi legge allora si tratta innanzitutto di leggere e la lettura una percezione, un
guardare, un vedere e coloro che ascoltano le parole di questa profezia. Leggere le parole posso
capirlo, ma come si fa ad ascoltarle? Lesortazione che attraverso la lettura dellApocalisse
ognuno diventi capace di sentire a livello soprasensibile le parole che nel libro appaiono come
morte. Che ognuno venga portato a fare la stessa esperienza vissuta dallautore dellApocalisse.
Grazie alla lettura, alla meditazione su questo testo, luomo viene reso in grado di ascoltare le
parole. Quando leggo infatti non posso sentire le parole. Quando leggo vedo le lettere dellalfabeto,
ma mediante la lettura e la meditazione luomo viene portato a udire a livello sovrasensibile le
parole contenute nellApocalisse. Tutti devono sentirle a livello sovrasensibile, perch mi serve a
ben poco avere davanti queste parole come lettere morte e non riuscire a sentirle abbastanza. Cio a
seguirne il contenuto spirituale a livello intellettuale.
Sentire a livello sovrasensibile vuol dire capire o creare i concetti da s, in virt del pensare.
Beato dunque chi legge e coloro che ascoltano.
Sapete, per via dei diversi manoscritti, anche lApocalisse pu essere letta in vari modi. Ho
qui l'edizione di Nestle-Aland: (macarios o anaginoskon) uno;
beato chi legge, e (oi akouontes) sono molti, coloro che ascoltano le parole di
questa profezia.
16
E adesso arriva una parola importantissima: (kai
terountes en aute gegrammena): e conservano le cose scritte nellApocalisse. Terein il conservare;
Serbare dentro di s ci che scritto nellApocalisse.
Lautore vuol dire che per giungere a sentire a livello sovrasensibile e farne lesperienza di-
retta ci devessere un periodo in cui le cose vengono conservate nella mente e nel cuore. Per essere
concreti, vorrebbe dire che uno si legge per conto suo un passaggio dellApocalisse per cinque,
dieci o quindici minuti, e poi torna nella vita quotidiana e fa quel che deve fare. Ma questa lettura
del testo viene serbata nel suo cuore, vive in lui. Non necessario che ci pensi direttamente.
Il frutto della meditazione accompagna luomo tutta la giornata, egli quindi non ha bisogno
di pensare costantemente a ci su cui ha meditato. Ma la disposizione, la lotta per la profondit
provate nella meditazione conferiscono allintera giornata una qualit del tutto diversa. Questo il
serbare le parole nel cuore e nella mente. Fornisce una sorta di aura, di atmosfera che imprime ad
ogni incontro unimpronta diversa.
Le parole dellApocalisse sono parole che ognuno pu serbare: (terountes),
terein, il portare con s le cose scritte nellApocalisse. Perch il momento: ,
(o gar kairos eggys). Oppure si potrebbe anche dire: giunta lora, il momento. Nelle traduzioni
correnti trovate: il tempo vicino.
In greco ci sono due bei termini per definire il tempo: (kairos), differente da kronos.
Kronos la totalit del tempo, mentre kairos lattimo irripetibile. Kairos listante, loccasione
unica. I Greci usavano queste due parole per il tempo, che la nostra lingua non esprime cos chiara-
mente. Distinguevano fra il tempo come totalit del tempo e lattimo da cogliere al volo, se no
troppo tardi.
E questo kairos non dilatato per natura, altrimenti sarebbe kronos: (eggys), angu-
sto. Quando in greco troviamo due gamma (, gg), la prima viene pronunciata n, quindi engys,
angusto. angusto, cio non ho a disposizione un tempo infinito. Che ne so: c uno che sta anne-
gando ed il tempo a mia disposizione per salvarlo non sono dieci ore, devo cogliere lattimo con
presenza di spirito; allora, il rapporto con questo kairos, richiede presenza di spirito. Qui si accenna
al mistero della presenza di spirito, dove luomo afferra e compie con presenza di spirito quanto gli
offre il presente. Deve aver presenza di spirito per afferrare ci che il presente gli offre in
quellattimo irripetibile, altrimenti sar troppo tardi.
Questa situazione in cui il tempo stringe un tratto fondamentale della libert, perch, come
ho gi detto, se fosse sempre possibile recuperare tutto non ci sarebbe libert. Libert significa
anche libert di omissione. E per poter omettere di fare qualcosa le possibilit non devono essere
sempre presenti. Sono l in un certo momento e poi non ci sono pi.
Questa limitatezza di tempo, in cui devo stare attento a cogliere al volo lopportunit, lori-
gine della paura, dellangoscia. la stessa parola
1
. Langoscia, lesperienza dellangoscia la co-
scienza data da Dio che non si pu fare sempre tutto, che bisogna stare attenti e che si pu anche
lasciarsi sfuggire questo e quello. Langoscia sempre la paura di farsi scappare qualcosa. Altri-
menti luomo non avrebbe alcun motivo di provarla. La paura ha sempre a che fare con langoscia
di lasciarsi sfuggire qualcosa e naturalmente pagarne le conseguenze. Le conseguenze per sono
sempre conseguenze di un essersi lasciati sfuggire qualcosa e da qui ha origine langoscia.
Ma dal punto di vista terapeutico langoscia molto importante perch suscita la nostra
attenzione, ci dice di stare attent i, vigili, perch le opportunit che ci vengono offerte oggi domani
non ci saranno pi. Il domani ci offrir occasioni evolutive diverse da quelle offerteci dalloggi.
Le opportunit sono molte: nel pensare, nella costellazione delle energie in cui luomo agi-
sce durante il giorno. Ci che mi si presenta, il modo in cui oggi il mondo mi viene incontro e quel-
lo in cui io mi rapporto ad esso, domani sar completamente diverso. O afferro al volo loggi e ne
ricavo il meglio, restando vigile e attento a tutto ci che mi si presenta, o domani sar troppo tardi,
domani sar il turno dei compiti di domani.

1
Lautore si riferisce alla parola greca: (eggys), angusto (n.d.r).
17
Tutto ci contenuto in questo kairos engys. Sarete daccordo con me che la traduzione il
tempo vicino non dice gran che. Non voglio dire che sia del tutto assurda, ma non dice molto. In
questo caso forse davvero necessario capire la pregnanza, la profondit e il peso di queste parole
in greco. La legge dellevoluzione la prontezza a cogliere ci che lattimo irripetibile ci offre.
Listante successivo ci porter sfide completamente diverse. Ed realmente cos.
Allora, abbiamo visto i versetti 1, 2 e 3. ovvio che andremo avanti con una certa rapidit,
ma questa unouverture che, se volete, ricorda il Prologo del Vangelo di Giovanni. Come laltro
testo di questo personaggio comincia con quel Prologo sacro e profondo, cos lApocalisse comincia con
questi tre versetti che potrebbero essere cos solenni anche dal punto di vista linguistico. Immagino che
anche in italiano possano sorgere sempre ulteriori possibilit di interpretare questi tre versi a mano a
mano che ci si immerge nella loro ricchezza, di sicuro non c una sola interpretazione.
In greco c una sola impronta, nonostante i diversi tipi di lettura, ma in italiano ci sono
molte possibilit di privilegiare questo o quellaspetto a seconda del grado di evoluzione.
Desidero rileggere questi tre versetti senza commenti, perch volevo dirvi dove potete tro-
vare il versetto uno e due quasi letteralmente in Rudolf Steiner, e precisamente nel volume 346
dellopera omnia Vortrge und Kurse ber christlich-religises Wirken, V (Conferenze e corsi
sullattivit cristiano-religiosa V), pag. 292
2
. scritto a mano da Rudolf Steiner. Pu darsi che ad
alcuni di voi faccia piacere usarlo nella meditazione.
OO 346, pag. 292:
1. Vedi lapparizione di Ges Cristo, data da Dio, per mostrare ai suoi servi ci che
dovr accadere nel giro di poco tempo; egli lha messa in parole e inviata per mezzo del suo angelo
al suo servo Giovanni.
2. Costui (il servo Giovanni) ha confermato la parola di Dio e lapparizione (la testimo-
nianza, lapparizione) di Ges Cristo a cui ha assistito.
3. Beato chi legge e ascolta le parole della profezia una volta Steiner traduce: le
parole nel macrocosmo, nel sovrasensibile e chi accoglie e serba dentro di s ci che scritto in
essa (nella profezia) o in questo libro, poich il momento, il momento giunto.
come un piccolo prologo allApocalisse. E adesso comincia direttamente al versetto 4
scrivendo alle sette chiese, alle sette comunit dellAsia.
1,4 (Joannes tais ept ekklesiais en te Asia):
Giovanni alle sette chiese che sono in Asia.
Ve lo leggo nella traduzione di Lutero: Giovanni, alle sette Chiese che sono nellAsia: grazia
a voi e pace da parte di Dio che , che era, che viene, e da parte dei sette spiriti che stanno dinanzi al
suo trono, e da parte di Ges Cristo, il fedele testimone, il primogenito fra i morti, il capo dei re della
terra. A colui che ci ama e che ci ha liberati dai nostri peccati mediante il suo sangue, che ha fatto di
noi un regno e sacerdoti di Dio, suo Padre: a lui sia gloria e impero nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco unaltra piccola introduzione, un breve accenno alle sette lettere. E dice apertamente
che ora scriver sette lettere a sette comunit dellAsia. Domani prenderemo in esame i contenuti di
ciascuna di queste lettere.
Ieri a Monaco ho accennato alla notte classica di Valpurga nel Faust e verso la fine siamo
giunti al luogo in cui si celebrava la festa dei Cabiri. Ho fatto uno schizzo con la Grecia, il mare
Egeo in mezzo e lAsia. La Grecia quindi linizio dellEuropa. Poi si va avanti. Faust venuto con
Mefistofele da nord, dalla Germania fin qui in Grecia e qui c lincontro con i misteri di
Samotracia di nuovo solo a grandi linee Samotracia, la festa dei Cabiri. Questi Cabiri, si tratta di
un termine semitico, sono i forti(gibor in ebraico significa forte, gibor o gabar). Gabriele
significa: Dio la mia forza, Dio il mio gabar; gibor, i forti. Questa festa dei Cabiri uneredit
passata dallAsia allEuropa tramite la Grecia. E i Cabiri sono le forze basilari dellesistenza. Il
primo Cabir rappresenta le energie fisiche, il secondo le energie vitali eteriche, le energie animiche.
Non sto a farvi i nomi, dato che Goethe andato molto vicino a queste cose profonde.


2
Rudolf Steiner, vol. 346 dellopera omnia, Vortrge und Kurse ber christlich-religises Wirken, V, pag. 292.
18
Fig. 2, I







Qui nellApocalisse abbiamo qualcosa di simile, perch storicamente vero che levolu-
zione passata dallAsia alla Grecia. In Goethe cos interessante perch per mezzo dello studio
dei misteri dei Cabiri abbiamo il compito dato dallAsia alla Grecia: uomo, conosci te stesso (in
greco: Gnotis se auton).
Cio, ci sono tre Cabiri, ma ce nera anche un quarto che non venuto, lIo. Ma lIo ancora in
divenire. Allora devono essere sette e allottavo nessuno ha pensato ecc. Goethe si avvicina davvero
molto a queste cose, tre che gi ci sono. I misteri dellIo in cui luomo immerso nellevoluzione e
i tre divini che sono utopie. Tutto nella massima: conosci te stesso.
NellApocalisse abbiamo qualcosa di simile, in Asia abbiamo una settuplicit, sette comuni-
t o sette chiese che riassumono tutta levoluzione compiuta dallumanit in Asia. LAsia significa
che noi tutti, se ogni essere umano compie tutta levoluzione e io parto da questo presupposto,
magari in questi giorni avremo la possibilit di parlarne che ogni uomo abbia compiuto la propria
evoluzione indiano-induista qui in Asia, la sua evoluzione buddista, la sua evoluzione persiana, la
sua evoluzione egizio-caldea, e adesso arriva la Grecia, il quarto periodo culturale. E lautore
dellApocalisse scrive il suo testo dove levoluzione va dallAsia allEuropa passando per la Grecia
attraverso lincarnazione del Cristo.
Queste sette comunit dellAsia a cui vengono scritte le lettere sono sette archetipi dellevo-
luzione, rappresentano i sette gradi dellevoluzione su tutti i piani.
Rudolf Steiner sottolinea per esempio che allepoca sarebbe stato insolito anche per lautore
dellApocalisse enunciare una settuplicit teorica. A quei tempi non si faceva, gli uomini non erano
cos astratti, cos teorici. Erano soprattutto gli iniziati a conoscere il carattere fondamentale di
queste comunit: Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea. Ne conoscevano il
carattere fondamentale e sapevano che se lautore dellApocalisse scrive una lettera ad ognuna di
esse vuol dire quale evoluzione deve compiere ogni uomo attraverso questa settuplicit. Sono gli
archetipi delle settuplicit contenute in ogni evoluzione.
Detto in altre parole, per quelli di voi che conoscono meglio la scienza dello spirito di
Rudolf Steiner in questa sede cercher di non dare troppe cose per scontate, cos che anche gli
altri possano avervi accesso , allora queste sette chiese presuppongono che sia avvenuta o sia in
corso una settuplicit evolutiva.
Non comincio con: uno, due, tre, perch qui a livello di spazio geografico avete locciden-
te e l loriente (si sta riferendo alla Fig. 3,I; n.d.r).



19
Fig. 3, I




Comincio qui, uno, una prima epoca culturale dopo il diluvio universale di cui parla anche
la Bibbia: la civilt indiana. Una seconda epoca culturale, lo vediamo nella seconda lettera
dellApocalisse, stata la civilt persiana. Lumanit ha compiuto un terzo passo culturale allepoca
degli Egizi e dei Caldei. Al tempo dellautore dellApocalisse c la quarta civilt e vengono antici-
pate la quinta, cio la nostra, la sesta e la settima. La quinta Sardi, la sesta Filadelfia e la settima
Laodicea.
Sono i sette gradi dellevoluzione e se contate gli anni vedrete che sono 2.160 per ogni
grado. Vedremo come questo numero sia contenuto due volte anche nellApocalisse e come en-
trambe le volte sia stato un po deformato, cos che non si pi capito cosa volesse dire. Invece di
2.160 si scritto 1.260, anche perch nel mondo sovrasensibile i numeri devono sempre essere letti
in maniera speculare. NellApocalisse trovate quindi due volte il numero 1.260 e dovete davvero
cambiarlo in 2.160. Sono gli anni che occorrono al Sole per passare da un segno zodiacale allaltro.
E il messaggio fondamentale che ogni volta che il Sole in un segno zodiacale i fattori
evolutivi rimangono pressappoco uguali, nel senso che non c paragone con i cambiamenti delle
condizioni evolutive globali che si verificano quando il Sole passa da un segno zodiacale allaltro. E
chiunque conosca un po di astronomia sa che il Sole impiega 25.920 anni, lanno cosmico plato-
nico, per attraversare tutti e dodici i segni zodiacali, e 25.920 diviso 12 fa 2.160 per ogni segno.
Possiamo davvero presumere che un ritmo fondamentale, uno dei ritmi pi importanti dellevo-
luzione consista nel fatto che ogni 2.160 anni, con il passaggio del Sole a un nuovo segno zodiacale, le
condizioni culturali, le sfide, le offerte evolutive per gli uomini sulla Terra cambiano completamente.
Possiamo osservarlo storicamente, perch ci sono ovviamente dei passaggi; non che al
rintocco della mezzanotte gli Indiani scompaiono e arrivano i Persiani. Le cose non stanno cos. Ma
complessivamente bisogna mettere alla base questo numero. Se andiamo indietro di 2.160 anni ci
ritroviamo in pieno nella civilt greco-romana. 2.160 anni prima dominavano gli Egizi e i Caldei, lo
si pu davvero verificare a livello storico. 2.160 anni prima la civilt dominante era quella persiana,
Zarathustra con la sua cultura dei Gemelli. E 2.160 anni prima dominavano gli Indiani. Allora il
Sole era nel segno del Cancro, poi allepoca di Zarathustra il Sole era nel segno dei Gemelli ed per
questo che allora sono sorti tutti i dualismi, luce e tenebre, bene e male. La civilt di Zarathustra
nel segno dei Gemelli, una cultura della separazione. Poi il Sole giunto nel segno del Toro,
pensate al toro Apis degli Egizi. Pensate agli Ebrei che volevano tornare alla spiritualit degli Egizi
e hanno venerato il vitello doro, cio il toro. I Greci prendono il vello doro dallAsia. Nella terza
civilt i miti fondamentali si basano sullanimale e poi il Sole entra nel segno dellAriete. Per
questo vedremo che nellApocalisse lAgnello di Dio, lagnello, riveste un ruolo importante. Ed ora
nella nostra epoca il Sole entra nel segno dei Pesci alle sei del mattino del 21 marzo. E poi viene
lAcquario e cos via.
20
Ci che lumanit ha attraversato in successione come stadi evolutivi e sta ancora attraver-
sando, ha avuto una ripercussione o qui in Asia, in Asia Minore, una settuplicit di comunit, dove
ognuna di esse aveva unimpronta diversa: unimpronta indiana, una persiana, unaltra comunit
unimpronta egizio-caldea, unaltra unimpronta greco-romana, unaltra comunit, Sardi, limpronta
che anticipa ci che accade soprattutto ai nostri giorni. Poi la comunit di Filadelfia aveva ci che
ancora deve arrivare per tutta lumanit, e infine Laodicea, la settima comunit.
In queste sette lettere abbiamo i sette gradi culturali dellevoluzione, soprattutto nel periodo
postdiluviano che Steiner chiama periodo postatlantideo. Possiamo leggerlo in Platone e anche in
altri autori, Platone nomina lisola Poseidonia, cio lisola del dio del mare Poseidone. Lisola di
Poseidone Atlantide. Atlantide, dove adesso c lOceano Atlantico, e che si sempre chiamata
cos, i Greci lo sapevano ancora, e in Rudolf Steiner emerge in maniera molto chiara e scientifica
che prima di aver attraversato il nostro grado culturale, cio questa settuplicit di gradi culturali,
quello indiano, quello persiano, quello egizio-caldeo, quello greco-romano, lumanit viveva nel
continente atlantico. Questo continente si inabissato, ora lOceano Atlantico, e gli uomini sono
andati verso oriente, in Europa o in Asia, oppure verso occidente, e allora sono gli indiani che sono
stati trovati in America, oppure verso sud, in Africa.

Fig. 4, I





Prima dellinizio delle civilt postatlantidee, lindiana, la persiana, legizio-caldea, la greco-
romana, tutta levoluzione dellumanit aveva luogo nel continente Atlantide. E anche nellera
atlantidea ci sono sette periodi, sette periodi atlantidei, proprio come adesso abbiamo sette periodi
culturali postatlantidei uno dopo laltro. E in questo momento ci troviamo nel quinto di questi perio-
di. Il quarto era quello greco-romano, il terzo legizio-caldeo, il secondo il persiano e il primo la
civilt dei sette Rishi sacri nella regione dellIndia attuale. La civilt di Brahman e Atma, in cui
molto pi tardi sono sorti i Veda, la filosofia Vedanta, la filosofia Sankya ecc.
Domani analizzeremo le singole lettere. Forse qualcuno ha delle domande da fare, soprat-
tutto quelli per cui alcune delle cose che ho raccontato sono nuove.

Intervento: Abbiamo visto che Giovanni lunico essere umano iniziato direttamente da
Ges Cristo e che ci ha lasciato questi due testi di incredibile profondit. Giovanni doveva essere un
iniziato ad altissimo livello. Ed io faccio fatica ad accettare che questuomo abbia fatto questo
errore da somaro confondendo mentalmente il 2.160 con il 1.260, e per giunta due volte.
Pietro Archiati: No, no, non volevo dire questo. Prima di tutto possiamo partire dal presup-
posto che Giovanni non abbia mai avuto occasione di fissare il suo testo su carta, presumo che non
labbia mai fatto. Ai suoi tempi infatti cerano persone in grado di ripetere testualmente il tutto, pur
21
avendolo ascoltato una sola volta. Suppongo quindi che il testo sia stato fissato per iscritto molto
pi tardi. nella trasmissione che si fatta confusione.
Intervento: Ma lei ha detto che lerrore si verificato perch a livello spirituale le cose si
svolgono al contrario, quindi lerrore deve aver avuto luogo nella lettura a livello spirituale.
Pietro Archiati: Naturalmente. Ci sono state delle persone, non ho mai detto che sia successo a
lui, Giovanni-Lazzaro.
Intervento: Ma lui ha scritto il testo.
Pietro Archiati: Per questo non dico mai lo scrittore di questi testi, ma lautore. Perch i
testi sono diventati, come dirlo, del tutto reali, lei adesso mi fa una domanda sulle prime parole. Lui
dice che questa Apocalisse stata mostrata a questo servo Giovanni. Cosa vuol dire stata mostra-
ta, che cosa successo? Lui ha visto cose e sentito parole. E 2.160 sono naturalmente anche paro-
le. Per quanto mi riguarda, nella visione sono lestensione dellevoluzione, lestensione anche qual-
cosa di visto, che certi eventi, per esempio le cavallette, appartengono a questo segmento, e poi viene
lanimale con due corna ecc. Allora l c anche una certa temporalit, diciamo. Ma poi si sente un
numero, lo si deve sentire, ma a livello sovrasensibile. E lautore dellApocalisse non potrebbe aver
redatto un testo cos vero, complicato, profondo, non avrebbe potuto percepire spiritualmente, a li-
vello immaginativo, ispiratore e intuitivo, se avesse fatto questi errori. E ora appuriamo che il testo
cos come ci stato tramandato. In effetti un iniziato come Steiner - bisognerebbe avere una minima
idea di che iniziato sia Steiner - scopre che dove oggi nel testo abbiamo 1.260 c stato uno scam-
bio, inserito in seguito da qualcuno e poi tramandatoci. Ci che ancor oggi si vede spiritualmente in
questa rivelazione il numero 2.160. Cio, nei confronti di questa affermazione ognuno deve pren-
dere posizione come vuole, come pu, ma laffermazione che il Cristo stesso lo sto dicendo con
le mie parole oggi ci ha fatto dono di un iniziato del calibro dellautore dellApocalisse, in grado
di correggere i contenuti errati sorti nella trasmissione e riconsegnarci sotto questo aspetto il testo
originario dellautore dellApocalisse.
Laffermazione quindi potente. Se non si sa nientaltro di Steiner e si sente una simile af-
fermazione chiaro che laccesso non sar assolutamente facile. E lunica cosa che pu aiutare se
chi ascolta dotato di una certa apertura, non si arrabbia subito o non si ribella bloccandosi. Pur con
tutta la buona volont non sempre possibile spiegare tutto in una volta. Neppure io posso insegna-
re a qualcuno tutto Steiner o il suo peso morale nellumanit odierna al primo colpo. Al massimo gli
posso trasmettere qualcosa, sempre che costui si prenda del tempo e sia disponibile ad ascoltare
quali possibilit di utilizzo sorgono, ma solo sulla base di quanto Steiner ha da offrire. Allora si pu
cominciare a farsene unidea.
Allora, dopo lautore dellApocalisse ci sono stati individui che ovviamente non avevano pi
la stessa profondit, la stessa visione dello spirituale. Vi spiego umanamente che cosa successo in
questi duemila anni. Nel medioevo cerano i cosiddetti scriptoria. Scripo significa scrivere, uno
scriptorium era un locale in cui sedevano da cinque a dieci persone, Gutenberg non cera ancora. Non
cera la stampa, con mille copie alla volta. 20 copie erano dei bestseller. Ogni esemplare doveva essere
copiato un lavoro molto faticoso. E, caspita, se bisognava sempre avere un esemplare per copiarlo,
ogni volta se ne faceva un solo esemplare.
Mettiamo che qualcuno abbia una copia, per esempio dellApocalisse: l davanti e detta a
dieci persone che possono scrivere. Cos abbiamo dieci o venti copie alla volta. E ho sempre detto,
supponiamo che chi detta legga ledizione che ha in mano cos com. Ma pu darsi che abbia pas-
sato una notte insonne e gli capiti di saltare una riga, o magari gli successo qualcosaltro. Ma sup-
poniamo che detti con estrema precisione. Ma di queste dieci persone una capisce qualcosa, unaltra
non ci capisce quasi niente, unaltra ancora ritiene di capire meglio dellautore e vuole correggere
qua e l. Unaltra ha mangiato cos male la sera, che la notte non ha dormito affatto e non riesce a
tenere gli occhi aperti. Pensate a quante differenze ci saranno nel testo. E in questo modo possiamo
capire come da un testo che a livello sovrasensibile aveva nettamente 2.160 nel corso del tempo ne
sia venuto fuori uno con 1.260, a causa di uomini che non hanno pi capito o che pensavano di
vedere qualcosaltro nel mondo spirituale. Sono cose che succedono.
22
Se adesso in Steiner leggo: caro uomo, devi correggere quello che c nei documenti attuali
perch nel testo originale dellautore dellApocalisse c 2.160, gli devo credere? Questa la presa
di posizione individuale nei confronti di Steiner. Nel libretto sulla mia vita, in cui si trova lunica
conferenza che ho tenuto sulla mia vita, ho detto di non aver mai creduto ciecamente a niente di ci
che diceva Steiner. Le cose che dice mi convincono assolutamente solo in relazione alla mia esperienza
di vita, alla mia esperienza della natura umana, del cosmo ecc. e in relazione allesperienza che ho fatto
con lui. E mi convince che laltro numero sbagliato perch un numero con cui non si fa niente, men-
tre con questaltro tutto torna. E il grado di convincimento di unaffermazione di Steiner dipende dalle
premesse con cui ci si accosta al testo e anche alla lettura di Steiner.
Se fosse stata questa la prima cosa che ho letto di Steiner probabilmente mi sarei detto: questo
pazzo. Pu darsi, ma solo perch non avevo letto nientaltro prima di allora.
Intervento: Non si sente.
Pietro Archiati: Certo una possibilit molto semplice che uno abbia copiato e nel copiare
abbia trasformato il 2.160 in 1.260.
Voglio dire soltanto che lunica alternativa accettabile sarebbe giungere al risultato che 1.260
abbia un senso pi giusto, profondo e migliore di 2.160, e si dovrebbe restare aperti, sulla base di
spiegazioni fondate e ponderate e sulla base di una conoscenza davvero profonda dellApocalisse. Ma
allora dovreste dimostrare il perch ed il per come. Allora vi convincerebbe laltra ipotesi. Posso
solo dirvi che penso che non ce la farete mai, ma vedete, ognuno ha la propria lotta da combattere.
Ed giusto cos. Per questo non posso davvero vendere convinzioni, quelle che passo sono solo
informazioni. E naturalmente a questo punto sorge la necessit di farvelo notare, anche Steiner me
lha fatto notare. Dopo di che ognuno pu prendere posizione come vuole e come pu.
Potete andare a leggere se in qualche tempo sono state date spiegazioni rispetto a questo
numero, farete delle belle esperienze.
Intervento: Ci sono delle spiegazioni?
Pietro Archiati.: Naturalmente, ci sono spiegazioni di tutto. Che vi convincano un altro conto.
Solo un piccolo esempio: ancora laltro ieri ho letto che per alcuni esegeti assolutamente certo che
la prostituta Babilonia con le sette teste ecc. debba essere Roma. Mi sono sempre chiesto come fac-
ciano a saperlo con assoluta certezza, perch per quanto mi riguarda, e domani cercher di dimo-
strarlo, in s e per s non ha niente a che vedere con Roma.

Domani cominceremo con le sette lettere alle sette comunit.




Pietro Archiati











LApocalisse di Giovanni

Presente e futuro dellumanit

II parte






















Seminario tenuto
a Bad Liebenzell (Germania)
dall10 al 14 novembre 2003



Pietro Archiati











LApocalisse di Giovanni

Presente e futuro dellumanit

II parte






















Seminario tenuto
a Bad Liebenzell (Germania)
dall10 al 14 novembre 2003













































per informazioni sulle nuove pubblicazioni o prossimi incontri
di Pietro Archiati:
info@liberaconoscenza.it http://www.liberaconoscenza.it





Gustav Dor - "San Giovanni a Patmos"



INDICE


Prefazione................................................................................................................ 7

1a Conferenza di luned sera, 10.11.2003.............................................................. 9

2a Conferenza di marted mattina, 11. 11. 2003................................................. 22

3a Conferenza di marted pomeriggio 11 novembre 2003................................. 43

4a Conferenza di marted sera 11. 11. 2003 ........................................................ 62

5a Conferenza di mercoled mattina 12. 11. 2003............................................... 79

6a Conferenza di mercoled pomeriggio 12.11.2003......................................... 100

7a Conferenza di mercoled sera 12.11. 2003.................................................... 120

8a Conferenza di gioved mattina 13. 11.2003 .................................................. 134

9a Conferenza di gioved pomeriggio 13. 11.2003 ............................................ 154

10a Conferenza di gioved sera 13.11.2003........................................................ 173

11a Conferenza di venerd mattina 14. 11. 2003............................................... 187


Apocalisse Testo greco interlineare................................................................... 210

Capitolo 10 .......................................................................................................... 210
Capitolo 11 .......................................................................................................... 212
Capitolo 12 .......................................................................................................... 214
Capitolo 13 .......................................................................................................... 216






7
Prefazione



Questo il secondo seminario del ciclo sull'Apocalisse che Pietro Archiati ha tenuto in
Germania. Con tutte le difficolt di traduzione, si cercato di rispettare il linguaggio parlato: non un
trattato, dunque, ma cos come richiede la scienza dello spirito, semplicemente ci che stato
comunicato da persona a persona. Chiediamo scusa al lettore per eventuali imprecisioni dovute al
fatto che si tratta di un testo non rivisto dal relatore nell'edizione tedesca e tantomeno nella sua
traduzione italiana.

Ringraziamo di cuore Archiati per questo tesoro, Mauro Vaccani per la traduzione accurata e
competente nei contenuti, e tutte le persone che hanno collaborato con dedizione e lavoro tecnico.
Un sentito ringraziamento, infine, a chi con libere e generose donazioni ci ha consentito di sostenere
tutte le spese grazie a cui questo prezioso materiale di studio vede oggi la luce. Non manchiamo di
dire che per l'uscita del terzo e del quarto seminario contiamo sulla collaborazione di tutti gli
interessati.

Buona lettura,
Letizia Omodeo Sal per Liberaconoscenza












Trascrizione da registrazione non riveduta n corretta dallautore




Traduzione dal tedesco:

Mauro Vaccani

Hanno collaborato alla stesura del testo e alla
redazione ed impaginazione:

Giovanni Guglielmotto
Letizia Omodeo
Maria Nieddu
Salvatore Nicastro

8




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1a Conferenza di luned sera, 10.11.2003


Cari amici!
Un caloroso benvenuto a tutti a queste giornate sullApocalisse. Sono particolarmente lieto per la
decisione che abbiamo preso lo scorso anno di non fare tutto il testo in una sola volta, perch un
testo molto complicato ed bene concedersi del tempo per immergersi. Io stesso osservo, anche nel
breve trascorrere di un solo anno, di avere acquisito una familiarit un pochino maggiore, e di avere
un po pi di fiducia. Ed ora non so se questa volta porteremo lanalisi del testo fino al suo termine.
Mi sono detto che, forse, non cos importante, che non ha alcun senso preferire la rapidit
semplificando, per, il contenuto. Ho quindi pensato: vediamo quanto possiamo precedere, e se
dovr esserci un terzo incontro sullApocalisse coloro che desiderano parteciparvi saranno
benvenuti, e coloro che preferiscono restarsene a casa possono ugualmente esercitare la loro libert.
Quindi cerco di orientarmi sui contenuti, perch in queste cose non facile forzare in una
direzione o nellaltra.
Questa volta cominceremo col X capitolo. Ricorderete che, in linea di massima laltra volta
abbiamo discusso il testo fino al IX capitolo. Quale piccola introduzione ho pensato di offrirvi una
riflessione sul modo fondamentale in cui stato scritto lApocalisse. Nei Vangeli, nel modo stesso
in cui il Cristo ha improntato le sue parole, i suoi insegnamenti, le sue offerte evolutive, noi
abbiamo da un lato laspetto esoterico, quello adatto a tutti, per il popolo. Exo in greco significa
al di fuori, quindi non si tratta di qualcosa di nascosto, ma di aperto a tutti. Eso invece significa
dentro, e lesoterico ci che destinato alle cerchie interne, e per il quale sono indispensabili
alcuni presupposti. Ora: nei Vangeli ci che exoterico, che destinato allesterno, a tutti, al
popolo, viene dato in immagini, mentre invece ci che esoterico, riservato alla cerchia interna dei
Dodici, viene espresso in concetti.
Quindi noi abbiamo nei Vangeli, nel modo stesso in cui il Cristo insegna quando si rivolge al
popolo (viene scritto alla lavagna), quando parla a tutti, noi abbiamo immagini, e immagini sono
particolarmente contenute nelle parabole, che sono proprio una sequenza di immagini, un racconto
in immagini. E poi, per i Discepoli, le immagini vengono tradotte in concetti.


Per tutti: Immagini

Per i discepoli: Concetti


Pensiamo alla parabola per eccellenza, quella del seminatore. Al popolo viene narrato che cera
un seminatore che usc a seminare: una parte del seme cadde sulla strada, altra parte cadde fra le
spine, altra ancora fra le pietre e, infine, unultima parte cadde sul terreno buono. Sono tutte
immagini quelle dei quattro terreni; anche il seme unimmagine, cos come il seminatore. Ai
Discepoli tutto ci viene tradotto ed esplicato in concetti: il seme la Parola, i terreni solo le anime
umane, ovvero i modi come gli uomini afferrano la Parola col loro pensare.
Bene. NellApocalisse abbiamo il contrario esatto. LApocalisse dalla prima parola allultima
una sequenza di immagini, e viene lasciato a noi il compito di tradurre queste immagini in concetti.
Si potrebbe quasi dire che lapocalista ha sigillato la sua Apocalisse in immagini cos che,
dapprima, solo pochi uomini le capiscano. Le decifrazioni sono allora per tutti, ma nellApocalisse
avviene il contrario: le interpretazioni, cio i concetti sono per tutti mentre le immagini erano,
dapprima solo per gli iniziati, per quei pochi uomini che potevano capirle.



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Ora possiamo porci la domanda: quando viene il momento evolutivo in cui diverr possibile, a
partire dal grado di coscienza raggiunto dagli uomini, da coloro che oggi partecipano allevoluzione
dellumanit, tradurre quelle immagini in concetti? La risposta : il nostro tempo il primo che a
partire dal grado evolutivo raggiunto dallintera umanit, render possibile tradurre in concetti
universalmente comprensibili quelle immagini che dapprima erano profondamente esoteriche,
sigillate.
Che sia cos lo dimostra paradigmaticamente il fatto che noi viviamo nel momento storico,
iniziato da un secolo, nel quale stato posto il primo fondamento di una scienza dello spirito
mediante il fatto Rudolf Steiner. Il senso di questa scienza dello spirito proprio di elevare tutto
ci che era immaginativo, ci che dapprima si presentava solo in forma esoterica, ancora da
dissuggellare, fino al livello ispirativo, cos da tradurlo in concetti. Si potrebbe anche dire che il
piano delle immagini, del vedere, quello del percepire nel soprasensibile. Quando vengono viste
immagini si tratta di un percepire soprasensibile. Ma il fatto di capirle significa tradurre queste
immagini in concetti, e questo secondo livello, nel quale ci che stato visto, ci che viene
percepito viene altres articolato, compreso mediante un sistema concettuale, denominato da
Steiner il livello della ispirazione.
Ne consegue che quando luomo compenetra il livello immaginativo con il pensare concettuale,
allora si eleva al terzo livello, quello intuitivo. Perch proprio grazie ai concetti, alla
comprensione concettuale delle immagini che luomo intuisce quali Esseri spirituali stanno dietro
quelle immagini e quei concetti.
Sorge una nuova domanda: come si pu prevedere il futuro (questo quesito era sorto anche la
volta scorsa) se la legge evolutiva quella della libert? Si pu senza dubbio prevedere il futuro se
la realt evolutiva pi importante la libert? A questa domanda dobbiamo ritornare sempre di
nuovo, perch la pi significativa dellApocalisse: chiederci, cio, se assolutamente possibile
prevedere anticipatamente, profetizzare con certezza, come fa lApocalisse, ci che avverr nel
futuro.
Ci aiuta, di nuovo, una scienza del soprasensibile, e propriamente (viene disegnato alla lavagna)
questo sarebbe ora il modo in cui noi possiamo fare il primo passo nella ricerca del significato delle
immagini dellApocalisse. Questo potrebbe essere linizio e il compimento dellevoluzione, lalfa e
lomega, perch nel testo si dice: io sono lalfa e lomega. LIo sono, lIo che si evolve, lIo che
diviene il Tutto, il senso del tutto. Il diventare io linizio, il centro e il compimento di tutta
levoluzione. Allora il senso di tutta levoluzione la possibilit di diventare sempre pi
completamente individuali, di maturare quale io completi.
Ora noi abbiamo a disposizione la nostra responsabilit individuale, e dobbiamo chiederci:
levoluzione dellIo ha una sua propria struttura? La prima cosa che c da dire che levoluzione
dellIo possibile soltanto se c una svolta, perch essa presuppone una svolta. Perci ho disegnato
un movimento in questa direzione, e poi lho proseguito in direzione opposta. Vedete: questa
immagine ed io ora sono qui per tradurla in concetti ha questa direzione fino al suo punto
centrale, perch qui abbiamo il concetto di centro, che consiste proprio nellaffermare: qui la
direzione muta completamente, riprende a risalire, mentre finora era discesa. Fino al centro si tratta
della preparazione e, dopo, del compimento (vedi il disegno). Quindi: preparazione e compimento.






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Come nella vita umana let infantile una preparazione e poi luomo raggiunge la sua maturit,
cos viene il compimento. Non possiamo dire che nel bambino di tre, quattro anni, ci sia gi
compimento. Diremmo piuttosto che c ancora un gran lavorio di preparazione. A quattro anni non
ancora presente nelluomo ci che sar specifico di tutta unesistenza. Lo sar piuttosto a venti,
trenta, quarantanni, quando egli si porr di fronte al mondo, quando porter il suo contributo,
quando parteciper al tutto. Nellinfanzia c solo la preparazione.
Possiamo dunque dire che nel divenire dellIo ci devono essere due gradini: preparazione e
compimento. Ora utilizzo due altri concetti, e precisamente: conduzione dallesterno, quale
preparazione, educazione delluomo attuata dai genitori e dai maestri, e questa conduzione
dallesterno deve cambiare assolutamente direzione, poi, quando diventa conduzione dallinterno,
autoconduzione. Affinch avvenga questo passaggio necessario che ci sia questo capovolgimento
di direzione. Se vogliamo dirlo in termini cristiani, fino al centro si tratta dellAntico Testamento e
dopo del Nuovo Testamento. Solo che si deve spiegare ci che si intende con questi due concetti.
Antico Testamento vuol dire: legge data dallesterno. Nuovo Testamento: la legge viene
interiorizzata. Ci che leducatore mi ha insegnato, ci che dovevo fare, lho fatto davvero, ne ho
fatta lesperienza e mi ha fatto bene, ed ora faccio da solo ci che giusto, faccio il bene non perch
devo ma perch lo voglio io stesso, perch sperimento in prima persona che mi fa bene.
Dunque: dal dovere al volere, dallessere condotti alla libert: questo ci che accaduto alla
svolta dellevoluzione. Lo specifico dellApocalisse consiste nel sapere che per ogni gradino
precedente la svolta si pu predire: tutto questo sar ripetuto, dopo la svolta, ad un gradino
superiore. E poich la seconda met una ripetizione della prima in chiave di libert, allora si pu
predire qual il gradino evolutivo che viene offerto agli uomini. Ci che non viene detto, ed
molto importante, se il singolo uomo utilizzer o meno la sua libert.
Ed ora devo completare il disegno: ora dobbiamo lasciare aperta anche questa direzione, perch
fino alla svolta ci sono solo le premesse per la libert questo pu essere capito anche pensando
alla vita umana ma a partire dal centro, dalla svolta, da quando luomo ha nelle sue mani tutti gli
strumenti per esercitare la sua libert, egli libero di andare verso lalto oppure verso il basso. E
quindi non possibile prevedere come il singolo individuo si evolva.
Ecco perch Rudolf Steiner distingue sempre di nuovo fra evoluzione di razza (anche questo un
concetto che noi vogliamo comprendere) ed evoluzione individuale. La prima significa: poich ogni
individuo pu liberamente sia realizzare la sua responsabilit individuale che, al contrario,

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respingerla nella direzione del male, per questo motivo devono esserci possibilit cosmiche,
situazioni, posizioni, vere e proprie posizioni evolutive che permettano al singolo di decidere se
andare in una direzione o nellaltra. Questo significa che tutte le posizioni del bene e le
corrispondenti posizioni del male devono essere possibili. Sono forze che debbono essere presenti.
Quando luomo si ricollega con le forze del bene allora sale verso lalto, e quando invece lo fa con
quelle del male, che devono assolutamente esserci, e che chiameremo controforze, allora egli si
dirige verso il basso. Quali siano le scelte evolutive del singolo non pu essere predetto, altrimenti
si eliminerebbe la libert. Ma forze e controforze debbono essere presenti, e verranno descritte ai
diversi livelli. Quindi: qui, inizialmente, forze del bene e forze del male; poi impulsi pi
vigorosamente buoni o, invece, pi decisamente cattivi; infine: decisivi e definitivamente
contrapposti impulsi del bene e del male. Cos deve essere.
Scrivo qui forze del bene e controforze. Devono esserci entrambe. Questo un pensiero
fondamentale: debbono esserci entrambe nel mondo e ai diversi livelli, iniziali, centrali e definitivi,
e luomo decide, ogni volta, con quali forze unirsi. Il parametro di misura che viene utilizzato per la
decisione dei singoli circa le forze alle quali unirsi la coscienza propria, la propria razionalit.
Perch se lindividuo non capisce, se scambia le forze con le controforze, allora diventa molto
difficile.
Dunque possiamo dire che per gli individui c una duplice possibilit evolutiva: la prima
quella dellevoluzione intellettuale della coscienza, del conoscere, dove si tratta di capire sempre
meglio le cose, di guardarle dentro sempre meglio, e poi, a partire dal fondamento della conoscenza,
compiere anche una evoluzione morale, perch non si tratta solo di distinguere il bene dal male,
quanto piuttosto di fare il bene, realizzare ci che buono. Solo che levoluzione morale
presuppone quella conoscitiva.
Un buon esempio delle forze di opposizione il personaggio di Mefistofele nel Faust di Goethe.
Qui la fenomenologia delle necessarie forze oppositive viene illustrata nel migliore dei modi. E
compito di Faust scoprire che Mefistofele un buon diavolo, il che significa riconoscere che il suo
compito specifico proprio quello di ispirare alluomo ci che non buono. E il compito delluomo
di riconoscerlo e, in conformit a questo, intraprendere qualcosa di opposto. Allora luomo si
evolve. Veramente funesto, apocalitticamente funesto sarebbe, per Faust, il ritenere che Mefistofele
sia buono. Allora Faust farebbe proprio ci che Mefistofele gli ispira. Per esempio: Mefistofele dice
a Faust che non deve andare nel regno delle Madri, perch l non troverebbe nulla. Il regno delle
Madri il mondo dello Spirito. Il suggerimento della controforza, lispirazione del materialismo
proprio: lo spirito non esiste, la materia qualcosa e lo spirito non esiste.
Se Faust non riconoscesse che questo un suggerimento del diavolo, cio che questa ispirazione
c in quanto necessaria controforza destinata ad essere riconosciuta in quanto tale, per diventare
sempre pi desti nella propria coscienza, allora si lascerebbe abbindolare, avrebbe rinunciato un
grave peccato di omissione al bene di sperimentare nei suoi fondamenti il mondo spirituale, di
fare direttamente lesperienza della realt dello spirito.
Il modo in cui Faust correttamente agisce con le forze dellostacolo manifestato dal fatto che
lui rivolgendosi a Mefistofele dice: bene, tu dici che lo spirito nulla; nel tuo nulla spero di
trovare il tutto
1
. Questo sta a significare che Faust riconosce a Mefistofele il suo necessario
compito di forza oppositiva, assolutamente necessaria, che deve essere riconosciuta e, diciamolo
tranquillamente, proprio nella lotta cosciente contro di essa, nellesercizio coraggioso di
opposizione ad essa che si rinvigoriscono le forze del bene. Se non ci fosse la possibilit di
sbagliare non noi potremmo evolverci nel pensare. La controforza del pensare lerrore, e la
possibilit di sbagliare deve esserci, perch proprio grazie allerrore, grazie alla possibilit
permanente di sbagliare che io vengo portato o a riconoscerlo oppure a soffrirne le conseguenze.
Interagire con le controforze serve a rendermi sempre migliore a livello di forze pensanti, sempre
meno incline a cadere in errore.
In questo senso, allora, il futuro profetizzabile, prevedibile: questo lApocalisse, cio gli
Esseri, gli stadi specifici del bene e del male. Luomo che ha scritto lApocalisse ha redatto due testi

1
J.W. v. Goethe, Faust, parte seconda, primo atto, Galleria oscura , verso 6256

13
fondamentali per il cristianesimo e per lumanit tutta: il Vangelo di Giovanni la fenomenologia
della svolta. La situazione di svolta c sempre, linteriore movimento di capovolgimento avviene
sempre quando luomo, anche nelle cose pi piccole, cessa di essere dipendente da una direzione
esterna a lui e impara lindipendenza, la propria autoconduzione responsabile, la libert.
Quindi la svolta storica oggettiva dellumanit, descritta nel Vangelo di Giovanni, ha reso
possibili tutti gli eventi di svolta che gli uomini possono compiere nella seconda met
dellevoluzione. Il Vangelo di Giovanni la fenomenologia della svolta e lApocalisse la
fenomenologia del compimento dellevoluzione; questo significa che nellApocalisse abbiamo le
leggi della seconda met dellevoluzione, quelle dellevoluzione positiva e quelle dellevoluzione
negativa. Sono leggi nel senso che sono forze ed Esseri con tutto ci che ad essi si riferisce. Sono
unofferta, dapprima, al pensiero delluomo, affinch capisca, comprenda sempre meglio. Perch
gi il capire non un affare semplice, poich gi difficile afferrare ci che si presenta e quindi lo
ancor di pi rispetto a quel che sta sorgendo, oppure che non ancora presente. In questultimo caso
il pensare deve diventare ancor pi vigoroso se vuol capire le leggi che presiedono le possibilit
evolutive offerte alluomo nel futuro.
Il primo compito che abbiamo nei confronti dellApocalisse quello di capirlo, e il secondo,
naturalmente, quello di realizzarlo, cio di realizzare le possibilit evolutive in esso descritte. In
questo senso lApocalisse il contenuto dellIo cristificato nella misura in cui lIo pu
cristificarsi, e la legge universale dellevoluzione proprio questo divenire dellIo. Questo il
contenuto dellApocalisse: cristificare lIo significa far diventare proprio il contenuto
dellApocalisse: farlo penetrare nel proprio pensare, nella propria anima, nel proprio cuore, nelle
proprie azioni.
In questo senso si pu dire che lApocalisse mostra i passi della cristificazione, del diventare Io,
che lo stesso. Luomo diventer sempre pi apocalittico nel corso dellevoluzione. Ci che in quel
testo viene illustrato sar il contenuto del suo pensare e del suo agire morale.
Si potrebbe anche dire che lApocalisse la somma delle intuizioni conoscitive della seconda
met dellevoluzione, quali compimento della prima met, ed altres la somma delle intuizioni
morali. In questo senso rappresenta pure la totalit dellIo di ogni uomo.
Guardiamo insieme il decimo capitolo, dal quale ora iniziamo. Dapprima vi leggo la traduzione
di Lutero, che quella usuale nei paesi di lingua tedesca, e che non niente male. Se prescindiamo
dallantroposofia, dai fondamenti della Scienza dello spirito di Rudolf Steiner lho detto spesso
la traduzione di Lutero resta la pi seria, la pi accurata, la migliore. Come ho detto, se
prescindiamo dalle traduzioni che potrebbero essere fatte sul fondamento della Scienza dello spirito
di Rudolf Steiner.
Ho sempre detto che la cosiddetta traduzione concordata un vero disastro. Una ventina
danni fa si riun un comitato di biblisti cattolici e protestanti che interagirono molto cordialmente
fra loro ma che, per pervenire ad una traduzione che andasse bene ad entrambi, dovettero fare tali e
tanti compromessi, tali e tanti tagli al testo che, alla fine, la concordanza stata trovata, ma ben
poco e rimasto della Bibbia. Per me una pessima traduzione.
Di gran lunga migliore la traduzione di Lutero! Inoltre da tanto tempo c unedizione col testo
greco e a fianco sia la traduzione di Lutero che quella concordata. Potete cos fare il paragone e
rendervi conto del giudizio che ho espresso.
Diverso il caso di quei lavori pionieristici come le traduzioni di Emil Bock, molto coraggiose,
perch rappresentano il primo tentativo di traduzione fatto in ambito scientifico spirituale. Bock ha
lavorato molto in questa direzione, ed ha tradotto tutto il Nuovo Testamento. Quale lavoro
pionieristico senzaltro da apprezzare. Tuttavia io ho sempre pensato che alle persone che hanno
accesso direttamente al testo greco originale capita di indispettirsi, e non a torto, quando si rendono
conto che Bock ha riversato nella sua traduzione quanta pi antroposofia possibile. Inoltre ha
parafrasato molto, e questo spiace allesegeta. La parafrasi pu essere utile per lo studio, ma
bisogna onestamente riconoscere che quando troppa, allora non si pi di fronte ad una
traduzione. Ma, come ho detto, si tratta dellunica traduzione completa del Nuovo Testamento fatta
con la coscienza della scienza dello spirito. Non ho mai fatto mistero del fatto che sono

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immensamente grato alla scienza dello spirito, dopo tutti gli studi esegetici e teologici che ho fatto,
perch solo lei mi ha aperto la comprensione dellApocalisse.
Ecco quindi la traduzione riveduta di Lutero del decimo capitolo:

10,1 Ed io vidi un altro angelo possente discendere dal cielo, avvolto da una nube e con
larcobaleno sopra il suo capo, ed il suo volto era come il sole, ed i suoi piedi come colonne di
fuoco.
10,2 Aveva nelle sue mani un libricino, che era aperto. E pos il suo piede destro sul mare e
quello sinistro sulla terra.
10,3 e grid a gran voce, come un leone che ruggisce. E quando grid i sette tuoni fecero
sentire la loro voce.
10,4 Dopo che i sette tuoni ebbero parlato, volli scriverlo. Allora udii una voce dal cielo dirmi:
sigilla ci che i sette tuoni hanno detto, e non scriverlo!
10,5 E langelo, che io vidi stare sul mare e sulla terra, alz la sua mano verso il cielo
10,6 e giur a Colui che vive per i secoli dei secoli, che ha fatto i Cieli e ci che in essi
contenuto e la Terra con tutto quanto contiene, e il mare con tutto ci che vi in esso: Non ci sar
pi tempo,
10,7 ma nei giorni quando il settimo angelo elever la sua voce, e le trombe suoneranno, allora
sar compiuto il mistero di Dio, come laveva preannunciato ai suoi servi, i Profeti.
10,8 E la voce che io avevo udito dal cielo mi parl di nuovo e disse: vai, prendi il libro aperto
dalla mano dellangelo che sta sulla terra e sul mare!.
10,9 Io andai dallangelo e gli dissi: dammi il libricino! Ed egli mi disse: prendilo e ingoialo.
Ti sar amaro nelle viscere ma sulla tua bocca sar dolce come il miele.
10,10 E io lo presi dalle mani dellangelo e lo ingoiai. Era dolce come il miele sulle mie labbra,
ma quando lebbi mangiato, era amaro nelle viscere.
10,11 E mi fu detto: tu devi ora parlare saggiamente davanti ai popoli, alle nazioni alle lingue
e a molti re

Vediamo la vigorosa apparizione di un angelo, angelos ischyros, un angelo
possente. Da Rudolf Steiner viene tradotto come: angelo di forza. Diciamo fin da subito che la
vigoria, alla quale congiunta la forza di questo angelo, evoca un impulso volitivo, unazione,
qualcosa che deve essere fatto, portato a compimento: ecco perch si parla di angelo forte.
Poich non si tratta solo di qualcosa di concepito intellettualmente, quanto piuttosto di qualcosa
da fare, da compiere, per questo motivo vediamo assieme allangelo un libricino, non destinato alla
lettura, cos sarebbe se fosse destinato alla bocca, ma alla digestione. Questo significa che non si
tratta di qualcosa che deve essere soltanto imparato, ma di una realt del divenire, che deve essere
fatta, deve compiersi.
In questa prospettiva limmaginazione dellApocalisse che stiamo analizzando cos importante.
Le comunicazioni di Rudolf Steiner in proposito, pervase di consapevole finalit dicono: questa
immaginazione ha particolarmente a che fare col nostro tempo, perch questo angelo come
unimmagine dellintera umanit. Avrete notato che intorno al suo capo c una nuvola, cio le
forze solari nella testa e nel petto; poi i piedi infuocati. Questa triplicit molto importante: il
bianco della nuvola si potrebbe quasi dire che questa nuvola si possa collegare alle ali dellangelo
possente. Poi volto e cuore collegati con le forze solari ed infine, dove si parla degli arti, si tratta del
sistema del ricambio, il fuoco, le forze volitive.
Viene mostrato luomo tripartito. Faccio uno schizzo semplicissimo di un angelo in forma di
uomo. Qui il bianco, diciamo la saggezza. Poi loro, il giallo, il colore solare verso la met, cio le
forze del centro. Sarebbero le forze dellamore, del sentire. Quindi: qui il pensare e qui il sentire,
lamore. Il senso ultimo della Terra di trasformare un cosmo di saggezza in un cosmo damore.
Poi ci sono i piedi infuocati (possiamo disegnarli in rosso). Dobbiamo intendere tutto questo come
se fosse unaura, perch sono forze del tipo di quelle dellaura che circonda luomo. Qui c la

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volont, i piedi infuocati, questi impulsi volitivi, destinati ad andare, a fare qualcosa: le azioni degli
uomini, quindi. La saggezza sono le forze di pensiero.




Questa limmaginazione che ha lapocalista.
Se noi prendiamo il volumetto di Rudolf Steiner Come si conseguono le conoscenze dei mondi
superiori?
2
(in italiano: LIniziazione) troviamo detto che nel passaggio della soglia, quando
luomo comincia ad attraversare la soglia fra il mondo fisico e quello spirituale, e muoversi fra
mondo fisico e mondo spirituale, allora egli giunge a compiere una prima esperienza sovrasensibile.
Nel nostro tempo molte persone disperate e oppresse dal materialismo anelano a questo cammino.
Se luomo inizia veramente e seriamente a percorrere il cammino interiore per sperimentare questa
liberazione, oggi ha a disposizione tutte le possibilit, tutte le premesse indispensabili per farlo. Alle
prime fondamentali esperienze appartiene la percezione della triarticolazione dellessere umano.
Cos come luomo, in una certa misura , invero, ununit, sebbene caotica, come dice il quarto re
nella Fiaba del serpente verde e della bella Lilia
3
di Goethe, qui nel mondo sensibile, nello stesso
modo, nel momento in cui oltrepassa la soglia si sperimenta triarticolato. Le forze del pensare, della
saggezza, della conoscenza, della coscienza stanno per conto loro, e appartengono ad un mondo
tutto loro; le forze del sentire, dellamore, del sentimento appartengono altres ad un mondo
specifico e quelle della volont, del sistema della membra, di nuovo appartengono ad un terzo
mondo.
Rudolf Steiner aggiunge una prospettiva antropologica e potete leggerlo in quel meraviglioso
testo che ho fra le mani e che evocher spesso, in questi giorni: il volume 346
4
dellOpera omnia ,
l dove dice: lumanit odierna proprio nel nostro tempo che ha visto il triplice compimento del
numero della bestia 666 nellanno 1998 (lo vedremo nei prossimi giorni), vive nel momento
specifico durante il quale potr, in quanto umanit e non solo a livello di individui, oltrepassare la

2
Rudolf Steiner, OO 10, Liniziazione Editrice Antroposofica, Milano
3
J.W. v. Goethe, La fiaba del serpente verde e della bella Lilia
4
Rudolf Steiner, OO 346, Vortrage und Kurse uber christlich-religioses Wirken, V

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soglia. Questo significa che non sar pi possibile vivere pensando che lumanit sia solo ununit.
Ora potremo capirla solo se la concepiamo triarticolata, e precisamente: a oriente le forze che hanno
particolarmente a che fare con la saggezza, tutte le premesse indispensabili per la saggezza (ex
oriente lux) e minime capacit economiche, legate allo sfruttamento del mondo terrestre. In
occidente, invece, i piedi infuocati, e cio la presenza di quelle forze volitive destinate a produrre
ci che terrestre, con tutto quanto vi connesso. Ed il centro: cangiante io lho dipinto in giallo
oro, ma il termine greco che c nel testo arcobaleno.
Dunque qui c luomo-nuvola: possiamo dire che una cultura orientale
Centro: uomo-arcobaleno, cangiante ed in movimento fra sopra e sotto
Occidente: uomo dai piedi infuocati, pure forze di volont. La gioia di fare, di realizzare di
creare: aerei o carri armati o qualcosa daltro da portare ad esistenza qui sulla terra. Ecco luomo coi
piedi infuocati delloccidente.
Solo se noi impariamo a distinguere in questo modo lindividuo-umanit triarticolata allora
capiremo meglio le culture. Cresce cos per lindividuo il compito di realizzare in s stesso
larmonia di queste tre forze. In particolare un orientale che ora comprenda lApocalisse o la
scienza dello spirito dovrebbe dire: bene, la mia cultura mi ha donato il fatto di sentirmi a casa mia
nello spirituale; quel che viene dal centro o dalloccidente sono io che devo conquistarlo. E
meraviglioso il fatto che la natura offra qualcosa e lasci alla libert il compito di conseguire il resto.
Loccidentale sar grato alla sua cultura per la particolare predisposizione a dominare tutto ci
che sfruttabile per il mondo terrestre, e pu dire a se stesso: quale individuo debbo essere grato
alla possibilit che ho di conquistarmi liberamente gli impulsi che vengono dal centro e dallest.
Debbo trovare liberamente ed in me stesso quellarmonia che la mia cultura non pu assolutamente
darmi da s, altrimenti io non avrei nulla da fare. La sua specifica cultura offre alluomo del centro
due prospettive, per cos dire. La cultura orientale porta allumanit una unilateralit e il rispettivo
compito di superarla dai due lati. Lo stesso dicasi per la cultura occidentale. Quella del centro offre,
in quanto tale, entrambe le unilateralit, proprio perch oscilla continuamente tra desiderio di
saggezza, o teoria, e materialismo, tra astrazione e materialismo. (Viene disegnato). Qui la
tentazione dellastrazione e qui quella del materialismo.
Questo significa che lindividuo cresciuto al centro, formatosi culturalmente al centro sperimenta
una provocazione ancora pi grande, senza dimenticare che nel corso dellevoluzione tutti gli
individui sperimentano le tre posizioni. Non per il fatto che ora, in questa incarnazione, nella vita
presente noi stiamo facendo lesperienza del centro, non per questo noi siamo diversi dagli altri; la
prossima volta sar completamente diverso. Ma un individuo cresciuto questa volta nella cultura
centrale sottoposto ad entrambe le unilateralit, e pu, veloce come il fulmine, passare da una
allaltra.
Intervento: ma qui, nel testo c scritto: rivestito con una nuvola e con larcobaleno sopra il suo
capo, epi tes kephales autou. Lei ora lo ha dipinto invertito
P.A.: S, questa una difficolt col testo greco, anche col testo originale. Ora arriviamo
allanalisi parola per parola del testo. Io stesso sono inciampato su questo testo greco. Perch in
Steiner e qui alcuni suoi pensieri vanno presupposti e quindi, coloro che sono qui per la prima
volta e non li conoscono sono pregati, per il momento, di soprassedere, di sospendere il giudizio
si leggono alcune affermazioni che hanno senso se si presuppone che lui veda esattamente come
lapocalista vedeva queste cose. Solo che Steiner guarda a duemila anni di distanza, con una
capacit di penetrazione pensante, se cos si pu dire, ancora maggiore. Perci lui ha la possibilit
di dare un senso pi compiuto ad alcune insensatezze relative che si trovano nel testo. Perch se si
parla di nuvole, di arcobaleno e di piedi infuocati e se si vuol capire cosa significhino, allora vanno
messi nellordine che io ho disegnato alla lavagna.
Voi vedete che io ho disegnato ci che ha forma di nuvole sopra la testa. E non ho nulla in
contrario se la testa e il cuore sono avvolti da quellaltra realt pi solare. Ho disegnato con molta
prudenza: importante che noi capiamo quanto stato pensato.
Voi dite che la saggezza nella testa. S e no. Nella prima met dellevoluzione era la testa ad
essere pi legata con la saggezza divina. Ma nella seconda met dellevoluzione la testa viene

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compenetrata con la saggezza dellamore, e quindi la testa stessa comincia ad appartenere al centro.
Si tratta di rendere ulteriormente pi complessa la lettura del testo, il che vuol dire una lettura
secondo lottica evolutiva.
In realt, analizzando ora letteralmente il versetto 10,1 langelo possente katabainonta
katabainonta, cio dapprima c un movimento verso il basso, e poi si precisa ek tou ouranou, ek
tou ouranou, cio dal cielo. Dobbiamo perci rappresentarcelo in movimento e questo complica la
questione. Peribeblemenon nefelhn, peribeblemenon nephelen, avvolto da una nuvola, e il testo
dapprima non precisa se essa avvolge la testa, o il cuore o i piedi. Dice solo che avvolge, e questo
indica che la nuvola, in prima istanza, qualcosa di esterno. Poi vengono le due altre cose, pi
verso linterno: la seconda a met dentro e a met fuori, qui e l: lispirazione, ed infine i piedi
infuocati sono veramente ci che appartiene alluomo, sono dentro.
Dunque: le nubi sono le forze che appartengono di pi allaura, allinterazione col mondo
esterno. La seconda realt si muove tra esterno ed interno, mentre la terza appartiene pi
compiutamente alluomo. Gli impulsi volitivi sono sua specifica propriet, quelli dei piedi infuocati,
che sono solo suoi. Vedete che il tutto diventa pi complicato mediante il movimento, levoluzione.
Peribeblemenon nefelhn, peribeblemenon nephelen: circondata, avvolta, questo significa il
verbo peri-ballo; quindi queste forze vengono gettate intorno alluomo.
Kai h iri epi thj kefalhj autou, kai e iris epi tes kephales autou, e un arcobaleno sul suo
capo, kai to proswpon autou, kai to prosopon autou, ed il suo volto, wj o elioj, os o elios, come
il sole, ed i suoi piedi come colonne di fuoco, come colonne infuocate.
10,2 Kai ecwn en th ceiri autou, kai echon en te cheiri autou, avendo nella sua mano ora
compare la mano biblaridion, biblaridion, un libricino. Un libro tutto ci che stato scritto
nel mondo, mentre il libricino, il piccolo libro, lIo delluomo. E il modo in cui viene riassunto il
senso complessivo nel cosmo intero, luomo quale rispecchiamento inferiore di ci che l fuori,
nel macrocosmo, un riassunto del macrocosmo, un libricino. E luomo quale sintesi di tutte le
forze.
Lapocalisse, dunque, diventa il contenuto dellio e il libricino lIo, dove tutto stato scritto, e
sul quale pu essere letto tutto, anche se l stato sigillato ed ora bisogna dissuggellarlo. Ma il libro
aperto ed possibile leggerlo.
Vedremo come lApocalisse dica: caro uomo, tu devi prendere il libricino, non solo riceverlo, ma
prenderlo. Per questo motivo compare langelo che dice: prendi il libricino!, perch non viene dato.
O meglio viene dato solo a chi lo chiede. Prendi il libricino perch non ti viene dato se tu non lo
chiedi. Tu devi prenderlo, come nei Vangeli detto che il Regno dei cieli soffre violenza e solo i
violenti se ne impadroniscono. Significa: datti da fare, prendi liniziativa. Colui che vuol rendere
possibile il conseguimento della libert non pu darla per grazia, altrimenti la libert non sarebbe
liberamente raggiunta.
Qui, di fronte al libricino, da vedere come esso rispecchi il cosmo intero, riflesso nellio
umano, nella sua individualit, perch proprio lattivit delluomo che viene presupposta,
unattivit in se stesso, nel suo essere, di natura conoscitiva e volitiva, quale uomo-nuvola e uomo-
dai piedi infuocati, che deve realizzare, riempire il libricino, leggere e scrivere tutto ci che in esso
pu essere contenuto.
10,2 e questo angelo pose i suoi piedi, eqhken ton poda autou, etheken ton poda autou, il
destro sul mare ed il sinistro sulla terra.
Notate bene: i significati di queste immagini non sono mai univoci; anzi: lApocalisse redatta
in immagini proprio perch esse sono molto ricche e rendono possibile linterpretazione a molti
livelli. Quindi se noi diciamo, oppure io dico: s, Steiner qui ha indicato questa interpretazione, non
significa affatto che questa sia lunica interpretazione possibile. Mai deve essere inteso cos. Sta
piuttosto a significare che quello uno dei significati, che mai si mette in contraddizione con altri
livelli interpretativi. Se linterpretazione di queste immagini fosse univoca, allora il redattore di quel
testo avrebbe usato concetti, perch questi sono univoci. Il senso delle immagini di avere
molteplici significati.

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Quando raccontiamo o ascoltiamo una favola non pretendiamo che il suo senso sia soltanto
quello che gli abbiamo dato noi quando diciamo: questa immagine significa questo, questaltra
significa questaltro. No, perch il senso di una immagine inesauribile.
Se dico: prendete questa triplicit di immagini, delle nuvole, dellarcobaleno e delle colonne di
fuoco quali espressioni del pensare, del sentire e del volere, questo non significa affatto che quella
sia lunica interpretazione possibile. Voi potete interpretare le tre immagini in un modo totalmente
diverso, naturalmente, sempre a patto che non cadiate in contraddizione, perch la contraddizione
impedisce al pensiero di procedere. Quindi larte quella di portare le pi diverse interpretazioni
allarmonia. Potete optare per altre interpretazioni delle nubi, dellarcobaleno e dei piedi infuocati,
quando queste spiegano meglio il testo.
Avete osservato che il testo alla lettera dice: le nubi lo avvolgono, ma larcobaleno sul suo
capo e il suo volto come il sole. Quindi possiamo ricavare da questo testo anche una quadruplicit.
Steiner indica in diversi contesti una triplicit, particolarmente nella relazione con la realt del
passaggio della soglia. Ma se volete possibile scorgervi anche una quadruplicit. E unarte del
pensare, se la si vuole esercitare, a patto che sia arricchente e non cada in contraddizione. Viene
lasciata ad ognuno.
Questo fa s che il testo sia cos ricco ma anche cos difficile e complicato, perch le immagini
sono cos sigillate che possono essere aperte ai livelli pi diversi.
Io ho pensato, laddove il testo troppo complicato, di sentirmi grato a Rudolf Steiner, anche per
le sue indicazioni univoche e, per quanto sono a mia conoscenza, mi avvalgo volentieri di esse.
Laddove ho riflettuto in proprio, riconosco di aver semplificato il testo, perch in realt pi
complicato. Perch non esatto affermare che la nube posata sul capo e larcobaleno sul petto.
No, in realt il testo pi complicato, e quindi dico a me stesso: bene, avrai ancora tempo per
viverci insieme, e non solo in questa vita.
Bisogna anche avere lumilt di dire a se stessi: non sono in grado di capire tutto fin dallinizio,
proprio perch il testo cos vario e complicato. Ognuno deve concedersi di fare ci che gli
possibile, ci che rientra nelle sue capacit. Questo ovvio.
Cosa sono i due piedi, il mare, acqua e terra? Il piede destro posto sul mare: prendiamolo dal
lato del pensare. Nella sfera eterico-vivente, nellambito libero dalla corporeit il pensiero attivo,
creatore: ecco il piede destro. Perch tutto ci che sta a destra, giudicato psicologicamente,
attivo anche se gli uomini oggi non sempre vi prestano attenzione, mentre farebbero meglio a
farlo , poich la met destra la met attiva. bene educare il bambino alluso della mano destra
nellattivit, perch la pi forte: il bambino scrive con la destra, non corretto farlo con la sinistra.
Quindi la destra sta per lattivit, quella che deve esserci. Ma luomo deve anche poter ricevere:
a questo scopo c la sinistra. La sinistra c per ricevere. Nella realt fisica, dove luomo ha laltro
piede sulla terra, sta ad indicare il fatto che luomo pensa con laiuto del cervello fisico; luomo
passivo, che riceve, quello del piede sinistro.
Con questo non voglio dire che questo sia il significato dei due piedi; uno dei significati,
soltanto uno di quelli possibili. Un altro potrebbe essere: levoluzione atlantica, quella dove ora c
acqua, il primo piede, il primo grandioso passo compiuto nellevoluzione; attiva nel senso che
rappresenta il fondamento, le premesse necessarie, oppure il seme seminato. E poi viene il periodo
postatlantico, cio tutte le culture sorte sulla terra il secondo piede, quello sulla terra India,
Persia, Egitto, e cosi via; questo sarebbe il raccolto. il raccolto di quanto stato seminato nel
momento del piede nellacqua. Anche questa , certamente, una prospettiva contenuta in questi due
piedi.
Quando si medita oppure, meglio ancora, con riconoscenza si digeriscono sempre di pi i volumi
dellopera omnia di Steiner: anche questi sono libricini che debbono essere digeriti,
improvvisamente, leggendo una conferenza di Steiner, il lettore dice a se stesso: ora capisco questo
versetto dellApocalisse.| Succede veramente. Si rimasti fermi tanto tempo, come il bue davanti
alla montagna, e poi si legge qualcosa di Steiner e si pensa: questa la chiave per capire!
10,3 E grid a gran voce: questo gridare ad alta voce, labbiamo visto anche nel recente fine
settimana sul Vangelo di Giovanni a Zurigo, non certo un urlo fisico, ma ha a che fare con la

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piena potenza della parola nel soprasensibile. Quando ora la voce risuona pienamente siamo a
livello ispirativo, dove non solo si vede, ma si penetra dentro. Trovo molto bello che, in tedesco, si
usi il verbo vedere per la percezione e il verbo penetrare per quanto riguarda i concetti relativi
alle percezioni: significa che sta ad indicare un entrare dentro mediante il pensare nellessenza di
ci che si vede. Qualcosa brilla e poi risplende dentro di me. Viene sempre sottolineata
limmanenza del pensare nella lingua tedesca, pi che non nelle altre lingue. Questo grazie ai grandi
pensatori tedeschi, che hanno pensato e si sono espressi in questa lingua.
10,3 E grid a gran voce, ekraxen fwnh megalh, ekraksen phone megale, come un leone che
ruggisce Il leone il re degli animali; quindi una voce di leone voce regale, alla quale tutti
ubbidiscono. una voce che riassume tutto un intero regno. Una voce senza paura, perch di
comando. Una voce che signoreggia compiutamente il senso della lingua di cui portatrice..
10,3 E quando grid a gran voce, elalhsan ai epta brontai taj eautwn fwnaj, elalesan
ai epta bronzai tas eauton phonas, i sette tuoni raccontarono, narrarono il loro senso, emisero da s
la loro voce. Quindi i sette tuoni sono come esseri e fanno udire la loro voce. Questo versetto
sempre stato un enigma, perch subito dopo vien detto:
10,4 E dopo che ebbero parlato in greco il termine , elalhsan, elalesan ai epta brontai,
ai epta brontai, che rimanda alla lallazione i sette tuoni, io ero l pronto a scrivere, volevo
trascrivere, stavo per farlo; ma udii una voce del cielo che diceva: sfragison, sphraghison,
sigillalo!, cio fai il contrario di dissuggellare. No, no, no, non ti permesso scrivere: devi sigillare
quello che stato detto dai sette tuoni.
Dunque abbiamo nellApocalisse una quadruplicit: le sette lettere, i sette sigilli, le sette trombe
e le sette coppe dellira. Ora c anche questo settenario di tuoni. Solo che a loro sono riservati solo
due versi: si vorrebbe scrivere quanto hanno detto, ma viene proibito di farlo.
In questo imbarazzo, perch davvero mi trovo in imbarazzo, faccio solo un paio di osservazioni.
La prima: che differenza c fra un tuono ed una tromba? Quel che raccontano le trombe viene
trascritto in lungo e in largo. Qui, infatti, siamo ancora nel contesto della sesta tromba, e la settima
seguir poi. Quindi: quel che dicono le trombe viene ampiamente riferito, mentre quel che dicono i
tuoni no.
Che differenza c fra trombe e tuoni? Ho pensato: una tromba fa risuonare qualcosa di generale,
di valido per tutti, mentre invece il tuono localizzato, come il fulmine, perch non c tuono che
viene udito su tutta la terra. A mio avviso la voce del tuono indirizza verso qualcosa di specifico
come levoluzione individuale che non pu essere presupposta perch la libert che decide cosa
debba succedere.
Poich il tuono riguarda il futuro della libert, lapocalista non pu scriverne, perch ancora
sigillato. Lo aprir la libert delluomo. Dunque: nella quadruplice serie di settenari incluso quello
dei tuoni, che dobbiamo lasciare aperto, perch su di esso il testo non dice nulla, perch qui siamo
nellambito della libert, che sola pu parlarne. Non dobbiamo sottovalutare questo fatto, pensando
che se si tratta soltanto di un paio di versi, allora la faccenda non importante. Niente affatto! Non
la brevit quantitativa che conta, ma qualitativamente, quando la libert delluomo li avr
dissuggellati, essi non saranno meno importanti rispetto a quanto scritto nelle sette lettere, nei
sette sigilli, nelle sette trombe e nelle sette coppe dellira. Finora ancora sigillato, ma il contenuto
c.
Oppure, forse, proviamo con unaltra versione ho appena detto che si tratta di annotazioni di
fondo che vi propongo, perch mi rappresento che in questa vita, se avr ancora tempo, avr a
disposizione alcuni anni per masticare su questi sette tuoni.
Provate a leggere le pagine 204 e 205 del volume 346
5
dellOpera omnia. Siamo nel contesto
della triplice organizzazione umana, nella quale ci troviamo ora, al momento del passaggio di
soglia, quando tutto ci che monoteistico deve diventare trinitario. LAntico Testamento che era
solo monoteistico ora deve articolarsi in tre. Noi dobbiamo sempre meglio distinguere fra ci che ha
a che fare con la testa, col cuore e con gli arti: col pensare, col sentire e col volere, perch sono tre
mondi diversi. Dobbiamo distinguere i tre mondi cos come dobbiamo distinguerli nelluomo. In

5
Rudolf Steiner, OO 346, pagine 204, 205, Vortrage und Kurse uber christlich-religioses Wirken, V

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questo contesto Steiner parla delluomo orientale che ha la tendenza a vivere nelle nuvole, con una
spiritualit fondamentalmente estranea al mondo, che ha difficolt a compenetrare la terra.
In questo contesto Steiner parla del pensiero di Lenin, di Trotzki, di Lunatscharski e cos via.
Lintero bolscevismo quale fenomeno di nuvole, quale tipico fenomeno di pensiero orientale, e
dice: se si osserva soprasensibilmente le forze che stanno a fondamento dellideologia comunista,
esse assomigliano, nel mondo spirituale, ai tuoni, ai lampi, alle nubi in formazione, cio a realt che
sono buone solo per chi sta nelle nuvole ma che non sono affatto realizzabili qui sulla terra. Perch
Lenin parla di un uomo che non c se non solo nella sua testa, e avrebbe bisogno di creare una
umanit ex novo per realizzare il suo progetto.
Quando ho letto questa pagina ho pensato: questi sono i tuoni dellApocalisse. Steiner dice che le
stesse forze attive nellideologia bolscevica sono del medesimo tipo di quelle che generano tuoni,
lampi e nubi. Non perch io capisco tutto quello che dice Steiner, ma mi venuto subito il
collegamento con questi tuoni che si trovano immediatamente dopo la comparsa dellAngelo
possente, con le nubi, larcobaleno e i piedi infuocati. Ed ora compaiono anche i tuoni. Steiner parla
delle stesse forze e fa notare che non valgono per la terra. Lapocalista ha detto: lascia tutto
sigillato, non farlo valere per la terra. Per cortesia: non scriverlo, altrimenti condurresti gli uomini
verso lerrore; lascia stare tutto questo tranquillamente in cielo.
In conclusione: tutti questi segreti che ancora ci sono nellApocalisse ci danno ulteriormente la
possibilit di rifletterci sopra, di penetrarli, di sforzarci di capirli. Se sarete pi arguti di me son
contento, e troveremo il tempo per comunicarcelo.



Domande dei partecipanti

Intervento: Domanda sui leoni, i tuoni e langelo.
P.A.: Tutto possibile. Bisogna per chiedersi fino a che punto un significato rimane definitorio
oppure quando diventa utilizzabile per la vita. Lei capisce che non deve rimanere solo e soltanto
una speculazione. Ma ci che fertile e concreto per colui che lo esprime pu risultare, per chi lo
ascolta, ancora un po astratto: bisogna tenerne conto. Lei dice che il tuono presuppone qualcosa.
C sempre il lampo prima del tuono. Eppure qui il lampo non viene evocato, mentre si parla del
tuono, che a sua volta viene messo in relazione con la voce di un leone: due realt sonore. Indicano,
se utilizzo le categorie di Steiner, il livello dellispirazione. Se cos qui viene presupposto il livello
immaginativo. Cos? Lapparizione dellangelo, che un lampo, naturalmente. Io penso, allora e
per me fecondo pensarlo, ma non necessariamente lo per gli altri di aver inserito questo
particolare in una struttura complessiva convincente. Perch ora viene richiesto di pervenire ad un
gradino molto concreto: cos il tuono e cos il ruggito del leone dopo questo fulmine?
Potrebbe ora sorgere la domanda: quel che stato espresso ora potrebbe essere anche per lei
qualcosa di pi concreto, afferrabile? Potremmo porci la stessa domanda anche per una seconda e
poi per una terza persona. Perch la difficolt della comunicazione, della comprensione reciproca
consiste proprio nel fatto che ci che appare concreto e fertile per qualcuno non lo
necessariamente per il suo interlocutore. Questo un grosso problema.
Faccio un esempio. Quando voi dite met ora lo disegno come un punto che divide in due
parti mi rendo conto che per me potrebbe voler dire altro. Si crea un buco, un vuoto, perch non
so esattamente cosa volevate dire, perch quel termine pu voler significare molte cose diverse.
Per esempio: potrei intenderlo come mediazione. Oppure: il concetto di leone, la perfetta
corrispondenza che deve esserci fra il ritmo del respiro e quello della circolazione sanguigna. Deve
essere 1:4. Nel leone assolutamente cos e quando cos non fosse per lui sarebbe insopportabile. Si
vedrebbe costretto ad uccidere qualche animale e a mangiarselo per poter ristabilire questo perfetto
equilibrio. Significa che il leone vive completamente nellelemento dellequilibrio e trova
insopportabile qualsiasi squilibrio.

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Bene, ora posso elaborare, perch ho tradotto il termine leone nel concetto di ricerca
dellequilibrio. Dunque debbo concludere che il pensare ed il volere stiano in equilibrio, perch se
do maggior peso alluno oppure allaltro, divento o un teorico oppure un cieco dittatore.


Pensare


Met Leone
Equilibrio


Volere

Quindi lumano, ci che dapprima abbiamo tradotto con lastratto concetto di met, di
mediazione, in realt lanelito allequilibrio fra due polarit. E il leone. Le forze che hanno creato
il leone, anche fisiologicamente, sono forze di equilibrio, quelle che impediscono di sopportare
qualunque squilibrio.
Ora siamo un po sbilanciati da una parte: insopportabile. Quindi occorre vigilanza, perch lo
squilibrio viene subito sperimentato, e quindi vengono subito prese disposizioni per correggerlo.
Questo il leone, una realt meravigliosa. Ma proprio mediante la realt fisiologica e biologica
del leone che il concetto di met, di mediazione, di equilibrio diventa concreto, perch ora posso
fare tutto quanto necessario per superare le unilateralit, quando mi accorgo di essere stato
sbilanciato. la forza del leone, che ruggisce quando compare lo squilibrio, perch non lo sopporta.
Da l deriva il coraggio di affrontare lingiustizia, per esempio. Giustizia c quando due o pi
uomini hanno lo stesso peso. Se invece facciamo differenze, allora il leone ruggisce, perch lo
ritiene insopportabile. La dignit umana, infatti, la stessa in tutti gli uomini. Il leone non sopporta
che cos non sia, e ruggisce subito. Il coraggio che ne consegue quello di ripristinare la giusta
situazione. Come vedete, le immagini cominciano a parlare.
Da parte mia debbo riconoscere che solo in Steiner ho trovato che nel leone c questo equilibrio
assoluto fra respiro e circolazione: senza questo concetto non avrei mai capito, nella sua chiarezza,
lessenza del leone. Grazie a questo capisco anche il ruggire morale del leone dellApocalisse.
Questo pu aiutare?
Auguro a tutti una buona notte.

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